Con Anastopoulos nel backstage di Progetto 35

25.07.2024
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Al netto dello strapotere di Tadej Pogacar e della sua strabiliante doppietta, l’altra grande news di questo Tour de France è stato il record di vittorie di Mark Cavendish. Vincendo a Saint Vulbas l’inglese dell’Astana Qazaqstan ha portato a termine “progetto 35”, come il numero di vittorie nella Grande Boucle. Ma per certi traguardi l’atleta da solo non basta: serve una squadra dietro e persone di fiducia totale, come Vasilis Anastopoulos.

Anastopoulos è il preparatore che lo ha seguito in questa sfida ambiziosa, sarebbe più corretto dire che lo segue da anni. Della squadra ci aveva detto già Stefano Zanini. Il direttore sportivo ci parlò di un team compatto attorno a Mark, di una disposizione totale nei suoi confronti, di una ricerca capillare dei materiali… Dopo la caduta dello scorso anno e il ritiro rimandato, l’obiettivo era solo questo. Ma serviva di più e in questo di più c’era il lavoro a stretto contatto con il suo coach storico.

Ex pro’, Vasilis Anastopoulos è oggi un preparatore affermato. Da anni lavora con Cav (foto Instagram)
Ex pro’, Vasilis Anastopoulos è oggi un preparatore affermato. Da anni lavora con Cav (foto Instagram)

Da corridore a coach

Originario del Peloponneso, Vasilis Anastopoulos oggi vive ad Atene, con la la moglie e i suoi due figli «Che – dice lui – sono i più grandi sostenitori miei e di Mark! Oltre al ciclismo seguo il calcio e sono un tifoso dell’Olympiakos. Il mio cognome è molto popolare in Grecia, poiché uno dei giocatori di calcio più famosi degli anni ’80, Nikos Anastopoulos, ha giocato per l’Olympiakos e anche in Italia, nell’Avellino». 

Non è cosa consueta vedere un greco al ciclismo di alto livello. In qualche modo Vasilis è stato un pioniere in tal senso. E’ stato infatti il primo ciclista greco a diventare professionista. Era il 2000 e firmò per la squadra austriaca, Vorarlberg. Ha corso fino al 2006 e nel 2003 ha vinto il Giro di Grecia. Dopo aver terminato la carriera Anastopoulos ha concluso i suoi studi all’Università, laureandosi in Scienze Motorie. Da lì è diventato coach della nazionale e man mano l’approdo nei team professionistici.

Saint Vulbas, ore 17,39 del 3 luglio 2024, Cavendish ottiene la 35ª vittoria al Tour de France e stacca Merckx
Saint Vulbas, ore 17,39 del 3 luglio 2024, Cavendish ottiene la 35ª vittoria al Tour de France e stacca Merckx
Vasilis, missione compiuta: ora che l’obiettivo è stato raggiunto: quanto credevi davvero fosse possibile? Oggettivamente era davvero difficile… 

Da novembre, da quando abbiamo iniziato a lavorare su Progetto 35, non potevo immaginare che Mark avrebbe ottenuto questa vittoria, era davvero lontana! Da allora abbiamo lavorato davvero tanto e non abbiamo mai smesso di credere che sarebbe stato possibile. Anche se in primavera abbiamo dovuto superare alcuni momenti difficili.

Ed è stato quello secondo te l’ostacolo più difficile in quest’ultimo anno?

Proprio la sua malattia a marzo. Quello è stato un periodo difficile che abbiamo dovuto gestire con molta attenzione, ma alla fine abbiamo modificato il suo programma di gare e siamo riusciti a rimetterlo in carreggiata.

Dopo tanto tempo, qual è secondo te un punto di forza e un punto debole del Cav?

I punti di forza sono il suo approccio mentale, la sua velocità, la sua potenza assoluta e la resistenza alla fatica. Per quanto riguarda una debolezza, direi il suo sistema aerobico, come per la maggior parte dei velocisti del resto.

Dopo la sua vittoria hai analizzato i suoi dati: com’è andata?

Quel giorno ha fatto uno dei suoi migliori sprint vincenti.

Come è iniziato il vostro rapporto di collaborazione?

