Simone Masciarelli: il ritorno a Pescara, il cross e la famiglia

08.12.2024
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BREMBATE – Dall’Italia al Belgio e viceversa. La vita della famiglia Masciarelli l’abbiamo ascoltata tante volte. All’inizio per la novità che rappresentava il trasferimento di Lorenzo Masciarelli alla Pauwels Sauzen-Bingoal, nel 2021. Poi il ritorno in Italia, alla Colpack-Ballan nel 2023 con l’obiettivo di diventare sempre più un corridore su strada. In tutto questo Lorenzo Masciarelli e la sua famiglia hanno vissuto due anni a Oudenaarde. Cittadina fiamminga nella quale si erano costruiti una vita e un insieme di ricordi che si sono portati dietro una volta tornati a vivere a Pescara. 

Simone Masciarelli parla con Luca Bramati prima della ricognizione del percorso al Trofeo Guerciotti
Simone Masciarelli parla con Luca Bramati prima della ricognizione del percorso al Trofeo Guerciotti

Ricollegare il filo

Come sta ora la famiglia Masciarelli? Lo chiediamo ancora una volta a papà Simone, con il quale abbiamo parlato nella mattinata del Trofeo Guerciotti. 

«Diciamo che siamo stati fortunati perché con il gruppo Focus ho ritrovato un’amicizia profonda e consolidata. Adesso lavoro per loro da casa e nel mio negozio, riesco a stare comunque nell’ambiente e a fare ciò che mi piace. Anche mia moglie lavora nel negozio di famiglia e ci dà una mano. Tornare in Italia è stato bello, abbiamo trovato le porte aperte, come se non ce ne fossimo mai andati. E’ stato anche abbastanza facile, più del previsto, e siamo contenti perché i ragazzi stanno bene, l’importante è questo».

Lorenzo Masciarelli è alla sua terza gara di ciclocross quest’anno
Lorenzo Masciarelli è alla sua terza gara di ciclocross quest’anno
I rapporti con le persone in Belgio come sono rimasti?

Ottimi, perché con Mario De Clercq, il team manager della Pauwels Sauzen-Bingoal, si è creato un legame forte. E’ più di un amico per me. Sia io che Lorenzo lo sentiamo spesso.

Quanto sei felice del ritorno al cross di Lorenzo?

Tanto. Ora ci godiamo questa bella esperienza: una decina di gare come quando eravamo in Belgio. Io e lui. A Lorenzo è sempre piaciuta come disciplina e anche io mi sento felice nel ritornare a seguirlo. Certo l’ultimo periodo ero più libero nei weekend, ma rivedere il sorriso che ha quando corre è impagabile. E’ come un bimbo quando torna in un parco giochi, quindi sicuramente fa tanto piacere.

Il Trofeo Mamma e Papà Guerciotti è stata la sua prima prova internazionale, chiusa con un buon decimo posto
Il Trofeo Mamma e Papà Guerciotti è stata la sua prima prova internazionale, chiusa con un buon decimo posto
Il ritorno in Italia però è stato complicato…

C’è stato qualche problemino fisico di troppo (il riferimento è alla pericardite che ha fermato Lorenzo Masciarelli lo scorso anno, ndr). Adesso speriamo che si metta tutto alle spalle e che vada avanti sul suo percorso. Riprendere con il ciclocross penso sia stata una bella scelta. In squadra erano un po’ sorpresi, però credo anche loro siano contenti. 

Quanto è stato difficile, da padre, vedere proprio Lorenzo fermo senza possibilità di correre?

L’annata della pericardite un po’ l’aveva smontato, stare fermo quattro mesi durante l’estate senza poter pedalare è stato difficile. Aveva perso tanto e rientrare dopo un periodo del genere non è mai semplice. E’ sempre difficile rimettersi in gioco, ma alla fine con pazienza ci si riesce. Poi il ciclismo di oggi non aiuta, con questa fretta nel far passare i giovani ti trovi al quarto anno da under 23 con la pressione di cercare i risultati

Lorenzo Masciarelli con alla sua destra il fratello Stefano alla gara di ciclocross di Barletta, una delle poche corse insieme
Lorenzo Masciarelli con alla sua destra il fratello Stefano alla gara di ciclocross di Barletta, una delle poche corse insieme
Dopo due anni come hai ritrovato Pescara?

