Anche per il 2023 Nalini veste Girmay e compagni

09.01.2023
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Per il secondo anno di fila sarà Nalini a vestire la Intermarché-Circus-Wanty. Il team belga è stato una delle rivelazioni della passata stagione grazie anche alle vittorie di Biniam Girmay, capace di vincere nel 2022 la Gent-Wevelgem e una tappa al Giro d’Italia

Nel corso della nuova stagione, ormai prossima a iniziare, vedremo nuovamente in gruppo i colori giallo neon, blu scuro e bianco che da sempre contraddistinguono la formazione belga. Rispetto allo scorso anno qualcosa però è cambiato. I colori sono stati infatti armonizzati in un design moderno e sofisticato.

La nuova maglia

Essendo lo sponsor principale del team, il marchio Intermarché occupa un posto di assoluto rilievo sulla nuova maglia. Per la prima volta lo troviamo però anche sulla salopette, esattamente sul retro. Circus, che occupava questo posto dal 2017, ora si sposta al centro della maglia, sopra il logo di Wanty.

Il colore bianco, predominante sulle spalle e sulla parte superiore della schiena, offre un’adeguata visibilità a ciascun sponsor. Tra questi spicca Wallonie, a testimonianza del forte legame del team con la regione del Belgio dove la squadra ha la sua sede.

Sul petto troviamo invece i loghi dei partner tecnici: Cube, Bryton, Nalini e Ford Steveny. Accanto a loro due nuovi “compagni di viaggio” come Uvex e Gaerne che forniranno alla squadra rispettivamente caschi, occhiali e scarpe. 

I lati della salopette rimangono invariati, con la presenza di Bière des Amis 0.0% sulla gamba destra e Vini Zabù sulla gamba sinistra, a portare un tocco di Italia. Il logo del Groupe Gobert Matériaux, che sponsorizza la squadra di Jean-François Bourlart dal 2001, rimane visibile sia sul davanti che sul retro della maglia.

Una delle sorprese del 2022 è stato Girmay che ha vinto prima la Gent-Wevelgem e poi una tappa al Giro
Una delle sorprese del 2022 è stato Girmay che ha vinto prima la Gent-Wevelgem e poi una tappa al Giro

Omaggio ai campioni

L’organico della formazione 2023 della Intermarché-Circus-Wanty è ricco di campioni che nella loro carriera hanno saputo vincere titoli nazionali ma anche titoli mondiali. 

Biniam Girmay e Rein Taaramae, gli attuali campioni nazionali a cronometro rispettivamente di Eritrea e Estonia, indosseranno un body personalizzato in tutte le prove a cronometro a cui parteciperanno.

Il nuovo kit prodotto da Nalini rende inoltre omaggio agli ex campioni delle corse su strada. Le strisce arcobaleno decoreranno le maniche dell’ex campione del mondo Rui Costa, così come le sulle maglie di Sven Erik Bystrøm (Norvegia), Louis Meintjes (Sudafrica) e Rein Taaramäe (Estonia) troveremo dei richiami alle rispettive bandiere nazionali. 

Uno dei giovani da tenere d’occhio è Gerben Thijssen, al Tour de Pologne ha vinto la sua prima corsa WorldTour
Uno dei giovani da tenere d’occhio è Gerben Thijssen, al Tour de Pologne ha vinto la sua prima corsa WorldTour

Il pensiero degli atleti

Tutti i ragazzi della Intermarché-Circus-Wanty hanno espresso la massima soddisfazione per la nuova divisa che li accompagnerà nella nuova stagione. Per tutti loro ha parlato il belga Gerben Thijssen, capace di vincere lo scorso anno una tappa al Tour de Pologne.

«Sono lieto – ha detto – di poter ammirare i nostri colori tradizionali su questo nuovo design originale e gioioso. Ogni anno continuiamo a fare passi avanti nel design, così come a livello di performance. La collaborazione con partner come Nalini, che non trascura nessun dettaglio, ci aiuta a spingerci in avanti. Ogni atleta del team riceverà un kit personalizzato e su misura. Nel 2022, grazie all’interazione con i nostri velocisti, tra cui Alexander Kristoff, si è arrivati allo sviluppo di un body più performante.

