Sonny, la vittoria e una primavera da rivedere

30.04.2021
4 min
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Seconda tappa del Giro di Romandia a Saint Imier, prima il sole e poi la pioggia: vince Colbrelli. Sonny è partito lungo anche stavolta, ma Bevin non è Sagan e Sonny piuttosto che farsi passare, stavolta sarebbe morto. Prima vittoria di stagione, l’ultima lo scorso agosto in Francia. La rimonta del neozelandese si ferma prima della riga. Pensiamo al giorno in cui il bresciano è passato al Tour of the Alps per salutare i compagni del team Bahrain Victorious. E sorridendo, ammetteva che sarebbe partito di lì a poco per la corsa Svizzera. Non è facile tenere duro quando il periodo più importante si è chiuso. Ci riesci solo se hai voglia di riscatto e la sensazione di aver appena raggiunto la condizione, con due settimane di ritardo. Le due settimane che per qualche motivo si è deciso di regalare ai rivali. Quelle dal Laigueglia alla Sanremo.

Per Ganna continua l’avvicinamento al Giro: la crono d’apertura è alle spalle
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«Ci voleva – dice Sonny – sapevo che al Romandia ci sono tappe adatte alle mie caratteristiche. Magari non oggi, perché oggi mi sono stupito anche io. Che fatica per tenere duro…».

Condizione in ritardo

La condizione è qualcosa di magico. Puoi lavorare per settimane e aspettarla invano, oppure puoi azzeccare il giusto avvicinamento e stupirti del risultato. Provate a immaginare perciò la sorpresa al via della Sanremo, quando chiedendo a Colbrelli come si sentisse non avendo corso la Tirreno e eppure la Parigi-Nizza.

«Quest’anno con la squadra – rispose a Milano – abbiamo deciso di fare due bei blocchi di allenamento e non correre. Un tentativo. Sono due chili meno di inizio stagione, non ho brutte sensazioni, ma correre è diverso».

Si rivede in fuga anche Davide Villella, a suo agio nella pioggia
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Non correva dal Trofeo Laigueglia e questo suonava strano, per un atleta potente come lui, che ha sempre avuto bisogno di chilometri e intensità per portare il motore al giusto numero di giri.

«Avrei preferito avere questa condizione in Belgio – ammette – questo è poco, ma sicuro. Però è andata così. L’esperimento di non correre più a marzo lo lasciamo agli altri. Oggi ho corso con la rabbia addosso. Ho avuto una squadra superlativa, Caruso è stato davvero bravo. Mi ha lasciato al punto giusto. Sono partito ugualmente un po’ lungo, però stavolta è andata bene. Il secondo posto di ieri mi è rimasto sullo stomaco, perché sono partito presto e c’era vento contro. Non potevo fare altro. Sagan è stato molto furbo a cercare di infilarsi nella mia scia e mi ha passato».

Si rivede anche Damiano Caruso, in forma Giro e ottimo nel tirare la volata
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Destinazione Tour

Questa volta Landa e Caruso al Giro dovranno far da sé. Colbrelli ce l’aveva già detto e lo conferma adesso: non sarà al Giro, bensì al Tour.

«Dispiace sempre saltare certe corse come il Giro – racconta – però abbiamo optato per il Tour e quindi non ci penso. Perciò dopo il Romandia riposerò, quindi andrò a metà maggio sul Teide, poi al Delfinato. Infine al Tour. Aiuterò come l’anno scorso, ma questa volta potrò correre per me. In questa stagione sempre più frenetica, a fine stagione ci sarà il mondiale, un pensiero e un grande obiettivo. Conosco quelle strade».

E alla fine per Colbrelli il podio del vincitore che mancava da agosto 2020
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Per ora basta la tappa vinta, che parla finalmente di fiducia. La teoria dell’allenamento senza corse può essere rispedita al mittente. Con questa condizione in Belgio, magari il viaggio sarebbe stato più interessante. E partendo da questa condizione e costruendoci sopra quelle del Tour, anche il rinnovo del contratto magari sarà più dolce.