Come fanno i corridori vegani? L’esperienza di Adam Hansen

02.07.2025
6 min
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E’ davvero possibile per uno sportivo (e ancor più per un atleta d’elite) seguire una dieta completamente vegetale senza compromettere la propria performance e il proprio benessere? Per rispondere, abbiamo intervistato Adam Hansen, attuale presidente del CPA, ex ciclista professionista e detentore del record di partecipazioni consecutive ai Grandi Giri (Giro, Tour e Vuelta), tutti conclusi regolarmente. Hansen, che nella foto di apertura è con Vittoria Bussi, ha condiviso con noi il suo percorso verso una dieta vegana, vissuto non come scelta ideologica, ma come strumento per ottimizzare le prestazioni sportive.

«Diventare vegano – racconta Hansen – non era il mio obiettivo iniziale. Volevo semplicemente migliorare le analisi del sangue, convinto che un sangue in condizioni ottimali mi avrebbe permesso di ottenere il massimo anche in gara. Così ho iniziato a studiare, includendo ed escludendo alcuni alimenti, finché un giorno mi sono accorto che la mia dieta era diventata vegana».

Adam Hansen, australiano di 44 anni, è stato pro’ dal 2007 al 2023. E’ l’attuale presidente del CPA
Adam Hansen, australiano di 44 anni, è stato pro’ dal 2007 al 2023. E’ l’attuale presidente del CPA

Latticini, poi carne, uova e pesce

La prima spinta al cambiamento, in realtà, risale a quando aveva 17 anni. «Frequentavo una ragazza vegana che mi convinse a smettere di consumare latticini. In seguito ne sono diventato intollerante e, riflettendoci, non riuscivo a trovare un motivo per cui dovremmo bere proprio il latte di mucca e non di un altro animale. Credo sia una cosa culturale, perché altrimenti troverei l’idea di bere latte di gatto disgustosa?»

Durante gli anni da professionista, Hansen aveva già escluso i latticini, pur continuando a consumare salmone, occasionalmente anatra e molte uova. E’ intorno ai 33-34 anni che la sua alimentazione si è orientata in modo definitivo verso il veganismo. Un passaggio, spiega, tutt’altro che complicato. «La transizione è stata facile, perché i latticini erano già fuori dalla mia dieta. Ho solo eliminato carne e uova, anche se questa è stata la parte più difficile. Nessuno mi ha realmente aiutato. Molti nutrizionisti tendono a essere di parte, così ho preferito studiare e monitorare i parametri del mio sangue, adattando la dieta per migliorare i valori uno alla volta. Gli ultimi alimenti che ho eliminato sono stati i frutti di mare e i bastoncini di granchio, perché continuavo ad avere valori ematici di mercurio troppo alti».

Il latte di mucca è stato uno dei primi alimenti eliminati da Hansen, seguito ovviamente dai latticini (depositphotos.com)
Il latte di mucca è stato uno dei primi alimenti eliminati da Hansen, seguito ovviamente dai latticini (depositphotos.com)

I benefici del digiuno

Anche nei periodi più intensi della sua carriera, Hansen non ha mai aumentato in modo rilevante l’apporto proteico. «Avevamo uno sponsor di nutrizione che ci forniva integratori di proteine vegetali da piselli, riso e soia, scientificamente bilanciati. Dopo l’allenamento o la gara assumevo carboidrati per stimolare l’insulina e poi, 30-40 minuti più tardi, prendevo le proteine. Nella mia dieta quotidiana c’erano sempre insalate miste molto ricche, con una grande varietà di verdure, semi e legumi. Così non ho mai avuto carenze.»

In trasferta o durante i giri, la gestione della dieta vegana può sembrare difficile ma non per Adam. «Credo molto nei benefici del digiuno – spiega – quindi durante i viaggi o nei giorni di riposo digiunavo. Questo stimola l’ormone della crescita, utile anche negli allenamenti di forza, e mi aiutava a rimanere magro, cosa vantaggiosa nel ciclismo. Non ho mai vissuto il viaggiare da vegano come una difficoltà».

Nella dieta di Hansen c’erano insalate miste molto ricche, con una grande varietà di verdure, semi e legumi (depositphotos.com)
Nella dieta di Hansen c’erano insalate miste molto ricche, con una grande varietà di verdure, semi e legumi (depositphotos.com)

Integratori? No, grazie

Anche sull’uso degli integratori, la sua esperienza è piuttosto atipica: «Sono sempre stato molto incostante. Non ho preso vitamina B12 quando correvo e tantomeno oggi, ma non ho mai avuto carenze. Anche se so che non va bene, ero convinto che le patate dolci che mangiavo con la pelle e le verdure, sciacquandole velocemente sotto l’acqua ma senza lavarle propriamente, fossero sufficienti, perché la vitamina B12 è nel suolo. L’unico integratore davvero utile per me sono stati gli amminoacidi BCAA, fondamentali per il recupero muscolare».

