Segaert, stagione superba, conclusa col botto

26.10.2021
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Il punto esclamativo lo ha messo domenica 24 ottobre a Lendelede, il suo paese, vincendo la gara di casa. Sessanta chilometri di fuga solitaria e traguardo tagliato sollevando la bici al cielo per il suo decimo successo stagionale. Non un gesto irriverente quanto più di congedo dalla categoria che lo ha fatto conoscere al mondo. E al Cafe de Kluisberg, il pub del paese e sede del suo fans club, si prepara già la festa di fine stagione.

Il belga Alec Segaert – junior della Gaverzicht Be Okay, che il prossimo 16 gennaio compirà diciannove anni – quest’anno è stato una delle rivelazioni giovanili. Lo abbiamo scoperto proprio qui in Italia, a Stradella, il 30 maggio mentre conquistava il Memorial Cinerari-Siori. L’8 settembre poi, sempre qui da noi, a Trento, è diventato campione europeo a cronometro, venendo ingaggiato per il 2022 dalla Lotto-Soudal U23. Aveva riempito lo spazio tra queste due date con altre vittorie e dopo il titolo continentale ha progressivamente scalato un proprio podio personale in tre gare di portata internazionale: terzo nella crono mondiale, secondo alla Parigi-Roubaix e primo nella Chrono des Nations.

Da quel giorno di fine maggio abbiamo continuato a seguire questo ragazzo fiammingo nato a Roeselare grazie alle parole di Andrea Bardelli (ds del Team Franco Ballerini) che già lo conosceva bene. 

A Trento ha vinto la crono, malgrado la brutta caduta delle settimane precedenti
A Trento ha vinto la crono, malgrado la brutta caduta delle settimane precedenti
Alec che tipo di stagione è stata per te? 

La stagione in Belgio è partita tardi a causa del Covid, ma l’ho iniziata molto bene in Italia. Ho corso fino a pochi giorni fa e ho centrato la decima vittoria su 36 gare. Compresa quella all’europeo, non potrei essere più felice.

Il momento migliore e quello peggiore di quest’anno? 

Il migliore è il connubio tra gli europei e i mondiali. In Trentino per il risultato ovviamente, nelle Fiandre per l’atmosfera pazzesca e anche per una bellissima medaglia di bronzo. Il momento più brutto della stagione è stato probabilmente il mio incidente alla Course de la Paix (il 26 agosto, ndr) appena due settimane prima del campionato europeo. Lì mi sono rotto la spalla quindi avevo un po’ paura per le gare imminenti, ma è andato tutto abbastanza bene (lo afferma ridendo felice, ndr).

Chi è il tuo idolo? 

Il mio idolo è Mathieu Van der Poel. E’ incredibile quanto sia forte in ogni disciplina e lo fa sembrare così facile.

Alla fine di una stagione come questa, che tipo di corridore pensi di essere?

Credo di essere abbastanza versatile. Ho vinto delle gare collinari, come a Stradella, e una delle gare più dure del Belgio, la Course de côte Herbeumont, che ha un albo d’oro importante e che ha vinto anche Van der Poel (nel 2012, ndr). Ho anche vinto una classifica generale in Austria, due prove a cronometro e sono arrivato davanti in una classica come la Parigi-Roubaix.

Secondo alla Roubaix in una giornata di tregenda: risultato enorme (foto @grandducalcycling)
Secondo alla Roubaix in una giornata di tregenda: risultato enorme (foto @grandducalcycling
Dove ti senti migliorato e dove devi migliorare?

Penso di essere migliorato nella tattica di gara. Spesso ho attaccato nei momenti giusti per cercare la vittoria. Spero invece di poter migliorare il mio sprint nei prossimi anni.

Ti aspettavi una stagione come questa? 

Sapevo che se tutto si fosse evoluto normalmente, sarei potuto stare con i migliori corridori belgi. Non vedevo l’ora che arrivassero le gare nelle Fiandre, ma sono state cancellate per Covid. Poi ho iniziato la stagione con una vittoria in Italia a fine maggio. Sapevo di essere in buona forma e che potevo solo migliorare durante la stagione. A luglio ho vinto la mia prima gara Uci, la Juniorenrundfahrt in Austria. A settembre e ottobre i risultati hanno continuato a venire. Non mi aspettavo di vincere tutte queste grandi gare e questo ora mi rende ancora più orgoglioso.

