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Canyon Roadlite: agile, potente, silenziosa ed elegante

17.03.2023
4 min
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La nuova Roadlite:ON CF 9 LTD di Canyon alza l’asticella e presenta un’altra essenza della gamma ibrida. Design minimalista ed elegante per una bici che gode di un telaio in fibra di carbonio di qualità, robusto e confortevole. Una compagna perfetta per districarsi nell’utilizzo quotidiano e anche nelle escursioni del weekend. Un modello versatile dall’estetica raffinata che nasconde un motore potente e silenzioso firmato Fazua. 

Raffinata e potente

Il design di una e-bike Canyon più elegante e raffinato di sempre. Un nuovo standard per il futuro dell’estetica delle bici ibride della casa tedesca. L’ergonomia, il manubrio e le leve dei freni di facile accesso prevengono l’affaticamento del polso durante le corse più lunghe. Il leggero reggisella è in carbonio, aerodinamico e confortevole. Il passaggio cavi interno riduce il disordine visivo, ottenendo un’estetica minimalista. 

Jan Frodeno, il triatleta tedesco tre volte campione del mondo di Ironman, l’ha scelta per sfrecciare nel trasferimento quotidiano e per fare qualche escursione con gli amici in totale tranquillità.

A rendere potente questa Roadlite:ON CF 9 LTD  c’è il sistema di trasmissione Fazua Ride 60 che pesa solo 4,3 kg. Leggero, silenzioso e naturale. Con la batteria da 430 Wh l’autonomia non è un limite, con i suoi 120 km dichiarati. Con semplici click è possibile variare tra le modalità Boost, Breeze, River e Rocket riding. Infine cambiare marcia è facile come alzare il volume della radio grazie al cambio elettronico wireless SRAM Eagle AXS a 12 velocità.

Snella e agile

Un peso davvero sorprendente per una e-bike. Si aggiudica infatti gli aggettivi di snella e leggera grazie ai suoi 14,45 kg. Tutto ciò è stato reso possibile da un accurato processo di analisi degli elementi, in cui gli ingegneri di Canyon hanno perfezionato ogni dettaglio eliminando ogni grammo superfluo. Il risultato è una bici ibrida versatile, dotata di tutto l’essenziale, abbastanza leggera da essere portata comodamente in casa o in ufficio.

Roadlite:ON CF 9 LTD abbraccia ogni stile di vita attivo con le sue funzioni intelligenti e intuitive. Si può infatti montare lo smartphone nella cockpit per una navigazione e un monitoraggio della forma fisica senza preoccupazioni con il sicuro supporto per smartphone SP Connect. Basta agganciarlo, ruotarlo ed è bloccato. Gli affidabili freni a disco idraulici Magura MCi sono reattivi con un arresto rapido, ideali per il traffico urbano. La luce anteriore da 150 lumen LightSKIN Ultra Mini è integrata nel manubrio per illuminare anche tutto ciò che si incontra quando la visibilità è precaria o solo per essere più visibili. Infine sul retro è presente il fanale posteriore Supernova TL3 PRO ad alta tecnologia che aumenta la luminosità quando si decelera e pulsa alla massima luminosità se si frena all’improvviso.

La Roadlite:ON CF 9 LTD in edizione limitata sarà disponibile ad un prezzo di 4.999 euro su canyon.com nelle taglie da S a XL. 

Canyon

Il nuovo Gaviria riparte dalla Spagna come in famiglia

29.01.2023
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Nel raccontare la prima vittoria in maglia Movistar alla Vuelta a San Juan, Fernando Gaviria ha usato un’interessante serie di parole. Famiglia, passione e fiducia non sono termini scontati nello sport professionistico. Il più delle volte, si risolve tutto nel fare bene il proprio lavoro, in alcuni casi ben pagato, in modo che i conti tornino in termini di vittorie, punti, impegno e obiettivi. Spesso dipende dal modo in cui ti poni, per cui nella stessa squadra qualcuno può trovarsi da Dio e un altro viverla come l’inferno. E’ un fatto però che alla UAE Emirates, Gaviria si stesse spegnendo e che alla Movistar abbia ritrovato gli stimoli.

L’esultanza col telefono è per Gaviria il modo di ringraziare Movistar
L’esultanza col telefono è per Gaviria il modo di ringraziare Movistar

«La squadra – dice il colombiano, 28 anni – è molto importante. Mi hanno accolto bene, sono contento di essere qui. Già dal primo giorno ho sentito un bel clima e questo mi spinge a impegnarmi di più. E’ qualcosa che mi è mancato negli ultimi anni. Non voglio fare confronti, erano circostanze diverse. Adesso ci stiamo divertendo, la squadra ha fiducia ed è contenta. Allora vediamo di continuare così tutta la stagione. Mi hanno chiesto quali corse volessi fare e perché. Gli ho detto la mia, abbiamo ragionato e il calendario è nato da sé.

«Voglio riprovare le classiche. Quest’anno – ammette – sarà difficile perché sono tre anni che non le faccio. Voglio arrivare in un’ottima condizione. Adesso stiamo crescendo, manca di perdere un paio di chili e allenarmi un po’ di più sui lavori specifici, ma siamo in buona condizione. Ho fatto un bell’inverno a casa e anche in Spagna».

