Fortunato e il Delfinato dopo il Giro: forse non una grande idea

08.06.2024
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Nel gruppetto alle spalle di Soler, nella settima tappa del Delfinato verso Samoens 1600 e per la prima volta dalla fine del Giro, oggi Lorenzo Fortunato ha avuto sensazioni positive. Per questo si è ritrovato in fuga e per questo conta di tornarci anche domani. Al pari di Tiberi, il bolognese è arrivato alla corsa francese sull’onda lunga del Giro d’Italia. L’aveva nei programmi e ha tenuto fede alla parola data, ma non è passato giorno senza che si rendesse conto che non si è trattata di una grande idea. Ovviamente, se domani le cose dovessero andare particolarmente bene, la scelta del Delfinato sarebbe invece un vero colpo di genio.

Roglic come Pogacar

Quando Vlasov e Roglic dietro di lui lo hanno affiancato e ripreso, “Fortu” li ha rimontati per qualche istante e poi ha mollato la presa. Non aveva in animo di dargli ancora filo da torcere, sapeva che per oggi il suo viaggio era finito.

«Quando mi hanno preso – sorride e spiega – ho visto che c’era Ciccone da solo. Siamo amici, così gli ho chiesto se avesse bisogno di qualcosa. Niente di più. Poi mi sono messo lì e ho visto che il ritmo non mi apparteneva, così mi sono detto di pensare a domani e sono salito tranquillo, senza stress. Prima arrivavo, prima prendevo il recupero, prima arrivavo al bus, prima facevo la doccia. Non ho pensato di tenere duro, quando mi hanno preso mi sono rialzato. Stanno correndo come la UAE Emirates».

Il copione è quello del Giro, cambia solo lo sloveno?

Esatto, sta correndo allo stesso modo. Oggi è stata tutto il giorno dura, non c’era un metro di pianura. Tutto su e giù, allora ho detto: «Vado in fuga!». Dopo gli ultimi 2-3 giorni del Giro non mi sono sentito bene, non avevo buone sensazioni. Magari ho preso un mezzo virus e non sono più riuscito a essere me stesso. Sin dall’inizio avevo in programma il Delfinato ed eravamo indecisi se farlo o non farlo.

Però avete deciso di sì.

Visto che poi correrò la Vuelta Burgos e poi la Vuelta, quindi dai primi di agosto in avanti, abbiamo deciso di partire. Avrò il tempo per recuperare. Fino ad oggi non ero stato bene. Tutti i giorni ho faticato tanto, ieri mi sono staccato e nella crono sono andato davvero piano. Oggi invece mi sono sentito bene e ci ho provato. Si vede che per un po’ mi sono trascinato quello che avevo a fine Giro, oggi è passato tutto.

Tiberi ha provato a partire al Delfinato, ma non è riuscito. Non ci stupiamo che tu sia stato male.

Allora, questa è la mia opinione. Una volta era possibile fare un Grande Giro e usare la condizione per fare subito un’altra corsa. Però prima non ci si allenava come adesso. In questi giorni se ne parla fra noi. Adesso si fa più lavoro al training camp in altura che al Giro. E quindi quando vai in corsa, vai a raccogliere i frutti del lavoro. Non si usano più i Grandi Giri per allenarsi. A me è capitato di fare il Giro d’Italia e poi andavo allo Slovenia oppure alla Adriatica Ionica Race, dove il livello era un pochino più basso e mi salvavo. Ma per come si va adesso, il Grande Giro deve essere l’ultimo atto di un cammino iniziato prima proprio per questo.

Lo Slovenia, ma anche il Giro di Svizzera iniziano dieci giorni dopo il Giro d’Italia: col Delfinato non c’è neanche tempo di tirare il fiato…

Non è stata una grande idea e se tornassi indietro, forse farei altre scelte. Però è giusto provare: finché non lo vedi con i tuoi occhi, fai fatica a farti un’opinione. E’ difficile perché il fisico è abituato a 21 giorni di lavoro, poi vieni qua al Delfinato e dalla prima tappa di ritrovi a soffrire. Ho tenuto duro perché Tejada era in classifica.

Come è stato il primo Giro d’Italia in una World Tour?

Buoni riscontri, sono contento. Nei primi dieci giorni ho corso in appoggio di Lutsenko, però comunque a Oropa ero subito forte (4° al traguardo, ndr) e anche nella crono sono migliorato tanto. Con la squadra mi sono trovato bene e siamo stati anche sfortunati, perché di otto che eravamo alla partenza, siamo rimasti in quattro.

Dopo il Delfinato, Burgos e Vuelta. E i campionati italiani?

Tengo duro fino a lì e correrò per Velasco, perché possa tenere la maglia tricolore. Ma ci sono anche Scaroni e Ballerini: tutti corridori con più possibilità di me. Poi mi fermo e recupero, visto che fra due mesi correrò tanto. Quest’anno ho fatto solo corse WorldTour, un po’ sono abituato, ma d’altro canto è sempre difficile fare risultati. Ho fatto Tirreno, Catalunya, Giro, Delfinato e farò la Vuelta. Il grande ciclismo è questo e ti devi confrontare con i campioni.

Evenepoel provato dopo l’arrivo: sapeva di dover lavorare ancora e ha 3 settimane davanti a sé
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Domani vedremo di nuovo Fortunato all’attacco?

Se sto bene ci provo, non ho nulla da perdere. Anche oggi ho provato a farmi riprendere più tardi e sono scattato nella scia di Soler. Sapevo che sarebbero arrivati e così l’ho fatta a tutta. E se dietro si fossero aperti? Ho dato tutto, ma dietro hanno fatto i primi 4-5 chilometri molto forte e a me si è spenta la luce. Era tutto il giorno che andavamo forte e sono arrivato in cima assieme allo stesso Soler. 

Che sensazioni ti danno i leader del Tour?

Roglic è forte. Quando mi hanno preso, davanti c’era Vlasov che tirava forte. Ci sono abbastanza abituato, visto che ho corso con Pogacar e Primoz si muove sulla stessa falsa riga. Remco sta crescendo. Non so dire come sia messo col peso, però ha tanta potenza, ha sempre tanta forza. Con lui ho confidenza, è tranquillo, un bravo ragazzo, molto attento a tutto. E sono convinto che al Tour andrà forte. Ma adesso si recupera, stasera si fa una bella cena e domani ci riprovo. Sai mai che mi sblocco giusto alla fine…