Il “professor” Guarnieri fa le pulci ai velocisti del Giro

03.05.2021
8 min
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Ci sono tutti o quasi. Fernando Gaviria, Elia Viviani, Caleb Ewan, Peter Sagan, Tim Merlier, Dylan Groenewegen, Giacomo Nizzolo. Gli sprinter più forti del mondo si sono dati appuntamento a Torino per il Giro d’Italia, all’appello mancano solo Demare e Bennett E proprio perché non c’è il francese possiamo fare il punto con Jacopo Guarnieri (in testa, nella foto di apertura).

L’apripista della Groupama-FDJ e di Arnaud conosce bene i suoi rivali. Li conosce per pedalarci vicino quando sono lontano dal traguardo, e per sgomitarci senza pietà quando invece fiutano l’arrivo. Tra di loro si studiano, si analizzano, si osservano e a forza di sfidarsi sanno vita, morte e miracoli gli uni degli altri.

Viviani ha dovuto costruirsi il treno alla Cofidis, adesso tutti i vagoni sembrano al loro posto
Viviani ha dovuto ricostruirsi il treno alla Cofidis

Elia farà bene

«Partiamo da Elia – dice Guarnieri – il treno ce l’ha. Sicuramente quest’anno è più tranquillo. Almeno spero! L’anno scorso doveva fare partire un treno da zero, ha avuto delle cadute ad inizio stagione, c’è stato il Covid. Stavolta il treno c’è e ha già vinto. E’ vero fin qui non ha lavorato benissimo il suo treno. Secondo me manca ancora un filo di intesa tra Sabatini e Consonni ma Elia sa muoversi. Puoi portarlo davanti o farlo arrivare in buona posizione ai 500 metri e poi ci pensa lui: con lui hai più opzioni.

«La sintonia tra Sabatini e Consonni? Perché tutto sommato sono molto simili. Non è così facile dire chi è meglio per fare l’ultimo uomo. Ad inizio stagione non li ho visti molto spesso tutti insieme. Simone si è infortunato. Hanno corso poco insieme, ma stavolta andrà meglio. L’intesa tecnica sarà migliore. Viviani potrà sbagliare con un po’ più di serenità. L’anno scorso era il contrario: pensava, pensavano, più a non commettere errori che non al resto». 

Posizione schiacciata e 167 centimetri di statura per Ewan (casco rosso): una vera pallottola!
Posizione schiacciata e 167 centimetri di statura per Ewan (casco rosso): una vera pallottola!

Ewan e il “treno strano”

Kluge e De Buyst ci sono. L’australiano parte ben coperto…

«Un bel treno, altroché! Caleb ha dichiarato di avere l’obiettivo di vincere una tappa in tutti e tre i grandi Giri e lo può fare. Non finirà il Giro chiaramente e concentrerà tutte le forze nelle prime tappe.

«Ewan è forse il più forte di tutti i nomi presenti come sprinter puro. Sa fare numeri incredibili, trova sempre il varco giusto. È il più esplosivo e a ruota risparmia più watt di tutti perché è piccolo e lo stesso vale per l’assetto così schiacciato che ha in volata. Anche per questo il suo è un treno particolare: lo devi tenere davanti ma senza portarlo davanti. Se la volata gli fila liscia è difficilmente battibile. Qual è la sua volata? Caotica e magari con vento contro…».

Dylan Groenewegen, rientra alla corse dopo una lunga squalifica. Non corre da agosto scorso
Dylan Groenewegen, rientra alla corse dopo una lunga squalifica. Non corre da agosto scorso

Il ritorno di Groenewegen

Il velocista olandese ritorna dopo la squalifica di nove mesi avvenuta in seguito alla sua manovra scorretta al Giro di Polonia. Ad avere la peggio fu Fabio Jakobsen. Più che di tecnica, l’analisi sul  corridore della Jumbo-Visma è psicologica.

