Sportful aggiunge una nuova freccia all’arsenale della sua ormai storica linea “Fiandre”. Si tratta della Fiandre Light Jacket, un capo che mette insieme la comodità e la leggerezza di una maglia con la protezione alle intemperie di una giacca. Insomma, il prodotto perfetto per pedalare in questo inizio autunno.
Mezza stagione, eccoci!
Se non sai che tempo c’è, è tempo per la Fiandre Light Jacket. Il brand Fonzaso ha disegnato la nuova versione Fiandre Light Jacket pensando ai giorni in un cui il meteo è incerto e non si sa bene cosa indossare.
Una semplice maglia? Troppo leggera. Una giacca tradizionale? Troppo pesante. Il risultato è un capo giusto per quando le temperature si aggirano attorno ai 10 gradi e all’orizzonte si vedono nuvole scure. La struttura della Fiandre Light Jacket è semplice e la vestibilità comoda, ma i tessuti riescono a garantire protezione da pioggia e vento.
Anche in salita, la Fiandre Light Jacket protegge e permette la giusta traspirazioneIl collo non è alto come quello di un giubbino invernaleLa vestibilità è eccellente: la maglia va benissimo anche contro pioggia e freddoChe appartenga alla linea Fiandre lo testimonia il… baffo rosso sulla spalla destraNella parte posteriore le tre tasche a soffietto aderiscono alla perfezione
Design classico, dettagli moderni
Il design è quello che tanta fortuna ha portato alla collezione Fiandre, all’insegna del minimal. Ogni versione della Fiandre Light Jacket è a tinta unita, ma riconoscibilissima per il dettaglio rosso sulla spalla destra, richiamato sulla tasca sinistra nel retro.
A proposito di tasche è fornita di 3 tasche a soffietto di grande capienza, ma che allo stesso tempo rimangono aderenti al corpo. Anche il collo è stato riprogettato in funzione della sua natura ibrida. Protettivo il giusto ma leggermente più corto di una normale giacca, per la massima comodità.
Manica lunga e anche corta, ideale per la stagione di passaggio fra il caldo e il primo freddoManica lunga e anche corta, ideale per la stagione di passaggio fra il caldo e il primo freddo
Maniche lunghe o corte
Un’altra caratteristica che riprende dalla collezione Fiandre è la possibilità di scegliere tra maniche lunghe o corte, a seconda del meteo e dei gusti personali.
La Fiandre Light Jacket è disponibile nella versione da donna dalla taglia XS alla XXL e in tre colori: black, pompelmo e shrub green. Mentre per la versione da uomo le taglie vanno dalla S alla 3XL e i colori sono quattro: black, shrub green, cedar e tango red.
Il test a lungo termine della rinnovata Ostro VAM di Factor prende forma. L'abbiamo portata alla frusta anche all'interno del nuovo tracciato della Sportful Dolomiti Race, una delle granfondo più esigenti e con tantissimi chilometri di salita, più di 80 spalmati sui 200 del percorso lungo. Vediamo come è andata...
FELTRE – Il nostro test di lunga durata della Factor Ostro VAM si conclude alla Sportful Dolomiti Race (tracciato lungo e inedito), di sicuro una delle granfondo più dure in ambito europeo.
Perché una granfondo con così tanta salita? Perché la nuova Ostro ci ha sorpreso positivamente in questi mesi di prova, soprattutto quando la strada sale e considerando che argomentiamo una bici che nasce aero, il feedback non è banale. Entriamo nel dettaglio della prova.
Il test della nuova Factor Ostro VAM si conclude con la granfondo più duraIl test della nuova Factor Ostro VAM si conclude con la granfondo più dura
La nostra Factor Ostro VAM
Una taglia 54, con il nuovo cockpit integrato BlackInc. e la trasmissione Sram Red AXS di ultima generazione (50/37 e 10/33, power meter Quarq). Reggisella Factor specifico con arretramento zero (sella di Selle Italia modello SLR) e ruote Zipp 303S gommate con gli pneumatici Zipp specifici per hookless. L’ultimissima parte della prova abbiamo montato le ruote DT Swiss ARC38 1100 Dicut (gommate tubeless Pirelli PZero Race RS), in modo da utilizzare una configurazione maggiormente adatta ai quasi 5000 metri di dislivello positivo della competizione dolomitica (riducendo anche il peso). Il valore alla bilancia rilevato (pedali Time inclusi) è di 7,3 chilogrammi (7,6 con le Zipp).
Da sottolineare alcuni dettagli della Ostro, ad esempio il movimento centrale CeramicSpeed, azienda che firma anche tutto il comparto rotante della serie sterzo con la versione SLT (prodotto a nostro parere eccellente). Difficile dare un prezzo alla bici completa, mentre il kit telaio Premium ha un valore di listino di 5799 euro (telaio, forcella e serie sterzo, reggisella e manubrio BlackInc.)
Il manubrio ci è piaciuto tantissimoIl nuovo BlackInc. influisce positivamente sul controllo dell’intera biciAnteriore Ostro, marchio di fabbricaCon la trasmissione Red AXSIl reggisella specifico e con arretramento zeroIl reggisella ha il design di una spadaIl bloccaggio del reggisella, integrato nel piantoneScatola centrale massiccia e foderi bassi voluminosiIl manubrio ci è piaciuto tantissimoIl nuovo BlackInc. influisce positivamente sul controllo dell’intera biciAnteriore Ostro, marchio di fabbricaCon la trasmissione Red AXSIl reggisella specifico e con arretramento zeroIl reggisella ha il design di una spadaIl bloccaggio del reggisella, integrato nel piantoneScatola centrale massiccia e foderi bassi voluminosi
Un compromesso di alto livello
Molto differente dalla versione precedente, la rinnovata Factor Ostro VAM è una bici che nasce per essere aero che eccelle un po’ ovunque. Se messa a confronto con la versione più anziana è più leggera, guidabile e precisa sull’avantreno ed è maggiormente equilibrata, pur mantenendo quella grossa differenza di elasticità del telaio tra anteriore e posteriore.
