Di Bernardo, figlio d’arte. Salito il primo gradino

10.06.2022
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«Sicuramente non ho fatto ancora niente – dice Marco Di Bernardo – ho vinto una bella corsa, però la stagione è ancora lunghissima e poi comunque la carriera, ammesso che di carriera si possa già parlare, è più lunga ancora».

Metà settimana dopo la più bella vittoria da quando è junior, il Gran Premio dell’Arno a Solbiate Arno (foto Rodella in apertura), lo junior della Borgo Molino Rinascita Ormelle, che aveva già vinto a Pescantina in aprile, ha però i piedi per terra. Non a caso abbiamo iniziato questo viaggio nella sua storia partendo dalla fine: non sarà troppo già un articolo? La sua risposta invita a continuare, anche conoscendo la storia alle spalle. Sua madre è Nada Cristofoli, azzurra negli anni 90 e vincitrice di tre tappe al Giro e di una maglia tricolore su pista. Suo padre è Carlo Di Bernardo, negli stessi anni dilettante al Caneva.

Sul podio di Solbiate Arno, Di Bernardo fra Leali e Borgo (foto Rodella)
Sul podio di Solbiate Arno, Di Bernardo fra Leali e Borgo (foto Rodella)

«Però la vittoria resta bellissima – sorride – tanta emozione. Fino a ieri ancora non ci credevo. Sono cose che comunque restano impresse per un bel po’ e danno motivazione per far meglio. Speriamo davvero di far meglio…».

Marco ha compiuto 18 anni il 9 febbraio e ha l’aspetto di un atleta ancora in crescita. Non ha la definizione dei tanti chilometri e nelle gambe poche corse a tappe. Lo scorso anno ha concluso un bel Giro del Friuli, finora nel suo programma ci sono state corse di un giorno, ma la stagione è lunga e la prospettiva è di alzare ulteriormente il livello.

Eri andato in Lombardia sapendo di poter vincere?

Nella mia testa, volevo vincere. E’ comunque una classicissima e quando vai a correre, non è mai per far secondo: cerchi sempre di portare a casa il massimo risultato. Sicuramente non ero tra i primissimi favoriti, però per come si è messa la corsa, sono riuscito a interpretarla bene.

La corsa è stata decisa da una fuga portata via al terzo di 10 giri da Alessandro Borgo (Work Service), Diego Bracalente (Scap), Di Bernardo (Borgo Molino) e Martic Jurik (Adria Mobil). A due giri dalla fine, lo slovacco è caduto e proprio nell’ultimo giro i tre di testa sono stati raggiunti da Leali (Team Giorgi), Franzosi (Aspiratori Otelli) e Volpato (Giorgione). Nella volata di sei, Di Bernardo ha alzato le braccia al cielo.

Dopo la vittoria 2020 del GP Rinascita Ormelle, con la madre Nada Cristofoli e il padre Carlo (fofo photors.it)
Dopo la vittoria 2020 del GP Rinascita Ormelle, con la madre Nada Cristofoli e il padre Carlo (fofo photors.it)
Perché sei salito su una bicicletta?

Penso sia un po’ scontato (sorride, ndr), con i miei che hanno corso. Il ciclismo è di famiglia, avevo mio fratello che correva, andavo alle gare e così è nata la passione.

Colleoni, figlio di Imelda Chiappa, non ha mai chiesto molto alla madre della sua carriera…

Sinceramente ho cominciato a capire un po’ di quello che aveva fatto nelle categorie esordienti. Prima più che altro ero spensierato, ero ancora un po’ bambinotto, quindi non capivo ancora bene. Adesso ne sono consapevole.

Andare in bici è ancora un gioco? 

Ormai il ciclismo è diventato molto precoce, quindi bisogna stare al passo con gli altri. Molte squadre pro’ stanno creando team giovanili, quindi è ancora un gioco perché comunque non si parla di lavoro e stipendi, però sicuramente bisogna impegnarsi durante la settimana a fare la vita da corridore. Perché sennò si va in gara e si prendono delle legnate. Non dico la vita del professionista, perché penso sia esagerato. Però sul piano di allenamenti, recupero e alimentazione bisogna stare attenti. Col cibo non ho problemi, si tratta di mangiare sano. E allenarsi è necessario.

Di Bernardo in azione al GP FWR Baron che si è corso a maggio (foto photors.it)
Di Bernardo in azione al GP FWR Baron che si è corso a maggio (foto photors.it)
Pensi che se ti offrissero di passare subito, andresti?

Sicuramente la voglia di passare subito c’è, però poi bisogna anche ragionarci sopra e fare la scelta giusta. Ho l’esempio di due miei compagni dell’anno scorso, Pinarello e Bruttomesso. Uno ha fatto la scelta di passare subito, Pinarello, però sta seguendo un calendario da under 23. Invece Bruttomesso sta facendo un anno da U23 e poi passerà. Io sarei più propenso a fare come lui, a seguire il suo percorso. 