«Con lui ci sarà David Dekker – dice Jacopo – e questo è uno forte mi hanno detto. Si è fatto vedere all’Uae Tour. E’ un bel punto di riferimento per Groenewegen. Ma la domanda è: come si sentirà Dylan? Come si comporterà in volata? Io non ne ho idea e lo potrà, forse, sapere solo lui. Tutto quello che è successo di certo qualche strascico lo avrà lasciato. Però va detto che fino a quella caduta era il più forte. Personalmente sono contento di rivederlo in corsa, anche se iniziare in un evento così importante non sarà facile. Però proprio per questo potrebbe avere un grande stimolo. Se avrà la testa sgombra sarà più che temibile».

Tim Merlier, trionfa alla Bredene Koksijde Classic 2021
Tim Merlier, trionfa alla Bredene Koksijde Classic 2021

Merlier mina vagante

Il belga sta diventando una bella realtà. La sua è una crescita costante. Non è un ragazzino, perché ha già 28 anni, però i suoi spazi li trova sempre di più anche a livelli importanti, complice anche la crescita del suo team, l’Alpecin Fenix.

«In tutta onestà conosco poco Merlier – commenta Guarnieri – e lo stesso vale per la maggior parte del suo treno, però da quello che vedo… vanno! Si muovono bene, mi sembrano ben organizzati. Alla Scheldeprijs con Philipsen hanno lavorato bene e infatti hanno vinto e in quella corsa c’era anche vento. In gruppo vedo che è uno che tiene, però va detto anche l’ho visto in azione in Belgio, sulle sue strade, con altri stimoli, altre corse. Una tappa è tranquillamente alla sua portata. E’ al primo grande Giro e bisognerà vedere come reagirà. E questo vale anche per la squadra».

Peter Sagan e la sua ultima vittoria al Tour de Romandie
Peter Sagan e la sua ultima vittoria al Tour de Romandie

Occhio a “Peterone”

E come dimenticare Sagan! Lo slovacco si è beccato il Covid nel bel mezzo della preparazione invernale e questo lo ha rallentato un po’, però la buona prestazione alla Sanremo, quarto, lo ha cambiato e infatti ha già vinto due corse. Non che ne avesse bisogno per avere fiducia in se stesso, ma meglio vincere che inseguire.

«Con lui ci sarà Daniel (Oss, ndr). Per Peter vale lo stesso discorso fatto per Ewan: più la volata è incasinata e più lui è contento. Poi ricordiamo, Sagan non è un velocista puro. Lui può arrivare a fare sprint che per altri sono impossibili. E’ sempre un cliente pericoloso. Mai sottovalutare Sagan.

«Lui e Oss la volata la impostano così: battezzano una ruota e quella è. Non fanno un vero e proprio treno. Basta rivedere lo sprint che ha vinto al Romandia qualche giorno fa. Peter ha una volata di rimonta, come detto prende una ruota e riesce ad uscirne con una velocità molto alta. E se non vince comunque ci va spesso vicino».

Fernando Gaviria (a destra) con Max Richeze: i due sono “coppia fissa” ormai da anni
Fernando Gaviria (a destra) con Max Richeze: i due sono “coppia fissa” ormai da anni

Gaviria: punto interrogativo

Il colombiano ancora una volta non parte bene. Si è fratturato lo scafoide poco dopo la Sanremo. Il giudizio sulla ruota veloce della Uae però è difficile da dare, anche per Guarnieri. Gaviria infatti non corre dal ritiro nella E3 Saxo Bank di Harelbeke. Non si hanno riferimenti sulle sue condizioni, né sul suo morale.

«Negli ultimi due anni non abbiamo visto un Gaviria super, poi ci sono stati giorni in cui andava lo stesso, ma non è stato costante. Che dire: potrebbe andare molto forte, ma anche molto piano. Mi rendo conto che così dicendo mi lascio aperte molte porte (troppe!). Con lui c’è Max Richeze che è un “gatto”: sa come impostare la volata e quando muoversi. Fernando poi, complice anche la pista, lo segue sempre, non lo perde mai».

Giacomo Nizzolo Tour 2020
Nizzolo oltre a vestire la maglia di campione europeo è il titolare di quella tricolore
Giacomo Nizzolo Tour 2020
Nizzolo oltre a vestire la maglia di campione europeo è il titolare di quella tricolore

Nizzolo e la terza maglia

Sarà difficile per i velocisti conquistare la maglia rosa: il prologo di nove chilometri in apertura non li mette in una condizione di favore, tanto più con la presenza di specialisti come Ganna, Dowsett e Campenaerts, che tra l’altro è anche suo compagno di squadra. Sarà molto facile che perdano più di 12”, il valore degli abbuoni ai vincitori di tappa.

