La bicicletta è longeva, se pulita e oliata correttamente

08.05.2023
5 min
Salva

La pulizia e la manutenzione corrette della bicicletta sono alla base di una massima efficienza del mezzo meccanico. Pulire correttamente la bicicletta può fare la differenza? Cosa bisogna usare e quali sono i criteri per riconoscere i prodotti adeguati? Una giusta lubrificazione della catena ci permette di guadagnare qualcosa in termini di sfruttabilità della bici?

Abbiamo utilizzato alcuni nuovi prodotti di Effetto Mariposa, ma abbiamo interpellato anche Alberto De Gioannini, che oltre ad essere imprenditore è anche appassionato e primo utilizzatore della bici.

Una corretta pulizia può fare la differenza?

Pulire la bicicletta non ha solamente una finalità estetica, ma è prima di tutto un modo per prolungare la vita dei componenti e prevenire problemi durante le uscite. Ad esempio, una catena trascurata e non adeguatamente lubrificata è destinata a durare di meno, assorbire una parte della nostra potenza, a causa degli inevitabili attriti e magari cedere quando non ce lo aspettiamo.

A cosa è necessario prestare attenzione quando si deterge la bicicletta?

La bicicletta è un insieme di parti con esigenze di pulizia diversa, di cui dobbiamo essere consapevoli. Uno sgrassante che va bene per la catena è eccessivo per telaio e pneumatici. Così come prodotti pensati per pulire forni o sanitari possono danneggiare la nostra amata due ruote. Nell’immediato ci sembra di risparmiare, ottenendo un risultato discreto, ma alla fine non è così.

Alcuni prodotti di Effetto Mariposa per la detersione, pulizia e lubrificazione della bici
Alcuni prodotti di Effetto Mariposa per la detersione, pulizia e lubrificazione della bici
Come si riconosce un ottimo detergente per la bici?

Un detergente per la bicicletta deve essere equilibrato nelle sue caratteristiche pulenti. Efficace contro lo sporco ma non troppo aggressivo. Per questa ragione il nostro Allpine Light si può usare senza risciacquo, dato che i suoi residui non solo non compromettono ma al contrario esaltano la lucentezza della vernice.

Passando invece alla cera per la catena, nello specifico il Flowerpower Wax. Può cambiare in meglio la vita e l’efficienza della catena?

Da tempo i lubrificanti per catena di tipo cera, sono conosciuti dagli appassionati, ma è solo negli ultimi anni che si stanno affermando. La cera riduce gli attriti in modo netto, evitando di attrarre polvere e sporco. Polvere e detriti sono gli ingredienti – insieme ai comuni olii – della pasta abrasiva responsabile dell’usura precoce della catena. Con Flowerpower Wax inseguivamo come priorità l’utilizzo di ingredienti rapidamente biodegradabili e l’assenza di fluoruri, solfuri e altri comuni “modificatori di attrito”.

Avete ottenuto risultati convincenti?

Abbiamo conseguito risultati eccellenti nel test dello Zero Friction Cycling, dove abbiamo sbaragliato la concorrenza. Per pulizia e durata Flowerpower Wax sicuramente facilita la vita a qualsiasi ciclista, oltre ad esaltare prestazioni e la durata della trasmissione.

Se dovessimo quantificare l’efficacia di una sua applicazione?

Nel test di Zero Friction Cycling hanno misurato fino a 600 chilometri con una singola applicazione, in condizioni di laboratorio. Nella realtà dell’uso stradale possiamo sicuramente superare i 300 chilometri in condizioni ottimali.

Maglia dopo maglia, aiutarsi con le dita non è peccato
Maglia dopo maglia, aiutarsi con le dita non è peccato
Cosa succede con il passare dei chilometri?

E’ importante notare come non ci sia un crollo di prestazioni, quanto un progressivo aumento della rumorosità. Diventa come un sintomo, che fa capire al ciclista quando è ora di lubrificare nuovamente.

C’è un modo specifico per applicare il prodotto alla catena?

Noi consigliamo di applicare semplicemente una goccia di prodotto ad ogni singola maglia, come si farebbe con un normale olio lubrificante. E’poi sufficiente far girare la catena una decina di volte ed attendere almeno due ore prima dell’utilizzo, per dar modo allo strato di cera di solidificare.

Il Flowerpower Wax può essere considerato migliore, rispetto ad un normale lubrificante?