Abbiamo iniziato a lavorare insieme nel dicembre 2020 quando lui si è riunito al gruppo Quick Step. La nostra collaborazione è continuata fino alla fine del 2022, quando poi lui è andato all’Astana e abbiamo ripreso a lavorare insieme in questa stagione, quando anche io sono arrivato in Astana (su richiesta di Cav, ndr).

Vi è mai capitato di litigare sui programmi o su alcune scelte? E se sì, quali?

Abbiamo iniziato la stagione con un ritiro in quota in Colombia e poi abbiamo fatto il Tour of Colombia, che è andato molto bene, dato che lì ha vinto una tappa. Successivamente si è ammalato, quindi abbiamo dovuto modificare il suo programma di gare, saltando alcune corse di un giorno in Belgio. Abbiamo aggiunto il Giro di Turchia nel suo piano, come parte della sua preparazione, ma abbiamo mantenuto il suo piano originale, come stabilito già a novembre, fino al Tour.. 

È insolito che un atleta, soprattutto uno di punta come il Cav, decida di venire in Grecia: perché? E quando tutto questo è iniziato?

Nell’aprile del 2021 gli ho chiesto di venire per un training camp ad Atene, così ha fatto e gli è piaciuto molto. Lì nessuno lo riconosce perché il ciclismo non è così popolare in Grecia e possiamo allenarci sulle strade che io conosco molto bene. Da allora è venuto in Grecia altre quattro volte e ogni volta organizziamo dei camp davvero di ottima qualità. C’è una serie su Netflix che rende bene l’idea…

Ad Atene spesso a fine allenamento Cav era stremato, voleva mollare, ma Vasilis insisteva (foto @nassostphoto)
Ad Atene spesso a fine allenamento Cav era stremato, voleva mollare, ma Vasilis insisteva (foto @nassostphoto)
Tecnicamente come hai impostato tutto il lavoro?

A seconda del periodo e delle esigenze del corridore modifico il mio programma ma mi piace mescolare le sessioni (base, potenza, sprint) e le componenti del fitness. Ad esempio lavoro sulla massima potenza e sugli sprint per tutto l’anno e non solo in periodi specifici. 

In queste bellissime storie ci sono sempre aneddoti particolari: qual è il tuo? 

Abbiamo trascorso molto tempo insieme in allenamento, sicuramente ci sono stati momenti in cui era stanco e non riusciva a finire una sessione di allenamento difficile. In quelle occasioni  ho dovuto spingerlo al limite, perché sapevo che poteva farcela. E lui si arrabbiava con me, ma poi era felice che avessi insistito per completare la sessione. 

Puoi raccontarci della giorno di Saint Vulbas?

Prima dell’inizio abbiamo discusso della possibilità di vincere e il direttore ha fatto un piano chiaro che tutta la squadra ha eseguito al meglio. Durante quella tappa ho fatto la ricognizione e ho passato tutte le informazioni aggiornate sulla direzione del vento, i punti pericolosi sulla strada… a Zanini e Renshaw che erano i direttori sportivi in ammiraglia. Successivamente mi sono seduto sul bus della squadra insieme ad Alex Vinokourov e ad altri membri dello staff per guardare gli ultimi 20 chilometri della gara. Devo dire che eravamo tutti davvero in ansia perché sapevamo di avere buone possibilità di vincere. L’ultimo chilometro è stato davvero stressante ma dopo aver tagliato il traguardo eravamo al settimo cielo a festeggiare sull’autobus. Per me è stato un enorme sollievo dopo una stagione molto difficile e un grande premio per tutto il duro lavoro che abbiamo svolto insieme in questi ultimi mesi. È stato un momento di pura gioia!

E la sera?

Ovviamente eravamo tutti molto contenti. Più tardi in serata, durante la cena, Mark ha tenuto un discorso e ha ringraziato tutti i corridori e lo staff che hanno creduto in lui e in questo progetto a cui tutti lavoriamo da novembre. Abbiamo bevuto dello champagne, ma a parte questo si vedeva che tutti erano davvero felici e sollevati perché la missione è compiuta!

Ballerini torna all’Astana. Martinelli: «Potrà essere il faro»

24.09.2023
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Davide Ballerini torna “a casa”. Il lombardo dal prossimo anno vestirà di nuovo i colori dell’Astana-Qazaqstan. Il “Ballero” era stato nella squadra di Vinokourov nel 2019, poi prese altre strade.

