«Sulla prima salita di giornata mi viene vicino Zana e mi fa: oh, io non faccio fatica». Filippo Fiorelli fa questa confidenza a Giovanni Visconti dietro il palco delle premiazioni, dove intanto Filippo Zana chiude gli occhi verso il cielo e si gode l’inno di Mameli, con Alberobello che canta in sottofondo.
Proprio Filippo Fiorelli aveva fatto tremare per il suo attacco nel finale. Ma come, ci si chiedeva, attacca con un compagno in fuga? «Sapevo – chiarisce il siciliano – che ormai era in cassaforte l’arrivo della fuga. Hanno attaccato, ho risposto, ho visto che non era uscito nessun altro e ho pensato di fare un buon piazzamento».
Nessun attrito dunque. Anche perché gli abbracci, le urla e gli sguardi spiritati gonfi di adrenalina erano palesemente sinceri.
Chapeau Bardiani
Stamattina la Bardiani Csf Faizanè era la squadra più numerosa al via con 19 atleti (e 310 borracce!). E questa superiorità l’hanno messa subito in campo. Sono stati attivi in ogni istante della corsa. E al momento buono quando a tre giri dalla fine sono usciti i “cavalli di razza”, Zana c’era.
«E’ andato tutto benissimo – dice incredulo Zana – e dire che io soffro il caldo. E questo un po’ mi preoccupava. In più il percorso non era per me. Però ho visto subito che stavo bene. Non ero il leader della squadra, ma sapevo che quelli che erano usciti bene dal Giro, come me, Gabburo, Zoccarato, potevano fare buone cose».
«Nel finale non credevo di vincere, tanto più con gente come Battistella e Rota che sono veloci e che vedevo andavano forte. Quando passavano loro a tirare la velocità era sempre alta. Però tiravo anche io».
«Nel corso dell’ultimo chilometro pensavo: “Tutto sommato farò un bel piazzamento”. E invece ho vinto in volata! In tutta la mia carriera credo si contino sulle dita della mano le mie vittorie allo sprint.
«Rota è partito un po’ lungo, io mi sono messo alla sua ruota ed è andata bene. Diciamo che ho vinto la volata che contava».
Tattiche opposte per le due squadre più numerose. Bardiani sempre attiva, in fuga e non solo… Eolo-Kometa compatta per Albanese. Nel finale però i suoi uomini si sono persi
Volata da gamba
Visconti, contento per i suoi ex compagni che si fanno bagnare di spumante sotto il palco, commenta con l’occhio di chi la sa lunga.
«Se mi aspettavo che Filippo vincesse in volata? Su carta – ha detto Visconti – era il più lento, però questa non era una volata da sprinter, ma per chi aveva più energie. Ragazzi, ma vi rendete conto cosa significa fare 240 chilometri con questo caldo? Non vedevate che la selezione avveniva da dietro? Che nonostante ci fossero degli scalatori nessuno di loro scattava e scappava?».
Non solo, ma all’inizio dell’ultimo giro, tanto per aumentare la souspence, Zana non era riuscito a prendere la borraccia. Per fortuna che c’erano altri due massaggiatori a bordo strada. Senza acqua in un finale del genere sarebbe potuto essergli fatale.
Finalmente la forma
Zana sta vivendo un ottimo scorcio di stagione. Il Giro d’Italia non è andato proprio come sperava. Ma ne è uscito bene. Ha vinto l’Adriatica Ionica Race e avevamo scritto che era stata un po’ la quarta settimana del Giro. E poi ha vinto il tricolore. Insomma la forma è arrivata: tardi, ma è arrivata.
«Sì, però non possiamo dire che questa sia la quinta settimana del Giro – scherza Zana – dopo la Ionica Race mi sono riposato un paio di settimane. Sono andato sull’altopiano di Asiago, ho la fortuna di avere una casa in montagna lassù non lontano da casa mia. Quantomeno ho dormito al fresco e sento che tutto questo mi ha fatto bene.
«Ho alternato giorni facili ad altri un po’ più duri, ma nulla di che. Adesso però voglio riposare per bene. Oggi si chiude la mia prima parte di stagione».
Messaggio a Bennati?
Si chiude la sua prima parte di stagione alla grande, ma già si guarda avanti. Questa maglia, come ha detto Zana stesso sul palco, va onorata al meglio.
E cosa curiosa, ha vinto su un percorso che in teoria non era per scalatori come lui e per di più col caldo. Un percorso ideato anche per mano del cittì Daniele Bennati, oggi in moto, che lo ha voluto più simile possibile a quello iridato di Wollongong. Che Zana possa mettere in difficoltà il cittì in vista del mondiale australiano?
«Adesso è presto per dirlo – ha affermato Zana – da qui al mondiale è ancora lunga. Voglio recuperare bene, perché sugli strappi le gambe bruciavano, dopo il Giro non ho mai mollato e questa maglia va onorata al massimo».