Traducendo, abbiamo una bici veloce nei tratti pianeggianti che offre dei vantaggi tangibili quando è necessario fare velocità e watt, ad esempio sui saliscendi continui. Non è una bici da scalatore nel senso più puro del termine, ma ha un peso ridotto e non ha una rigidità estrema che “picchia” sulla schiena. Si adatta parecchio bene a diverse tipologie di allestimenti, anche con le ruote più basse da salitomane.
Tanta progressività, non comune per una bici aeroTanta progressività, non comune per una bici aero
Briosa, non cattiva
Il carattere da cavallo da corsa si percepisce soprattutto sulla sezione davanti. La forcella è rigida, ma non è un mattone. La zona dello sterzo è un blocco sul quale fare affidamento e tanto sostenuta, eppure insieme alla forcella è la porzione che è cambiata di più nei termini della resa tecnica. L’avantreno è un compasso quando la velocità è alta e la strada obbliga a cambiamenti continui di traiettoria. Una bella sorpresa con un performance decisamente superiore alla media della categoria delle bici aero.
Qui a nostro parere entra in gioco anche un manubrio, ben fatto e certamente rigido, ma non eccessivo nella chiusura/svasatura superiore dei manettini del cambio. La Ostro VAM è una di quelle bici da agonista che permette di correggere la traiettoria ed eventuali errori (non un dettaglio da poco).
Un classico aero, ma gli obliqui sono molto sottiliSterzo chiuso e rake della forcella più aperto, significa stabilità e precisioneUn classico aero, ma gli obliqui sono molto sottiliSterzo chiuso e rake della forcella più aperto, significa stabilità e precisione
Dietro è più morbida
Se l’anteriore è al pari di una lama che entra nel burro, il posteriore è decisamente diverso, più morbido, confortevole e “quasi” elastico. Non è un fattore così comune per questo livello di biciclette, considerando che proprio l’elasticità così come la descriviamo compare a prescindere dalle ruote utilizzate.
Un vantaggio nel lungo periodo e quando si decide di affrontare tanta salita e gli scatti prendono la forma di progressioni. Uno svantaggio sulle accelerazioni perentorie, perché la bici tende a sedersi leggermente, anche se è bene sottolineare che non si scompone minimamente, neppure quando l’asfalto è in condizioni pessime.
L’ultima fase del test con le DT Swiss ARC38L’ultima fase del test con le DT Swiss ARC38
Geometria a favore della sfruttabilità
Per contestualizzare meglio un retrotreno più morbido ed elastico, che in qualche modo colpisce è necessario dare un occhio anche alla geometria. Un passo complessivo di 98,5 centimetri (nella media), con un angolo di 74° del piantone e un anteriore di 72,5° (e qui prende forma l’ottima precisione e stabilità), con un off-set della forcella di 48 millimetri (perfettamente in linea con l’angolo abbondante dello sterzo). 54,2 centimetri di stack e 38,4 di reach, quindi una bici lunga nella media e non eccessivamente ribassata/schiacciata in avanti.
La comodità arriva anche dalla geometria, che invita a caricare il corpo sul piantone e sull’anteriore, lasciando più scaricato il retrotreno. Se quest’ultimo fosse più rigido, con tutta probabilità avremmo una bici al limite dell’inguidabile nella sezione posteriore.
Una bici stabile, non un semplice dettaglio e molto differente dalla precedenteUna bici stabile, non un semplice dettaglio e molto differente dalla precedente
In conclusione
Una bici unica che racchiude un po’ tutto. Ci si può gratificare in salita, sulle ascese lunghe e dure e anche sulle erte più corte dove si può dare qualche fucilata (quando si hanno le gambe). La nuova Ostro VAM è una bici aero concept con dei valori superiori alla media della categoria quando è portata nelle discese tecniche e veloci, quei contesti dove il “manico” deve essere supportato dal mezzo meccanico.
I tratti vallonati sono il suo pane, perché è veloce, ma leggera, quindi permette di mantenere alta l’andatura risparmiando qualche watt. Rispetto alla “vecchia” Ostro? Una Factor tutta diversa, paragonabile (in parte) solo nel design.
I colori e le immagini del gruppo al Tour de France hanno una nuova sfumatura al loro interno, è quella della Red Bull-Bora-Hansgrohe. Il team di Primoz Roglic ha cambiato pelle proprio in occasione della Grande Boucle. Sulle strade francesi abbiamo visto per la prima volta i due tori, simbolo del famoso marchio di bevande energetiche, appoggiarsi sul petto dello sloveno e dei suoi compagni. La firma, in alto a destra, è sempre la stessa: Sportful. Il marchio veneto ha realizzato le divise e le ha fornite al team in tempo record (in apertura foto JM Red Bull-Bora).
«E’ stato un processo lungo mesi di lavoro – racconta Federico Mele, Head of Global Marketing di Sportful – anche perché Red Bull è entrata in prima persona nel team. Ne sono diventati proprietari, acquistando il 51 per cento delle quote. La notizia del passaggio di proprietà era arrivata già prima della Strade Bianche e il lavoro è stato il solito ma comunque frenetico».
La divisa della Red Bull-Bora è simile a quella usata dal team di Formula 1 (foto JM Red Bull-Bora)La divisa della Red Bull-Bora è simile a quella usata dal team di Formula 1 (foto JM Red Bull-Bora)
Stesso stampo
Quando un marchio così grande come Red Bull entra in un team, e in uno sport, gli equilibri si spostano, cambiano. Molti hanno notato, infatti, che la divisa della Red Bull-Bora sia molto simile a quella del team di Formula 1.
«E’ così – continua Mele – non abbiamo avuto molta voce in capitolo nel decidere il design della divisa. Anche perché il blu Red Bull è un marchio di fabbrica, quasi come il Rosso Ferrari. Difficile cambiare qualcosa di così radicato. La parte delicata è stata quella di inserire tutti gli sponsor all’interno della divisa e di far approvare anche a loro il nuovo design. Ma siamo abituati a lavorare con tante realtà importanti, quindi si è trattato di trovare il giusto equilibrio e di decidere le dimensioni del logo».