«Sappiamo che sono attualmente in cantiere altri nuovi progetti per migliorare la nostra aerodinamica e la nostra sicurezza su strada. I colori vivaci del kit giocano un ruolo essenziale per la nostra visibilità sulle strade e ci permettono di distinguerci nel gruppo in ogni occasione!».

Concludiamo con le parole di Claudio Mantovani, titolare del brand Nalini: «Per il 2023 riconfermiamo senza riserve il nostro supporto al team Intermarché-Circus-Wanty che, durante tutto il 2022, è stato per noi una rivelazione a dir poco sorprendente. Nel suo secondo anno World Tour, il team ha ottenuto ben 24 vittorie e non possiamo che provare un moto di orgoglio per il talento e la perseveranza dimostrati in gara, nonché per i valori che ci uniscono come la forte connessione al territorio e alle proprie radici. Esattamente come Nalini che da oltre 50 anni produce in Italia abbigliamento per il ciclismo».

Nalini

Per Taaramae un ritiro speciale, nel cuore dell’Africa

13.11.2022
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Rein Taaramae è una colonna dell’Intermarché Wanty Gobert. Una sorta di regista in corsa, che gode della massima stima da parte di Valerio Piva e di tutto lo staff del team. Ma Taaramae è anche un personaggio molto sfaccettato, che cerca di prendere dal ciclismo molto altro, a livello di esperienze e sensazioni, rispetto a quello che una gara può semplicemente dare. Da qualche anno il corridore estone è una sorta di testimonial del progresso ciclistico africano. Da anni si reca in Ruanda per preparare la stagione. Con il Paese ha stretto un rapporto che va molto al di là di quanto normalmente avviene per i campioni del pedale.

Interpellato sul tema proprio mentre era in ritiro prestagionale a titolo completamente personale, Taaramae si è ben prestato alla chiacchierata. E’ diventato quasi un inviato sul posto, preoccupandosi personalmente della parte fotografica. Per trasmettere attraverso parole e immagini il profondo legame che ormai lo lega a quella parte di mondo.

I paesaggi dove Taaramae si allena sono incantevoli e tutti a una grande altitudine
I paesaggi dove Taaramae si allena sono incantevoli e tutti a una grande altitudine

«La prima volta che sono stato in Ruanda è stato nel 2019, per il locale Tour con il team TotalEnergies – ricorda – Non sapevo affatto che cosa mi aspettava, temevo soprattutto le difficoltà legate al cibo: mangerò 10 giorni solo riso in bianco perché probabilmente la gente non ha nient’altro. Nella mia mente avevo l’Africa dei pregiudizi: molto caldo, pessimi hotel e sicuramente nessuno parla inglese. La realtà era l’esatto opposto: Paese tropicale pulito, temperature per lo più 20-25 quindi non troppo calde. La maggior parte delle persone comunica un inglese migliore rispetto all’Italia o alla Francia. Sono molto gentili e onesti e anche gli hotel e il cibo sono buoni. Basta avere piccole accortezze: non mangiare insalata fresca, che è deliziosa ma semplicemente non va bene per il nostro corpo e non bere l’acqua del rubinetto».

Che percorsi hai trovato in Ruanda?

Ci sono abbastanza strade per allenarsi. Le condizioni stradali sono molto buone, senza buche, larghe e belle. Il paese dove risiedo è collinare ma la maggior parte delle salite dura 10 -30 minuti, qualcuna anche di più. Le pendenze sono limitate, mai più del 6 per cento, ma la sua altitudine ricorda un po’ la Colombia. In pratica l’altezza media è sempre di circa 2.000 metri, come una cima dello Stelvio senza scalare troppo… Il vantaggio è che non hai problemi con le auto come nella maggior parte dei Paesi europei. Guidano a una velocità di circa 50-70 chilometri orari perché qui l’auto è costosa e non vogliono davvero rovinarla. Inoltre ci sono molti autovelox e agenti di polizia e le multe sono salate.

In Ruanda le strade larghe sono un grande vantaggio e gli automobilisti sono molto disciplinati
In Ruanda le strade larghe sono un grande vantaggio e gli automobilisti sono molto disciplinati
Ci sono pericoli?

