Valcismon: megastore e nuova immagine corporate

16.12.2021
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Manifattura Valcismon, il gruppo industriale bellunese al quale fanno capo i brand Castelli, Sportful e Karpos, ha recentemente inaugurato a Seren del Grappa (presso il Rondò Santa Lucia) un bellissimo quanto… avveniristico “megastore”. All’evento inaugurale, rigorosamente su invito, hanno partecipato istituzioni, autorità, giornalisti, personaggi del mondo della televisione e dello sport, oltre ad amici veri della famiglia Cremonese.

A tagliare simbolicamente il nastro di questo store multi-brand è stato Giordano Cremonese – il fondatore – mentre a fare gli onori di casa ci hanno pensato i figli Alessio e Alberto. I due sono rispettivamente Amministratore delegato e Presidente del gruppo Manifattura Valcismon. Assieme a Massimiliano Monti, membro sia del CdA quanto di Equinox: il Fondo entrato nel capitale societario dal 2019.

All’inaugurazione era presente anche il fondatore Giordano Cremonese
All’inaugurazione era presente anche il fondatore Giordano Cremonese

Il sogno diventa realtà…

«Finalmente – ha dichiarato Alberto Cremonese, Presidente del Gruppo Manifattura Valcismon – quello che dieci anni fa sembrava un sogno oggi si realizza e diviene realtà. Nata come semplice filanda, e localmente conosciuta come La Sportful, in 75 anni di attività Manifattura Valcismon è divenuta un riferimento globale per quanto riguarda l’abbigliamento tecnico sportivo per il ciclismo.

Oggi siamo presenti in 75 paesi nel mondo, con oltre 250 dipendenti e attraverso sei partecipate. Ci è sembrato doveroso esprimere questo percorso di crescita anche attraverso una nuova immagine corporativa».

«Uno dei driver di questa crescita – ha ribattuto Massimiliano Monti, advisor del Fondo Equinox – è la strategia del gruppo. In cui si inserisce il progetto del nuovo MVC Store. Quest’ultimo rappresenta sia un vero e proprio hub per gli sportivi quanto un luogo ideale per promuovere lo sviluppo sostenibile del territorio feltrino».

Col tempo a Sportful si sono affiancati altri due brand di assoluto valore come Castelli e Karpos
Col tempo a Sportful si sono affiancati altri due brand di assoluto valore come Castelli e Karpos

Un punto d’incontro per gli sportivi

Come anticipato, hanno approfittato di questa importante occasione per salutare la famiglia Cremonese anche alcuni importanti campioni dello sport. Tra cui: Juri Chechi, Gabriella Paruzzi, Silvio Fauner, Antonio Rossi, l’alpinista Marco Confortola, oltre a personaggi della televisione come Red Canzian e Marino Bartoletti.

Il nuovo MVC Store – progettato e realizzato con criteri di sostenibilità ambientale ed energetica – è stato concepito, anche in virtù della sua posizione strategica, per diventare un vero e proprio punto d’incontro interregionale per gli appassionati di sport all’aria aperta: ciclismo, alpinismo, arrampicata e sci di fondo su tutti.

La superficie complessiva del “negozio” è di 1.500 mq (!), sono state previste docce e spogliatoi e addirittura delle colonnine per la ricarica delle e-bike. Il MVC Store è aperto dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 12.30 e dalle 15 fino alle 20. Il sabato e la domenica orario continuato, dalle 9 fino alle 20.

MVCGroup

Castelli, ecco la maglia perfetta per il Giro d’Italia Virtual

08.12.2021
3 min
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Una bellissima collaborazione ha coinvolto due brand italiani di primissimo piano nei rispettivi ambiti: il maglificio Castelli e Technogym, entrambi partner “pesanti” del Giro d’Italia Virtual. Questa partnership ha velocemente generato prima il disegno e poi la realizzazione di una maglia indoor ufficiale del Giro d’Italia.

Per l’indoor cycling

Il Giro d’Italia Virtual è un progetto di indoor cycling sviluppato da RCS Sport in collaborazione con Bkool, brand spagnolo specializzato nella produzione di cycling trainer. La piattaforma permette agli appassionati di ciclismo di vivere tutte le emozioni delle tappe della prossima Corsa Rosa. Questa simulazione è resa possibile grazie ad una piattaforma digitale, sviluppata da Bkool e compatibile con il Technogym Ecosystem. Nella quale la realtà 3D, immagini video e pedalata si fondono per raggiungere per ciascuna frazione la massima esperienza.