Hansen diventa vegano intorno al 2011. Nel 2014 vince alla Vuelta la tappa di Cangas do Morrazo
Hansen diventa vegano intorno al 2011. Nel 2014 vince alla Vuelta la tappa di Cangas do Morrazo

Alcune precauzioni da adottare

Tuttavia da biologa, è necessario fare un paio di considerazioni. Anzitutto verificare la provenienza delle verdure è essenziale per capire se consumare anche la buccia o la pelle dei vegetali. L’origine biologica, senza residui di fertilizzanti e altri contaminanti vari, è senz’altro consigliabile.

Un altro punto importantissimo è la sicurezza alimentare dal punto di vista igienico. La frutta e la verdura vanno sempre lavate bene per evitare contaminazioni alimentari, infezioni batteriche e intossicazioni da metalli pesanti.

Terzo punto, e non per importanza, è che una dieta salutare, varia e a base di vegetali, rafforza il microbiota intestinale aumentandone la biodiversità di specie batteriche. Questi micro organismi che vivono nel nostro intestino, svolgono importantissime funzioni per il benessere tra cui l’assorbimento e la sintesi di alcune vitamine. Il fatto che Adam non abbia la necessità di integrare può essere quindi legato a un’ottima flora batterica. Se però state seguendo una dieta vegana o la volete intraprendere, rivolgetevi a un professionista della nutrizione che vi possa aiutare nella valutazione del vostro fabbisogno e nel bilanciamento della dieta.

I carboidrati di qualità sono vegani: qui l’Isocarb di Enervit in dotazione a Lidl-Trek e UAE Emirates (foto Dankingphoto Lidl-Trek)
I carboidrati di qualità sono vegani: qui l’Isocarb di Enervit in dotazione a Lidl-Trek e UAE Emirates (foto Dankingphoto Lidl-Trek)

I carboidrati sono vegani

Quanto ai rifornimenti durante gli allenamenti, Adam è categorico: «Non capisco perché molti credano sia un problema. Oggi i ciclisti assumono circa 120 grammi di carboidrati all’ora e tutti i prodotti tecnici usati durante l’attività sportiva sono vegani. Se non lo sono, non sono di qualità. Io sono stato tra i primi a usare molti gel durante le gare. I grassi e le proteine non servono durante lo sforzo: serve energia rapida e quella arriva dai carboidrati, che sono sempre vegani».

Anche la colazione pre-allenamento non è un problema per chi è vegano, rientrando nella logica dell’efficienza. «La colazione perfetta è quella che fanno tutti gli atleti: ricca di carboidrati, come nel caso del porridge di avena. Le proteine e i grassi rallentano la digestione e l’assorbimento degli zuccheri. Il mio consiglio è per tutti di consumare un pasto vegano prima di allenarsi, evitando alimenti come uova, prosciutto o formaggio».

Per anni si è creduto che la carne rossa fosse il solo modo di integrare proteine e ferro
Per anni si è creduto che la carne rossa fosse il solo modo di integrare proteine e ferro

La carne non dà energia

Rivalutando la sua scelta alimentare, Adam non ha rimpianti particolari. «Non mi manca nessun alimento, ci sono alternative valide per tutto. L’unica cosa che potrei dire è che mangiare vegano significa dedicare più tempo alla cucina, preparare cibi freschi e limitare il ricorso a prodotti processati, spesso offerti anche nei ristoranti».

A chi ancora dubita che una dieta vegana possa sostenere le prestazioni di uno sportivo, Hansen risponde senza esitazioni. «E’ una delle affermazioni più stupide che abbia mai sentito – dice – c’è questa idea sbagliata che i vegani siano tutti magri e senza muscoli. Ma dobbiamo chiarire che la cosa che migliora maggiormente la performance sono i carboidrati, ovvero la benzina preferita dal nostro corpo. La carne non è energia. Per il recupero bastano proteine in polvere, che tra l’altro sono più facili da digerire. Inoltre, un consumo eccessivo di carne può aumentare il rischio di cancro. Quindi, non capisco davvero perché si dovrebbe credere che si perde forza in bici: seguendo una dieta vegana, i carboidrati non mancano mai».

Scusa Rebellin, come fai senza la carne?

29.01.2021
7 min
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L’intervista a Rebellin ha colto nel segno: per la storia in sé e per le sue (appena accennate) abitudini alimentari. Anche Gianluca Brambilla, con cui avevamo parlato poco dopo, in riferimento al veronese aveva raccontato un allenamento fatto insieme nel 2019 e le singolari barrette fatte in casa che Davide aveva con sé.