Per pedalare qui bisogna guardare sempre davanti! Perché c’è sempre un sacco di gente a lato della strada, tanti ciclisti occasionali che a volte attraversano la strada senza guardare. Hanno un’abitudine molto bella qui, puoi sempre guidare in mezzo alla strada senza spaventarti che qualche macchina ti investa. Quando arrivano dietro di te fanno solo un colpo di clacson, nessuno si arrabbia con i ciclisti qui sulle strade.

Per quanto tempo rimarrai ad allenarti lì e sei da solo o con altre persone?

In realtà nel 2019 ho scoperto che il suo posto ideale per fare un training camp in quota, a 100 chilometri dal capoluogo è il paese di Musanze. C’è un piccolo centro speciale solo per il ciclista, con rifugi e ristorante dove il cuoco ti prepara tutto ciò che chiedi con tutti i servizi necessari per ciclisti, meccanici, lavanderia. Ero stanco di andare ogni anno nella Sierra Nevada in Spagna, magari per rimanere in camera perché c’è neve o cadere per il ghiaccio. Qui non abbiamo questo tipo di problemi. Un grande vantaggio è che il viaggio non è così lungo. La mattina prendi il volo in Europa e la sera sei a Kigali, senza cambi di fuso orario. Ora sono qui con mia moglie, è la campionessa estone a cronometro e possiamo guidare facilmente insieme e goderci il “bikepacking”. Rimaniamo 10 giorni e facciamo 700 chilometri in giro per il Paese, da un posto all’altro.

In quest’occasione l’estone è partito con sua moglie Hanna Caroline, campionessa nazionale a cronometro
In quest’occasione l’estone è partito con sua moglie Hanna Caroline, campionessa nazionale a cronometro
Sei molto impegnato anche nell’aiutare la popolazione locale: cosa hai portato quest’anno?

Sono stato qui a gennaio e ho incontrato i ciclisti locali, sembrava che avessero tutto, in forma, bei vestiti, belle bici… ma poi vado in giro con il mio amico e il primo giorno aveva una gomma a terra perché entrambe le gomme erano già completamente usate, poi ha rotto la catena perché era troppo vecchia, un altro dice che non può guidare perché aveva solo un paio di vestiti e li ha rovinati… Poi parlo con gli allenatori dei club locali e mi hanno detto che avere il materiale è un grosso problema in Ruanda. Quindi ora vengo qui con 4 grandi bagagli con circa 75 chili di cose usate e nuove.

Dove le prendi?

Le squadre WT buttano tanto materiale riutilizzabile, ad esempio con casette e catena quando in squadra non si usano più, sono validi per 10.000 chilometri di allenamento, lo stesso con tutte le altre cose, borracce, abbigliamento… Io raccolgo il possibile, ma l’Uci può fare qualcosa in questo senso. Basta contattare tutti i team e, ad esempio, supportare una squadra con cose vecchie di un Paese africano, può essere davvero importante per le immagini della squadra e per l’intero ciclismo locale.

Parte del materiale portato dall’estone in Ruanda e distribuito fra i ciclisti locali
Parte del materiale portato dall’estone in Ruanda e distribuito fra i ciclisti locali
Cosa significa per te essere in grado di aiutare il popolo ruandese?

E’ qualcosa che devo alle mie radici. Quando ho iniziato a pedalare negli anni ’90, l’Estonia era un Paese povero, era difficile avere un abbigliamento nuovo e buono e altro materiale. Ora è giusto che mi adoperi per chi è nella mia condizione di prima.

In Ruanda si faranno i mondiali del 2025: pensi che sarà pronto per organizzare un evento così importante?

Penso di sì, hanno buoni hotel nella capitale, anche le strade sono buone. Mi fa un po’ paura che alla gente piaccia andare in bicicletta e nelle gare ci sono migliaia di persone vicino alla strada, se c’è più pubblico nel mondo non è facile tenerli lontani dalle strade. L’organizzazione di Eanyway Td Rwanda era quasi perfetta, quindi perché non può essere lo stesso nel 2025.

Per Taaramae una stagione 2022 poco fortunata, con 8 Top 10 e il titolo estone a cronometro
Per Taaramae una stagione 2022 poco fortunata, con 8 Top 10 e il titolo estone a cronometro
Eri soddisfatto della tua ultima stagione e cosa ti aspetti dalla prossima?

