Tutta l’innovazione di KMC per il Team Solution Tech-Vini Fantini

25.07.2025
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Il Team Solution Tech–Vini Fantini ha recentemente annunciato un importante rafforzamento del proprio reparto tecnico. L’ingresso di KMC come partner ufficiale segna un passo significativo, consolidando una collaborazione destinata a portare innovazione e performance nel mondo del ciclismo professionistico. Questa partnership strategica unisce l’esperienza di un brand leader a livello globale con le ambizioni di una squadra che vuole crescere nel contesto del panorama ciclistico.

Con oltre quarant’anni di esperienza nel settore, KMC si è affermata come uno dei marchi di riferimento internazionale per quanto riguarda le trasmissioni. La sua reputazione si fonda su un impegno costante nella ricerca e nello sviluppo, che ha portato alla creazione di catene di altissima qualità, riconosciute per la loro affidabilità, scorrevolezza e resistenza. Ogni singolo prodotto KMC è il risultato di un’ingegneria di precisione, pensata per garantire prestazioni superiori in ogni condizione di gara. Per i ciclisti professionisti, scegliere KMC significa dunque affidarsi a un componente fondamentale in grado di fare la differenza in termini di efficienza e durata.

KMC sta accompagnando il team Solution Tech-Vini Fantini in una stagione ricca di soddisfazioni
KMC sta accompagnando il team Solution Tech-Vini Fantini in una stagione ricca di soddisfazioni

Una partnership di valori condivisi

La collaborazione tra KMC e il Team Solution Tech–Vini Fantini nasce da una profonda sintonia di intenti. Entrambe le realtà condividono difatti una visione orientata all’eccellenza e alla massimizzazione delle performance. 

«Siamo felici di accogliere un’azienda come KMC tra i nostri partner tecnici – ha dichiarato Serge Parsani, Team Manager del Team Solution Tech–Vini Fantini – una realtà che da oltre quarant’anni realizza catene di altissima qualità, riconosciute tra le migliori sul mercato. Poter contare su un prodotto di questo livello rappresenta per noi un valore aggiunto concreto, che contribuirà a raggiungere gli obiettivi fissati per i prossimi appuntamenti».

Le parole di Parsani hanno sottolineato l’importanza di avere a disposizione componenti che possano elevare il livello competitivo della squadra. Le catene KMC equipaggeranno le bici del team, garantendo agli atleti il massimo in termini di scorrevolezza e affidabilità, caratteristiche cruciali per affrontare le sfide su ogni terreno e in qualsiasi condizione atmosferica.

«Siamo davvero orgogliosi di essere partner ufficiale del Team Solution Tech–Vini Fantini – ha replicato Desly Hill, Direttrice Marketing di KMC – una collaborazione che riflette la volontà comune di puntare su performance, precisione ed eccellenza. Valori che definiscono sia la nostra tecnologia sia lo spirito competitivo del team. Le nostre catene sono progettate per offrire velocità, efficienza e affidabilità anche nelle condizioni più esigenti. Non vediamo l’ora di vederle in azione nel grande spettacolo del ciclismo su strada».

KMC ha nella sua gamma una serie di prodotti sviluppati per il ciclismo su strada
KMC ha nella sua gamma una serie di prodotti sviluppati per il ciclismo su strada

Il ciclismo su strada

E’ importante mettere in evidenza che l’impegno di KMC va ben oltre la semplice fornitura di prodotti; si tratta difatti di un vero e proprio supporto tecnico che mira a ottimizzare ogni aspetto della trasmissione. La collaborazione con un team come il Solution Tech–Vini Fantini offre a KMC un’opportunità insostituibile. Questo ambiente altamente competitivo del ciclismo professionistico funge da vero e proprio laboratorio a cielo aperto.