Chiaramente siamo parte in causa, per cui il nostro giudizio potrebbe essere considerato interessato. Per questa ragione ci siamo affidati a test esterni (quelli di ZFC) che misurassero valori oggettivi di usura della catena, secondo un protocollo rigoroso e nelle diverse condizioni. A loro giudizio il Flowerpower Wax è attualmente il miglior lubrificante liquido per catena disponibile sul mercato.

Effetto Mariposa

Effetto Mariposa Giustaforza Anniversary, unica al mondo

13.12.2022
5 min
Salva

Mezzo giro in eccesso ad una vite può danneggiare il componente e farlo rompere, scatenando effetti disastrosi. Un piccolo gesto che causa una conseguenza sproporzionata. Un esempio che rispecchia a pieno la filosofia di Effetto Mariposa, che nel nome porta inciso proprio quel principio. Ricollegandoci al nostro incipit, come evitare quindi spiacevoli sorprese? Semplice, l’azienda svizzera è produttrice di Giustaforza. La prima chiave dinamometrica al mondo pensata per la bici. Compatta, funzionale e progettata per un utilizzo professionale. Oggi la scopriamo in versione Anniversary, realizzata nel 2017 per celebrare la sua nascita dieci anni prima. 

La custodia rigida permette di proteggere e riporre gli inserti comodamente
La custodia rigida permette di proteggere e riporre gli inserti comodamente

Giusta “forza”

Non è un caso se il primo cliente ad aver fatto un ordine di 100 pezzi agli albori di Effetto Mariposa sia stato proprio Ernesto Colnago. Il Maestro aveva intravisto in questo attrezzo la lungimiranza e l’innovazione scaturita dal suo inventore, Alberto De Gioannini nonché attuale proprietario dell’azienda.

«Il nome Giustaforza – spiega – è stato dato proprio per suggerire un’applicazione controllata della forza di serraggio anche se in realtà non si tratta di una forza, ma di una coppia. La chiave inizialmente era pensata per il mercato della bicicletta americano in cui i nomi di prodotto italiani sono sempre molto apprezzati e ben recepiti, mi sembrava incarnasse al meglio uno strumento di precisione di questo tipo. Non esisteva per quanto riguarda la pratica ciclistica una chiave dinamometrica così piccola e di qualità. 

«Esistevano delle chiavi dinamometriche – prosegue – nel mondo della bicicletta però erano prodotti di derivazione automobilistica ed erano molto più grosse e ingombranti, niente di specifico. Infatti la gamma di coppia da 2 a 16 Nm era inesistente. La Giustaforza Anniversary l’abbiamo realizzata per rendere omaggio a quel primo modello unico sia nel suo genere che nella sua semplicità che ha cambiato il modo di intendere questo attrezzo».

Qualità eterna

La Giustaforza Anniversary rappresenta il non plus ultra delle chiavi dinamometriche. Le colonne d’Ercole non hanno altri modelli al di là di questo.

«Questa versione – spiega De Gioannini – rispetto alla versione Giustaforza Pro tradizionale ha una colorazione diversa e una scatola antiurto molto solida che ci chiedevano gli addetti ai lavori per completare la propria gamma di attrezzi. Anche i meccanici della Intermarché Wanty Gobert usano questa per il camion officina perchè molto comoda. Sfruttano molto il fatto che tutti gli inserti siano facilmente reperibili dalla scatola. 

«Diversi team – dice – la comprano direttamente da noi, ma anche tanti appassionati. Chi ha biciclette di alto livello e cura l’attrezzatura e l’abbigliamento, vuole il massimo nella manutenzione, così compra la Giustaforza Anniversary. Rappresenta il top nel mondo della bici. E’ un investimento perché è una chiave costruita per durare e anche per essere usata giornalmente nel negozio del meccanico. Noi offriamo un servizio di ricalibrazione. E’ previsto dopo 5.000 scatti della chiave. La riceviamo da tutto il mondo, la chiave viene ricalibrata, ripristinata e lubrificata ed esce con un certificato che attesta la calibrazione ed è di nuovo pronta a fare un altro giro di giostra con altri 5.000 click garantiti».