Sono stato abbastanza bene per tutta la stagione, penso di aver fatto davvero un buon lavoro per la squadra. Personalmente mi rammarico per due vittorie sfuggite di poco, la terza tappa sulla cima dell’Etna al Giro e la terza frazione della Vuelta. Fino a quando non sei un atleta puoi fare il tuo lavoro in modo scadente, ma a volte anche i bravi lavoratori hanno bisogno di avere la loro giornata, io non ce l’ho avuta. La prossima stagione è un po’ diversa, solo un grande tour e molte gare settimanali. Spero che tutto vada con un po’ più di fortuna.

Nel 2025 compirai 38 anni: quando ci saranno i mondiali, speri di esserci?

Fino a quando avrò lo stesso atteggiamento e una buona squadra, continuo. A 35 anni prendi le cose anno dopo anno. Mi piace davvero e amo quello che faccio, ma non so mai quando sarà la mia ultima stagione, anche se non ho avuto una grande carriera. Se faccio un altro anno va bene, se ne faccio 5 è anche meglio!

Eiking Vuelta 2021

Intermarché Wanty Gobert: l’ultima arrivata sogna in grande

25.08.2021
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La stagione della squadra belga potrebbe essere descritta con due colori, il rosa e il rosso, quelli della maglia di leader di Giro d’Italia e Vuelta Espana. Sì, perché se ci sono due corse in cui tutti ricordiamo l’Intermarché sono proprio queste due, la splendida vittoria di Taco Van Der Hoorn al Giro e di Rein Taaramae alla Vuelta. Quest’ultima ha messo in luce il team di Piva, che sta ancora indossando l’ambitissima maglia rossa, quella del leader della classifica generale.

Ci facciamo raccontare da Valerio Piva, direttore sportivo italiano voluto dal team al momento di salire nel WorldTour, i sogni e le ambizioni di questi ragazzi che si sono ritrovati catapultati nel mondo dei grandi e non hanno intenzione di svegliarsi. Lo intercettiamo durante la Vuelta, tirando le somme di tappe vissute a cento all’ora.

Come sta andando questa 76ª Vuelta, al netto della sfortunata caduta di Taaramae che gli ha portato via la maglia rossa?

Bene, le cadute fanno parte nel ciclismo, dispiace perché Rein era in maglia rossa. L’avremmo magari persa i giorni successivi ma faceva un gran piacere indossarla e con la grande impresa di Odd Christian Eiking ce la siamo ripresa, ma va sottolineato anche Riccardo Minali che si sta mettendo in mostra nelle volate, per lui tre piazzamenti nei primi dieci.

Taaramae Vuelta 2021
Rein Taaramae in maglia roja: una Vuelta da incorniciare, annunciata dal terzo posto al Tour de Savoie
Taaramae Vuelta 2021
Rein Taaramae in maglia roja: una Vuelta da incorniciare, annunciata dal terzo posto al Tour de Savoie
Quali saranno gli obiettivi delle prossime due settimane?

Due principalmente, tenere Eiking nei primi (e magari per il norvegese anche qualcosa in più) e dare il giusto supporto a Minali per provare ad imporsi in uno sprint, la condizione di Riccardo c’è, i risultati arriveranno.

Quando è nato il nuovo progetto Intermarché-Wanty-Gobert?

L’anno scorso, il manger della Wanty ha comprato la licenza World Tour dalla CCC ed è partita questa nuova avventura, io ero libero, mi hanno contattato ed ho subito accettato la sfida.

Com’è stata composta la squadra?

Molti corridori c’erano già dalle passate stagioni, quando il team era Continental, gli altri invece sono stati presi tardi, tra ottobre e novembre. Si sa, in quel periodo non ci sono molti atleti liberi ma sono soddisfatto di quanto fatto, possiamo solo migliorare.

In che ambito?

Tutti, essendo nata “tardi”, ai limiti dell’inizio della stagione in corso; le cose sono state fatte un po’ frettolosamente e con quel che ci si aveva a disposizione nell’immediato.

Piva 2021
Valerio Piva (62 anni) è il diesse della Intermarché Wanty Gobert da quest’anno
Piva 2021
Valerio Piva (62 anni) è il diesse della Intermarché Wanty Gobert da quest’anno
Allora su cosa avete puntato per fare bene subito?