Per me Pescara è l’America, perché come si sta da noi… C’è tutto! Abbiamo la montagna, il mare, per allenarsi in bici è fantastica. Infatti i ragazzi per quanto riguarda gli allenamenti sono super contenti. Qualche giorno fa Stefano, il più piccolo dei due, è salito ai 1.500 metri di Passo Lanciano. 

Uno dei più contenti di tornare in Italia era proprio Stefano.

Era il più felice perché non si era mai abituato a vivere in Belgio. Però diciamo che è stata una bella esperienza anche per lui a livello umano, perché alla fine è tornato dalle Fiandre che parla due o tre lingue. Quindi quell’esperienza è servita a qualcosa.

Stefano Masciarelli è il fratello minore, classe 2006 passerà under 23 nel 2025 su strada (photors.it)
Stefano Masciarelli è il fratello minore, classe 2006 passerà under 23 nel 2025 su strada (photors.it)
Lorenzo ci diceva che a suo fratello il ciclocross non piace proprio. Sono davvero diversi…

Abbiamo provato a portarlo al Trofeo Guerciotti, ma non c’è stato modo, peccato perché sono entrambi under 23. Qualche settimana fa l’avevamo convinto a correre nella prova di Barletta, l’abbiamo fatto con l’inganno: gli abbiamo detto che avremmo fatto una bella cena. Ci è cascato, ma ha detto che non lo farà più (ride, ndr).

Stefano passa under 23 quest’anno, ha già trovato squadra?

Aveva abbastanza richieste, soprattutto perché ha fatto un bel mese di settembre. È stato visto e chiamato da parecchie squadre, anche dei devo team. Ma per noi la scelta migliore è farlo restare vicino a casa per fargli finire la scuola. E’ un ragazzo molto timido e andare via potrebbe essere un passo troppo grande. Fossimo rimasti in Belgio il discorso sarebbe stato diverso. Ora si è alla costante ricerca degli juniores, alla fine sono ragazzi che possono avere delle fragilità e vanno tutelati. Andare in bici deve rimanere sempre un divertimento.

I Masciarelli e la seconda vita in Belgio

11.01.2023
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Quando Simone Masciarelli risponde al telefono si trova ancora in strada verso Pescara, la connessione va e viene così decide di chiamarci dal numero italiano. La notizia di suo figlio Lorenzo che approda alla Colpack è un terremoto che scuote ancora il mondo del ciclocross. Figuriamoci mamma Michela e papà Simone, che ormai a Oudenaarde si erano stabiliti per seguire loro figlio in Belgio e non avevano intenzione di tornare indietro. 

«Il viaggio procede bene», racconta dal camper Simone. «E’ lunghetto – ribadisce con una risata – siamo partiti lunedì mattina da Oudenaarde. Abbiamo fatto tappa a  Bergamo da Bevilacqua. Mia moglie ed io siamo tornati perché daremo supporto a Lorenzo al campionato italiano, poi torneremo in Belgio».

L’abruzzese ha fatto il suo esordio alla Colpack a Petange, finendo 5° (foto Facebook)
L’abruzzese ha fatto il suo esordio alla Colpack a Petange, finendo 5° (foto Facebook)

Un rapido cambiamento

La carriera di Lorenzo, e conseguentemente la vita della sua famiglia, è cambiata spesso negli ultimi anni. Prima il trasferimento in Belgio alla Bingoal Pauwels per seguire il ciclocross ed ora il ritorno in Italia con la Colpack Ballan

«In famiglia eravamo tranquilli – risponde Simone Masciarelli – Lorenzo aveva un contratto fino al 2025. Questa scelta è stata un po’ un fulmine a ciel sereno, direi quasi per tutti. La Colpack ha contattato Lorenzo in Val di Sole dopo aver visto i suoi dati e test. Si chiedevano cosa facesse un ragazzo come lui in Belgio. Appena la proposta è arrivata, ne abbiamo parlato con Mario De Clercq, all’inizio il suo è stato un “no” secco. Nei giorni successivi abbiamo approfondito il discorso e Mario ha guardato bene che tipo di squadra fosse la Colpack e si è convinto».