Il Giro d’Italia Virtual è sviluppato con la piattaforma Bkool compatibile con il Technogym Ecosystem
Le pedalate si affrontano su piattaforma Bkool

Il progetto Giro d’Italia Virtual è composto da tre fasi ben distinte tra loro. La Grande Partenza Parte 1(dal 15 ottobre al 2 gennaio). La Grande Partenza Parte 2 (che andrà in scena dal 14 gennaio e fino al 3 aprile). Il Grande Arrivo programmato dal 6 al 29 maggio: una fase, quest’ultima, che si svolgerà proprio in contemporanea con il prossimo Giro d’Italia 2022.

Massima traspirabilità

La maglia Castelli Giro d’Italia Virtual è stata ideata e realizzata, in maniera specifica, per gli allenamenti indoor. Il tessuto 3D Mesh con cui la maglia è confezionata permette la massima traspirabilità dell’aria per mantenersi freschi. Mentre il contenuto di poliestere garantisce il massimo assorbimento ed una ottimale dispersione del sudore.

Va rilevato che la stessa “jersey” non è troppo trasparente nel caso in cui la si volesse utilizzare per un allenamento su strada e di gruppo, magari nelle giornate più calde d’estate… Se indossata in casa, è estremamente facile da togliere grazie ad una zip lunga. Sono presenti poi due tasche sul retro, per inserire AirPods/cuffie, oppure il telefono o la fascia tergi sudore. O qualsiasi altro accessorio utile durante l’allenamento. Il colletto basso, e la vita corta, garantiscono entrambi la massima traspirabilità.

Castelli

Ineos cambia pelle: per Ganna e compagni c’è Bioracer

03.12.2021
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Era maggio quando si sparse la voce che il team INEOS Grenadiers non avrebbe più collaborato con Castelli per la realizzazione dei completi da gara. Gli attriti erano diventati probabilmente troppi e le due aziende hanno deciso di separare le loro strade. E mentre il brand italiano è passato alla Deceuninck-Quick Step, lo squadrone britannico è passato al marchio Bioracer, fortissima realtà belga.

Nuova tenuta e bici d’oro per Richard Carapaz (foto Team Ineos)
Nuova tenuta e bici d’oro per Richard Carapaz (foto Team Ineos)

Coerenza stilistica

Per lo squadrone britannico la fine del 2021 e l’inizio del 2022 sono stati dunque forieri di novità in abbondanza. Prima il cambio di sistema frenante, con l’arrivo finalmente delle Dogma F con freni a disco. E ora il kit dell’abbigliamento.

Il nuovo design potrebbe dare la sensazione di non discostarsi troppo dal precedente. I tratti fondamentali sono l’effetto testurizzato sulla linea rossa caratteristica della parte posteriore della maglia, delle nuove strisce di Flag blu e Brigade red sulle spalle e la lavorazione in 3D delle maniche a tutto vantaggio dell’aerodinamica.

Produzione interna

Per il lancio sono stati scelti Filippo Ganna, Tom Pidcock e Richard Carapaz, protagonisti di uno shooting fotografico che fa della ricerca della velocità il suo filo conduttore. Il nuovo kit è stato prodotto internamente, dato che Bioracer, azienda che opera nel settore da 30 anni e dispone di diversi siti produttivi di proprietà in tutto il mondo, dispone di tutta la filiera, che parte dalla selezione e la progettazione dei tessuti e arriva alla galleria del vento.

Ricerca di velocità

Sir Dave Brailsford, direttore generale di INEOS Grenadiers, ha usato parole molto lusinghiere: «Conosco Bioracer da molto tempo e ho sempre ammirato quello che fanno e il modo in cui lo fanno. Ho sempre sperato e creduto che un giorno avremmo lavorato insieme, quindi sono davvero felice che quel giorno sia arrivato. La filosofia alla base del loro lavoro ruota intorno alla velocità  pura e semplice, con gli atleti al centro. Condividiamo un comune senso di avventura, la voglia di innovare e fare le cose in modo diverso, ma soprattutto la passione per la corsa e per le corse. Non vediamo l’ora di scrivere un nuovo capitolo di successo insieme e portare su strada il fantastico kit nel 2022 con il nostro spirito Grenadier».

