Il Tour de France di FSA e Vision corre decisamente veloce. Ma molto veloce. I due bike brand taiwanesi sono difatti in piena competizione equipaggiando con i propri componenti ben cinque formazioni: la EF Education Easypost, il team Bahrain Victorious, la Jumbo Visma di Van Aert e Roglic, il team Cofidis e la B&B Hotels p/b KTM.
FSA e Vision al Tour sono accanto a 5 team, tra cui quella della maglia gialla Van Aert: la Jumbo Visma
Un’altra squadra supportata dai brand taiwanesi è la Bahrain Victorious
FSA e Vision al Tour sono accanto a 5 team, tra cui quella della maglia gialla Van Aert: la Jumbo Visma
Un’altra squadra supportata dai brand taiwanesi è la Bahrain Victorious
Garanzia FSA
Fra i componenti più in vista, c’è la corona FSA full carbon 64T: compatibile con i gruppi a 12 velocità e con i misuratori di potenza, completamente nuova e realizzata utilizzando una tecnologia derivata dalla Formula 1. L’obiettivo? L’ottenimento di uno speciale materiale composito, estremamente rigido e leggero (appena 219 grammi). Sempre FSA fornisce la proprie guarniture in fibra di carbonio ai team EF Education Easypost e B&B Hotels p/b KTM: tutte compatibili con i gruppi a 12 velocità. Eliminato qualsiasi rischio di caduta di catena, il peso della guarnitura – nel caso dell’opzione 54-40 – è di appena 529 grammi.
EF Education Easypost, Jumbo Visma e B&B Hotels p/b KTM hanno anche montati all’interno dei movimenti centrali delle proprie biciclette i cuscinetti ceramici FSA: estremamente scorrevoli e leggeri. Quattro team FSA infine utilizzano il sistema di instradamento dei cavi ACR e SMR System per l’ottenimento della massima efficienza aerodinamica. Questo innovativo sistema, in attesa di brevetto, è una esclusiva di FSA e Vision ed è il frutto dell’esperienza dei due brand per quanto riguarda il tema dell’aerodinamica. Il risultato è una soluzione di passaggio dei cavi pulita, integrata ed efficiente per i marchi di bike che lo adottano al Tour: Cervèlo, Cannondale, De Rosa e KTM.
FSA e Vision sostengono anche la B&B Hotels p/b KTM di Pierre Rolland FSA e Vision sostengono anche la B&B Hotels p/b KTM di Pierre Rolland
Innovazione Vision
Parlando invece delle soluzioni tecniche offerte da Vision per i cinque team supportati nel corso dell’edizione 109 del Tour de France, vanno segnalate in primis le ruote anteriori crono Metron 91 con cerchio interamente in fibra di carbonio, larghezza interna da 21 mm (realizzata appositamente per funzionare con pneumatici da 28 mm) e 21 raggi a lama aerodinamica. Il peso? 938 grammi. Molto originale la personalizzazione grafica delle stesse ruote realizzata da PALACE per gli atleti della EF Education Easypost. Le avrete sicuramente notata durante lo svolgimento della crono inaugurale di Copenhagen… non passavano certo inosservate.
Sempre Vision sono le protesi in composito, completamente personalizzate e realizzate a mano per adattarsi al meglio alle specifiche misure antropometriche dell’atleta. Queste “aero extensions” nascono in galleria del vento, ed il peso è di appena 120 grammi.
FSA fornisce la proprie guarniture in fibra di carbonio ai team EF Education Easypost e B&B Hotels p/b KTM FSA fornisce la proprie guarniture in fibra di carbonio ai team EF Education Easypost e B&B Hotels p/b KTM
Il “cockpit” 100% integrato Metron 5D ACR, utilizzato da quattro team Vision al Tour, presenta un attacco manubrio più rigido e aerodinamico, oggi disponibile con la nuova finitura 3K Carbon. Il Metron 5D – dichiarano i tecnici Vision – si adatta alla posizione naturale delle braccia per l’ottenimento di un maggiore comfort ed una migliore respirazione, mentre la forma ad ala della parte superiore del manubrio ne agevola l’aerodinamica. Il peso è di appena 363 grammi nella misura 110×420mm.
Aggiornate da Vision anche le ruote lenticolari monoscocca in fibra di carbonio Metron TFW. Con la loro costruzione in composito 3K, queste ruote garantiscono rigidità, aerodinamica e leggerezza (appena 930 grammi).
Sia FSA che Vision sono recentemente entrati a far parte del “pool” di partner ufficiali dello Specialized Granfondo Series, il circuito di eventi in quattro prove quest’anno alla prima ed inaugurale edizione.
Nei quattro fine settimana in cui si svolgeranno le gare del circuito (Bra Bra Specialized Grand Prix Fenix, 24 aprile; Ganten La MontBlanc, 12 giugno; Granfondo Sestiere Colle delle Finestre, il 26 giugno; Tre Valli Varesine Eolo, 2 ottobre), gli iscritti e tutti coloro che affolleranno i villaggi expo e le aree deputate al ritiro dei pacchi gara, avranno la possibilità di conoscere le novità tecniche dei due brand taiwanesi. Inoltre potranno beneficiare dall’assistenza meccanica per la propria bicicletta e del cambio ruote FSA e Vision attivo durante la Gran Fondo.
