La Pool Cantù in Belgio. Racconto di un’avventura

16.08.2023
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Quando un team juniores affronta una trasferta all’estero è sempre una notizia. Il Pool Cantù 1999 ha affrontato un viaggio in Belgio per la 57esima edizione dell’Auber Thimister Stavelot, prova a tappe di 3 giorni che per i ragazzi del sodalizio lombardo è stato non solo una corsa, ma una vera scuola di vita. Loris Ferrari, il diesse al seguito, ha raccolto tante impressioni partendo da un assunto: in gare del genere i risultati sono sì importanti, ma è l’esperienza in se stessa che conta davvero.

«Questa era la terza volta che partecipavamo alla gara – racconta Ferrari – precedentemente vi prendeva parte la rappresentativa lombarda. Un nostro dirigente conosceva bene gli organizzatori così abbiamo preso il loro posto, da tre anni a questa parte. Noi programmiamo due trasferte all’estero ogni anno: una in Olanda a fine maggio e questa».

Cedric Keppens (BEL) vince l’ultima tappa e la classifica finale. Travella 31° a 3’41” (foto Facebook/Auber Thimister Stavelot)
Cedric Keppens (BEL) vince l’ultima tappa e la classifica finale. Travella 31° a 3’41” (foto Facebook/Auber Thimister Stavelot)
Che valore ha quest’evento?

Già il fatto di essere in Belgio che è un po’ una delle roccaforti del ciclismo varrebbe da solo la trasferta, ma per loro questa prova è come il Lunigiana per noi, un evento di riferimento assoluto. E’ la gara principale in quella zona del Belgio, lo scorso anno avevano partecipato tanti campioni nazionali per far capire la sua importanza. Quest’anno ha sofferto la concorrenza con i mondiali che si svolgevano lo stesso fine settimana, ma c’erano comunque tantissime compagini straniere, anche da Australia e Usa.

Che tipi di percorsi avete trovato?

Quelli classici delle Ardenne, anche questo è servito molto ai ragazzi per crescere. Non c’è praticamente mai pianura. Le prime due tappe avevano dislivelli da 1.500 metri, l’ultima addirittura 2.400 metri, con all’intero alcune epiche salite della Liegi-Bastogne-Liegi come lo Stockeu. Non è un caso se nel suo albo d’oro recente c’è gente come Kelderman, Gaudu, Evenepoel

I passaggi su pavé sono stati difficoltosi per la pioggia. Qui Christian Sanfilippo (foto Facebook/Auber Thimister Stavelot)
I passaggi su pavé sono stati difficoltosi per la pioggia. Qui Christian Sanfilippo (foto Facebook/Auber Thimister Stavelot)
Che impressione ne hanno ricavato i ragazzi?

La cosa che mi dicevano tutti è che è un mondo completamente diverso dal nostro. Sapevano che sarebbero andati incontro a una gara molto difficile ed erano preparati, fisicamente e mentalmente. Nella prima tappa solo una caduta a meno di 2 chilometri dal traguardo ci ha impedito di ottenere qualcosa d’importante. Come si è visto nella seconda, erano fuggiti in 7 e non sono più stati raggiunti ma Fiorin ha vinto la volata del gruppo. Nel complesso comunque abbiamo ottenuto 3 piazzamenti nella Top 10 con Grimod, Fiorin e Travella, è un buon bilancio.

Nell’ultima tappa però ben 4 su 6 si sono ritirati…

Era una tappa “troppo belga”. Fiorin e Ferrario, quelli meno a loro agio con questo clima, hanno mollato quasi subito, Bonalda ha rotto una ruota con l’ammiraglia lontana, Grimod stava morendo di freddo, lo abbiamo fermato noi.

La volata del secondo giorno, Fiorin sulla destra coglie il 7° posto (foto Facebook/Auber Thimister Stavelot)
La volata del secondo giorno, Fiorin sulla destra coglie il 7° posto (foto Facebook/Auber Thimister Stavelot)
Quanti eravate in trasferta?

Sei corridori e altrettanti d’accompagnamento tra massaggiatori, meccanici e io che sovrintendevo il tutto. Avevamo un’auto e un furgone. I ragazzi all’andata sono arrivati in aereo, al ritorno ci siamo stretti e siamo partiti tutti insieme. La logistica era molto curata: eravamo in un appartamento che gestivamo autonomamente, favoriti anche dal fatto che le tappe erano tutte vicine. Rispetto alla soluzione dell’albergo era preferibile.

