La giacca Castelli Alpha 150 è un super capo tecnico dedicato all’inverno, a quello vero e freddo dove il vento è il primo nemico da sconfiggere. C’è anche un altro fattore da considerare, quello legato al training che ormai non conosce epoca e stagione.
Abbiamo provato questo indumento, tanto protettivo quanto comodo da indossare e gratificante alla vista. Alpha 150 ha un costo importante, ma in termini di resa, tecnologia del tessuto e utilizzo ripaga tantissimo (anche in termini di salute). Ecco le nostre considerazioni.
Quando il gelo arriva, la giacca Alpha 150 è una garanziaQuando il gelo arriva, la giacca Alpha 150 è una garanzia
La giacca Castelli Alpha 150
Nel catalogo Castelli era già presente una giacca tecnica di questa categoria, per lo meno simile per concetto, soluzioni tecniche e design. La nuova Alpha 150 mutua solo in parte quello che in precedenza avevamo ritrovato nella precedente Alpha Jacket, migliorando ulteriormente i diversi step della resa. La nuova giacca porta in dote la membrana Polartec AirCore che caratterizza tutta la pannellatura esterna. Internamente invece c’è una sorta di gilet in Polartec Alpha, un vero e proprio strumento applicato per generare e garantire calore al busto.
C’è molto altro. Okay l’abbinamento di tessuti e membrane di ultima generazione, con tecnologie che segnano il passo. E’ chiaro il leitmotiv che è anche il cardine di questa giacca, isolamento e protezione, ma la differenza è fatta anche dal taglio e dall’ergonomia del capo: DNA Castelli. Alpha 150 è tanto sostanziosa al tatto e tra le mani, quanto impercettibile, aderente e morbida una volta indossata. Il comfort del percepito passa in cima alla lista nell’ipotetica scala dei valori.
AirCore, uno scudo contro l’aria, Alpha per il gilet interno, bello caldoCome è fatto il gilet interno in AlphaCollo alto, sempre utile per proteggere la golaInterno del collo, morbido e sagomatoPolsino doppio, ci piaceElastico girovita differenziato tra davanti e dietroQuarta tasca laterale con la zip, una sorta di presa d’aria, utile a far uscire il calore in eccessoAirCore, uno scudo contro l’aria, Alpha per il gilet interno, bello caldoCome è fatto il gilet interno in AlphaCollo alto, sempre utile per proteggere la golaInterno del collo, morbido e sagomatoPolsino doppio, ci piaceElastico girovita differenziato tra davanti e dietroQuarta tasca laterale con la zip, una sorta di presa d’aria, utile a far uscire il calore in eccesso
Capo specifico per il grande freddo
Alpha 150 di Castelli non è un compromesso. Non è una via di mezzo anche se è da sottolineare una certa versatilità contestualizzata alla qualità di gestione della termoregolazione. Questa giacca è dedicata alle giornate nelle quali il freddo morde ed è cattivo, alle uscite ed allenamenti eseguiti con clima gelido e quando il vento di tramontana è un muro altrettanto freddo.
Lo strato esterno, la giacca vera e propria è uno scudo e una barriera che non permette alle parti sottostanti di raffreddarsi. Il “gilet interno” (cucito in modo indissolubile al giubbino) scalda, regola ed aiuta la gestione dell’umidità, non blocca al tempo stesso la circolazione dell’aria.
Tasche capientiIn salita si può agire sulla zip dello strato esternoAnche con il sole, ma occhio alle temperature che si alzanoTasche capientiIn salita si può agire sulla zip dello strato esternoAnche con il sole, ma occhio alle temperature che si alzano
In conclusione
Castelli Alpha 150 è un valido supporto quando è necessario uscire per allenarsi con il freddo e pedalare ben oltre le 3 ore, affrontando anche del dislivello (positivo e negativo). Alpha 150 è davvero ben fatta e ben strutturata in tutte le sue parti e anche nel corso delle discese con temperature basse, non necessita di uno strato aggiuntivo a contrastare l’aria. La membrana AirCore protegge, isola e non si raffredda. Quando si sale in spinta bisogna imparare a gestire una giacca di questo tipo, evitando di eccedere nell’accumulo di calore.
E’ una giacca tanto utile a chi effettua allenamenti specifici anche in inverno, quanto a chi pedala con il freddo per puro diletto. Quando le temperature sono prossime agli zero gradi trova la giusta combinazione con la calzamaglia super protettiva Polare. Se contestualizzata alla categoria degli agonisti, la giusta interfaccia è una calzamaglia “classica” (ad esempio Espresso), certamente calda, ma non eccessivamente isolante.
La gamma di prodotti firmati Castelli e realizzati con la tecnologia Polartec AirCore si allarga ulteriormente, arrivano i guanti Espresso 2 e dei nuovi copriscarpe. Una serie di capi che offrono calore, traspirabilità e un comfort elevato per affrontare al meglio l’inverno e le sue insidie. Pedalare e uscire quando le temperature si abbassano richiede una serie di accorgimenti tecnici importanti, con lo scopo di mantenere elevata la qualità dell’allenamento (in apertura foto Chiara Redaschi).
