L’inverno del Canturino, a lezione con la Ratto

30.11.2024
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Li ha riuniti tutti il Canturino. Il nuovo preparatore, Giacomo Conti, ha corso da junior nella squadra lariana e così al momento di avviare la nuova stagione, ha organizzato una serie di incontri. Lunedì sera è toccato alla nutrizionista, poi sarà la volta del medico. L’idea è che i corridori siano informati di tutto ciò che ruota attorno alla vita da atleta.

«E’ il momento in cui si costruisce la stagione – dice Conti, allenatore e biomeccanico – non ci sono ancora gare e gli allenamenti sono blandi. Mettere subito in linea le cose importanti è fondamentale per non dover rincorrere durante l’anno. Proprio l’incontro con la nutrizionista ha fatto capire quanto il ciclismo sia cambiato sotto questo aspetto negli ultimi cinque anni. Proprio lei, che è stata un’atleta di vertice, ha fatto notare ai ragazzi che rispetto a quando si allenava anche due volte al giorno, però mangiando come si faceva prima, oggi che si allena due volte al mese ha perso solo 30 secondi sulla sua salita di riferimento che è il Selvino».

La Ratto in cattedra

La nutrizionista è una di casa per bici.PRO e bici.STYLE: Rossella Ratto. Piemontese trapiantata da sempre a Bergamo, ha 31 anni, è stata terza al mondiale del 2013 dietro Marianne Vos ed Emma Johansson, ha vinto il Giro dell’Emilia del 2014 e in precedenza era stata medaglia d’argento ai mondiali juniores del 2010 a Offida, battuta in volata da Pauline Ferrand-Prevot. L’anno dopo, ancora nella cittadina marchigiana, ha conquistato i campionati europei a crono e su strada. Laureata in Scienza della Nutrizione, ha smesso di correre nel 2021 e da poco più di un anno ha aperto il suo studio e scrive per noi i suoi articoli, essendo passata per tutte le fasi più recenti del ciclismo per quanto riguarda l’alimentazione.

Rossella Ratto, piemontese che vive a Bergamo, ha corso fino al 2021. E’ laureata in Scienza della Nutrizione (foto Joule)
Rossella Ratto, piemontese che vive a Bergamo, ha corso fino al 2021. E’ laureata in Scienza della Nutrizione (foto Joule)
Rossella, si torna al tempo in cui ti facevamo noi le interviste: che esperienza è stata questo incontro con i ragazzi del Canturino?

Avevo già fatto qualcosa del genere con la Bustese Olonia, mi piace lavorare con i ragazzi più giovani e vedo che le richieste in questo senso aumentano. Diciamo che il 70 per cento dei corridori è avanti nei ragionamenti, però ti trovi anche quello che è ancora bello… grezzo, tutto da formare. Ci sono delle belle differenze. Quindi ti trovi quello che mangerebbe male anche nella vita di tutti i giorni e chi invece è attento già alla tipologia dei carboidrati che assume: non solamente alla grammatura, ma anche al tipo di carboidrato.

Ti sembrano ragazzi che si informano leggendo siti e riviste oppure che hanno già lavorato con un nutrizionista?

Principalmente hanno studiato. C’è qualcuno che ha già lavorato con i nutrizionisti e quelli di solito hanno più un approccio… pacifico con la dieta. Invece i ragazzi che hanno studiato, come è tipico nell’adolescenza, tendono ad avere un approccio tra il curioso e l’arrogante. Quindi in questi casi devi essere proprio sicura di guadagnarti la loro stima.

Allora parliamo proprio della serata del Canturino, come si è svolta?

Eravamo in una banca, la BCC Cantù, accanto alla loro sede, dove la società ospita questo tipo di eventi. Io ho fatto subito una presentazione di un’oretta, affrontando i temi dalla base fino a qualcosa di più specifico. Li avevo già incontrati individualmente a inizio novembre, quindi bene o male conoscevo il loro livello di formazione e le difficoltà alimentari. Proprio per questo ad esempio ho inserito una sezione sulle ricette.

