Non appena scatta la Marsigliese Lenny Martinez posa a terra il premio e porta la mano sul petto. Il giovane francese ha vinto il Giro della Valle d’Aosta. Stavolta sulla sua strada non ha trovato nessun Leo Hayter. Stavolta la squadra di Jerome Gannat ha corso alla perfezione (foto in apertura di Alexis Courthoud).
E lo ha fatto soprattutto oggi verso Cervinia. Una gestione della corsa degna di una WorldTour. La fuga tenuta nella mira, un occhio totale della corsa e nel finale un ritmo regolare in salita. Tutti uniti, tutti compatti.
Onley vince a Cervinia. Per la Dsm si tratta di una doppietta: lo scorso anno toccò a Garofoli (foto Alexis Courthoud) La fuga di giornata. Tra i più attivi proprio i primi due classificati: Onley e Calzoni Calzoni in cerca di acqua immediatamente dopo il traguardo
Onley vince a Cervinia. Per la Dsm si tratta di una doppietta: lo scorso anno toccò a Garofoli (foto Alexis Courthoud) La fuga di giornata. Tra i più attivi proprio i primi due classificati: Onley e Calzoni Calzoni in cerca di acqua immediatamente dopo il traguardo
Raccani e Calzoni: bravi
Si pensava che dopo la bella rimonta di ieri di Simone Raccani nella scalata finale, l’azzurro potesse provarci. Potesse sferrare un attacco. Ma vista la fatica e la durezza di questi cinque giorni valdostani il corridore della Zalf Euromobil Desirée Fior ci ha confessato che era meglio difendere il podio.
Come a dire: meglio non svegliare il can che dorme.
Anche perché davanti c’era il bravo e coraggioso Walter Calzoni. Il bresciano della Delio Gallina – Ecotek Lucchini Colosio, che vestiva per l’occasione i colori della nazionale, era nella fuga buona. Verso Cervinia era rimasto solo con l’inglese Oscar Onley. Peccato che ai quattro chilometri dall’arrivo il corridore della Development Team Dsm lo ha staccato.
«Ho dato tutto – ha detto Calzoni – ma sull’ultimo cambio di ritmo proprio non ce l’ho fatta. Non so a quante pedalate e con quanti watt salivo, io non ho né potenziometro, né conta pedalate. So che mediamente usavo un 39×17-19 a seconda dei tratti e non appena la strada è spianata un po’ nel finale ho messo il 53, ma non è bastato».
Passeggiata Martinez
Calzoni e Onley arrivano davvero provati. Chi invece arriva sereno e tranquillo è Lenny Martinez. E con lui Reuben Thompson. Ridono, si abbracciano. La maglia gialla alza le braccia sulla linea d’arrivo.
«Una passeggiata oggi», lo incalziamo. Con grande onestà, senza fare lo sbruffone, non dice di sì, ma china il capo come a dire: «Sì è stato facile. Abbiamo controllato».
Eppure voci dirette dal gruppo dicono che quando si è spostato Pickering, oggi stakanovista in testa al gruppo, Lenny dicesse a Germani: «Più forte. Andiamo, andiamo…».
Gannat, il diesse, e forse Germani stesso, lo hanno tenuto a bada. «Ieri – dice Gannat – non ero io sulla loro bici e non so quanto abbiano controllato, ma so che non bisognava assolutamente aggiungere altro vantaggio. Andava bene così.
«Abbiamo rivisto dai dati che Raccani ha ripreso 1’08” nell’ultima salita, ma non c’era bisogno di fare di più una volta rimasti da soli. Volevamo attaccare prima dell’ultima salita e lo abbiamo fatto un po’ dopo con Thompson. Martinez, si ricordava di quanto successo nella terza tappa del “baby Giro” e quindi non ha voluto esagerare».
