A Wollongong un mondiale femminile super lungo?

17.12.2021
4 min
Salva

Il prossimo mondiale su strada, quello di Wollongong, è forse il mondiale che più di altri sancirà la parità tra uomini e donne anche nel ciclismo. In realtà forse sarebbe più corretto dire che è l’intera stagione 2022 a rivedere questi equilibri.

Le gare WorldTour per le donne infatti aumentano sensibilmente per quantità e per distanza. Solo quest’anno il Fiandre, una tappa del Giro, il Gp Plouay, il mondiale erano tutte al di sopra dei 150 chilometri. E l’anno scorso l’Assisi-Tivoli del Giro ne contò addirittura 165. 

Ancora non si conosce con precisione la lunghezza del mondiale donne elite di Wollongong, ma gira con una certa insistenza una voce secondo la quale potrebbe misurare i 171 chilometri, il che sarebbe una distanza a dir poco notevole per le donne. 

Tuttavia non saremmo del tutto stupiti, visto che le stesse amazzoni a cronometro percorreranno  la stessa distanza dei colleghi uomini. A questo punto abbiamo chiamato in causa Paolo Sangalli, tecnico delle ragazze. 

Il circuito cittadino ha uno strappo di un chilometro ai -8 dall’arrivo
Il circuito cittadino ha uno strappo di un chilometro ai -8 dall’arrivo
Paolo, sembra che ai prossimi mondiali la distanza possa essere molto ampia, 171 chilometri…

Ma siamo sicuri che poi sarà questa? Perché i commissari dell’UCI ancora devono effettuare il sopralluogo. E solo dopo la loro visione avremo i numeri certi. Diciamo che conoscendo le distanze dei tre segmenti si potrebbe arrivare a 153 chilometri, che comunque è un bel chilometraggio.

Ed è più o meno la distanza che abbiamo visto a Leuven quest’anno…

Sì, tutto dipende da quante volte si percorrerà l’ultimo giro. Il tratto iniziale in linea misura 33 chilometri, c’è poi l’anello da 35 chilometri con la salita più lunga e siamo a 68 chilometri. Infine c’è il circuito cittadino da 17 chilometri. Io presumo che quest’ultimo si farà cinque volte e non sei.

E allora ragioniamo per assurdo, facciamo del “fantaciclismo” e poniamo che si percorra sei volte, quindi 170 chilometri di gara: che corsa vedremo?

Vedremo due gare in una. La prima dalla partenza all’ingresso nel circuito con la salita lunga (Mount Keira, ndr), per vedere chi è rimasta in gare. E la seconda da lì alla fine. Piuttosto sarà importante, soprattutto per le donne, proprio quella salita di 8 chilometri, che poi in realtà sono 6, visto che il primo e l’ultimo chilometro sono all’uno per cento. Inciderà molto di più rispetto agli uomini.

Quando andrai a vedere il circuito?

Ne parlavamo con Bennati, ma chiaramente siamo legati al discorso della pandemia. Ho visto la registrazione dell’organizzazione per ora. Non ci sono poi solo le salire. Bisogna vedere bene anche il vento. C’è tutta quella lunga porzione lungo la costa, non posso credere che non abbia influenza sulla corsa. Ci sono molte variabili.

Per Sangalli le distanze molto lunghe vanno a vantaggio di un atleta resistente come Elisa Longo Borghini
Per Sangalli le distanze molto lunghe vanno a vantaggio di un atleta resistente come Elisa Longo Borghini
In ogni caso la distanza sarebbe comunque non secondaria, tanto più che questo tracciato non sembra così facile per le donne come per gli uomini…

Di certo la salita lunga per le donne fa più selezione. Una selezione da dietro. Poi bisognerà vedere anche chi ci sarà e come sarà interpretata la gara. Penso per esempio all’Olanda. Se dovessero avere la Wiebes non credo faranno la salita forte… Anche se a noi andrebbe bene sapendo che la Balsamo quando la strada sale è più brava di lei!