La locandina che annuncia la partnership di FSA e Vision con Specialized Granfondo Series La locandina che annuncia la partnership di FSA e Vision con Specialized Granfondo Series
L’innovazione con i pro’
«Siamo davvero molto orgogliosi – ha dichiarato Claudio Marra, Vice Presidente di FSA – di poter affiancare i nostri due brand ad un circuito così importante. Una bella novità nel panorama Gran Fondo italiano che promette grande spettacolo e numeri interessanti. Non vediamo l’ora di sostenere questo importante evento. Come azienda, abbiamo sempre avuto un occhio di riguardo verso le manifestazioni legate alla bicicletta, e questo perché sono in grado di unire competizione e interazione per gli amanti delle due ruote».
Claudio Marra, Vice Presidente FSAClaudio Marra, Vice Presidente FSA
«Con FSA e Vision – continua Claudio – progettiamo e produciamo componenti di alta gamma per il ciclismo, sia su strada che per Mtb, supportando diversi Pro Team di fama internazionale. La nostra storia nello sport e il nostro patrimonio di innovazione, di design e di produzione sono molto importanti per noi.
«Siamo orgogliosi di investire costantemente nella nostra gamma di prodotti, assicurandoci di fornire i migliori componenti possibili sia ai professionisti quanto ai cicloamatori. Noi non sponsorizziamo semplicemente team ed atleti di livello mondiale, ma lavoriamo a stretto contatto con loro utilizzando le loro competenze e i loro feedback per sviluppare la gamma dei prodotti del futuro».
Veloce, leggera e versatile, la SuperSix Evo sarà di nuovo al fianco della EF Education-Easy Post per la stagione 2022. Un mezzo da gara… che i campioni della squadra statunitense potranno domare per averne tutti i vantaggi. Le sue doti sono apprezzate dal mercato e dai pro’ che l’hanno già usata nel 2021.
Maneggevolezza e adattamento a ogni tipo di competizione, dai saliscendi, agli arrivi più impegnativi e perché no, anche per qualche arrivo pianeggiante. Un gioiello colorato di bianco con una grafica che ne valorizza le linee. L’equipaggiamento è da top di gamma, andiamola a scoprire nel dettaglio.
Il manubrio Vision e il passaggio cavi interno favoriscono una linea pulita e aerodinamicaIl manubrio Vision e il passaggio cavi interno favoriscono una linea pulita e aerodinamica
Telaio ultraleggero
Geometria vivace e rigidità per una velocità esplosiva. Il telaio in carbonio Hi-MOD PF30a ultraleggero rende questa bici una fra le migliori oggi sul mercato. La struttura della SuperSix Evo è in carbonio di alta qualità a elevata rigidità è ad alta resistenza. Il mix di di fibre permette un risultato finale con caratteristiche di leggerezza, reattività e solidità.
Grazie al profilo aerodinamico, i tubi del telaio riducono la resistenza fino al 30%, garantendo peso identico e una rigidità pari o superiore a quella dei classici tubi di sezione rotonda. Il tutto si traduce in un risparmio di potenza stimato di 30 watt ad una velocità di circa 50 km/h, rispetto al modello precedente.
Le leve sono le Shimano Dura Ace Di2 R9200 hydro dual control Le leve sono le Shimano Dura Ace Di2 R9200 hydro dual control
Avantreno aero
Cavi integrati e uno spazio anteriore per copertoni fino a 30 mm, regalano una linea pulita e confortevole. Il manubrio è il Vision Metron 5d/6d per un profilo aero che parte dall’avantreno. Il grip è il Prologo Onetouch 2 e Onetouch 2 Gel. Sempre alloggiato sul manubrio è presente il pannello di controllo digitale firmato Wahoo. Le ruote sono le Vision Metron 40sl/50sl a disco montate con i tubolari Vittoria Corsa da 25/28 mm.
La sella Prologo DImension è uno dei modelli più utilizzati in gruppo di questo brand
FSA è partner tecnico per quanto riguarda pedivelle e movimento centrale
La sella Prologo DImension è uno dei modelli più utilizzati in gruppo di questo brand
FSA è partner tecnico per quanto riguarda pedivelle e movimento centrale
Trasmissione al top
Per il bolide firmato Cannondale, la trasmissione scelta è lo Shimano Dura Ace Di2 R9200 2×12 completo. Le pedivelle sono le Cannondale HollowGram SiSL, BB30, con FSA 12 speed Chainrings. Il movimento centrale è il Cannondale Alloy PF30 BB Cups, con FSA Ceramic BB30 Bearings. Mente il misuratore di potenza è il Power2Max NG and NGeco HollowGram power meter.
Retrotreno riconfermato
La guida fluida è una caratteristica riconosciuta di questa SuperSix, merito del carro posteriore SAVE con il collarino integrato ed il reggisela Hollowgram Knot 27sl. Infine la sella che accompagnerà i campioni della EF Education-Easy Post sarà la Prologo Dimension che vanta un peso di 149 grammi.
La nuova Merida Scultura CF5 Team, mai così bella, leggera e precisa. Questa bicicletta, in uso al Team Bahrain Victorious, ha il DNA di una bicicletta votata alle competizioni ed il volto di un progetto che fa collimare leggerezza ed aerodinamica, ma anche un comfort di buon livello.
