Capello biondo, guance da vichingo e una chiacchiera infinita. Tobias Foss parla con tutti. Si aggira nel Service Course della sua Jumbo-Visma e trova sempre il modo di attaccare bottone. E’ simpatico, solare, disponibile e soprattutto è forte. Il sorriso non gli manca neanche mentre sta provando le nuove scarpe dopo gara.
Foss è il campione del mondo a cronometro, ma non va forte solo contro il tempo. Per molti è già considerato l’erede di Roglic e di Vingegaard. La sua vittoria contro il tempo a Wollongong ha stupito un po’ tutti, non ultimo se stesso.
E’ tutto vero
«Vero – racconta Foss – no, no… non me l’aspettavo per niente quella vittoria. In cuor mio miravo ad arrivare nei primi cinque. La vittoria non era mai stata nella mia immaginazione, quindi è stato davvero incredibile. E a volte ancora devo realizzare il tutto.
«Dopo questa importantissima vittoria, un po’ la mia vita è cambiata. Adesso ci sono così tante persone che vogliono un po’ di più di me ed è semplicemente… carino. Ma a parte questo il mio quotidiano non è cambiato molto».
Tobias dovrà pure realizzare, ma intanto nel suo spazio tecnico, nell’immenso magazzino dei meccanici spunta il segno dell’iride sulle sue bici da crono. In particolare l’occhio ci va su una forcella profilata tutta bianca con l’arcobaleno.
Pianeta crono
In Jumbo-Visma però non si siedono sugli allori. Si godono il momento positivo, i tanti e importanti successi ma vanno avanti.
«Penso che in squadra – prosegue Foss – abbiamo trovato una bella chiave di lettura nello sviluppo dei materiali e delle preparazioni. Quindi continuiamo a lavorare in questo modo. Di certo da parte mia, avendo questa maglia sulle spalle, passerò più tempo sulla bici da crono.
«Non ne sono ancora sicuro, ma dovrebbero fare il manichino per la galleria del vento anche per me. Sarà interessante vedere come testeranno i materiali e vedere come potrà essere migliorata la mia posizione in bici».
Foss entra di diritto tra i giganti della crono. La specialità contro il tempo sta vivendo un’era quantomai ricca di grandi interpreti. Kung, Bissegger, Evenepoel, Ganna, Dennis, Van Aert…
«Sono tutti molto forti. Se dovessi scegliere una qualità da ognuno di loro? Direi – ci pensa un po’ – la posizione di Bissegger. Da quel che vedo penso sia molto veloce. E poi credo la potenza di Ganna… ma anche di Affini. Loro ne “buttano fuori” tanta di potenza.
«Io credo di essere nel mezzo. Ho un buon mix tra posizione e potenza. Ho un buon motore».
Norvegia e sport
Se c’è una cosa che non manca a questo ragazzo è il suo entusiasmo. Il sorriso va da orecchio ad orecchio. E davvero ci sembra colpito del suo successo iridato. Colpito, ma anche determinato a dargli un seguito. Tobias Foss non vuole assolutamente essere una meteora.
La cosa che ci si chiede è che la Norvegia continua a sfornare talenti. Foss ha vinto l’Avenir nel 2019. La scorsa estate è stata la volta del suo connazionale Tobias Johannessen. E non vanno dimenticati i vari Kristoff, Eiking, Boasson Hagen e prima ancora Thor Hushovd campione mondiale su strada e anche a crono tra gli U23. Per la serie: “in Norvegia curiamo tutto”. E quei pochi che ci sono sono tutti validi.
«E’ vero è così, ma sinceramente non so spiegarmelo. Quello che posso dire è che in Norvegia in generale lo sport è una cosa importante. Molte persone praticano sport e poi penso anche che abbiamo la mentalità che: se vuoi farlo, devi farlo al 100%».
Giro, che passione
Dicevamo dell’eredita di Roglic e Vingegaard. Foss può fare bene nei grandi Giri. Questo atleta, ricordiamo, ha vinto il Tour de l’Avenir nel 2019 e ha già preso parte tre volte al Giro d’Italia, arrivando nono nel 2021.
E’ dunque pronto a tornare in Italia? E a farlo con determinate velleità di classifica visto che ci sono ben tre cronometro individuali?
«E’ possibile che io sia al Giro – ammette Foss – ma è tutto da vedere. Lo vedremo nei prossimo giorni al ritiro in Spagna. Non so quale grande Giro farò e per me ognuno dei tre andrà benissimo. In Italia ci sono stato già tre volte e il mio amore per il Giro è grande. C’è una bellissima atmosfera, un grande pubblico e quindi mi piacerebbe davvero tornarci, tanto più con il percorso di quest’anno».