L’obiettivo per Sportful era arrivare pronti per la presentazione ufficiale di Salisburgo (foto JM Red Bull-Bora)Avvenuta in grande stile, come tutti gli eventi di Red Bull (foto JM Red Bull-Bora)I corridori arrivati a bordo dell’aereo marchiato Red Bull (foto JM Red Bull-Bora)L’obiettivo per Sportful era arrivare pronti per la presentazione ufficiale di Salisburgo (foto JM Red Bull-Bora)Avvenuta in grande stile, come tutti gli eventi di Red Bull (foto JM Red Bull-Bora)I corridori arrivati a bordo dell’aereo marchiato Red Bull (foto JM Red Bull-Bora)
La parte più difficile del lavoro è stata questa?
Sì, anche se non la definirei difficile. Noi come Sportful abbiamo poi voluto darci una scadenza per realizzare il tutto ed era quella della presentazione ufficiale a Salisburgo. Volevamo arrivare con il materiale pronto: divise, completi invernali, e accessori. Sia per il team che per il merchandising.
Come ha risposto il pubblico?
Siamo andati soldout dopo poche ore dal lancio. Un effetto così grande non lo abbiamo mai visto. I prodotti sono esauriti in pochissimo tempo sia sul nostro sito che su piattaforme terze come Deporvillage o All4Cycling.
Avevate fatto delle previsioni di vendita?
Come sempre, ed erano in linea con quanto prodotto e venduto solitamente. L’effetto Red Bull però ha ampliato il tutto, sono stati esauriti 25.000 prodotti in un giorno. Appena capito che sarebbe andato tutto soldout ci siamo messi all’opera per riassortire la collezione.
Pochi giorni dopo, la divisa è stata mostrata al grande pubblico per il via del Tour de FrancePochi giorni dopo, la divisa è stata mostrata al grande pubblico per il via del Tour de France
Per i corridori ci sono stati dettagli particolari?
In realtà no. Non sono stati fatti fitting o altre misurazioni. I tessuti utilizzati sono gli stessi della divisa di inizio anno. Chiaramente non tutti i prodotti realizzati per il team sono andati in vendita. Ad esempio il body corto e quello lungo non sono disponibili.
Hai detto che avevate l’obiettivo di preparare il tutto per la presentazione ufficiale, com’è andata?
C’è stata una parte importante di organizzazione del lavoro per quanto riguardava le tempistiche e le quantità. Quando entra un marchio come Red Bull vuoi dare il massimo e così abbiamo fatto. Avere tutto in ordine per il lancio, gli shooting fotografici e la presentazione del Tour era importante. E’ stato delicato anche gestire la grande attenzione mediatica. Tutti gli addetti ai lavori e all’informazione erano curiosi e tenere segreta la nuova divisa è stato difficile.
Ora il pubblico e gli addetti ai lavori hanno un occhio di riguardo per Roglic e compagni La presenza dei due tori ha contribuito ad alzare l’attenzione mediatica (foto JM Red Bull-Bora)Ora il pubblico e gli addetti ai lavori hanno un occhio di riguardo per Roglic e compagni La presenza dei due tori ha contribuito ad alzare l’attenzione mediatica (foto JM Red Bull-Bora)
Quando avete visto la presentazione ufficiale, con tutti i prodotti pronti, cosa avete pensato?
E’ stata una grande emozione. Non capita tutti i giorni di lavorare con un marchio come Red Bull, ti rendi conto che il team e il ciclismo stanno cambiando. Come in ogni sport in cui Red Bull mette piede, tutto aumenta: visibilità, attenzione mediatica e tecnica. Me ne sono reso conto nelle prime tappe del Tour.
In che senso?
Amici, conoscenti, ma anche noi stessi, continuavamo a cercare i colori della nuova divisa in gruppo. E’ anomalo, Roglic è sempre uguale, ma con la maglia Red Bull sembra avere un cerchio rosso intorno. Passatemi il termine ma “fa figo”, è di moda e tutti cercano quel particolare, quei due tori rossi.
Wout Van Aert attacca con la squadra sull'ultima salita e li lascia tutti lì. Tappa in maglia e il gesto di un volo sul traguardo. E domani proveranno il bis
Un passo indietro alle radici degli studi di aerodinamica della Jumbo-Visma. Un modello per ciascun atleta per migliorare la performance. Per strada e crono
Stile minimale e abbinamenti cromatici uniformi, ovvero semplicità e funzionalità che diventano una sorta di segno di distinzione della nuova collezione SRK di Sportful.
I capi SRK adottano delle soluzioni moderne e al tempo stesso non hanno un’ergonomia estremizzata, fattore quest’ultimo che aumenta il concetto di versatilità. SRK nasce per la strada, ma strizza l’occhio al gravel (non è specifica come la linea Dirty Roads), senza mai sacrificare la resa tecnica tipica dei capi Sportful.
Capi aderenti e belli da indossare per diverse tipologie di utenzaCapi aderenti e belli da indossare per diverse tipologie di utenza
SRK di Sportful, per uomo e per la donna
Le jersey hanno dei tagli specifici per l’uomo e per la donna, con le medesime caratteristiche tecniche. La linea Sportful SRK fa parte della nuova collezione estiva, confezionata con un tessuto ad elevata traspirazione e pensata per essere sempre all’altezza della situazione, su strada, ma anche sullo sconnesso dei sentieri gravel. Le maglie SRK hanno quattro tasche posteriori, 3 classiche e una in aggiunta che si chiude con una zip. Sempre nella zona posteriore è presente il logo che è rifrangente e ben visibile una volta colpito da un fascio di luce (il logo Sportful rifrangente c’è anche sulla pannellatura frontale).
Le maniche sono aderenti con un elastico applicato che presenta delle cuciture piatte, un dettaglio normalmente utilizzato sui capi dell’alto di gamma. Inoltre il girovita ha una banda elastica sottile, soluzione voluta per garantire stabilità alla maglia, ma capace di limitare gli accumuli di calore e sudore. Le taglie da uomo disponibili sono sei (dalla S alla 3XL, dalla XS alla XXL per le donne), mentre i colori sono ben sette (sei per la compagine femminile). Il prezzo di listino è di 79,90 euro.
