Damiano, tre settimane per Mikel e poi per l’azzurro

Giada Gambino
05.05.2021
6 min
Salva

Qualche giorno fa, al Giro di Romandia, un ciclista che mirava ad entrare tra i primi dieci nella classifica generale ha fatto un qualcosa che raramente, o forse mai, si vede fare da parte dei capitani delle squadre: tirare la volata al compagno velocista facendogli centrare la vittoria. Il ragusano della Bahrain Victorious Damiano Caruso racconta…

«Venivo da un periodo di stop. L’ultima gara che avevo fatto era la Milano Sanremo – dice – ma sapevo che il periodo programmato per iniziare ad entrare in condizione era proprio questo. Il Romandia era una gara in cui tenevo a far bene. Mi serviva per testarmi, per capire a che punto della preparazione fossi e quanto bene avessi fatto a casa. Ho avuto dei buoni risultati sia per il fatto di aver centrato l’obiettivo principale ovvero chiudere in top 10, sia per la giornata con la vittoria di Colbrelli. Aiutare un proprio compagno a vincere è stata una bella sensazione. Sonny mi ha restituito il “favore” aiutandomi lungo tutta la corsa». 

Al Tour ha fatto grandi cose per Porte, qui nel 2016
Al Tour ha fatto grandi cose per Porte, qui nel 2016
Quest’anno farai il Giro, ma non passerà dalla tua Sicilia. 

Adesso sono quasi rassegnato, prima o poi succederà… Magari prima che smetta di correre (sorride, ndr). Mi farebbe piacere poter fare un Giro d’Italia nelle strade di casa, ma capisco anche che ogni anno è diverso e ci sono delle priorità. Per obiettivi personali, di squadra e tanti motivi diversi negli anni passati non sono riuscito, ma confido nel poterlo fare in un prossimo futuro

Conquistare la maglia rosa anche solo per un giorno…

Difficile! Si dovrebbero allineare troppi pianeti (ride, ndr). Il mio ruolo sarà il solito: quello di appoggio a Landa per cercare di vincere. Non ti nego che, però, centrare una vittoria di tappa sarebbe una bella soddisfazione. 

Porte, Nibali, Landa…

Ho avuto il piacere di poter lavorare con loro e per loro. Sono tre persone completamente differenti, tutti e tre dei bravi ragazzi ma con caratteristiche molto diverse. Quello con cui è più semplice lavorare è sicuramente Nibali, il più difficile Richie Porte. Landa rappresenta la via intermedia. 

A Rio 2016 è stato una delle grandi spalle di Nibali
A Rio 2016 è stato una delle grandi spalle di Nibali
Facile o difficile sotto quale aspetto?

In gara Nibali è super reattivo! Non hai bisogno di controllarlo continuamente per vedere dove si trova, lui ti segue o addirittura te lo ritrovi davanti. Con Richie dovevi proprio prenderlo per mano e portarlo in giro (ride, ndr). Il più talentuoso tra i tre, sotto i vari punti di vista, è sicuramente Vincenzo

Come mai quest’anno non hai fatto le classiche per avvicinarti al Giro, come nel 2019? 

Il programma è stato un po’ differente e non l’ho deciso io, ma la squadra. Anche per darmi la possibilità di fare classifica in una gare a tappe di una settimana come il Romandia. Se fossi andato anch’io nei paesi Baschi, avrei fatto solo da gregario a Landa. Per quanto riguarda le classiche… farle insieme al Romandia e al Giro sarebbe stato troppo.

La Bahrain Victorious ha recentemente cambiato fornitore di abbigliamento, ci si adatta facilmente ai nuovi materiali ?

La cosa è molto soggettiva. Io personalmente non ho alcun problema con i tipi di fondelli un po’ di tutte le marche, quindi il cambio durante la stagione non l’ho sofferto. Qualche corridore potrebbe accusare qualche fastidio, ma non penso sia qualcosa di così stravolgente. 

Al Tour dello scorso anno ha scortato Landa fino al quarto posto
Al Tour dello scorso anno ha scortato Landa fino al quarto posto
Quali sono gli obiettivi post Giro? 