Come ti trovi alla Borgo Molino? Guardando da fuori si nota che puntano molto al risultato, facendo in modo che i ragazzi si specializzino in ciò che gli viene meglio…

Nel senso che uno veloce difficilmente viene portato a fare le corse dure? Sono d’accordo, è una cosa che serve. Secondo me non tutte le gare, ma alcune per fare esperienze sono necessarie. Perché da under 23 le corse sono più dure, anche quelle piatte, figurarsi da professionisti. Bisogna fare esperienza, non è sbagliato. Io sto facendo così già dall’anno scorso. Mi trovo benissimo, sono con loro da 4 anni ormai e ad ogni stagione sto meglio, con i compagni e lo staff.

Lo scorso anno, Di Bernardo è stato 10° al Giro del Friuli, vinto dal compagno Pinarello, a destra (foto photors.it)
Lo scorso anno, Di Bernardo è stato 10° al Giro del Friuli, vinto dal compagno Pinarello, a destra (foto photors.it)
L’obiettivo in questa fase è trovare squadre per il 2023?

Trovare la squadra per il prossimo anno è importante, però adesso il mio sogno è la maglia azzurra e speriamo di continuare bene dopo questa vittoria, così da provare a indossarla. So di dover lavorare. Il mio punto di forza magari è la visione di corsa. Sono uno che comunque riesce a capire la fuga e  dove attaccare. Per contro, il mio punto debole sono le salite lunghe, lì faccio fatica.

Vittoria a parte, quando ti sei sentito forte?

A livello di sensazioni, mi sono sentito bene anche alla Coppa Montes, c’erano team importanti. Vlot che ha vinto era del Team Auto Eder, settore giovanile della Bora Hansgrohe. E poi c’era anche Kadlec. Secondo è arrivato il mio compagno Pajur. A me sono mancate le gambe sull’ultima salita, mi sono staccato negli ultimi 200 metri. Una bella prestazione, terzo italiano all’arrivo. Poi ho avuto un periodo un po’ no di 2-3 settimane e alla fine sono tornato in forma.

Marco Di Bernardo è nato il 9 febbraio del 2004, vive a Carpaccio di Dignano e corre alla Borgo Molino
Marco Di Bernardo è nato il 9 febbraio del 2004, vive a Carpaccio di Dignano e corre alla Borgo Molino
Quale il tuo programma? Farai corse a tappe?

Adesso finisco la scuola. La prossima settimana corro a Pieve di Soligo, internazionale. L’anno scorso ho fatto 10° al Giro del Friuli al primo anno da junior. Dovevo fare il Lunigiana, ma ho avuto il covid. Quest’anno proverò ad andarci per fare esperienza e proverò a raccogliere anche qualcosa. Alla presentazione si disse che saremmo andati a fare gare a tappe all’estero, ma non ne so di più. Bisognerebbe chiedere alla squadra.

Cosa dicono i tuoi genitori?

Sicuramente quando vinco, i miei sono i primi a emozionarsi ed è bello così. Mi danno stimoli e consigli, poi è ovvio che quando sono in corsa, ascolto quel che dice la squadra. Quando parlo con mio padre e mia madre, sono in grado di dirmi se ho sbagliato qualcosa, come è giusto che sia, avendo corso in bici per tanti anni.

Pavoncelli 2022

Il poker della Borgo Molino, che comincia a raccogliere i frutti

19.04.2022
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Nel fiume di gare fra juniores e under 23 che si stanno disputando in queste settimane, una ha lasciato decisamente il segno. Al 22° Gran Premio Salumificio Pavoncelli, classica del calendario junior a Santa Lucia di Pescantina (VR) la Borgo Molino Rinascita Ormelle ha piazzato primo Marco Di Bernardo, secondo Matteo Scalco (i due nella foto di aperura Scanferla), terzo Alessio Delle Vedove e quarto Matteo De Monte. Un poker che ha lasciato attoniti, schiacciato la concorrenza e che non è arrivato per un caso, ma è il frutto di un grande lavoro di base.

A distanza di qualche giorno, nella voce del diesse Christian Pavanello c’è ancora traccia di quelle emozioni vissute in Veneto. «Abbiamo cercato di costruire la vittoria, certo non pensavamo che arrivasse in maniera tanto eclatante, ma avevamo impostato il treno considerando la curva che c’era a 500 metri dal traguardo. Lì si è formato un buco e i primi due si sono potuti avvantaggiare, gli altri hanno comunque continuato a sprintare. Così è nato questo bellissimo poker».

Borgo Molino 2022
Il gruppo della Borgo Molino: Pavanello è il terzo in piedi da sinistra
Borgo Molino 2022
Il gruppo della Borgo Molino: Pavanello è il primo in piedi da sinistra
E’ la classica ciliegina sulla torta di un ottimo inizio di stagione…

E’ la nostra quarta vittoria nel 2022, sta davvero funzionando tutto. Venivamo da una bella annata, ma si sa che quando le cose funzionano è difficile ripetersi, partire allo stesso livello non è scontato.