Squadra laboratorio

Al commento di Brailsford si è unito quello di Danny Segers, CEO di Bioracer. «La nostra crescente ambizione – ha detto – richiede un ruolo più attivo sotto i riflettori. Insieme alla migliore squadra da grandi Giri dell’ultimo decennio continueremo a spingere i confini delle prestazioni ciclistiche sempre più avanti. I corridori INEOS Grenadiers si distinguono nel gruppo internazionale per tutto l’anno, quindi vedremo sicuramente il logo Bioracer sul palco molte volte. Dato che svolgiamo un ruolo di primo piano nella rivoluzione dell’abbigliamento sportivo, tradurremo gli sviluppi ispirati da questa nella produzione dell’abbigliamento da ciclismo per milioni di ciclisti Bioracer in tutto il mondo».

La nuova avventura inizierà ovviamente dal primo gennaio. Per coloro che amano vestire con i colori delle squadre, il nuovo kit è già disponibile all’ordine sul sito della squadra e sul Bioracer Shop. In Italia invece il distributore ufficiale di Bioracer, compresa quindi la collezione Ineos, sarà Aslan Tech (italian@bioracer.com).

Abbigliamento: moda o aerodinamica? Ci risponde Castelli

18.11.2021
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Quante volte capita, guardando foto di corridori di 10-15 anni fa, che sembra sia passato molto più tempo? Da alcuni particolari si può intuire la fine, l’inizio o l’evoluzione di un’era. Quella legata all’abbigliamento salta all’occhio, forse anche più della bici stessa.

Nel corso del tempo, lo sappiamo, sono stati fatti progressi enormi nel vestire il ciclista sia in estate sia in inverno, sia in gara sia in allenamento. Ma ultimamente, a quale frontiera siamo arrivati? Le divise ciclistiche moderne sono frutto della moda (o estetica) al servizio dell’aerodinamica (e quindi performance) o viceversa?

In questi mesi – mentre sceglievamo foto dal nostro archivio – abbiamo notato tante volte quanto nel passare degli anni maglie e pantaloncini estivi abbiano guadagnato sempre più centimetri di lunghezza nelle maniche e nella gambe. Ne abbiamo preso lo spunto per discuterne con Giovanni Lira dell’ufficio marketing di Castelli.

Castelli prevede una “doppia tasca” per l’inserimento del numero (tra i due dorsali si nota l’apertura al centro)
Castelli prevede una “doppia tasca” per l’inserimento del numero (tra i due dorsali si nota l’apertura al centro)
Nell’abbigliamento di oggi, moda ed aerodinamica in che rapporto di percentuale sono?

Direi rispettivamente venti e ottanta percento ma potrei aumentare il quoziente della seconda voce. La nostra azienda ha segnato il cambio di passo nell’aerodinamica e l’estetica attuale è solo una conseguenza.

Fa un certo effetto però vedere pantaloncini che ormai arrivano appena sopra al ginocchio, maniche al gomito e calze a metà gamba…

Sì, è vero ma non è un aspetto mosso dalla moda. L’abbigliamento deve avere il miglior cx (coefficiente di penetrazione nell’aria, ndr). Dietro c’è uno studio continuo nella galleria del vento. Nelle tasche posteriori abbiamo previsto una feritoia per inserire i numeri di gara ed evitare turbolenze.

Quando avete fatto quel cambio di passo?

Nel 2006-07, quando vestivamo la Saunier Duval in cui correva David Millar. Lui fu una figura chiave. Ci diede dei feedback e dei suggerimenti da provare nella galleria del vento. Il primo modello della aero-race jersey è nata in quel periodo. Ora siamo al sesto e stiamo già lavorando al settimo, sul quale non c’è ancora una data di uscita.

Nel 2008 il primo modello di aero-race jersey (qui Piepoli ad Hautacam)
Nel 2008 il primo modello di aero-race jersey (qui Piepoli ad Hautacam)
Come è proseguito lo sviluppo del materiale?