«Ho iniziato ad usare la nuova Merida Scultura da giugno – ci ha raccontato Damiano Caruso, con cui alla fine condivideremo molte sensazioni – e devo dire che molto è cambiato, se metto a confronto questa versione con la precedente. Prima era una bella bici, molto comoda, quasi riposante e il passo che Merida ha fatto con la nuova bicicletta è lampante. Le differenze principali emergono in pianura e in discesa, perché la Scultura di oggi è nettamente più veloce».
Non si tratta di una bici mastodontica, anzi è piuttosto fine ed elegante, è armoniosa nel suo essere moderna. Adotta l’integrazione dei componenti come un valore aggiunto alla piattaforma. Oltre al design c’è anche un tessuto di carbonio nano concept con le specifiche di Nano Matrix Carbon (top di gamma Merida). Entriamo nello specifico della nostra prova.
Una bici stabile e veloce, Damiano Caruso confermerà le nostre sensazioni (foto Sara Carena)Una bici stabile e veloce, Damiano Caruso confermerà le nostre sensazioni (foto Sara Carena)
Scultura, la prima risale al 2006
La prima versione della Merida Scultura risale al 2006 e da allora molto è cambiato. La ricerca della massima penetrazione dello spazio è entrata di prepotenza anche nel segmento delle bici superleggere. Sono cambiati i materiali e i procedimenti per costruire i telai in fibra composita. Ci sono i freni a disco e i componenti, oltre ad essere integrati nei progetti, sono sempre più funzionali alla resa tecnica del pacchetto. Nel caso della Merida Scultura Team di quinta generazione, oltre al frame, ci sono il reggisella in carbonio con uno shape proprio ed un manubrio full carbon studiato per questa bicicletta. E poi c’è un allestimento che fa la differenza.
I foderi obliqui si allargano parecchio verso l’esterno e lasciano un margine notevole per il passaggio della gomma
BB da 86,5 millimetri di larghezza e sezioni asimmetriche degli stays
Una delle caratteristiche delle Merida, la sezione abbondante dell’inserzione centrale dei tubi
Diametro da 27,2 millimetri e sezione superiore schiacciata, il seat-post full carbon funge anche da dissipatore
I foderi obliqui si allargano parecchio verso l’esterno e lasciano un margine notevole per il passaggio della gomma
BB da 86,5 millimetri di larghezza e sezioni asimmetriche degli stays
Una delle caratteristiche delle Merida, la sezione abbondante dell’inserzione centrale dei tubi
Diametro da 27,2 millimetri e sezione superiore schiacciata, il seat-post full carbon funge anche da dissipatore
I numeri della Scultura CF5
Si tratta di un telaio ed una forcella con 822 e 389 grammi di peso dichiarati (taglia media). Nella versione in test, sempre nella taglia M e con l’allestimento che vedete nelle immagini e nel video, il peso rilevato è di 7,08 chilogrammi. Da notare che la bici in test è dotata delle ruote Vision Metron SC, mentre quella a catalogo prevede le SL, che sono più leggere.
Rispetto alla versione precedente, la Merida Scultura Team CF5 2022 è maggiormente aerodinamica, il 4% più efficiente e al tempo stesso versatile. Questa versatilità si riferisce a differenti tipologie di setting, legate alle ruote, con profili medi e alti (considerazione che trova conferma grazie a Damiano Caruso). Non è un dettaglio secondario, se consideriamo che molti atleti pro’ usano questa tipologia di biciclette con cerchi da 55 millimetri e oltre. Nel caso specifico della nuova Scultura, l’aerodinamica diventa una soluzione di design funzionale, legata ad esempio ai foderi obliqui del retrotreno. Questi hanno un’inserzione ribassata, ma fungono come dei diffusori grazie al design allargato, che al tempo stesso permette di far alloggiare pneumatici fino a 30c di sezione. La stessa luce di passaggio è comune alla forcella e quindi all’avantreno.
E poi c’è quel manubrio integrato (320 grammi dichiarati), bello e rigido, con un impatto frontale ridotto e davvero comodo grazie alle forme regolari della piega e ai valori di reach e drop votati al comfort (anche per le mani piccole il vantaggio di raggiungere facilmente le leve è reale). Si abbina alla perfezione con il design dell’head tube e con la serie sterzo (e con i suoi spessori).