Qui, le tecnologie KMC vengono sottoposte a test rigorosi in condizioni estreme, replicando le sfide che i ciclisti affrontano quotidianamente in gara: dalle salite più impegnative agli sprint più veloci, dalle diverse condizioni atmosferiche alle lunghe distanze. Il feedback diretto dei corridori e dei tecnici del team è fondamentale per KMC, permettendo un perfezionamento continuo dei propri prodotti e l’identificazione di aree di miglioramento. Questa sinergia tra innovazione tecnologica e esperienza sul campo consolida la posizione di KMC come importante “player” nel settore delle trasmissioni per biciclette.

KMC

Ranking UCI: il punto sulla lotta fra team

10.05.2025
4 min
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L’inizio del Giro d’Italia fa da spartiacque della stagione. Chiude definitivamente quella delle classiche e lancia quella dei grandi Giri. E come spesso avviene in queste fasi, è tempo di bilanci. Ma quali? Quelli della classifica UCI per team. Una graduatoria che appare sempre più al centro dei dibattiti. E trasversalmente emerge anche nei nostri articoli.

Quante volte abbiamo scritto di quel corridore mandato a una corsa con il preciso obiettivo di fare punti? E lo stesso vale per la composizione delle formazioni. In poche parole, stare nel WorldTour è fondamentale o quantomeno estremamente importante. Anche se poi bisogna avere le spalle larghe per restarci (spalle sia economiche che tecniche): guardate cosa sta passando l’Arkéa-B&B Hotels. E’ molto probabile che a fine anno chiuderà i battenti. «Servono 25 milioni di euro», ha detto il patron del team bretone, Emmanuel Hubert. Tuttavia, c’è un ciclismo anche oltre il WorldTour.

Lorenzo Fortunato conquista la tappa al Romandia. Unico successo WT per ora della XDS-Astana
Lorenzo Fortunato conquista la tappa al Romandia. Unico successo WT per ora della XDS-Astana

XDS sul podio nel 2025

E allora qual è la foto ad inizio maggio? Partiamo col considerare l’anno, il 2025. Okay, scontato dire che a dominare è la UAE Team Emirates di sua maestà Tadej Pogacar. La squadra emiratina guida con oltre 13.000 punti. Circa un terzo (4.385) li ha portati lo sloveno, che da solo sarebbe la decima squadra dell’anno!

Alle spalle della UAE c’è la Lidl-Trek: Pedersen, Ciccone, Skjelmose, Nys… per loro ottime prestazioni nelle classiche monumento e tanti punti messi in cascina. E terza? E’ questa la vera notizia: la XDS-Astana.

Per i ragazzi di Vinokourov il discorso è diverso. Ricordate cosa ci disse Mazzoleni a inizio anno? La volontà di costruire un calendario alternativo proprio per risalire la china nel triennio. Ebbene, gli XDS ci sono riusciti in pieno. Hanno vinto 13 corse e sono stati sempre regolari. Sempre piazzati e con più corridori anche nelle gare “minori”, ammesso che oggi esistano davvero gare minori. Lo stesso discorso infatti lo fanno anche altri team in difficoltà nel ranking WT, solo che loro ci stanno riuscendo.

Chi invece non ha brillato nei primi cinque mesi del 2025 sono la Decathlon AG2R La Mondiale, ben più pimpante nel 2024, la Team Jayco-AlUla e la Picnic–PostNL. Mentre va segnalato il crollo verticale della Lotto: 24ª “senza” De Lie.

SQUADRANAZIONESTATUSPUNTI
1. UAE EmiratesEmirati Arabi UnitiWT82.195
2. Visma-Lease a BikeOlandaWT56.328
3. Lidl-TrekStati UnitiWT43.644
4. Soudal-QuickStepBelgioWT42.200
5. Ineos GrenadiersRegno UnitoWT39.075
6. Red Bull-Bora GermaniaWT35.018
7. Alpecin-DeceuninckBelgioWT35.004
8. Groupama-FDJFranciaWT30.943
9. Bahrain-VictoriousBahrainWT29.799
10. Decathlon-AG2RFranciaWT28.796
11. LottoBelgioPRO28.705
12. EF-EasyPostStati UnitiWT27.510
13. MovistarSpagnaWT26.155
14. Israel-PremierTechIsraelePRO24.803
15. Jayco-AlUlaAustraliaWT24.623
16. Intermarché-WantyBelgioWT23.531
17. CofidisFranciaWT21.801
18. Picnic-PostNLOlandaWT21.287
19. XDS-AstanaKazakhstanWT21.167
20. Uno-X MobilityNorvegiaPRO19.651

E il triennio WT?