Grazie alla cerniera è possibile mettere e togliere agilmente i guanti durante la pedalata o le soste (foto Chiara Redaschi)Nella parte interna sono presenti inserti touchscreen sulle punte delle dita che aggiungono un’ulteriore dimensione praticaGrazie alla cerniera è possibile mettere e togliere agilmente i guanti durante la pedalata o le soste (foto Chiara Redaschi)Nella parte interna sono presenti inserti touchscreen sulle punte delle dita che aggiungono un’ulteriore dimensione pratica
Guanti Espresso 2
La novità nei nuovi guanti Espresso 2 risiede dell’applicazione del tessuto Polartec AirCore nella parte del dorso della mano. Una scelta, quella adottata dai tecnici di Castelli, che vuole garantire protezione dal vento e dal freddo senza rinunciare alla traspirabilità. La parte esterna della mano, infatti, risulta quella maggiormente esposta al vento e al freddo durante l’allenamento. L’applicazione della tecnologia Polartec AirCore eviterà di avere le mani ghiacciate e poco reattive, ma eviterà allo stesso modo accumuli di calore.
Anche il design è stato curato nei minimi dettagli, con l’aggiunta di una cerniera che arriva fino alla base del pollice. Così l’utente avrà modo di indossare in maniera facile e veloce i guanti, anche durante la pedalata.
I guanti Espresso 2 abbinano al loro interno l’isolamento PrimaLoft, inoltre sono stati inseriti degli inserti riflettenti sul dorso per aumentare la visibilità del ciclista. Sul palmo, invece, è stata applicata una stampa in silicone per aumentare la presa sul manubrio.
Prezzo: 99,95 euro.
Castelli, copriscarpe Espresso 2 si adattano a un range di temperatura che va dai -2 ai 10 gradi centigradi (foto Chiara Redaschi)Nella parte inferiore ecco il velcro che aiuta il ciclista a infilare e sfilare i copriscarpeCastelli, copriscarpe Espresso 2 si adattano a un range di temperatura che va dai -2 ai 10 gradi centigradi (foto Chiara Redaschi)Nella parte inferiore ecco il velcro che aiuta il ciclista a infilare e sfilare i copriscarpe
Copriscarpe in Polartec AirCore
La gamma invernale di accessori Castelli si completa con i copriscarpe Espresso 2, anch’essi sfruttano le proprietà del tessuto Polartec AirCore. Un capo che risulta così idrorepellente, antivento ed elastico, capace di garantire sempre il massimo comfort. Inoltre in Castelli hanno posizionato una protezione con cerniera nella parte posteriore.
E’ stato inserito anche un cinturino in velcro sotto il piede che consente una calzata facile e veloce sia sulle scarpe da strada che su quelle da gravel. Nella parte superiore è stato aggiunto un elastico in silicone così da evitare all’aria fredda e all’acqua di entrare nella scarpa.
Castelli presenta sette maglie dedicate al Giro. Capi in lana in stile anni 80, oppure più moderne e pronte per correre. Una sintesi di storia ed eleganza
Castelli nel 2026 festeggerà i suoi 150 anni, un traguardo importante che coincide con una novità dal punto di vista dell’abbigliamento tecnico: la giacca Alpha 150. Un capo rivoluzionario che utilizza la tecnologia del tessuto Polartec AirCore combinata a una capacità di isolamento davvero all’avanguardia (in apertura foto Chiara Redaschi).
Il processo di studio, progettazione e miglioramento è stato lungo e impegnativo. Da quando Castelli ha lanciato il primo modello della giacca Alpha l’obiettivo è sempre stato quello di offrire agli utenti il miglior prodotto possibile. Un capo d’abbigliamento invernale deve permettere al ciclista di pedalare in tutte le situazioni e condizioni climatiche.
La giacca Alpha prevede l’utilizzo di una zip facile da aprire in ogni momentoLa giacca Alpha prevede l’utilizzo di una zip facile da aprire in ogni momento
12 anni dopo
La nuova giacca Alpha 150 è il risultato definitivo di un processo che è iniziato nel 2014, il risultato finale è un capo ideale per le uscite su strada in ogni condizione: dalle giornate fredde e asciutte a quelle piovose.
Questa polivalenza è stata resa possibile grazie all’utilizzo della tecnologia del tessuto Polartec AirCore di Castelli, il tutto abbinato a uno strato isolante separato: il Polartec Alpha. Questa giacca trova il suo utilizzo in un range di temperatura che va dai -2 ai 10 gradi centigradi, a testimonianza dell’ampio utilizzo che si può fare.
Il colletto alto protegge il ciclista dal freddo e dal vento (foto Chiara Redaschi)Il colletto alto protegge il ciclista dal freddo e dal vento (foto Chiara Redaschi)
Doppio tessuto
L’utilizzo combinato di due tessuti dalle ottime qualità tecniche, come il Polartec AirCore e il Polartec Alpha, rende la giacca Alpha 150 un capo davvero utile per ogni ciclista. Il tessuto Polartec AirCore lo abbiamo visto già nella giacca Perfetto RoS 3, si tratta di un filato in poliestere che crea una membrana estremamente fitta capace di isolare il corpo del ciclista da ogni agente atmosferico. Allo stesso modo la traspirabilità è massima, per evitare accumuli di calore.
Castelli ha deciso così di unire al tessuto Polartec AirCore anche l’Alpha. Stiamo parlando di un tessuto altamente traspirante e dall’asciugatura rapida, capace di adattarsi alle condizioni mutevoli regolando in maniera estremamente efficace il calore e l’umidità. Questo tessuto altrettanto ingegnoso, con le sue fibre rialzate, l’anima in rete e le qualità idrofobiche, trattiene il calore quando serve e lo rilascia quando non serve.
