Dall’Algarve al Nord, si accende la primavera di Trentin

14.02.2024
5 min
Salva

Con l’Algarve appena iniziata, entra nel vivo anche la primavera di Trentin. Probabilmente se l’aspettava diversa, perché in questi giorni avrebbe affinato l’intesa con Alberto Dainese, lottando nelle due volate in programma. Invece il padovano è fuori gioco per la caduta in allenamento e di conseguenza Matteo si ritrova a fare a sua volta gli sprint in cui si sente maggiormente a suo agio e intanto a lavorare con lo sguardo al Nord. Domenica infatti la corsa portoghese si concluderà e sarà tempo di spostarsi in Belgio per l’opening weekend, con Omloop Het Nieuwsblad e la Kuurne-Bruxelles-Kuurne.

Lo avevamo incontrato a Calpe nei giorni del primo ritiro e per lui la dimensione Tudor Pro Cycling era solo un’idea. Ora che la stagione ha preso il largo, tornare per un doppio punto della situazione, è un buon modo per avvicinarci alle prossime sfide.

GP La Marseillaise: Trentin, classe 1989, è pro’ dal 2012. In Francia è molto noto anche per le 3 tappe vinte al Tour
GP La Marseillaise: Trentin, classe 1989, è pro’ dal 2012. In Francia è molto noto anche per le 3 tappe vinte al Tour
Come va l’adattamento in questa nuova squadra?

Bene, tutto a posto, tutto bene. Sono contento. Certo sarebbe stato meglio se “Daino” non fosse finito per terra, perché credo che avremmo fatto delle belle cose. Saremmo venuti qua per iniziare il lavoro del treno anche in corsa, che rispetto all’allenamento è una roba un po’ diversa. Gli imprevisti però sono dietro l’angolo, l’importante è che non si sia fatto male in maniera troppo seria. Intendiamoci, è abbastanza seria, però non è niente che lo terrà via dalle corse per lungo tempo. Devo dire che quando l’ho visto per terra pensavo fosse molto peggio, invece alla fine è andata anche bene.

Cambia qualcosa a questo punto nel tuo programma personale?

No, il programma resta sempre lo stesso, andrò avanti con quello che devo fare. A questo punto con Alberto ci si rivedrà al Giro.

Come sarà fatta la trasferta al Nord?

Ora subito l’opening weekend, poi ci hanno invitato al Fiandre e anche alla Gand e altre che non si possono ancora annunciare. Credo che li abbiano già annunciati, non vorrei averli anticipati. Sono tutte cose che ho scoperto quest’anno, non avendo mai avuto il discorso degli inviti. Ti chiamano, però vogliono essere loro a dirlo per primi.

Dainese ha avuto il tempo per correre le prime due gare, poi è caduto alla vigilia della Clasica de Almeria
Dainese ha avuto il tempo per correre le prime due gare, poi è caduto alla vigilia della Clasica de Almeria
Com’è psicologicamente vivere questa dipendenza dall’invito?

Onestamente non me ne sono fatto un problema. Sapevamo che era così e dall’altra parte sanno che c’è un progetto solido alle spalle. Comunque, visto il bene che hanno fatto già l’anno scorso, devo dire che tanti inviti sono più che meritati.

Invece con quale spirito Trentin andrà al Nord con la nuova squadra?

Sempre lo stesso, sempre il solito modo di fare. E’ ovvio che bisognerà andare con il coltello tra i denti, come sempre. Ci arriviamo con una squadra molto meno esperta rispetto a tutti gli altri anni. Tantissimi di questi ragazzi non hanno mai fatto corse al Nord, quindi ci sarà tanto da imparare, tanto da insegnare e tanto da fare. Siamo qui per questo.

Pensi che andrete a fare qualche sopralluogo di percorso?