Quanti corridori fanno parte del vostro roster?

Ne abbiamo 14, di cui 8 sono al secondo anno. Non sono tutti dello stesso livello, io dico che almeno 5 sono pronti a passare di categoria. Su questo mi preme fare un ragionamento: compito di un diesse è anche capire se a quest’età è giusto insistere o è meglio dedicarsi allo studio e cercare altre strade. Io devo essere sincero, non illudere i ragazzi. Qualcuno ha tutto per continuare, altri no.

Te la senti di fare qualche nome?

Delle Vedove è davvero un corridore completo, veloce quanto basta ma adatto a qualsiasi tipo di percorso e può dire la sua. Poi Vladimir Milosevic ha sicuramente delle qualità, anche lui può far bene su vari tracciati, soprattutto quelli duri. Giovanni Cuccarolo è un ragazzo di talento che può emergere, ma nel complesso ce ne sono che fanno ben sperare. Noi non possiamo far altro che accompagnarli verso il grande salto, ma senza mentire, per il loro bene.

Delle Vedove 2022
Delle Vedove a suon di risultati si è guadagnato la maglia azzurra per la Roubaix (foto Scanferla)
Delle Vedove 2022
Delle Vedove a suon di risultati si è guadagnato la maglia azzurra per la Roubaix (foto Scanferla)
Una scelta coraggiosa, in un ciclismo nel quale tutti guardano ormai proprio alla vostra categoria come serbatoio diretto per il professionismo…

Se hai doti e mentalità è giusto insistere, altrimenti ti fai solo del male, questo insegno ai ragazzi. E’ un’età delicata, dove non bisogna mai dimenticare che c’è prima la scuola, che non deve mai essere trascurata e per molti deve rimanere la strada primaria. Non tutti possono essere all’altezza.

Questo discorso però coinvolge anche il mondo dei procuratori, che fanno il loro interesse cercando di piazzare più corridori possibile.

Non la vedrei in maniera così negativa. La figura del procuratore ormai è presente da anni nel nostro mondo, ne abbiamo anche nel nostro mondo giovanile, non dobbiamo escluderli, ma altrettanto non devono fare loro. Bisogna lavorare insieme, promettere mari e monti non conviene neanche a loro. C’è chi lavora bene, chi è al servizio dei ragazzi e chi invece fa solo i propri interessi, ma sono sicuro che a lungo andare non durerà…

Cuccarolo 2022
Giovanni Cuccarolo, uno dei più promettenti del team trevigiano (foto Scanferla)
Cuccarolo 2022
Giovanni Cuccarolo, uno dei più promettenti del team trevigiano (foto Scanferla)
Avete anche una società allievi, che tra l’altro ha ottenuto un importante successo nella stessa giornata di Pescantina…

Sì, sono 9 ragazzi del nostro vivaio. Noi collaboriamo poi con alcune società del territorio, diamo loro anche un sostegno per l’attività, in questo modo il movimento cresce nella maniera giusta. Le due nostre società sono dello stesso gruppo, ma chiaramente sono distaccate nella loro gestione e nella loro attività, come anche nella concezione stessa di essa.

In che senso?

Fra gli allievi si coniuga l’agonismo con quello che è e resta ancora uno strumento di divertimento. Si danno ai ragazzini gli erudimenti per poi fare l’attività fra gli juniores. Il fatto è che rispetto ai miei tempi si è accorciato tutto, già da junior ti trovi di fronte al bivio se proseguirai la tua attività in maniera professionale o come amatore. E sinceramente mi pare un po’ presto.

Bruttomesso, secondo ritiro alle spalle. Fra poco si comincia

28.01.2022
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Il suo biglietto da visita non poteva passare inosservato e gli è valso il passaggio nella Zalf Desiree Fior. L’anno scorso da junior di secondo anno, Alberto Bruttomesso ha conquistato nove successi personali (tra cui il campionato regionale veneto in linea e una semitappa al Lunigiana) e due cronosquadre con la sua Borgo Molino Rinascita Ormelle (prima frazione al Giro del Friuli Venezia Giulia e il campionato italiano di specialità). Non solo, le sue prestazioni gli hanno fatto guadagnare anche la convocazione in nazionale ai mondiali di Leuven

«Quando è arrivata la chiamata della Zalf – ci confida al telefono il vicentino (in apertura nella foto Scanferla) – non ci ho pensato due volte. E’ una squadra attrezzata, storica e anche comoda per me. Mio padre quando correva tra i dilettanti negli anni ’90 la vedeva già come il top per la categoria».