Castelli ha realizzato anche una versione femminile della giacca Alpha (foto Chiara Redaschi)Castelli ha realizzato anche una versione femminile della giacca Alpha (foto Chiara Redaschi)
Caratteristiche tecniche
La giacca Alpha 150 è dotata di una doppia apertura frontale, caratteristica che consente di avere la doppia ventilazione indipendente degli strati AirCore e Alpha. Al fine di garantire una migliore protezione al ciclista da vento, freddo e pioggia Castelli ha scelto di dotare la giacca di un colletto alto, polsini doppi e cerniere coperte. Nella parte inferiore delle tre tasche posteriori è stato inserito un bordo riflettente, con lo scopo di rendere il ciclista maggiormente visibile in ogni situazione.
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Castelli continua a proporre novità ed ora è il turno della nuova giacca Do.Di.Ci. Un capo d’abbigliamento tecnico anche questo votato ad offrire la migliore traspirabilità, lo fa grazie alla nuova tecnologia Ristretto che alza il livello per un flusso d’aria ottimizzato. La giacca Do.Di.Ci è il prodotto ideale per le uscite ad alta intensità quando il ciclista si spinge costantemente oltre i propri limiti stressando anche i capi d’abbigliamento. L’utente quindi non dovrà scendere a compromessi per quanto riguarda il comfort in situazioni fresche e asciutto.
Il tessuto Ristretto garantisce un ricambio d’aria costante all’interno evitando che il sudore si accumuliLa giacca Do.Di.Ci. può essere utilizzata con temperature comprese tra gli 8 e 15 gradi centigradiIl tessuto Ristretto garantisce un ricambio d’aria costante all’interno evitando che il sudore si accumuliLa giacca Do.Di.Ci. può essere utilizzata con temperature comprese tra gli 8 e 15 gradi centigradi
Giacca o maglia?
Il concetto che da sempre ha diviso, a livello tecnico nel ciclismo, la maglia e la giacca ora diventa sempre più sottile. Do.Di.Ci. è studiata e progettata per essere utilizzata quando le temperature oscillano tra gli 8 e i 15 gradi centigradi. La tecnologia Ristretto protegge il busto dal vento e dal freddo fornendo uno scudo efficace ma allo stesso tempo capace di far evaporare il sudore, 12 volte più efficacemente rispetto alla giacca Gabba.
Castelli ha collaborato a stretto contatto con ITTTAI per sviluppare la tecnologia Ristretto, per farlo hanno unito l’esperienza di ITTTAI per creare un nuovo tessuto (il Ristretto) senza contaminazioni PFAS.
«Non c’è mai stato un prodotto come la giacca Do.Di.Ci», ha detto Steve Smith, Global Brand Manager di Castelli. «Non solo gioie, in questo percorso c’è stata anche qualche sconfitta che ha bruciato, come quella del Giro, svanito in pochi attimi sul Finestre consideriamo l’erede spirituale della Gabba per il modo in cui molte persone hanno usato questo prodotto. La Gabba originale è stata creata per i ciclisti professionisti che gareggiano sotto la pioggia, ma visto il suo fenomenale successo, vediamo che molti ciclisti la usano in condizioni per cui non era stata progettata: fresco e asciutto. Abbiamo così progettato e realizzato la Do.Di.Ci. che eccelle in tali condizioni».
La giacca Do.Di.Ci. è disponibile in due versioni: a maniche lungheE anche a maniche corte, a testimoniare il passaggio di testimone con la Gabba RLa giacca Do.Di.Ci. è disponibile in due versioni: a maniche lungheE anche a maniche corte, a testimoniare il passaggio di testimone con la Gabba R
Antivento e traspirante
Ristretto è un nome capace di far risaltare fin da subito le sue qualità. Infatti la sua capacità di limitare la quantità d’aria permette di avere un prodotto che svolge le funzioni di un antivento ma con la capacità di garantire una perfetta traspirabilità. Si eviteranno così accumuli di calore all’interno della giacca Do.Di.Ci.
I numeri parlano chiaro, perché la permeabilità all’aria di questo nuovo prodotto firmato Castelli arriva a tre piedi cubi al minuto. Nonostante questo risulta una delle giacché più traspiranti della collezione autunno/inverno 2025 di Castelli.
Disponibile in versione da uomo e da donna, con un’opzione a maniche corte per l’uomo, il tessuto Ristretto della Do.Di.Ci. è estremamente elastico con una vestibilità aderente al corpo che non risulta costrittiva.
La giacca Do.Di.Ci. utilizza la cerniera YKK Vislon, che permette uno scorrimento agevole in ogni situazione. Le tasche posteriori, dal taglio classico permettono di trasportare diversi oggetti, anche pesanti. Per una maggiore sicurezza sono stati inseriti dei bordi riflettenti nella parte inferiore della tasca per una maggiore visibilità.
Prezzo consigliato: 229,95 euro per la versione a maniche lunghe e 199,95 euro per quella a maniche corte.
GIRONA – Il concetto alla base della nuova giacca Perfetto RoS 3 di Castelli è traspirabilità, con l’obiettivo di garantire al ciclista una termoregolazione perfettamente bilanciata. Non si è trattato di un lavoro semplice anche perché Castelli, in strettissima collaborazione con Polartec, ha voluto offrire un ampio raggio di utilizzo. Infatti la Perfetto RoS 3 ha un range di temperatura consigliata per l’utilizzo che va dai 4 ai 14 gradi centigradi. Se si considerano questi primi numeri è facile capire come il lavoro alle spalle sia stato improntato a questo.
Abbiamo avuto modo di vedere e capire, in anteprima, la nuova giacca Perfetto RoS 3 a Girona nel mese di febbraio nel corso di una experience organizzata da Castelli con una rappresentanza molto selezionata di media specializzati.