Per Lorenzo la figura di Mario De Clercq è stata quella di un “padre ciclistico”
Per Lorenzo la figura di Mario De Clercq è stata quella di un “padre ciclistico”

“Papà” Mario

Fa strano sentire un padre usare questo termine riferito ad un’altra persona parlando del proprio figlio. Ma la sincerità e la spontaneità di Simone fanno capire come nella squadra belga si sia davvero creata un’altra famiglia.

«Il no iniziale di Mario è arrivato perché lui in Lorenzo ha sempre creduto molto – riprende il padre Simone – non prendi un ragazzo a 15 anni se non ci credi davvero. Mario lo ha amato fin da subito e non uso questo verbo a caso. Quando abbiamo comunicato la notizia di voler seguire la Colpack qualche lacrimuccia sulla guancia di ognuno di noi è caduta. Lorenzo ed io siamo arrivati qui quattro anni fa un po’ alla cieca ma credendo in questa nuova avventura. Pian piano noi, con tutta la famiglia, ci siamo costruiti una nuova vita qui ad Oudenaarde.

«Mario De Clercq, una volta visto il progetto Colpack, non ha più avuto nulla da ridire. Le corse su strada in Belgio non erano molto nelle corde di Lorenzo e venire a fare attività in Italia gli farà bene. Il cross non lo abbandona, Mario gli ha lasciato tutto il materiale per concludere la stagione e gli ha già detto che il prossimo inverno lo aspetta su per allenarsi insieme».

Lorenzo al campionato italiano su strada under 23 della scorsa stagione a Carnago
Lorenzo al campionato italiano su strada under 23 della scorsa stagione a Carnago

Il futuro in breve

La notizia del passaggio in Colpack ha aperto nuovi scenari per il giovane Lorenzo che punterà tanto sulla strada. 

«Per capire come evolverà la stagione di cross bisogna aspettare – dice papà Simone – l’infortunio patito prima di Namur si sta rivelando più tosto del previsto. Dopo i campionati italiani capiremo che fare, forse finirà qui la stagione. Pontoni gliela farebbe fare tutta, ma è anche vero che a fine febbraio la Colpack andrà in ritiro a Calpe. Lorenzo non inizierà a correre subito ma dovrà comunque allenarsi, un periodo di riposo dovrà pur farlo. Siamo tutti curiosi di questa nuova avventura. Le qualità ci sono, a chi dice che ha perso tempo rispondo che Mario e la Pauwels lo hanno fatto crescere con metodo ed i margini ci sono tutti. Lorenzo è un 2003, ha ancora tre stagioni da under 23 su strada e due nel ciclocross».

Per Lorenzo Masciarelli la Colpack rappresenta l’occasione di mettersi alla prova in gare più adatte a lui su strada
Per Masciarelli la Colpack rappresenta l’occasione di mettersi alla prova in gare più adatte a lui su strada

La vita cambia, di nuovo

Quattro anni fa, per la famiglia Masciarelli la novità si chiamava Belgio ed aveva il duro suono del fiammingo. Ora si ritorna in Italia, non tutti subito però, quello che si è costruito ad Oudenaarde non può essere abbandonato. 

«Dovremo di nuovo affittare casa a Pescara – dice ridendo Simone – ma per il momento io e mia moglie non torneremo in Italia. In Belgio abbiamo un lavoro ed una casa e non possiamo lasciare tutto da un momento all’altro. Aspetteremo ancora qualche mese, il tempo per la nostra affittuaria di Oudenaarde di trovare dei nuovi inquilini. Il lavoro in Italia sarà più “semplice”, tornerò nell’azienda di famiglia, che in realtà non ho mai abbandonato. Però in Belgio, sia io che Michela lavoriamo e non possiamo andare via senza preavviso. Michela è in un ristorante ed io in un’azienda che produce etichette alimentari. Da ora in avanti Lorenzo rimarrà a Bergamo con la Colpack, mentre noi tutti torneremo a Pescara. Stefano, il fratello piccolo, quando lo ha saputo era felicissimo. Ha chiamato subito il nonno per avvisarlo che sarebbe tornato.