Il manubrio integrato Team SL è uno dei componenti più ricercati in termini di sviluppo
I perni passanti delle ruote sono più… magri al centro
La Scultura ha delle protezioni che “ingabbiano” le pinze dei freni
L’estrattore a brugola per i perni passanti è magnetico è può essere rimosso in ogni momento
La trasmissione Shimano DuraAce 12v, 52/36 davanti e 11/30 dietro
Le ruote Vision SC40 Disc, shape moderno e buone performances
Il manubrio integrato Team SL è uno dei componenti più ricercati in termini di sviluppo
I perni passanti delle ruote sono più… magri al centro
L’estrattore a brugola per i perni passanti è magnetico è può essere rimosso in ogni momento
La Scultura ha delle protezioni che “ingabbiano” le pinze dei freni
La trasmissione Shimano DuraAce 12v, 52/36 davanti e 11/30 dietro
Le ruote Vision SC40 Disc, shape moderno e buone performances
Le taglie e le geometrie
Lo sviluppo del progetto segue un rinnovato sviluppo delle quote geometriche. L’esempio sono le due taglie di riferimento. La S con un top tube lungo 54,5 centimetri e la M con lo stesso profilato che ha una lunghezza di 56 centimetri. Sono il reach e lo stack a fare la differenza, ovvero l’altezza e la lunghezza che si dimostrano piuttosto contenuti e ci dicono di una bicicletta con “interasse corto”. Se analizziamo la misura media della Merida Scultura, quella del test, a prescindere dalla lunghezza dello stem (abbiamo usato l’attacco da 120 millimetri e 420 di larghezza per la piega), troviamo un reach di 39,5 centimetri e uno stack di 55,7, con un passo totale di 99 centimetri (il carro posteriore è lungo 408 millimetri). Significa che è una bicicletta compatta.
I nostri feedback
Le prime pedalate trasmettono un grande feeling per quello che riguarda la fluidità e la scorrevolezza, ma anche un elevato comfort. E dobbiamo considerare che è una bici da “corridore vero”. Lo sviluppo della taglia M è molto buono, con l’angolo del piantone a 73,5° che non obbliga a chiudere l’articolazione dell’anca in modo eccessivo. Un altro fattore ampiamente sfruttabile è la combinazione tra lo sterzo (compatibile con la soluzione ACR di FSA) e il manubrio integrato. Il primo è bello da vedere anche per i diversi spessori, il che non guasta. Il secondo è comodo anche nelle fasi di presa alta, pur avendo il profilo aero. Merida Scultura Team non si dimostra mai eccessiva, con una reattività ben distribuita tra avantreno e carro posteriore.
La Scultura è una bici per tutte le occasioni e in salita invita ad uscire di sella, grazie ad un avantreno ben strutturato (foto Sara Carena)In salita invita ad uscire di sella, grazie ad un avantreno ben strutturato (foto Sara Carena)
Una gran forcella
Il precedente aspetto si traduce positivamente sulla guidabilità, sull’agilità e su quella compostezza apprezzabile nelle fasi di rilancio della bici, che non perde di trazione e non si scompone. Non tende mai a schiacciarsi su stessa, né quando ci si alza in piedi sui pedali, né quando si affrontano dei lunghi tratti in salita, sempre in sella. Nel primo caso la forcella è un punto che dà forza e sostiene (non è un fattore scontato e questa forcella è costruita in modo impeccabile), è tosta senza essere nervosa. In discesa esige un po’ di attenzione, come buona parte delle biciclette di questo segmento, ma “con un po’ di manico entra come un coltello nel burro” quando si tratta di cambiare continuamente direzione.
Permette di fare anche “la sgambata”, senza mostrare i muscoli ed essere troppo esigente (foto Sara Carena)Permette di fare anche “la sgambata”, senza mostrare i muscoli ed essere troppo esigente (foto Sara Carena)
Il parere di Caruso
Damiano Caruso ha iniziato a usare la nuova Scultura nel ritiro di Livigno, a giugno 2021. Ce ne accorgemmo e ci concedemmo in quell’occasione un primo approfondimento, per forza di cose furtivo, sulla bici che contemporaneamente veniva utilizzata al Tour dai corridori del Team Bahrain Victorious, prima della presentazione in vista della Vuelta.
«Non è estremamente rigida – dice il siciliano – e per quanto mi riguarda è meglio così, nel senso che tecnicamente è il compromesso ottimale tra la Scultura della generazione precedente e la Reacto, che per le mie caratteristiche diventa troppo esigente. Uso la taglia 54, con il nuovo manubrio integrato Team SL, che non è troppo abbondante nelle forme e non flette quando lo carichi, ad esempio in volata.
Caruso ha iniziato a usare la nuova Scultura a giugno: qui al via del tricolore di ImolaCaruso ha iniziato a usare la nuova Scultura a giugno: qui al via del tricolore di Imola
«Mi gratifica utilizzare la bici con le ruote ad alto profilo – prosegue Caruso – le Vision da 55 millimetri. Le ruote con questa configurazione mi danno un senso di velocità maggiore, soprattutto in discesa».
Interessante inoltre la nota di Damiano in merito al peso della bicicletta. « La Scultura che ho utilizzato alle Olimpiadi, comunque il modello nuovo, aveva un peso di 7,02, quindi leggermente superiore al valore minimo UCI».
La recente rassegna espositiva EICMA, andata in scena presso il quartiere fieristico milanese di Rho, ha tenuto a battesimo NOKO. Un nuovo brand tutto italiano produttore di raffinatissime urban e-bike. E proprio questo nuovo progetto e-bike Made in Italy ha scelto come partner tecnici sia FSA che Vision.