La jersey con la banda elastica altaAnche il fondo gamba ha una fascia elastica importanteMedesimo sviluppo, ma vestibilità diverse per uomo e donnaLa jersey con la banda elastica altaAnche il fondo gamba ha una fascia elastica importanteMedesimo sviluppo, ma vestibilità diverse per uomo e donna
Bretelle per entrambi
La salopette SRK ha come soggetto principale la versatilità d’impiego, ma la fattura è molto diversa. Il bibshort dedicato all’uomo parte dal fondello DMS a multi-densità (mutuato anche dalla salopette per la donna), molto sostenuto e capace di asciugare in tempi rapidi. Inoltre, rispetto agli standard, questo fondello è caratterizzato da una riduzione degli ingombri, soluzione voluta per aumentare la qualità del comfort in base ai diversi utilizzi. Il pantaloncino è costruito con un tessuto strech a 4 vie, ha un fondo gamba con un punteggiato di silicone (stabilità, limitando l’ascesa della temperatura anche nelle giornate più calde) e due tasche posteriori che si integrano alle bretelle (si nascondono sotto la maglia e sono molto utili anche a chi pratica gravel).
La salopette dedicata alla donna non cambia in fatto di costruzione, ma alcune soluzioni di design la rendono diversa. La vita è leggermente più alta, con una rete in mesh che avvolge la sezione addominale. Le bretelle sono sempre a taglio vivo, elastiche e molto confortevoli al tempo stesso. Tutte le salopette Sportful SRK hanno una vestibilità regolare. Il prezzo di listino è di 119,90 euro, sono disponibili nella colorazione nera in sei taglie. Dalla S alla 3XL per uomo, dalla XS alla XXL per la donna.
I continui cambiamenti atmosferici possono causare diversi problemi quando si pedala, soprattutto in una stagione intermedia come questa. Dal caldo della pianura si può passare al freddo delle montagne, oppure a violenti temporali. Se non, ancora, a pioggia costante: insomma un clima da Classiche del Nord. Per questo Sportful ha aggiunto alla sua linea Fiandreun nuovo capo di abbigliamento: si tratta della Light Short Sleeve Jacket. Un prodotto polivalente, adatto a diverse condizioni atmosferiche.
Il disegno del collo è leggermente più bassa, per non creare fastidio durante la pedalataLe tre tasche posteriori a soffietto hanno una grande capacità di caricoIl disegno del collo è leggermente più bassa, per non creare fastidio durante la pedalataLe tre tasche posteriori a soffietto hanno una grande capacità di carico
Tra maglia e giacca
La Fiandre Light Short Sleeve Jacket è quello che si può definire un prodotto a metà tra una giacca e una maglia. L’idea di Sportful era quella di unire le caratteristiche di questi due capi d’abbigliamento in uno solo. Proprio a fronte del fatto che cambiare indumento una volta che si è sui pedali risulta scomodo, soprattutto se lo si deve fare in continuazione.
Fiandre Light è una giacca a maniche corte adatta a proteggere dal vento freddo e dai cambiamenti climatici improvvisi senza sacrificare mobilità e comfort. Il tessuto con la quale è realizzata consente di essere protetti dagli agenti atmosferici di qualsiasi genere. La lunghezza delle maniche è maggiore rispetto ad una normale maglia, per offrire più protezione.
La Fiandre Light completa la collezione Fiandre di SportfulLa Fiandre Light completa la collezione Fiandre di Sportful
Caratteristiche tecniche
Sportful ha scelto differenti composizioni di tessuto a seconda della zona della maglia e delle sue caratteristiche. Il tessuto principale, quello frontale, è realizzato al 100% in poliestere, per un migliore protezione dal vento e dalla pioggia. Nella parte sotto le maniche, dietro e nel collo interno, la composizione del tessuto cambia. Si passa ad un 91% di poliestere e al 9% di elastan. Una scelta dovuta alla necessità di movimento da parte del ciclista, il quale potrà godere di maggiore libertà.
Nella parte posteriore sono state inserite le tre tasche posteriori a soffietto, che consentono una maggiore capacità di carico. Il collo, invece, risulta leggermente più corto rispetto ad una classica giacca, così da evitare fastidi.
L’utilizzo della Fiandre Light è consigliato per gare o allenamenti intensi, sia su strada che nel gravel. Il range di temperatura di utilizzo varia tra i 10 e i 20 gradi. Le taglie vanno dalla S alla XXXL. Mentre il prezzo di acquisto è di 119,90 euro.
Assieme a Devis Barchi di Sportful, cercando di capire fin dove potrà portare la collaborazione con un testimonial come Sagan. In termini di look e sviluppo
Il 2024 ha portato l’arrivo ufficiale di Primoz Roglic alla Bora-Hansgrohe.Nel frattempo il team tedesco ha cambiato fornitore di abbigliamento, tornando a Sportfuldopo due stagioni con Le Col. Federico Mele, Head of Global Marketing di Sportful, ci spiega come si è ricostruito il binomio e in che modo si è lavorato per fornire ai corridori il materiale necessario.
Il training camp di gennaio è servito per le foto ufficiali, ma Sportful ha lavorato fin da ottobre con BoraIl training camp di gennaio è servito per le foto ufficiali, ma Sportful ha lavorato fin da ottobre con Bora
Nuovo colore
La grande differenza rispetto al 2023 è il cambio di colore per la divisa del team. Si è passati da colori freddi a tonalità più accese. E’ rimasto il verde scuro, ma si è passati dal nero e rosso al verde lime.
«Partiamo dal presupposto – esordisce Mele – che gli atleti della Bora useranno i capi che già abbiamo in catalogo. Ovviamente quello che cambia sono le grafiche e la colorazione. In base a questo possiamo dire che in Bora c’era la volontà di cambiare grafica passando dal rosso al verde lime. Il motivo è una maggior ricerca di visibilità in gruppo e sulle strade in allenamento. Con le tecnologie a disposizione non ci sono problemi nel creare e modificare i colori. Così, una volta che ci hanno detto di voler usare il verde lime, noi abbiamo proposto diverse tonalità e il team ha scelto quella che vedete».
Un nuovo colore nella divisa del team tedesco: ecco che arriva il verde limeUn nuovo colore nella divisa del team tedesco: ecco che arriva il verde lime
Divisa estiva
La parte di maggior importanza è ricoperta dalla divisa estiva, che viene utilizzata per tutto l’anno.