«Per Stefano e Lorenzo quest’avventura è stata bella, ma complicata. Lorenzo con la Bingoal ha trovato una famiglia vera e propria. Tutti gli hanno voluto bene e la notizia della partenza ha commosso gran parte dello staff e dei compagni. Stefano, il piccolino, soffriva un po’ di più perché in Belgio è tutto diverso, lingua compresa, e fare amicizia non è semplice. A scuola entrambi studiavano l’inglese e l’olandese, ma poi una volta usciti si parla il fiammingo. Io e mia moglie, invece, avevamo creato una bellissima rete di rapporti con tante persone, praticamente tutti ex ciclisti o tecnici».

Nel ciclocross i rapporti sono stretti e viscerali, qui Masciarelli con il meccanico Mario Tummeleer
Nel ciclocross i rapporti sono stretti e viscerali, qui Masciarelli con il meccanico Mario Tummeleer

Il cross è una famiglia

Non è facile racchiudere quattro anni di vita in poche parole e quando la lingua si scioglie fermarla è difficile. Interromperla sarebbe anche un peccato, perché ci si perderebbe degli aneddoti davvero unici.

«Siamo arrivati qui quattro anni fa e tutto ci sembrava nuovo – spiega Simone come solo un padre può fare – Lorenzo aveva quindici anni. Ora andiamo via che è un ragazzo nuovo e maturo. Io ho imparato tanto, sia da padre sia da uomo. Non vivo più con troppa apprensione le gare di Lorenzo. ll mondo del ciclocross vive di passione, anche qui dove è più di una religione. Andare alle corse vuol dire conoscere le famiglie dei corridori. Michela ed io eravamo lo staff di nostro figlio, lei si metteva all’inizio ed alla fine del percorso, mentre io ed un meccanico restavamo nella zona dei box. Di volta in volta abbiamo conosciuto tutti, perfino i genitori di Iserbyt».

I nuovi vicini di casa

La prima casa che la famiglia Masciarelli ha avuto era di proprietà di Mario De Clerq e si trova in centro alla piazza di Oudenaarde, a due passi dal Museo delle Fiandre. In breve tempo l’abitazione è cambiata ed i vicini di casa sono diventati tutti da scoprire. Anzi secondo noi li conoscete

«Tornare a casa fa strano anche a noi adulti – conclude Simone Masciarelli – ci eravamo creati la nostra cerchia di amici. Mario De Clercq ci ha aperto le porte di Oudenaarde ed abbiamo trovato un mondo già conosciuto nei suoi personaggi, ma molto ospitale. Michela si è inserita grazie all’amicizia fatta con la moglie di De Clerq e con Cameron Vandenbroucke (figlia di Frank, ndr). I ragazzi, Lorenzo e Stefano hanno legato molto con i figli di Van Petegem che sono loro coetanei. Abbiamo conosciuto anche Tim Merlier, Mattan, Museeuw e tantissime volte ci siamo trovati a cena con loro parlando di ciclismo. Con alcuni di loro sono già d’accordo che verranno a trovarci quest’estate a Pescara e noi torneremo ogni tanto a salutarli ad Oudenaarde».

Un caffè con Masciarelli, l’italiano con la valigia

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Il campionato italiano è l’evento che permette di riunire tutti i ragazzi del nostro Paese, ma anche chi, seppur italiano, vive un po’ più lontano. E’ il caso di Lorenzo Masciarelli, giovane abruzzese che corre da ormai 3 anni in Belgio alla Pauwels Sauzen Bingoal.

Per Lorenzo il campionato nazionale rappresenta una delle rare occasioni di correre in Italia. Allora noi, consci della fortuna di averlo incrociato proprio sulle strade di Carnago, lo intercettiamo e ci facciamo raccontare il ciclismo di lassù.

Masciarelli insieme a Toneatti (Astana Development), i due sono colleghi nel ciclocross
Masciarelli insieme a Toneatti (Astana Development), i due sono colleghi nel ciclocross

L’occasione presa al volo

Quando tre anni fa Lorenzo è finito a correre in Belgio l’occasione si è presentata un po’ inaspettatamente. Questione di giorni e di decisioni e la scelta era stata presa, si parte! Anche perché, per non avere rimpianti, è meglio sempre cogliere le occasioni che si presentano alla nostra porta.