Gaviria e Lombardi, che da anni è il suo procuratore
Gaviria e Lombardi, che da anni è il suo procuratore

Torres ultimo uomo

La Movistar, che ha da anni una tradizione legata ai Giri e non certo alle volate, ci sta prendendo gusto. E così ogni giorno il gruppo di corridori volati in Argentina con Gaviria si esercita e impara qualcosa di nuovo.

«E’ bello – sorride Gaviria da dietro il suo barbone – perché loro stanno imparando molto in fretta. Ogni giorno in corsa va un po’ meglio e questo mi fa essere ottimista. Il primo giorno sono riusciti a portarmi sulla ruota giusta, eravamo dietro Jakobsen. I ragazzi vogliono lavorare bene e fare tutto il lavoro per portarmi bene alla volata. Non c’è tanto da spiegargli. Sono cose che si trovano lungo il percorso e loro stanno iniziando a prendere da soli le loro decisioni.

«Non sbagliano tanto. La verità è che hanno un motore enorme, ma ogni tanto sprecano tante energie. Come Torres, che viene dalla pista ed è il mio ultimo uomo. E’ forte, ma deve imparare. Devono capire che la volata non è come in salita, che devi tirare a tutta e basta. Qua si devono gestire le gambe, perché ogni tanto arrivare al traguardo è davvero lungo…».

Nella volata di Barreal contro Ganna, Gaviria si è trovato aperta la strada sulla destra
Nella volata di Barreal contro Ganna, Gaviria si è trovato aperta la strada sulla destra

Debutto al caldo

Secondo chi lo conosce meglio, aver iniziato la stagione dal Sud America dopo gli anni di blackout dovuti alla pandemia gli ha restituito il sorriso, rispetto ai debutti in Europa al freddo che mal digerisce.

«E’ importante – dice – ritrovarsi alla fine di gennaio in una bella corsa, con il caldo e un livello così alto nelle volate. E’ un buon test per arrivare in Europa, il confronto aiuta a capire. Ho avuto le mie giornate di difficoltà, quando non riuscivo a vincere e nemmeno ad arrivarci vicino. Gli altri intanto crescevano, ma credo che alla fine tra noi ci sia un certo equilibrio. La differenza dipende dai comportamenti.

«Quando parti per una volata, prendi subito le transenne, a destra o a sinistra, quasi mai ti trovi in mezzo. Ganna l’altro giorno è stato bravo. Ha lasciato 2 metri fra sé e le transenne e non si è spostato. Si va alla transenna perché se qualcuno vuole passarti, deve prendere tutta l’aria possibile. Per fortuna non ci sono più velocisti che provano a buttarti per terra e, quando succede, è per errore. C’è molto rispetto, ormai siamo tutti amici. Non arriverà più uno sprinter che fa numeri stratosferici. Le volate ormai te la devi giocare ogni volta, contano più la padronanza, la squadra, la bici…».

Una Canyon per amica

Proprio sul fronte della bici, pare che Gaviria sia molto contento della Canyon Aeroad ricevuta in dotazione e montata con lo Sram Red (corona anteriore 41-54): la stessa bici con cui Philipsen e Merlier hanno fatto incetta di vittorie lo scorso anno. Di certo quella utilizzata negli ultimi anni era invece una bici più adatta agli scalatori e meno ai… maltrattamenti dei velocisti.

«Mi trovo molto bene – dice – la nuova bici è comoda, sono felice. Ho scelto le ruote che userò tutto l’anno. Ne abbiamo tante a disposizione, ma ho scelto quelle che mi sembrano più belle (la preferenza di Gaviria è andata alle Zipp 454 NSW tubeless, montate con pneumatici Continental Grand Prix 5000 S TR, ndr). Ho chiesto di poterle avere per tutte le tappe, in tutte le corse dell’anno».

Le bici di Van der Poel e Puck Pieterse per Vermiglio

17.12.2022
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Due Canyon Inflite CF SLX, quelle di Puck Pieterse e di Van der Poel pronte per la neve di Vermiglio in Val di Sole, settate in modo differente. Ruote da 50 per il campione olandese, da 36 per la campionessa del mondo in carica.

Entriamo nel dettaglio delle biciclette. Abbiamo chiesto direttamente al papà delle Pieterse, che opera in qualità di meccanico all’interno dello staff Alpecin-Deceuninck anche di spiegarci alcune scelte tecniche.

Parola al signor Pieterse

«In un contesto come questo, la differenza la possono fare le gomme e le loro pressioni, così come l’abilità di guida e la capacità di domare la bicicletta in alcuni frangenti. Puck proverà alcuni settaggi, ma la decisione verrà presa a ridosso della gara, in modo da valutare la consistenza della neve e del terreno sottostante. A prescindere dal modello, la pressione che adotteremo sarà intorno a 1,2/1,3 bar. Abbiamo un set di ruote pronto con gomme da fango e uno pronto con i tubolari da asciutto, una sorta di multipuntinato. Non sono state fatte variazioni sugli altri componenti, rispetto ad una gara classica».