Alla fine della corsa rosa tireremo una linea per vedere cosa si è fatto e cosa si dovrà fare. L’obiettivo sicuramente sarà quello di conquistarsi un posto per le Olimpiadi, ma sarà difficile, perché i posti sono pochi. Ho avuto già l’onore di partecipare a quelle di Rio, farle per la seconda volta sarebbe davvero incredibile. Ce la sto mettendo tutta per farmi scegliere da Cassani. In base alla mia partecipazione alle Olimpiadi o meno, si deciderà la preparazione da dover svolgere. Nel caso in cui non dovessi partecipare a Tokyo 2021, andrei alla Vuelta

Sei Damiano Caruso, quasi impossibile non portarti alle Olimpiadi!

Sono i fatti a dover parlare per me, tutto ciò che conquisto è perché lo guadagno con il duro lavoro. Devo far capire a chi di dovere che non solo servo alla nazionale, ma che sono indispensabile. 

Sei il gregario che riesce a fare classifica, ma se non facessi il gregario?

In tutto il gruppo, quante persone ci sono che possono ambire a vincere un grande Giro? Sei, sette in tutto il mondo. E’ vero che, allo scorso Tour, sono arrivato decimo. E’ vero che se avessi fatto la mia corsa avrei potuto scalare un po’ di più la classifica, ma sarei sempre arrivato a 10’ dal vincitore. C’è tanta differenza tra fare decimo e quarto, come c’è tanta differenza tra fare quarto e vincere. Più ti avvicini alla vittoria, più è difficile e più qualità ci vogliono. Non che io non abbia le giuste qualità, ma non si arriva mai per caso a vincere un grande Giro. Ad un certo punto ti scontri con i tuoi limiti e io do sempre il massimo e oltre quello non riesco a fare. 

Nono posto finale al Romandia e una mano decisiva a Colbrelli per vincere la sua tappa
Nono posto finale al Romandia e una mano decisiva a Colbrelli per vincere la sua tappa
E se avessi avuto il baffo che ultimamente ti ha dato tanta forza? 

Questa storia mi sta iniziando a perseguitare (scoppia a ridere, ndr), non so più se tagliarlo o meno. Tutto è iniziato un pomeriggio dal barbiere… Avevo capelli e barba molto lunghi, ci siamo messi a scherzare. Mi ha tagliato i capelli, la barba e ha lasciato il baffo. Voleva togliermelo, ma l’ho lasciato per far ridere un po’ tutti a casa, con l’intento di tagliarlo poi da me. Ho iniziato a rinviare il giorno del taglio e adesso sono due settimane che ce l’ho. Mi hanno detto di tenerlo almeno fino alla fine del Giro, quindi mi sa che lo terrò ancora per un po’! Dicono anche che mi dona…

Cambieresti qualcosa del tuo percorso ciclistico ?

Forse da giovane, nei primi anni da professionista. La differenza tra i giovani che passano al professionismo adesso è che vengono “programmati” per vincere. Mentre quando sono passato io, i ragazzi che vincevano erano veramente pochi e agli altri, tra i quali anche io, si chiedeva di crescere e di fare il proprio. Tornando indietro cambierei l’approccio ai primi anni, per non perdere quella mentalità da vincente. Negli anni mi sono un po’ appiattito, ma ciò non significa che non sia soddisfatto della mia carriera, anzi… tutt’altro. Non cambierei nulla di tutto il mio percorso. Forse metterei un po’ più di determinazione in certi momenti passati. 

Bahrain Victorious: gruppo votato alle corse a tappe

20.04.2021
3 min
Salva

Dopo i tanti cambiamenti nelle ultime stagioni, la Bahrain-Victorious ha cambiato molto poco nel corso dell’ultimo ciclomercato, tanto che si può dire che l’unica variazione di rilievo è nello sponsor, non più McLaren.

Pello Bilbao ha iniziato il 2021 da gregario di Mikel Landa
Pello Bilbao ha iniziato il 2021 da gregario di Mikel Landa

La squadra rimane decisamente competitiva e continua a girare intorno a Mikel Landa, lo spagnolo che anche nella passata stagione ha dimostrato di essere un cavallo sicuro per i grandi Giri, anche se manca sempre quel centesimo per completare l’euro, ossia non riesce mai a cogliere l’obiettivo che è il podio, basti pensare che dopo il 3° posto al Giro 2015 è finito tre volte al quarto posto fra Giro e Tour.