«Quando ero allievo e correvo nel ciclocross – racconta nel frastuono di speaker e presentazioni Lorenzo – mi sono piazzato al Trofeo Guerciotti e a Brugherio. Così mio padre, che conosceva Mario De Clercq, per scherzo mi ha chiesto di andare a fare un periodo di prova della durata di una settimana con loro in Belgio. Ho fatto una gara, gli sono piaciuto e non sono più tornato indietro».

Ecco la Ridley usata da Lorenzo ai campionati italiani di Carnago
Ecco la Ridley usata da Lorenzo ai campionati italiani di Carnago

Un nuovo mondo

Trasferirsi così giovani in un nuovo Paese può far paura. Di colpo tutto quello che ti circonda cambia, rischi che vengano a mancare i punti di riferimento. 

«Con me è venuta la mia famiglia (mamma e papà Simone, pro’ dal 2000 al 2013, ndr). Il primo anno mi sono dovuto adattare ai ritmi e ad un modo di vivere molto differente dal nostro. Nel mio secondo anno da allievo sono andato forte, ho vinto qualche gara, alcune anche internazionali e così ho deciso di concentrarmi maggiormente sul ciclocross. Tutte le vittorie ottenute mi hanno aiutato a prendere una decisione.

«Ormai sono 3 anni che sono nelle Fiandre, vivo ad Oudenaarde, vado a scuola lì e mi alleno tutti i giorni su quelle strade. Ho avuto modo di girare tanto il Belgio in questi anni ed è il paradiso del ciclismo. Ogni bar, strada, tratto di pavé trasuda storia, i pub hanno tutte le birre dedicate al ciclismo, con nomi di corridori o di tratti famosi, inoltre sono pieni di poster e di foto.

«Anche l’istruzione è un aspetto che curano molto, la scuola che frequento è dedicata ai ciclisti, siccome facciamo molte assenze durante l’anno cercano di venirci incontro con i compiti e le lezioni. Poi io mi gestisco autonomamente studio e attività da atleta, ma grazie al loro aiuto mi viene più facile incastrare tutto».

Masciarelli al campionato italiano aveva il numero 177, l’ultimo della lista partenti, ha chiuso la corsa al 42° posto
Masciarelli al campionato italiano aveva il numero 177, l’ultimo della lista partenti, ha chiuso la corsa al 42° posto

Il ciclismo in Belgio

Andare a vivere in una delle Nazioni più votate alla bici che ci sono al mondo deve essere un sogno per un giovane atleta. Respirare ogni secondo il ciclismo e la sua storia con tante strade e monumenti dedicati allo sport che ama. 

«Con la squadra mi trovo molto bene – racconta con il sorriso Lorenzo – sono costantemente seguito da tante persone che hanno lo scopo ed il piacere di insegnare il ciclismo. L’esperienza che sto facendo con loro, soprattutto legata al ciclocross, non potrei mai farla qui. I compagni di squadra sono gentili ed estremamente calorosi, è un bel modo di fare gruppo e di restare affiatati. Non mi mettono mai pressioni nell’ottenere risultati, ogni anno punto a migliorare e crescere dal punto di vista sportivo e personale».

Ogni anno uno step in più

In questa stagione abbiamo visto che Lorenzo ha aggiunto un tassello in più alla sua crescita sportiva. E’ arrivato infatti il debutto con i pro’ su strada, più precisamente al Giro del Belgio. 

«E’ stata una gran bella emozione correre con i professionisti – dice Lorenzo – su strada ho sempre corso ma a quel livello era la prima volta. E’ un altro sintomo della fiducia che la squadra mi dà. La prima gara con i pro’ è stata una bella “mazzata”, non avendo mai corso gare del genere non sapevo cosa aspettarmi né dagli avversari e nemmeno da me stesso. Mi mancava l’esperienza di base, a volte faticavo a pedalare in gruppo. Sono molto contento di quanto fatto, sono riuscito a chiudere la corsa in maniera soddisfacente.

«La strada – riprende – rimane un’attività di preparazione ai mesi più importanti per me, ovvero quelli invernali, dove ci sarà il ciclocross. Anche perché inizierà il mio secondo anno da under 23 e voglio fare bene. Sono sicuro che queste esperienze su strada con i pro’ mi daranno una marcia in più, ne farò anche altre, per esempio a fine luglio correrò anche il Tour Alsace».