Noko ha lanciato il proprio brand alla fiera EICMA, tenuta presso il polo di RhoStand di Noko all’EICMA
Urban e-bike tutte italiane
NOKO è un nome di fantasia, frutto di un gioco di parole tra amici. L’idea nasce in Sicilia dall’impulso di Luca Coffa, un imprenditore che opera a livello globale nel campo dell’automotive. Con l’ambizione di costruire una e-bike italiana bella e leggera capace di fondere l’essenzialità e la pulizia del design a componenti “racing” tipicamente italiani di altissimo livello. Sempre rispettando gli elevatissimi standard qualitativi propri del settore automotive. NOKO si è presentata ufficialmente a Milano in fiera, e conseguentemente sul mercato, offrendo una gamma composta da tre modelli di e-bike.
FORZA è la bicicletta concepita per l’uso urbano, disponibile con manubrio dritto oppure rialzato. Una city bike per antonomasia, con il tubo superiore alto e la trasmissione a cinghia in carbonio per una pedalata silenziosa e pulita.
TEMPO è invece la variante con il tubo superiore basso, studiata per chi in città predilige la comodità o più semplicemente ne preferisce il look… Eccezion fatta per la geometria del tubo superiore, questa bici offre le stesse specifiche tecniche del modello precedente.
VULCANO invece è l’e-bike perfetta per tutti coloro che all’asfalto alternano l’occasionale sterrato: una bici pensata per il gravel, con i suoi copertoni scolpiti e il cambio a 11 velocità per arrivare davvero dappertutto.
Il sistema di ricarica per la batteria FSA System HM 1.0 utilizzata dalle e-bike firmate da Noko
Pulsante per la gestione ed il controllo della batteria
Le bici Noko utilizzano il gruppo FSA K-Force We
Noko utilizza batterie FSA System HM 1.0
Pulsante per la gestione della batteria
Noko utilizza il gruppo FSA K-Force We
Affidabilità e prestazioni
Come già anticipato, il progetto NOKO ELECTRIC POWER BIKE – questo il nome per esteso di questa nuova iniziativa – ha voluto al proprio fianco sia FSA e che Vision. Riconoscendo nei loro componenti sia il “know- how” quanto l’affidabilità e le prestazioni necessarie per un ingresso ambizioso nel mercato del bike. E proprio nel rispetto di questi alti standard, per il proprio motore e per la batteria NOKO ha scelto Full Speed Ahead con il suo FSA System HM 1.0. Sempre con il gruppo FSA, ma sotto il marchio Vision, la collaborazione tra le aziende si è estesa anche alle ruote. In particolare, su NOKO sono disponibili di serie nella variante in alluminio le ruote Team 30 Disc. E come “upgrade” nella variante in carbonio le Metron 40 SL Disc: ideali per garantire leggerezza, aerodinamicità e maggiore scorrevolezza, che per chi pedala si traducono in minor sforzo e maggiore durabilità…
Ne avevamo parlato in avvio di Tour con il biomeccanico di Pogacar e ora FSA conferma. Le pedivelle più corte sono un nuovo trend. Quali vantaggi danno?
E’ stata una giornata importante quella vissuta dallo staff di FSA/Vision Europe, che nei propri uffici di Busnago (Milano) ha ricevuto in visita Sonny Colbrelli. Il corridore bresciano, campione italiano ed europeo in carica, e vincitore uscente della Parigi-Roubaix, ha dunque visitato gli uffici di FSA/Vision Europe. E’ stata l’occasione giusta per celebrare al meglio la stagione agonistica ad oggi più importante della sua ancor giovane carriera.
Sonny Colbrelli con il manubrio K-force Compact Sonny con il manubrio K-force Compact
Il “fattore ruota” di Roubaix
Colbrelli, che al gruppo di lavoro coordinato da Claudio Marra è legato da un rapporto davvero speciale. Il corridore del Team Bahrain Victorious è stato in assoluto il primo corridore professionista ad utilizzare quest’anno le nuovissime ruote Metron 60 SL Disc. Per questo nuovo set di ruote non poteva esserci debutto migliore se non quello del trionfo al Campionato italiano su strada nel mese di giugno. L’escalation agonistica di Colbrelli è poi proseguita con i buoni risultati colti al Tour de France e con il trionfo all’Europeo di Trento. Impreziosita dalla “perla” finale – il cui ricordo è ancora vivissimo nella nostra memoria – della Parigi-Roubaix.
In quest’ultima occasione proprio le nuove ruote Vision si sono rivelate un fattore fondamentale per il successo, grazie al canale interno più ampio (21 millimetri di larghezza interna nella versione copertoncino/TLR utilizzata dall’atleta bresciano). Un set specifico che ha consentito di montare un tubeless largo anche 32 millimetri. Ma non solo. Un altro vantaggio importante è stato quello garantito da un cerchio più largo, che ha permesso di utilizzare uno pneumatico maggiorato. Questo ulteriore dettaglio ha fornito maggior resistenza alle sollecitazioni di un terreno duro come il pavé francese.
FSA/Vision sta lavorando alle novità per la stagione 2022FSA/Vision sta lavorando alle novità per la stagione 2022
Si valutano le novità in gamma
Oltre all’opportunità di celebrare assieme a tutto lo staff di FSA/Vision i trionfi della magica stagione 2021, la visita di Sonny Colbrelli in sede ha costituito anche lo spunto per conoscere in anteprima le principali novità tecniche proposte dalla gamma 2022.