«Iragazzi useranno due maglie – ci spiega Mele – la prima è la Bomber Jersey, un capo dal taglio classico. La seconda invece è la Light Jersey, pensata per climi più caldi. I pantaloncini a disposizione di Bora saranno il modello LTD: dotati di uno dei fondelli meglio strutturati per chi pedala. Per il team tedesco abbiamo pensato a due colorazioni: il classico verde e il nero, da abbinare alle maglie di leader e campione nazionale».
«Gli atleti avranno a disposizione – continua – anche una maglia a maniche lunghe: la Thermal LS Jersey. Questa solitamente non viene usata tanto in corsa, dove solitamente preferiscono la comodità delle maniche corte, quanto piuttosto in allenamento, essendo pensata per le temperature invernali. Invece di utilizzare maglia, manicotti e gilet, si indossa solo la maglia a maniche lunghe».
Intanto al Tour Down Under, con Welsford la prima vittoria per il nuovo binomio Sportful-BoraLe maglie estive a disposizione sono due: nella foto precedente il modello Bomber, questa è la LightIntanto al Tour Down Under, con Welsford la prima vittoria per il nuovo binomio Sportful-BoraLe maglie estive a disposizione sono due: nella foto precedente il modello Bomber, questa è la Light
Freddo e corse
Il vestiario per una squadra WorldTour deve essere completo e coprire tutte le fasi della stagione. Si corre ad ogni latitudine, a partire dal Nord, ma Sportful ha una soluzione che, semplicemente dal nome, fa intuire il suo utilizzo.
«Per il freddo – prosegue Mele – i ragazzi della Bora utilizzeranno la collezione Fiandre,con due giacche: una a maniche corte e l’altra a maniche lunghe. A queste si aggiunge uno smanicato, la Pro Wind Vest. Ovviamente nella collezione Fiandre sono inclusi anche gli accessori contro il freddo: manicotti, gambali lunghi e corti. Ad ultimare il vestiario in dotazione alla Bora ci sono il cappellino e la fascetta da indossare in bici.
Per il freddo e le corse del Nord Bora utilizzerà i prodotti della collezione FiandreI corridori useranno due giacche diverse: una a maniche lungheL’altra, invece, a maniche corteTra i tanti accessori anche diverse misure di gambali: i knee warm, più corti e quelli integrali (in foto)Per il freddo e le corse del Nord Bora utilizzerà i prodotti della collezione FiandreI corridori useranno due giacche diverse: una a maniche lungheL’altra, invece, a maniche corteTra i tanti accessori anche diverse misure di gambali: i knee warm, più corti e quelli integrali (in foto)
Misure e incontri
I primi contatti tra Sportful e Bora, per preparare la stagione 2024, sono iniziati ad ottobre, appena finite le corse.
«Sono stati fatti diversi fitting a più riprese – racconta Federico Mele – a partire da ottobre quando siamo andati a fare delle prime misure. Poi sono venuti loro in azienda e infine abbiamo fatto le ultime misurazioni al ritiro di dicembre. Con gli atleti di ora, sempre attivi, è possibile fare test e misurazioni anche in pieno inverno, è difficile trovare il corridore fuori forma. Già al ritiro di dicembre Roglic e compagni erano tirati e in forma.
«Per le misure partiamo da una taglia di base e da lì si capisce se devono essere fatte delle personalizzazioni. Negli atleti di spicco come Roglic, Vlasov e Hindley non sono state fatte modifiche, hanno una fisionomia piuttosto standard».
Con una volata di Sam Bennett, scatta la Parigi-Nizza e torna in gara anche Roglic. Non correva dalla Vuelta. Punta su Ardenne, Tour e Olimpiadi di Tokyo
Sarà nuovamente Sportful a vestire il team Bora-hansgrohe per la stagione agonistica 2024. Il nuovo kit, presentato ufficialmente oggi, si caratterizza per la previsione di tonalità decisamente “fresche”. Una sceltain contrasto con il tradizionale verde scuro, da sempre identificativo della cromìa predominante: una colorazione ed una grafica, quella nuova predisposta dai grafici della realtà bellunese per gli atleti della Bora-Hansgrohe, che senza dubbio avrà modo di ben distinguersi all’interno del gruppo. Letteralmente dalla testa… ai piedi, il nuovo colore è dominante in tutto il kit completo che verrà indossato sia in gara sia in allenamento dai corridori del team, creando un’abbinamento stilistico e funzionale davvero perfetto.
Con questo design e come appena anticipato, Sportful torna dunque ad essere il fornitore ufficiale del team UCI WorldTour tedesco.
Il kit si compone anche dei pantaloncini che ricalcano il design della magliaIl kit si compone anche dei pantaloncini che ricalcano il design della maglia
Entrando un poco nello specifico, i tecnici Bora-Hansgrohe hanno scelto la mitica Bomber Jersey ed il pantaloncino LTD Bibshort, oltre all’intera linea Fiandre di Sportful, per massima protezione e garanzia in tutte le condizioni atmosferiche. Tutti prodotti ampiamente consolidati e premiati dal mercato nel corso degli ultimi anni ed ulteriormente ottimizzati da Sportful per il team.
I professionisti del WorldTour, i giovani talenti U19 e tutti gli appassionati saranno certamente più visibili in strada grazie alla nuova collezione. Senza perdere le ben note qualità di comfort e di prestazione aerodinamica dei capi stessi, da sempre due importanti punti di vantaggio dei capi Sportful.
I calzini richiamano la nuova colorazione della magliaI guantini tengono uno stile più classicoCome il cappellino, che chiude la collezione di Sportful per il team BoraI calzini richiamano la nuova colorazione della magliaI guantini tengono uno stile più classicoCome il cappellino, che chiude la collezione di Sportful per il team Bora
Prestazione & comfort
«Bora-Hansgrohe – ha dichiarato Alessio Cremonese, il CEO di MVC Group (Sportful holding) – rappresenta per noi una risorsa davvero molto importante, sia dal punto di vista del prodotto quanto dal lato del marketing. Per il 2024 abbiamo cercato di creare una collezione di capi di abbigliamento che, da un lato, potesse soddisfare al 100 per cento tutte le richieste e le esigenze più specifiche degli atleti e, dall’altro, fosse inerente alla nostra attuale collezione di prodotti. Per noi è molto importante riuscire a veicolare il messaggio e l’esperienza del team anche sui singoli capi di collezione che colpiscono più direttamente il consumatore».