Penso che faremo la classica ricognizione un paio di giorni prima, perché non c’è tanto tempo per organizzare chissà cosa. Abbiamo già fatto un giretto lassù all’inizio di dicembre, andando a provare i materiali. La settimana prima della Het Nieuwsblad faremo una prova percorso, come pure prima del Fiandre e di Harelbeke. Adesso come adesso, non c’è tanto tempo: se devi fare qualcosa, devi farlo prima.

Che cosa era venuto fuori dal sopralluogo di dicembre?

La bici è quella. DT Swiss però ha fatto delle ruote pensate per le classiche. Avremo dei copertoni da 28 un pochino più resistenti alle forature. Ci sarà da lavorare più che altro sulle pressioni delle gomme. Magari per la Gand si può usare anche la ruota normale, visto che presenta pochissimo pavé. Questa è la base, poi dipenderà anche dal meteo.

Sul podio di Almeria, Trentin e Kooij, il vincitore che ha 12 anni meno di Matteo
Sul podio di Almeria, Trentin e Kooij, il vincitore che ha 12 anni meno di Matteo
Gomme da 28 perché sul telaio della Teammachine non entrano misure più grandi?

In parte anche per questo. Però per quelle gare mi sento di dire che gli pneumatici da 30 li ho usati l’anno scorso perché le ruote che avevamo in UAE avevano il canale interno molto più grande e quindi con il 30 mi trovavo comodo a livello di utilizzo. Invece col canale interno di una grandezza normale, alla fine lo pneumatico da 28 è più che sufficiente e non è necessario fare tanto di più.

A cosa serve l’Algarve: preparazione o per non far rimpiangere Dainese?

Certo, non è che se siamo davanti, tiriamo i freni. Ad Almeria mi ci sono trovato e ho fatto la volata, arrivando terzo. Non me lo aspettavo, ma è vero che quest’inverno mi sono allenato molto di più per fare le volate, avendo il discorso del treno. Quindi l’allenamento è stato fatto bene e funziona. Ma qui le tappe sono sempre uguali: due volate, due salite a una cronometro. Diciamo che in queste corse uno come me viene più che altro a rifinire la condizione e non a puntare una vittoria. Però chi può dirlo? Vediamo cosa può venire fuori, ma senza pressione.

E con Dainese ti senti ogni tanto?

Sì, via messaggio. Gli girano molto le scatole, perché eravamo al momento di dare un’accelerata alla stagione, invece si ritrova fermo ai box. Insomma, speriamo sia una cosa che riesce a risolvere in tempi brevi o relativamente brevi, per poi ricominciare. Lui sa che io lo aspetto.

Cross, strada e MTB: Pidcock sull’asse di equilibrio

21.02.2022
4 min
Salva

Sul traguardo dei mondiali di cross di Fayetteville, Tom Pidcock c’è passato come Superman e per fortuna non ha trovato un giudice zelante che l’ha squalificato per la posizione irregolare. Sul cross per fortuna brilla la goliardìa del fuoristrada e in America certe cose piacciono parecchio: il povero giudice lo avrebbero passato per le armi.

Campione del mondo di cross, juniores ed elite. Vincitore della Roubaix juniores e U23. Vincitore del Giro d’Italia U23. Campione olimpico di mountain bike. Primo nella Freccia del Brabante e secondo all’Amstel nel primo anno da pro’.

Mondiali Pidcock 2022
Pidcock plana sul traguardo: è il suo 6° oro mondiale tra cross, mtb e strada
Mondiali Pidcock 2022
Pidcock plana sul traguardo: è il suo 6° oro mondiale tra cross, mtb e strada

Amore cross

In nome del cross, Pidcock ha vissuto un inverno da nomade. La famiglia nel Nord del Regno Unito e la residenza ad Andorra, ha trascorso le vacanze di Natale in Belgio, raggiunto dai familiari. E la notte del 31 dicembre, è andato a letto presto, dato che l’indomani avrebbe corso a Baal.

Ma ora che la stagione su strada lo richiama all’ordine e che non tornerà in Gran Bretagna prima di ottobre, il britannico del Team Ineos Grenadiers ha iniziato a collegare i vari puntini della sua carriera.