Di questo ritorno, e in parte della squadra che sta nascendo, ne parliamo con Giuseppe Martinelli, storico direttore sportivo del team kazako. E’ lui che ci spiega cosa va a fare il Ballero in Astana. E che corridore si aspetta di ritrovare.

Davide Ballerini (classe 1994) si appresta a tornare in Astana-Qazaqstan
Davide Ballerini (classe 1994) si appresta a tornare in Astana-Qazaqstan

Lo zampino di Vino 

La trattativa si è consumata questa estate e, a dire il vero, lo zampino di Martinelli è relativo.

«C’entro abbastanza poco in questo ritorno – ha detto sinceramente Giuseppe – è stata una trattativa tra Vinokourov e lui, ma chiaramente mi fa piacere. Io in questa fase sto gestendo altre cose, sono più impegnato con questioni logistiche, senza contare che sono diventato nonno per la seconda volta per la nascita di Alice. E anche per questo ho lavorato anche per mia figlia (Francesca, che cura appunto la logistica dei turchesi, ndr)! Riprendendo Ballerini, Vinokourov ha ha fatto una scelta intelligente, mirata al presente e al futuro».

Il Ballero (al centro) durante il Giro d’Italia accanto al suo futuro compagno Velasco
Il Ballero (al centro) durante il Giro d’Italia accanto al suo futuro compagno Velasco

Ballerini capitano

Davide Ballerini torna così in “Italia”. Conosce l’ambiente Astana. È partito che aveva 25 anni, vi torna a 30 con più esperienza, più sicurezza e un palmares maggiore. Tutto questo può essere un fattore chiave.

«In Astana – spiega il diesse bresciano – Ballerini avrà tutto lo spazio che vuole, specie in questo momento storico del team in cui non c’è il corridore leader per le corse a tappe. Quindi siamo abituati a cercare di poter fare il massimo con tutti gli atleti, nessuno è chiuso da noi».

E qui il discorso si allarga anche agli altri corridori. Tutto sommato il team kazako per l’immediato futuro non è messo male. Velasco è migliorato molto. Battistella, Garofoli e Scaroni possono fare bene. Senza dimenticare Gazzoli. E poi c’è Lutsenko e ora, appunto, anche Ballero.

«Guardiamo Velasco – prosegue Martino – lui ha avuto spazio e lo ha avuto per tutto l’anno. Questo è stato un bene per lui. Niente vincoli, tanto che è cresciuto fino a vincere il campionato italiano.
Idem, Scaroni. Lui ha avuto il Covid due volte. E tanti dei nostri hanno avuto una sfortuna simile».

Ballerini è più maturo dicevamo e Martinelli lo sa bene. Non a caso insiste sul discorso del sapersi muovere tra gli equilibri di una squadra e magari prenderla in mano. Perché anche se alla Soudal-Quick Step Davide leader non ci è stato spesso, sa però cosa vuole un leader e cosa gli serve. Sa come si preparano, anche nei dettagli tecnici, certe corse del Nord.

«Davide – va avanti Martino – ha toccato con mano la realtà di team forte, il più forte in quasi tutte le corse che faceva, da quelle a a tappe con Evenepoel, alle classiche soprattutto, anche se negli ultimi due anni non sono riusciti ad essere protagonisti al 100 per cento, come erano abituati a fare. E questo è molto importante».

«Per questo dico che Ballerini può essere il faro dell’Astana che verrà. Potrà essere aiutato da Fedorov, Gruzdev… gente che se ha un corridore buono da supportare magari riesce a fare qualcosa in più anche per sé stessa».

L’esperienza come gregario al Nord per gente come Alaphilippe potranno aiutare il comasco (foto Instagram)
L’esperienza come gregario al Nord per gente come Alaphilippe potranno aiutare il comasco (foto Instagram)

Nuova Astana

Vinokourov non troppi giorni fa ci aveva parlato della nuova veste della sua squadra: un’Astana garibaldina, a caccia di classiche e tappe.

Martinelli vede bene Ballerini anche per le tappe dei grandi Giri. E al suo fianco potrebbe avere un altro pezzo da novanta, Gianni Moscon, anche se sul suo futuro non si sa ancora molto.