A regola d’arte

Pensata per un utilizzo professionale, la chiave dinamometrica Giustaforza 2-16 Pro Anniversary è di color grigio “canna di fucile” ed è dotata di testa con cricchetto reversibile. E’ dotata di una testa con cricchetto, con quadro da 1/4″ (adattatore 1/4″ quadro/esagono in dotazione, per poter usare i normali inserti). Il peso della chiave, grazie al corpo chiave in alluminio, è inferiore ai 200 grammi. Questo permette all’utilizzatore di avere la giusta sensibilità pur alle basse coppie di serraggio. La lunghezza totale è di 170 mm.

Realizzata a regola d’arte, per durare nel tempo ha un design lineare e curato nei minimi dettagli. Corpo in allumino anodizzato, con scritte laserate, per resistere ad un uso giornaliero. Il funzionamento meccanico la rende esente da esaurimento batterie e molto resistente agli urti. Ogni esemplare è controllato e numerato in modo progressivo e questo la rende di fatto un pezzo unico. Il set di inserti include una prolunga da 100 mm, tre inserti della stessa lunghezza (hex 4, hex 5 e T25) più altri Torx e brugole nella lunghezza standard (25 mm). Copre tutte le esigenze dei gruppi di alta gamma Shimano, Sram e Campagnolo e degli attacchi manubrio con viti del frontalino posteriori. Tutti gli inserti sono in acciaio speciale S2, con durezza superficiale altissima (62 HRc), per assicurare una grande durata nel tempo. Il prezzo consultabile sul sito è di 336,95 euro.

EffettoMariposa

Tubeless e non solo, ficchiamo il naso nel camion Intermarché

04.05.2022
6 min
Salva

Una foratura. Una vite spezzata. Una perdita d’aria. Sono gli incubi di qualsiasi ciclista e meccanico che lotta tutti i giorni con la cura del dettaglio per conquistare la vittoria. Un caos di variabili che trovano la soluzione nel perfetto equilibrio della prevenzione tecnica. Effetto Mariposa e Intermarché-Wanty-Gobert consolidano la partnership tecnica per il 2022 e proseguono il cammino iniziato un anno fa. 

Inconvenienti che non hanno ostacolato Girmay alla Gand-Wevelgem o impedito il secondo posto di Hermans a Liegi. Una buona dose di fortuna, certo. Ma dietro alla dea bendata c’è sempre una preparazione solida e basata sulla qualità. Ed è proprio nel dettaglio del piccolo componente, come fosse un battito d’ali di farfalla, che l’azienda svizzera cura i prodotti e fornisce il materiale tecnico alla squadra World Tour belga. Scopriamo questo rapporto insieme ad Alberto De Gioannini, Presidente e titolare di Effetto Mariposa.

Invisibili ma determinanti

I prodotti che Effetto Mariposa fornisce al team belga sono la valvola Caffélatex Tubeless Valve per la conversione tubeless, il sigillante Caffélatex e il sigillante Végétalex. Infine il Caffélatex Tubeless Strip, un nastro para-nipples tubeless molto leggero, che rende le conversioni tubeless rapide e facili. I meccanici utilizzano anche Giustaforza, la prima chiave dinamometrica sviluppata espressamente per il ciclismo, un’icona per il marchio svizzero, ideata e progettata proprio da De Gioannini. 

Prodotti che si celano nei camion officina, oppure all’interno delle ruote in mezzo al gruppo. Per questo sono nati sull’input dell’Intermarché gli adesivi da posizionare in corrispondenza delle valvole.

«Ci hanno detto – racconta De Gioannini – che è un peccato che i nostri prodotti per loro natura si nascondano, perché essendo dentro le ruote non si vedono. Così proprio il team ci ha richiesto gli adesivi e abbiamo deciso di crearli per avere un ulteriore elemento di visibilità. Una cosa più unica che rara che un team ti dia questa possibilità». 

I prodotti di Effetto Mariposa hanno uno scomparto nel camion officina della Intermarché-Wanty
I prodotti di Effetto Mariposa hanno uno scomparto nel camion officina della Intermarché-Wanty

L’importanza del WorldTour

Comunicare la qualità dei prodotti attraverso canali social e pubblicità non è cosa semplice. Inoltre la partnership tra Effetto Mariposa e Intermarché-Wanty-Gobert è nata in modo spontaneo dopo una richiesta esplicita del team. 