Gannat da WorldTour
E proprio Gannat ci ha raccontato della gestione di questa tappa, ma se vogliamo di questo intero Valle d’Aosta. Nelle prime frazioni ha lasciato un po’ di spazio anche agli altri ragazzi, poi con l’arrivo dei tapponi finali spazio agli scalatori puri. E massima concentrazione sulla classifica generale.
«Anche oggi abbiamo controllato – spiega Gannat – Non volevamo che andasse via una fuga pericolosa. Non abbiamo fatto aumentare troppo il vantaggio e solo quando sono iniziate le salite finali ed eravamo al sicuro, abbiamo mollato un po’. All’inizio dovevano lavorare Paleni e Pickering, ma sono andati oltre. Poi nel finale poteva attaccare chiunque e noi dovevamo essere pronti. Non dovevamo correre alcun rischio».
E infatti dal Saint Pantaleon in poi il distacco della fuga è aumentato. Ma a quel punto il percorso non nascondeva più insidie come vento, fondovalle, strappi. C’era solo salita e discesa e con gli uomini che aveva Gannat tutto era più facile.
Un’azione e una gestione una tattica degna del team WorldTour, da parte della Groupama-Fdj.
Lezione Giro U23?
Dal Giro d’Italia U23 al Valle d’Aosta si è visto un bel cambiamento. I francesi erano stati accusati di aver sprecato molto nella corsa rosa, di aver corso alla garibaldina… Una piccola lezione?
«Sì e no – ribatte Gannat – Io non credo che al Giro abbiamo corso male. Semplicemente sulla nostra strada abbiamo incontrato un Leo Hayter superiore. E poi bisogna considerare il percorso. Qui avevamo cinque tappe dure di montagna, al Giro solo due. Nonostante tutto abbiamo cercato di essere molto aggressivi».
Però il giorno dell’attacco di squadra verso Peveragno potevano cercare alleanze. Qualcuno lo avrebbero trovato pronto a dargli una mano.
«Alleanze? I miei alleati sono i miei corridori».
Martinez con la mano sul petto. Alla sua destra il compagno Thompson e alla sinistra Raccani E mentre Raccani era sul podio gli altri azzurri erano pronti a salirci in quanto vincitori della classifica a squadra Germani non ha solo tirato per la squadra, ha anche vinto la seconda tappa
Martinez con la mano sul petto. Alla sua destra il compagno Thompson e alla sinistra Raccani E mentre Raccani era sul podio gli altri azzurri erano pronti a salirci in quanto vincitori della classifica a squadra Germani non ha solo tirato per la squadra, ha anche vinto la seconda tappa
Germani come Van Aert
I suoi corridori sono alleati nel bene e nel “male”. Proprio Martinez, per esempio, ieri era finito un po’ in coda al gruppo e subito era scattata la bagarre. Ma Lorenzo Germani in particolare aveva tolto le castagne dal fuoco. E visto come va, visto quanto tira e che sa anche vincere scatta il paragone con Van Aert.
«Lorenzo come Wout Van Aert? Eh – ride Gannat – Sì, sì, in effetti ci può stare. Per me Lorenzo è un riferimento in corsa. Legge la gara, sa stare in gruppo, ha i tempi giusti. Quest’anno ha fatto un grande salto, anche fisicamente è cresciuto molto. E’ un atleta molto prezioso per la Groupama-Fdj. E ha già una buona esperienza internazionale. E’ una priorità per noi».
«In generale dico che non bisogna dimenticare che siamo una squadra di formazione, di crescita dei ragazzi. Gestire le fughe, valutare i tempi… fa parte del lavoro della nostra squadra. E oggi per esempio devo dire che sono stati perfetti».
«Ieri invece – conclude Gannat – un piccolo errore lasciando partire un grande gruppo di 25 corridori. Dovevamo chiudere prima e avremmo speso meno. L’obiettivo in questo Valle d’Aosta è sempre stata la classifica generale. Ed è un obiettivo che abbiamo raggiunto».