«Il suo ultimo uomo è Max Walscheid. Cavolo, un bestione di due metri! – analizza Guarnieri – Avrà 600 watt alla soglia, ma pesa anche 95 chili, è immenso. Se Giacomo trova la volata giusta è molto forte, per me non è un velocista puro lui. Sa vincerti una tappa piatta di 120 chilometri, ma anche restare davanti in una più lunga e mossa, come ha fatto del resto all’italiano. Se Nizzolo è sui livelli dell’anno scorso andrà fortissimo, però quest’anno l’ho visto poco, me lo aspettavo un po’ più competitivo nelle classiche. E’ anche vero che lui è molto bravo a prepararsi. Magari sta fermo un mese, si allena e al rientro vince. Ha la maglia di campione europeo e sotto “indossa” quella tricolore. Se non sbaglio non ha mai vinto al Giro e sarà, come dire, molto interessato».

Quest’anno Moschetti ha vinto la Per Sempre Alfredo a fine marzo
Quest’anno Moschetti ha vinto la Per Sempre Alfredo a fine marzo

I battitori liberi

Ma se questi sono i cavalli pesanti con tanto di esercito, ci sono poi i “battitori liberi” che si buttano nella mischia. Quegli sprinter, più o meno puri, che non hanno il treno ma che fanno lo sprint ugualmente. I team dei velocisti li “odiano” perché creano scompiglio, il pubblico in tv li adora… perché creano scompiglio! Qualche nome: Riccardo Minali, Filippo Fiorelli, Manuel Belletti, Matteo Moschetti.

«Nei primi giorni in effetti è un bel “casino” – commenta Guarnieri – perché tutti hanno energie fresche e perché non si è capito davvero chi è il velocista più forte. Poi invece quando le gerarchie si definiscono le cose in qualche modo si riordinano perché c’è la guerra per mettersi alla ruota di quel treno. E poi le gambe fanno male a tutti e qualcuno tira meno.

«Moschetti è forte. E’ un po’ “sfigato” perché si “spacca” spesso, avrebbe potuto fare di più. Certo la sua squadra (Trek-Segafredo, ndr) non è lì per lui. Potrà cogliere dei piazzamenti che gli saranno utili per il futuro».

Tour de France 2020, POitiers, Peter Sagan (SVK - Bora - Hansgrohe) - Wout Van Aert (BEL - Team Jumbo - Visma) - Sam Bennett (IRL - Deceuninck - Quick Step) - Caleb Ewan (AUS - Lotto Soudal)
Negli ultimi metri Ewan (Lotto) è il più pericoloso: parola di Guarnieri
Tour de France 2020, POitiers, Peter Sagan (SVK - Bora - Hansgrohe) - Wout Van Aert (BEL - Team Jumbo - Visma) - Sam Bennett (IRL - Deceuninck - Quick Step) - Caleb Ewan (AUS - Lotto Soudal)
Negli ultimi metri Ewan (Lotto) è il più pericoloso

L’analisi tecnica

Infine chiediamo a Guarnieri un giudizio tecnico sui velocisti citati. Chi ha la punta di velocità più elevata e quello che preferisce lui.

«Groenewegen ed Elia sono quelli per cui lavorerei io. Lo dico per una questione tecnica. Avrei difficoltà con altri. A me piace portare il velocista davanti, fare uno sprint lanciato molto veloce. Con Ewan farei molta fatica, come ho detto lui è molto piccolo, non vuole stare troppo davanti mentre a me piace il velocista che vince partendo primo.

«Ewan ha una grande velocità di punta – conclude Guarnieri – ma anche Viviani quando sta bene va molto forte. Elia è un velocista polivalente: sa vincere con uno sprint lungo, uno breve, da solo, col treno. Caleb riesce a fare un po’ più la differenza nei 50 metri finali. Magari ai 50 è decimo e sull’arrivo vince con una bici di vantaggio».