Eppure i 150 e passa chilometri di Leuven si sono dimostrati abbastanza selettivi visto che non sono arrivate moltissime atlete davanti…

Vero. C’è stata un certa attenzione, infatti nei primi 40 chilometri sono andate tranquille. Mentre il circuito più duro, quello fuori Leuven, era abbastanza lontano dal traguardo. E per questo dico che per me quella distanza sarebbe un po’ troppo. Anche se ad alcune atlete andrebbe meglio… Di certo ne guadagnerebbe una ragazza di resistenza come la Longo Borghini.

Proprio a Wollongong le donne e gli uomini faranno gli stessi chilometri a cronometro. In più il calendario femminile quest’anno vedrà il Giro, il Tour, la Vuelta e gare mediamente più lunghe…

La distanza media si sta allungando tra le donne. Non solo, ma ci sono anche più gare. Avremo il Giro e il Tour nel giro di un mese, poco dopo l’europeo, a metà agosto la Vuelta e poi il mondiale. Quest’anno si capirà veramente anche tra le donne quanto è importante la programmazione. Con il WorldTour si alza il livello contrattuale ma si deve alzare anche il livello delle atlete e soprattutto le giovani dovranno stare attente.

Il sogno di Matthews si conquista sul Poggio

13.10.2021
5 min
Salva

Believe. Ci crede Michael Matthews, è convinto di poter lasciare ancora un segno importante sulla strada coi suoi colpi di pedale e se l’è tatuato sul collo per ricordarselo ogni volta che si guarda allo specchio.

Crede con tutto il cuore di poter portare a casa una Monumento, come la Milano-Sanremo che nell’estate del 2020 lo vide chiudere al terzo posto, salendo sul podio con la mano destra ancora sanguinante. Nel 2022 sarà ancora quello l’obiettivo, oltre alla suggestione del mondiale casalingo di Wollongong, ancora tutto da scoprire. Abbiamo incontrato il trentunenne di Canberra a Rivoli, poco dopo che aveva ultimato le visite mediche canoniche all’Istituto delle Riabilitazioni del Gruppo CIDIMU di Torino, clinica ufficiale del Team Bike Exchange.

Michael che cosa pensi della stagione appena conclusa?

Direi che provo un mix di sentimenti. Penso che la squadra sia stata fantastica, ma qualcosa non ha funzionato. Ora l’abbiamo ristrutturata, sono arrivati nuovi corridori, nuovi membri dello staff. E’ successo questo, quello che abbiamo imparato da quest’anno lo metteremo nel prossimo in cui puntiamo a essere di nuovo là davanti. 

Sei un corridore molto generoso, a volte forse fin troppo nei primi chilometri e poi ti mancano le energie per le fasi finali della corsa. Che cosa cambierai per l’anno prossimo e hai già fissato gli obiettivi per la stagione ventura?

I miei obiettivi personali non cambiano più di tanto. Quest’anno è stato forse un po’ più stressante per tutta la nostra squadra, magari perché non abbiamo raggiunto i traguardi che ci eravamo prefissati. Le cose hanno continuato a non girare e non siamo riusciti a rompere quel circolo vizioso, sfortunatamente. Durante la pausa al termine di questa stagione e nei primi mesi della preparazione in vista della prossima, tutto sembra promettere bene. Sono arrivati un paio di nuovi sponsor, che possono essere davvero d’aiuto. E non vedo l’ora cominci la nuova stagione. 

Il sogno resta la Sanremo: pensi che anche nel 2022 si deciderà sul Poggio?

Il Poggio sta diventando davvero il punto chiave della corsa, per sferrare l’attacco decisivo. Sta cambiando il modo di correre la Sanremo in gruppo e così anche i corridori che si presentano al via: non ci sono più solamente velocisti che cercano di portare la corsa allo sprint. Penso di dover cambiare anch’io e adattarmi a questo stile di corsa dei giorni attuali, molto più all’attacco. Mi concentrerò su questo nella pausa stagionale.

