Van Vleuten, selfie in giallo. E’ doppietta Giro-Tour

31.07.2022
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Il suo album si arricchisce di un’altra immagine da incorniciare. La sua bacheca si allarga per fare spazio ad un nuovo trofeo. E diventa infinita la lista degli aggettivi per descriverla. Annemiek Van Vleuten domina anche a La Super Planche des Belles Filles trionfando in maglia gialla nella ottava ed ultima tappa del Tour Femmes.

Sulle tremende rampe al ventiquattro per cento della montagna dei Vosgi, la trentanovenne olandese precede di 30” la sua connazionale Vollering (seconda nella generale) e di 1’43” una sempre più sorprendente Persico (quinta in classifica) che a sua volta anticipa di qualche metro Niewiadoma, terza sul podio finale. Sesta al traguardo (e nella generale) Longo Borghini.

Con la conquista del Tour Femmes la leader della Movistar entra definitivamente nella leggenda del ciclismo femminile. E’ la quarta atleta a completare l’accoppiata col Giro d’Italia Donne (vinto lo scorso 10 luglio) nella stessa stagione. Ma attenzione, potrebbe non essere finita qua. Dal 7 all’11 settembre è in programma in Spagna la Challenge by La Vuelta e la tripla corona è nel suo mirino.

La supremazia oranje è stata piuttosto marcata. Oltre ai sei successi di tappa, due a testa per Wiebes, Vos e Van Vleuten, anche tutte le altre classifiche di specialità sono andate alle olandesi. A Vollering la maglia a pois, a Vos quella verde e a Van Anrooij la bianca.

Marta Cavalli, uscita troppo presto dalla contesa per una brutta caduta, avrebbe potuto contrastare questo predominio, quanto meno per la generale? Sappiamo benissimo che con i se e con i ma non si fa la storia, però abbiamo voluto sentire le impressioni di chi all’ultimo Giro ha provato a far saltare il banco.

Partiamo dalle tue condizioni, Marta. Come stai?

Non ci sono particolari novità rispetto a quello che si sa già. Tutto procede normalmente, mi sento meglio fisicamente anche se non sono super. Moralmente sto meglio. Inizialmente ero arrabbiata per aver abbandonato. Poi considerando la caduta, a distanza di giorni vedo il bicchiere mezzo pieno. E’ andata bene che non mi sia rotta nulla. Al momento non sono ancora risalita in bici e non so quando lo farò. Nei prossimi giorni però farò altre visite di controllo e capirò meglio i tempi di recupero. Sono motivata, punto a rientrare per il finale di stagione.

Purtroppo ti sei trovata a guardare il Tour da casa. La corsa è andata come te la saresti aspettata?

Naturalmente l’ho seguito ma non vi so dire dove e come mi sarei vista. Troppo difficile da prevedere. Rispetto alla tappa di ieri e a quella di oggi posso dire che sono andate come dovevano andare. Forse sarei stata lì ma la mia caduta ha condizionato un po’ di cose.

Spiegati meglio…

Ora io sono dovuta tornare a casa e ancora mi spiace davvero tanto non esserci stata. Però se io avessi continuato dopo quella botta, come avrei corso, come avrebbe corso la mia squadra? Saremmo stati condizionati. E forse la mia squadra di fatto lo è stata davvero. Forse la mia caduta ha condizionato anche tattiche di squadre e personali. Credo che rimarrà un punto interrogativo di questo Tour.

Silvia Persico e Elisa Longo Borghini, rispettivamente quinta e sesta della generale al Tour Femmes
Elisa Longo Borghini e Silvia, rispettivamente sesta e quinta della generale
Il tuo team ha saputo riprendersi molto bene dopo il tuo ritiro.

Devo dire che hanno corso bene. Vi posso dire che le mie compagne alla sera sul pullman sono rimaste scioccate rivedendo la mia caduta. Una botta che mette i brividi e loro non erano molto convinte di ributtarsi nella mischia il giorno dopo. Quando perdi una atleta in quel modo, tanto più se è una delle due capitane, non è facile pensare alla corsa. So che non è stato semplice per le ragazze e per i nostri tecnici trovare motivazioni. Poi però Cecilie (Ludwig, ndr) ha vinto proprio il giorno dopo ed ha svoltato il suo Tour e quello di tutta la squadra. E sono molto contenta. Anche se dovessimo finire qui la stagione saremmo felici e abbiamo tratto grandi indicazioni per l’anno prossimo.

Anche la Guazzini ha fatto un grande Tour.

Per Vittoria sono davvero felice. Sono sempre stata convinta che lei potesse correre all’estero e nel WorldTour. Glielo dicevo sempre. Prima che venisse alla Fdj, le avevo chiarito dei dubbi e l’avevo stimolata ad accettare la proposta. E’ una ragazza tuttofare che va fortissimo, un pozzo senza fondo di forza e generosità. I nostri tecnici le hanno fatto fare una prima parte di stagione conservativa per conoscerla meglio ed ora hanno visto chi è. Mi sento di dire che è una scommessa vinta da me e dal nostro team.

Tu hai combattuto con Van Vleuten al Giro ma lei vince sempre. Come si batte?

A me fa piacere che Annemiek abbia vinto anche in Francia perché è un riferimento per noi che vogliamo batterla. Inoltre la sua vittoria mi fa capire il livello delle altre atlete. Non so se rispetto al Giro fosse più avanti o indietro di condizione, però so che lei anche quando è al top è attaccabile e battibile (la Cavalli ha vinto Amstel e Freccia Vallone staccando la Van Vleuten, ndr). E poi stanno crescendo nuove leve. E ci sono belle scoperte come Persico, che ha dimostrato di andare forte non solo nel ciclocross ma anche su salite lunghe e dure.

Nel 2023 sarà ancora Van Vleuten quella da battere nelle gare a tappe?

Credo proprio di sì. Non penso che farà la sua ultima stagione sottotono. Oggi ha raggiunto 95 vittorie in carriera, se non raggiunge la tripla cifra prima, lo vorrà fare l’anno prossimo. E sarà da tenere d’occhio al mondiale, che è duro. Secondo me non le dispiacerebbe correre il 2023 con la maglia iridata. Anche se noi italiane le daremo filo da torcere.