Da queste comunicazioni e prestazioni si è trovato un punto di incontro di cui hanno beneficiato entrambe le parti, come spiega De Gioannini:« E’ un’ottima legittimazione della qualità del prodotto. E’ chiaro che in gara i prodotti vengono portati al limite dell’utilizzo. Per cui se funzionano bene per un professionista, a maggior ragione non avranno problemi nell’utilizzo pratico per un appassionato. 

«Contrariamente a quanto succede nel Motorsport – prosegue – quando il marchio si legittima, i prodotti utilizzati a livello agonistico non sono gli stessi che vengono commercializzati per gli appassionati. Nel caso della bicicletta invece no. Il prodotto che noi forniamo al team è di serie e di produzione ed è quello che gli utenti possono comprare. Chiaramente se il team chiede qualcosa di più, siamo ben contenti di fornirlo e di passarlo il prima possibile alla produzione».

I meccanici collaborano con i loro feedback. Lui è Siemons Kobe, nelle Ardenne con Mario Ghyselinck
I meccanici collaborano con i loro feedback. Lui è Siemons Kobe, nelle Ardenne con Mario Ghyselinck

L’importanza dei feedback

Tra i benefici che si hanno nel supportare tecnicamente un team WorldTour ci sono sicuramente i feedback che i professionisti della bici e della brugola sono in grado di dare testando i materiali. 

«Mikey Von Kruiningen – prosegue De Gioannini – è il responsabile dei meccanici ed è contento e soddisfatto. Ci hanno detto che Caffélatex per loro è una garanzia per arrivare al traguardo. Metà del successo e dell’affidabilità deriva anche dallo strip per conversione tubeless. Non ci hanno segnalato problemi. Hanno iniziato a testare e utilizzare il Végétalex, per il momento non in corsa perché preferiscono testarlo ulteriormente. Ci sono stati commenti positivi».

Ci sono altri team che bussano alla porta? «Ad alcuni – prosegue – vendiamo sigillanti. Ovviamente non diciamo nulla perché hanno contratti con case di pneumatici e dovrebbero servirsi dei loro prodotti. E perché, non essendo loro partner tecnici, è bene mantenere rispettosamente l’anonimato. Per quanto riguarda i team ufficiali, l’unica squadra è Intermarché e siamo felici così, perché i feedback che ci offrono sono sufficienti per lo sviluppo dei prodotti».

Tubeless sulle ruote di tutti

Una delle svolte tecniche che sta coprendo a macchia d’olio il panorama dei pro’ è l’avvento dei tubeless per le bici da strada. Sulla bocca di tutti rimbalza questa parola in lungo e in largo. Cosa pensa De Gioannini di questo avvento tecnico, lui che è stato il precursore del primo lattice sintetico (Caffélatex) per uso ciclistico sul mercato?

«Il tubeless stradale per molti anni è stato in animazione sospesa – risponde – perché c’era la tecnologia, però non utilizzandolo a livello professionistico non ha mai preso piede. Gli appassionati tendono a copiare le scelte tecniche, giustamente, dei corridori di alto livello. L’altro limite era che correndo con sezione di pneumatici ridotti intorno ai 25 millimetri, effettivamente il tubeless non offriva vantaggi, a causa del ridotto volume d’aria. Non c’era un interesse a gonfiare a pressioni più basse. Ora che si utilizzano sempre di più gli pneumatici da 28 millimetri o anche di più a seconda del tipo di terreno e di gara, è chiaro che il tubeless ha molto di più da offrire sotto moltissimi aspetti. Oltretutto con i dati che sono usciti alla resistenza al rotolamento, il tubeless sembra offrire quello che una volta era ad appannaggio del tubolare».

Cravero, un distributore che sa “ascoltare” i negozianti

26.03.2022
5 min
Salva

Spesso il successo di un prodotto non è determinato esclusivamente dalle sue reali qualità. Un ruolo importante è svolto da chi quel prodotto lo deve far conoscere e spiegare al cliente affinché sia indotto ad acquistarlo. Per le aziende straniere che vogliono entrare nel mercato ciclo italiano questo ruolo è assolto dalla figura del distributore. Quest’ultimo deve essere serio, professionale e in grado di spiegare il prodotto al negoziante perché ne apprezzi il reale valore e proceda poi all’acquisto. Effetto Mariposa, azienda svizzera specializzata nella realizzazione di prodotti per la manutenzione e cura della bicicletta, ha trovato questa importante figura professionale nella Cravero Paolo & C.