Ogni volta che viene in Italia a correre Lorenzo ha tutti gli occhi puntati addosso. Qui ai tricolori di cross 2022
Ogni volta che viene in Italia a correre Lorenzo ha tutti gli occhi puntati addosso. Qui ai tricolori di cross 2022

Cross e pressioni

Per un ragazzo italiano che corre nel ciclocross e per di più nella patria di questo sport le aspettative si alzano, soprattutto quando torna da noi.

«In Belgio non ho pressioni – dice – visto che mi conoscono poco riesco a correre in maniera più serena. Quando vengo in Italia la pressione, invece, la avverto di più. E’ come se dicessero: “E’ arrivato il crossista del Belgio, vediamo cosa sa fare”, tutti si aspettano che spacchi il mondo. Il mondo del cross, come contorno e come passione, non è minimamente paragonabile al nostro. In Belgio è lo sport nazionale, sono appassionatissimi, ogni gara è una festa con tendoni, bar, stand del cibo e discoteche, praticamente un luna park!».

Quest’inverno Masciarelli inizierà il suo secondo anno da under 23 nel ciclocross e vorrà arrivare pronto e determinato
Quest’inverno Masciarelli inizierà il suo secondo anno da under 23 nel ciclocross e vorrà arrivare pronto e determinato

Qualche differenza

Chiediamo a Masciarelli quale sia la più grande differenza tra il Belgio e l’Italia…

«Il metodo di lavoro, specialmente nella parte legata all’alimentazione. Hanno una mentalità diversa rispetto alla nostra, soprattutto per quanto riguarda l’approccio alla gara. Noi tendiamo a stare attenti a tutto e mangiamo anche molte ore prima della corsa, invece in Belgio sono più liberi, mangiano più tardi: intorno a due ore e mezza prima del via, ti lasciano più libertà».

La Pauwels blinda Masciarelli con due anni di contratto

07.08.2021
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In Belgio sono riprese finalmente le corse e proprio in questo weekend si sta svolgendo la Aubel-Thimister-Stavelot, corsa nelle Ardenne ai piedi dello Stockeu che domani si concluderà con una piccola Liegi di 100 chilometri. In gruppo, con la maglia della Bert Containers-Pauwels Sauzen c’è Lorenzo Masciarelli, giovane promessa del ciclocross, che proprio nei giorni scorsi ha firmato un biennale con la Pauwels Sauzen continental, con un’opzione fino al 2025. E visto che abbiamo parlato di Alec Segaert, che con Lorenzo ha corso proprio a Stradella, abbiamo riacceso i riflettori su Masciarelli sentendo suo padre Simone, ex professionista, la cui storia vi abbiamo raccontato lo scorso anno.

In Belgio l’estate non è ancora arrivata, piove in continuazione e fa anche parecchio freddo. Simone va avanti con il suo lavoro in fabbrica e intanto con un occhio segue il giovane corridore di casa.

Da allievo all’arrivo in Belgio con Klaas Vantornout, El Iserbyt e Michael Vanthorenhout
Da allievo all’arrivo in Belgio con Klaas Vantornout, El Iserbyt e Michael Vanthorenhout
I belgi si sono affezionati, insomma…

Hanno insistito, ci tenevano a confermarlo per come è andato lo scorso inverno. Per De Clercq è un fatto personale, gli vuole bene. Il fatto che sia arrivato secondo in Coppa del mondo e abbia vinto l’unica gara dura internazionale che si è fatta in Belgio sono stati due passaggi decisivi. Ha dato parecchia visibilità al team. E poi lo hanno visto reggere bene in allenamento il passo di Iserbyt (campione europeo di ciclocross, ndr) e Vantourenhout, che vivono qui vicino. Così lo hanno riconfermato e gli hanno fatto un contrattino di due anni con opzione fino al 2025, in modo che per le prossime due stagioni proverà ad andare forte nel cross che per loro rimane centrale, ma da fine aprile ad agosto correrà su strada.

Di che squadra parliamo?

Di una continental, una bella squadra, con corridori come Iserbyt, Sweeck e Vanthourenhout. Vengono invitati in corse come il Giro del Belgio e il Giro di Vallonia e tante gare fra Belgio e Olanda. Ci sono corridori giovani come lui, ad esempio Ryan Kamp, ma non farà corse under 23. Lo buttano subito dentro con gli altri ragazzi che hanno qui nel loro vivaio. 