Guarnitura da uomo

Quello che più colpisce è la rapportatura anteriore, con una doppia corona 46-39 (con il power meter incluso e pedivelle da 170). 11-34 invece per la cassetta posteriore. Il pacchetto è Shimano Dura Ace a 12v, ma con le ruote per i tubolari, sempre Dura Ace, ma da 36 e della versione più anziana.

«La combinazione delle corone anteriori è la stessa utilizzata dagli uomini, perché Puck è fortissima e potente. Sopporta uno sviluppo metrico importante e non è per tutti, ma questa è la soluzione che offre attualmente il sistema a 12 velocità. Per avere più di margine, Puck preferisce utilizzare i pignoni 11-34 posteriori».

Ci sono i tubolari Dugast, con sezione da 32 per la versione più artigliata, da 33 in quella più scorrevole e multipuntinata. C’è il manubrio integrato in carbonio, classico canyon e c’è la sella di Selle Italia X-LR, molto stretta e con foro centrale. Il reggisella è un tradizionale Canyon in carbonio con arretramento.

La bici rossa di Van der Poel

In questo 2022, Van der Poel usa una Inflite CF SLX tutta rossa, anche se non è molto chiaro se il suo parco includa anche un nuovo modello, ancora coperto da segreto. Limitiamoci ad argomentare quello che abbiamo visto a Vermiglio.

Rispetto alla Canyon Inflite CF SLX della Pieterse, Van der Poel non usa il power meter e normalmente non lo impiega sulla bici da cx. Usa delle pedivelle da 172,5. I rapporti anteriori sono uguali a quelli della Pieterse, mentre i posteriori hanno una scala 11-30. Il cockpit è il medesimo, mentre cambia la sella. Mathieu usa una Selle Italia Flite Boost Superflow kit carbonio personalizzata per lui.

Cambia completamente il comparto ruote e gomme. Per l’olandese un paio di Shimano Dura-Ace da 50 (tubolare) di ultima generazione e gomme Dugast Typhoon da 33 con tassellatura media, non da fango e non per i terreni secchi.

«Di sicuro correre sulla neve è particolare – dice Van der Poel – ma il setting della bicicletta non cambierà rispetto ad una gara tradizionale. Potremo fare solo alcune piccole variazioni in merito alle pressioni delle gomme, pur mantenendo le ruote con il profilo da 50».

Canyon sfreccia in Fomula Uno grazie a Bottas

29.10.2022
3 min
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Nei giorni scorsi Canyon ha annunciato la propria collaborazione con Valtteri Bottas (foto di apertura Thomas Maheux), pilota di Formula Uno quest’anno in forza all’Alfa Romeo. Il campione finlandese, da sempre ciclista praticante e amante di Canyon, da oggi diventa nuovo Brand ambassador del marchio tedesco.

Bottas non è il solo sportivo che ama pedalare. Capita sempre più spesso di vedere atleti delle più svariate discipline sportive utilizzare la bicicletta da corsa come mezzo di allenamento oppure di svago. Restando alla Formula Uno non è raro vedere nei giorni che precedono la gara più di un pilota visionare in sella ad una bicicletta il circuito che lo vedrà impegnato nel weekend. Per molti di loro si tratta di un modo molto utile per scoprire con calma le insidie che si possono nascondere lungo la striscia di asfalto che li vedrà poi impegnati in gara. Pedalare è però soprattutto un modo per scaricare la tensione mantenendosi in forma.

Valtteri Bottas in gruppo durante il test ride della FNLD GRVL (foto Thomas Maheux)
Valtteri Bottas in gruppo durante il test ride della FNLD GRVL (foto Thomas Maheux)

Una passione vera

Nel caso di Bottas la passione per la bicicletta è davvero profonda. In tantissime occasioni il campione finlandese è stato visto pedalare in sella alla sua Canyon anche lontano dalle gare. Da quest’anno il ciclismo ha però un posto particolare nella vita di Bottas. Il filandese è infatti legato sentimentalmente a Tiffany Cromwell, professionista del team Canyon-Sram. In occasione della prima edizione del Tour Femmes, abbiamo addirittura visto Bottas a bordo strada fare rifornimento con una borraccia in mano alla sua compagna.

Il finlandese ha voluto così commentare il suo nuovo ruolo di Brand Ambassador Canyon: «Pedalo su delle Canyon da diversi anni e, da sempre, sono colpito dal particolare impegno che l’azienda ha dimostrato nei confronti dell’innovazione e delle prestazioni. La possibilità di incontrare alcune delle persone che lavorano per il brand non ha fatto altro che alimentare la mia passione verso questo mondo. Ora non vedo l’ora di raccontare il mio viaggio in bici in veste di testimonial ufficiale Canyon, e mostrare tutto ciò che amo delle due ruote».

Quando l’asfalto è scorrevole, Bottas sceglie la sua bici da strada Canyon Ultimate (foto @shy_rajdev)
Quando l’asfalto è scorrevole, Bottas sceglie la sua bici da strada Canyon Ultimate (foto @shy_rajdev)

Non solo la strada

La collaborazione fra Canyon e Bottas non si limiterà alla sola strada. Il brand tedesco lavorerà infatti con il campione finlandese per aumentare la consapevolezza del marchio. Si inizierà partendo dalla sua passione per lo sterrato e la strada, per poi espandersi verso altre discipline ciclistiche come la mountain bike e il ciclismo urbano.