I ritiri sono serviti a Bruttomesso per conoscere i compagni e fare bei blocchi di lavoro (foto Scanferla)
I ritiri sono serviti a Bruttomesso per conoscere i compagni e fare bei blocchi di lavoro (foto Scanferla)

Da qualche settimana il classe 2003 vicentino di Valdagno – paese in cui è nato, vive e studia elettronica all’Istituto tecnico Marzotto-Luzzattiha ufficialmente iniziato la prima stagione da U23 con i due ritiri a Castelfranco Veneto (sede della Zalf). Uno prima di Natale, il secondo finito il 23 gennaio. Lui è un ragazzo pragmatico e guarda già avanti, tra esordio con la nuova maglia e maturità.

Alberto come sta andando questo inverno?

Molto bene. Ho staccato col mondo junior, sono già concentrato sulla nuova categoria. Ho fatto la prima parte alternando bici e palestra. Da circa due settimane sto uscendo solo in bici. I due ritiri sono andati bene, utili soprattutto per conoscere meglio i compagni più grandi. Siamo in 6/7 che abbiamo un trascorso nel Borgo Molino, come Stefano Cavalli con cui ho corso negli ultimi due anni.

Come ti stai organizzando tra scuola e allenamenti?

Ho buoni voti e mi gestisco bene. Durante la settimana, avendo lezione, esco da solo e faccio tra le due e le tre ore. I miei professori sanno dei miei impegni e mi supportano. Ho una carta-atleta da utilizzare per eventuali agevolazioni come le assenze. Ma sia in passato che finora non ho mai sforato le ore massime consentite. Nel weekend invece mi faccio accompagnare dai miei fino a Schio e da lì parto insieme ad altri 4/5 compagni e facciamo quattro o quattro ore e mezza. Diciamo che rispetto all’anno scorso sento la differenza degli allenamenti.

In azione al Gp DMT-Casteldario dello scorso anno, in cui ha vinto 9 corse (foto Scanferla)
In azione al Gp DMT-Casteldario dello scorso anno, in cui ha vinto 9 corse (foto Scanferla)
Il primo anno da U23 solitamente è diviso in due. Fino alla maturità e dopo.

Sarà così anche per me. Gianni Faresin ha previsto tabelle specifiche di allenamenti e gare per noi che andiamo ancora a scuola. D’altronde loro vogliono che prima pensiamo ad andare bene lì, poi dopo gli esami mi concentrerò solo sulla bici.

Il tuo debutto quando è previsto?

Potrebbe essere la San Geo del 26 febbraio, mi piacerebbe correrla, ma non è ancora certo nulla. In alternativa correrei la settimana dopo. Comunque ci saranno tante corse da fare nei primi mesi.

Lo scorso anno al GP Rinascita, Bruttomesso assieme al “gemello” Ursella, andato alla Dsm Development
Lo scorso anno al GP Rinascita, con Ursella, andato alla Dsm Development
Alcuni junior, tra cui Pinarello, sono passati professionisti. Sei pentito della tua scelta?

No, minimamente. Per me è stata la decisione migliore, considerando l’impegno della scuola. Poi ognuno fa la propria scelta. Alessandro va forte ed è andato in una squadra che ha tenuto conto della sua età così potrà seguire il suo percorso di crescita. Mi sento di dire però che di Evenepoel ce n’è uno e talvolta può essere un rischio fare il salto che ha fatto lui.

Alberto, a questo punto cosa ti aspetti dal 2022?

Non ho pressioni da parte della squadra. Voglio aiutare i miei compagni. Personalmente non ho particolari aspettative, non ho fretta. Sono un velocista che tiene bene nelle brevi salite e vorrei sviluppare meglio le mie caratteristiche. So che sentirò la differenza nelle gare, ma al momento la preparazione c’è, è buona e mi sento pronto.

Juniores, tre squadre che brinderanno al 2021

15.10.2021
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Abbiamo analizzato a fondo la categoria juniores, dove il livello si è alzato notevolmente negli ultimi anni. Ma per capire ancora meglio in che modo si lavora e come si organizza l’attività in una squadra di ragazzi, ancora molto giovani, abbiamo deciso di interpellare tre diesse di altrettante squadre. Abbiamo selezionato i team che si sono distinti per i risultati ottenuti nella stagione appena conclusa e nel nostro dietro le quinte si sono scoperte delle cose davvero interessanti. Le squadre sono: Borgo Molino Rinascita Ormelle, Team Giorgi e Casano Matec.

Borgo Molino, c’è la plurima

«In questa stagione abbiamo lanciato verso la vittoria 10 ragazzi su 14 – inizia così Cristian Pavanello, diesse della Borgo Molino -. Per chi ci guarda da fuori viene facile pensare che una squadra come la nostra possa concentrarsi solamente su pochi corridori ma non è così.»

In che modo gestite l’attività?

