Una botta sul Paterberg e la Van Vleuten le saluta

04.04.2021
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«Lo speravo davvero tanto. Il Fiandre era cerchiato di rosso sulla mia agenda da tanto tempo ormai», Annemiek Van Vleuten è raggiante dopo l’arrivo di Oudenaarde. Dopo dieci anni torna a conquistare la classica belga. Tra l’altro con un grande numero e vendicando, sullo stesso rettilineo, la sconfitta di poche ore prima del connazionale Van der Poel.

La partenza delle donne da Oudenaarde
La partenza delle donne da Oudenaarde

Percorso più duro

La gara femminile, come ci aveva detto anche Tatiana Guderzo prima del via, era cambiata molto quest’anno. L’inserimento di alcuni settori di pavè e la disposizione dei muri era più tosta che mai. Questo non faceva altro che avvantaggiare le più forti. E così è stato.

«Stavo bene, volevo partire anche prima – racconta la Van Vleuten – ma il vento era contrario e più volte mi sono dovuta trattenere. Poi però mi sono detta che avrei dovuto passare in testa sul Paterberg e così ho attaccato spingendo al massimo e ci sono riuscita». La foto di apertura rende bene l’idea: uno scatto secco come manuale impone.

Il chilometro finale se lo è goduto del tutto. Peccato l’assenza della gente a bordo strada, sarebbe stato un “bagno di trionfo” per lei. Che comunque qualche “film” se lo è fatto nella mente. Ha avuto tutto il tempo di assaporare lo striscione prima di alzare le braccia al cielo.

Come una crono

A quel punto, dallo scollinamento del Paterberg la campionessa della Movistar, squadra che tra l’altro vince per la prima volta nella sua storia una classica monumento tra le donne, ha iniziato la sua personalissima cronometro. Una “crono” sul filo dei nervi. In effetti non era facile gestire quei pochi secondi con quel drappello pronto a chiudere. Ma 38 anni servono pur sempre a qualcosa. La Van Vleuten ha gestito la pressione con grande esperienza, cercando di andare il più regolare possibile.

«Dal Paterberg in poi è iniziata una lunga crono – ha detto Annemiek – ma dall’ammiraglia mi hanno guidato benissimo. Sapevo dei loro movimenti. Ma io ho cercato di concentrarmi sul ritmo e basta, non pensando alle altre. Dopo il Paterberg quei 13 chilometri sono diventati lunghissimi».

La Van Vleuten nella sua personale crono nel finale, sullo sfondo le inseguitrici
La Van Vleuten nella sua personale crono verso Oudeenarde

Poche gare

E pure che la Van Vleuten fosse così in palla non tutte se lo aspettavano, almeno fino a mercoledì scorso quando ha vinto la Dwars door Vlaanderen. L’olandese infatti dall’inizio dell’anno ha fatto solo quattro giorni di gara (Fiandre incluso). Uno a febbraio e gli altri tre da fine marzo in poi. Strano per una ragazza che va per i 39 anni. In teoria dovrebbe correre di più per trovare brillantezza.

Ma proprio per cambiare, per tenere alti stimoli e tensione, Annemiek ha passato quasi tre settimane sul Teide, a marzo. E qualche volta si è anche allenata con Remco Evenepoel e gli altri ragazzi della Deceuninck-Quick Step.

«Eh sì – aveva detto la Van Vleuten – quella è stata una bella giornata, ma di certo molto impegnativa. Soprattutto per rientrare in hotel con i ragazzi: 37 chilometri di salita!».

Ma a quanto pare ne è valsa la pena!