Un Kevin Pezzo Rosola tutto nuovo per la General Store

17.11.2022
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«In questi due anni ho seminato tanto, ora devo imparare a raccogliere». Ce lo dice al telefono Kevin Pezzo Rosola. Per farlo ha deciso di rientrare in Italia accasandosi alla General Store Essegibi.

Il classe 2002 veronese (che compirà vent’anni il prossimo 30 novembre) arriva dal biennio nel Tirol Ktm Cycling Team, squadra continental in cui vi era approdato quasi nel silenzio più totale a fine 2020. Una scelta che, nonostante non sia passato un secolo e visti ora i tanti junior che emigrano all’estero, appare precorritrice. Per Kevin, passista veloce e potente, quella in Austria è stata una importante palestra di formazione. E sarà proprio lui a spiegarcelo. Così come suo padre Paolo, uno dei suoi futuri diesse, ha voluto spiegare meglio ciò che ci aveva detto qualche giorno fa proprio su questo ritorno.

Kevin Pezzo Rosola posa con la maglia della General Store assieme al presidente Diego Beghini
Kevin Pezzo Rosola posa con la maglia della General Store assieme al presidente Diego Beghini

Pensieri di padre

«Ho detto che ero contrario al suo arrivo – aveva detto nei giorni scorsi Rosola senior giunto alla General Store dopo l’obbligata chiusura della Gazprom – perché non volevo che ci fossero possibili conflitti d’interesse. Stare nella stessa squadra potrebbe essere un’arma a doppio taglio. Lui potrebbe avvertire più pretese da me. Io invece potrei dargli meno privilegi del normale per mantenere un equilibrio con gli altri. In ogni caso, per evitare tutto ciò, abbiamo deciso che Kevin sarà seguito da Roberto Vigni, l’altro diesse. E vedrete che quando partirà la stagione non ci faremo più caso al nostro legame padre-figlio».

Kevin tu invece come la vedi questa situazione?

Non è facile avere il padre come diesse, soprattutto per le solite voci in cui uno pensa che ci siano raccomandazioni o favoritismi. Ecco, non penso che ne avrò. Per contro spero anche che non mi tratti peggio degli altri (sorride, ndr). Io credo che, a parte i consigli e le direttive che mi darà Roberto, mio padre mi tratterà come un altro corridore in ritiro o in corsa e da padre normale a casa.

Stagione 2020. Kevin, junior nella Ausonia Pescantina, insieme a papà Paolo, all’epoca diesse Gazprom
Stagione 2020. Kevin, junior nella Ausonia Pescantina, insieme a papà Paolo, all’epoca diesse Gazprom
Parliamo invece di ciclismo corso. Che annate sono state alla Tirol?

Particolarmente intense. Ho disputato tante piccole gare a tappe e tante internazionali. Tanta qualità insomma. Il primo anno ho sentito il passaggio da junior. Nel 2020 causa Covid avevo corso poco, alternavo di più l’attività in Mtb ed avevo pure la maturità a scuola. La mia terza gara è stata il Tour of the Alps con i pro’. Potete immaginare la fatica, specialmente per me che scalatore non sono. Però è stato anche tanto soddisfacente correre in mezzo a quei campioni che quasi non sentivo lo sforzo. Quest’anno ho continuato sulla stessa falsariga. In queste due stagioni mi sono messo a disposizione dei miei compagni più grandi di me. Penso a Steinhauser che ora corre nella EF Education Easy Post. A Govekar che a giugno è passato in Bahrain Victorius. Oppure a Engelhardt che quest’anno ha vinto l’europeo U23, ha fatto sesto al Giro U23 e passerà con la BikeExchange-Jayco.

Visti i nomi, diremmo che c’erano anche delle responsabilità. Con quali insegnamenti ritorni?

Sapevo che il Tirol era una squadra prevalentemente di scalatori. Infatti ho fatto pochi risultati perché il calendario era poco adatto a me. Ma ho capito subito il livello che troverò se passerò pro’. Ho imparato a tenere duro, specie a livello mentale. So che mi tornerà utile in futuro. Penso di essere maturato molto come corridore anche se naturalmente devo crescere ancora molto. Ecco, torno dimagrito di 5 chili, ora sono sui 75/76.

Cambiamento fisiologico oppure lo hai voluto?

Avendo fatto molta Mtb negli anni scorsi, avevo la parte alta del corpo piuttosto muscolosa. Dovevo asciugarmi, anche per cercare di faticare meno in salita e in generale. Ho iniziato a perdere peso ad inizio stagione sapendo che avrei corso il Giro U23 e sapendo che le salite lunghe e dure non sarebbero mancate. Solitamente facevo fatica in inverno a ricominciare, ma ora sto beneficiando di questo dimagrimento. Infatti sono andato a fare una corsa di ciclocross e l’ho vinta proprio perché mi sento meglio (Trofeo Lombardia ad Ospitaletto Mantovano, ndr). Adesso sto valutando se continuare a correre perché vorrei partire forte la prossima stagione.

Hai già fissato degli obiettivi in quel senso per il 2023?

Diciamo di sì. Nella prima metà dell’annata ci sono gare che mi piacciono. Ci sono tante internazionali in cui potrei fare bene. Vi confesso che un pensierino lo faccio al Liberazione di Roma. Sembra molto adatta a me. Ma anche alcune tappe mosse che solitamente sono presenti al Giro U23, se lo faranno, vanno bene per me. Poi vedremo strada facendo ma so che mi serve correre il più possibile per fare esperienza. Naturalmente l’obiettivo a lungo termine è quello di diventare pro’ ma c’è tempo ancora per pensarci.

Kevin nel 2022 è riuscito a scendere da 80 a 75 chili. Ne ha beneficiato nelle gare più dure (foto Valentina Barzi)
Kevin nel 2022 è riuscito a scendere da 80 a 75 chili. Ne ha beneficiato nelle gare più dure (foto Valentina Barzi)
Kevin perché hai deciso di tornare a correre in Italia?

Essenzialmente per il tipo di programma. Però anche perché sentivo un po’ la mancanza del nostro spirito di saper fare gruppo. In Austria non mi sono trovato male, sia chiaro, ma hanno una mentalità diversa. In corsa sono molto individualisti. Quindi anche a livello tattico cambiano le cose. In Italia invece sotto quel punto di vista mi troverei più a mio agio. Ho già avuto modo di vedere che siamo una bella squadra. Diciamo che adesso ritrovare un ambiente italiano può essere importante e più facile per la mia crescita. Poi spero di regalare una vittoria a mio padre. Anzi alla General Store.