La maggior parte grazie agli atleti e alle squadre. Con loro facciamo dei focus-group, molti dei quali curati da Steve Smith (brand manager di Manifattura Valcismon, ndr), in cui sentiamo i corridori dei giri a tappe e quelli delle classiche. Hanno esigenze diverse. Ci segnalano la posizione delle cuciture, della zip, del fondo gamba o delle tasche. In queste ultime Froome ai tempi della Sky ci fece modificare una maglia in corso d’opera, chiedendoci di evitare il bouncing-effect.

Spiegaci meglio…

Ci fece restringere le tasche, quelle laterali rendendole più lunghe e strette in modo che barrette e gel, ad esempio, non rimbalzassero al loro interno. E che diventassero più comode da prendere, senza prendere troppo tempo e concentrazione.

Stiamo parlando di dettagli al limite…

Sono i famosi marginal gains di cui sentiamo parlare. I corridori vogliono avere la sensazione di comodità totale mentre pedalano. Per favorirla le cuciture di salopette e magliette sono state spostate senza perdere in aerodinamica. Ad esempio è già pronto ad uscire un pantaloncino molto innovativo, lo vedrete.

Dobbiamo prepararci quindi a capi di abbigliamento sempre più estremizzati?

Nel DNA di Castelli c’è sempre voglia di non fermarsi mai. Con la gabba che ci ispirò ormai dieci anni fa Gabriel Rasch (ex prof norvegese ed ora diesse della Ineos, ndr) abbiamo alzato l’asticella e vogliamo proseguire su quella strada.

Castelli supporta l’iniziativa “Ride with Reggie”

06.11.2021
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Pedalare insieme per creare un mondo di possibilità. L’abbinamento tra Castelli e l’ex stella NBA Reggie Miller potrebbe essere sintetizzato così. Un binomio vincente con un grande obiettivo: quello supportare i College e le Università frequentati dalla comunità afroamericana. Sport, comunità, inclusione e visione: sono questi gli ingredienti per creare un vero e proprio cambiamento significativo.

Appuntamento su Zwift

Castelli ha da qualche giorno ufficializzato l’iniziativa “Ride with Reggie”. Finalizzata a supportare i College e le Università storicamente frequentate dalla comunità afroamericana negli Stati Uniti. Miller e il noto brand veneto dell’abbigliamento si sono uniti per creare una sinergia vincente, con l’obiettivo di generare delle possibilità concrete attraverso una raccolta fondi. Un’iniziativa che nasce dalla convinzione che il ciclismo possa dare speranza e possibilità.

L’appuntamento è per una pedalata su Zwift, mentre parallelamente si svolgerà anche una vendita online di maglie e scaldacollo Castelli in edizione limitata. I proventi saranno devoluti alle Università e ai college per supportare il programma di sviluppo del ciclismo.

«Per tutto il corso della mia vita – ha dichiarato Miller – ho superato ostacoli e mi sono messo continuamente alla prova con gli altri. Che fosse giocare a basket nel cortile di casa o calcare il parquet della NBA. Ho cambiato l’area di gioco e sono passato dal campetto da basket alla strada. Adesso indosso un’altra divisa da gioco, ma sempre con lo stesso obiettivo: rendere lo sport che amo più accogliente ed inclusivo».

La bici oltre le barriere

Ma l’intervento di Miler non si ferma qui. «Credo che il ciclismo – dice – possa trascendere dalle limitazioni personali e dalle abilità fisiche. E’ indipendente dal noi e voi, dal lui e lei. Il ciclismo può dare una voce a tutti quelli che si sentono inascoltati e dare loro speranza. Voglio che tutti provino quest’esperienza, queste emozioni e queste opportunità. Abbiamo la possibilità di urlare con forza che vogliamo maggiore diversità nel ciclismo, e credo che collettivamente possiamo portare un cambiamento significativo in questo sport e nella nostra società. Aiutami a confermare che insieme possiamo farcela».

Una causa importante

“Ride with Reggie” si svolgerà oggi, sabato 6 novembre alle 16, sulla piattaforma Zwift e “lungo” un percorso di 49 chilometri. Castelli Cycling, che dal 1876 anima e veste il mondo del ciclismo, ha creato questo progetto per coniugare passione, speranza e inclusività. L’iniziativa mira ad accogliere tutti coloro che desiderano fortemente una possibilità e che vogliono riscoprirsi nel ciclismo. Una vera e propria “scossa” per donare speranza attraverso l’aiuto e la solidarietà di tutti coloro che vogliono contribuire a questo importante cambiamento.

