La nuova DP66, meno atleti ma sempre tanta passione

20.12.2022
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E’ ormai passato più di un anno da quando Daniele Pontoni è assurto alla carica di commissario tecnico del ciclocross italiano, lasciando di fatto la sua creatura, il team DP66 (le iniziali già dicono tutto…) che dal nulla ha portato a essere uno dei riferimenti della specialità in Italia e non solo. L’ex iridato ha sempre mantenuto un occhio attento su quel che avveniva nel team (tuttavia è uscito anche dal consiglio direttivo, in cui si trova invece sua moglie Luisa, che cura la parte economica) senza però interferire sulla sua strada.

La guida del team è passata nelle mani di Achille Santin, che ammette come il primo anno sia stato davvero complicato: «Innanzitutto perché la nomina di Daniele e quindi il suo passaggio di mano sono avvenuti quando il team era già stato impostato, quindi mi sono trovato a “salire in corsa”. Non è stato semplice, perché si trattava e si tratta di un progetto ambizioso, che mette insieme tre team giovanili con il proposito di fornire ai ragazzi tutti gli strumenti per emergere. Alla fine ci siamo ritrovati a gestire 32 ragazzi, con un paio di tecnici che mi davano una mano e i genitori che si prestavano come volontari. C’era bisogno di un riassestamento».

A sinistra Santin, a destra Pontoni con i ragazzi del team (foto Billiani)
A sinistra Santin, a destra Pontoni con i ragazzi del team (foto Billiani)
Che cosa avete fatto allora?

Continuando sulla strada intrapresa da Daniele, abbiamo deciso di ripensare la struttura del team. Le squadre giovanili hanno continuato a svolgere la loro attività indipendentemente, ma mantenendo sempre un legame con la DP66 che dal canto suo si è focalizzata su juniores e under 23 promuovendo però tre ragazzi della categoria allievi, quelli che già avevano dimostrato qualità tali da poter essere proiettati verso le categorie Uci con profitto. Con i team giovanili abbiamo un rapporto di filiera, i più promettenti sanno che potranno continuare la loro attività nelle nostre file per proseguire quel percorso di maturazione sportiva, sempre se mostreranno la forte passione verso il ciclocross senza la quale non si va da nessuna parte.

Quanti ragazzi avete ora?

Lavoriamo con 6 under 23 equamente divisi fra uomini e donne; 2 junior maschili e una ragazza; poi i tre allievi, due femmine e un maschio, il giovane Gregorio Acquaviva che viene dalla Cicli Dotta, società piemontese con la quale siamo consociati. Si tratta di elementi che hanno in comune una grande passione e qualità indiscutibili, basti pensare ad Alice Papo tra le migliori under 23 oppure a Tommaso Cafueri, già nazionale lo scorso anno e riconfermatosi in azzurro sin dall’inizio della stagione. Nel complesso i ragazzi stanno crescendo, grazie anche al lavoro del responsabile tecnico Maurizio Tabotta che correva con Daniele e anche al doppio impegno di Manuel Casasola. Il fratello di Sara non solo corre, ma fa anche da “tutor” nei confronti dei più giovani.

C’è però una domanda che sorge spontanea e che nasce anche dai sussurri nei corridoi che sempre nascono in questi casi: non è che Pontoni ha un occhio di riguardo nelle convocazioni per i vostri ragazzi, viste le comuni origini non solo geografiche?

Al contrario. Una cosa che ho subito detto a tutti i ragazzi quando Daniele ha assunto il suo nuovo ruolo era che avrebbero dovuto davvero dannarsi l’anima per entrare in nazionale, perché a parità di rendimento Pontoni avrebbe sempre scelto l’atleta esterno rispetto al nostro proprio per fugare ogni sospetto. Ci sono i risultati che dicono quante volte in questi mesi convocazioni che potevano arrivare non lo hanno fatto. Non ci lamentiamo, è nell’ordine delle cose, ma i ragazzi devono avere ben presente il fatto che dovranno sempre fare qualcosina in più degli altri.

Questi cambiamenti quali risultati hanno sortito?

La gestione più agile ha sicuramente portato benefici effetti. Dall’inizio della stagione abbiamo raccolto 26 vittorie un po’ in tutte le categorie di nostra pertinenza. Domenica ad esempio a Fiume Veneto dove si correva anche per i titoli regionali abbiamo portato a casa la doppietta fra gli juniores con Cafueri e Viezzi, il terzo posto di Bergagna fra gli open con annessa la maglia di campione friulano u23 e il podio per la Borello e la Canciani fra le open.