Canyon supporterà Bottas nella prima edizione della FNLD GRVL, evento gravel in programma a Lahty in Finlandia il 10 giugno 2023. Nell’occasione il finlandese potrà utilizzare il modello Grail, sul quale sta già pedalando da tempo. Di recente Bottas ha avuto l’opportunità di provare in anteprima anche la nuova Ultimate.

«Valtteri è un super fan del ciclismo e sono entusiasta di lavorare con lui (ha dichiarato Stefan Wyman, nuovo responsabile del marketing sportivo di Canyon, ndr). Siamo anche entusiasti di unire le forze per contribuire in piccola parte a dare vita alla FNLD GRVL e a far crescere l’appeal del ciclismo non solo nella sua nativa Finlandia, ma anche tra i suoi numerosi fan a livello mondiale. La sua personalità e le sue esperienze autentiche con Canyon lo rendono la persona perfetta per raccontare una storia di ciclismo appassionante».

Canyon

Carlos Verona, dalla Vuelta al mondiale gravel

09.10.2022
4 min
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Protagonista oppure no, Carlos Verona è un altro stradista che ha risposto presente al primo mondiale gravel UCI. Lo abbiamo incontrato e pedalato con lui.

Una Canyon Grail CF SLX in taglia large presa in mano dopo la Vuelta, con la trasmissione elettronica e la corona singola davanti. Ma vediamo le curiosità principali della bici del corridore iberico.

Abbiamo intervistato un Verona entusiasta di essere al Mondiale Gravel
Abbiamo intervistato un Verona entusiasta di essere al Mondiale Gravel

Con la bici e un po’ di normalità

«Dopo la Vuelta – dice – mi hanno consegnato la Canyon Grail, ho speso qualche giorno per sistemarla al meglio in base alle mie caratteristiche. Ho utilizzato la bici gravel anche per scaricare un poco l’impegno della Vuelta. Normalmente sono concentrato solo sulla bici da strada e sulla crono. In questo ultimo mese non ho mai abbandonato la bicicletta, ma è pur vero che mi sono goduto la famiglia e anche un po’ di normalità, che per noi corridori è sinonimo di bella vita».

«Se alla partenza riuscirò a stare con i migliori allora mi impegnerò fino al termine della gara, se invece soffrirò e farò fatica, come è probabile che avverrà, allora mi farò da parte e mi godrò la giornata in uno scenario che mi piace molto. Correre in Italia mi stimola e mi da sempre emozioni particolari e, questo è il primo mondiale gravel».

La Grail CF SLX nel dettaglio

Verona ha mantenuto il cockpit integrato full carbon double-deck, quello con la doppia barra orizzontale. C’è una trasmissione Sram Red eTap AXS, con 12 rapporti posteriori (i pignoni sono XPLR) e una monocorona (piena) da 46 denti. C’è il power meter Quarq. Una particolarità: Verona ha voluto i due pulsati aggiuntivi per cambiare, posizionati su una delle due barre dritte del manubrio.

Le ruote sono le Zipp 303 Firecrest con i tubeless Continental da 40. Nel corso della pedalata, dopo il primo tratto, quello più tecnico del tracciato, l’atleta si è fermato per abbassare la pressione, portata intorno alle 2,5 bar posteriori e 2,2 anteriori.

La sella è una Fizik Terra Argo con rails in lega. Il reggisella è il Canyon full carbon con lo stelo sdoppiato, flessibile e smorzante.

Stradista con scarpe da offroad

Al contrario di molti suoi colleghi stradisti, l’atleta della Movistar ha montato dei pedali off-road e relative calzature Fizik dedicate al fuoristrada.

Sagan, VdP, Van Avermaet: le bici per l’iride gravel

09.10.2022
7 min
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Ecco il primo campionato del mondo gravel. Non vediamo l’ora di vedersi sfidare i grandi campioni della strada e dell’off road tra la polvere. Come affronteranno la corsa, sia dal punto di vista tattico che tecnico. Van de Poel, Van Avermaet, ma anche Sagan e gli altri che bici useranno?

Scopriamo le bici dei favoriti e degli outsider. Vi anticipiamo subito che ci sono delle belle differenze e questo perché ci sono delle falle nel regolamento. L’Uci, più o meno volontariamente, non ha stabilito regole univoche sulla scelta delle bici. In soldoni: il mondiale è gravel, ma non tutti partono con bici gravel.

VdP ci ripensa…

Tra giovedì e venerdì soprattutto i corridori hanno fatto dei test sul tracciato (194 chilometri) che da Cittadella porta a Vincenza.

Mathieu Van der Poel parte da netto favorito. Sappiamo tutti del suo feeling con lo sterrato e con la potenza, che probabilmente sarà decisiva al pari delle scelte tecniche.