Castelli

Mondiali in arrivo, ecco la maglia azzurra Castelli

16.09.2021
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I mondiali di ciclismo, che come noto si svolgono nelle Fiandre, uno dei territori “sacri” per quanto riguarda la storia e la tradizione di questo sport, sono oramai alle porte. La settimana prossima si comincia con le prove a cronometro, per poi andare a “chiudere” domenica 26 settembre con la grande prova su strada riservata ai professionisti lungo il circuito di Lovanio. L’attesa è fortissima. E per questo grande evento ogni casa è preparata al meglio, anche la maglia che indosseranno i nostri ragazzi.

La presentazione della maglia azzurra per Leuven agli europei di Trento
La presentazione della maglia azzurra per Leuven agli europei di Trento

Presentazione agli Europei di Trento

Castelli, che della Federazione ciclistica italiana è da anni partner per quanto riguarda l’abbigliamento tecnico, ha ufficialmente svelato, ai Campionati Europei di Trento, la nuova maglia delle nostre nazionali che sarà indossata proprio in occasione delle gare iridate in Belgio. A questo apposito “vernissage” sono intervenuti il presidente federale Cordiano Dagnoni, il presidente e amministratore di Suzuki Italia, Massimo Nalli, l’amministratore delegato di Manifattura Valcismon, il gruppo che di Castelli è proprietario, Alessio Cremonese, il Ceo di Enervit, Alberto Sorbini, e l’amministratore delegato di Trentino Marketing, Maurizio Rossini.

Suzuki, Castelli e Enervit sono i tre sponsor che appaiono con il proprio logo sulle divise della nostra nazionale azzurra.

Stile e performance

«Presentiamo una maglia che non solo rappresenta la nazionale – ha dichiarato Cordiano Dagnoni – ma lo stile di questa nuova Federazione: elegante e sobrio. Ringraziamo Castelli per il supporto e per la scelta dei colori. Quella azzurra è una maglia che va sudata e meritata. Vedo nei nostri atleti un senso di appartenenza unico».

«Quella tra Suzuki e la FCI – ha ribattuto Massimo Nalli – è una partnership che è nata in Giappone per poi svilupparsi in Italia grazie al gemellaggio tra il Monte Fuji e lo Zoncolan. Suzuki ha sempre guardato con interesse al mondo dello sport come metafora di vita. In questo ambito c’è davvero tutto: dal fallimento, alla ripartenza, fino a giungere ovviamente al successo. Quest’anno poi il logo Suzuki sulle maglie avrà un adeguamento cromatico per poterlo rendere più armonico col prodotto: abbiamo difatti accettato di far tornare la maglia azzurra del suo colore esprimendo in questo modo la nostra vicinanza ad atleti e pubblico. Noi di Suzuki siamo storicamente vicini al ciclismo, tant’è che il nostro primo prodotto fu proprio una bicicletta con motore».

«Noi viviamo di questo mondo – ha poi chiuso Alessio Cremonese – e con orgoglio vestiamo con Castelli la FCI . Noi rappresentiamo un marchio storico italiano, un brand che ben identifica l’Italian Style in tutto il mondo. Per questa rassegna iridata, in particolare, abbiamo pulito il design della maglia. A mio avviso una delle più belle di sempre… Il prodotto nasce in galleria del vento, per ottimizzare un risparmio di watt e riuscire a mettere le condizioni migliori gli atleti che vogliono gareggiare al top. Una maglia che è già disponibile on line e presso i rivenditori Castelli per far sì che gli appassionati la possano indossare con orgoglio».

Castelli

Il viaggio di Castelli da Rio a Tokyo, fra vento e caldo umido

10.06.2021
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Come nasce la maglia per andare alle Olimpiadi? In un ciclismo in cui i dettagli sono ormai il vero ago della bilancia e vengono disegnati nel vento perché uno svolazzare di tessuto può fare la differenza fra l’oro e il nulla, in cui il caldo umido spinge verso un tessuto piuttosto che un altro, che cosa c’è dietro i body quasi argentati con cui correranno gli italiani a Tokyo?