Un gruppo di lavoro quello di cui Marra è il leader che è in grado di mettere il campione italiano ed europeo 2021 nelle migliori condizioni per poter ricalcare i successi di quest’anno.
Succedeva negli anni Novanta ed era un po’ uno spasso e un po’ una condanna al silenzio. Sui telai c’era scritto un nome, ma li producevano altri. C’è chi ha vinto il mondiale con un telaio mascherato e chi il Giro d’Italia. Si sapeva, si chiudeva un occhio e la storia andava avanti. Poi la musica è cambiata. Gli sponsor sono diventati più severi e soprattutto hanno alzato lo standard dei loro prodotti, almeno fino al Covid. Dallo scorso anno è stato come tornare indietro. Alcune grandi aziende infatti non sono state in grado di garantire la fornitura di ruote e l’aggiornamento di quanto concordato. E le squadre, il cui fine ultimo è vincere e non mostrare marchi, hanno messo le mani al portafogli e hanno cominciato a comprarsi quel che gli serviva.
Nelle tappe di montagna (Van Aert sul Ventoux), i corridori Jumbo-Visma hanno ruote Vision prive di scritte
Nella tappa di Parigi (vinta in volata) Van Aert invece con le ruote dello sponsor
Van Aert sul Ventoux con ruote Vision prive di scritte
A Parigi per Van Aert tornano invece quelle dello sponsor
Ruote tutte nere
Ha fatto sorridere la storia rocambolesca del viaggio per consegnare le ruote da crono a Van der Poel al Tour. Roglic e tutti i corridori Jumbo Visma hanno corso le crono dal Tour in avanti con ruote anteriori Aero Coach. Hanno fatto scalpore le Vision senza scritte mostrate da Yates all’Alpe di Mera al Giro. E a ben vedere non sono poche le squadre che, nel momento del bisogno, hanno attinto al catalogo Vision, cancellando scritte e staccando adesivi. Quello che si faceva una volta, con l’accortezza di non metterci sopra scritte contraffatte. Ma cosa pensano in casa Vision di questa situazione? Lo abbiamo chiesto a Claudio Marra, vicepresidente mondiale di Fsa, cui fa riferimento per l’Italia anche il marchio americano Vision, cui rubiamo 10 minuti di chiacchiere durante le meritate ferie.
Tour de France 2021, per la 5ª tappa a cronometro di Laval, Van der Poel con ruote non ufficialiTour 2021, per la cronometro di Laval, Van der Poel con ruote non ufficiali
Che cosa succede?
Succede che Shimano ha eliminato provvisoriamente il blocco che di solito impone ai team sponsorizzati, che hanno potuto guardarsi intorno. Immagino che avessero concordato degli aggiornamenti su alcuni prodotti, che il Covid ha rinviato e le squadre hanno iniziato a premere. Così alcune si sono rivolte a noi, soprattutto per le tappe di montagna. Ruote in carbonio per freni a disco. Le hanno prese. Le hanno provate su strada e in galleria del vento. Hanno visto che magari le Lightweight pesano meno, ma le nostre in discesa si guidano più facilmente. E alla fine hanno scelto.
State svolgendo un ruolo… socialmente utile, oppure si tratta di affari?
A dirla tutta, vedere che tolgono le scritte ci lascia un po’ di amaro in bocca, ma capiamo la situazione. Del resto le comprano e possono farne ciò che vogliono. Se si rompono gli diamo assistenza gratuita e anche il prezzo è di favore. Certo se decidessero di lasciare i loghi, gliele daremmo gratis.
Nella tappa di ieri della Vuelta, Roglic con ruote Vision prive di scritte
Allo stesso modo ha vinto la cronometro olimpica a Tokyo con anteriore Aero Coach
Nella tappa di ieri della Vuelta, Roglic con ruote Vision prive di scritte
Allo stesso modo ha vinto la crono di Tokyo con anteriore Aero Coach
Parliamo di tanti casi?
Più di quelli che siamo in grado di fronteggiare. Al punto che se ci mettessimo ad andare dietro a tutti, non riusciremmo ad accontentare i team che invece sponsorizziamo ufficialmente.
E poi comunque la notizia passa lo stesso, no?
Diciamo che quando escono sui social, piacciono tantissimo. Sono scoop che per noi sono anche un buon battage. E insieme sono il riconoscimento da parte di altre squadre della bontà del nostro prodotto.
Al Giro d’Italia, Bardet ha utilizzato delle misteriose ruote nere in fibra di carbonioAl Giro d’Italia, Bardet ha utilizzato delle misteriose ruote nere in fibra di carbonio
Sembra davvero di essere tornati a quegli anni…
E’ vero (ride, ndr), ma per i telai ormai non si può più, anche perché il loro sviluppo è ormai pazzesco e tutte le grandi case sono in grado di dare ottimi prodotti. Ma il telaio non è tutto. E ora che la frontiera sta nella leggerezza e nella aerodinamicità, poter sceglier tra ruote, manubri e altri componenti fa una bella differenza. Evidentemente Shimano aveva altri progetti che per vari motivi sono saltati, ma sono certo che si metteranno in pari. E anche noi…
E anche voi?