Che atmosfera avete trovato?

Bellissima quando si dice che questa è la patria del ciclismo hanno ragione, trovi gente entusiasta ogni giorno. I ragazzini venivano a chiedere borracce e selfie, i ragazzi dicevano che si sentivano quasi dei professionisti… Era qualcosa di contagioso.

Per i ragazzi lombardi sempre tanto affetto da parte dei locali, qualcosa che è rimasto nel cuore (foto Facebook/Auber Thimister Stavelot)
Per i lombardi sempre tanto affetto da parte dei locali (foto Facebook/Auber Thimister Stavelot)
In Italia di corse a tappe per juniores ce ne sono pochissime. E’ forse questa mancanza di esperienza che i nostri pagano quando vanno all’estero?

Un po’ sì, per fortuna si è corso ai ripari da quest’anno, togliendo quel vincolo di far partecipare i ragazzi a sole due corse di più giorni, quando vediamo che all’estero fanno quasi solo quello. Gli organizzatori pian piano si stanno facendo avanti, vedi il Giro del Veneto. E le gare alle quali abbiamo partecipato avevano un livello ottimo. Ci vorrà un pochino di tempo, ma sono sicuro che quel gap verrà presto colmato.

Per Belletta prima esperienza in Olanda e già pregusta il 2023

10.10.2022
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Negli scorsi giorni Dario Igor Belletta è stato in Olanda, per la prima presa di contatto con responsabili e strutture della Jumbo Visma. Un incontro rimandato più volte dopo la firma, ma che il corridore di Magenta attendeva con grande impazienza, voglioso d’iniziare la sua nuova grande avventura.

L’estate ha portato mille emozioni al diciottenne lombardo, tra la conquista del titolo italiano e l’approdo in un team così prestigioso. Il mondiale non è certamente andato come sperava, terminando anzitempo rispetto alla sua conclusione e, trasferta australiana a parte, i suoi risultati sono stati meno brillanti rispetto a prima ma una ragione c’è e Belletta lo ammette: «Da quando ho firmato cerco di rischiare il meno possibile. Non corro con l’obbligo del risultato, anzi se posso essere utile ai compagni lo preferisco. Per me il 2023 sarà decisivo, mi gioco tantissimo e voglio arrivarci integro».

L’ultima vittoria di Belletta, il successo al Trofeo Fiorina di Clusone (foto Giuliano Viganò)
L’ultima vittoria di Belletta, il successo al Trofeo Fiorina di Clusone (foto Giuliano Viganò)
Da quando hai firmato il contratto, in che contatti sei con il team olandese?

Li sento quasi tutti i giorni, finalmente poi sono potuto andare alla sede per ritirare il materiale e prendere contatto con la struttura. Incontrare di persona i responsabili è un’altra cosa, abbiamo potuto gettare le basi per la stagione che verrà. Sarà il primo anno nella nuova categoria, c’è tanto da imparare ma io voglio adattarmi il prima possibile.

Come giudichi questa stagione rispetto alla precedente?

I risultati ci sono stati in entrambe, in questa stagione ci sono stati più alti e più bassi mentre al primo anno junior ero stato leggermente più costante nel rendimento. Con un po’ di fortuna in più avrei portato a casa risultati maggiori ma nel complesso è stato un buon anno.

Salvoldi con Belletta in pista: il lombardo è argento mondiale nella corsa a punti (foto Fci)
Salvoldi con Belletta in pista: il lombardo è argento mondiale nella corsa a punti (foto Fci)
Come ti sei trovato a lavorare in nazionale con Salvoldi, che lo scorso anno non c’era?

Con lui il lavoro è assiduo e molto attento. Abbinare strada e pista non è semplice e sicuramente influisce sull’evoluzione della stagione perché molti eventi sono ravvicinati, ma quel che è certo è che in quest’anno, sia nei raduni che nelle trasferte azzurre ho imparato molto.

Il cittì, parlando della categoria, sottolineava il fatto di come si lavori con ragazzi molto diversi fra loro come evoluzione fisica, c’è chi si sviluppa nel corso dei due anni di appartenenza agli junior e chi è precoce e quindi al primo anno ha un vantaggio fisico sugli altri. Tu sei cambiato in questi 12 mesi?