Una premessa è d’obbligo, i body sono in fase di realizzazione proprio in questi giorni: la maglia presentata ieri a Roma servirà per gli allenamenti ed è stata utile per far vedere la grafica.

Tre anni di studio

«Il cammino è stato lungo – ha spiegato Alessio Cremonese, Amministratore Delegato di Manufattura Valcismon che in apertura è con Viviani e Roberto Amadio – ed è iniziato tre anni fa in collaborazione con il Politecnico di Milano e i necessari passaggi in galleria del vento, alla ricerca della riduzione del materiale e del massimo miglioramento aerodinamico, in una fase in cui l’aerodinamica è diventata cruciale».

Clima decisivo

Si è parlato di scelte tecniche legate al clima caldo umido di Tokyo ed è una costante nel disegnare le maglie olimpiche. Già nel 1992, gli azzurri corsero con una divisa celeste su strada e azzurra in pista. Ad Atlanta e Sydney si tornò a un azzurro venato di bianco e di verde. Ad Atene si scelse il bianco e così pure a Pechino, Londra e anche Rio. Dove non arriva la tecnica, si spinge poi il marketing e tutto sommato l’idea di offrire ogni quattro anni un prodotto innovativo dalla grafica rinnovata tira anche sul mercato.

Alessio, quando si è assodato che farà caldo e sarà umido, come vi siete mossi?

Ci siamo messi al lavoro per individuare nuovi tessuti e reingegnerizzare il prodotto, tenendo conto anche delle diverse esigenze di vestibilità.

Si parte dall’ultimo body e si va avanti?

Ne teniamo conto, ma in cinque anni ci sono stati nuovi studi per cui il body 2021 sarà piuttosto diverso da quello di Rio.

In che misura incide la collaborazione con gli atleti?

E’ molto importante. Gli atleti provano i prodotti: quelli che già sono sponsorizzati da noi e quelli del giro della nazionale. Devono stare comodi e sanno in che modo una cucitura possa essere spostate perché non dia fastidio. 

Nel 2004 per Bettini maglia Sportful e tutta bianca
Nel 2004 per Bettini maglia Sportful e tutta bianca
In che modo si conciliano vestibilità e aerodinamica?

Utilizzando cinque tipi di tessuto e individuando un taglio unico che permette al body di mantenere la pressione e variare la compressione nei punti in cui deve esserci l’aderenza perfetta. Ormai si sta andando verso maniche sempre più lunghe, calze più alte e pantaloncini al ginocchio. Se non ci fossero delle limitazioni da parte dell’Uci, si potrebbe quasi immaginare il body integrale.

Quando costa realizzare un body come questo?

Non poco. Il singolo capo, la realizzazione del prototipo costa intorno ai 1.000 euro. La galleria del vento la paghi a ore, migliaia di euro ogni ora. E quando sei lì provi tanti capi e tanti abbinamenti per trovare quello più efficiente. Infine considerate che per occasioni come le Olimpiadi, ogni atleta avrà il suo capo su misura.

Avevamo scoperto che il giovane Ganna fece da manichino per Ryder Hesjedal: chi fa ora da manichino per Pippo?

Ora fa da sé, perché è molto disponibile ed è stato da noi anche pochi giorni fa. E’ chiaro che ognuno ha le sue esigenze. Il body di Ganna per la crono è diverso da quello dell’inseguimento perché si corre all’aperto con quel caldo umido di cui abbiamo detto. Il body dello stradista per lo stesso motivo non ha troppo a che fare con quello che useranno in pista per le gare di gruppo.

Il tempo di correre a Tokyo e poi le divise saranno in commercio?

Sia per un fatto di regolamenti, dato che possono usare solo prodotti in commercio, sia perché se il risultato è buono, la maglia si vende molto bene. Durante la presentazione si è detto che diventa il simbolo della Nazione e i riscontri non mancano. La maglia della nazionale si vende bene nelle località di vacanza, perché i turisti la portano via come se portassero una bandiera.

Viviani a Roma, la maglia olimpica e quella del 2022

10.06.2021
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Facciamo il punto, ti va? Elia Viviani, primo ciclista portabandiera alle Olimpiadi, è a Roma per la presentazione della maglia con cui correranno a Tokyo le squadre di ciclismo, anche se poi la maglia presentata ieri nel Salone d’Onore del Coni è quella da allenamento, dato che in tutte le specialità si correrà con il body. Nei giorni scorsi e già durante il Giro si è parlato delle condizioni del veronese e tante voci si sono sommate senza che lui abbia detto la sua. Perciò in attesa di correre alla Adriatica Ionica Race e prima di entrare nella fase decisiva della preparazione per Tokyo, eccolo qua. Calmo, lucido, rinfrescato dagli otto giorni passati a Livigno.