La Bahrain Victorious è una squadra che punta sull’esperienza: Damiano Caruso ad esempio ha dimostrato allo scorso Tour di avere ancora tutte le carte in regola per distinguersi centrando una prestigiosa Top 10, soprattutto avendo corso in aiuto a Landa.

Su di lui, ma anche su Mohoric, Poels, Teuns si sviluppa una rete di ottimi aiutanti per il capitano per costruire un grande evento a tappe. Attenzione poi a Sonny Colbrelli che nelle giuste condizioni può ancora far molto male in volata.

Malgrado la caduta al Giro, Landa resta il leader carismatico della squadra
Malgrado la caduta al Giro, Landa resta il leader carismatico della squadra

La grande novità è costituita da Jonathan Milan, sul quale i dirigenti puntano moltissimo: quest’anno il giovane azzurro punterà ancora forte sulla pista con obiettivo un posto nel quartetto dell’inseguimento ai Giochi Olimpici, ma le sue caratteristiche di passista ne fanno un prospetto di grande interesse, in grado di ripercorrere le gesta di Filippo Ganna, non solo a cronometro.

L’ORGANICO

Nome CognomeNato aNaz.Nato ilPro’
Yukiya ArashiroIshigakiJpn22.09.19842006
Phil BauhausBocholtGer08.07.19942015
Pello Bilbao L.de ArmentiaGuernicaEsp25.02.19902011
Santiago Buitrago SanchezBogotàCol26.09.19992020
Eros CapecchiCast.del LagoIta13.06.19862006
Damiano CarusoRagusaIta10.12.19872009
Sonny ColbrelliDesen.del GardaIta17.05.19902012
Scott DaviesCarmarthenGbr05.08.19952016
Chun Kai FengMiaoli CountyTpe02.11.19882010
Jack HaigBendigoAus06.09.19932016
Marco HallerSankt VeitAut01.04.19912012
Heinrich HausslerInverellAus25.02.19842005
Kevin InkelaarLeeuwardenNed08.07.19972020
Mikel Landa MeanaMurgiaEsp13.12.19892010
Ahmed MalanBrn25.08.20002021
Gino MaderAigleSui04.01.19972019
Jonathan MilanTolmezzoIta01.10.20002021
Matej MohoricKranjSlo19.10.19942014
Domen NovakNovo MestoSlo17.12.19952017
Mark PadunDonetskUkr06.07.19962018
Hermann PernsteinerOberwartAut07.08.19902016
Wouter PoelsVenrayNed01.10.19872009
Marcel SiebergCastrop-RauxelGer30.04.19822005
Dylan TeunsDiestBel01.03.19922015
Jan TratnikLubiana Slo23.02.19902014
Rafael Valls FerriCocentainaEsp25.06.19872009
Stephen WilliamsAberystwythGbr09.06.19962019
Alfred Brockwell WrightLondraGbr13.06.19992020

DIRIGENTI

Goradz StangeljSloDirettore Sportivo
Rolf AldagGerDirettore Sportivo
Xavier FlorencioEspDirettore Sportivo
Roger HammondGbrDirettore Sportivo
Tim HarrisGbrDirettore Sportivo
Vladimir MiholjevicCroDirettore Sportivo
Franco PellizottiKazDirettore Sportivo
Neil StephensAusDirettore Sportivo
Alberto VolpiItaDirettore Sportivo

DOTAZIONI TECNICHE

Come dalla sua nascita, il Team Bahrain Victorious corre su biciclette Merida, il marchio orientale che sin dall’inizio sposò il progetto e ne divenne addirittura inizialmente sponsor. I modelli a disposizione sono la Reacto per gli uomini veloci e la Scultura per gli scalatori. Le bici vengono montate con manubri e ruote Vision, altro brand che ha sposato sin dall’inizio il progetto.

CONTATTI

BAHRAIN VICTORIOUS – BRN

Bahrain World Tour Cycling Team, Office 41, Bld 681 Rd 3615 Blk 436, Seef 6100 Manama (BRN)

info@bahraincyclingteam.com – www.bahraincyclingteam.com

Facebook: @BahrainVictorious

Twitter: @BrnVictorious

Instagram: bahrainmclaren

Dal Teide a Torino, Landa lancia la sfida al Giro d’Italia

13.04.2021
4 min
Salva

Sulla strada del Giro d’Italia, la settimana scorsa Mikel Landa ha provato a mostrare i muscoli al Giro dei Paesi Baschi.