Non abbiamo capacità illimitata di fornitura. Il mercato durante il lockdown è stato impegnativo per tutti…
Le scelte tecniche di Romain Bardet per la sua Scott Addict RC, soluzioni che ritroveremo anche al Giro d'Italia 2022. Solo tubolari e quella corona da 36 dove non è necessario spingere a tutta
Le avevamo adocchiate per primi al Giro d’Italia, quando Simon Yates le usava ancora senza scritte e adesso eccole ufficialmente in gruppo: stiamo parlando delle nuove Vision Metron 45 e 60 SL Disc. Questi due set li stanno utilizzando al Tour de France i corridori della EF Education-Nippo e la Bahrain-Victorious, di Sonny Colbrelli.
Uran con le Metron 45 SL verso Tignes, qualche anno fa una ruota così sarebbe stata per velocistiUran con le Metron 45 SL verso Tignes, qualche anno fa una ruota così sarebbe stata per velocisti
Profili da 60 e 45 millimetri
Ruote moderne, le nuove Metron sono ideate per freni a disco e sono disponibili sia per la versione tubeless che per la versione per tubolari. La prima cosa sulla quale si sono concentrati gli ingegneri Visioni è stata l’aerodinamica, ormai caratteristica sempre più importante visto che sul peso non ci sono più grandi problemi (grazie ai materiali) e viste le crescenti velocità medie. Basta pensare che in Vision considerano il set da 45 millimetri per la salita. Ed hanno ragione, visto che il peso è di appena 1.395 grammi. Ma è chiaro che una ruota così è anche molto aerodinamica e non solo leggera.
E’ invece più specifico per la pianura e i percorsi più veloci il set da 60 millimetri, i quali però anche loro non sfigurano in salita. Il peso della coppia infatti è di 1.460 grammi, vale a dire come una eccellente coppia di ruote in alluminio a basso profilo.
Le misure dei due cerchi (clincher e tubolare) da 45 millimetri
Le misure dei due cerchi (clincher e tubolare) da 60 millimetri
Le misure dei due cerchi (clincher e tubolare) da 45 millimetri
Le misure dei due cerchi (clincher e tubolare) da 60 millimetri
Grande larghezza
Altro aspetto molto importante che si lega sia al concetto della modernità che, soprattutto, dell’aerodinamica è la larghezza del cerchio. Il canale interno ha una sezione di ben 21 millimetri, che solitamente corrisponde ad una larghezza esterna di 31-33 millimetri, misure che qualche tempo fa ci avrebbero fatto pensare ai cerchi di una Mtb.
Tale larghezza, oltre a ridurre le turbolenze dell’aria e quindi a migliorare il coefficiente di penetrazione, si ripercuote anche sul comfort della ruota: più materiale meglio vengono dipanate le vibrazioni. Non solo, ma questa larghezza ottimizza anche il montaggio di pneumatici da 28 millimetri.
Il carbonio utilizzato è Hm di ultima generazione che rende la struttura delle ruota molto rigida e al tempo stesso leggera, grazie anche all’inserimento di una particolare schiuma di derivazione spaziale tra gli strati del carbonio.
La Vision Metron 45 SL Disc
La Vision Metron 60 SL Disc
La Vision Metron 45 SL Disc
La Vision Metron 60 SL Disc
Mozzi e raggi
Ma fulcro, nel vero senso della parola, di una ruota restano i mozzi. Scorrevolezza e gran parte della rigidità dipendono proprio dal mozzo (e dai raggi). La nuova tecnologia PRS di Vision garantisce un miglior angolo d’innesto dei raggi stessi. Un angolo di 72° che rende la ruota scorrevole, comoda e di nuovo aerodinamica. Sono questi i dettagli che fanno la differenza. E a proposito di raggi: questi sono piatti, a doppio spessore in acciaio inox, e sono Made in Italy.
Queste due set sono garantiti a vita (sul primo acquisto).
Il signore della pioggia e del freddo si è preso il tricolore del grande caldo e nel farlo ha mostrato una tale padronanza e una tale disinvoltura da chiedersi come sarebbe la sua carriera se corresse sempre con la stessa determinazione. Sonny Colbrelli da Casto, in provincia di Brescia, ha fatto quello che in carriera ha fatto raramente. Ha attaccato. E’ uscito dall’alibi del gruppo. Ha gestito la fuga a due con Masnada. Ed è andato a prendersi la vittoria e uno dei suoi sogni più grandi.
Alla partenza il Team Bahrain Victorious in un furgone, come dilettanti di una voltaAlla partenza il Team Bahrain Victorious in un furgone, come dilettanti di una volta
«Mi sono detto – racconta – proviamo a fare qualcosa che non ho mai fatto. Qualcosa da cui prima stavo alla larga per paura o per la mia dote di velocista, per cui viene più facile aspettare la fine. Invece oggi avevo solo due compagni, Caruso e Capecchi, e li ho finiti per chiudere sulla fuga. Ero solo e dovevo inventarmi qualcosa».
Dubbio altura
La sua storia recente l’avevamo anche raccontata, restava semmai il dubbio, pur dopo le grandi giornate al Delfinato, di come avrebbe risposto la gamba dopo la settimana trascorsa a Livigno con la famiglia.