Ora sta correndo su strada, giusto?

Da fine maggio quando si è chiusa la scuola fino a qualche giorno fa era in Italia, perché qui non si correva. Ho preferito farlo scendere giù ed è riuscito a fare una quindicina di gare. Ha fatto parecchi piazzamenti, non ha vinto perché comunque da solo è difficile. E forse ho avuto un po’ di pressione…

Francesco Masciarelli, padre Simone, campionati italiani juniores Lecce 2020
Lorenzo con suo padre Simone prima del via dei campionati italiani juniores a Lecce 2020
Francesco Masciarelli, padre Simone, campionati italiani juniores Lecce 2020
Lorenzo con suo padre Simone prima del via dei campionati italiani juniores a Lecce 2020
Per cosa?

Forse voleva dimostrare qualcosa. All’inizio è stato chiamato da De Candido per fare dei test a Montichiari, poi abbiamo avuto parecchi problemi a livello di permessi per farlo correre. In federazione se la sono presa con calma e la richiesta in Belgio è arrivata tardi. Sono passati due mesi, praticamente ha saltato la prima parte e quando è arrivato voleva spaccare il mondo. Tatticamente è irruento, non è attendista. Ha fatto parecchi piazzamenti, qualche quarto posto…

Quali saranno i suoi tecnici?

Principalmente dei crossisti. Prima c’era Gianni Meersmans, che però è andato con Nys. Al suo posto alla Pauwels è arrivato Groenendaal, con Mario De Clercq che fa un po’ da coordinatore e gestisce la parte atletica, i materiali e i programmi. E’ un bel gruppo, Lorenzo farà la sua esperienza. E come tutti i ragazzi ha come riferimenti Van Aert e Van der Poel. Si dividono tra i due, perché anche Van der Poel praticamente è belga. Lui è nato e vive in Belgio, anche se ha il passaporto olandese. Perfino l’accento è di qua. E anche se a volte fa degli errori assurdi come quella passerella a Tokyo, resta un fenomeno. 

Si guadagna bene a questo livello?

Alla Pauwels gli hanno fatto una tabella premi. Poi se vai forte, nel cross ci sono gli ingaggi. Dall’Italia si erano fatte avanti alcune squadre. Fossimo stati ancora giù, lo avrei mandato volentieri con Balducci alla Mastromarco, perché Gabriele è amico e segue Lorenzo da parecchio. Il futuro comunque è abbastanza chiaro, Mario lo ha detto.

Azzurri ciclocross Liberazione 2021
Lorenzo ha corso anche il Gp Liberazione in maglia azzurra. Da sinistra Paletti, Masciarelli, Olivo, Agostinacchio, Siffredi e Carrer
Azzurri ciclocross Liberazione 2021
Al Gp Liberazione. Da sinistra: Paletti, Masciarelli, Olivo e Agostinacchio
Come sarà?

Ci prendiamo due anni per vedere se diventa un top rider nel cross, quelli che hanno ingaggi da sogno. Altrimenti ci dedichiamo alla strada. E intanto corre facendo esperienza. La squadra è composta da 10 corridori e di questi solo sette fanno strada, per cui le occasioni non mancheranno. Anche gare come il Giro del Belgio dove il prossimo anno, senza le Olimpiadi, arriveranno anche Van Aert e Van der Poel.

Va ancora forte su strada?

Secondo me va più forte su strada che nel cross, ma lo dico da genitore e non da tecnico. Dietro al Koppenberg c’è una salita di un paio di chilometri e l’altro giorno ha staccato Iserbyt, che pure usciva dal Tour de Wallonie. Una salita breve, su cui Ely doveva essere avvantaggiato, invece Lorenzo lo ha lasciato per strada. Qua tutti si chiedono come mai non abbia vinto, ma purtroppo non ha ancora avuto la squadra accanto e la testa giusta. Vuole spaccare il mondo, ma non sempre ci riesci. Comunque secondo me si trova nell’ambiente giusto, con la fortuna di stare in un team come la Pauwels e fare quello che gli piace. Meglio di così non poteva capitare.