E passiamo a guardare la classifica del triennio 2023-2025, che decreta la permanenza nel WorldTour. Le prime 18 restano o entrano nella prima categoria, le altre sono (o diventano) professional. Una WT che retrocede, se resta nelle prime venti (cioè se è 19ª o 20ª), può usufruire del paracadute: ha il diritto partecipare ai grandi Giri.

La classifica vede ancora saldamente in testa la UAE Emirates, con quasi 30.000 punti di vantaggio sulla seconda, la Visma–Lease a Bike. Terza, la Lidl-Trek, che dopo la bella primavera sorpassa la Soudal–Quick-Step. Per il resto, posizioni quasi congelate, salvo la discesa della Lotto, che ne perde a vantaggio di Bahrain-Victorious e Decathlon AG2R.

Ma di nuovo è interessante vedere cosa succede in zona retrocessione. E ancora una volta a rendere il tutto vibrante è la risalita della XDS-Astana. Lo scorso anno, i punti di distacco dal 18° posto erano oltre 2.000: un’impresa disperata, anche perché questi team hanno meno occasioni di beccare il “pesce grosso”, quando in giro ci sono squali come Pogacar, Pedersen, Van der Poel, Vingegaard, Roglic… che si prendono le corse più importanti e remunerative.

La XDS è 19ª, ma dista solo 150 punti dal 18° posto della Picnic–PostNL. La partita è del tutto aperta. E poco più avanti c’è la Cofidis. Ventunesima e non certo con vita facile è l’Arkéa, ultima WT del ranking.

Per la Solution Tech 9 vittorie, di cui 4 firmate da Rajovic (foto Instagram). La squadra toscana è la migliore italiana dell’anno
Per la Solution Tech 9 vittorie, di cui 4 firmate da Rajovic (foto Instagram). La squadra toscana è la migliore italiana dell’anno

Le italiane

Chiudiamo con le squadre italiane, che sostanzialmente sono tre: VF Group-Bardiani, Polti–VisitMalta e SolutionTech-Vini Fantini. Qui la “zona salvezza”, e forse in questo caso nel vero senso del termine, è il 30° posto. Sappiamo infatti che solo restando nelle prime 30 del ranking UCI si ha diritto alla Wild Card per un grande Giro.

Guardando alla stagione in corso, la migliore è la squadra toscana, la SolutionTech, che è 29ª, proprio davanti alla VF Group. Mentre è 32ª la Polti. Va detto, però, che queste ultime due squadre sono al Giro d’Italia e avranno modo di riscattarsi. Senza contare, e non ce ne voglia nessuno, che hanno organici un po’ più strutturati.

Se invece facciamo la foto del triennio, la situazione è dura in termini di posizione, ma meno guardando i punti. La VF Group infatti è 26ª, ma ha un tesoretto di 3.600 punti sul 30° posto, occupato dalla Unibet–Tour de Tietema. La Polti è 29ª, ma anche lei ha un margine di sicurezza: 2.000 punti sul team belga e non sono pochi.

Mentre è 31ª, e ha diritto di sperare in una risalita, la SolutionTech. La squadra di Conti e Sbaragli è ad appena 96 punti dalla Unibet. Tutto è da vedere.

La Classicissima di Nencini, tra emozioni e (tanta) fatica

Luis Laserpe
26.03.2025
5 min
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Non solo la prima Sanremo di Turconi, quella vinta da Van der Poel su Ganna e Pogacar è stata la prima Milano-Sanremo anche per Tommaso Nencini, del team Solution Tech-Vini Fantini, con ben 230 chilometri in fuga. I loro racconti si somigliano, la fatica in certe corse è uguale (quasi) per tutti…

Tommaso Nencini un paio di giorni dopo la Milano- Sanremo, la tua prima Sanremo, quali sono le tue impressioni su questa storica corsa? 