Il CC Canturino 1902 è un team lariano che svolge attività per juniores uomini e donne
Le ricette?

Sapendo che hanno difficoltà a inserire certi tipi di verdura, ho preparato un paio di ricette da provare. E poi sapendo che variano poco la dieta, questa è una tendenza di quelli che studiano di più, ho fatto vedere perché invece è importante apportare delle variazioni ai soliti schemi. Quindi per loro c’è stato un approccio più personalizzato, ispirato agli incontri individuali che avevamo già fatto.

Hai presentato le ricette: c’erano solo i ragazzi o c’erano anche le mamme che poi quelle ricette devono prepararle?

C’erano anche le mamme e i papà che si leccavano i baffi. Ma non crediate che quelle ricette le faranno solo le mamme, perché su questo ci sono dei ragazzi veramente sul pezzo.

Quanto è importante in questi incontri che Rossella Ratto metta su tavolo il suo essere stata atleta di vertice?

Tanto, non potrei mai presentarmi solo come nutrizionista e mettere in gioco solo la metà di me. E’ fondamentale ed è ancora più importante per le donne. A differenza del maschile, le donne tendono sempre a mangiare meno. Crescono con tante cose che si sentono dire e con tante di loro devo ricostruire dalle basi. Quindi lì la mia esperienza in questo conta ancora di più. Anche io ci sono passata e adesso che so giustificare certi passaggi e certe esigenze a livello scientifico posso essere ancora più incisiva. Mi sento di riuscire a dare qualcosa in più, insomma.

Fra le ragazze del Canturino Misia Belotti è stata selezionata per la crono ai mondiali di Zurigo (immagine Instagram)
Fra le ragazze del Canturino Misia Belotti è stata selezionata per la crono ai mondiali di Zurigo (immagine Instagram)
C’è stata anche una fase dedicata alle domande?

Lascio sempre spazio per questo alla fine, ma anche durante, se hanno dei dubbi. E infatti sono venute fuori domande su quanti grammi di zucchero si possono mettere nella borraccia. Sull’opportunità o meno di prendere solo rifornimento liquido in gara. Oppure su come gestire il pranzo, perché a scuola non glielo lasciano portare. Cose molto pratiche e legate alla quotidianità. Considerate che l’80 per cento di loro aveva già ricevuto la dieta elaborata dopo la prima visita. Parliamo di juniores e di ragazzi completamente alle prime armi forse ce n’erano il 40 per cento, fra uomini e donne. E sembrava quasi che avessero paura a fare domande, perché sono ben coscienti di essere meno preparati sul tema della nutrizione rispetto ad altri compagni. Questa almeno è stata la mia impressione.

Quanto è durato il tutto?

Un’oretta e mezza, anche perché i ragazzi il giorno dopo andavano a scuola e magari avevano avuto il rientro, perché il lunedì di solito hanno il rientro nel pomeriggio ed è già tanto che siano riusciti a seguirmi. Alcuni sono emiliani, altri di Pavia. Se non sbaglio c’era un ragazzo del cuneese, quindi li ho fatti registrare alla presentazione e l’ho ho condivisa anche online, sia in diretta sia registrata per chi aveva altri impegni. Così riescono a seguirla e ad avere elementi di educazione nutrizionale oltre alla tabella, perché la tabella in sé parla poco e magari se non capiscono cosa c’è sotto, diventa anche una limitazione. Invece il mio approccio è più educativo. Gli spiego che questo è quello che più o meno dovrebbero mangiare per raggiungere intanto l’obiettivo del peso, che per tanti ragazzi può essere anche legato alla crescita muscolare. E poi da quel punto, devono imparare a fare le sostituzioni in autonomia. Diciamo che è stato un incontro per dargli gli strumenti necessari.

Giacomo Conti è il preparatore del CC Canturino in cui ha corso a sua volta da junior
Giacomo Conti è il preparatore del CC Canturino in cui ha corso a sua volta da junior
Ce ne saranno altri oppure da ora in avanti diventerà un rapporto individuale?