Com’è tuo fratello come allenatore?

Loic è un allenatore fantastico. Investe molto tempo su di me e mi dà le tattiche prima di ogni gara. Sa tutto sugli avversari e sui percorsi di ogni gara in cui parto. Ma soprattutto mi conosce molto bene e sa di che cosa sono capace. Mi imposta sempre il perfetto ritmo da tenere in una cronometro.

Suo fratello Loic (a destra) è ora il suo allenatore, dopo aver corso a sua volta
Suo fratello Loic (a destra) è ora il suo allenatore, dopo aver corso a sua volta
L’anno prossimo che cosa ti aspetti?

Il prossimo anno sarà un’altra sfida. Una nuova categoria e gare più lunghe. Sono molto motivato a tirare fuori il meglio di me con la Lotto Soudal.

Qual è la gara dei sogni?

Ho sempre amato le classiche con pavé e brevi salite. Mi è dispiaciuto non poterle correre per due anni per colpa del Covid. Fortunatamente il 3 ottobre sono partito nella leggendaria Parigi-Roubaix finendo secondo. E’ una gara fantastica, penso di avere il profilo giusto per farla e spero in futuro di tornare sul podio di Roubaix, possibilmente sul gradino più alto.

Segaert e Ivanchenko: i primi verdetti di Trentino 2021

08.09.2021
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Gli Europei di Trento si sono aperti nel segno dei giovani con le cronometro junior che hanno riservato qualche sorpresa. Nelle donne la 17enne russa Alena Ivanchenko, terza a partire (sulle 38 partecipanti) e prima in tutti gli intermedi, ha dominato ad oltre i 46 di media oraria battendo la tedesca Antonia Niedermaier e l’olandese Elise Uijen, campione uscente e tra le principali favorite al successo. La Ivanchenko è arrivata in Trentino col morale altissimo grazie ad altre medaglie d’oro conquistate in pista stavolta: ai Mondiali Junior disputati a Il Cairo dall’1 al 5 settembre ha vinto la gara a punti e la madison in coppia con la connazionale Inna Abaidullina, oltre a contribuire al successo nell’inseguimento a squadre.

Le azzurre Carlotta Cipressi e Francesca Barale hanno chiuso rispettivamente al nono e ventiduesimo posto (a 2’24” e 3’14”) ma per loro l’appuntamento clou sarà la gara in linea di venerdì 10 settembre.

Tra gli uomini junior c’era molta attesa per la prova di tanti interessanti profili e già plurivincitori stagionali, tra cui il norvegese Per Strand Hagenes (nel prossimo biennio correrà nel team Jumbo Visma Development) e soprattutto il belga Cian Uijtdebroeks (già certo di un contratto triennale con la Bora-Hansgrohe). Sullo sfondo gli azzurri, che si ritagliavano un ruolo da outsider, hanno ottenuto un buon quinto posto con Samuele Bonetto, anche lui fresco reduce dai Mondiali su pista dove ha vinto nell’inseguimento individuale, mentre Alessandro Romele ha terminato al ventiquattresimo posto, risultato condizionato da una giornata-no.

Segaert in azione. Il percorso della crono era piuttosto veloce
Segaert in azione. Il percorso della crono era piuttosto veloce

Alla fine però la medaglia d’oro è andata al 18enne belga Alec Segaert, già conoscenza di bici.PRO con il giudizio di Andrea Bardelli. Il neocampione europeo junior a cronometro ha pedalato a quasi 51 di media oraria, superando di 5” Uijtdebroeks e di 40” il francese Eddy Le Huitouze. Lo abbiamo sentito in mixed zone, mentre cede i fiori e la bottiglia di spumante ai genitori e ad un gruppo di suoi fans (con tanto di cappellini da ciclista con il suo nome).

Alec due gare in Italia e due vittorie, questa importantissima. L’Italia ti porta bene…

Sì, l’Italia è un bellissimo paese con bellissime strade e bellissimi scenari. E vincere qui la cronometro europea è davvero incredibile.