E’ stata una gara sicuramente tosta sin dalle prime battute, perché sono riuscito a centrare la fuga sin dai primi chilometri, con i miei compagni di fuga, Martin Marcellusi e Alessandro Verre. Siamo rimasti per parecchio tempo in una avanscoperta prima che il gruppo ci riprendesse, quindi è stata una bella emozione.

Al via, lo sguardo di Nencini su Pogacar è un misto fra ammirazione e stupore
Al via, lo sguardo di Nencini su Pogacar è un misto fra ammirazione e stupore
Una Milano-Sanremo contraddistinta da una giornata fredda e di pioggia.

Partire con la pioggia non è una delle migliori situazioni – racconta Tommaso Nencini – però fortunatamente dopo che abbiamo scollinato il Turchino, siamo scesi sul mare e faceva anche abbastanza caldo. Non pioveva più, la strada era asciutta, quindi ci siamo potuti alleggerire e nei chilometri successivi, la situazione dal punto di vista climatico era tranquilla. E’ stata dura all’inizio, poi fortunatamente la pioggia e il freddo ci hanno dato un po’ di tregua

Era il piano che avevate preparato con il diesse Serge Parsani, quello di partire subito con la fuga? 

Sì, il piano della squadra era di poter giocare le proprie carte dai primi chilometri, a parte il serbo Dusan Raiovic, che sarebbe stato la nostra punta di diamante in caso di arrivo in volata. Noi potevamo giocare le nostre possibilità con una fuga. Ho visto l’attimo giusto appena è partito Martin Marcellusi e gli sono andato dietro con Alessandro Verre. Siamo andati via all’inizio in tre e poi ci hanno raggiunto altri cinque corridori Le Berre, Veistroffer, Stewart, Filippo Turconi e Sbaragli.

Alla partenza da Pavia, per tutti i debuttanti una grande emozione e brividi (anche per pioggia e freddo)
Alla partenza da Pavia, per tutti i debuttanti una grande emozione e brividi (anche per pioggia e freddo)
E tu hai aspettato Sbaragli, per farlo entrare nel gruppetto ?

Dall’ammiraglia ci dicevano che Kristian da solo stava provando a raggiungerci in fuga. Allora insieme al mio compagno di squadra Mark Stewart, abbiamo convinto gli altri componenti della fuga che un uomo in più sarebbe stato fondamentale per aumentare il vantaggio. Quindi appena rientrato abbiamo cominciato a collaborare tutti insieme. Un uomo in più ovviamente fa sempre più comodo in fuga e l’hanno capito anche gli altri ragazzi che erano con noi.

Poi sulla Cipressa con il gruppo che stava rientrando sei stato ripreso e dopo ti sei ritirato? 

Sì, io sono stato il primo a staccarsi dalla fuga, era la mia prima Monumento ed era la prima gara dove facevo così tanti chilometri, non ero molto abituato. Ho cercato di prepararla il più possibile durante l’inverno, cercando di fare tanti chilometri in allenamento. Però in gara è tutta un’altra cosa, quindi sono arrivato con le gambe un po’ distrutte nel finale. Mi sono staccato e appena mi ha ripreso il gruppo, ho provato un po’ a rimanere accodato dietro, ma dopo i Capi, mi sono staccato anche dal gruppo. Ho deciso di non insistere per andare all’arrivo. Ritirarmi o fare 160° alla fine non cambiava tantissimo. Però è stata una bella emozione aver partecipato ed essere entrato nella fuga di giornata.

Nella fuga con Nencini c’era anche Kristian Sbaragli, anche lui toscano
Nella fuga con Nencini c’era anche Kristian Sbaragli, anche lui toscano
C’è una foto particolare alla partenza da Pavia, ci sei tu che stai guardando con ammirazione Pogacar. Che cosa ti passava per la mente in quel momento? 