Il tessuto interno della giacca Polartec permette di avere una regolazione perfetta della temperatura corporeaSul fianco sono presenti due zip da aprire per aumentare il ricircolo d’aria internoIl tessuto interno della giacca Polartec permette di avere una regolazione perfetta della temperatura corporeaSul fianco sono presenti due zip da aprire per aumentare il ricircolo d’aria interno
Un tessuto che respira
Una pedalata ancora prima di immergerci nelle spiegazioni tecniche. Girona e le sue strade in quel periodo dell’anno sono già calde e vive, durante le ore centrali della giornata capita di restare in maniche corte. Questa sfaccettatura, tutt’altro che secondaria a nostro parere, rende ancor più merito ad un capo sviluppato per quella stagione di mezzo, ma capace di accontentare molti e tante necessità.
L’uscita in bici, utilizzata come test del prodotto si è svolta alle prime luci del mattino, con una temperatura intorno agli 8 gradi centigradi. La prima sensazione, indossando la giacca Perfetto RoS 3 è di avere addosso un capo invernale, quindi capace di riparare dal freddo. Tuttavia la vestibilità aderente e il tessuto non danno quel senso di costrizione e “soffocamento”, non è un capo goffo ed ingombrante. Si tratta di un prodotto che permette al ciclista di trovare il proprio equilibrio, infatti è importante capire quale sottomaglia indossare a seconda della stagione e delle temperature percepite.
La giacca Perfetto RoS 3 nasce per affrontare condizioni meteorologiche avverseSulle cuciture sono presenti delle finiture che non permettono all’acqua di entrareIl taglio delle tre tasche posteriori è classicoLa giacca Perfetto RoS 3 nasce per affrontare condizioni meteorologiche avverseSulle cuciture sono presenti delle finiture che non permettono all’acqua di entrareIl taglio delle tre tasche posteriori è classico
Asciutti dentro e fuori
Si ha subito l’impressione di avere addosso una giacca capace di respirare e di far respirare la pelle. Il tessuto AirCore cambia di fatto le regole poiché è in grado di mantenere asciutta la pelle del ciclista grazie alla sua membrana in nanofibra, la quale consente un flusso d’aria controllato per mantenere asciutto il corpo. Una tecnologia che funziona sia nell’evitare accumuli di sudore dovuti allo sforzo, sia in caso di pioggia e maltempo. Castelli fornisce un dato di resistenza alla pressione idrostatica di 5.000 millimetri.
Si tratta di un capo studiato per rendere al meglio quando si cerca la massima prestazioneIl collo alto protegge il ciclista da vento e freddoSi tratta di un capo studiato per rendere al meglio quando si cerca la massima prestazioneIl collo alto protegge il ciclista da vento e freddo
Cosa cercano i ciclisti?
Castelli e Polartec sono voluti ripartire da zero per creare questo capo d’abbigliamento, rivalutando le regole per offrire ai ciclisti qualcosa di unico. Alla base c’è la ricerca della performance, che passa dalla tecnica ma anche dal comfort. Pedalare ad alti livelli porta il nostro fisico a vivere in condizioni stressanti. La traspirabilità del tessuto AirCore permette al ciclista di pedalare ad alta intensità senza avere la necessità di aprire la zip frontale per mantenere costante la temperatura corporea.
Di contro, una volta in discesa, la giacca Perfetto RoS 3 offre una protezione dal vento, evitando che l’aria fredda entri all’interno dell’indumento. Un altro ottimo valore, del quale si ha subito riscontro, è l’ottima permeabilità all’aria, pari a 0,7 CFM (Cubic Feet per Minute) ovvero piedi cubi al minuto. Un fattore banale e semplice da sviluppare? Decisamente no, considerando inoltre che nell’epoca moderna ci si allena ad elevate intensità anche con il freddo, o condizioni meteo che non sono solo quelle della zona comfort.
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GIRONA (Spagna) – In anticipo di sette mesi rispetto al lancio, e una presentazione nella terra che negli ultimi anni sta attirando sempre più ciclisti da ogni parte del mondo. L’esclusivo test al quale abbiamo avuto modo di partecipare, organizzato da Castelli negli stessi giorni in cui andava in scena la gara gravel Santa Vall, ci ha permesso di scoprire e ammirare la nuova Perfetto RoS 3 Jacket. Un prodotto realizzato con il nuovo tessuto Polartec AirCore, capace di stupire per la sua capacità di proteggere dal freddo ma allo stesso tempo di garantire un perfetto ricambio d’aria. In questo modo si evita l’accumulo di calore anche nel momento di massimo sforzo.
Innovativa, rivoluzionaria, o più semplicemente sorprendente, la nuova Perfetto RoS 3 è una giacca capace di offrire un’innovazione tecnica mai vista prima. Un capo che trova il suo utilizzo in un range di temperatura che va dai 4 ai 14 gradi centigradi. Nella stagione fredda una forbice di 10 gradi centigradi fa la differenza tra una giornata fredda e una in cui il calore del sole inizia a riscaldare la pelle.
La nuova giacca invernale presentata da Castelli si chiama Perfetto RoS 3Realizzata in Polartec AirCore, un tessuto rivoluzionario che unisce impermeabilità e traspirabilitàLa nuova giacca invernale presentata da Castelli si chiama Perfetto RoS 3Realizzata in Polartec AirCore, un tessuto rivoluzionario che unisce impermeabilità e traspirabilità
Rain or Shine
A questo sta la sigla RoS nel nome della nuova giacca presentata da Castelli. Ma la vera rivoluzione è nel tessuto Polartec AirCore, capace di portare il concetto di traspirabilità a un livello successivo. Castelli e Polartec hanno lavorato insieme per realizzare AirCore, in una sfida lunga che ha portato a unire: leggerezza, traspirabilità, resistenza al vento e idrorepellenza. Il risultato è una giacca che è in grado di resistere a ogni condizione meteo e che può accompagnare il ciclista durante tutto l’inverno e non solo.