Fisicamente sono rimasto com’ero, sono alto 1,87 per 73 chili. Quello che dice il cittì è vero, io forse ho sviluppato prima ma credo che in definitiva questo poco influisca sull’evoluzione di un corridore. Per emergere oltre al fisico devono esserci altre caratteristiche che riguardano la tecnica, il colpo d’occhio, il vero senso di essere un corridore. Credo di avere il classico fisico da passista veloce, capace di tenere anche su certi tipi di salite.

Per il corridore della Pool Cantù 1999 la gioia della maglia tricolore vinta a Cherasco
Per il corridore della Pool Cantù 1999 la gioia della maglia tricolore vinta a Cherasco
Approdando alla Jumbo Visma avete già parlato di obiettivi per il 2023?

No, credo che se ne parlerà nel corso dei primi ritiri ma per assurdo credo che non ce ne saranno di specifici e la cosa non mi dispiace. Il 2023 sarà importantissimo per crescere e continuare a sviluppare il motore. Il mio vero obiettivo è migliorare e dare sempre il massimo ed è questo alla base della mia scelta di entrare in un progetto così prestigioso.

Quasi tutti i tuoi compagni di nazionale e avversari nelle classiche italiane hanno scelto di andare all’estero come te: è una scelta che ti pesa, soprattutto per non avere alternative all’altezza in Italia?

Io non lo vedo come un problema. Non è che lascio l’Italia, continuo ad allenarmi prevalentemente a casa, a studiare, in realtà almeno inizialmente cambia poco. Bisogna poi partire da un presupposto: se scelgo questa vita lo faccio sapendo che si viaggia molto, non si può restare nel nido in eterno. Io non vedo svantaggi.

In Australia un mondiale senza squilli, chiuso con un ritiro. Lo scorso anno era stato 33°
In Australia un mondiale senza squilli, chiuso con un ritiro. Lo scorso anno era stato 33°
Che cosa ti proponi per il finale di stagione?

Vorrei solo chiudere in maniera tranquilla, non ho l’assillo dei risultati, poi finalmente potrò riposare e ricaricare le batterie in vista della nuova stagione. Non so quando riprenderemo e quando e dove ci sarà il ritiro, me lo dovranno far sapere.

Continuerai a dividerti fra strada e pista?

Sicuramente, anche se il focus sarà maggiormente sulla strada. Ma per le eventuali convocazioni per la nazionale sarò sempre pronto, ci mancherebbe…

Belletta, la maglia tricolore è un passaporto per l’estero

07.07.2022
5 min
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Che Dario Igor Belletta fosse uno degli junior più in vista del movimento italiano era cosa risaputa sin dallo scorso anno, dal suo trionfo al Gran Premio Liberazione. Ora però si può chiamarlo campione, dopo che a Cherasco (Cuneo) ha conquistato la maglia tricolore che era il suo grande obiettivo per questa prima parte di stagione. E non lo ha certo fatto in maniera semplice. Pur essendo accreditato alla vigilia di grandi possibilità in caso di arrivo in volata, il portacolori della GB Junior Team-Pool Cantù 1999 ha scelto la maniera forte, andandosene addirittura a 35 chilometri dal traguardo, con un’azione di quelle che riescono solo ai grandi, quando in palio c’è qualcosa di veramente importante.

A ben guardare, questo potrebbe essere non solo il segnale di un salto di qualità, ma anche di un effettivo cambio di pelle da parte di Belletta, intenzionato ad ampliare sempre più il parco di armi a disposizione per fare la differenza anche in contesti ben più elevati.

Belletta Cherasco 2022
Il podio finale di Cherasco, con Belletta fra Burani (2°) e Milesi (3°) staccati di 38″ e 43″ (foto Ossola)
Belletta Cherasco 2022
Il podio finale di Cherasco, con Belletta accanto a Burani, 2° a 38″ (foto Ossola)

Esaltato nel caldo torrido

Ripercorrendo la sua cavalcata vittoriosa (l’arrivo nella foto di apertura di Flaviano Ossola), Dario sottolinea un aspetto importante.

«E’ stata una gara resa ancor più dura dal caldo – dice – si toccavano i 38°C e il tracciato era sempre sotto il sole (dei 170 partenti, solo 49 sono arrivati, ndr). Fino al penultimo giro la gara era stata abbastanza chiusa, ma nel gruppo c’era molta stanchezza, io invece sentivo di averne e al Gpm ho capito che era il momento di andare. Ho anche sperato che qualcuno mi seguisse, invece mi sono ritrovato da solo e a fine discesa il vantaggio era cospicuo, così ho tirato diritto».