«Ho bisogno del cross – dice – per avere obiettivi vicini e per la mia impazienza di raggiungerli rapidamente. Troverei insopportabile allenarmi tutto l’inverno pensando alla stagione su strada. Allo stesso tempo, bisogna usare la testa. I brevi sforzi del cross sono sicuramente utili in prospettiva delle classiche, perché si raggiungono intensità altissime, ma il pericolo è di fare troppo. La strada e i lavori necessari per avere la giusta base devi comunque considerarli. Serve pianificazione. Per questo mi limito a 11-12 gare di ciclocross durante il mio inverno».

In azione a Namur, dove Pidcock ha chiuso secondo dietro Vanthourenhout
In aziona a Namur, dove Pidcock ha chiuso secondo dietro Vanthourenhout

Impazienza e raziocinio

L’impazienza è una molla particolare. Da un lato si sposa con la fretta di arrivare dei talenti più giovani come Evenepoel e Pogacar (lo sloveno è del 1998, Pidcock del 1999, Remco del 2000), dall’altra è evidente come nella squadra britannica facciano di tutto perché Tom non bruci le tappe.

«Almeno fino alle Olimpiadi del 2024 – dice – andrò avanti anche con la mountain bike. Voglio difendere il mio titolo a Parigi e partecipare anche alla prova su strada. La mia grande ambizione è diventare campione del mondo in tutte e tre le discipline, il che significa che c’è molto lavoro da fare! Vincere da giovani è più facile che vincere coi grandi. Durante la scorsa stagione, la prima da professionista, ho dovuto abituarmi a questa idea, sia nel cross che su strada. Ho avuto molti problemi a lottare per il secondo posto e mi è servito per fare il cambio di mentalità. Mi ci è voluto un po’ per capire che anche i migliori corridori non vincono tutto».

All’Algarve un debutto sotto tono per Pidcock (76° nella crono) che si è ritirato nell’ultima tappa
All’Algarve un debutto sotto tono per Pidcock (76° nella crono) che si è ritirato nell’ultima tappa

I Giri fra due anni

Per questo, l’asticella resta a un’altezza ragionevole. Pur avendo vinto il Giro d’Italia U23 nel 2020 con grande facilità, Pidcock sta alla larga da tentativi prematuri.

«Un giorno mi piacerebbe dedicarmi a un grande Giro – dice – e muovermi verso questo obiettivo con allenamenti in quota sul Teide, lavori sulla potenza inseriti in un simile quadro, ma per ora è presto. Non vogliamo saltare nessun passaggio nel mio processo di sviluppo. La classifica generale di un Giro può diventare un obiettivo fra due o tre stagioni, quando avrò 25 o 26 anni. Per ora punto sulle classiche, al modo di correrle in quella maniera spettacolare che sta piacendo così tanto alla gente. Ma non è escluso che pensi di tanto in tanto a corse di una settimana».

Gazzoli, come si sta tra i grandi?

18.02.2022
4 min
Salva

Abbiamo intercettato Michele Gazzoli prima della seconda tappa della Volta ao Algarve, la sua seconda gara tra i pro’. Il giorno prima ha ottenuto un bel quinto posto (diventato quarto con il declassamento di Meeus per una manovra scorretta nei confronti di Coquard). Si è saputo difendere in una volata non semplice condotta magistralmente dalla Quick Step Alpha Vinyl e poi vinta dal solito Fabio Jakobsen

Abbiamo approfittato per chiedere al giovane corridore dell’Astana Qazaqstan Team come sono state queste prime gare. Il suo debutto ufficiale è avvenuto al Tour de la Provence, dove nelle quattro tappe corse dice di aver già imparato molto sul mondo dei grandi.

Michele Gazzoli quinto sul traguardo di Lagos (foto Facebook Volta ao Algarve)
Michele Gazzoli quinto sul traguardo di Lagos (foto Facebook Volta ao Algarve)
Intanto complimenti per il piazzamento.