Beh, vederlo lì vicino, io che non l’avevo mai visto di persona, mi ha impressionato. Pensavo vedendolo dalla televisione, che fosse un po’ più robusto invece è proprio magro, tirato e focalizzato. Una sfinge, faceva quasi impressione. Per questo nella foto il mio sguardo è di stupore nei suoi confronti. Gli avrei voluto quasi parlare, ma onestamente mi vergognavo. Ho cercato di evitare di chiedergli qualsiasi cosa, perché vedevo che era concentrato, quindi ho preferito osservarlo.

Dicevi che sei rimasto senza forza nelle gambe, del resto dopo una fuga di oltre 200 chilometri tra i 45-50 di media può succedere. Però il tuo preparatore Alberati è rimasto positivamente sorpreso, da quello che sei riuscito a fare.

Centrare la fuga giusta è sempre difficile, tutti vogliono provare, per esempio i corridori di squadre che non hanno un capitano affermato. Sapevo che c’erano molte squadre agguerrite e che non è mai facile beccarla in una gara così importante. Una fuga alla Milano-Sanremo ti può dare molta visibilità. Ecco penso sia quello lo stupore per il mio preparatore.

E per te? 

Ovviamente, mi sono stupito anch’io. Andare a quelle velocità lì, i primi chilometri in fuga, le prime ore con il vantaggio che aumentava. In realtà siamo andati anche abbastanza tranquilli, non abbiamo fatto chissà quale velocità. Naturalmente all’inizio abbiamo spinto forte, ma poi ci siamo tranquillizzati. E dopo quando siamo arrivati sul mare, con il tempo più clemente, abbiamo cominciato a menare sui 55 orari ed è stato lì che piano piano, ho cominciato ad accusare la stanchezza. Infatti poco dopo ero allo stremo, sono saltato ed il gruppo mi ha ripreso. Però sono anch’io abbastanza soddisfatto sicuramente, c’è da migliorare, ma è già un bel punto di partenza.”

Prima della Sanremo, la Milano-Torino: per Nencini, 24 anni, la Classicissima è stata la quinta gara di stagione
Prima della Sanremo, la Milano-Torino: per Nencini, 24 anni, la Classicissima è stata la quinta gara di stagione
Il gruppo vi ha lasciato molto spazio, ma dopo il Capo Mele la musica è cambiata 

Si sapeva che il gruppo cominciava a fare su serio dai Capi in poi. E prima di imboccare la Cipressa, ci dicevano che dietro stava tirando un uomo solo, Silvan Dillier, e noi con stupore, ci siamo chiesti come facesse da solo, a riuscire a tenerci sempre lì a tiro. Alla fine l’hanno controllata bene e poi le grandi squadre, quando hanno aperto il gas, in 15-20 chilometri ci hanno ripreso i 4 minuti che avevamo di vantaggio.

Ti sembra che la tua prima Monumento sia stata di buon auspicio? 

Possiamo dire che è stata una bella gara, è stata una giornata emozionante. Di sicuro un’esperienza che mi ha fatto bene per futuro, per le prossime gare. Ecco, da questa Milano-Sanremo posso mettere un punto più che positivo e sperare nel meglio per il prosieguo della stagione.

Ruote Elitewheels: tutti i dettagli dello sbarco tra i pro’

29.01.2025
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Biciclette Pardus e ruote Elitewheels (i due marchi cinesi legati da un filo direttissimo, ma sono due aziende separate): il rinnovamento dell’attuale Team Solution Tech-Vini Fantini passa anche dai materiali, come peraltro ci aveva già raccontato Kristian Sbaragli.

Elitewheels è un’azienda fondata nel 2013 e altamente specializzata nella lavorazione del carbonio (gli studi interni di ingegneria legati al ciclismo risalgono al 2009). L’intento è chiaro, ovvero produrre ruote in carbonio di altissima qualità, cerchi e componenti. Elitewheels sbarca in modo ufficiale e per la prima volta nel ciclismo occidentale al fianco di un team professionistico. Cerchiamo di scoprire qualche dietro le quinte dei prodotti in dotazione al team diretto da Serge Parsani.