Non c’è però solo l’aspetto agonistico…

Noi abbiamo accumulato una grande esperienza organizzativa nel corso degli anni, sin dalla nascita del nostro sodalizio nel 2010. Abbiamo organizzato due campionati italiani, nel 2016 a Monte Prat e nel 2022 a Variano e garantisco che quello passato è stato uno sforzo non indifferente, considerando i cambiamenti in essere e il fatto che già venivamo da un’altra importante manifestazione allestita nella stessa stagione, la tappa italiana di Coppa Europa. Eppure è andato tutto bene, abbiamo avuto molti riscontri positivi tanto è vero che il Team Terenzi, che allestirà l’edizione 2023 della rassegna tricolore il 14 e 15 gennaio a Ostia Antica ha chiesto la nostra collaborazione, che daremo molto volentieri.

Quanto costa gestire un team simile?

Siamo ancora nel mezzo della stagione ed è impossibile quantificare, ma basti pensare che ogni trasferta non costa meno di 1.000 euro se dobbiamo comprendere vitto e alloggio, trasferimenti e benzina. E’ chiaro che rispetto allo scorso anno quando eravamo molti di più le cifre potranno diminuire un pochino, ma si tratta sempre di uno sforzo economico importante. Per fortuna molta dell’attività non è troppo distante, ma bisogna stare attenti.

Europei di ciclocross, arriva una nazionale carica a mille

04.11.2022
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E’ un’Italia ambiziosa quella che nel fine settimana si presenta al via agli europei di Namur, a dispetto di molte assenze. L’attività di ciclocross infatti è iniziata quest’anno in maniera diversa rispetto al passato, con molti big nostrani che hanno scelto la via tracciata dai vari Van Aert e Van Der Poel, ossia quella di dedicarsi alle gare sui prati solo a stagione inoltrata, dando la precedenza alle altre loro attività.

Ecco così che Jakob Dorigoni, impegnato nelle ultime Marathon di mtb stagionali oppure Silvia Persico, alle prese con la chiusura dell’annata su strada come anche Gaia Realini (e facciamo solo degli esempi) sono ancora a digiuno di gare. Il cittì Pontoni ha dovuto fare di necessità virtù e ha scelto per gli europei una propria via, costruendo un nocciolo duro attraverso un lungo ritiro intriso di gare svolto a fine stagione in Spagna e rivolto alle categorie giovanili, dalle quali l’ex iridato si attende molto.

Bertolini punta a una Top 10 a Namur che avrebbe molto valore, bissando quella dello scorso anno (foto Di Donato)
Bertolini punta a una Top 10 a Namur che avrebbe molto valore, bissando quella dello scorso anno (foto Di Donato)

Il collante della squadra

A quel ritiro era presente Samuele Leone, ormai colonna portante della Selle Italia Guerciotti Elite, che per Pontoni è quasi un collante in seno alla nazionale: «Ho seguito tutte le trasferte tranne quella di domenica a Maasmechelen. In nazionale c’è un’atmosfera supermotivante, che cambia l’approccio alle gare».

Leone si è dimostrato elemento prezioso anche per il suo team, ad esempio nelle tappe del Giro d’Italia o a Brugherio, come ha testimoniato il suo avversario Ceolin: «Correre nel ciclocross non è come su strada, nel senso che il lavoro di squadra è più episodico e diverso, ma quando capita mi metto volentieri a disposizione. A Brugherio c’era la possibilità che Bertolini rientrasse da dietro, sarebbe stato insensato per me alimentare la fuga, bisogna anche saper correre pensando all’interesse generale. Poi comunque nel ciclocross i giochi di squadra a un certo punto finiscono, quando si arriva al dunque ognuno corre per sé in base alle energie che gli sono rimaste».

Per Leone nuova convocazione in azzurro, in un team U23 molto ambizioso (foto Di Donato)
Per Leone nuova convocazione in azzurro, in un team U23 molto ambizioso (foto Di Donato)

Obiettivo Top 10 come minimo…

Questa collaborazione si può instaurare anche in nazionale? «Certamente, è successo ad esempio a Tabor dove io e Toneatti eravamo 7° e 8° e ci siamo dati una mano per tenere e ricucire su chi era davanti. Nelle fasi iniziali e centrali è più facile farlo, soprattutto su certi percorsi».