Paolo Cravero, figlio di Silvio: i due lavorano insieme
Paolo Cravero, figlio di Silvio: i due lavorano insieme

Tutto è partito da Bra

Per farci raccontare qualcosa di più sulla sua attività di distributore abbiamo incontrato Silvio Cravero, titolare della Cravero Paolo & C., presso il suo ufficio di Bra, in provincia di Cuneo (in primo piano nella foto di apertura).

L’attività di distributore è recente. Risale infatti al 2014 quando Silvio era titolare di un negozio di bici. Un ruolo fondamentale per l’inizio della nuova attività l’ha avuto proprio Bra, come ci racconta lo stesso Cravero.

«Io e Alberto De Gioannini, titolare di Effetto Mariposa – spiega – siamo entrambi originari di Bra. Prima del 2014 mi era capitato come negoziante di fornirgli il mio supporto per alcune iniziative legate al suo precedente lavoro. In quel periodo era alla ricerca di un distributore per il mercato italiano e si è ricordato di me. Mi ha così proposto di iniziare a distribuire in Italia i suoi prodotti».

Silvio Cravero e Juri Ragnoli dello Scott Racing Team
Silvio Cravero e Juri Ragnoli dello Scott Racing Team

Per Cravero si è trattato di una richiesta inaspettata: «Ai quei tempi – continua – avevo un negozio bici ben avviato. La richiesta di Alberto mi ha colto di sorpresa. Ho però subito capito che si trattava di una grande opportunità da cogliere al volo e… l’ho colta».

Trasformarsi in breve tempo da semplice negoziante a distributore con il compito di lavorare con quelli che fino a poco tempo prima erano colleghi non è stato semplice.

«Sembra una sciocchezza – ci racconta Cravero – ma all’inizio avevo difficoltà nel fare una fattura o una bolla… Poi pian piano ho imparato ed oggi sono contentissimo della scelta fatta. La nostra realtà è in costante crescita e una grossa mano me la sta dando anche mio figlio Paolo, più avvezzo di me alla tecnologia».

Ascoltare i negozianti

Il nostro incontro ci permette di scoprire un distributore “atipico” come ci racconta lo stesso Cravero.

«Se mi guardo indietro – dice – mi accorgo che oggi l’esperienza passata di negoziante mi torna molto utile nel mio nuovo ruolo di distributore. Mi rendo infatti conto di riuscire a interpretare al meglio le esigenze che mi arrivano dagli stessi negozianti, soprattutto da quelli piccoli. La cosa che poi mi piace di più nel mio nuovo ruolo è rappresentata dalla possibilità di poter spiegare loro il valore dei prodotti Effetto Mariposa, dare dei consigli e vedere poi che questi consigli vengono apprezzati e applicati».

Nuovi prodotti Effetto Mariposa per la cura e la manutenzione della bici
Nuovi prodotti Effetto Mariposa per la cura e la manutenzione della bici

Opportunità per nuovi marchi

Oggi la Cravero Paolo & C. è davvero una realtà molto particolare, occupandosi della distribuzione dei prodotti di una sola azienda, Effetto Mariposa appunto. Chiediamo allora a Silvio Cravero se non abbia mai valutato la possibilità di aprirsi ad altri marchi.

«Quella di avere altri marchi da poter distribuire – ci confida – è un’idea che ogni tanto mi passa per la testa, ma fino ad oggi non si è mai creata una vera opportunità. A volte penso che i grandi marchi siano frenati dal fatto che ci vedono come una piccola realtà non rendendosi conto che attualmente lavorano con noi oltre mille negozi in tutta Italia. Credo che per molti marchi, anche stranieri, potremmo rappresentare un’opportunità da cogliere al volo. In ogni caso sono molto contento della collaborazione con Effetto Mariposa e mi sento davvero fortunato». 

Silvio Cravero mantiene ancora viva la passione di meccanico, ogni tanto aggiusta la bici di qualche amico
Silvio Cravero mantiene ancora viva la passione di meccanico, ogni tanto aggiusta la bici di qualche amico

Una grande opportunità

Questa ultima affermazione ci offre lo spunto per chiedere un parere sul rapporto di lavoro con Effetto Mariposa.

