Milesi e il primo Rota: crescita attesa, ma non scontata

19.11.2022
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Chissà se il suo direttore sportivo da dilettante si sarebbe mai immaginato di vederlo un giorno così in alto. Parliamo di Marco Milesi, ex tecnico di Lorenzo Rota. Il lombardo è stato il corridore italiano che in questa stagione è più cresciuto. Il suo exploit lo ha portato anche ad essere il miglior italiano nella classifica Uci. Lo ha “battuto” al colpo di reni Matteo Trentin, con il buon finale di stagione.

Però Lorenzo è stato colui che più è salito nel ranking. E’ passato dalla 463ª posizione del 2020, alla 109ª del 2021, fino alla 48ª di quest’anno. Eppure l’atleta oggi in forze alla Intermarché Wanty Gobert non ha avuto una prima parte di carriera facile, facile. Anzi… Anche Visconti qualche giorno fa ha ricordato le sue vicissitudini. 

Marco Milesi ha diretto Rota per due stagioni (2014-2015), poi Lorenzo è passato subito con la Bardiani
Marco Milesi ha diretto Rota per due stagioni (2014-2015), poi Lorenzo è passato subito con la Bardiani

Passaggio difficile

Proprio con Milesi, che ha diretto Rota alla Trevigiani, cerchiamo di tracciare meglio un profilo di questo ragazzo. 

«Lorenzo è di Bergamo come me – racconta Milesi – me lo avevano segnalato quando era uno junior. Me ne aveva parlato Dino Zambelli, che è uno dei nostri sponsor. Lui è appassionato e mi disse: “Marco, segui questo ragazzino perché è forte, forte…”. Ho visto i suoi risultati, i suoi test e tutto sommato è stato anche facile prenderlo perché lui voleva correre in Trevigiani. In quell’infornata c’erano anche Simone Ravanelli e Simone Consonni. Erano bel gruppetto».

Visconti ci aveva parlato di un atleta dedito al lavoro, un generoso. E i racconti di Milesi non fanno altro che confermare le parole del siciliano.

«Ricordo un ragazzo determinato che lavorava sodo. Magari con me ha vinto poco, però se guardavi gli ordini di arrivo, c’era sempre. Aveva una grande costanza di rendimento».

Con uno sprint potente Lorenzo Rota, ha vinto questa estate la 2ª tappa dello Sazka Tour. Un successo che dà fiducia
Con uno sprint potente Lorenzo Rota, ha vinto questa estate la 2ª tappa dello Sazka Tour. Un successo che dà fiducia

Nel giusto team

Eppure nonostante tutto Milesi non si aspettava che Rota arrivasse tanto in alto.

«Lorenzo – spiega Milesi – ha avuto un passaggio a vuoto nel momento in cui è arrivato tra i pro’ e se vogliamo nei primi anni a seguire. Però è anche vero che è passato giovanissimo e non tutti all’epoca facevano il salto così presto. Col tempo è riuscito a trovare la squadra giusta. Le qualità non gli mancavano e di conseguenza ha fatto il salto di qualità.

«In Intermarché ha trovato l’ambiente giusto. Parlando con Piva, mi dice che sono contenti di lui. Sono soddisfatti, gli danno fiducia e lui la sente. Poi adesso si è sbloccato e andrà ancora meglio. Potrebbe anche passare in un team più forte, ma non è così sicuro che se vai in una squadra più grande puoi trovare la stessa buona situazione.

«Sinceramente non me lo aspettavo questo exploit, ma non perché come ho appena detto non avesse le qualità. Ma perché per come gli si era messa la carriera, con quelle stagioni così, così… Era difficile riprendersi, specie per un ragazzo giovane come lui. E’ stato un po’ come Cattaneo, che ha avuto 2-3 anni di passaggio a vuoto. E mettersi in mostra a questi livelli è tosta».

Una bravo doppio dunque a Rota: per le qualità okay, ma anche e soprattutto per la tenacia dimostrata, per il non abbattersi.

La grinta di Rota sotto la pioggia al Coppie Bartali 2015 con la maglia della Unieuro Wilier Trevigiani
La grinta di Rota sotto la pioggia al Coppie Bartali 2015 con la maglia della Unieuro Wilier Trevigiani

Tenacia nel Dna

E la tenacia di Rota è emersa presto, al secondo anno da U23, al Giro delle Pesche Nettarine, signora corsa a tappe di una decina di anni fa. Filippo Ganna fece fuoco e fiamme in pianura per far vincere i suoi velocisti sparigliando le carte nella frazione finale. Ci fu il caos e ci fu in una tappa che su carta doveva essere tranquilla. Lorenzo rimase guardingo, superò il trabocchetto ed ebbe la meglio.

«Lorenzo non mollò mai – ricorda Milesi – fu un duro. Restò sempre davanti e alla fine senza vincere una tappa conquistò la corsa. Questa sua tenacia mi colpì. Sapevo che aveva qualità, ma quella corsa ne fu la prova concreta. Specie con quel parterre».

E la tenacia paga e porta miglioramenti. Miglioramenti che per Milesi non sono finiti: Rota ha dei margini.

«Per me ne ha – spiega il tecnico della Biesse-Carrera – e li ha anche per come si gestisce. Lui deve puntare sulle corse di un giorno. Vedo che dopo le corse a tappe, soprattutto dopo i grandi Giri riesce ad andare forte. Ha un cambio di marcia notevole. Senza contare che può migliorare ancora sul fronte delle prestazioni, vista la sua maturità da pro’».

In fuga al Giro verso Genova. Per Milesi, Rota si sa ben gestire anche nei grandi Giri: ne esce con una buona condizione
In fuga al Giro verso Genova. Per Milesi, Rota si sa ben gestire anche nei grandi Giri: ne esce con una buona condizione

Obiettivo velocità

In tal senso Rota ha già dichiarato di volere tornare a lavorare sullo spunto veloce. In salita è migliorato parecchio, ma ora vuole riprendersi quella sua caratteristica.

«Se migliora ancora un po’ sullo spunto, va bene – conclude Milesi – ma sempre tenendo in salita. Se chiude quel piccolo gap in volata diventa “tanta roba”. In salita quando è in condizione non lo stacchi tanto facilmente. Io lo avevo allenato su queste caratteristiche: salite brevi e velocità. Non volevo snaturarlo perché aveva la tenacia di tenere in salita. Era ed è esplosivo.

«Anche per questo lo vedo bene in corse come Amstel Gold Race o Freccia Vallone. E’ uno scattista ideale per quegli arrivi brevi e duri. Anche se poi ha dimostrato di andare forte anche a San Sebastian che è più da scalatori».