Il risultato è la Perfetto RoS 3 Jacket: ideale in condizioni asciutte così come sotto la pioggia, con temperature comprese tra 4 e 14 gradi centigradi. Una sola giacca per possibilità infinite. La nuova Perfetto RoS 3 Jacket è perfetta in tutte le condizioni e inaugura una fase nuova e importante per il settore ciclistico.
La giacca Pefetto RoS 3 può essere utilizzata durante tutta la stagione invernaleLa giacca Pefetto RoS 3 può essere utilizzata durante tutta la stagione invernale
Rivoluzione
La membrana con la quale viene prodotta la nuova giacca Perfetto RoS 3 è realizzata con un processo, chiamato elettrofilatura, durante il quale un polimero idrofobo viene spinto attraverso un ago. Questo fa nascere dei filamenti microscopici che creano una membrana estremamente compatta, ma che permette di avere il passaggio dell’aria.
Nel realizzare capi da ciclismo da utilizzare durante la stagione fredda ci si era sempre concentrati sull’impermeabilità. Un fattore importante, certo, ma che spesso non riesce a coincidere con la traspirabilità. Questo porta ad avere spesso un accumulo di calore e, di conseguenza, di sudore, il quale lascia una sensazione di umidità sulla pelle e provoca una sensazione di freddo nel momento in cui si asciuga.
La struttura in AirCore di questa nuova giacca firmata Castelli sfrutta un approccio differente che si basa sull’allontanare il sudore dal corpo del ciclista. Si viene a creare così un microclima che mantiene stabile la temperatura corporea dell’utente.
Sulle spalle sono presenti delle cuciture nastrate riflettenti per una maggiore protezione dalla pioggiaApertura con zip bi-direzionale YKK Vislon a scorrimento facile, con protezione da pioggia e ventoIl colletto alto protegge dalle correnti d’aria e dal freddoApertura con zip bi-direzionale YKK Vislon a scorrimento facile, con protezione da pioggia e vento
Dati dal laboratorio
Ripetutamente testato, sia dagli atleti che in laboratorio, il tessuto Polartec AirCore unisce i vantaggi delle proprietà antivento e idrorepellenti. E’ stato progettato per lasciar passare una quantità minima e impercettibile di aria che assorbe l’umidità del sudore e la trasporta all’esterno dell’indumento, offrendo un livello di asciutto inimmaginabile per una giacca a membrana.
I test effettuati evidenziano le proprietà della giacca Perfetto RoS 3. I più importanti sono quelli riguardanti la permeabilità dell’aria e sulla trasmissione del vapore acqueo. Il primo è pari a 0,7 piedi cubi al minuto, e risulta notevolmente maggiore rispetto ad altri tessuti utilizzati sulle giacche invernali che hanno questo valore pari a zero.
L’AirCore è anche un tessuto con buoni valori di impermeabilità, con un punteggio di resistenza alla pressione idrostatica pari a 5.000 millimetri.
Un kit tecnico firmato Castellipensato per tutti. Espresso è la linea performante e non estrema nell’ergonomia, nel fitting e nei tessuti. Ha una vestibilità aderente e morbida al tempo stesso, non adotta inserti in rete mesh, pur restando una linea molto adatta anche per le giornate calde.
La salopette è una sorta di classico Castelli, con un tessuto compatto (che prende il nome di Espresso Doppio), elastico e con la “gamba lunga”, con il valore aggiunto del fondello Progetto X2 Air. La maglia ha un tessuto morbido, ma non è cedevole, resta aderente ed è un piacere tenerla indosso per tante ore consecutive. Ecco le nostre considerazioni.
Un kit non solo per l’agonismoUn kit non solo per l’agonismo
Comfort marchiato Castelli
Comodità e supporto, fitting e gratificazione una volta indossato il capo, tutti fattori che ormai sono entrati nel vocabolario di chi indossa una salopette Castelli. Espresso è un pantaloncino che fa collimare perfettamente una tecnica superiore e non perde di vista il comfort. E’ aderente ed ergonomico, ma non è un capo che sembra mettere le cosce in sottovuoto. E poi il fondello, con le densità differenziate tra davanti, centro e appoggi posteriori che, anche grazie alla finitura a contatto con la cute offre costantemente sensazioni gradevoli, anche dopo quelle pedalate dall’alba al tramonto.
Quando è indossato la prima volta (a nostro parere è sempre buona abitudine lavarlo/bagnarlo prima di usarlo), nei punti di appoggio sulla sella, trasmette una sensazione di “supporto”, sostegno e altezza aumentata sulla sella, come se ci fosse il reggisella troppo alto. Poca roba, bastano un paio di ore per far assestare la densità dell’imbottitura.
