La Tudor Pro Cycling sta vivendo quel momento in cui si guarda alla stagione conclusa con la curiosità di capire cosa ne sarà del futuro. Per gli atleti e lo staff della formazione professional svizzera la grande novità è rappresentata dalla certezza di avere le wildcard per tutte le grandi corse del prossimo anno. Un traguardo raggiunto grazie al duro lavoro fatto in queste stagioni, con la ciliegina sulla torta del 2025, anno in cui si sono tolti molte soddisfazioni.
Il team ha visto entrare due corridori di spessore, dai quali ci si aspettava un impatto importante: Marc Hirschi e Julian Alaphilippe. In qualche modo l’impatto c’è stato, e se non è arrivato con i risultati è questione di dettagli. Ma alla prima stagione in una nuova squadra si deve anche lasciare lo spazio per ambientarsi e capire come cambia tutto.




Da comprimario a leader
Hirschi e Alaphilippe sono stati in grado di dimostrare le loro capacità, lo sa bene Matteo Tosatto, diesse della Tudor Pro Cycling. Il tecnico veneto è consapevole anche che da due figure di questo spessore ci si aspetti sempre qualcosa in più, soprattutto se i risultati non sono stati sempre all’altezza delle aspettative.
«Partiamo da Marc Hirschi – ci dice Tosatto una volta intercettato al telefono – per lui è stato un anno di grandi cambiamenti. Arrivava dal UAE Team Emirates dove era un corridore di riferimento, ma sicuramente non era leader unico. In Tudor si è trovato a ricoprire questo ruolo e magari si è sentito un po’ sotto pressione. Noi non gliene abbiamo mai messa, però è un segnale importante: vuole essere leader. Hirschi ha fatto registrare grandi valori, che non sempre sono andati di pari passo con i risultati come nel 2024. Quando in gara sei l’uomo di riferimento di una squadra gli avversari non ti lasciano così tanto spazio».


Qualche cambiamento
Matteo Tosatto lo sa che se si guarda alla casella delle vittorie il bilancio della stagione per Hirschi può essere considerato fin troppo negativamente. Per questo nel parlare sottolinea i diversi piazzamenti portati a casa dal corridore svizzero.
«Una prima stagione del genere può essere considerata discreta – continua il diesse – perché Hirschi è giovane e sappiamo quanto vale. E’ uno a cui piace correre e a volte forse sarebbe stato meglio fermarsi un attimo, come dopo San Sebastian. Arrivava da un Tour de France tosto, nel quale si è anche ammalato. A proposito, la Grande Boucle ha rappresentato il suo ritorno in un Grande Giro dopo due anni, anche questo va considerato. Aveva in programma il Giro d’Italia ma le due cadute di inizio stagione lo hanno rallentato e abbiamo preferito preservarlo. Con due o tre vittorie in più sarebbe stata una stagione ottima. Diciamo che nel 2025 sono state prese le misure, ora sappiamo come muoverci».


“LouLou”
L’arrivo di Julian Alaphilippe era avvolto da alcuni dubbi sul corridore francese, le cui qualità non sono mai state in discussione ma dal quale ci si sarebbe aspettato di più nelle passate stagioni. Il passaggio alla Tudor ha dato nuova linfa al francese, capace di tornare al successo in una corsa WorldTour.
«La cosa che più mi ha impressionato – analizza Tosatto – è che nonostante la sfortuna e i diversi stop Alaphilippe è arrivato al Tour con una fame e una voglia incredibile. Al settanta per cento delle sue potenzialità, durante la prima settimana, ha dimostrato di poter stare con i primi. Nei momenti in cui stava bene ha fatto quello che ci si aspetta da un corridore del suo calibro. Al Tour of Britain, alla Tre Valli e in altre gare era gomito a gomito con i più forti. Sono convito sia ancora a quel livello, la classe certamente non gli manca».




Riferimento
Il due volte campione del mondo ha portato all’interno della Tudor un palmarès invidiabile, con Classiche Monumento, tappe nei Grandi Giri, per un totale di quarantacinque vittorie.
«La sua caratteristica che colpisce è l’umiltà – ci racconta Matteo Tosatto – e la voglia di mettersi a disposizione degli altri. A inizio stagione all’Algarve ha dato una mano a Dainese per le volate, alla Sanremo ha dato un contributo ottimo a Trentin (poi nono al traguardo, ndr). Per non parlare del supporto dato a Storer sia alla Parigi-Nizza, nei ventagli e in salita, che al Lombardia nel restare sempre davanti.
«Sapevamo che Alaphilippe fosse un personaggio mediatico incredibile – conclude Tosatto – ma il suo impatto sportivo sul team è stato unico. I giovani si sono trovati davanti un modello e un esempio da seguire, sempre propositivo e gentile. E poi vede la corsa in maniera incredibile, parla tanto per radio e ti dice cosa sta accadendo in gruppo e ti dà una lettura del momento perfetta. Avere un corridore così in squadra ci rende tranquilli anche in ammiraglia».



























