Hai battuto il tuo compagno Uijtdebroeks (insieme nella foto di apertura, ndr) che partiva con i favori del pronostico e che ti aveva battuto di 16” al campionato belga a crono. Raccontaci questa vittoria…

Sono partito fortissimo. Quando all’intermedio dopo 10 chilometri ho visto che lui era dietro di me ero contento ma non tranquillo perché stava facendo un grande tempo, era in rimonta. Fino alla fine è stata una gara incerta, poi quando Cian ha tagliato il traguardo ho capito che avevo fatto un risultato grandissimo. Per me è fantastico essere arrivato davanti ad un grande cronoman come lui.

Che tipo di corridore sei?

Non so, non posso dire di essere uno specialista della cronometro ma è una bella disciplina che spero di poter senz’altro sviluppare in futuro. In queste gare sei solo e puoi andare dritto per la tua strada. Puoi spingere forte e tutto questo è andato a mio favore.

Samuele Bonetto tra i filari di mele. Per lui un buon quinto posto
Samuele Bonetto tra i filari di mele. Per lui un buon quinto posto
Farai anche la prova in linea. Cosa ti aspetti?

So che è un bel circuito con una salita impegnativa che si farà forte. Però non è una salita troppo ripida per le mie caratteristiche e questo è un bene per me. Spero di fare ancora una buona corsa ma adesso non ci penso, mi sto godendo questo momento fantastico dopo questa vittoria.

Quando il 30 maggio hai vinto la gara di Stradella, ti aspettavi di tornare in Italia per vincere un titolo europeo?

Naturalmente volevo tornare per correre gli Europei con la mia nazionale ma non ci pensavo proprio. Questa vittoria è un sogno che diventa realtà.

Poi fari puntati sui Mondiali che correrai in casa…

Certo, non vedo l’ora, sarà fantastico. Farò sia la crono che la prova in linea.

Tu arrivi dal triathlon, il tuo primo sport. Quali sono i tuoi margini di miglioramento?

Penso di averne abbastanza. Mio fratello Loic, che è anche il mio preparatore, dice che miglioro ogni anno, anzi ogni mese. Credo di poter migliorare ancora tanto, devo fare ancora molti step, non troppo velocemente, se vorrò diventare professionista nei prossimi anni.

L’anno prossimo con che squadra correrai?

Cambierò squadra ma non passerò tra i professionisti (i rumors parlavano di un team WorldTour su di lui, ndr). Ho già un contratto con una formazione under 23 e forse potrei tornare più spesso in Italia a correre.

P.S. Due ore dopo la vittoria di Segaert, la Lotto Soudal ne ha annunciato l’ingaggio nel suo team U23.

Tokyo passa il testimone a Parigi 2024, prime anticipazioni

06.08.2021
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Un’Olimpiade all’insegna del ciclismo. I Giochi di Tokyo volgono al termine, ma noi vogliamo farvi sognare e pensare già a quello che accadrà tra tre anni, ovvero l’edizione di Parigi 2024 che si prefissa l’obiettivo di aprire le porte come non mai agli appassionati delle due ruote, un bel messaggio di ripartenza dopo quella che speriamo sia l’unica avventura a cinque cerchi stravolta dalla pandemia.

Gran Fondo olimpica

Una delle novità più sensazionali proposta dal Comitato organizzatore per chi ama la bici è che ci sarà una sorta di Gran Fondo sul percorso olimpico aperta a tutti, in stile maratona di New York assicurano gli organizzatori, con tempi e modi ancora da definire, anche se l’idea sarebbe di farla persino lo stesso giorno di coloro che si giocheranno le medaglie olimpiche. Un’idea visionaria che già ci proietta lì, sognando di essere in griglia e vi promettiamo di darvi maggiori ragguagli appena ce li forniranno.