«Ma è stata davvero dura – dice con un mezzo sorriso – stare dietro a Roglic e Pogacar. Sto ancora recuperando. Non ci sono più tappe facili, si fa troppa fatica, ma era la corsa di casa. Non potevo far finta di niente. C’è da capire se anche nei Giri finirà come con le classiche, dove i favoriti hanno pagato gli sforzi».

Mikel Landa per il secondo anno leader della Bahrain Victorious
Mikel Landa, anche il 2021 da leader Bahrain Victorious

Capitano unico

Per il secondo anno consecutivo, il basco sarà leader della squadra, dopo le infinite stagioni condividendo la leadership con altri capitani. Il 2020 balordo del Covid gli ha portato il quarto posto del Tour, come nel 2017, e questo ha fatto scattare qualcosa nella sua testa e in quella di compagni forti come Caruso, Pello Bilbao e Colbrelli. Lo hanno detto a inizio stagione: quest’anno si va tutti al Giro per Landa, vada come vada. E Mikel da tanta fiducia si sente motivato e la grinta la percepisci nella voce.

Cosa farai prima del Giro?

Un piccolo ritiro sul Teide con 3-4 compagni. Non avrò il tempo per andare a vedere le tappe di montagna, anche perché su alcune strade c’è ancora la neve. Prima della Tirreno, siamo andati a vedere quella sugli sterrati in Toscana e null’altro.

Sei soddisfatto della condizione?

Volevo andare in progressione, per arrivare al massimo al Giro d’Italia. Alla Tirreno sono andato meglio di quanto mi aspettassi ed è venuto fuori il terzo posto, senza essere neanche lontanamente vicino alla miglior condizione. Per questo vado con fiducia verso il Giro, perché stiamo lavorando bene.

Nella crono deve difendersi: qui ai Paesi Baschi, a 49″ da Roglic
Nella crono deve difendersi: qui ai Paesi Baschi, a 49″ da Roglic
Che sensazioni ti dà preparare il Giro d’Italia sapendo di essere il capitano unico?

Molta fiducia, si capisce al volo. Da come mi parlano i direttori, quello che mi chiedono i compagni. Ho un gruppo intero intorno a me, che lavora con me e per me. Pensare che un corridore come Damiano (Caruso, ndr) abbia accettato di lavorare per me è importante. Lui ha tanta esperienza e ha corso accanto a campioni come Nibali e Porte, imparando qualcosa da tutti. E ora è al mio fianco. Questo mi dà tranquillità.

Riesci a dire a che punto ti trovi della tua carriera?

Mi sto trovando meglio di sempre. Alla Tirreno ho risposto bene, sono maturo e ho più resistenza.

L’immagine dello scalatore che attacca con il rapporto e le mani basse…

E’ il mio stile. Ho sempre pedalato così e credo che sia l’unico modo, se vuoi fare la differenza. Onestamente non ho mai pensato di cambiare pedalata, di sperimentare l’agilità per salvare la gamba.

Mentre a crono?

Sono migliorato un po’. Sono contento per come è andata ai Paesi Baschi (26° a 49″ da Roglic nella 1ª tappa di 13,9 chilometri), mentre alla Tirreno ho cercato di difendermi. Al Giro d’Italia non ci saranno tanti chilometri a crono, 28 in tutti, ma bisognerà farli bene.

Più resistenza e la giusta maturità: Landa sente di essere vicino al suo meglio
Più resistenza e maturità: «Sto meglio di sempre!»
L’anno scorso la classifica del Giro si è fatta nella seconda settimana.

L’anno scorso abbiamo avuto cose strane in un anno strano. Di sicuro la prima settimana sarà importante al pari della terza, perché ormai non ci sono più tappe tranquille. Storicamente il Giro d’Italia si è sempre deciso alla fine, voglio sperare che il 2020 resti un’eccezione. Di sicuro non puoi arrivare alla partenza di Torino senza una grande condizione, ma un margine di crescita serve comunque averlo.

Perché vai in altura e non corri come gli altri compagni del Giro d’Italia, fra Tour of the Alps e Romandia?

Prima, perché loro hanno già fatto l’altura. Secondo, perché mi sono trovato d’accordo con la squadra. A me l’altura fa bene, soprattutto in questa fase di preparazione. Per cui torno sul Teide, scendo una settimana prima e poi vado direttamente al Giro. Dite che funziona?