Ci sarà sicuramente un altro incontro in studio, poi in base alle esigenze e alle richieste si lavorerà sull’individualità. Ho consegnato loro un questionario da compilare settimanalmente dove faccio delle domande, tra cui anche il monitoraggio del peso, in modo da tenere traccia di quello che sta succedendo. E se qualcosa non mi torna, sono io che li contatto. E poi in base agli appuntamenti che avranno durante stagione e in base alla preparazione che dovranno seguire, sarò io a mandargli gli aggiornamenti della dieta.

L’esperienza di Borghi per i giovani della sua Cantù

06.12.2023
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Ruggero Borghi ha una storia da raccontare che si sposa benissimo con i tempi moderni e con il suo ruolo attuale: quello del preparatore. Borghi è sceso dalla bici 16 anni fa, vive a Cantù, e da 8 anni collabora con il CC Canturino, curando la parte atletica. 

«Mi piace passare parte della mia esperienza ai giovani – ci racconta Borghi – ho iniziato a correre tardi, al secondo anno da allievo. In realtà avevo messo il sedere sulla bici anche da più piccolo, ma c’era di mezzo il pallone e andai su quello. Poi a 16 anni tornai al ciclismo. Ho fatto il dilettante con grandi prestazioni e 12 anni da pro’ che non hanno ripercorso gli stessi risultati. Sono sempre stato appassionato di preparazione atletica, così una volta smesso trovare la mia strada è stato facile». 

Di cosa hanno bisogno ora i ragazzi?

Di un aiuto, perché sono molto intelligenti e preparati, ma devono capire bene come funziona. Mi rendo conto che questi ragazzi guardano tanto alla tecnologia (misuratore di potenza in particolare, ndr). E’ importante saper usare gli strumenti, ma bisogna farlo nel modo corretto. Prima viene il rapporto tra il preparatore e il ragazzo. 

Come si costruisce?

Nel tempo. Il lavoro del preparatore è fare test e dare tabelle di allenamento, ma il rapporto vero lo si crea attraverso i feedback dell’atleta. Quando la stagione non parte bene, loro ti chiedono, fanno domande. Tu devi essere bravo a non fargli perdere la fiducia, ci sono tanti fattori esterni. Tante cose possono fare la differenza…

Una volta terminata la carriera, Borghi è diventato preparatore: otto anni la fa la chiamata del CC Canturino
Una volta terminata la carriera, Borghi è diventato preparatore: otto anni la fa la chiamata del CC Canturino
Quali?

La testa. I ragazzi devono capire che è quella che fa la differenza. Hanno la scuola, una vita da costruire e tanti impegni. Da juniores non è obbligatorio vincere, ma crescere e imparare. Io cerco di farglielo capire. E’ vero che se vinci, è più probabile che trovi squadra, ma c’è un percorso da fare. 

La crescita?

Sì. Vincere da junior serve il giusto. A questa età c’è chi è più sviluppato e chi meno. Non puoi pretendere che tutti spingano il 53×11 (il riferimento è all’uso dei rapporti liberi nella categoria juniores, ndr). E’ da under 23 che costruisci la tua carriera e devi farlo con i tempi giusti

Quali sono i tempi giusti?

La categoria under 23 dura quattro anni. Anche lì c’è tanta fretta di andare e di arrivare. Tutto si è velocizzato molto, ma devi costruire. Io da dilettante andavo fortissimo, ci ho messo anni a trovare il ritmo tra i professionisti. 

A sinistra uno dei primi corridori seguiti da Borghi: lo riconoscete? E’ Andrea Bagioli
A sinistra uno dei primi corridori seguiti da Borghi: lo riconoscete? E’ Andrea Bagioli
La fretta arriva anche dai Devo Team del WT, che spesso fanno solamente due anni di contratto. 

Un esempio è qui al CC Canturino: Mattia Sambinello. Lui andrà all’estero (alla Hagens Berman, ndr) ma io gli ho parlato tanto. Mi sarebbe piaciuto fosse rimasto in Italia a correre. Ma Sambinello ha la sua mentalità e dice che all’estero ha più occasioni. In Italia però c’è tanta cultura del ciclismo e squadre che fanno un’attività adeguata. 