La prima cosa da dire è che noi abbiamo un’affiliazione plurima, vuol dire che sotto lo stesso nome, Borgo Molino, abbiamo due selezioni: una in Veneto ed una in Friuli. Un motivo è legato agli sponsor, visto che arrivano dalle due regione è giusto dare visibilità. Un secondo motivo è che a livello regionale ci sono dei blocchi perché alcune regioni non rilasciano il nulla osta ai corridori per correre in regioni diverse. Quando si corrono le gare regionali le squadre come la nostra hanno un tetto massimo di corridori da portare, cioè 12.

Come fate a farli correre tutti?

Nel pieno della stagione, in estate, visto che i ragazzi d’inverno vanno ancora a scuola, partecipiamo a due corse nel weekend così da impegnarli tutti. È un bel dispendio di energie e risorse ma è giusto che tutti i ragazzi abbiano le stesse possibilità.

Come gestite gli allenamenti nel periodo scolastico?

Siamo tre diesse e ci dividiamo le zone: due sono in Veneto ed uno in Friuli, durante la scuola non facciamo muovere i ragazzi, si allenano divisi per microregioni. Studiare è la cosa più importante per loro, il ciclismo deve essere un divertimento, poi, come in tutti gli sport, è bello quando vinci – dice Cristian con una lieve risata.

Le bici e l’abbigliamento da dove li prendete?

Le bici ce le dà Pinarello, con Fausto c’è un rapporto di amicizia incredibile e lui ha piacere nel darci i mezzi. L’abbigliamento ce lo fornisce Mem, le scarpe Gaerne ed occhiali e caschi Ekoi.

Team Giorgi, affiliazione unica

«Siamo da 25 anni nel mondo degli juniores – ci dice Leone Malaga diesse del Team Giorgi-. Fino a poco tempo fa avevamo anche la categoria allievi ma abbiamo dovuto abbandonare il progetto perché da noi (Provincia di Bergamo, ndr) ci sono troppe squadre. Noi abbiamo l’affiliazione unica quindi possiamo schierare tutti i nostri corridori nelle gare regionali».

Qual è la parte più difficile del non avere un vivaio?

Sicuramente trovare dei ragazzi stagione per stagione, la nostra squadra ha la fortuna ed il merito di essere molto conosciuta ma è comunque complicato. Lo è perché i ragazzi, tra le categorie esordienti ed allievi, hanno un vincolo con le società di appartenenza, che si scioglie quando passano Juniores.

Anche voi avete un bel numero di corridori.

Siamo sempre tra i 13 ed i 14 ragazzi. Abbiamo la fortuna di averli tutti vicini e riusciamo a gestire bene l’attività. Ci affidiamo al nostro medico sociale per le visite e ad un dietista per consigliare un’alimentazione corretta. Non facciamo diete ferree, a questa età non serve, il dietista fornisce delle linee guida ma poi i ragazzi sono liberi.

Per gli allenamenti?

Le tabelle le preparo io e tramite una piattaforma i ragazzi caricano l’allenamento e io posso seguire i loro progressi. Ovviamente questa cosa è possibile perché tutti i ragazzi sono forniti di potenziometro.

Insomma, dei piccoli professionisti

Il livello si è alzato molto, la nostra squadra partecipa per il 50 per cento delle corse a gare nazionali ed internazionali. Si è visto anche dalle gare più recenti come il livello sia ormai davvero elevato, non si può nascondere, anche i mezzi sono al top e l’abbigliamento è di ultima generazione

Casano Matec, fra Toscana e Liguria

«La nostra fortuna,durante il lockdown è stata la pista. Ho chiesto a Marco Villa se si potessero fare delle prove e mi ha detto di sì. Da lì è iniziata una collaborazione continua», parte con entusiasmo Giuseppe Di Fresco diesse della Casano Matec. Del loro impegno con la pista ve ne avevamo già parlato.

«Anche noi abbiamo la doppia affiliazione, una toscana con 10 corridori ed una ligure con gli altri 4. Da quest’anno organizziamo anche il Giro della Lunigiana, insomma gli impegni non ci mancano. Noi abbiamo tutto il vivaio completo, dagli esordienti fino agli juniores, ci coltiviamo i talenti in casa. E’ logico che qualche ragazzo lo prendiamo anche da fuori soprattutto per gli Junior ma direi che abbiamo un’ottima percentuale di passaggi di categoria».

Anche voi avete il problema di allenarvi tutti insieme vista la distanza?

Sì, però io ho una casa, soprannominata ormai “casina” dove facciamo molti ritiri, anche prima delle gare. È un modo per stare tutti insieme, si fa gruppo e ci si diverte, il sabato dopo scuola si prendono i ragazzi e si va lì e facciamo il ritiro pre-gara.

Un vero punto di riferimento questa “casina”

Ci troviamo molto spesso, ad inizio stagione per i test ed i controlli, ai quali partecipa anche Erica Lombardi, dietista che lavora con Astana. Abbiamo anche un osteopata, un massaggiatore, un medico sociale ed un biomeccanico, preferisco avere tutto sotto controllo.