E su quello degli europei di Namur? «E’ un tracciato che conosco e che tatticamente si presta a varie interpretazioni, a me piace molto. Un percorso con dislivello, che crea distacchi sensibili, dove bisogna avere sempre un alto ritmo di gara se si vuole arrivare in alto. Per me è un vero ciclocross…».

Leone parte con un obiettivo ben chiaro in mente: «Una Top 10 è fattibile, a patto che non si verifichino problemi meccanici e questo è un discorso che vale anche per i miei compagni, siamo un po’ tutti sullo stesso livello. Poi dipende dalla giornata, a chi è favorevole e a chi no. Per il titolo degli europei poi si sa che la lotta sarà tra belgi e olandesi, in Coppa si vede che fanno la differenza e i belgi stavolta giocano in casa…».

Alice Papo, al primo anno da U23, punta a fare esperienza (foto Di Donato)
Alice Papo, al primo anno da U23, punta a fare esperienza (foto Di Donato)

La politica giovanile di Pontoni

La politica di Pontoni e della Fci è chiara, spingere molto sulle categorie giovanili per rinvigorire a lungo termine quella Elite e riequilibrarla, vista la schiacciante superiorità (non solo contro di noi…) di Belgio e Olanda, quest’ultima in particolare fra le donne. La gara femminile come detto sarà orfana della Persico bronzo iridato e le sorti italiane saranno affidate a Sara Casasola e Rebecca Gariboldi, quest’ultima quasi sorpresa dalla convocazione: «Un po’ sì, anche se so di vivere un momento di buona forma che si è evidenziato nelle ultime gare. Arriviamo all’europeo al termine di una sequenza di gare molto intensa e a me questo sta particolarmente bene».

Per la Gariboldi correre gli europei a Namur ha un sapore particolare: «Quello belga è un tempio del ciclocross e io non ci ho mai gareggiato, farlo in un’occasione così importante mi dà uno stimolo ulteriore. A me piacciono percorsi così duri, impegnativi, più adatti a una biker che a una stradista. Poi è chiaro che quando vai come la Van Empel in questo periodo domini su qualsiasi percorso: lei è una stradista, ma per me è la grande favorita di sabato».

La Gariboldi farà il suo esordio a Namur, senza porsi particolari obiettivi (foto Di Donato)
La Gariboldi farà il suo esordio a Namur, senza porsi particolari obiettivi (foto Di Donato)

Una nazionale senza Persico

L’assenza della Persico si fa sentire, ma Rebecca pone l’accento su un aspetto spesso misconosciuto: «Le imprese di Silvia hanno portato visibilità a tutto il movimento ed è chiaro che quando lei non c’è, tutti si aspettano che chi indossa la maglia azzurra come lei faccia lo stesso. Io posso dire che sia io che Sara (Casasola, ndr) daremo il meglio, poi non sono abituata a porre dei target particolari, vedremo che cosa porterà la gara».

Tutti si aspettano la solita battaglia fra olandesi, magari con la Vas come aggiunta, ma dietro? «Dietro potremmo esserci noi. Ragionavo su come sono andate le gare di Coppa del Mondo e se guardate bene, dietro la marea arancione spuntano le nostre maglie. Perché non dovrebbe essere così anche a Namur?».

Papo 2021

Alice Papo, friulana tostissima. La manda Milan…

03.12.2021
4 min
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Si ha un bel dire che all’ultima prova del Giro d’Italia di ciclocross a Mattinata mancavano tutte le big, ma quando a vincere è una ragazzina appena passata U23, è un evento che fa comunque notizia, perché significa che quella ragazza ha talento da vendere e si era visto anche nelle tappe precedenti, o per meglio dire nelle edizioni precedenti, quando ancora junior Alice Papo si era già affacciata nei quartieri alti della classifica, almeno nei giri in comune visto che le distanze sono diverse…

Alice è uno dei tanti talenti emersi dalla DP66 Giant SMP, società che, fino a pochissimi mesi fa, girava intorno a Daniele Pontoni, l’attuale cittì della nazionale, capace di valorizzare al meglio un territorio comunque piccolo come il Friuli facendone il vero fulcro del ciclocross italiano. La cosa curiosa della Papo, ascoltando la sua storia, è che si incrocia con quella di un altro campione della sua zona, addirittura olimpionico: Jonathan Milan.