Ciclismo al centro

«Come sapete, il ciclismo è uno sport molto importante per la Francia e avrà differenti location per le sue prove – ci risponde Tony Estanguet, presidente del Comitato organizzatore di Parigi 2024 nonché tre volte campione olimpico nella canoa – la Bmx freestyle sarà a Place de la Concorde, poi utilizzeremo strutture già esistenti come il velodromo per le prove su pista, perché come sapete il nostro concetto è di utilizzare la maggior parte di strutture già esistenti per tutti gli sport. Vi prepariamo anche qualche bella sorpresa per gara su strada, perché Parigi è Parigi e creeremo un tracciato davvero spettacolare che scoprirete l’anno prossimo».

Tre anni a Parigi 2024 e già suggestioni enormi
Tre anni a Parigi 2024 e già suggestioni enormi

Tutti in bici

La sindaca Anne Hidalgo rilancia: «Faremo fare tantissima bici anche agli spettatori, grazie alle nostre piste ciclabili che stiamo ampliando, così ci potrà spostare ovunque su due ruote. E anche ai giornalisti».

Insomma, cominciate a segnarvi le date e gonfiate le gomme delle vostre biciclette: Parigi vi aspetta dal 26 luglio all’11 agosto 2024 per l’Olimpiade e dal 28 agosto all’8 settembre 2024 per la Paralimpiade.

Un altro belga che vuole farci a fette: si chiama Segaert

05.08.2021
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La recente chiacchierata di bici.PRO con Andrea Bardelli, diesse del Team Franco Ballerini, formazione juniores toscana che espatria volentieri per correre e confrontarsi con gli altri (e per scoprire nuovi talenti), ci ha dato uno spunto per interpellarlo mentre è a Livigno con Martin Svrcek e altri ragazzi. Il tecnico toscano a metà luglio è stato col suo team al Medzinárodné Dni Cyklistiky, in Slovacchia. Si tratta di una gara a tappe di tre giorni vinta dal diciassettenne ceco Milan Kadlec, figlio d’arte ed omonimo dell’ex pro’ cresciuto in Italia tra i dilettanti nell’allora Brunero e poi visto per cinque stagioni tra Mobilvetta, Lampre e Vini Caldirola. Bardelli è reduce anche dalla trasferta in Austria alla Internationale Juniorenrundfahrt, altra corsa di tre tappe. Proprio leggendo la classifica della gara austriaca, abbiamo ritrovato il nome di un ragazzo straniero che in Italia quest’anno ci ha già vinto e che Bardelli conosce bene: Alec Segaert in forza al team Gaverzicht Be Okay.

Segaert ha da poco vinto la Internationale Juniorenrundfahrt in Austria
In Austria Segaert ha da poco vinto la Internationale Juniorenrundfahrt

Corridore internazionale…

Il belga, 18 anni ed ex triathleta, si era già messo in mostra da allievo nel 2019 in Azerbaijan all’Eyof, le Olimpiadi estive giovanili europee che si tengono ogni due anni dal 1991. In quell’occasione chiuse al quarto posto sia a crono che in linea (dove secondo in entrambe le gare finì Dario Igor Belletta). Nel 2020 ha fatto poche gare, ma quest’anno sta raccogliendo buoni risultati.

A metà luglio Segaert ha chiuso al secondo posto nel campionato nazionale a cronometro, dietro a Cian Uijtdebroeks (nuovo fenomeno che ha già firmato un triennale con la Bora Hansgrohe). Dieci giorni più tardi in Austria ha vinto la prima frazione e la classifica generale sul padrone di casa Alexander Hajek, tra l’altro compagno di squadra di Uijtdebroeks, altro nome da tenere sotto osservazione.

Ma dicevamo appunto che il pubblico italiano ne ha sentito parlare lo scorso 30 maggio a Stradella. Sull’ondulato circuito ricavato dal finale della tappa del Giro d’Italia vinta da Bettiol, Segaert ha conquistato per distacco il Trofeo Cinerari-Siori. Quel giorno Bardelli, sebbene fosse in corsa col suo Team Franco Ballerini, aveva dato supporto logistico e tattico al belga.