«Non vedo l’ora che Sportful torni a supportare i nostri atleti per la nuova stagione (ha ribattuto Ralph Denk, il Team Manager della Bora-Hansgrohe, ndr). Per celebrare il ripristino della nostra partnership, abbiamo voluto creare un look nuovo in grado di rappresentare e trasmettere le nostre ambizioni. Un kit davvero unico che ci renderà altamente visibili all’interno del gruppo».
La nuova collezione Sportful x Bora-Hansgrohe 2024 è già disponibile presso gli shop online ufficiali del team e di Sportful. Ricchissima è l’offerta di maglie, pantaloncini, gilet e giacche da indossare nelle più diverse condizioni atmosferiche, nonché calzini ed accessori a completamento del nuovo “guardaroba” della squadra.
FELTRE – Metti che un giorno nella splendida sede di Sportful, l’MVC Store di Caupo, arriva Peter Sagan. E con lui almeno due centinaia di ciclisti. Metti che Sagan ha smesso di essere un professionista su strada e che voglia godersi questa pedalata con uno degli sponsor che più gli è stato vicino e che sente vicino. Ecco, metti insieme tutto questo e ne esce una giornata memorabile, fatta di passione e divertimento (in apertura foto Instagram).
Peter Sagan slovacco, classe 1990, 14 anni da pro’, 121 vittorie, tre mondiali, due classiche Monumento, sette maglie verdi e una ciclamino: un personaggio. Un personaggio vero. Il primo ad aver intuito l’importanza dei social e ad aver “bucato” in questa direzione.
Prima di partire Peter si raccomanda di non usare i cellulari per le foto: «Faremo tutti i selfie che volete al ritorno»Si parte. Ci siamo incollati alla ruota di Sagan (al centro)Peter autografa due maglie per i fratelli Cremonese, proprietari di Sportful. «Questo è un rapporto familiare e non una normale partnership»Prima di partire Peter si raccomanda di non usare i cellulari per le foto: «Faremo tutti i selfie che volete al ritorno»Si parte. Ci siamo incollati alla ruota di Sagan (al centro)Peter autografa due maglie per i fratelli Cremonese, proprietari di Sportful. «Questo è un rapporto familiare e non una normale partnership»
Subito leader
Si inizia con una pedalata nella Conca Feltrina: un po’ di nebbiolina, ma non fa freddo. Si parte e Peter, seppur di buon passo, parla con tutti. Su richiesta ci regala anche un’impennata! Questo è uno dei suoi saluti ai tifosi. Ma è quando si rientra alla base che il racconto diventa mito, specie se è lui stesso a narrare.
«Credo – dice Sagan – che 14 anni da professionista siano abbastanza, soprattutto perché li ho fatti tutti da leader. Questo implicava tante più cose: pressioni, responsabilità, interviste, inviti, rapporti con gli sponsor. Di fatto io dopo tre mesi che ero alla Liquigas già avevo la squadra che lavorava per me».
Lo sloveno durante i mondiali di mtb a Glasgow. Dovrà lavorare molto per tornare a buon livelloLo sloveno durante i mondiali di mtb a Glasgow. Dovrà lavorare molto per tornare a buon livello
Ritorno alle origini
Anche per questo Peter ora vuol divertirsi. Il suo non è un addio al ciclismo, ma al professionismo su strada. Lo aspetta la Mtb e il sogno è quello di prendere parte alle Olimpiadi 2024. Ma prima del risultato la parola d’ordine è divertirsi, appunto.
«La Mtb è la mia radice – racconta Sagan – se da bambino mi avessero chiesto d’immaginare il mio futuro, mi sarei visto biker. Anche perché la strada a me non piaceva. Ma poi la vita non va come vuoi… All’inizio per me è stato un sacrificio abbandonare la Mtb. E i risultati su strada sono stati una sorpresa».
«Ma quando sono venuti a cercarmi cosa potevo fare? Se uno fa l’attore in Slovacchia e gli dicono di andare ad Hollywood… lui ci va. E io così ho fatto. Ora però voglio chiudere come ho iniziato e voglio divertirmi, cosa che su strada è sempre più difficile».
Peter ha anche detto di essere consapevole che non sarà facile andare a Parigi: «Anche il livello della mtb è altissimo. E’ cambiata tanto rispetto ai miei tempi. Oggi ci sono materiali diversi, percorsi diversi, il telescopico… Prima si correva per due ore e mezza su terreni naturali, adesso un’ora e 20′ su terreni artificiali molto tecnici. Io ho seguito le gare in tv e da quel che ho visto devo ricominciare da zero».
Primavera 2015: Sagan non vince, ha dolori. E’ vicino a lasciare il ciclismo. Poi la svoltaPrimavera 2015: Sagan non vince, ha dolori. E’ vicino a lasciare il ciclismo. Poi la svolta
Il momento chiave
Peter ha parlato dei suoi rapporti con i tifosi. Per lui sono stati il sale, l’adrenalina. Non si è dimenticato di sottolineare che li ha apprezzati soprattutto quando le cose andavano male e non lo hanno mai criticato.
E ci sono stati dei periodi duri. Anzi, lo slovacco dice che uno di questi è stato il momento chiave della sua carriera. Ed ha individuato una data e un luogo.
«Maggio 2015. Eravamo a Lake Tahoe, tra California e Nevada. Avevo continuamente problemi fisici con la gamba sinistra. Cercavo di mettermi apposto, ma niente. In primavera non avevo vinto. All’epoca ero con la Tinkoff e patron Oleg voleva licenziarmi. Stavo iniziando la preparazione per il Tour e avrei corso al California e un giorno penso: “Io smetto. Lascio perdere”».
«C’era Lombardi (il suo agente, ndr) che mi ha detto: “Tranqui Peter. Ti sei allenato bene in primavera. Le cose si sistemeranno. Vedrai che dopo questa pausa tornerai e vincerai”. Quella sera Lomba aprì una bottiglia di Malbec e ricordo che sull’etichetta c’era il numero 1. “Numero uno come il campione del mondo”, disse Lomba. In autunno ho vinto il mondiale. E poi altri due e già dopo pochi giorni vinsi il California. Sì, quello è stato un momento chiave della mia carriera».