«Non smetterò mai di ringraziare Alberto De Gioannini – racconta – per l’opportunità che mi ha dato. Mi sento al sicuro prima per il valore della persona e poi per la qualità dei prodotti che proponiamo ai negozianti. Effetto Mariposa ha saputo continuamente innovare nel corso degli anni aprendo la strada ad altre realtà che hanno poi ripreso quanto l’azienda ha saputo creare. Basta pensare al lattice. Prima eravamo in pochissimi a produrlo ora invece sono in molti. Quest’anno abbiamo poi introdotto dei prodotti per la manutenzione della bicicletta ecosostenibili che stanno andando molto bene».

Mentre ci salutiamo Silvio si rimette il grembiule da lavoro per sistemare la bici di un amico. Anche se l’attività di negoziante è ormai alle spalle gli piace ancora sistemare le biciclette di qualche amico che passa a trovarlo. In fondo se si è nati negozianti, anzi meccanici, la voglia di mettere mano ad una bicicletta non passa mai.

Cravero

Strada e pista possono essere laboratori di studio reciproco?

23.08.2021
3 min
Salva

Partendo da un’analisi già fatta sul nostro sito sulle bici del quartetto che ha vinto l’oro alle Olimpiadi di Tokyo, abbiamo pensato se ci poteva essere una correlazione tra i componenti utilizzati nelle bici del quartetto e quelle per le prove contro il tempo su strada. 

E così abbiamo chiesto ad Alberto de Gioannini, di Effetto Mariposa, un appassionato di tecnica legata alla bicicletta e con un particolare interesse per il mondo della lubrificazione.

Le principali differenze di lubrificazione della trasmissione fra strada e pista sono la quantità dell’olio e la sua viscosità
Le principali differenze di lubrificazione fra strada e pista riguardano la quantità dell’olio e la sua viscosità
Alberto, qual è la più grande differenza tra lo studio dei componenti per la pista o per una cronometro su strada?

Quel che fa cambiare maggiormente le prestazioni e di conseguenza le decisioni tecniche è la durata, in secondo luogo direi il tipo di ambiente in cui si corre.

In che modo la durata della prova influisce sulle decisioni tecniche?

È importante spiegare come ormai si sia giunti all’estremizzazione di tutti quelli che sono i componenti tecnici. Ovvero, tutto ciò che si studia e si vede in pista è pensato per avere il massimo della performance a discapito dell’affidabilità. Un esempio è la lubrificazione, in pista per i componenti di scorrimento, come ingranaggi, movimento centrale o cuscinetti, si utilizzano olii poco viscosi ed in quantità ridotte.

Come mai proprio un olio con quelle caratteristiche?

Gli ingranaggi devono fare un numero alto di rotazioni utilizzando poco lubrificante, in più per garantire un’alta frequenza ed un consumo minimo l’olio utilizzato è a bassissima viscosità. In pista è uguale: i prodotti meccanici, in quei 4 minuti, devono offrire la massima prestazione. Anche perché tra una prova e l’altra i componenti vengono sistemati e messi a punto per la prova successiva.

Parlando di prova su strada, nelle cronometro questi accorgimenti potrebbero essere utilizzati?

Allora, la linea di confine è molto sottile ma allo stesso tempo ben marcata, per quanto mi riguarda le ritengo discipline completamente opposte. Le bici da crono usano materiali e componenti diversi, tutti studiati per la massima performance, tuttavia, la difficoltà ulteriore è renderli anche resistenti nel tempo. L’olio, per esempio, ne viene usato uno più viscoso di quelli da pista poiché una pioggia improvvisa o un dosaggio sbagliato creerebbero notevoli problemi.

Meccanico, bici Pinarello, Montichiari, 2020
Su pista si pensa solo alla prestazione e non alla durata: le bici infatti vengono risistemate dopo ogni sessione
Meccanico, bici Pinarello, Montichiari, 2020
Su pista si pensa solo alla prestazione e non alla durata: le bici infatti vengono risistemate dopo ogni sessione
Dove metteresti questa linea di confine?

Esattamente tra le due discipline, i prodotti utilizzati in pista non possono essere trasferiti su strada, non sono studiati per quello e non renderebbero allo stesso modo. Uno degli errori che si fa più spesso è credere che utilizzando un elemento più performante su un periodo più lungo si aumenti di conseguenza la prestazione.

Ed invece deve essere aggiunta la variabile affidabilità

Esatto, usare un olio meno viscoso per un’ora non renderebbe la bici più scorrevole per tutto l’arco temporale. Inizialmente avresti un vantaggio notevole, ma a lungo andare l’olio si secca e ti ritroveresti a sprecare molti più watt per mantenere la stessa prestazione.

