Tao Geoghegan Hart, Ineos-Grenadiers, Milano, Giro d'Italia 2020

Castelli e Ineos, matrimonio top di gamma

03.12.2020
6 min
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La prima volta che Filippo Ganna ha indossato un body Castelli, gli chiesero di fare il manichino per Ryder Hesjedal. L’anno prima, il canadese aveva vinto il Giro e la prassi dell’azienda veneta, non volendo scomodare il campione, era ed è ancora cercare atleti dalla conformazione simile cui far testare i capi a lui destinati. Ganna ai tempi era campione italiano juniores della crono, era alto lo stesso e teneva giù la schiena allo stesso modo. Come compenso per quel compito, dato che parve molto interessato al lavoro, lo portarono in galleria del vento e per la prima volta qualcuno mise a punto la sua posizione per la crono. Mai compenso fu scelto meglio…

Chris Froome, Vuelta Espana 2020
Per Froome, capi confezionati su misura
Chris Froome, Vuelta Espana 2020
Chris Froome, Vuelta Espana 2020

Un americano a Fonzaso

Steve Smith ride ancora al ricordo. Americano dell’Oregon, 54 anni, è il Brand Manager di Castelli. E’ arrivato in questo angolo di Veneto che respira già le Dolomiti nel 2000, dopo 10 anni alla Nike, occupandosi di Sportful. Da 15 anni è in Castelli ed è la figura perfetta per raccontare in che modo l’azienda collabori con il team Ineos-Grenadiers. Nel quale, sette anni dopo, quel ragazzino alto e magro che somigliava a Hesjedal ha conquistato il mondiale della crono e un vagone di altri successi.

«C’è tanto da dire e da lavorare – debutta – più che per le aziende che fanno le bici e se la cavano con le solite cose. A dire il vero però le richieste della squadra sono abbastanza poche, siamo noi a stressarli con le novità e nuove soluzioni. Funziona che ogni anno il giovedì prima della Sanremo, poi prima e dopo del Fiandre, facciamo dei focus group. Quattro o sei atleti per volta, che tanto sono già divisi tra chi fa il Giro, il Tour, le classiche, quelli che vivono a Nizza e gli altri. Sentiamo i loro commenti e discutiamo dei nuovi prodotti».

Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Laghi di Cancano, Giro d'Italia 2020
Tao Geoghegan Hart al Giro con l’intimo intermedio, una rete misto lana
Tao Geoghegan Hart, Jay Hindley, Laghi di Cancano, Giro d'Italia 2020
Geoghegan Hart al Giro con l’intimo intermedio
C’è scambio con gli atleti?

E’ continuo e informale. Ci mandano whatsapp per dare suggerimenti o se qualcosa non va. Per lo sviluppo del prodotto serve tutto.

A proposito di sviluppo, cosa resta di quel body con il tessuto come palline da golf che fu vietato perché secondo l’Uci concedeva troppi vantaggi?

Ci era costato un anno di studi da parte degli aerodinamici e poi centinaia di prove su come cucire il tessuto. Ero fuori dalla porta dove la squadra litigava con l’Uci e i francesi. Sono d’accordo sul fatto che vengano rintracciati gli stratagemmi che concedono vantaggi irregolari, ma non era quello il caso. Ed è apprezzabile che l’Uci abbia cambiato il regolamento, anche se nessuno lo legge mai. Hanno cambiato lo spirito di quell’articolo, togliendo la clausola che vietava l’innovazione, purché si rimanga nelle regole. Giusti i paletti, giusta l’innovazione. La regola che la vietava era troppo vecchia.

Cosa si impara lavorando con un gigante come Ganna?

Che più sono grossi e meno impatto hanno. Nel senso che producono un buco enorme con le spalle e spingendo 550 watt riescono ad avanzare alla grande. E’ un piacere lavorare con Filippo. E’ sempre alla ricerca del miglioramento e quando ha un’idea, la condivide. E’ esigente, ma con una gentilezza quasi imbarazzante. In questo è tale e quale a Viviani, sono ragazzi buoni. Capiscono che domandare da arroganti non porta risultati.

Strada e pista sono due mondi diversi?

Abbastanza, se non altro perché in pista vanno fissi a 60-64 all’ora, mentre in una crono su strada ci sono più variazioni, quindi il body deve avere anche una vestibilità migliore.

Salvatore Puccio ci ha raccontato che siete capaci anche di correzioni rapidissime dei tagli.