A Bergen, Peter vince il suo terzo mondiale su KristoffA Bergen, Peter vince il suo terzo mondiale su Kristoff
Mal di pancia iridati
E questo passaggio del mondiale introduce il suo lungo rapporto con la corsa iridata. Sagan è l’unico ad aver vinto tre mondiali di fila. Da fuori appariva sempre rilassato e burlone, anche in quelle circostanze, ma le cose non erano proprio così.
«Già al primo anno da elite – racconta Sagan – pensavo che potevo fare bene. Avevo vinto cinque corse. Ero convinto, ma poi dopo 200 chilometri in vista del finale mi è preso il mal di pancia. Dovevo andare in bagno. E quindi niente. Per dire lo stress che avevo. Quanto le energie nervose mi avevano consumato. L’anno dopo, più o meno la stesa cosa e così fino al 2015».
Prima di Richmond 2015 una moto lo butta giù alla nona tappa della Vuelta. Peter è furioso. La conquista del mondiale sembra ancora rimandata. Va in altura, ma di fatto arriva al mondiale senza corse.
«Arrivo pochissimi giorni prima della cronosquadre. Partiamo e cadiamo. Restiamo in piedi in due. Sempre peggio. Il giorno dopo faccio 6-7 ore, come sempre prima del mondiale. Però non ero convinto. In corsa non ero super, ma nel finale sentivo che la gamba era buona e senza pensarci ho vinto. Se non avessi avuto il problema della moto alla Vuelta, magari sarei stato più pimpante e avrei sprecato più energie».
L’anno dopo a Doha, Sagan non è il favorito, quindi parte senza pressione. «Siamo arrivati in volata e ho vinto. Devo dire grazie a Nizzolo che fu correttissimo e non mi chiuse».
Infine eccoci al mondiale 2017. Sembra andare tutto bene. Peter è tranquillo, alla fine due mondiali già li aveva vinti.
«Con Bodnar, Gatto e altri amici facciamo le solite 7 ore pre-mondiale. Dopo 4 ci fermiamo in un bar. Io prendo un pezzo di pizza e ripartiamo. La sera durante il massaggio, la pancia inizia a brontolare. Vomito tutta la notte. La mattina dopo avevo il volo per Bergen. Ero disidratato, vuoto».
Quel venerdì Sagan non tocca la bici. Il sabato fa un’oretta pianissimo, però inizia a stare meglio. E comincia a riempire lo stomaco di carboidrati.
«Arriva la gara. La corsa è veloce ma regolare. Nel finale sono ancora lì. C’era questa salita di 3 chilometri e penso: “Un ultimo sforzo. Se non mi stacco qui, o mi stacco solo da 5-6 corridori, poi rientro in discesa”. In quel momento mi torna la gamba giusta e capisco che è una giornata buona».
Istrionico, grande comunicatore, ma anche molto grintoso e tatticamente intelligente…Istrionico, grande comunicatore, ma anche molto grintoso e tatticamente intelligente…
Intelligenza tattica
Peter parla delle corse come se stesse leggendo un copione. Si ricorda ogni cosa. Per esempio temeva Dillier alla Roubaix. Vero che lo svizzero era un reduce della fuga del mattino.
«Per radio mi avevano anche detto che era un ex pistard e quindi sapeva correre in velodromo. Allora mi chiedo: “Cosa faccio? Se facciamo 100 volate le vinco tutte e 100, ma è ancora qui”. Così ho iniziato a pensare che di Roubaix ne avevo viste in tv e vinceva chi partiva dietro. Lo faccio entrare in testa. Resto lì. Salgo lentamente sulla curva e quando decido di partire mi butto giù su secco e prendo l’interno. A quel punto lui non aveva più spazio e ho vinto».
Un capolavoro. Ma non sempre le ciambelle gli sono riuscite col buco. E qualche sconfitta è bruciata. Soprattutto quelle nei primi anni.
«All’inizio lanciavo la bici, urlavo… poi ho capito che non serviva a niente. Un giorno avrei perso per poco, il giorno dopo avrei vinto per poco».
E’ il 10 marzo 2010 e alla Parigi-Nizza Peter Sagan, in Liquigas, conquista la prima delle sue 121 vittorie da pro’E’ il 10 marzo 2010 e alla Parigi-Nizza Peter Sagan, in Liquigas, conquista la prima delle sue 121 vittorie da pro’
Cosa lascia?
Di certo Peter Sagan lascia un ciclismo diverso rispetto ai suoi primi anni e a quelli d’oro. Tutto è estremizzato. E non c’è più spazio per momenti meno intensi. Prendiamo il rapporto con gli sponsor per esempio.
«Nessuno ormai è più come me – spiega Sagan – oggi pensano solo a correre. Van der Poel dopo il Tour non è andato alla cena con i suoi sponsor, per dire. Cosa gli sarebbe cambiato se avesse fatto mezzanotte? Poteva anche non bere… ma è così».
«Quanto dureranno i campioni di oggi? Difficile dirlo è una questione del tutto personale. Dipende anche dal tuo approccio mentale. Magari possono durare anche più di me. Guardate Valverde. Poi magari possono subentrare problemi fisici o mentali e possono smettere da un giorno all’altro. Sicuramente oggi il ciclismo è più stressante. Più professionale, ma più stressante».
Prima di chiudere, mentre Peter firma autografi e posa per i selfie. Gli chiediamo cosa ne pensa di quel che pochi giorni fa ci ha detto Zanatta, suo diesse alla Liquigas, e cioè che lui è stato un Evenepoel dieci anni prima.
«No, non credo. Lui vince le classifiche generali, va forte in salita, a crono… Io non ho fatto tutto questo!».
Durante la Vuelta Cian Uijtdebroeks ha sofferto di problemi al soprasella, che lo hanno infastidito parecchio. Situazioni di questo genere potrebbero passare anche dai materiali utilizzati nell’abbigliamento: tutto si estremizza e anche in questo campo si sono fatti progressi e studi. Ma come lavorano i vari marchi in tema di protezione delle parti intime e più delicate? La nostra indagine parte da una curiosità e coinvolge quattro aziende: Elastic Interface, Alé Cycling, Q36.5 e Sportful.
