Professionisti e Mtb: il binomio torna a stringersi. Dopo alcuni anni in cui gli stradisti d’elite puntavano sempre di più solo alla bici da strada e ad una preparazione “standard”, da qualche tempo si sono riavvicinati alla pratica della Mtb, non solo d’inverno ma anche nei momenti “morti” della stagione. Perché?
Mtb e stacco mentale
Innanzitutto, la mountain bike rappresenta un momento di divertimento, di scarico mentale per i corridori, che tutto l’anno sono impegnati in sella alla loro bici da strada. Loro su questo mezzo sono sempre “seri”, nel senso che ci salgono per allenarsi, correre, fare scarico… ma sempre con uno scopo. A parte De Gent e Wellens che l’anno scorso al termine del Lombardia sono tornati a casa in Belgio in bici.
Non essendo quindi il loro strumento di lavoro riescono a staccare con la mente, pur pedalando. C’è poi chi è appassionato e ne approfitta veramente per andare a scoprire qualche luogo che solitamente non può raggiungere.
Nibali e Lopez capibiker
Tra i più biker del gruppo c’è proprio lo Squalo nazionale. Nibali (in foto di apertura) le prime gare le ha fatte anche in Mtb e questa passione gli è rimasta addosso. La usa spesso. A Lugano esce con Filippo Colombo uno degli esponenti della fortissima nazionale svizzera delle ruote grasse. E anche con il campione italiano Marathon, Samuele Porro. Non solo, ma Vincenzo ha il sogno di partecipare alla Cape Epic (il Tour de France della Mtb). Ne ha parlato con Porro stesso. E questo desiderio è cresciuto dopo aver visto Purito Rodriguez che appunto vi ha partecipato.
Anche Domenico Pozzovivo, non disdegna la ruote grasse. «Credo che presto ne prenderò una nuova – ci ha confidato il lucano – non amo molto le full (le Mtb che hanno la doppia sospensione: forcella e ammortizzatore) ma dovrei provarla. Se la prendo di sicuro Vincenzo mi dirà di uscire in Mtb!».
Il Pozzo che non fa palestra la usa per rinforzare la parte alta del busto: braccia e pettorali, che in Mtb soprattutto in discesa e nel tecnico vengono sollecitati moltissimo.
Sono biker tosti anche Conci, Caruso, Covi, Diego Rosa (lui viene dalla Mtb), Miguel Angel Lopez… Addirittura Nairo Quintana (e suo fratello Dayer) ha chiesto consiglio al suo connazionale Leonardo Paez, che si è riconfermato campione del mondo Marathon. Superman Lopez, ha persino fatto gare di cross country in Colombia. «A lui – ci confida Paez – piace molto e poi sostiene che usare la Mtb lo aiuta nella sensibilità della frenata, tanto più che adesso si usano i freni a disco. E poi cambiare mezzo ogni tanto fa bene, è uno stimolo nuovo per tutto il corpo».
Cambio di mentalità
Evidentemente i molti vincenti provenienti dalla Mtb devono aver fatto cambiare la rotta. Hesjedal, Evans, Bernal, Fuglsang, Sagan… persino i team hanno voltato pagina. Fa riflettere un recente tweet della Deceunick-Quick Step che chiedeva ai proprio followers cosa avessero previsto per il week.end in sella e mostrava i suoi atleti sgambettare nei boschi con le Mtb. Tra l’altro facendo impennate, sgommate…
Noi non crediamo molto nella teoria che chi va forte in Mtb va forte anche su strada in discesa, le due posizioni sono totalmente differenti. Quello che può dare la Mtb è invece una maggiore padronanza de mezzo in quanto ad equilibrio, al saper affrontare un’ostacolo improvviso. Senza contare che, come abbiamo accennato, si fa un ottimo lavoro con la parte superiore del busto, si vanno a stimolare altri distretti muscolari e, volenti o nolenti, il lavoro cardiaco è di quelli super impegnativi, specie con i cambi di pendenza repentini (rampa, spianata, rampa, svolta…).