Viviani ha portato a Roma un ricordo di Rio per il Presidente del Coni Malagò e il Segretario Generale Mornati (a sinistra)
Viviani ha portato a Roma un ricordo di Rio per Malagò e il Mornati
Un primo bilancio prima di ripartire?

I risultati dicono che il Giro non è andato troppo bene. Però sono tornato a stare bene in bici. Sento di essere me stesso e ho ripreso a lavorare in modo diverso. La Adriatica Ionica Race si farà per mettere ancora ritmo in un mese in cui non ci saranno gli europei.

I compagni che saranno con te dicono che faranno di tutto per farti vincere la prima tappa ad Aviano.

La vittoria alleggerisce tutto. L’assenza degli europei pesa. Il quartetto ha comunque il riferimento del cronometro, ma non sai che tempi fanno gli altri. Sarà così per tutti, perché tranne qualche gara classe 1 come Fiorenzuola (30 giugno-5 luglio) e San Pietroburgo (8-11 luglio), non ci sarà attività. Correre sarebbe servito per chi fa la madison per affinare l’intesa. In allenamento lavori sulla tecnica, ma non riuscirai mai a simulare l’imprevisto della gara.

Pensi di poter rientrare in ballo per il quartetto?

Penso ad allenarmi e dare il meglio di me. La selezione del quartetto è facile: se fai il tempo, sei dentro. Ma dovremo essere tutti in grado di dare un contributo per fare in due giorni tre quartetti da 3’48”. Credo che Villa farà le sue scelte nelle ultime prove.

La selezione si farà nei giorni in cui si sarebbero corsi gli europei?

Esatto. E bisognerà arrivarci bene. L’europeo sarebbe stato di passaggio, ci avrebbe aiutato a definire i ruoli. Manca un mese e mezzo alle Olimpiadi, non si dovrà essere al massimo a fine giugno.

Quindi sarebbe stato auspicabile correre gli europei con le scelte di Tokyo già fatte?

Magari non definitivamente, perché la selezione si sarebbe svolta su campo. La gara sarebbe servita per dare gli ultimi segnali, non per cercare la prestazione. Dobbiamo comunque andare con garanzie. Sappiamo benissimo che ci sono delle pedine fisse e altre che devono guadagnarsi il posto. I ragazzi lo sanno, la tensione a Livigno si sentiva.

Ecco la maglia della nazionale per Tokyo anche se gli atleti correranno con il body
Ecco la maglia della nazionale per Tokyo anche se gli atleti correranno con il body
Quando hai fatto l’ultimo quartetto di alto livello?

Di fatto dagli europei di Glasgow nel 2018, che vincemmo. Ora spingono due denti in più, ma già allora tecnicamente ci si era spostati in questa direzione.

Il Giro tornerà utile in vista di Tokyo?

E’ stato un bel blocco di lavoro, svolto nei tempi giusti. Ora si può aggiungere la qualità tramite i lavori specifici.

Si è letto che lascerai il tuo treno e andrai a correre alla Eolo-Kometa?

Non c’è niente di definito e il problema è che non mi piace fallire, come è stato finora. Io so di essere ancora il Viviani di due anni fa e non voglio voltare le spalle al mio gruppo. Ogni risultato aiuterà a cambiare le cose, per cui a Lombardi (il suo procuratore, ndr) ho chiesto di lasciarmi tranquillo fino a dopo Tokyo. Ma fra le opzioni, tengo ancora bene in vista la Cofidis. Mi piacerebbe continuare con Consonni, Sabatini e mio fratello Attilio. Solo non è questo il momento di pensarci. Abbiamo appena visto la maglia delle Olimpiadi…

A Roma, anche la Pinarello per le prove di gruppo, nel colore per Tokyo, legato alla maglia
A Roma, anche la Pinarello per le prove di gruppo, nel colore per Tokyo, legato alla maglia
Che effetto fa?

