Koen Pelgrim è il preparatore di Remco Evenepoel e in questi giorni deve essersi sentito tirare spesso per la manica. Fra le salite e la crono, in cui il suo giovane pupillo ha sbalordito il pubblico e annichilito i tifosi. In qualche occasione è stato Remco per primo a tirarlo in ballo, dicendo di aver odiato gli allenamenti che era costretto a fare per migliorare ad esempio in salita. E così, per cercare di capire meglio il momento del leader della Vuelta, abbiamo approfittato della disponibilità del tecnico belga.
Ha detto di aver odiato te e i lavori che gli imponevi…
Spero abbia detto di aver odiato solo i lavori e non me (sorride, ndr), comunque è certo che abbia lavorato duramente. Abbiamo affrontato in modo distinto le salite pedalabili e quelle più ripide. Cambia tutto. I rapporti che spingi e anche la posizione sulla bici. Se la salita è ripida come abbiamo visto a Les Praeres, si va molto più duri e ci si sposta in avanti. La pedalata va curata nella fase di trazione e di spinta. Tenere a bada tutti questi dettagli può essere estenuante, ma è necessario per dire di essere davvero pronti.
Si è parlato delle difficoltà dell’arrivo in quota di domani a Sierra Nevada…
A luglio, Remco è stato per tre settimane a Livigno ed è salito spesso sullo Stelvio, che è 200 metri più alto di Sierra Nevada. Abbiamo visto che le prestazioni un po’ ne risentono, ma è così per tutti. Non credo che quella di domani sarà una sfida che non possa sostenere.
Quindi è un fatto di adattamento?
E’ molto importante che un corridore si abitui alla mancanza di ossigeno. Anche i colombiani che avevamo in squadra non potevano pedalare alla stessa potenza in quota o al livello del mare. L’unica soluzione per limitare i danni è allenarsi spesso in alta quota per acclimatare il proprio corpo.
Anche per questo avete dormito al Sycnrosphera nelle stamze ipobariche?
E’ stato qualche settimana fa, non possiamo dire in che misura questo potrà influenzare le sue prestazioni. Possiamo solo sperare che funzioni.
Avete provato lo Stelvio dietro moto o comunque a ritmo gara?
Ritmo gara sì, dietro moto no. Quelli sono esercizi che fa soprattutto a casa, quando si allena assieme a suo padre nelle Ardenne.
Cosa sai delle tappe in arrivo?
Oggi arrivo alla Sierra de la Pandera (8,6 chilometri al 7,6 per cento). E’ una salita ripida e irregolare, ma non molto lunga, quindi mi sembra che non si possano fare proprio grandi differenze. Diverso, appunto, l’arrivo di domenica in Sierra Nevada (19,4 chilometri all’8 per cento). La salita è molto ripida all’inizio e questo è difficile, soprattutto in combinazione con il fatto che devi ancora salire per così tanto tempo. Se la prendono subito forte, si possono fare grandi differenze.
E’ magro per la salita, ma nella crono ha spinto fortissimo…
In inverno abbiamo fatto tanto lavoro in palestra per le masse muscolari, in bici per l’aerodinamica. Aveva già una buona posizione, ma ogni anno si migliora un po’ (in apertura, nel quartier generale Specialized in California, foto Quick Step-Alpha-Vinyl, ndr). In palestra ha guadagnato massa e insieme è maturato fisicamente. Il dimagrimento non è frutto solo dell’alimentazione, ma anche dei chilometri. Il rapporto watt/chili è migliorato e adesso Remco è al top anche nella crono, molto meglio di quanto fosse in Algarve. Anche perché vincere una crono piatta come quella di Alicante dopo aver lavorato tanto per la salita non era semplice. Come non è semplice trovare equilibrio fra crono e salita.
Diciamo che è giusto per la Vuelta, mentre potrebbe soffrire nella crono dei mondiali?
Per un Giro, il bilancio deve essere perfetto. Chiaro che in una crono secca, puoi sbilanciarti con un certo tipo di lavori. Remco contro un Ganna al top avrà il limite della potenza se il percorso è piatto. Se invece è vallonato, è fra i migliori al mondo. Non posso dire il più forte, perché lo storico parla a favore degli altri.
Come avete gestito la crono di Alicante?
Abbiamo fatto una stima dopo aver ispezionato il percorso. Visto che nel finale c’erano delle difficoltà, abbiamo deciso di partire leggermente più piano per fare la terza parte davvero forte. Chiaramente sono tattiche che puoi fare tenendo conto anche della lunghezza della crono. Se fosse stata più corta, si sarebbe trattato di andare sempre a tutta. Al mondiale si faranno ragionamenti ancora diversi, perché sarà una crono lunga, ma senza doversi preoccupare della tappa del giorno dopo. Io però non ci sarò, quattro settimane di Vuelta mi sono bastate. Passerò i dati di cui ha bisogno al tecnico della nazionale.
Che cosa vuole sapere Remco durante la crono?
Soprattutto informazioni sul percorso. Si fa prima la recon, si individuano le curve e raccogliamo le sue idee su come affrontarle. Poi servono i riferimenti di tempo, in base a come vanno le cose. Sono utili, ma bisogna saperli dare.
Dove si allena Remco?
Per la crono ha le sue zone in Belgio, nella zona di La Gleize nelle Ardenne. In Spagna invece lavoriamo a Calpe. Servono tratti di strada da 20 minuti in cui non avere incroci e traffico. Per le montagne invece la gran parte dei lavori si fa in montagna, a Livigno o dove si decide di andare.
Sarà difficile correre in Australia una settimana dopo la Vuelta, avendo tre giorni di viaggio senza bici?
Sarà più o meno come lo scorso anno per andare a Tokyo. Nella settimana dopo la Vuelta non serve fare ore, ma recuperare freschezza. Per cui volerà, arriverà laggiù e magari andrà subito a provare il percorso. Sarà svantaggiato rispetto a quelli che partiranno prima, ma avrà una condizione probabilmente migliore. Anche in questo caso, si tratta di equilibri da raggiungere.