«Non so cosa farà Moscon – va avanti Martinelli – non ho lista definitiva degli atleti del prossimo anno e come ha detto anche Vino ci saranno grandi cambiamenti. In questi due anni abbiamo pagato tantissimo le sfortune di salute, ma anche la campagna acquisti 2021. Corridori che per noi dovevano essere importanti come Moscon, De La Cruz, Dombrowski… non hanno dato molto poco».

Ballerini invece è pronto. «Partiamo dal presupposto che quando è andato via io e la squadra eravamo dispiaciuti. Ma all’epoca lui voleva fortemente la Quick Step. Fece una scelta di squadra e non economica. Voleva quel team forte per certe corse… Sentiva che gli serviva quella squadra, non quel tipo di squadra. Ora il suo ritorno avrà un certo impatto. E per me non avrà paura di essere un leader».

Con l’Astana è cresciuto, ora dal suo ritorno ci aspetta quello per cui ha lavorato in Belgio alla corte di Lefevere.

«Io – conclude Martinelli – dico che potrà puntare ad una semiclassica, ad una classica, alle tappe di un Giro… Davide sa che qui ha il suo spazio, che c’è gente che gli vuole bene e che non voleva andasse via all’epoca. E infatti alla prima occasione… rieccolo. È stato intelligente Vinokourov a riprenderlo e lui a tornare».

Più energia dai mix di zuccheri: la nuova frontiera dei carboidrati

10.02.2022
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L’obiettivo? Far passare più carboidrati possibili nell’organismo: fare arrivare più energia ai muscoli. In pratica è come se per mandare più forte la nostra auto facessimo passare dagli iniettori più benzina. Ormai sembra essere diventato questo il dogma di preparatori e, ancora di più, nutrizionisti. (In apertura Vincenzo Nibali, foto Instagram – @vandermeer.cinematography).

Ma come si può fare? Non ci sono dei limiti fisiologici della “macchina umana”? L’argomento è alquanto complesso e proviamo a sviscerarlo con Giacomo Garabello, nutrizionista nella fila dell’Astana Qazaqstan. Giacomo lavora a stretto braccio con Erica Lombardi e non è un caso che nel team turchese abbiamo voluto rinforzare lo staff relativo all’alimentazione: segno che è un aspetto sempre più centrale nel ciclismo.

Giacomo Garabello, dallo scorso anno segue il team Astana
Giacomo Garabello, dallo scorso anno segue il team Astana
Giacomo, qualche giorno fa abbiamo seguito un webinar con Santa Madre, moderna azienda spagnola che opera nel settore degli integratori. Si è parlato moltissimo dell’aumento del consumo di carboidrati da parte degli sportivi di alto livello. Non solo più quantità in generale, ma anche sul momento. Perché?

Ci sono due aspetti da considerare: la capacità di uno zucchero di essere assimilato e la capacità di assorbimento da parte dell’organismo. Quella di uno zucchero è fissa per ogni tipologia di carboidrato: l’isomaltulosio ne ha una, il fruttosio un’altra, il glucosio un’altra ancora… Tuttavia questi carboidrati si possono modificare in base alla capacità di assorbimento dell’atleta stesso.

Ci sono zuccheri più veloci di altri?

La regola è che più un carboidrato è complesso e più è considerato lento, proprio perché l’organismo ci mette un po’ a scomporlo. Il glucosio, per esempio, ha una capacità di assorbimento di un grammo/minuto. Ma se questo zucchero si mescola con altri la sua velocità di assorbimento cambia. Per esempio, la miscela più comune, maltodestrina+fruttosio, è più rapida e si arriva ad 1,7 grammi/minuto.

Infatti in Santa Madre parlavano di come un atleta di livello ormai raramente scende sotto i 90 grammi di carboidrati/ora e anzi si cerca di arrivare anche a 110-120 grammi/ora…

Si cercano zuccheri sempre più veloci, ma va messa in conto la capacità di assorbimento della persona, un qualcosa che di base è “fisso”, ma che si può allenare. Al pari delle SFR per la forza.

E come si allena?

Conoscendo le tolleranze di quell’atleta e in base alle sue zone di allenamento. In base ai suoi ritmi. Sappiamo che oggi le varie intensità sono indicate con Z1, Z2… e così fino al fuorisoglia. Ad ognuna di queste zone corrisponde un certo consumo di zuccheri. Per assorbire 110 grammi/ora devo svolgere un lavoro che corrisponda a quella intensità, che è molto alta. E su quella bisogna lavorare. Ma ci si arriva per gradi. Se assumo 130 grammi/ora quel surplus non riesco ad utilizzarlo.