La sua ultima vittoria risale a Plouay nel 2020, in maglia Sunweb
La sua ultima vittoria risale a Plouay nel 2020, in maglia Sunweb
Hai parlato del ciclismo che sta cambiando, che ne pensi di questa nuova generazione che sta spingendo: Pogacar, Evenepoel, Van der Poel? Sta cambiando qualcosa in gruppo?

Sì, credo che il gruppo stia sicuramente cambiando. I nomi che hai citato sono ragazzi davvero molto giovani, che stanno portando tra i professionisti il modo di correre degli under 23 o persino degli under 19 in certi casi speciali. Penso che sia grandioso, negli anni mi sono adattato ad aspettare per tutta la corsa e poi chiudere a tutta: ho dovuto farlo perché quello era lo stile. Ora si sta tornando allo stile che adoro. Devo soltanto riabituarmi a correre in quel modo, ma credo che sarà qualcosa di semplice per me perché amo correre così. Purtroppo, mi sta richiedendo del tempo in più, ma mi auguro di ritornare a quel livello d’attacco l’anno prossimo. Così potrò divertirmi e giocarmela con questi ragazzi. 

I mondiali in casa dell’anno venturo sono una bella suggestione: che ne pensi?

Non abbiamo ancora visto il percorso. Se sarà pianeggiante, abbiamo Caleb (Ewan, ndr) che è molto veloce al momento, ma credo che a Wollongong il tracciato sarà abbastanza ondulato, quindi avremo più opzioni e questo è ottimo per la squadra. Abbiamo tanti corridori che possano dire la loro in un percorso ondulato e nervoso: credo che sarà una corsa così. L’ultima volta che ho fatto i mondiali in Australia me la sono cavata bene (nel 2010 a Geelong divenne iridato degli U23, ndr) per cui sarebbe davvero una favola.

Michael, abbiamo visto che hai un nuovo tatuaggio. C’è scritto “Believe”, giusto? Credere nel vincere una Monumento o un mondiale?

Sin dai primi anni di professionismo mi sono fatto tanti tatuaggi. Sono un po’ nascosti, ma tutti significano molto per me. In queste ultime stagioni a volte mi è mancato un po’ “crederci”. Penso che ora, ogni volta che mi guardo allo specchio, posso continuare a credere nella mia passione, nei miei risultati e nella mia vita per raggiungere quello che è possibile. Attraversi periodi più difficili e altri migliori nel corso della vita, ma alla fine devi continuare a crederci, per essere sicuro di raggiungere quelle cose che desideri con tutto te stesso. Ho dedicato gran parte della mia vita al ciclismo e, in cambio, voglio continuare a prendermi tutto quello che posso per me.

Wollongong, il 2022 strizza l’occhio agli sprinter

24.09.2021
5 min
Salva

Tornando a casa dovrà fare due settimane di quarantena, ma per nulla al mondo Stu Taggart avrebbe rinunciato a questo incontro nel centro di Leuven. L’amministratore delegato dei prossimi mondiali di Wollongong era evidentemente orgoglioso di poter raccontare l’impresa che nelle intenzioni contribuirà a risollevare l’economia turistica della sua città dopo la pandemia. Fra un anno, giorno più giorno meno, il circo iridato sarà infatti nel pieno delle sfide australiane, nello stato del New South Wales. La città australiana che lo accoglierà conta 300 mila abitanti, sorge 90 chilometri a sud di Sydney e si divide fra l’Oceano e le colline.

«Il ciclismo – ha detto Taggart – offre al mondo la possibilità di vedere ogni anno posti bellissimi ed è un onore pensare che tutto questo il prossimo anno sarà nella nostra città. Il ciclismo laggiù unisce naturalmente la costa con l’entroterra e rappresenta un futuro sostenibile. Il mondo dello sport ricorda con piacere il clima delle Olimpiadi di Sydney 2000 ed è sull’accoglienza che vogliamo puntare. Vivendo di turismo, abbiamo avuto un forte impatto con il Covid e i mondiali arriveranno nel momento giusto».