Il corridore della Alpecin-Deceuninck sembrava puntasse sulla Canyon Grizl ma dopo i test della vigilia ha deciso di cambiare totalmente rotta. L’asso olandese infatti userà la nuova Canyon Ultimate Cfr, una bici da strada. Bici che quest’anno aveva esordito al Delfinato.

VdP ha scelto questa bici. E l’ha scelta in tutto e per tutto con un assetto da strada, a partire dal gruppo che sarà lo Shimano Dura-Ace R9200. Come rapporti ecco una corona doppia 52-36 e un 11-34 al posteriore. Le ruote saranno le Shimano Dura Ace con profilo da 36 millimetri. Ruote che tra l’altro hanno un canale interno da 21 millimetri. E questo fa sì che l’olandese vi possa più sfruttare meglio coperture più larghe come le Vittoria Terreno da 33 millimetri. Questo è il vero elemento che cambia rispetto ad una bici total road.

E da strada sono anche i pedali. Segno che non ci sarà da mettere piede a terra, mentre ci saranno da scaricare sule pedivelle tanti watt e in questo caso i pedali da strada sono i migliori.

Greg il più gravel 

Greg Van Avermaet è forse il favorito numero due. Il corridore dell’Ag2R-Citroen correrà su una BMC Kasius.

«Tutto è stato fatto un po’ all’ultimo minuto – dice Stefano Cattai di Bmc – anche in virtù di un regolamento non chiarissimo, che consente l’utilizzo anche di bici da strada. Però Greg correrà con una Bmc Kaius. 

«La nostra idea alla fine è di andare su una vera gravel. Greg userà il gruppo Campagnolo Ekar. Avevamo anche pensato al Record Eps, quindi elettromeccanico, ma visto che i sobbalzi e le sconnessioni potrebbero portarlo al “crash mode”, abbiamo optato per un gruppo meccanico robusto».

Pertanto Van Avermaet userà un monocorona da 44 denti con al posteriore una scala 9-32. E sono molto gravelistiche anche le gomme che saranno le Pirelli Cinturato da 40 millimetri.

Ma anche per Van Avermaet il setup non è tutto gravel. Ci sono degli elementi stradistici, come il manubrio. «Greg – riprende Cattai – ha scelto un manubrio integrato in carbonio aero, con il quale si trova molto bene, ma l’attacco sarà più corto di un centimetro». Per mantenere inalterata la posizione infatti, ha dovuto fare così viste le diverse geometrie della Kaius rispetto alla sua Teammachine.

Sagan su Roubaix

E veniamo ai corridori supportati da Specialized. Tutti sappiamo come il brand californiano studi tantissimo i percorsi prima di scegliere una bici, ma al tempo stesso sappiamo quanto credano nel gravel. Eppure, ed è questa la sorpresa, Sagan, Oss e Ballerini correranno con la Specialized Roubaix. Mentre solo Stybar dovrebbe andare sulla gravel bike, Crux.

«La prima parte del percorso – spiega Giampaolo Mondini di Specialized – poteva far pensare ad un utilizzo anche di gomme più larghe, ma c’è la parte centrale che, è molto scorrevole e veloce, è molto molto lunga. Anche per noi tante decisioni sono state prese all’ultimo minuto, c’è stato un rincorrersi di informazioni».

«Sulla Roubaix vi possono alloggiare gomme fino a 33 millimetri e quindi ci siamo subito orientati su questa bici. L’unico dubbio fino al test di venerdì pomeriggio è stato sull’utilizzo delle ruote: le Alpinist o le Rapid a più alto profilo? Queste ultime pesano 200 grammi di più, ma torniamo al discorso della lunga parte centrale che è velocissima. Magari si sfruttano di più». E infatti Peter dovrebbe partire con le Rapid.

«Avevamo anche una terza opzione: le ruote Terra. Queste hanno un canale più largo che aiutano chi ha meno manico». Ma non è certo il caso di Sagan!

Outsider “cattivi”

E ci sono molti oustsider che sono pronti a lottare. Uno che potrebbe anche vincere è Nathan Haas. L’australiano, che ha sempre avuto la passione per l’offroad, fino allo scorso anno era nella fila della Cofidis, adesso fa parte in tutto e per tutto di un team gravel. Lui corre su Colnago. Userà una G3-X, probabilmente con gomme più filanti rispetto ai suoi standard da gare americane.

C’è poi Lachlan Morton della EF Education Easy Post. Morton come Haas è un esperto di gravel, anche se lui ha più una vocazione da viaggiatore. Per lui c’è la Cannondale Topstone. Mentre il compagno di squadra, Magnus Cort che nell’occasione veste i colori della Danimarca, ha optato per la Supersix Evo Se.

Non vanno dimenticati Alban Lakata, cinque volte campione del mondo marathon in mtb, e i due dell’Astana Qazaqstan: l’iridato U23 Fedorov e Miguel Angel Lopez, che benché piccolo, è un vero amante dell’offroad. Entrambi hanno scelto una Wilier Rave Slr con gomme da 33 millimetri.