Uno dei prodotti Santa Madre il cui mix di zuccheri garantisce fino a 120 grammi/ora
Uno dei prodotti Santa Madre il cui mix di zuccheri garantisce fino a 120 grammi/ora
Ma per migliorare dunque, se l’obiettivo è 110 grammi/ora, ne devo prendere 105 o 120?

Dipende. Si fanno delle prove. Solitamente si parte da una quantità più bassa e man mano si aumenta. E’ un po’ come fare una salita: le prime volte parto da 300 watt e poi aumento.

Ma se si assume più di quanto si consuma, cosa succede, “si ingrassa”?

Mangiare di più a tavola e in allenamento sono due cose diverse. In allenamento si brucia tutto alla fine. Se tu dai carboidrati, il nostro metabolismo li userà.

Con l’aumento del consumo dei carboidrati quindi ci si allena a ritmi più elevati?

Sì, di base è così.

Torniamo alla parte dell’integrazione. Dicevamo che con le miscele si riesce ad aumentare la quantità di zuccheri per ora (o minuto)…

Più uno zucchero è complesso, come dicevamo, e più il suo assorbimento è lento. Una fonte di carboidrati quando è solida, una barretta per esempio, richiede maggior tempo affinché la sua molecola sia rotta e quindi utilizzata. Per questo un gel è più veloce. E questo consente anche, a parità di sforzo che si può decidere la quantità di carboidrati da assumere. Cosa che è importante per le strategie in corsa. Per esempio in un tratto in pianura, prima di una salita, si consumerà di meno, lo sforzo sarà inferiore e si può ingerire anche una parte solida.

Giacomo, hai parlato di parte solida e di gel che sono più liquidi. E allora ti chiediamo: quanto è importante l’acqua nel discorso dell’assorbimento?

E’ fondamentale. Ogni grammo di carboidrato (immagazzinato come glicogeno a livello muscolare) lega 2-3 grammi di acqua. Questa serve al corpo per assorbire il carboidrato e allo zucchero stesso per essere “accompagnato” nell’organismo. 

Quali sono le mescole di zuccheri più veloci?

L’esempio più efficace è maltodestrine + fruttosio e sono in rapporto di 2:1. Anche se adesso si punta molto sul rapporto 1:0,8. In questo modo aumenta l’assorbimento di grammo al minuto.

I nutrizionisti nelle loro strategie alimentari di gara si rifanno ai nutrienti degli integratori
I nutrizionisti nelle loro strategie alimentari di gara si rifanno ai nutrienti degli integratori
Quanto vi ha aiutato il Supersapiens nella conoscenza del consumo di zucchero da parte degli atleti?

E’ un qualcosa che è ancora in fase di studio. Quello aiuta a conoscere la glicemia in bici, ma una conclusione generale non si può dare. Tuttavia più dati si riescono ad incrociare e meglio è.

Quindi tutti questi dati, queste conoscenze sul consumo di carboidrati sono di derivazione scientifica, da riviste scientifiche, studi medici e non da vostri studi?

Si inizia sempre dalla letteratura scientifica. I principali studi dicono che in attività il corpo umano può consumare 60-90 grammi di carboidrati ogni ora, invece si è visto che si può andare oltre. L’accoppiata vincente è la conoscenza scientifica, associata ai feedback degli atleti. Ecco la conoscenza di se stessi da parte degli atleti per noi è molto importante. Questo ci aiuta poi nel decidere le strategie da attuare in gara.

Abbiamo parlato di glucosio, fruttosio… Di grammi, di acqua e di strategia in gara, ma come funziona: siete voi nutrizionisti che create i mix dai prodotti puri e li mescolate nella borraccia o comunque vi regolate con gli integratori che avete a disposizione?

Ci regoliamo in base a ciò che contengono i nostri integratori e da lì stiliamo la strategia di gara. In questo caso ci avvaliamo anche dell’aiuto dei preparatori. In base al consumo calorico previsto a seconda del percorso, del meteo, noi diciamo quanto e cosa devono assumere i corridori. Se prendere due gel e una barretta, o tre gel… Se meglio prenderli in questo o in quel momento.