Quindi non possono essere utilizzati come laboratori reciproci?

Più che reciproci li definirei l’uno come fonte di ispirazione dell’altro. Si possono fare esperimenti e provare accorgimenti reciproci ma non sono sovrapponibili.

Lubrificazione, viaggio in un mondo parallelo

29.04.2021
6 min
Salva

Un articolo pubblicato qualche settimana fa sulla manutenzione e la lubrificazione delle catene ha messo in moto un ragionamento molto interessante con un interlocutore d’eccezione. Uno che magari non te l’aspetti, come Alberto De Gioannini, titolare di Effetto Mariposa che finora era noto per ben altri prodotti. Accessori per tubeless e tubolari. Protezioni. Chiavi dinamometriche. Persino t-shirt, cappellini e calzini. Ma le catene ancora no…

Alberto de Gioannini, titolare di Effetto Mariposa, nostra guida nel mondo dei lubrificanti
Alberto de Gioannini, titolare di Effetto Mariposa, nostra guida nel mondo dei lubrificanti

«Sull’ottimizzazione della catena – questo il suo punto di partenza – tanti amatori perdono la testa, limando i watt assorbiti con lubrificazione in cera fusa, passando poi la catena in polvere al teflon o solfuro di molibdeno… mentre tra i professionisti si parla ancora di lubrificanti spray (che saranno comodi da usare, ma funzionano male) e addirittura grasso per proteggere la catena (che non ha molto senso, se non perché si è sempre fatto così, dato che un buon olio viscoso ha lo stesso funzionamento e un lubrificante cera serio resiste bene all’acqua). I watt risparmiati grazie alla catena forse contano poco per chi ne ha tanti, però con il discorso dei marginal gains, lima di qua e lima di là... Anche la gestione su eventi di più giorni è fattibile con le cere, è sufficiente applicarle la sera prima».

Se la catena è ben pulita e lubrificata, le pulegge Ceramic Speed rendono di più
Se la catena è ben pulita e lubrificata, le pulegge Ceramic Speed rendono di più
Aberto, come mai questo interesse per la lubrificazione?

Ho iniziato a interessarmene da un anno e mezzo ed è un altro mondo che si apre. Il primo che di recente ha approfondito il discorso si chiama Jason Smith, che si inventò Friction Facts. Costruì da sé dei macchinari specifici e si mise a studiare cosa succedeva alla catena usando lubrificanti diversi. Si trattava dell’autorità indiscussa e indipendente nella valutazione di lubrificanti e catene per biciclette.

Che cosa venne fuori?

Si vide subito un grosso gap fra l’olio e il lubrificante tipo cera (in emulsione), che dà una lubrificazione profonda e più duratura. Venne fuori che anche gli oli al teflon alla fine sembrano acqua e, pur applicati con grande frequenza, tendono ad essere assorbiti facendo lavorare la catena quasi a secco. Si capì che la giusta lubrificazione faceva guadagnare dei watt. La ricerca fece tanto scalpore e aprì la porta su una tale serie di ragionamenti, che Smith venne assunto da Ceramic Speed, che con lui si mise a produrre i lubrificanti Ufo, costruendo un marketing su misura. Il risultato però fu che Jason Smith perse la sua indipendenza di giudizio.

Ceramic Speed ha investito sui lubrificanti, creando la linea Ufo
Ceramic Speed ha investito sui lubrificanti, creando la linea Ufo
Fine degli studi sul tema?

Niente affatto. Il testimone è stato raccolto Adam Kerin, australiano, con Zero Friction Cycling. Ha ricostruito i macchinari e adesso porta nel mondo la… fiaccola della corretta lubrificazione.

Lo conosce personalmente?

Abbiamo avuto una lunga corrispondenza. Ha messo a punto un protocollo di 58 pagine sui suoi test e su quale secondo lui sarebbe la miglior lubrificazione. Nel farlo, Kerin passa in rassegna i lubrificanti in commercio e parla male di quasi tutti, tranne poche eccezioni. Si salvano solamente MSW (Molten Speed Wax), Absolute Black (anche se la loro cera al grafene non è andata benissimo nei test), Silca (il titolare è Josh Portner, che ama tanto il marketing all’americana) e CeramicSpeed.