Sugli allenamenti e sulla preparazione, abbiamo incontrato i corridori uno ad uno (sono 28) e abbiamo deciso insieme il programma di corsa. Causa Covid il ritiro di dicembre è saltato un po’ per tutte le squadre, quindi si è lavorato alla cieca. Sapevamo però che l’obiettivo per la stagione sarebbe stato mettersi in mostra in tutte le corse e così abbiamo fatto finora.

Direi quasi oltre ogni aspettativa…

Questo ci deve dare fiducia per il futuro, il progetto Intermarché è a lungo termine, siamo una World Tour “povera” e dobbiamo essere attenti in ogni investimento che facciamo, anche perché non c’è modo di rimediare poi.

Vi siete messi bene in mostra, Giro e Vuelta sono la punta dell’iceberg, avete impressionato anche nelle gare del Nord. E poi se Lorenzo Rota non fosse caduto….

La caduta di Rota a San Sebastian brucia ancora, avessimo vinto sarebbe stato anche il primo trionfo in una classica World Tour. La sua gara è un esempio di come stiamo andando nella giusta direzione, Lorenzo poi è tanto timido, deve imparare a credere in se stesso, le potenzialità ha dimostrato di averle.

Rota San Sebastian 2021
Lorenzo Rota, quarto e sfortunatissimo alla Clasica di San Sebastian: senza la caduta poteva vincere
Rota San Sebastian 2021
Lorenzo Rota, quarto e sfortunatissimo alla Clasica di San Sebastian: senza la caduta poteva vincere
A proposito, c’è un bel po’ di Italia in squadra…

Sì, ci sono quattro atleti azzurri, due erano già qui come Andrea Pasqualon e Simone Petilli. Gli altri due (Lorenzo Rota e Roberto Minali, ndr) sono arrivati dopo, nel parlare con loro mi sono piaciuti e abbiamo deciso di aggregarli.

Cosa si prova ad essere un Davide contro i tanti Golia?

La sfida è intrigante, il modo di lavorare e di investire il capitale messo a disposizione deve essere metodico e ponderato. Anche i nuovi corridori che arriveranno saranno valutati accuratamente, sicuramente non possiamo fare una squadra troppo giovane. Nel World Tour devi fare punti per rimanere nel giro e non puoi affidarti completamente ai ragazzini, dovremo puntare anche su ciclisti esperti, le incognite sono tante.

Avete già qualche idea su quali corridori cercare?

Abbiamo 28 atleti, il minimo per affrontare in modo competitivo il calendario WorldTour. Purtroppo ci sono 8-9 ragazzi che non sono pronti per correre a questi livelli e ciò ha costretto qualche corridore a fare gli straordinari. Uno dei focus sarà avere 28-30 corridori validi che possono essere competitivi nelle gare WorldTour anche perché c’è un limite di giorni di gara imposto dall’UCI.

Minali Vuelta 2021
Per Riccardo Minali una Vuelta positiva, manca solo la ciliegina della vittoria…
Minali Vuelta 2021
Per Riccardo Minali una Vuelta positiva, manca solo la ciliegina della vittoria…
A quanto ammonta questo limite?

Il massimo per un corridore è di 85 giorni, una volta accumulati l’atleta si deve fermare. Conta che in media un ciclista accumula tra i 70 e gli 80 giorni di corsa, un giovane, invece, ne fa solamente 50 altrimenti lo bruci.

Quindi dovrete essere bravi a bilanciare la squadra tra esperti e giovani…

E’ la cosa più difficile, i giovani poi ora sono ancora più ambiti, si è abbassata molto l’età in cui si cercano nuove promesse. Si parla ormai di giovani di talento a 16 anni, questo rende ancora più complicato il nostro lavoro perché più scendi di età, più le possibilità di prendere un granchio aumentano.

In che senso?

Un corridore di 16-17 anni magari va forte perché si è già sviluppato e vince tutte le gare, poi a 19 anni anche gli altri si sviluppano e lui non vince più. Sono tutti alla ricerca dei nuovi Evenepoel, ma non tutti sono come lui.

Insomma, un progetto ambizioso che punta a crescere anno dopo anno.

Assolutamente, siamo molto fiduciosi di poter far bene, bisogna essere ambiziosi ma con i piedi ben saldi per terra, pensiamo a fare bene corsa dopo corsa.