De Pretto, la San Geo e subito a Larciano

19.02.2021
5 min
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Dalla Borgo Molino-Rinascita Ormelle alla Beltrami Tsa-Tre Colli, Davide De Pretto metterà il naso tra i professionisti alla seconda corsa da U23. Debutterà alla San Geo, poi correrà a Larciano. Questo è il nuovo corso del ciclismo che ti fa crescere più in fretta, ma non si sa ancora dove ti condurrà. La curiosità è che a guidare il vicentino nella nuova avventura sarà Orlando Maini, uno che della vecchia scuola ha fatto la sua bandiera.

«Non doveva fare neanche la San Geo – dice il tecnico bolognese – però nei piccoli training camp che abbiamo fatto, mi sono accorto che va bene e tutto sommato questo debutto sarà un’esperienza che merita. E poi a Larciano, su strade in cui da junior ha sempre fatto bene, prenderà contatto con quello che lo aspetta. Questo è il ciclismo di adesso, in cui cominciano ad andare forte da ragazzini e potrebbero smettere prima di quanto siamo abituati».

Nel 2020 ha vinto il Giro del Friuli, qui a Fontanafredda, 3ª tappa
Nel 2020 ha vinto il Giro del Friuli, qui a Fontanafredda, 3ª tappa

Cross sospeso

De Pretto ha i capelli corti, il viso già scavato e lo sguardo di uno che forse sa già cosa vuole. Compirà 19 anni il 19 aprile e nella scorsa stagione è stato fra gli juniores più in vista, come rilevato anche dal cittì De Candido. Si è portato a casa il Giro di Primavera, valido come campionato regionale, e la classifica finale del Giro del Friuli. Oltre a 8 piazzamenti fra i primi 10. A fine anno, a cose normali, avrebbe poi iniziato con il ciclocross, dato che il vicentino finora è stato soprattutto una stella del fuoristrada invernale, con tre campionati nazionali in quattro stagioni e vittorie in classiche come il Guerciotti e Saccolongo.

«Quest’anno però – racconta – ho scelto di cambiare e concedermi un vero periodo di stacco, del cross se ne riparlerà semmai al secondo anno da U23. Sin da esordiente le mie stagioni sono state un continuo fra estate e inverno. Mollavo un po’ la strada ad agosto per iniziare il cross, ma di fatto uno stacco così lungo non l’avevo mai fatto. Dovendo iniziare una preparazione più importante, fatta di allenamenti diversi e molte più ore, abbiamo preferito fare così».

Davide De Pretto ha corso fino al 2019 nel cross, conquistando 3 tricolori
Davide De Pretto ha conquistato 3 tricolori nel cross

Riposare fa bene

Maini è uno che con i giovani ci sa fare e se ti dice che un corridore è sveglio, ha qualità ed è molto determinato, vuol dire che la base su cui costruire l’ha già individuata.

«E’ uno che ascolta – dice – viene fuori dal cross ed è abituato alla fatica. La decisione di staccare quest’anno viene dal fatto che esce da tre anni a ciclo continuo e in un passaggio di categoria così importante aveva diritto e anche bisogno di prendersi il suo tempo. Riposare fa bene. Per com’erano le sue stagioni, partiva subito forte su strada perché ci arrivava con la condizione del cross. E lui non è uno che nel cross andava per partecipare, ha sempre corso per vincere. A quell’età, se si inceppa qualcosa, poi sono guai. E mi sono chiesto: ha rinunciato a qualcosa per fare tanta attività? Ad esempio si è meravigliato di avere la bici da crono. Ecco, da junior non ne ha mai fatta una e se c’è stata, ha usato la bici da strada. Queste sono valutazioni di crescita che vanno fatte. Van Aert e Van der Poel d’estate a 17-18 anni forse non hanno fatto la sua stessa attività su strada, per capirci».

Nel 2019 a San Martino Buon Albergo, campione regionale veneto su Alessio e Raccani
Nel 2019 a San Martino, campione regionale su Alessio

Assaggi di crono

Davide ha iniziato a correre da G1 al suo paese, che si chiama Piovene Rocchette e sta in provincia di Vicenza.

«Io volevo fare calcio – sorride – però mio padre che era grande appassionato di bici, mi propose di provare col ciclismo. E siccome vennero subito buoni risultati, non ho più smesso. D’inverno mi piace il cross, d’estate la strada. E’ difficile scegliere quale preferisca, diciamo che siamo 50 e 50. E’ stato strano non avere nemmeno a casa la bici da cross quest’inverno, ma non mi sono perso neanche una gara in tivù. Van Aert e Van der Poel sono fenomeni soprattutto per come gestiscono le loro stagioni. Grazie al cross sono cresciuto. Riesco a sopportare molti cambi di ritmo, riesco a stare più a lungo in soglia. Per adesso in salita me la cavo, forse soffro quelle molto lunghe. E però se c’è una volata di gruppetto, me la gioco. A crono non lo so, non le ho mai fatte. Si vede che la squadra è attrezzata come nei pro’, perché già a novembre mi hanno dato la bici da strada. La Argon 18 in salita è più leggera della Pinarello che avevo l’anno scorso, ma in pianura è meno aerodinamica. Poi in ritiro, a Praticello vicino Parma, è arrivata anche quella da crono. La uso due volte a settimana, quando faccio meno ore. Perché adesso si sta tanto in sella. In ritiro una volta ne abbiamo fatte 5 e mezza, sono tornato sfinito».