Come va eseguita secondo lui la corretta lubrificazione?

Utilizzando la cera a caldo, ma il procedimento ideale è laborioso. La catena viene prima sgrassata, poi messa a bagno nella cera fusa. Ne viene estratta prima che la cera si solidifichi e poi fatta funzionare per un’ora. A quel punto viene passata nel solfuro di Tungsteno, che ha grandi proprietà antiattrito. Pare che con una catena così trattata, ci sia un risparmio da 6 a 8 watt, che per un amatore magari sono pochi, ma per un professionista e in epoca di marginal gains sono un bel gruzzolo.

Secondo la teoria di Adam Kerin, la catena va tenuta a mollo nella cera fusa
Secondo la teoria di Adam Kerin, la catena va tenuta a mollo nella cera fusa
Affascinante, ma poco pratico da fare durante una corsa: al massimo prima di una cronometro o di un tentativo di record in pista…

Infatti stiamo parlando di un optimum, ma si può ottenere un risultato apprezzabile anche senza usare la cera fusa. Ci sono buone emulsioni, ugualmente di cera, che si possono applicare come fossero un normale lubrificante. Ma poiché si deve perdere la componente acqua, vanno applicate la sera prima, in modo che al mattino la catena sia pronta.

In effetti è un mondo che si apre, mentre forse finora la catena è sempre stata data quasi per scontata, no?

C’è un marchio che in questo momento sta cavalcando tanto il discorso ed è Silca. Era un brand italiano, poi è stata rilevato da Josh Portner uomo cardine di Zipp, prima che questa finisse in mano a Sram. Si sono messi a produrre pompe di altissimo livello, facendole pagare anche 400 dollari. E soprattutto, tornando al nostro discorso, hanno iniziato a lavorare su catene preparate al massimo livello, per cavalcare questa nicchia con un marketing molto enfatico. Catene passate in polvere diamantata che porta via ogni asperità e poi lubrificate con la cera. Dicono che tante squadre se ne servissero anche prima, ma non è dato saperlo.

Una catena pulita scorre meglio: la pulizia è fondamentale
Una catena pulita scorre meglio: la pulizia è fondamentale
Marketing molto enfatico?

Che passa anche attraverso video su Youtube in cui Portner utilizza un oil tester per eseguire delle prove davanti ai cui risultati sgrana gli occhi e si dice sbalordito…

Certo fra gli studi e la pratica quotidiana delle corse c’è un mondo…

E’ abbastanza normale, anche perché si vive ancora su pratiche collaudate da cui si fa fatica a staccarsi. Mi ricordo di quando i team avevano paura ad usare i manubri di carbonio, perché i meccanici stringevano sempre con quel mezzo giro di più, che rischiava di spaccare la fibra. Oppure quando ancora lavoravo in Vittoria e andavamo alle corse spiegando le varie direttive per montare i tubolari e ci rispondevano che avevano sempre fatto in un altro modo…

Però adesso la domanda va fatta: Effetto Mariposa ha in animo di lanciarsi nei lubrificanti?

Senza la pretesa di andare oltre certi limiti, l’idea è di produrre un lubrificante e prodotti per la pulizia della catena. I lubrificanti alla cera danno indubbi vantaggi, tra cui quello di non sporcare la gamba e neppure i pantaloni. Inoltre danno il vantaggio di prolungare la vita della trasmissione. Però deve essere un prodotto facile da applicare, che permetta di utilizzarlo anche al cliente medio.

Una catena che invece sia troppo asciutta genera più attrito
Una catena che invece sia troppo asciutta genera più attrito
E’ fattibile?

Il grosso ostacolo per il lubrificante alla cera è la pulizia della catena. Deve essere molto profonda, altrimenti la cera non attacca. Ovviamente non possiamo aspettarci che tutti smontino la catena, per cui stiamo ragionando su uno sgrassatore che poi si sciacqui, con l’acqua che porti via tutto

La pulizia è la chiave, insomma. C’è da arrossire pensando al pennello e alla nafta…

La riduzione degli attriti passa per la pulizia. In realtà anche io qualche settimana fa ho ripreso in mano il pennello e la nafta. Di sicuro, se la catena è pulita e ben lubrificata, anche le pulegge di diametro maggiorato diventano un vantaggio. E’ vero o no che è bastato seguire il discorso e si è aperto un mondo?