Bici Pardus e ruote Elitewheels, il rinnovamento del team passa anche dai materiali (foto Niccolò Lucarini)
Bici Pardus e ruote Elitewheels, il rinnovamento del team passa anche dai materiali (foto Niccolò Lucarini)

Una visione ad alte prestazione

Le ruote fornite al team sono le medesime disponibili per il normale acquirente, tra profili differenti, raggi in carbonio oppure in acciaio, mozzi con sfere ceramiche, oppure in acciaio. Insomma, si tratta di prodotti che non lasciano nulla al caso, in termini di materiali, tecnologie e sviluppo, valore alla bilancia ridotto.

«Produciamo, progettiamo – ci racconta Patrick Clark, Brand Manager di Elitewheels – e testiamo tutti i nostri prepreg (materiale composito preimpregnato, ndr) in resina, fibra di carbonio, cerchi, mozzi e ruote complete. Quando è stata avviata la produzione ci siamo concentrati prima di tutto sulla produzione per conto terzi, ma poco dopo abbiamo creato un marchio nostro, Elitewheels per l’appunto.

«La produzione e tutte le fasi di testing sono interne – prosegue Clark – fattore che ci aiuta a ridurre i costi e a controllare meglio ogni processo. Ecco perché offriamo ruote di altissimo livello a prezzi contenuti. Oltre ai processi di costruzione e assemblaggio, anche le resine sono prodotte in azienda, mentre per la fibra di carbonio ci appoggiamo alla giapponese Toray. Entriamo ufficialmente nel ciclismo professionistico occidentale con il Team Solution Tech-Vini Fantini – conclude Clark – anche se in passato abbiamo collaborato con diversi team per lo sviluppo delle ruote».

Raggi in carbonio e sfere ceramiche

«I raggi in carbonio che montiamo – prosegue Clark – aumentano del 7% la rigidità laterale, rispetto ai normali raggi in acciaio e a parità di tensione. Ovviamente sono più leggeri, più efficienti in fatto di aerodinamica e sono più facili da sostituire in caso di necessità. Anche in termini di reperibilità, i raggi in carbonio sono disponibili tanto quanto quelli in acciaio.

«Per i cuscinetti usiamo anche le sfere ceramiche. Abbinate ai nostri mozzi, che sono disegnati e costruiti internamente con macchine ad altissima precisione, hanno mostrato una longevità altissima in ogni fase dei test condotti».

Le Elitewheels in dotazione al team

Le ruote in dotazione al team toscano sono di tre categorie diverse: due dedicate all’impiego per le corse in linea, allenamenti ed ognuna di loro presenta 3 altezze differenti per i cerchi (per un totale di sei profili), mentre la terza categoria è specifica per le cronometro.

Drive rappresenta il top di Elitewheels. 40D, 50D e 65D, i numeri identificano i profili dei cerchi, con pesi dichiarati rispettivamente di 1.260, 1.300 e 1.460 grammi. Sono tubeless ready ed il cerchio è completamente in fibra. Il canale interno è largo 21 millimetri, mentre la larghezza totale del cerchio è di 28 con disegno wide (piuttosto panciuto). I raggi in carbonio hanno uno spessore di 3,2 millimetri, con dei nipples esterni. I mozzi in alluminio hanno delle flange scavate ed alleggerite, le sfere dei cuscinetti sono ceramiche.

«Le ruote Drive hanno già vinto e fatto diversi podi in corse UCI – racconta Clark – una prima scelta per gli scalatori ed in generale per chi vuole ruote veloci, rigide ed eventualmente per chi vuole usare profili differenziati tra anteriore e posteriore, mantenendo di base le stesse caratteristiche tecniche».

Le Drive Helix SS hanno i raggi in acciaio Sapim CX. Sono caratterizzate dai profili ondulati dei cerchi (volendo fare un accostamento, assomigliano alle Princeton) e sono particolarmente efficaci quando il vento laterale è teso ed anche per un impiego intenso in allenamento. Le versione SS del Team Solution Tech-Vini Fantini ha i mozzi con sfere in acciaio. Hanno un canale interno (tubeless) da 21 millimetri di larghezza, mentre il cerchio presenta delle larghezze differenziate tra anteriore e posteriore. Rispettivamente 31,8 e 30,8 millimetri, il che le rende interfacciabili con pneumatici che passano i 30/32 millimetri di sezione (fino a 38). Tre i profili: 46, 57 e 68.

