Strada e pista possono essere laboratori di studio reciproco?

23.08.2021
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Partendo da un’analisi già fatta sul nostro sito sulle bici del quartetto che ha vinto l’oro alle Olimpiadi di Tokyo, abbiamo pensato se ci poteva essere una correlazione tra i componenti utilizzati nelle bici del quartetto e quelle per le prove contro il tempo su strada. 

E così abbiamo chiesto ad Alberto de Gioannini, di Effetto Mariposa, un appassionato di tecnica legata alla bicicletta e con un particolare interesse per il mondo della lubrificazione.

Le principali differenze di lubrificazione della trasmissione fra strada e pista sono la quantità dell’olio e la sua viscosità
Le principali differenze di lubrificazione fra strada e pista riguardano la quantità dell’olio e la sua viscosità
Alberto, qual è la più grande differenza tra lo studio dei componenti per la pista o per una cronometro su strada?

Quel che fa cambiare maggiormente le prestazioni e di conseguenza le decisioni tecniche è la durata, in secondo luogo direi il tipo di ambiente in cui si corre.

In che modo la durata della prova influisce sulle decisioni tecniche?

È importante spiegare come ormai si sia giunti all’estremizzazione di tutti quelli che sono i componenti tecnici. Ovvero, tutto ciò che si studia e si vede in pista è pensato per avere il massimo della performance a discapito dell’affidabilità. Un esempio è la lubrificazione, in pista per i componenti di scorrimento, come ingranaggi, movimento centrale o cuscinetti, si utilizzano olii poco viscosi ed in quantità ridotte.

Come mai proprio un olio con quelle caratteristiche?

Gli ingranaggi devono fare un numero alto di rotazioni utilizzando poco lubrificante, in più per garantire un’alta frequenza ed un consumo minimo l’olio utilizzato è a bassissima viscosità. In pista è uguale: i prodotti meccanici, in quei 4 minuti, devono offrire la massima prestazione. Anche perché tra una prova e l’altra i componenti vengono sistemati e messi a punto per la prova successiva.

Parlando di prova su strada, nelle cronometro questi accorgimenti potrebbero essere utilizzati?

Allora, la linea di confine è molto sottile ma allo stesso tempo ben marcata, per quanto mi riguarda le ritengo discipline completamente opposte. Le bici da crono usano materiali e componenti diversi, tutti studiati per la massima performance, tuttavia, la difficoltà ulteriore è renderli anche resistenti nel tempo. L’olio, per esempio, ne viene usato uno più viscoso di quelli da pista poiché una pioggia improvvisa o un dosaggio sbagliato creerebbero notevoli problemi.

Meccanico, bici Pinarello, Montichiari, 2020
Su pista si pensa solo alla prestazione e non alla durata: le bici infatti vengono risistemate dopo ogni sessione
Meccanico, bici Pinarello, Montichiari, 2020
Su pista si pensa solo alla prestazione e non alla durata: le bici infatti vengono risistemate dopo ogni sessione
Dove metteresti questa linea di confine?

Esattamente tra le due discipline, i prodotti utilizzati in pista non possono essere trasferiti su strada, non sono studiati per quello e non renderebbero allo stesso modo. Uno degli errori che si fa più spesso è credere che utilizzando un elemento più performante su un periodo più lungo si aumenti di conseguenza la prestazione.

Ed invece deve essere aggiunta la variabile affidabilità

Esatto, usare un olio meno viscoso per un’ora non renderebbe la bici più scorrevole per tutto l’arco temporale. Inizialmente avresti un vantaggio notevole, ma a lungo andare l’olio si secca e ti ritroveresti a sprecare molti più watt per mantenere la stessa prestazione.

Quindi non possono essere utilizzati come laboratori reciproci?

Più che reciproci li definirei l’uno come fonte di ispirazione dell’altro. Si possono fare esperimenti e provare accorgimenti reciproci ma non sono sovrapponibili.