Funzionerà di certo.

Lo penso anch’io. Ci vediamo a Torino.

Primoz Roglic, Mikel Landa, Egan Bernal, Tour de France 2020

Ellingworth in fuga, Landa e Milan: parla Volpi

09.12.2020
4 min
Salva

Dice Volpi, che oggi compie 58 anni, di aver appreso della partenza di Rod Ellingworth la settimana scorsa. Al Team Bahrain-McLaren si sono svegliati e hanno scoperto di aver perso il loro Team Principal. Colui che era stato strappato al Team Ineos per ripartire dopo Nibali. Che aveva imposto una nuova disciplina al gruppo e tracciato una linea certamente efficace. Cercando di esportare l’efficienza di Ineos, per raggiungere la quale c’era ancora da costruire. Colui per il quale dal team britannico si era staccato il fedelissimo Wouter Poels e per il quale è stato lasciato andare Brent Copeland, ora alla Mitchelton. Colui per il quale Neil Stephens ha lasciato la Uae e per il quale Jonathan Milan ha firmato con la Bahrain-McLaren. Ma parlando con Volpi emerge la voglia di andare avanti, lasciando ad altri il compito di trovare le spiegazioni.

«Tutto procedeva per il meglio – racconta Alberto – si ricominciava a lavorare per la nuova stagione. E adesso si continua per come si era programmato, facendo tesoro di quanto di buono e delle esperienze che Rod ha portato. Cercando nel frattempo una figura che possa sostituirlo. Siamo una squadra internazionale, si dovrà puntare su una figura all’altezza».

Alberto Volpi, Herman Pernsteiner, Giro d'Italia 2020
Alberto Volpi con Herman Pernsteiner, al Giro d’Italia 2020
Alberto Volpi, Herman Pernsteiner, Giro d'Italia 2020
Volpi con Pernsteiner al Giro 2020
Prima di guardare avanti, uno sguardo indietro. Come è andato il 2020?

Avevamo soprattutto l’obiettivo podio del Tour con Landa e non ci siamo andati troppo lontano (in apertura, lo spagnolo è con Roglic e Bernal nel vivo della corsa, ndr). Nella terza settimana, pur non avendo i favori della stampa e degli osservatori, abbiamo dimostrato di avere le gambe. Siamo andati in Francia per il capitano, nessuno escluso.

Anche Colbrelli, che non ha potuto fare volate perché impegnato a tirare…

Quando convochi un corridore come Colbrelli e lui accetta il ruolo che gli proponi, c’è poco da meravigliarsi. Anche alla Ineos fanno tirare gente che altrove lotterebbe per vincere, ma capisco che per i tifosi italiani vedere Sonny in questo ruolo così diverso sia sembrato strano. Però un conto è il tifo, un altro i doveri di squadra. Ormai il mondo dello sport è cambiato. Una volta sapevi a memoria la formazione della Juve, perché erano sempre quelli. Adesso è tutto un cambiare.

Vi aspettavate di più da Poels?

Il suo inserimento è stato meno facile del previsto. Un po’ perché veniva da una realtà diversa, un po’ perché lo stop di quattro mesi per il lockdown nei corridori esperti ha prodotto qualche inconveniente di più. Il cambio generazionale è in corso, ma è parso più netto perché quei ragazzi hanno patito la ripartenza meno di altri.

Damiano Caruso, Tour de France 2020
Caruso, qui al Tour de France 2020, è uno dei pezzi pregiati del team
Damiano Caruso, Tour de France 2020
Caruso è uno degli uomini chiave del team
L’anno prossimo sarà diverso?

Credo di sì. Loro continueranno a crescere, ma in una stagione presumibilmente lineare, torneranno fuori i corridori di esperienza. Magari non domineranno, ma non sono neanche spacciati. Penso a Nibali, ma anche a Viviani. Sono convinto che tornerà a vincere.

Parlando di giovani, il discorso cade su Milan.

Abbiamo già avuto un primo approccio molto positivo, sia pure ancora virtuale. E’ contento del tipo di supporto che gli stiamo dando. La sua stagione sarà particolare, alla luce delle Olimpiadi. Dovremo trovare le giuste sinergie con i tecnici della nazionale. Lavoriamo tutti per garantirgli una crescita graduale e costruttiva.