E’ sempre un momento particolare. Viene voglia di onorarla, è l’inizio ufficiale dell’avventura. Dobbiamo arrivare a Tokyo, guardarci indietro e dirci di aver fatto tutto il possibile. I due giorni di Rio in cui ho vinto l’oro sono stati i più facili della mia carriera. Proprio per tutto quello che avevo fatto prima.

Castelli

Castelli Premio Black, ideale per le lunghe distanze

30.05.2021
4 min
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Un pezzo unico, materiale ridotto al massimo, peso minimo: i nuovi pantaloncini Castelli Premio Black Bib Short non conoscono compromessi.

Le belle giornate d’estate, le vacanze da fare in montagna, le gare, le granfondo più blasonate in vista: è ora di attrezzarsi per bene anche sul fronte del vestiario.

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Castelli Premio, aderente, sottile e senza silicone di tenuta nella parte interna della coscia
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Castelli Premio, aderente, sottile e senza silicone di tenuta nella parte interna della coscia

Leggerezza in primis

Il Premio Black punta quindi molto sulla leggerezza. Il materiale tende a “plasmarsi sulla pelle” ed è molto sottile tanto da sembrare una seconda pelle. Al tatto sembrano “di carta”, ma in realtà non è così c’è una tecnologia ben più complessa.

Tuttavia il Premio Black non è il pantaloncino più leggero della gamma Castelli, quel primato spetta al Superleggero (in questi giorni sulle gambe di Egan Bernal, la maglia rosa del Giro d’Italia). Ma questo fa sì che si adatti a tutti i climi, da quelli più caldi a quelli più rigidi, mentre il Superleggero va bene soprattutto per le temperature più alte.

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Il Premio Black da dietro, la parte della schiena è traforata
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Il Premio Black da dietro, la parte della schiena è traforata

Bretelle ultracomode

Le bretelle sono in tessuto intrecciato molto sottile. Questo riduce il materiale pur assicurando una tenuta stabile dell’intera “salopette”. Le stesse bretelle infatti, sono piuttosto larghe, 4,5 centimetri (metro alla mano) e questo fa sì che non ci sia mai una pressione fastidiosa sulle spalle e neanche sulla schiena.

La parte posteriore delle bretelle scorre lungo la colonna vertebrale con un materiale elastico forato che favorisce la respirazione. Nella parte anteriore invece le bretelle scendono molto in basso, ben sotto l’ombelico, e vanno ad innestarsi sulla vita del pantaloncino con l’unica cucitura presente su tutta la salopette.

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C’è anche una versione femminile senza bretelle
Castelli
C’è anche una versione femminile senza bretelle

Compressione variabile

E poi c’è la parte del pantalone vero e proprio, quella delle cosce. Il materiale come dicevamo è sottilissimo. La struttura del materiale e la disposizione del tessuto varia molto. Sui fianchi c’è una maggiore compressione e questo, dicono in Castelli, migliora la stabilità del pantaloncino stesso.

Si tratta di un pantalone concepito per le lunghe distanze e il comfort deve essere centrale. Anche per questo motivo le cuciture sono state ridotte al minimo. In più grazie alla “densità” differente della Lycra utilizzata non si ha l’esigenza di avere del silicone all’interno per “fissare” la salopette sul quadricipite.

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Il fondello Progetto X² Air Seamless
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Il fondello Progetto X² Air Seamless

Fondello nuovo

Dicevamo comfort e lunghe distanze: in tal senso un ruolo centrale lo recita il fondello. Chi va in bici sa che questa è un elemento cruciale. Il Castelli Premio Black propone il Progetto X² Air Seamless. Si tratta di un fondello costituito da due componenti principali, ma pensate per lavorare insieme, ognuna ha una schiuma con una determinata densità. Quella superiore (Skin Care Layer) che va a contatto con la pelle è morbida ed elastica, quella inferiore (Cushioning Layer) invece tende ad assumere la forma della sella.

Ricordiamo infine che il Castelli Premio Black è disponibile sia per uomini che per donne. Stessa tecnologia ma misure (e conformazioni) differenti. La salopette da uomo per esempio ha la parte delle gambe leggermente più lunga, mentre le bretelle del modello da donna sono un po’ più larghe per consentire una maggiore tenuta e fasciatura nella zona del seno.

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