Stu Taggart è l’amministratore delegato dei mondiali di Wollongong 2022
Stu Taggart è l’amministratore delegato dei mondiali di Wollongong 2022

Ritorno alla normalità

Alla presentazione, che si è svolta ieri sera nell’elegante e frizzante centro di Leuven, erano presenti anche David Lappartient e Peter Van den Abeele, che per conto dell’Uci valuta i percorsi.

«Il ciclismo in Australia – ha detto il presidente dell’Uci – sta letteralmente esplodendo. E sperando che ci sia il ritorno alla normalità che il Belgio sta sperimentando in questi giorni, credo che sarà un evento memorabile. Ricordo a tutti che ancora a gennaio, non fu possibile ammettere il pubblico ai mondiali di ciclocross di Ostenda, mentre ora le strade sono piene di tifosi, con l’unica accortezza della mascherina. Ho parlato pochi giorni fa con il Ministro dello Sport australiano e mi ha garantito che per settembre 2022 sarà tutto perfetto. Tutte le volte che il ciclismo sbarca in Australia, si vivono giorni eccezionali».

La stessa crono

Il percorso, dunque, e il programma, che vedrà come quest’anno in apertura le crono degli elite, la staffetta mista il mercoledì, il giorno di riposo il giovedì e poi le gare su strada.

«La prima caratteristica che mi sento di svelare – ha detto Van den Abeele – è che la crono degli uomini sarà per la prima volta lunga come quella delle donne, su una distanza di circa 35 chilometri. Faranno esattamente lo stesso percorso. Avremo partenze e arrivi dalla spiaggia, con un percorso contro il tempo piatto e simile a questo delle Fiandre. La gara su strada dei professionisti invece avrà un lungo giro iniziale che contiene una salita pedalabile. Il circuito invece sarà tecnico e non del tutto pianeggiante, ma comunque più agevole di quello sui cui si correrà qui in Belgio».

Più Matthews che Ewan

Mondiale per velocisti, insomma? Verrebbe scontato pensare a un percorso disegnato per Caleb Ewan, ma qui è stato Stu Taggart a riprendere la parole.

«Sarà un percorso veloce – ha detto – ma non per velocisti. Più che a Caleb Ewan, che comunque potrebbe trovarcisi bene, penserei piuttosto di corridori come Michael Matthews».

Singolare coincidenza, dato che proprio Matthews nel 2010 vinse la corsa degli under 23 ai mondiali di Geelong, che su strada vennero vinti da Thor Hushovd. Furono i primi mondiali di Paolo Bettini sull’ammiraglia azzurra, a pochi mesi dalla morte di Ballerini. Betto si raccomandò più volte con Pozzato di prendere in testa l’ultima curva di quella corsa caratterizzata dagli scatti di Nibali e Visconti. Ma Pippo la prese troppo indietro. E nonostante una rimonta eccezionale, segno che avesse probabilmente le migliori gambe del lotto, conquistò “solo” il quarto posto.

Lappartient e Van den Abeele presenti all’incontro per parlare del percorso e dei criteri di scelta
Lappartient e Van den Abeele presenti all’incontro per parlare del percorso e dei criteri di scelta

Buono per noi

«Sarà una grandissima festa – ha concluso Stu Taggart – e metterete alla prova la nostra ospitalità. Abbiamo sviluppato il miglior percorso possibile, ma siamo certi di poter offrire una piattaforma di accoglienza per voi tutti indimenticabile. Abbiamo avuto paura di non poterlo fare, ma le vaccinazioni procedono forte e anche se finora il mio Paese è stato restio ad aprire le frontiere per impedire il contagio, per il prossimo settembre troverete tutte le porte aperte».

Cos’altro dire, avendo peraltro in casa uomini veloci come Viviani, Nizzolo, Colbrelli, Trentin, Cimolai e Modolo? Grazie per la presentazione, mister Taggart, ci vedremo certamente l’anno prossimo.