E non dimentichiamo i nostri ragazzi a partire da Samuele Zoccarato. Il campione italiano stavolta sarà in sella alla sua Cipollini ma la nuova Ago. «La gamba c’è ma ci sarà sta spingere tanto – ha detto Zoccarato – Per quanto riguarda le gomme ho scelto dei tubeless da 36 millimetri con dei “salsicciotti” per le forature. Scalini e sassi comunque non mancano».

Ecco la nuova Inflite 2023: la regina del l’offroad

03.10.2022
3 min
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La pioggia, caduta incessantemente negli ultimi giorni, ci ricorda che l’estate è finita e sta arrivando l’inverno. Con esso l’attività di ciclismo si sposterà dalle lisce strade asfaltate ai sentieri fangosi ed impervi del ciclocross. Canyon, che del fango ha fatto il suo regno, lancia la nuova Inflite per la stagione 2023. Il marchio tedesco ha legato il suo nome a quello del fenomeno del ciclocross, e non solo, Mathieu Van Der Poel, che avrà presto l’opportunità di guidare la nuova Inflite. 

La Canyon Inflite CF SLX è la stessa che usa Mathieu Van Der Poel nelle gare di coppa del mondo
La Canyon Inflite CF SLX è la stessa che usa Mathieu Van Der Poel nelle gare di coppa del mondo

La preferita di VDP

La Canyon Inflite è la bici da cross di Van Der Poel, un binomio che ha vinto numerose prove di coppa del mondo. E’ costituita da quattro versioni diverse di telaio, tutte in carbonio. La Inflite 2023 si basa sul telaio già esistente, anche se non mancano delle modifiche, volte a migliorarne ulteriormente le prestazioni. La curvatura del tubo superiore è progettata per un pedalata senza sforzi eccessivi.

Il telaio, invece, ha una geometria che crea un perfetto equilibrio tra stabilità ed agilità: caratteristiche essenziali per eccellere nel ciclocross. Una delle modifiche principali è la sezione maggiorata tra forcella e ruota, così da diminuire l’accumulo di fango. La Inflite 2023 è pronta per gareggiare con componenti rinnovati e i misuratori di potenza Quarq e 4iiii disponibili su più modelli.

Viene usato il gruppo SRAM Force eTap AXS con cassetta posteriore 10-36
Viene usato il gruppo SRAM Force eTap AXS con cassetta posteriore 10-36

CF SLX 9 e CF SL

Per chi ama mettersi alla prova ai massimi livelli c’è la possibilità di avere la Inflite CF SLX 9, la stessa usata dai professionisti. Leggera, scattante e resistente. Insomma, un prodotto top di gamma. La base della CF SLX 9 è naturalmente il telaio costruito con un mix di fibre di carbonio ad alta resistenza ed alto modulo, al quale viene combinato il gruppo SRAM Force eTap AXS con cassetta posteriore 10-36. 

L’altra versione è la Inflite CF SL 8, costruita con un pacchetto di carbonio che la rende più accessibile. Il gruppo montato su questa versione è lo SRAM Rival eTap AXS senza fili. Della gamma CF SL è stata creata anche la versione CF SL 6, montata con una trasmissione Shimano GRX 600, freni a disco idraulici Shimano GRX e ruote in lega DT Swiss Cross LN robuste e tubeless ready.

Il cockpit ha dimensioni ridotte (nella taglia M misura 90 mm) per una posizione più comoda in sella
Il cockpit ha dimensioni ridotte (nella taglia M misura 90 mm) per una posizione più comoda in sella

Ruote specifiche

Tutte le versioni della nuova Inflite 2023 sono dotate di ruote in carbonio DT Swiss CRC, per ora ad uso esclusivo per il marchio di Coblenza. Il cerchio ha una larghezza interna di 22 millimetri, per ospitare pneumatici da ciclocross con misure fino a 33 millimetri. L’altezza del cerchio è di 45 millimetri per superare al meglio sabbia e fango senza sprofondare.

Canyon

Canyon affida a Wyman il proprio marketing sportivo

30.09.2022
3 min
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Per qualsiasi brand attivo nel mondo dello sport di alto livello assume sempre più importanza la gestione dei rapporti con i team e gli atleti sponsorizzati. Diventa quindi importante affidarsi a figure altamente professionali in grado di assolvere questo delicato compito nel migliore dei modi. Possiamo sicuramente inquadrare in tale prospettiva la recente nomina da parte di Canyon di Stefan Wyman nel ruolo di Head of Sports Marketing. Il suo compito sarà quello di curare e rafforzare i rapporti con atleti, team e ambassador di livello mondiale chiamati a collaborare con Canyon.

Canyon è un pioniere nell’innovazione, nella tecnologia e nelle prestazioni nel settore delle biciclette
Canyon è un pioniere nell’innovazione, nella tecnologia e nelle prestazioni nel settore delle biciclette

Grande esperienza

Stefan Wyman porta in dote a Canyon un’esperienza ultra ventennale nel mondo del ciclismo. Nel suo ricchissimo curriculum possiamo trovare la gestione di squadre di ciclismo professionistico ma anche la collaborazione con realtà specializzate nella componentistica legata alla bicicletta. Nella gestione di team e atleti, Wyman può inoltre vantare con giustificato orgoglio importanti successi nel mondo strada, mountain bike, ciclocross e gravel.