Nel 2019, primo anno junior, per De Pretto un giorno da Nord a Nervesa della Battaglia
Nel 2019, 1° anno junior, giorno da Nord a Nervesa

Bici e università

I ritiri, spiega Maini, li hanno fatti suddivisi in due gruppi. Tamponati e alla giusta distanza, per evitare ogni possibile inconveniente.

«Due o tre ritiri di pochi giorni – conferma Davide – in cui ci siamo conosciuti. Quando Maini venne a parlarmi la prima volta, vidi subito che si tratta di una bravissima persona. Ogni 2-3 giorni in qualche modo ci sentiamo, voce o messaggio. E per il resto, faccio la mia vita. Nel tempo libero esco in moto con gli amici, ho un motard 125. Devo anche finire i geometri e cercherò di dare ascolto ai miei genitori. Loro mi consigliano di stare tranquillo, di finire la scuola e di non mollare gli studi. Per questo, anche se i libri non mi fanno impazzire, penso che mi iscriverò a Economia. Chi può dire cosa ci sarà dopo il ciclismo?».

In realtà nessuno può dire neppure cosa ci sarà dopo Larciano, perché l’obiettivo sarà andare avanti due passi per volta, fare il punto e impostare i successivi. Questo è il nuovo ciclismo e speriamo che per farne parte Davide non debba mettere da parte il ciclocross. Dice Maini che anche questo lo decideranno insieme. A patto che si mettano sul tavolo tutte le carte e non si mostri solo un lato della medaglia, il sistema può funzionare.

Borgo Molino: fucina di allievi fra bici e scuola

13.02.2021
6 min
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Che cosa succede fra gli allievi, ora che l’età di passaggio al professionismo si va abbassando? In che modo vengono gestiti i corridori di una categoria che una volta era il trionfo di atleti paffuti alle prime armi? Per aprire il file, bici.PRO ha pensato di ficcare il naso in una delle squadre venete che va per la maggiore: la Borgo Molino Rinascita Ormelle, rinata dalle ceneri della società originaria, fondata 60 anni fa, che di fatto stava per scomparire. Quando il sindaco di Ormelle si rese conto dell’emergenza, ne assunse il controllo e si mise in cerca di sponsor, individuando la perfetta soluzione nella famiglia Nardin che aveva appena attivato la cantina. Il resto è una storia di passione, che porta avanti il marchio Borgo Molino e una società storica che può sfoggiare anche la squadra juniores.

Li guida un vero appassionato che si chiama Andrea Toffoli, cui non devi tirar fuori le parole di bocca, tanto sgorgano piene di passione. Ed è con lui che iniziamo questo viaggio e da una precisazione che ci tiene a fare: «Non li paghiamo, ma facciamo in modo che non gli manchi nulla. Dalle bici alla casetta con 11 posti letto, ideale per piccoli ritiri, passando per sponsor tecnici importanti».

Il gruppo in allenamento preparando il debutto di marzo
Il gruppo in allenamento preparando il debutto di marzo
Il segreto sono i soldi?

Il nostro valore aggiunto sono le persone. Abbiamo gente preparata che va incontro alle esigenze dei ragazzi. Non diamo tabelle di allenamento, ma facciamo tanti chilometri per seguirli.

Qual è lo scopo di una squadra di allievi?

Creare un vivaio di ragazzi da far passare fra gli juniores, che sono il nostro fiore all’occhiello e sforna corridori apprezzati. Non necessariamente ragazzi che abbiano vinto, ma che abbiano saputo fare belle cose al servizio della squadra, come aiutare nei momenti decisivi, chiudere un buco…

Quanto si allenano i vostri allievi?

In questa fase, li trovo due volte alla settimana, più il sabato e la domenica. A quattro settimane dalla prima gara, avranno dei lavoretti di un’ora da fare nei restanti giorni. Ma prima di tutto devono mandarmi la pagella

Chi non studia non corre?

I buoni studenti vanno forte in bici, perché sono tranquilli e anche a casa hanno una situazione tranquilla. Non si viene bocciati a giugno, per cui se a un certo punto si vede che ci sono problemi, togliamo ai ragazzi la scusa della bici e li fermiamo perché possano mettersi a posto. E’ capitato di doverne fermare anche qualcuno forte per motivi di studio. Smettono si allenarsi per due settimane, si fanno interrogare e poi si riparte.