Tante continental non hanno fatto il cambio di passo che ci si sarebbe aspettati…

Vero anche questo, però i team ci sono. La Colpack e il CTF sono un bell’esempio.

Tu hai iniziato a lavorare con gli juniores 8 anni fa, il mondo del ciclismo era tanto diverso. Cos’è cambiato?

Il primo anno che ho lavorato con il CC Canturino c’era qui Andrea Bagioli. Lui è uno che ha fatto un bel percorso, rimanendo sempre in Italia, è passato con la Colpack e poi è andato nel WorldTour. 

Fancellu è un altro dei ragazzi passati dal CC Canturino
Fancellu è un altro dei ragazzi passati dal CC Canturino
Ma 8 anni fa i Devo Team non esistevano, quindi si era abituati a rimanere in Italia. Ora l’estero è più attrattivo.

Entrare in quel mondo ti permette di avere un piede nel professionismo e questo va bene per i corridori che sono pronti, che hanno testa. Bagioli era uno di quelli che era predisposto, anche da junior, a fare il corridore. La sua carriera ne è un esempio. Altri ragazzi non lo erano o lo erano di meno. Mi viene in mente Fancellu, che forse avrebbe fatto meglio a rimanere in Italia e fare un percorso più tradizionale. I talenti li abbiamo…

Di questo siamo certi…

Altrimenti non verrebbero a prenderli dall’estero. Sono davvero tanti i ragazzi che finita la categoria juniores se ne vanno via (ora anche gli juniores possono andare all’estero, ndr). Serve un progetto per farli rimanere qui, per dare loro un’alternativa che possano ritenere valida. 

Simone, professione scalatore: un altro Zanini in Astana

02.01.2023
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Nell’organico del team Astana Qazaqstan Development, oltre a Davide Toneatti, c’è spazio per un altro italiano: Simone Zanini. Il cognome non è nuovo al mondo del ciclismo dato che suo zio Stefano è stato professionista dal 1991 al 2007 ed ora è diesse dell’Astana Qazaqstan Team. Simone Zanini è un classe 2004 e si appresta ad affrontare la sua prima stagione da under 23. Ha tanta voglia di fare, lo si capisce dalla voce, che trasmette una grande energia e tanta vitalità.

Nei due anni da junior Simone (al centro) ha corso con la CC Canturino 1902 (foto Instagram)
Nei due anni da junior Simone (al centro) ha corso con la CC Canturino 1902 (foto Instagram)
Simone, che inverno è?

Strano! Sto facendo tante nuove esperienze, lo definirei anche molto divertente. All’inizio di tutto ero un po’ spaventato: nuovo mondo, nuova categoria, una squadra internazionale… 

Come sta procedendo?

Mi sto allenando bene, per quanto possibile visti gli impegni scolastici. Sono all’ultimo anno dell’Istituto alberghiero a Gallarate. Ho fatto già molte ore in bici rispetto al passato ed ho iniziato a fare anche un po’ di palestra. Lo avevo già fatto, ma ora sto sperimentando un sistema nuovo e direi che mi sono adattato abbastanza velocemente. 

Quando hai iniziato la preparazione?

Il 16 novembre, ormai è un mese e mezzo che si lavora, è stato un periodo di crescita costante e questo mi dà entusiasmo. Tra un paio di settimane andrò in ritiro con la squadra, più precisamente dal 17 al 30 gennaio.

Nel 2022 al suo secondo anno nella categoria ha ottenuto due vittorie (foto Instagram)
Nel 2022 al suo secondo anno nella categoria ha ottenuto due vittorie (foto Instagram)
Sarà la prima volta che incontrerai lo staff ed i nuovi compagni?

L’unica persona che per il momento ho visto è il mio preparatore Mazzoleni. Ho fatto qualche chiamata con il diesse di riferimento che è Orlando Maini. Però sì, incontrerò tutti per la prima volta proprio in ritiro, mi sento abbastanza tranquillo.