La sua ultima esperienza professionale, prima di entrare in Canyon, è legata all’agenzia di marketing sportivo Rasoulution. Si è trattato di un’esperienza molto importante che fra le altre cose gli ha permesso di mettere in contatto il marchio Canyon con rider di fama internazionale come ad esempio Fabio e Gabriel Wibmer.

Il nuovo ruolo Head of Sports Marketing permetterà a Stefan Wyman di essere il nuovo responsabile del marketing sportivo di Canyon guidando le future iniziative con clienti, partner e fan del brand tedesco.

Stefan Wyman ricoprirà il ruolo di responsabile del marketing sportivo
Stefan Wyman ricoprirà il ruolo di responsabile del marketing sportivo

La parola ai protagonisti

Stefan Wyman ha così commentato il suo nuovo ruolo: «Canyon è uno dei marchi di biciclette più innovativi e stimolanti che esistano al mondo. Voglio che le nostre squadre, i nostri atleti e ambassador sentano questa innovazione. Voglio che siano entusiasti delle nostre bici e siano ispirati a raggiungere prestazioni incredibili con loro, portandoci ad un nuovo livello di eccitazione nel ciclismo».

Simon Summerscales, Head of Marketing and Brand di Canyon ha così commentato l’arrivo di Stefan Wyman: «La nomina di Stefan ci aiuta ad aumentare la posta in gioco nella nostra ambizione di ispirare le persone a pedalare. La sua straordinaria esperienza sarà un forte vantaggio nella costruzione di partnership che funzionano da entrambe le parti. Siamo costantemente alla ricerca di nuovi modi in cui gli atleti Canyon possano essere fonte di ispirazione per il nostro pubblico. Nel suo nuovo ruolo, Stefan si occuperà di fare in modo che lavoreremo con gli atleti giusti nei modi giusti per creare narrazioni avvincenti, autentiche e stimolanti attorno alle nostre biciclette e alla nostra orgogliosa identità innovativa e orientata alle prestazioni».

Stefan Wyman lavorerà in Germania a stretto contatto con il quartier generale di Canyon a Coblenza. 

Canyon

La nuova Canyon Ultimate, family design e cuore diverso

08.09.2022
7 min
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E’ la quinta generazione della Canyon Ultimate, una bicicletta che è un riferimento per molti, emulata da tanti e portata in corsa già dal Tour dai corridori del Movistar Team.

La nuova Ultimate trova nella leggerezza e nell’equilibrio prestazionale i suoi punti di forza e, pur mantenendo un design che la rende simile alle generazioni precedenti, il layout del carbonio è stato cambiato in toto.

Canyon Ultimate CFR Di2
Canyon Ultimate CFR Di2

Nuova Ultimate, “perfect balance”

Ci sono voluti più di 24 mesi per far scendere in campo questa versione della Ultimate, progetto che rappresenta anche l’investimento più oneroso nella storia delle biciclette road dell’azienda tedesca. Il risultato è una bicicletta senza compromessi, sviluppata e prodotta utilizzando cinque pilastri: leggerezza e rigidità, aerodinamica ( grazie al contributo di Swiss Side), comfort e longevità.

Questi cinque fattori collimano in maniera ottimale, perché in tutte le versioni si riscontrano dei valori alla bilancia molto ridotti, che non sacrificano l’equilibrio e la sicurezza, ma anche la durata del carbonio. La nuova Canyon Ultimate è una bicicletta comoda e adatta a differenti tipologie di utenti, comfort che arriva anche dalle geometrie non estreme.

Però è più rigida del 15%, se comparata con la versione precedente e a parità di allestimento ha un’aerodinamica più efficiente (è stato quantificato un risparmio di 10 watt a 45 kmh, watt che diventano 5 con la simulazione completa con il ciclista sulla bici).

Cosa cambia

Le forme della nuova Canyon Ultimate sono funzionali alla performance e abbiamo una sorta di family feeling design che presenta delle variazioni rispetto alle vecchie Ultimate.

La tubazione dello sterzo ha uno shape frontale arrotondato e ha una superficie risicata. E’ più squadrata e rinforzata della parte bassa dove si unisce con l’obliquo.

E’ stato cambiato il diametro dello stelo della forcella, che ora non è più oversize e si interfaccia perfettamente con il cockpit integrato CP0018, mutuato dalla Aeroad (anche la serie sterzo è comune alla Aeroad).

Il nodo sella ha un volume maggiore ed ha delle linee più marcate. I due foderi obliqui si innestano con un ingresso più ampio. Qui c’è anche la vite di chiusura del seat-post (che ora ha una forma D-Shape). Il nuovo reggisella è arrotondato nella parte frontale e con il profilo tronco in quella posteriore. E’ full carbon ed è disponibile con due arretramenti: zero off-set (70 grammi) in dotazione alla CFR, con un seat-back di 20 millimetri (110 grammi) disponibile su CF SLX e SL. I seat-post D-Shape sono comunque compatibili con le tre piattaforme Ultimate.