Quelle da crono, sempre tubeless

Velo TT sono le ruote per le crono. Tecnicamente vengono definite “bundle”, perché sono un binomio tra la lenticolare posteriore e la 82 millimetri anteriore. Sono in carbonio, compatibili tubeless e per i freni a disco. La ruota davanti hai i raggi in acciaio, mentre la posteriore ha due dischi asimmetrici applicati al cerchio vero e proprio.

Elitewheels

Sbaragli, 2024 opaco senza il Giro, ma ora si cambia

20.01.2025
6 min
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Dal WorldTour a una professional, per giunta piccola, il passo è molto più lungo di quanto si possa pensare. Dalla Alpecin-Deceuninck (che nel 2023 gli ha permesso di arrivare in nazionale) a quella che lo scorso anno si chiamava Team Corratec (e si chiama ora Solution Tech-Vini Fantini), forse la distanza è anche superiore e Sbaragli lo sapeva. Quando si rese conto che il team belga non lo avrebbe confermato, il toscano si affrettò ad accettare il salvagente proposto da Frassi e Citracca e provò a dire che applicando quel che aveva imparato con Van der Poel, sarebbe andato avanti ugualmente.

In realtà le cose non sono andate come sperava e il mancato invito al Giro d’Italia, che ora a causa del nuovo ranking è ancor più inavvicinabile, ha spento le velleità della squadra e trascinato con sé il morale degli atleti. Però bisogna fare con quello che si ha in casa e così Sbaragli si è rimboccato le maniche e ha affrontato il tredicesimo inverno da quando è professionista. Nessun ritiro, se non quello breve di questi giorni a Montecatini. Le strade di casa e il meglio che s’è potuto tirar fuori dal gelo della Toscana.

«E’ tutto regolare – dice Sbaragli – tutto a posto. A parte questi giorni a Montecatini, per la preparazione sono stato a casa. Ho ricominciato con un po’ di allenamenti di routine, non sono andato da nessuna parte. La stagione scorsa è stata impegnativa dall’inizio alla fine. Abbiamo fatto tante gare, magari di livello più basso, in cui s’è potuto provare a fare risultato. Provare, perché non è scontato. Negli ultimi anni è cambiato tutto, quindi il livello medio in generale è aumentato dappertutto».

La squadra è in ritiro a Montecatini fino a domani per lanciare la nuova stagione (foto Team Solution Tech)
La squadra è in ritiro a Montecatini fino a domani per lanciare la nuova stagione (foto Team Solution Tech)
Come è stato questo primo anno fuori dal WorldTour?

In generale positivo. E’ normale, nelle squadre più piccole ci sono dei limiti. Però a livello personale, con l’esperienza che ho accumulato, sono riuscito ad apprezzare di più le cose positive rispetto ai deficit che oggettivamente ci sono. E’ stata una buona esperienza.

Ti aspettavi qualcosa di più?

Potevo fare di più, soprattutto a livello di risultati. Speravo di fare oggettivamente un po’ meglio rispetto a quello che è venuto fuori. Magari si vede sempre la sfortuna quando succede qualcosa, però ho sempre pensato che alla fine dell’anno più o meno si fa sempre pari. Per cui alla fine qualche piazzamento è venuto, ma meno di quel che pensavo. Quindi partendo da questo, il mio obiettivo principale è fare meglio nel 2025.

Ritratto della famiglia Sbaragli della scorsa estate: Kristian, Camilla e Lorenzo che è nato a marzo del 2020
Ritratto della famiglia Sbaragli della scorsa estate: Kristian, Camilla e Lorenzo che è nato a marzo del 2020
Dove si trova la motivazione?