Il fondello dei pantaloncini gioca un ruolo di fondamentale importanza nella prevenzione. Tutto parte dalla scelta dei materiali per creare forme e schiume. Da qui si passa poi alla ricerca della giusta densità, per evitare dolori e sfregamenti. Quello che accomuna queste aziende è il costante lavoro con atleti professionisti: tester d’eccellenza.
Elastic Interface parte dallo studio dei parametri antropometrici dell’anatomia maschile e femminileElastic Interface parte dallo studio dei parametri antropometrici dell’anatomia maschile e femminile
Il metodo Elastic Interface
Per Elastic Interface risponde Irene Lucarelli, Marketing & Communication specialist. «I materiali che utilizziamo, selezioniamo e sviluppiamo – spiega – rispondono a un mix di esigenze. In primis, la performance per il ciclista, intesa come comfort percepito durante la pedalata, ma anche come sicurezza e salubrità di un prodotto che va a contatto con zone sensibili. Garantiscono un’ottima gestione del sudore, oltre che essere morbidi al tatto. La combinazione di queste due caratteristiche permette di mantenere una sensazione di asciutto sulla pelle ed evitare sfregamenti e lesioni.
«Il design base, da cui parte lo sviluppo di tutti i fondelli, arriva dallo studio dei parametri antropometrici dell’anatomia maschile e femminile. Assieme allo studio delle varie posizioni in sella, a seconda della disciplina, abbiamo definito il giusto mix di materiali per ognuna di queste. Da sempre “giochiamo” con spessori e densità per creare la giusta ricetta, ovvero la migliore protezione per un determinato tipo di attività. Il nostro faro più potente è la massima protezione con il minimo ingombro. Tenere il ciclista il più possibile vicino alla superficie di contatto, la sella, per garantire la migliore stabilità».
Alé utilizza microfibre anallergiche, traspiranti e soprattutto ad rapida asciugaturaLe schiume hanno spessori e densità differenti a seconda del tempo di utilizzoAlé utilizza microfibre anallergiche, traspiranti e soprattutto ad rapida asciugaturaLe schiume hanno spessori e densità differenti a seconda del tempo di utilizzo
L’esperienza di Alé
«In Alé i materiali usati – spiega Alessia Piccolo, CEO di Alé Cycling – sono microfibre anallergiche, traspiranti e a rapida asciugatura. Le forme anatomiche vengono sviluppate grazie ai test in bici, sono specifiche per uomo e per donna in quanto hanno conformità fisiche diverse. Le schiume hanno spessori e densità differenti a seconda del tempo di utilizzo, ad esempio le lunghe distanze, per proteggere dagli urti e dalle sollecitazioni della strada.
«Le imbottiture vengono sviluppate tenendo conto dei punti di maggior contatto con la sella. I fondelli sono testati da più persone, in più stagioni e su diverse distanze, al fine di trovare la giusta quadra tra tutte queste esigenze. Un valido alleato per evitare sfregamenti è il tipo di cucitura con cui il fondello viene applicato al pantalone. Le nostre cuciture tri-stitch donano una maggior elasticità e permettono al fondello di adattarsi al corpo durante la pedalata, senza rimanere rigido».
Per Q36.5 si inizia decidendo quale tipo di fondello inserire all’interno di ogni specifico pantaloncinoPer Q36.5 si inizia decidendo quale tipo di fondello inserire all’interno di ogni specifico pantaloncino
Q36.5 e i tanti test
«In Q36.5 – spiega Alberto Bianchi, Product Manager – il primo step è definire che tipologia di fondello intendiamo inserire in uno specifico pantalone, questo per poter ragionare in funzione dei tessuti e delle caratteristiche costruttive dello specifico pantaloncino. Partiamo sempre da un test empirico ricavando le imbottiture da dei pannelli di prova che intagliamo a mano e proviamo usando una forma base di fondello.
«Questi pannelli hanno densità e altezze diverse e determinano le effettive specifiche tecniche dei nostri modelli. Una volta stabilite quali schiume e imbottiture da utilizzare parte il processo creativo legato alla forma del fondello e alle specifiche tecniche costruttive. L’attività di studio e di posizionamento comprende dei test di laboratorio necessari a verificare punti di pressione e corretta funzionalità del prodotto.
«Le imbottiture vengono sviluppate seguendo due criteri: forme e densità. Utilizziamo tecniche di applicazione diverse in considerazione delle differenti imbottiture e testiamo differenti configurazioni di schiume e altezze fino a trovare la miglior formula di utilizzo. Sempre verificando che le tipologie utilizzate rientrino appieno dei nostri rigorosi parametri di asciugatura e deformazione.
«Qualità dei tessuti e modelleria del capo possono cambiare sostanzialmente la resa di un fondello, anche la cura del singolo dettaglio è importante. Anche solo la posizione di un’etichetta viene pensata sempre guardando all’utilizzatore finale per garantire il massimo benessere.
Ogni pantaloncino ha caratteristiche e risponde ad esigenze diverse, a seconda dell’utilizzoOgni pantaloncino ha caratteristiche e risponde ad esigenze diverse, a seconda dell’utilizzo
La soluzione di Sportful
«Le forme dei fondelli – ci spiegano dal centro ricerche – sono state studiate in base alla forma necessaria per avere il giusto fit con la sella. La schiuma viene iniettata all’interno di uno stampo che permette di produrre il padding che in un secondo momento sarà incollato alla parte di tessuto pre-tagliata.
«Le imbottiture e i fondelli sono il risultato di numerosi test nel corso degli anni con atleti professionisti e tester aziendali. Inoltre, grazie alla nostra collaborazione con fornitori di fiducia, siamo stati capaci di evolvere i materiali e ricercare la miglior soluzione possibile. Utilizziamo imbottiture a diversa densità e con diverso spessore. E’ molto importante cercare di fornire il miglior servizio possibile, ad oggi Sportful può contare su 5 differenti tipi di fondelli da uomo e 5 fondelli esclusivamente per donna; tutti con differenti strati di densità e diverse combinazioni di materiali. Lavorare insieme agli atleti è da sempre un plus di Manifattura Valcismon e di Sportful. Grazie ad atleti di alto livello siamo riusciti ad avere i giusti riscontri per accontentare tutte le esigenze».