Il 2020 è stato un anno breve senza alcune fra le prove più belle
Il 2020 è stato un anno breve senza alcune fra le prove più belle
Come si allenano?

Gli insegno a usare il cardio, anche se tanti non sono d’accordo. Prediligo la qualità alla quantità e allora il cardio serve proprio a non sovraccaricarli, altro che a tirargli il collo! Ci sono in giro esordienti che già adesso escono dopo la scuola e fanno 100 chilometri. I nostri allievi fanno a dir tanto 11 ore a settimana, con l’uscita più lunga la domenica. E poi è impensabile che arrivino negli juniores e non sappiano usare il cardiofrequenzimetro. Quella è la categoria in cui devi decidere se vuoi farlo di lavoro, ti servono le basi. Invece tante critiche vengono da chi fa gli allievi in maniera un po’ approssimativa. La preparazione è come una casa. Fai le fondamenta e sopra metti tutto il resto, però non a caso.

Come li gestite sul fronte dell’alimentazione?

Quest’anno abbiamo 10 allievi, che vengono tutti da realtà diverse. Noi gli diamo i punti fondamentali, indichiamo quello che si deve e quello che non si deve mangiare. In allenamento e magari prima della gara. Può capitare che da esordienti siano seguiti da persone poco preparate, per cui arrivano che non sanno cosa mangiare, non sanno usare il cambio o quante ore dormire per notte. Allenare gli allievi è davvero bello, perché puoi insegnargli tutto.

State molto attenti al peso?

La prima cosa quando ti arriva un esordiente è capire da dove venga, se la mamma gli prepara il pranzo ogni giorno e come è abituato. Quello che posso dire in questa prima fase è che se tornano dall’allenamento un’ora prima di cena, magari fanno meglio a non mangiarsi la brioche e che un frutto è meglio. Gli do indicazioni per una vita sana. Quando invece sono juniores e hanno finito i due anni da allievi, allora sono atleti proiettati verso il professionismo. E a quel punto dovrebbero sapere che se hanno 4 chili di troppo, magari togliendone 2, vanno un po’ più forte.

Non è raro vederli fare il treno per il compagno ppiù veloce
Non è raro vederli fare il treno per il compagno ppiù veloce
Assegnate già dei ruoli: capitani e gregari?

No, cerchiamo di dare spazio alla fantasia, ma è vero che se in squadra abbiamo il velocista e si va verso un arrivo di gruppo, devono essere capaci di fare il treno. Io ho delle idee, le condivido con loro, ma se non sono d’accordo, in corsa poi vanno loro. Nella gara di casa l’anno scorso non avevamo il velocista, ma abbiamo bluffato. Abbiamo tirato come per arrivare in volata e mentre tutti aspettavano lo sprint, Di Bernardo è partito e ha vinto (foto di apertura). E’ venuto proprio un bel giochino.

Uno per tutti e tutti per uno?

Li faccio crescere facendo capire che la vittoria di uno è la vittoria di tutti. In tanti anni solo un paio hanno storto il naso per dover aiutare un compagno, ma gli spiego che voglio andare via da ogni gara con la coscienza a posto. Le corse non si perdono. Si vincono oppure le vincono gli altri: noi dobbiamo sempre aver dato il massimo. Per questo dopo l’arrivo e prima di andare via, una riunione la facciamo sempre.

Non c’è rischio che li viziate con tanto bel materiale?

Se Pinarello mi dà le bici, certo non le rifiuto. Gli juniores hanno gruppo elettronico e freni a disco, gli allievi freni tradizionali e per gruppo un 105. E comunque le bici buone a fine anno le vendiamo e si mette in moto un volano che torna utile alla squadra. Ma se adesso l’Uci decide che i freni a disco si possono estendere anche a esordienti e allievi, le bici tradizionali non le vorrà più nessuno…

Che stagione vi aspettate?

Speriamo che da marzo si possa correre normalmente, con gli juniores che partono il 21 e gli allievi il 28.

Dopo la vittoria del Gp Rinascita, Di Bernardo con il papà e la mamma Nada Cristofoli
Gp Rinascita, Di Bernardo con il papà e la mamma Nada Cristofoli
Di Bernardo è passato juniores con voi?

Certo e mi è dispiaciuto che la scorsa stagione sia stata tronca, perché lo avrei visto volentieri nelle gare più impegnative. Ha tanto margine di crescita. Ti ascolta, davvero un bell’atleta.

Da chi ripartite?

Di quelli dello scorso anno, guarderei Graziotto e Koci. Fra i nuovi, occhio a Favero e De Monte, che è veloce ma veniva portato a fare solo gare dure. Spero che torni ai suoi livelli.

E la Coppa d’Oro è sempre la classica di un tempo?

Ci sono i migliori della stagione che arrivano da tutta Italia e anche da fuori. Forse vale più del campionato italiano e ha un percorso che si presta a tante soluzioni. Speriamo davvero di arrivarci bene.