«Sua madre era mia maestra d’asilo – racconta la Papo – quindi era a stretto contatto con i miei genitori, così col passare dei giorni si è instaurata una stretta amicizia fra le famiglie. Un giorno Flavio Milan, il padre di Jonathan, parlando della sua passione per il ciclismo e del fatto che aveva una società (la Jam’s Bike, ndr), propose ai miei di farmi provare: non ho più smesso».

Papo Giro d'Italia 2021
Alice Papo a Osoppo, nella prima prova del Giro d’Italia (foto Billiani)
Papo Giro d'Italia 2021
Alice Papo a Osoppo, nella prima prova del Giro d’Italia (foto Billiani)
La Jam’s Bike è una squadra che agisce prevalentemente nell’offroad: per questo sei nel cross?

Inizialmente sì, d’estate andavo con la Mtb e d’inverno con il ciclocross. Poi ho cominciato anche a correre su strada e mi è piaciuto tantissimo. Così ho deciso di cimentarmi con la superleggera lasciando da parte la Mtb, ma il ciclocross resta il mio grande amore.

Che cosa ti piace di più del correre su strada?

Il fatto che mi sto scoprendo poco a poco. Mi piacciono molto le salite, nelle volate ristrette me la posso giocare, in quelle di gruppo ho ancora tanto da imparare, ma soprattutto è che vedo davanti a me tanto da scoprire. Nel ciclocross invece credo di conoscermi di più: mi piace partire subito forte e prediligo percorsi che non sono durissimi, ma neanche così semplici da interpretare.

Com’è l’atmosfera in squadra?

Mi trovo davvero bene, c’è un bell’ambiente di condivisione. Daniele è un’ispirazione, un maestro che traccia la strada non solo dal punto di vista tecnico, ma a 360°, su tutto quel che significa essere un ciclocrossista.

Papo strada 2021
Oltre al ciclocross la Papo si cimenta su strada con l’UC Conscio, sperando in un futuro da Elite
Papo strada 2021
Oltre al ciclocross la Papo si cimenta su strada con l’UC Conscio, sperando in un futuro da elite
Dicono che, soprattutto con i più giovani, sia un po’ severo…

Dà delle regole precise, ma col passare del tempo ti accorgi che sono tutte a beneficio di chi corre, ti educa nel modo giusto. Ha l’atteggiamento del padre severo e standoci insieme capisci che lo fa perché ci tiene veramente a noi, vuole indirizzarci nella maniera migliore.

Dì la verità: come adolescente non ti pesa un po’ tanta autorità, come avviene a casa con i genitori per i ragazzi della tua età?

Beh, sì, è un po’ come un genitore, ma so che lo fa per noi perché ci tiene e alla fine siamo noi a beneficiarne, quindi va bene così.

Ora che Pontoni è responsabile tecnico della nazionale, vi manca in società?

Non è cambiato molto, Achille Santin ne ha preso le funzioni e cura la squadra come se Daniele fosse ancora con noi. Poi sappiamo che un’occhiata a quel che facciamo, a come stiamo andando la dà sempre. Da parte nostra siamo noi che vogliamo raggiungerlo perché significa che ci saremo meritati una chance in maglia azzurra.

Papo Europei 2021
La friulana è stata in gara agli ultimi Europei, chiudendo al 27° posto
Papo Europei 2021
La friulana è stata in gara agli ultimi Europei, chiudendo al 27° posto
Come riesci a conciliare ciclocross d’inverno, corse su strada, il tutto condito con la scuola?

Sembra difficile detto così, ma alla fine basta organizzarsi. Nel ciclocross grazie anche alla preparazione e ai consigli di Alan Olivo vedo che sto migliorando volta per volta, poi appena chiusa la stagione l’UC Conscio Pedale del Sile mi prende con sé. A scuola frequento il quinto anno dell’Istituto Professionale Commerciale a Udine, come detto basta un po’ d’organizzazione e i risultati arrivano, in bici e non…

Hai un sogno particolare?

Voglio solo ottenere il meglio possibile, impegnarmi per raggiungere il limite, qualsiasi esso sia.