Sono uscito dal 2024 abbastanza soddisfatto dal punto di vista atletico, per come sono riuscito a prepararmi per gli appuntamenti. Meno, come dicevo, a livello di risultati e quindi la motivazione è colmare questa differenza fra le sensazioni e i risultati veri e propri. Non sto parlando di vincere chissà cosa, però diciamo che vorrei tornare a essere competitivo. Per questo ho deciso di fare un altro anno e vedere di ottimizzare al meglio quello che ho fatto nel 2024.

Ottimizzare?

Sì, non solo per me. Secondo me a livello di squadra tutti hanno reso sotto le aspettative. Ci sono stati sicuramente alcuni motivi di fondo e, cercando di correggerli, si spera di fare meglio nell’anno che sta per cominciare.

Kristian Sbaragli, classe 1990, è professionista dal 2013. E’ alto 1,75 e pesa 74 chili (foto Team Solution Tech)
Kristian Sbaragli, classe 1990, è pro’ dal 2013. E’ alto 1,75 e pesa 74 chili (foto Team Solution Tech)
Non aver fatto il Giro ha cambiato la storia, però hai comunque fatto 62 giorni di corsa: non pochi.

Bisogna essere onesti. Non avevamo l’organico o un uomo che potesse fare bene in classifica o il target realistico di poter vincere 3-4 tappe. Nonostante ciò, partecipare al Giro era oggettivamente l’obiettivo principale della squadra. Così, quando ci è stato comunicato che non lo avremmo fatto, ci sono state delle ripercussioni sul morale sia dello staff sia dei corridori. In una squadra deve girare tutto nel migliore dei modi e se succede una cosa del genere, non è detto che poi si riparta come se niente fosse.

Non era possibile riprendere in mano la situazione?

Per quanto mi riguarda, non andare al Giro è stato il tassello mancante che poi ha inciso anche sulla seconda parte di stagione. Non parlo per gli altri corridori, però nel mio caso fare un Grande Giro mi ha sempre aiutato per impostare la stagione in una determinata maniera e per avere una condizione positiva nei mesi successivi. Però è andata così e non possiamo farci più niente.

Sbaragli e la bici Pardus: secondo il toscano un cambiamento positivo (foto Team Solution Tech)
Sbaragli e la bici Pardus: secondo il toscano un cambiamento positivo (foto Team Solution Tech)
Come si fa per resettare le motivazioni?

Io sono abbastanza tranquillo, vi dico la verità. Non sono stato un campione, per l’amor di Dio, però sono abbastanza tranquillo della carriera che ho fatto. In questa ultima fase mi piacerebbe riuscire a togliermi qualche soddisfazione personale nelle gare in Italia. Vincere è sempre più difficile, soprattutto per chi non lo fa da tanti anni. Però me lo sono posto come obiettivo…

Dovunque capiti?

Qualunque sarà la gara. Se uno sta bene e si butta dentro, non sai mai come finisce. Qualche prova WorldTour ci sarà modo di farla, mentre per il ranking non faremo sicuramente il Giro d’Italia, non potremo neanche chiedere l’invito. Saperlo subito ci permetterà di concentrarci sul resto della stagione.

Sbaragli e le sue nuove ruote: la squadra userà prodotti Elitewheels (foto Team Solution Tech)
Sbaragli e le sue nuove ruote: la squadra userà prodotti Elitewheels (foto Team Solution Tech)
Nel frattempo siete passati alle bici Pardus, bici cinesi con cui corre anche la China Glory.

A livello tecnico abbiamo fatto uno step in avanti, sia a livello di ruote che di telaio. Non sempre si ha fortuna di essere al top sotto questo punto di vista, però penso che facendo il confronto stretto tra quello che ho utilizzato fino ad adesso e quello che utilizzerò da adesso in avanti, mi sento di dire che sotto questo aspetto si andrà bene.

Fatto il ritiro a Montecatini, dove debutterai?

Dovrei iniziare alla Marseillaise, il 2 febbraio in Francia. E poi se ci invitano al Dubai Tour, farei quello prima delle gare di marzo in Italia. E insomma, vediamo come va…