A maggio Segaert ha vinto a Stradella per distacco con lo stesso finale della tappa del Giro
Quest’anno Segaert ha vinto a Stradella per distacco con lo stesso finale della tappa del Giro
Andrea raccontaci questa domenica di fine maggio…

Insieme ad Alec c’era anche Lorenzo Masciarelli (figlio di Simone e nipote di Palmiro entrambi ex pro’, che corre per la belga Bert Containers Pauwels Sauzen, ndr). Entrambi volevano correre perché in Belgio non avevano organizzato gare a causa del covid e l’attività sarebbe ripresa solo a fine giugno. Così li siamo andati a prendere all’aeroporto, hanno dormito con noi la sera prima e sono rimasti con noi nei giorni successivi. I regolamenti italiani consentono agli atleti tesserati all’estero di poter disputare al massimo tre gare regionali e così abbiamo sfruttato il periodo a cavallo del 2 giugno. A Stradella comunque non è andata male per loro: Alec ha vinto e Lorenzo ha fatto quarto.

Bardelli ha conosciuto Segaert agli europei 2020 di Plouay
Bardelli ha conosciuto Segaert agli europei 2020 di Plouay
Come è nato il contatto con Segaert?

Sono tanti anni che sono con gli junior e sia la mia esperienza che la mia indole relazionale mi hanno portato a conoscere Alec. L’incontro è avvenuto l’anno scorso al campionato europeo di Plouay dove io ero presente con Ponomar. Da allora sono rimasto in contatto con lui attraverso suo fratello Loic, anch’egli ex corridore. Loic è il suo preparatore atletico e gli fa anche un po’ da manager. Fra di noi la stima reciproca è cresciuta. E ho anche un simpatico aneddoto se volete.

Racconta pure…

Ero alla gara in Austria con Martin Svrcek e la sua nazionale. Gli ultimissimi istanti della prima tappa, vinta da Alec in solitaria, li ho fatti vivere in diretta a Loic con una videochiamata whatsapp. Dovevate vedere e sentire la sua gioia. Ero emozionato anch’io e queste sono le belle cose del ciclismo in queste categorie.

Seconda tappa della corsa dedicata in Belgio a Philippe Gilbert: Segaert in fuga
Seconda tappa della corsa dedicata in Belgio a Philippe Gilbert: Segaert in fuga
Che tipo di corridore è?

E’ il classico passista belga, potente, che va molto forte anche a cronometro. Deve ancora definirsi e deve migliorare anche nella guida della bici, perché soffre ancora un po’ in alcune curve, però è un prospetto molto interessante. Non mi stupirei fra qualche anno di vederlo in un ordine d’arrivo tra i pro’ nelle classiche del Nord. Mentre stavo andando a Livigno mi sono fermato a Trento per vedere il percorso degli europei in linea e a crono. Appena visionati, l’ho chiamato e gli ho spiegato che il tracciato si addice alle sue caratteristiche. Se ci arriva in condizione può salire sul podio.

A proposito, nella cronometro del campionato belga è arrivato dietro a Uijtdebroeks di 16”. Lui è veramente il nuovo Evenepoel come dicono?

Non so se lo sia, ma se una WorldTour come la Bora lo ha subito messo sotto contratto per tre anni significa che qualcosa di molto buono c’è. Personalmente lo avevo visto dal vivo l’anno scorso alla Kuurne-Bruxelles-Kuurne. Ad un certo punto ha lasciato tutti lì. Si è fatto 50 chilometri di fuga solitaria e ha vinto.

Segaert è il classico passistone potente belga, un uomo da Nord
Il giovane è il classico passistone potente belga, un uomo da Nord
Segaert sarebbe potuto essere un tuo corridore qui in Italia, invece?

Invece nulla, per colpa di vincoli federali che non ci consentono di tesserare più di uno straniero. Quando l’ho conosciuto lui non aveva ancora deciso se venire da noi ed io nel frattempo avevo già contatti con Svrcek. Purtroppo ho dovuto fare una scelta, ma mi è dispiaciuto molto non averlo potuto prendere. Questa regola andrebbe cambiata, anche tra una regione e l’altra, perché se uno junior, prima categoria internazionale, vuole coltivare il sogno di fare il ciclista non può avere queste limitazioni. Ci sono certi controsensi assurdi ma ormai non lo ripeto nemmeno più.