In discesa asciuga in fretta e “lascia respirare la pelle”Quando non si indossa l’intimo la maglia si bagna, ma si asciuga in un amenIl tessuto è morbido, ma comunque ben sostenuto e con un buon fittingLe cuciture sono rinforzateLa salopette è “quasi” contenitiva, particolarmente aderenteBretelle con attaccatura ribassata che forma una sorta di tasca aggiuntiva nella salopetteBretelle traforate e tanto compatteIl fondello Castelli è un valore aggiunto non da pocoPiù spesso e denso dietroPiù morbido, con spessore più contenuto e meno denso davantiIn discesa asciuga in fretta e “lascia respirare la pelle”Quando non si indossa l’intimo la maglia si bagna, ma si asciuga in un amenIl tessuto è morbido, ma comunque ben sostenuto e con un buon fittingLe cuciture sono rinforzateLa salopette è “quasi” contenitiva, particolarmente aderenteBretelle con attaccatura ribassata che forma una sorta di tasca aggiuntiva nella salopetteBretelle traforate e tanto compatteIl fondello Castelli è un valore aggiunto non da pocoPiù spesso e denso dietroPiù morbido, con spessore più contenuto e meno denso davanti
Una maglia elegante
Sì, Castelli Espresso jerseyè anche una maglia che mostra una vestibilità elegante, mai fuori posto a prescindere da come si approccia la bici. Non dimentica la tecnica, grazie ad alcuni plus non banali. Uno su tutti il tessuto che lascia passare l’aria in modo costante e rende il capo adatto ad un utilizzo fino ai 35 gradi di temperatura. Si inumidisce (come è naturale che sia), ma non si inzuppa e non si appesantisce, ma soprattutto anche dopo salite lunghe, esposte al sole e con un clima umido – situazioni in cui si suda tantissimo – sono sufficienti pochi minuti per far sì che il tessuto si asciughi e torni alle condizioni originali.
Le quattro tasche posteriori (più una laterale con la zip) sono belle profonde, hanno tanta capienza e sono supportate dall’abbondante fascia elastica posta sul girovita. Questo permette alle stesse tasche di “restare alte” anche a pieno carico. C’è poi la zip lunga con un cursore facile da prendere quando si pedala. Ha i dentini un po’ più grandi della media, ma ai fini della piena sfruttabilità (quando si è in movimento), il zip più grande non si blocca e non “mangia” il tessuto.
Alé presenta la sua nuova maglia estiva Silver Cooling, leggera e traspirabile. Studiata per essere competitiva e confortevole, colori accesi e fluorescenti
Una marea di email da qualche giorno annuncia nuove maglie e nuove colorazioni per il Tour de France. Biciclette e caschi, persino le scarpe. Ma alla vigilia di una prima tappa che si deciderà allo sprint con probabile vento e della prima crono che mercoledì darà uno scossone alla classifica, l’incontro con Castelli per parlare dei materiali della Soudal-Quick Step è parso molto ghiotto. Da una parte Tim Merlier, campione europeo e velocista in odore della prima maglia gialla. Dall’altra Remco Evenepoel, campione del mondo della crono che a Caen potrebbe dare una prima impronta al suo Tour.
La parola a Koen Pelgrim, responsabile della performance nel team belga, e a Steve Smith, brand manager di Castelli, in una sorta di duetto trasversale rispetto agli studi, le esigenze degli atleti e le soluzioni trovate.
«Penso che molti di voi – dice Steve Smith – abbiano espresso un certo interesse a sapere quello che succede dietro le quinte. In realtà abbiamo trascorso molto tempo qui (dice mostrando una foto, ndr), nella galleria del vento del Politecnico di Milano. Per questo proveremo a mostrarvi alcuni dei lavori necessari per la preparazione di grandi obiettivi come il Tour de France per Tim Merlier e Remco Evenepoel. Nessun grande segreto in realtà, se non scoprire il processo che attuiamo con i nostri corridori e ciò che facciamo in termini di sviluppo del body più veloci».
All’incontro con i media erano presenti Steve Smith per Castelli e Koen Pelgrim, responsabile performanceKoen Pelgrim è il responsabile performance della Soudal-Quick StepSteve Smith è il brand manager di Castelli
Ogni dettaglio conta
La consapevolezza che la prima tappa del Tour si giocherà in volata e il fatto che la maglia gialla sia il grande sogno di Merlier ha spinto la squadra a investire su ogni dettaglio. E’ vero che finora nelle sue volate il belga ha vinto con ampio margine, ma più sale il livello e più le differenze si assottigliano.
«Ogni dettaglio può fare la differenza – spiega Smith – e avevamo l’idea che un body per lo sprint dovesse essere specifico e diverso da uno da crono. Per cui ci siamo messi a provarlo, per vedere se fosse possibile ottenere un guadagno aerodinamico. Perciò abbiamo cercato di lavorare nella galleria del vento in modo che ci permettesse di ragionare sulla posizione dello sprint. Non è facile. La posizione da crono tende a rimanere sempre uguale, nello sprint invece ci si muove molto di più. La stessa misurazione ha più criticità, perché la posizione non è mai costante. Il modo in cui il flusso d’aria gira intorno al corpo è totalmente diverso rispetto a qualsiasi altra posizione. Quindi i tessuti che usiamo dovrebbero essere sviluppati appositamente per questo».
Non solo cronoman: anche Tim Merlier è stato valutato nel wind tunnel (foto Castelli)Più di 26 ore in galleria del vento al Politecnico di MIlano per mettere a punto i capi per il team (foto Castelli)Non solo cronoman: anche Tim Merlier è stato valutato nel wind tunnel (foto Castelli)Più di 26 ore in galleria del vento al Politecnico di MIlano per mettere a punto i capi per il team (foto Castelli)
Test prima della Sanremo
Anche i tessuti vengono scelti in funzione della velocità. Un completo veloce per i 40 orari non sarà probabilmente ugualmente veloce a 70. Per questo si sono fatti test a 60 all’ora e poi a 70 e anche con il corridore in piedi sulla bicicletta e Merlier è stato molto bravo a mantenere la posizione per tutto il tempo necessario alla misurazione.