Avresti potuto tranquillamente aspettare lo sprint, invece hai scelto un’azione più rischiosa, significa che stai cambiando?

E’ logico che sia così, il ciclismo moderno lo impone. Rimanere sulle ruote non paga, aspettare lo sprint è un rischio. Io resto un corridore veloce e questo non cambia, ma non basta per distinguersi, voglio dire la mia su ogni tipo di percorso. Quello di Cherasco era duro, con oltre 2.000 metri di dislivello, ma io sto lavorando proprio sui miei punti deboli, sto migliorando nella mia tenuta in salita: non sarò mai uno scalatore, ma voglio essere un corridore il più completo possibile.

Belletta 2021
Belletta quest’anno è già stato in nazionale alla Course de la Paix chiusa al 41° posto
Belletta 2021
Belletta quest’anno è già stato in nazionale alla Course de la Paix chiusa al 41° posto
Quest’anno hai gareggiato spesso in corse a tappe, anche all’estero. Considerando questa tua trasformazione in essere, che cosa ci possiamo aspettare da te nelle gare di più giorni?

Le gare a tappe sono davvero dure e per curare la classifica servono caratteristiche specifiche. Credo che la caccia alle vittorie parziali sia più nelle mie corde. Alla Corsa della Pace per tre volte sono entrato nei primi 6. Le gare a tappe sono qualcosa di diverso dal resto, più ne fai e più migliori.

E’ chiaro che questa vittoria tricolore ti proietta in maniera particolare verso l’europeo del fine settimana: che cosa sai al riguardo?

Il tracciato va ancora visto e studiato, soprattutto dovremo parlare col cittì Salvoldi per capire come interpretare la corsa, ma poi si sa che tutte le tattiche che puoi studiare alla vigilia vanno verificate in base a come si evolve la gara. So comunque che è un percorso abbastanza impegnativo, non troppo dissimile da quello di domenica scorsa.

Quindi non sai ancora quali saranno i vostri ruoli…

No, ne parleremo con Salvoldi al momento adatto, quel che posso garantire è che come ho fatto in tutte le altre occasioni, darò tutto per la maglia azzurra, spremendo fino all’ultima goccia di energia. Sia che si possa correre per una soddisfazione personale, sia che si tratti di difendere un compagno.

Belletta Liberazione 2021
La volata vittoriosa di Belletta al Liberazione 2021. Ora vince anche per distacco…
Belletta Liberazione 2021
La volata vittoriosa di Belletta al Liberazione 2021. Ora vince anche per distacco…
Ormai sei un punto fermo della nazionale…

So che Salvoldi ha molta fiducia in me e voglio ricambiarla, qualsiasi compito mi venga dato. L’importante è che emerga uno di noi (con Belletta correranno Mirko Bozzola, Lorenzo Conforti, Luca Paletti, Matteo Scalco e Leonardo Volpato, ndr).

Andiamo un po’ avanti nel tempo: a fine anno cambierai categoria, hai già idea di quel che succederà?

Non ho ancora firmato, ma so che andrò in una squadra estera di grande prestigio, dove mi faranno correre fra gli under 23. Mi hanno già detto che dovrò farmi le ossa nella categoria inferiore e sono contento di questo, perché sono convinto che passare subito sarebbe un errore, c’è ancora tanto da imparare.

Il lombardo si divide con profitto fra strada e pista: lo scorso anno è stato iridato nell’eliminazione (foto Fci)
Il lombardo si divide con profitto fra strada e pista: lo scorso anno è stato iridato nell’eliminazione (foto Fci)
Andare all’estero ti preoccupa o ti entusiasma?

Sicuramente il secondo caso. So che a 18 anni è un po’ un salto nel buio, ma se voglio fare questo mestiere devo investire il più possibile su me stesso. Non ho paura d’integrarmi con la squadra e lo staff, parlo fluentemente inglese e quindi non ci saranno problemi da quel punto di vista.

E come modo di correre, in base alle esperienze che hai fatto quest’anno ci sono differenze con il ciclismo italiano?

Sì, noi siamo abituati a correre al risparmio e giocarci tutto nel finale, ma quando vai all’estero ti accorgi che quelle sono battaglie vere, dal primo all’ultimo minuto. Il ciclismo vero ormai è fuori dai nostri confini e bisogna adattarsi il più possibile. Un’azione come la mia di domenica molti l’hanno vista come un azzardo, all’estero è la regola…