Visto che più facciamo interviste e più scopriamo che i pro’ stanno tornando ad usare la Mtb, abbiamo pensato di chiamare in causa un altro pro’… Andrea Tiberi. Abbiamo coinvolto l’ex tricolore di cross country per dare qualche consiglio ai colleghi dell’asfalto, affinché possano godersi al meglio le loro scorribande sulla “ruote grasse”. E trarne vantaggio.
Spesso succede il contrario, cioè che è Andrea (nella foto di apertura) ad uscire con gli stradisti per allenarsi. Uno di questi è Fabio Aru quando è al Sestriere visto che Tiberi è di Oulx. La prima volta che si sono rivisti è stato il sardo a dirgli che si ricordava di lui quando erano nelle categorie giovanili.
Percorsi nervosi
Una buona uscita in mountain bike parte dalla scelta del percorso.
«Prima di tutto – dice Tiberi – visto che per gli stradisti è un momento di stacco non andrebbe mai dimenticata la parte ludica dell’uscire in Mtb. Non è il loro mezzo di lavoro e quindi il senso di libertà non dovrebbe mancare. E’ un po’ quello che provo io quando inforco la gravel. Detto ciò dovrebbero preferire percorsi che non prevedano salite lunghe e regolari, come di solito incontrano su strada, ma tracciati più dinamici, più nervosi. In questo modo non solo l’uscita sarà più divertente, ma anche più efficace da un punto di vista delle qualità fisiche che si vanno a stimolare. C’è più lavoro neuromuscolare».
Sensibilità di guida
E’ poi importante riuscire a trovare una buona impostazione di guida: peso indietro in discesa, lavorare con il corpo per riuscire a copiare il più possibile il terreno. L’imperativo è: non essere rigidi.
«In mountain non bisogna essere sempre un tutt’uno con la bici come su strada. Nell’offroad ci sono cambi di direzione più rapidi e fondi irregolari. Per questo sarebbe meglio non iniziare con pendenze troppo ripide. Devi giocare con la distribuzione del peso e con il mezzo.
«C’è poi la sensibilità di guida, che serve anche per la strada. Per lo stradista non è tanto importante mollare i freni su una sassaiola, quanto piuttosto affrontare bene terreni viscidi o con poca aderenza. Prenderci il feeling, perché un fondo umido o del brecciolino improvviso li puoi trovare anche su strada. E saperli affrontare toglie un po’ di paura».
Pump palestra
Il discorso di giocare con la distribuzione del peso e con il mezzo è molto importante. Dà una mobilità non indifferente. Saper girare le spalle in una curva stretta e mettere l’anteriore dove, come e quando si vuole non è sempre scontato.
«Il gioco di spalle – riprende l’ex tricolore piemontese – in parte dovrebbero ereditarlo dalla strada, solo che in Mtb è esasperato, perché ci sono cambi di direzione più stretti e più repentini. Rispettare i tempi di curva (ingresso, percorrenza e uscita) è più difficile, in quanto tutto è più veloce. La prima regola perciò è quella di essere più sciolti possibile. In tal senso una cosa che può aiutare moltissimo e farli divertire è la pump track. Su questo particolare anello la posizione che si assume va di pari passo con la velocità. E se non segui la bici con il corpo esci di pista. Certo, valla a trovare una pump!».