«Anche stando in piedi – spiega Koen Pelgrim – abbiamo ottenuto una certa ripetibilità dei dati, anche se ovviamente c’era molto più rumore. Avevo un po’ paura prima di fare il test che stando in piedi ci sarebbe stata troppa variazione. Ma i risultati sono stati in realtà sorprendentemente costanti. Tim è molto composto anche nello sprint. E’ relativamente basso, la sua schiena è quasi completamente piatta e la sua testa è tra le spalle. Non sporge nel vento. Le sue braccia tendono a uscire un po’ e questo crea un flusso d’aria abbastanza specifico per lui, che non sarebbe esattamente lo stesso per un altro sprinter. Così siamo tornati indietro e abbiamo guardato il flusso d’aria teorico intorno a questa posizione e abbiamo preparato 11 nuovi prototipi da testare. Mancavano pochi giorni alla Sanremo, subito dopo il blocco della Parigi-Nizza. Siamo andati al Politecnico di Milano e abbiamo messo tutto nella galleria del vento. Quel posizionamento ha funzionato e siamo stati in grado di ripetere sia la posizione seduta che quella in piedi».
La prova per il velocista belga si è svolta sia da seduto che in piedi (foto Castelli)L’aerodinamica e la cura dei dettagli nel body Sanremo (foto Castelli)La prova per il velocista belga si è svolta sia da seduto che in piedi (foto Castelli)L’aerodinamica e la cura dei dettagli nel body Sanremo (foto Castelli)
La stabilità di Merlier
Il dato emerso mostra che quando Merlier si alza a 70 chilometri all’ora, il suo CDA diminuisce: questo significa che in realtà è più aerodinamico in piedi che seduto. Il dato ha sorpreso Pelrgim, che con Merlier lavora e la spiegazione è affidata proprio ai materiali.
«Avevamo 11 nuovi prototipi e alcune cose che erano in qualche modo innovative – spiega Steve Smith – e pensavamo che avrebbero mostrato alcuni miglioramenti significativi. Ma quello che è emerso alla fine della giornata è stato che il body San Remo 8S, che Tim ha usato tutto l’anno ed è quello da strada per la squadra, si è rivelato il più veloce. Un body da strada deve essere progettato per velocità estremamente elevate. E così, anche se l’avevamo progettato per circa 60 all’ora, abbiamo visto che è ancora il più veloce che abbiamo per una velocità di 70 all’ora. Molto viene da quel tessuto delle spalle, simile a quello che avete visto in altre squadre, ma in realtà questo è Castelli. Abbiamo testato tutti i tessuti sul mercato e ne abbiamo creato uno esclusivo tutto nostro, che sta dando ottimi risultati. Un’altra parte in cui abbiamo trovato un guadagno significativo è un nuovo copriscarpe diverso da quello standard in uso al team, che funziona molto bene ad alta velocità».
La resistenza aerodinamica di Merlier decresce con l’aumentare della velocità (foto Castelli)La resistenza aerodinamica di Merlier decresce con l’aumentare della velocità (foto Castelli)
Evenepoel, pochi ritocchi
Si passa quindi al capitolo Evenepoel e la prima sorpresa è fare la conoscenza del manichino con cui vengono effettuati i test che lo riguardano. Nel periodo della convalescenza per l’infortunio alla spalla, Remco non era in grado di tenere la posizione da crono e la sua… controfigura è stata chiamata agli straordinari.
«Evenepoel – spiega Smith – ha vinto ogni cronometro da quando è tornato. Perciò abbiamo fatto alcune modifiche molto lievi ai tessuti di corpo e gambe, riscontrando un calo di circa il 2% della resistenza aerodinamica, che si traduce in circa 1/2 chilometro all’ora quando è in piena velocità. Quando mercoledì arriveremo alla prima cronometro del Tour, speriamo che portino un grande margine di guadagno».
«Sappiamo tutti – fa eco Pelgrim – che se Remco è al suo miglior livello, è molto difficile da battere, anche se i rivali saranno molto duri. Quindi è stato bello aver trovato qualche piccolo miglioramento. Sappiamo anche di aver già lavorato così tanto con lui nei test in galleria del vento, parliamo di quasi 26 ore nell’ultimo anno. Abbiamo lavorato pure in pista, mettendo a punto quasi ogni piccola cosa che potevamo trovare, per cui era difficile fare ancora meglio».
Remco Evenepoel ha nella posizione su strada un atteggiamento simile a quello della crono (foto Castelli)Remco Evenepoel ha nella posizione su strada un atteggiamento simile a quello della crono (foto Castelli)
La nuova visiera
Nessuna nuova posizione, insomma: le ultime modifiche risalgono allo scorso inverno. Fra queste, il ridisegno della visiera del casco la cui punta, se aveva la posizione ideale, toccava le sue mani, limitando i movimenti della testa.
«Così ne abbiamo provato una un po’ più corta e un po’ più rifinita – spiega Pelgrim – che ha migliorato la posizione della sua testa. Funziona bene anche per il flusso d’aria intorno a lui e attraverso il casco, quindi anche tagliare l’intera visiera non è la soluzione definitiva. L’abbiamo tagliata nella forma attuale, che si è rivelata molto veloce».
Non sempre il campione del mondo della crono è disponibile per i test, così si lavora con il suo manichino (foto Castelli)Ecco quindi la sua… controfigura in posizione da cronometro (foto Castelli)Non sempre il campione del mondo della crono è disponibile per i test, così si lavora con il suo manichino (foto Castelli)Ecco quindi la sua… controfigura in posizione da cronometro (foto Castelli)
Da Ganna a Remco
Il dato divertente lo cita Steve Smith. Quando nel 2022 Castelli arrivò alla Soudal, aveva alle spalle i grandi risultati di Ganna. Erano convinti che sarebbe andato bene tutto anche per Evenepoel, invece si sbagliavano.