«Saranno 4-5 anni che mi sono spostato verso i vegetali – aveva detto Rebellin – a casa ho eliminato la carne, ogni tanto mangio le uova o il pesce. Sento di recuperare meglio. Alle corse è differente, perché non sempre si trovano in giro ceci e altri vegetali proteici, né posso portarmi una valigia troppo grande piena di cibo. Però credo si possa fare attività ad alto livello anche così e credo che questa sarà una tendenza. La carne ha le sue proprietà, ma anche tante tossine».

A questo punto è scattata la curiosità e con essa la seconda chiamata, per capire quando ci sia stata l’inversione di abitudini e perché. E Davide con la consueta cortesia è stato al gioco, aprendoci un mondo di abitudini che certamente porteranno altri approfondimenti.

Rebellin usa disciogliere in acqua un composto derivante dal corallo
Rebellin tsa disciogliere in acqua un composto derivante dal corallo
Quando hai cominciato a eliminare la carne e perché?

Saranno 5 anni, ma è stato un passaggio graduale. E’ nato per una questione etica, trasmessa da mia moglie Fanfan. Anche lei la mangiava normalmente, ma avendo grande passione per gli animali, lentamente ha cominciato a farne a meno. E devo dire che stiamo bene.

Tutta la carne senza distinzione?

La prima che abbiamo eliminato è stata quella rossa, continuando a mangiare pollo, pesce e uova, ma scegliendo prodotti di cui conoscevamo l’origine. Poi gradualmente abbiamo cominciato a togliere anche il resto, tanto che ormai mangiamo raramente qualche uovo, ma solo quelli che produce un nostro vicino. Alle corse ovviamente è diverso, non potrei andare avanti solo con il riso in bianco, per cui porto una valigia di prodotti con me. E quando finiscono, cerco di arrangiarmi.

Andiamo con ordine, allora. Con cosa fai colazione?

Normalmente mi sveglio alle 6,30-7 e faccio 20’-30’ di esercizi a corpo libero, per addominali, dorsali e più in genere di core stability. Lo faccio ogni giorno da un paio d’anni: un programma completo, quasi un mezzo allenamento a digiuno. Prima però bevo una bella tazzona d’acqua in cui disciolgo un preparato a base di corallo della Coral Club (un’azienda russa che ha punti vendita anche da noi) che si chiama Coral Mine. E’ ricavato da un corallo originario di Okinawa. Ne preparo bottiglie grandi e al risveglio ne bevo mezzo litro.

La colazione vera e propria?

Mi piace mangiare salato. Quindi di solito un piatto di riso integrale o riso amaranto, oppure miglio o quinoa, che si iniziano a vedere anche nella dieta dei corridori alle corse. Una volta mangiavo tanti cereali e latte di riso, ma c’erano troppi zuccheri. Il riso lo condisco con olio di cocco altrimenti, se voglio che sia un po’ dolce, ci metto uvetta oppure noci.

Al mattino per Rebellin riso o anche quinoa, comunque carboidrati
Al mattino per Rebellin riso o anche quinoa, comunque carboidrati
Perché olio di cocco?

Non fatemi entrare troppo nel tecnico, ma diciamo che ha varie proprietà, tra cui quella di tanti acidi saturi che hanno un lento rilascio di energia, che vanno benissimo per supportare lo sforzo fisico. A tavola bevo ancora del thè verde. Bevo tanto. Diciamo che tra il risveglio e la colazione, mando giù almeno un litro di liquidi. Quando preparo il riso, non scolo l’acqua: ne metto poca, ma mando giù anche quella. Nella prima ora di bici, mi fermo anche tre volte per andare in bagno. Ma bere è importante.

Brambilla ci ha detto di averti visto portare delle barrette fatte in casa.

Le prepara mia moglie, vero. Le Rebelbomb, le chiamiamo così. Le fa con farina di canapa o grano saraceno, senza glutine. Le porto sempre con me. Nel mio sito per un po’ avevamo pensato anche di vendere le ricette. Inizialmente ha funzionato, ma non avevamo tempo di stargli dietro e ora sono ancora lì.

E quando non hai le barrette di tua moglie?

Ne porto di simili, prodotte da On Energy. Sono biologiche e senza glutine. Se non ne ho, in corsa mangio anche datteri o frutti secchi, facili da confezionare e portare in tasca e rilasciano energia immediata. Non sono una grande spesa e non sovraccaricano il fegato. Diciamo che se vado via per una corsa a tappe, le barrette di mia moglie coprono i primi due giorni, poi passo alle altre.

