La Factor One non è una bici “convenzionale”, unica nel disegno e nelle forme, molto particolare anche in fatto di performances.
L’abbiamo provata in una versione che ci siamo costruiti e customizzata, grazie all’ultima versione della trasmissione Sram Force AXS e le ruote DT Swiss ARC. Un test diverso dal solito, di una bicicletta differente dai canoni comuni.
La Factor One, l’obliquo separato
Il progetto One di Factor prende forma qualche tempo a fa e nasce con dei concetti aerodinamici mutuati (per quanto possibile) dalla F1. Sono due i marchi di fabbrica di questo prodotto unico nel suo genere, ovvero la tubazione obliqua con un’ampia feritoia nel mezzo (Twin Vane Evo), che di fatto separa il profilato in due parti, ma anche la forcella con la pinna frontale che copre la tubazione dello sterzo.
La Factor One è un pacchetto completo, perché ci sono da considerare anche il manubrio integrato ed il reggisella specifico. C’è tanta integrazione e nella sua aggressività estetica è elegante, capace di unificare in modo armonioso la porzione più avanzata a quella posteriore. La One è un tutt’uno.
La bicicletta in test
E’ una taglia 54, con la forcella ed il seat-post specifici in carbonio, quest’ultimo ha un arretramento di 25 millimetri. Il manubrio è completamente in fibra ed è il modello Otis Evo, bella da vedere e parecchio rigido in termini di utilizzo, ergonomico nella maniera adeguata per essere sfruttato da diverse tipologie di corridori.
Abbiamo utilizzato una trasmissione Sram Force AXS (ultima versione) 48-35 e 10-33, con il power meter Quarq e movimento centrale CeramicSpeed. L’impianto frenante è sempre Force, con i dischi 160/140. Abbiamo montato una sella Fizik Vento Argo 3D Adaptive.
Per le ruote abbiamo preferito un profilo medio/alto (DT Swiss ARC1400), considerando la nostra propensione nell’alternare tratti veloci e salite medio/lunghe, ma comunque con dislivelli positivi che ogni volta superano i 1.000 metri. Tubeless Vittoria da 28 millimetri. Il peso rilevato della Factor One descritta è di 8,1 chilogrammi (senza pedali). Difficile dare un valore preciso, ma è possibile scrivere che il frame-kit ha un prezzo di listino di 4.899 euro.
Il nostro test
Ovviamente non è una bici da salita, o meglio non è una bicicletta adatta ad affrontare scalate lunghe e dislivelli complessivi importanti. Per natura predilige tracciati pianeggianti o leggermente ondulati, ma è pur vero che la fluidità è un punto di forza che può essere sfruttato anche sulle salite brevi. Il suo pane sono quei contesti dove si può fare velocità, perché portarla e tenerla a 40 all’ora è vero che ci vuole gamba, ma in questo caso il mezzo aiuta non poco.
In discesa e nei tratti dove è necessario cambiare continuamente traiettoria, aiutandosi anche con il corpo, la One deve essere guidata, tenuta per le briglie e per certi versi assecondata. Davanti è molto rigida, un fattore da considerare proprio nell’economia della performance. Invita a fare velocità, ma bisogna tenere in modo costante un margine di sicurezza. Anche in questo caso, la sua natura gli permette di fare tanta velocità, senza per forza alzarsi sui pedali.
In conclusione
La Factor One, ricordando che è una sorta di montaggio custom, si dimostra rigida il giusto, non stanca in modo eccessivo ed è comunque una bici da competizione. Una nota di merito a tutti i componenti che fanno parte dell’avantreno, che estremizzano un concetto di integrazione per nulla banale e contribuisce a far emergere il suo DNA corsaiolo.
E’ una bici con un design tutto suo, anche per questo motivo si rivolge ad un’utenza che guarda la performances, ma strizza l’occhio anche a qualcosa che va fuori dagli standard. Il taglio dell’obliquo la fa “fischiare” e non è un semplice modo di dire. Quando si passano i 40 chilometri, orari il vento che passa nel mezzo crea un sibilo e la Factor One è unica anche sotto questo aspetto.