Grazie mille! E’ stata una tappa difficile, con gli ultimi 50 chilometri fatti pancia a terra in mezzo ai ventagli. Mi stanno perseguitando, i ventagli intendo, anche in Provenza li abbiamo fatti, ma questa volta li ho saputi gestire.

Hai già iniziato con una delle lezioni più dure!

Assolutamente, ma fa tutto parte del gioco. In Provenza era la prima volta che vivevo dei momenti del genere, ho capito un po’ come funziona e questa volta mi sono buttato. Peccato…

Al Tour de la Provence il suo debutto con i pro’ (foto Instagram)
Al Tour de la Provence il suo debutto con i pro’ (foto Instagram)
Per il quarto posto? 

Sì, eravamo messi molto bene negli ultimi due chilometri, poi uno della Trek ha affrontato una rotonda come un kamikaze ed ha spezzato il gruppo. Avremmo potuto fare uno sprint migliore (dice con un velo di rammarico tipico di chi non si accontenta mai, ndr).

Torniamo per un attimo in Provenza, com’è andata la prima gara?

Molto bella, emozionante. Ci si allena tutto l’inverno con la maglia del team ma quando ci attacchi il numero è qualcosa di diverso. 

E la preparazione? Il pullman, la riunione pre gara…

Quello devo ammettere che non l’ho vissuta tanto diversamente. E’ ovvio che alla prima gara rimani un po’ affascinato da tutta la strumentazione che c’è. VeloViewer è quello che mi ha sorpreso di più, vedi il vento, la pendenza, la larghezza della carreggiata…

E poi ci sono le radioline…

Con quelle ho già avuto modo di correre ma usate in questo modo mai. Si nota come i diesse siano abituati a comunicare ed usarle per “teleguidare” i corridori. Prima della zona dei venti ci hanno detto di portarci avanti, ci ricordano di mangiare.

Ecco, il cibo, cambiando la tipologia di gare cambia anche l’alimentazione?

Devi sempre ricordarti di mangiare, ma non è facile. Ieri, per esempio, la prima ora l’abbiamo corsa “a tutta”, diventa difficile anche solo mettere in bocca il panino, ma bisogna farlo altrimenti nel finale salti. E’ una tipologia di alimentazione più sostanziosa, soprattutto per distanze così.

Durante l’inverno la preparazione e l’alimentazione sono state curate in maniera metodica (foto Instagram)
Durante l’inverno la preparazione e l’alimentazione sono state curate in maniera metodica (foto Instagram)
Lavori a stretto contatto con Erika Lombardi, come ti trovi con lei?

Bene, appena ci siamo visti ho subito riposto piena fiducia in lei. Abbiamo preso le misure nei mesi di preparazione trovando un equilibrio ottimo. Ieri era la seconda volta che affrontavo una distanza del genere (200 chilometri, ndr) e devo ringraziare anche lei per il quarto posto.

Con i compagni, invece, come ti trovi?

Molto bene, mi sono legato subito con Davide (Martinelli, ndr) e “Leo” Basso. Il primo abita molto vicino a me, a Brescia, e già ci allenavamo insieme, il secondo è molto simpatico e socievole ed è stato semplice entrare in sintonia.

Michele Gazzoli debutterà al Nord alla Omloop Het Nieuwsblad, tornerà per la prima volta in Belgio dopo il mondiale 2021
Michele Gazzoli debutterà al Nord alla Omloop Het Nieuwsblad, tornerà per la prima volta in Belgio dopo il mondiale 2021
Ed i prossimi impegni quali saranno?

Dopo l’Algarve farò il mio debutto al Nord, alla Omloop Het Nieuwsblad. Sono parecchio emozionato, è capitato di parlarne con Davide e Leo a cena la sera prima del debutto qui in Portogallo. Mi hanno detto cosa aspettarmi: l’inferno, nel vero senso del termine. Non puoi mai distrarti e devi correre sempre davanti, poi il pavè… Non vedo l’ora di andarci!

Tornare in Belgio dopo quello che abbiamo fatto a settembre sarà speciale…