Colbrelli è rientrato sul gruppetto in fga, lasciando il gruppo. Qui con AffiniColbrelli è rientrato sul gruppetto in fga, lasciando il gruppo. Qui con Affini
«E quello infatti era il solo punto di domanda – dice – perché non pensavo di stare così bene. Sono sceso dall’altura venerdì ed è il solito terno al lotto, fra il caldo e la reazione all’altura. C’era il rischio di soffrire e infatti per le prime tre ore e mezza ho dovuto stringere i denti. Poi quando si è mosso Ciccone, mi sono sbloccato. Quando sto bene, su strappi di 4-5 minuti come questi vado bene. E avere accanto un menatore come Masnada era la garanzia di andare lontano. Semmai avevo paura che mi lasciasse indietro sull’ultima salita, per questo mi sono messo a fare io il passo più regolare. Ho perso qualche chilo, le salite da classiche sono il mio pane».
Gli occhi di Cassani
Poteva essere il tricolore dei segnali azzurri, con qualche cosa da dimostrare a Cassani e semmai gli ultimi dubbi da fugare. Ma se si parte dall’assunto che quelli del Giro non potevano essere qui e sperare poi di avere la condizione in Giappone, si capisce come aspettarsi dei segnali dal campionato italiano sarebbe stato un illogico tecnico.
Per Colbrelli la maglia è la realizzazione dei sogni e la ricompensa dopo anni di piazzamentiPer Colbrelli la maglia è la ricompensa dopo anni di piazzamenti
«Sonny stava bene – dice Cassani sotto al podio – e quando sta così, percorsi simili sono perfetti per lui, riesce anche a essere lucido e inventarsi tattiche come questa. Già un mese fa abbiamo parlato e sa di essere una delle nostre punte per i mondiali e gli europei. Se fa la Vuelta, quei due obiettivi sono abbastanza ravvicinati per suggerire gli stessi nomi. Invece in chiave olimpica, ho visto quello che mi aspettavo. Caruso, ad esempio. Dopo il Giro ha staccato una settimana, non poteva essere in prima fila. Non si può chiedergli di tirare dritto fino ai tricolori e poi fino a Tokyo, perché mancano ancora 35 giorni».
La ruota magica
Intanto si corre e si fanno dei test. E così guardandola già al mattino, ci eravamo accorti che la Merida di Colbrelli forse nascondeva qualcosa di nuovo e avevamo deciso di tenerlo per noi fino a nuovi approfondimenti. Ma la vittoria amplifica tutto, così anche il più piccolo bisbiglìo comincia a far rumore. E allora guardate queste due foto. Le ruote di Colbrelli erano al debutto e hanno vinto
Sulla Reacto del campione italiano, le nuove Vision Metron 60 Sl Disc
I mozzi sono realizzati con tecnologia PRS di Vision
Sulla Reacto del campione italiano, le nuove Vision Metron 60 Sl Disc
I mozzi sono realizzati con tecnologia PRS di Vision
Si tratta del nuovo set Metron 60 Sl Disc (1.390 grammi la coppia), che da Imola passeranno direttamente al Tour. Hanno 21 raggi all’anteriore e 24 al posteriore. Il cerchio in carbonio ultralight e canale da 21 millimetri per tubolari da 28 e aerodinamica con la massima efficienza, al pari delle attuali Metron 81. E’ come se Sonny avesse corso con una bici che, quanto alle ruote, ha l’efficienza aerodinamica di un modello da cronometro. In realtà, guardando meglio le foto, Colbrelli ha vinto il campionato italiano usando la ruota posteriore Metron 60 SL Disc e l’anteriore Metron 55 SL Disc, per avere qualche vantaggio in più in termini di guidabilità, date le discese del percorso di Imola. Nipples e cuscinetti sono di derivazione aerospaziale, i mozzi delle nuove ruote sono realizzati con tecnologia PRS di Vision. Unica cosa, non cercatele ancora nei negozi: sono così esclusive che devono ancora arrivarci…
La musica è cambiata
Colbrelli ha portato sul podio suo figlio Tommaso, mentre ai piedi del palco sua moglie Adelina e Vittoria se lo mangiavano con gli occhi e la gente intorno ha cantato l’inno di Mameli e lo ha acclamato, facendogli scoprire un affetto che forse neppure lui pensava di essersi guadagnato.
Dopo il traguardo lo aspettavano sua moglie Adelina e i due figli: i sogni a volte si avveranoDopo il traguardo lo aspettavano sua moglie Adelina e i due figli: i sogni a volte si avverano
«E’ una maglia molto importante – dice – ma a un certo punto non si stava mettendo bene. Capita che a volte non vincano i più forti e quella fuga là davanti sembrava tanto lontana. E’ una maglia che ripaga una carriera di tanti piazzamentie per vincerla probabilmente serviva un altro Sonny. La primavera non è andata un gran bene, sono sempre stato mezzo e mezzo per una nuova preparazione che non ha funzionato. Però dal Romandia è cambiata la musica, ho trovato questa calma che mi permette di andare alle corse sereno e libero. Adesso spero di battezzare la maglia già sabato al Tour. C’è in palio la maglia gialla e ho già fatto vedere che posso lottare con i più grandi. Una tappa al Tour, la maglia verde semmai come conseguenza. I sogni non costano nulla. In fondo anche questa maglia era un sogno per me…».