Diciamo che gli aggiustamenti dipendono dal corridore che hai davanti. I grandi campioni hanno lavorazioni su misura, mentre magari al neoprofessionista senza risultati chiediamo di accontentarsi. A parte le battute, il singolo body su misura costa tante ore e tanti euro di lavoro. I prodotti che usa la squadra sono quasi tutti in produzione tranne i body da crono. Ma da prossimo anno avremo in catalogo un body da strada che sarà pure acquistabile.

Castelli Cycling, disegno modelli (foto Mauro Ujetto)
Il disegno dei capi studiati in galleria del vento (foto Mauro Ujetto)
Castelli Cycling, disegno modelli (foto Mauro Ujetto)
Il disegno passa per la galleria del vento (foto Mauro Ujetto)
La grafica dei capi è produzione interna Castelli?

I primi anni con Sky facevamo tutto noi. Con Ineos invece c’è un creativo che fa da assistente e consulente su tutto per Jim Ratcliffe. Dalla casa allo yacht, fino ai suoi sette aerei privati. Ci è stato mandato un disegno, ma qualche dettaglio lo abbiamo sistemato. Per quanto bravo, uno che si occupa di arredo di aerei non può sapere cosa serve a un corridore.

In che modo i corridori scelgono i capi che useranno?

Nella squadra c’è una persona che coordina le dotazioni. Poi c’è quello che usa il body e non la maglia e viceversa. O quello che preferisce un intimo rispetto a un altro, fra i modelli in dotazione. Il 90 per cento di quello che forniamo è standard e concepito per uso professionistico. Ma siccome i corridori di Ineos sono quasi tutti magrissimi e alti, abbiamo dovuto inventarci la taglia S-Long che allunga il pantaloncino di 3 centimetri.

Quali campioni vestono su misura?

Abbiamo eliminato tanti capi custom, ma uno che doveva per forza essere su misura è Froome. Ha le spalle strette da taglia S, una capacità polmonare fuori dal comune da L, le braccia come grissini, il bacino largo e la coscia da L rispetto agi standard dei professionisti. A uno fatto così, se gli dai una misura standard, rischi di vedere tanto tessuto che sventola. E poi c’è il problema del peso…

Addirittura?

Quando prendiamo le misure, sappiamo che hanno un paio di chili di troppo e ne teniamo conto. Mi pare che dopo l’ultimo Tour vinto, dal quale era uscito provato, rivedemmo Froome a ottobre e aveva messo su 8 chili. Ma è vero che i carichi di allenamento che gli abbiamo visto sopportare, li fanno in pochi.

Come si vestono d’inverno: gambali o calzamaglia?

Devo dire che rispetto a una volta si stanno spostando verso la calzamaglia. Fino a 10-15 gradi usano i gambali, ma devo dire che l’inverno è una bella gatta da pelare. Una volta, 10-15 anni fa, facevamo giacche pesanti, con cui però restavano bagnati dentro. Poi si è cominciato a ragionare di usare giacche meno spesse e più aderenti. Capi come la Gabba e simili, così il tessuto è più a contatto con la pelle e non passa aria che possa far gelare il sudore addosso.

Chris Froome, galleria del vento
E alla fine, dopo l’uso di vari modelli, il test con gli atleti
Chris Froome, galleria del vento
Il test con gli atleti per completare il discorso
Ma si può fare solo se l’intimo è di qualità…

Stavo per dirlo. Abbiamo un modello felpato per l’inverno. Uno leggero per l’estate. E un intermedio, una rete misto lana, che Geoghegan Hart ha usato sullo Stelvio. Tiene tanto caldo senza scaldare. E quando è arrivato sullo Stelvio, gli è bastato chiudere la maglia e buttarsi giù.

Con così grandi investimenti sull’abbigliamento, come avete vissuto lo sciopero di Morbegno causato dalla pioggia?

Bene, perché i nostri volevano partire. Capisco che volessero risparmiarsi quella tappa, ma i nostri capi sono collaudati qui a Fonzaso, dove piove sempre. Li proviamo noi. Io per primo una volta sono andato a fare un giro ad Arabba con 4 gradi e pioggia battente. La sola differenza è che loro avrebbero fatto lo stesso giro spingendo 300 watt per ore. Io invece piano piano…

Come farete a consegnare il materiale quest’anno che non vanno più in ritiro?

Siamo fortunati, perché Ineos non cambia colori, visto che hanno rifatto tutto alla vigilia del Tour. Comunque le forniture sono già partite. E magari in questo momento, mentre noi stiamo parlando, un corriere sta suonando alla loro porta…