Il brodo vegetale di sua moglie viene usato da Rebellin per idratarsi anche fuori dai pasti
Il brodo vegetale di sua moglie viene usato per idratarsi anche fuori dai pasti
Torniamo a quando sei a casa: se stai fuori, come dicevi, anche sei ore per volta, sicuramente salterai il pranzo…

Esatto, ma non faccio sempre quelle distanze. Se infatti faccio 2-3 ore, porto sempre qualcosa da sgranocchiare per non arrivare a casa troppo affamato. Quando rientro, di solito faccio uno spuntino, con frutta. Banane, avocado o una barretta di mia moglie. Bevo ancora acqua con il corallo, magari in una tisana. Diciamo che di solito rientro fra le 15 e le 16. Se torno più tardi, anziché mangiare, bevo e basta. Mia moglie fa parecchi brodi vegetali, magari bevo un po’ di quelli.

E come fai ad arrivare a cena senza… mangiare anche i mobili?

Ceniamo presto, fra le 17,30 e le 18. Sono gli orari in cui si assimila meglio, come i nostri nonni che tornavano dai campi. C’è anche il tempo per digerire prima di andare a letto, anche se poi fino a colazione ci sono parecchie ore. Così se mi viene fame, magari prima di andare a dormire faccio un spuntino con una patata o una mela o prodotti freschi del periodo.

La cena in cosa consiste?

E’ un pasto pabbondante. Inizio con un piatto di verdure crude, insalata, cavolo cappuccio o carote condite con olio di oliva. Poi un piattone di riso o quinoa, amaranto o miglio, di solito non lo stesso che ho mangiato per colazione. Poi legumi molto proteici come lenticchie, fagioli o ceci. Stranamente, a tavola non mettiamo nemmeno i bicchieri. Beviamo prima, per arrivare a tavola ben idratati. A volte quando abbiamo ospiti, c’è da ridere perché non mettiamo i bicchieri neanche per loro… E alle 21 si va a letto. Bevo prima una tisana o ancora brodo vegetale caldo, soprattutto d’inverno.

Rebellin ama la pizza, quella vera, anche se gli fa male. Non ama la pizza senza glutine
Rebellin ama la pizza vera, non quella senza glutine
A cosa porta tutto ciò?

Al fatto che recupero meglio, nell’immediato e il giorno dopo, sono meno intossicato. L’organismo non deve smaltire le tossine della carne, che lo affaticano. Di fatto assumo le proteine attraverso i vegetali, ma la mia dieta è molto ricca di carboidrati, che secondo me devono essere la base per fare sport.

Non hai parlato di pasta.

A volte consumo pasta di riso oppure di ceci, che produce Pedon di Vicenza, specializzata in tutto ciò che è leguminoso. Fanno preparati veloci, molto utili e anche gustosi. Quando al mattino mangio pasta, ne preparo di solito 250 grammi. La mia regola di sempre è non arrivare mai a casa affamato. Meglio fare dei piccoli spuntini durante il giorno.

E in corsa, dopo l’arrivo, cosa mangi?

E’ importante farlo subito, adeguandosi agli orari. Per cui appena arrivo mi cambio e ho con me uno shake con banane, fiocchi di avena senza glutine, fiochi di grano saraceno, che contengono proteine vegetali. Obiettivo arrivare a cena senza troppo fame. E bevo anche 1,5 litri d’acqua.

Borracce in corsa?

Due. Una di acqua con corallo e l’atra con integratore salino senza glutine.

Senza glutine per intolleranza?

Di cui mi accorsi nel 1997, nell’anno alla Francaise des Jeux. E’ passato un secolo, ma avevo fatto un brutto Tour a causa di una manipolazione fatta male che mi aveva scombinato tutto. Per farmi rimettere a posto andai dal dottor Poser, che mi aveva presentato Flavio Vanzella. Lui nella prima seduta mi sistemò le vertebre, tanto che il weekend dopo vinsi San Sebastian e quello successivo Zurigo. Poi mi propose di depurare il mio organismo e senza analisi, che magari ai tempi nemmeno erano così rapide o efficaci, mi tolse glutine e formaggi. Iniziai a sentirmi bene e a sgonfiarmi. Il lavoro dell’intestino era alleggerito, respiravo meglio, ho anche perso peso che non guasta. Cominciai a portarmi da casa la pasta senza glutine e la davo ai cuochi degli hotel. All’inizio mi guardavano come un matto, poi anche Bartoli chiese di averne per sé, ma ne avevo a malapena per me. Non si trovava. Alternavo pasta senza glutine e riso in bianco, ora quello integrale, che ha rilascio più lento.

Un regime abbastanza particolare.

Che però funziona. Morirei per mangiarmi più spesso una pizza, ma so che mi fa star male, per il glutine e il formaggio. Anche se a volte si fa uno strappo, perché è giusto togliersi qualche sfizio. Dovete vedere quando vado a casa dei miei. Per loro senza bistecca, non si sta bene. Eppure credo che lentamente ci si sposterà in questa direzione. Anche per gli sportivi.