Anche avere uno staff italiano aiuta, no?

Assolutamente, la mia preoccupazione più grande era di incontrare staff o diesse stranieri, non tanto per il metodo di lavoro, ma per la lingua. Avrei fatto più fatica ad integrarmi, forse. 

Com’è stato il tuo approdo all’Astana?

Traumatico (dice ridendo, ndr). No dai, traumatico no, però mi han fatto tribolare perché la risposta non arrivava più. Ho avuto paura di perdere il treno per passare in una bella squadra.

Simone Zanini è un corridore molto leggero, un fisico da scalatore ma ancora tutto da formare
Simone Zanini è un corridore molto leggero, un fisico da scalatore ma ancora tutto da formare
Quali altri team ti avevano contattato?

Ho fatto dei test con la Bardiani, ma alla fine mi hanno detto di no. Poi mi hanno contattato la Corratec e la Beltrami. 

Così, anche se all’ultimo, è arrivata l’Astana, contento?

Contentissimo. Quasi tutte le persone che conosco mi hanno consigliato di cercare una squadra estera, internazionale. Mi fa piacere che nel team ci sia una persona come mio zio Stefano, anche se lui con noi c’entra poco visto che non lavorerà direttamente con me. 

Cosa ti entusiasma di più?

Il calendario. Non so ancora di preciso quali corse farò perché ci saranno da considerare anche lo studio e la maturità. Tuttavia il programma mi intriga molto, faremo tutte le gare internazionali sia in Italia che all’estero.

Per Zanini la pazienza è una caratteristica fondamentale: meglio crescere per gradi
Per Zanini la pazienza è una caratteristica fondamentale: meglio crescere per gradi
Raccontaci di te e della tua esperienza da junior.

Arrivo dal team CC Canturino 1902, il primo anno della categoria mi sono concentrato sulla crescita e sul trovare il ritmo. Verso metà stagione sono arrivato ad essere competitivo. Il secondo anno, grazie anche ad una maggiore armonia con i miei compagni, sono riuscito a dare sempre qualcosa in più, arrivando a fare due vittorie

Sei uno a cui stare in gruppo fa bene?

Mi piace andare in bici e stare bene dove corro. Al secondo anno da junior il presidente della squadra, essendo io uno dei più grandi, mi ha chiesto di fare gruppo e “tenere” la squadra. Mi definirei anche curioso, infatti non vedo l’ora di entrare in questo nuovo mondo, di capirlo e di guardare come corrono i ragazzi stranieri. 

Tuo zio Stefano che ruolo ha avuto nella tua crescita sportiva?

E’ una persona che ha una grande esperienza e mi ha sempre dato ottimi consigli. Mi ha sempre aiutato, a partire dai consigli più “sciocchi” fino a qualche aiuto in gara. Spesso veniva a vedermi alle corse, soprattutto quando ero più piccolo.

Zanini Amstel 1996
Lo zio Stefano nei suoi 17 anni di professionismo ha ottenuto 29 vittorie in carriera, oggi è diesse dell’Astana
Zanini Amstel 1996
Lo zio Stefano nei suoi 17 anni di professionismo ha ottenuto 29 vittorie in carriera, oggi è diesse dell’Astana
Ti ricordi un suo consiglio in particolare?

Sì. Quando ero piccolo ed uscivo con lui ed i miei fratelli, mi staccavo spesso in salita e lui mi diceva: «Stai tranquillo ed appena finisce rientri, senza fretta». E’ un consiglio che mi è rimasto dentro e che ho portato anche nella vita di tutti i giorni. Nella vita bisogna cercare di rimanere calmi e di non avere fretta, la pazienza è una grande virtù. 

Cosa ti aspetti da questo tuo primo anno da under 23?

Di crescere e imparare. Punterò molto sul migliorare in salita, ho capito che mi devo specializzare in questo campo, visto anche il mio fisico esile. In pianura faccio tanta fatica, ovviamente dovrò migliorare anche lì. Voglio crescere gradualmente, non ho fretta, le cose bisogna farle bene per maturare.