Secondo Volpi che cosa gli manca per essere subito al livello dei ragazzini terribili di quest’anno?

C’è da fare grandi differenze e considerare che ci sono maturazioni diverse. Evenepoel che trasforma in oro tutto ciò che tocca è un’eccezione, ma è chiaro anche che i suoi tecnici gli disegnano i programmi cercando di preservarlo dagli eccessi. Neppure a Milan sarà detto mai di fare piano una crono, però avrà un programma commisurato al suo momento, in cui potrà mettersi alla prova. Ci sono anche altri fattori rispetto ai quali un giovane deve crescere.

Jonathan Milan, Roberto Bressan, Rod Ellingworth, Giro d'Italia 2020, Udinea
Jonathan Milan, il suo “capo” al CT Friuli Bressan e Ellingworth al via del Giro da Udine
Jonathan Milan, Roberto Bressan, Rod Ellingworth, Giro d'Italia 2020, Udinea
Milan, Bressan del CT Friuli e Rod Ellingworth
Ad esempio?

La tutela della sua immagine. Come proporsi al pubblico e con i media. Saper stare in gruppo e con gli avversari. Nella crescita c’è anche questo tipo di educazione per arrivare alla maturità giusta.

E’ vero che proprio Milan era passato con voi per la presenza di Ellingworth e la sua esperienza in pista?

Può darsi. Ma Rod era il capo e aveva già condiviso le sue idee con i tecnici e gli allenatori che seguiranno i singoli corridori. Milan è stato affidato a Paolo Artuso, un preparatore interno del team, che ha tracciato il suo cammino ideale.

Caruso ha fatto un gran Tour e prima avrebbe dovuto fare il Giro: sarà lo stesso nel 2021?

Può essere un ragionamento, perché Damiano è uno dei corridori che gode della maggiore considerazione. Tutti gli vogliono un bene dell’anima. Perché fa gruppo, perché sa risolvere e gestire le situazioni difficili, perché è un generoso. Con lui si può ragionare di grandi Giri, ma per me potrebbe fare bene a Liegi e al Lombardia.

Ritiro spostato a gennaio?

Per forza, in attesa delle date per la ripresa. Siamo chiusi in casa dall’ultima corsa, attaccati a telefoni e computer. Ho i mie file, li leggo, li sistemo e li archivio. Siamo tutti fermi e davvero non vediamo l’ora di ripartire.

Damiano Caruso, funghi, inverno, Monti Iblei

Damiano, calore di Sicilia, profumo di casa…

Giada Gambino
20.11.2020
4 min
Salva

Damiano pedala lasciandosi alle spalle Ragusa verso Giarratana. Il suo sguardo è sicuro e determinato come quando è in testa al gruppo a tirare. Si volta per guardare qualcosa, allunga il braccio ed indica una struttura lontana. 

«Quella è la mia scuola superiore – sorride – il primo giorno del primo anno, lì… ho incontrato mia moglie».

Ancora caldo

Continua a pedalare e, dopo avere percorso chilometri e chilometri d’asfalto, inizia a scalare Monte Lauro. Le sue narici si allargano, respira profondamente. 

«Mi piace l’aria dei Monti Iblei: è fresca e pulita. Da qui – dice il guerriero della Bahrain-McLaren – passano poche macchine, c’è serenità, l’unico rumore è quello del vento e di qualche foglia che sfiora l’asfalto. In questo periodo c’è ancora tanto caldo. Il paesaggio è prevalentemente giallo, quasi bruciato dal sole ed il terreno è asciutto. D’inverno, invece, è tutto di un verde così intenso e acceso che mi ricorda le Ardenne».

Damiano Caruso, Tour de France 2020
Il Tour de France è un viaggio di 21 tappe, fatto di alti e bassi
Damiano Caruso, Tour de France 2020
Il Tour è un viaggio di 21 giorni, un’avventura

Sicilia nel cuore

Si guarda intorno, i suoi occhi brillano. «Sono innamorato di questi posti, mi hanno accompagnato in tutti gli allenamenti e momenti importanti della mia vita. La mia terra, per me, è insostituibile. Il clima della Sicilia mi permette di allenarmi anche a novembre in pantaloncini. Abbiamo temperature simili a quelle del sud della Spagna. Molti ciclisti devono spostarsi per trovare un luogo ideale per allenarsi senza patire il freddo, io invece ho la fortuna di abitarci, di esserci nato. Ho sempre tratto dei privilegi nel vivere in una città siciliana. Forse l’unico problema è che ad agosto c’è così caldo che anche quando stai in acqua al mare sudi!».