I forcellini del carro posteriore sono più armonici, con un design minimalista. Inoltre, le sezioni del carro vicine al movimento centrale sono state oggetto di un importante rinforzo. Queste due tubazioni hanno un’evidente asimmetria nel punto di innesto.

Batteria Di2 nell’obliquo

La scatola del movimento centrale è stata maggiorata nella parte superiore dove si unisce il piantone. Quest’ultimo è dritto e non presenta più la svasatura per il passaggio della ruota. Tornando alla scatola centrale è anche il punto d’ingresso per l’alloggio della batteria Di2, che ha la sede nella parte più bassa del profilato obliquo.

Si possono montare coperture fino a 32 millimetri di sezione (la soluzione ottimale per questa bicicletta è la combinazione 25 frontale e 28 posteriore). Il carro posteriore e la forcella offrono ampio spazio, il che amplia il range di sfruttabilità anche delle nuove ruote con cerchio largo.

Rimane la totale compatibilità anche con le trasmissioni meccaniche.

Ampio passaggio per le gomme
Ampio passaggio per le gomme

Un progetto, tre piattaforme

C’è la Ultimate CFR. Adotta un carbonio e delle resine differenti rispetto alle CF SLX e CF SL. La CFR è una bicicletta hors categorie in tutto, anche negli allestimenti. Per gli amanti delle bici superleggere: la CFR Di2 taglia M ha un peso di 6,2 chilogrammi (ma colpisce la CF SLX 9 Di2, una vera race ready, che ha un peso dichiarato di 6,8).

Le taglie per ogni versione ed allestimento sono 8 (7 per la CFR che parte dalla 2XS), dalla 3XS fino ad arrivare alla 2XL. Le misure 3XS 3 2XS danno la possibilità di montare anche le ruote con diametro 650b (solo per gli allestimenti CF SLX e SL). Le geometrie sono state mutuate dalla piattaforma Aeroad.

Canyon Ultimate CFR

E’ disponibile nelle due configurazioni Di2 e eTap, ma anche come frameset. Il primo allestimento, citato in precedenza e soggetto della nostra prova ha un prezzo di listino di 10.499. Ci vogliono 10.999 euro per la combinazione Sram eTap/Zipp 353 NSW ed entrambe hanno il power meter compreso nell’allestimento. 4.999 euro invece per il framekit con il cockpit. Ha un valore dichiarato alla bilancia di 2,7 chilogrammi (762 grammi il solo telaio con la minuteria).

La CF SLX

Stesse forme e geometrie della CFR, ma con un layup dal carbonio differente. Gli allestimenti sono tre: 8 eTap, 8 Di2 e 9 Di2, con prezzi rispettivamente di 6.299, 6.499 e 8.699 euro. Le prime due prevedono le trasmissioni Sram Force eTap (power meter incluso) e Shimano Ultegra Di2 (con il misuratore 4iiii), le ruote DT Swiss ARC1400 per entrambe. L’allestimento 9 Di2 invece ha il pacchetto Shimano Dura Ace (power meter incluso) e la versione ARC1100. Il valore alla bilancia del telaio con la minuteria è di 846 grammi.

La CF SL 8 Aero
La CF SL 8 Aero

Canyon Ultimate CF SL

Nessuna variazione nel design, ma cambia ancora la struttura del carbonio, votata ad ottimizzare il rapporto tra qualità e prezzo. I modelli della categoria CF SL sono cinque in totale. Si parte con le 7 e 8 con le trasmissioni meccaniche Shimano 105 e Ultegra: 2.699 e 3.199 euro. Si prosegue con 7 eTap (3.799 euro), 7 Di2 (3.999) e 8 Aero (4.999), quest’ultima ha un valore alla bilancia di 7,26 chili e porta in dote le ruote DT Swiss ARC1600. Il telaio ha un peso dichiarato di 1,06 chilogrammi con la minuteria.

In action all’alba sulla Costa Azzurra (foto Canyon / Jojo Harper)
In action all’alba sulla Costa Azzurra (foto Canyon / Jojo Harper)

Test CFR Di2 (taglia S)

Il rapporto che si instaura con la bicicletta è immediato. E’ facile da guidare, non è scomoda e ha una geometria che non obbliga a fare dei sacrifici.

In discesa è una spada ed è stabile, due fattori non scontati se consideriamo il peso ridottissimo (scriviamo di un bici test da 6,2) e una rigidità che non fa fatica a venire fuori. L’angolo del piantone scaricato a 73,5° è un vantaggio da non sottovalutare, perché aiuta a tenere il peso del corpo verso il retrotreno. Con un paio di ruote dal profilo medio e dei tubeless di buon livello, la sua resa potrebbe migliorare ulteriormente.

La salita, il suo pane. Ci si aspetta una bici di questa caratura e in grado di essere un vantaggio a favore della prestazione; sostiene tantissimo le azioni in fuori sella. Le Mon Chasseral di DT Swiss non sono ruote estremamente rigide, anzi, sono piuttosto confortevoli pur avendo una canale interno ridotto (rispetto agli ultimi standard previsti dal mercato).

E’ anche veloce, confermando la versatilità che contraddistingue da sempre il progetto Ultimate, con una ciclistica che nella totalità tiene conto del binomio bici/ciclista.