«Pensavamo di avere un setup abbastanza veloce e l’abbiamo riportato su Remco – spiega Steve Smith – ma non funzionava niente. E’ stata una vera lezione di umiltà dover tornare alle origini. Abbiamo capito che Remco è quasi unico nella sua aerodinamica. Con la testa così bassa, il suo casco e le mani fanno davvero una carenatura per il resto del corpo. Quindi l’abbigliamento è un po’ diverso. Siamo tornati all’inizio e abbiamo cercato cose che funzionassero per lui. E abbiamo scoperto che quel che va bene a lui, non va bene con altri corridori della squadra».
L’ultima annotazione riguarda anche Remco, che nella cronoscalata non userà lo stesso body di Caen poi la rumba del Tour riprende il sopravvento. Domani nella volata della prima maglia gialla si scontreranno anche i risultati delle ricerche tecnologiche sull’abbigliamento. Ed è bello pensare che in tutto questo ci sia sempre tanto, ma proprio tanto made in Italy.
L’iconico marchio dello scorpione si riconferma anche quest’anno fornitore ufficiale delle maglie per le leader di classifica della Corsa Rosa, un sodalizio che unisce l’eccellenza del Made in Italy alla crescente spettacolarità del ciclismo femminile internazionale. Nel mondo del ciclismo professionistico, poche partnership sono così cariche di significato come quella tra un Grande Giro e il brand che ne veste i leader. Per il prossimo Giro d’Italia Women, Castelli riafferma così il proprio ruolo di prestigio in qualità di fornitore ufficiale delle maglie di classifica. Una collaborazione che va ben oltre la semplice sponsorizzazione, rappresentando un impegno tangibile verso l’evoluzione e la valorizzazione del movimento ciclistico femminile.
Vedere le atlete più forti del pianeta contendersi i simboli del primato – la leggendaria Maglia Rosa, la Maglia Ciclamino, la Maglia Azzurra e la Maglia Bianca – indossando capi performanti e tecnologicamente avanzati è motivo di profondo orgoglio per il marchio italiano. Questa sinergia tra Castelli e il Giro d’Italia Women è la celebrazione dell’alta performance, della determinazione e della passione che definiscono questo sport.
Il Giro d’Italia Women partirà il prossimo 5 luglio da Bergamo per terminare il 13 luglio a ImolaIl Giro d’Italia Women partirà il prossimo 5 luglio da Bergamo per terminare il 13 luglio a Imola
Ingegneria tessile al servizio della performance
Ogni maglia che le leader indosseranno sarà un vero e proprio concentrato di tecnologia e innovazione, frutto di un meticoloso processo di ricerca e sviluppo condotto in stretta collaborazione con le atlete professioniste. Non si tratta di semplici indumenti, ma di veri e propri strumenti progettati per massimizzare la performance in condizioni di gara estreme. Tessuti come il ProSecco Air Donna e lo Strada Micromesh garantiranno una traspirabilità e una gestione del sudore eccezionali, mantenendo le atlete asciutte e a una temperatura corporea ideale.
La vestibilità è un altro elemento chiave. Il taglio anatomico, studiato sulla fisionomia femminile in posizione aerodinamica, e le maniche con taglio al vivo, assicurano un “fit” impeccabile, riducendo la resistenza all’aria e garantendo piena libertà di movimento. Dettagli come la zip YKK Vislon, scorrevole e resistente, e le tre tasche posteriori rinforzate, dimostrano un’attenzione quasi maniacale al dettaglio, finalizzata a offrire la migliore esperienza possibile a chi pedala per superare i propri limiti.
Castelli nel 2025 ha vestito tutte e tre i Giri d’Italia organizzati da RCS (professionisti, under 23 e donne)Castelli nel 2025 ha vestito tutte e tre i Giri d’Italia organizzati da RCS (professionisti, under 23 e donne)
Un sogno che si veste di colore
Indossare una maglia di leader al Giro d’Italia Women è un’emozione indescrivibile, il culmine di anni di sacrifici e allenamenti. La Maglia Rosa, in particolare, è un’icona globale del ciclismo, un simbolo di tenacia e trionfo il cui colore, ispirato alle pagine de “La Gazzetta dello Sport”, ha scritto capitoli indelebili nella storia di questo sport. Fornire questi simboli del primato significa per Castelli vestire i sogni delle atlete e condividerne la gloria.
«Essere al fianco del Giro d’Italia Women come sponsor – ha dichiarato Steve Smith, brand manager di Castelli – è per noi molto più che una partnership: è un impegno concreto verso il presente e il futuro del ciclismo femminile. Questa visione si traduce in un supporto costante alla crescita del movimento, con l’obiettivo di ispirare le nuove generazioni. Quello che vogliamo è continuare a garantire la migliore esperienza possibile a chi ogni giorno pedala per superare i propri limiti e, allo stesso tempo, ci impegniamo a far crescere il ciclismo femminile, perché sogniamo un futuro in cui ogni bambina possa immaginarsi ciclista e desiderare fin da piccola di indossare Castelli».
La partnership tra Castelli e il Giro d’Italia Women è in definitiva una fusione di valori: l’innovazione e l’eccellenza del Made in Italy si intrecciano con la determinazione e la passione delle atlete in gara, dando vita a uno spettacolo sportivo che promette emozioni e ispirando il futuro del ciclismo.
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