Accenna appena un sorriso che si nota grazie alle fossette che si creano sulle sue guance, poi chiude gli occhi come se qualcosa gli fosse tornato alla mente…

La sua gente

«I sacrifici sono stati tanti, sono dovuto crescere velocemente e mi sono dovuto adattare a varie condizioni; ma l’ho sempre fatto con volontà, motivazione e tanta passione. Questi ultimi sono aspetti che tutt’oggi sono sempre presenti nella mia personalità. Ho sempre voglia di migliorarmi, di rendere felici ed orgogliosi i miei tifosi e la mia famiglia. In questi anni sono riuscito a crearmi uno staff di persone che mi vogliono veramente bene. Che mi aiutano ogni giorno e mi accompagnano in ogni allenamento, per far sì che possa andare tutto per il meglio. Vado sempre in bici con le stesse persone: poche, ma buone. Non mi piace avere attorno tanta confusione quando devo allenarmi seriamente».

Castello di Portopalo, Ragusa, Damiano Caruso
Castello di Portopalo, Ragusa: con questo panorama è bello allenarsi
Castello di Portopalo, Ragusa, Damiano Caruso
Castello di Portopalo, bello allenarsi così

Color tramonto

I colori del completino della Bahrain-McLaren si accendono, è un caso, ma sono proprio gli stessi dei tramonti della sua terra. Si alza sui pedali per fare uno scatto sino alla cima del monte, ha un’aria soddisfatta e allegra.

«Ogni volta che finisco un allenamento o raggiungo una meta – dice Damiano – penso a quanto sia bello l’arrivo di Parigi del Tour. La Grande Boucle l’ho sempre interpretata come un viaggio di ventuno giorni dove ci sono momenti belli, brutti, energici e noiosi. Ma quando tagli il traguardo dell’ultima tappa, indipendentemente dal tuo risultato, hai la consapevolezza di aver terminato una delle corse più importanti al mondo. E questo ti fa sentire forte ed orgoglioso. Soprattutto se, come nel mio caso, riesci ad arrivare tra i primi dieci dimostrando a tutti, e a se stessi, la propria costanza e tenacia nonostante il periodo particolare che si è affrontato».

Damiano Caruso, figlio Oscar 2018
Damiano con il figlio Oscar, al Giro d’Italia 2019
Damiano Caruso, figlio Oscar 2018
Con il figlio Oscar, al Giro d’Italia del 2019

La nostalgia

Scende dalla bici, l’appoggia ad un albero ed ammira il panorama che offre il Monte Lauro, sospira…

«Quando sono lontano da casa – racconta Damiano – mi mancano questi posti che tanto mi hanno dato e continuano a darmi. In realtà, quando sono lontano da casa mi manca tutto ciò che c’è nella mia terra. Soprattutto i miei figli. Quest’anno non ho potuto festeggiare il primo anno di Greta, ma a causa del Covid, stando a casa, ho vissuto momenti che con il mio primogenito, Oscar, avevo potuto osservare solo tramite un cellulare. I primi sorrisi, i primi passi, i primi dentini…».

Lui è il mio papà

«Oscar, adesso, inizia a guardarmi in televisione quando gareggio, comprendendo sempre di più il mio mondo. I suoi compagnetti, quando gli dicono che mi hanno visto in televisione, lo rendono felice ed orgoglioso. Qualche giorno fa, però, sono andato a prenderlo all’uscita da scuola, aspettandolo fuori dalla porta dell’aula. Quando i suoi compagni mi hanno visto, si sono messi a correre venendomi incontro per salutarmi. Hanno ignorato i rimproveri della maestra che diceva loro di tornare in classe. Oscar si è un po’ infastidito. “Lui è il mio papà – ha iniziato a dire – lasciatelo stare!”. Ho ancora la sua voce che rimbomba nella mia mente». 

Damiano ride, risale sopra la bicicletta e, come un fulmine, scende verso Ragusa per riprendere la sua routine da “normale” papà. Lanciato verso un nuovo lungo viaggio e i sapori che gli regalerà la nuova stagione…