Mario Chiesa impegnato con i ragazzi. Ma alla sua maniera…

23.08.2025
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Un nuovo impegno nel mondo del ciclismo, una nuova possibilità per trasmettere tutta la sua esperienza. Dal 2026 Mario Chiesa entrerà a far parte dello staff del Pedale Casalese Armofer, formazione lombarda juniores che si sta mettendo sempre più in luce e che grazie a lui conta di fare un altro passo in avanti.

La storia ciclistica di Chiesa è lunghissima. Professionista per oltre un decennio correndo con Carrera e Asics, ha poi guidato ammiraglie prestigiose come quelle di Liquigas, IAM Cycling, Bahrain ma poi ha scelto una via diversa, dedicandosi ai giovani.

Il tecnico lombardo entrerà ufficialmente nello staff del Pedale Casalese il prossimo anno
Il tecnico lombardo entrerà ufficialmente nello staff del Pedale Casalese il prossimo anno

«Con Luca Colombo è una vita che ci confrontiamo su tante cose, lui e Bardelloni che è di Brescia sono un po’ i miei due punti di riferimento per orientarmi in questo mondo giovanile. Così parlando mi ha detto di quest’idea legata alla sua società, oltretutto siamo insieme nella commissione tecnica della Lega e da lì è partito tutto. Io comunque sono già impegnato con la mia squadra esordienti, perché sono quelli che oggi come oggi bisogna cercare di aiutare perché sono la vera base del ciclismo, secondo me l’ultima frontiera per dare un futuro a questo sport».

Che squadra è?

Il Gs San Geo Soprazocco, sono vicino casa mia, sono con loro al secondo anno insieme a un mio collega. Usciamo in bici insieme, ci alleniamo, qualche volta li accompagno anche alle gare. E’ per questo che non ho voluto entrare al 100 per cento nel Pedale Casalese, ma solamente sotto un aspetto organizzativo, come consigliere ad esempio su come programmare un calendario e avere dei contatti all’estero per poter correre fuori dei confini italiani che è una straordinaria scuola di apprendimento.

I ragazzi del Gs San Geo Soprazocco pronti per l’allenamento. Chiesa è alle loro spalle
I ragazzi del Gs San Geo Soprazocco pronti per l’allenamento. Chiesa è alle loro spalle
Come mai questo impegno totale per le categorie giovanili?

Io ho lasciato il livello professionistico perché non lo sento più mio. Forse ero abituato in un mondo dove c’era meno business ma più cuore, più squadra. Oggi è tutto numeri, ma va a mancare l’aspetto umano che secondo me potrebbe fare ancora la differenza. Per questo non lo sento più il mio ambiente, per questo ne sono uscito lentamente. Poi anche il mio tempo è limitato, ho un po’ di problemi famigliari. Ho voluto lasciare andare per essere un po’ più a disposizione in caso di necessità. L’anno scorso avevo un contatto per una squadra WT, ma ho dovuto dire di no perché se mi prendo un impegno, voglio portarlo a termine.

Ora come ti organizzi?

Per quest’anno seguo due allenamenti con gli esordienti, mercoledì e venerdì, la domenica la corsa e di queste su 10 vado almeno a 6.

Chiesa insieme a Chiappucci, del quale è stato fedele gregario. Ha vinto il Trofeo Matteotti nel 1990
Chiesa insieme a Chiappucci, del quale è stato fedele gregario. Ha vinto il Trofeo Matteotti nel 1990
Ti occupi di ciclismo giovanile e quindi vedi che gli juniores stanno cambiando pelle e sono sempre più impegnati. Questo cambiamento rispetto al passato si vede anche fra gli esordienti?

Enormemente. Una volta si diceva che in quell’ambito dev’essere tutto solo divertimento, ma io vedo che si sta sempre più scendendo. Mi spiego meglio: gli juniores ormai si allenano come gli U23 o i dilettanti di una volta. Gli allievi come gli juniores e di conseguenza gli esordienti come gli allievi, stanno perdendo quel clima ludico che a quell’età è fondamentale. Io lo difendo a spada tratta e per fortuna ho dei dei genitori che capiscono che ci sono dei limiti. Io gli ho sempre detto: «Ragazzi, questa è l’unica categoria dove potete divertirvi. Non voglio gioco di squadra, cioè che uno tira per l’altro per fare il risultato». Noi dobbiamo far divertire i ragazzi, insegnargli il ciclismo, cosa vuol dire essere una squadra col comportamento, non con le strategie, per quelle c’è tempo. Io spiego loro che ci sono tre tipi di corridori: il primo è quello con l’obiettivo di finire le corse. Il secondo è quello che vuole il piazzamento. Poi quelli più forti che puntano sempre o a vincere o al piazzamento sul podio.

Anche fra i ragazzini?

Sì, ma se il corridore che ha l’obiettivo di portarsi a casa il piazzamento lo sacrifico per cercare di far vincere l’altro corridore, gli tolgo la soddisfazione e l’entusiasmo e lo porterò a smettere. Noi già abbiamo pochi corridori, se andiamo a perdere anche questi cosa ci resta? Un’altra cosa che ho notato e che non mi piace è anche fra gli esordienti si mettono a prendere gel a tutto spiano imitando i professionisti. E’ una cosa molto sbagliata. Ho proibito ai miei di farlo perché non serve assolutamente per gare di un’ora.

Le gare di esordienti sono sui 40 chilometri. Ha senso quindi farli allenare tanto sul fondo?
Le gare di esordienti sono sui 40 chilometri. Ha senso quindi farli allenare tanto sul fondo?
Ma i ragazzini sono tanto diversi da come erano quelli della tua generazione?

Noi ci divertivamo, alla fine dell’allenamento ci mettevamo anche a giocare a pallone tra di noi. Non c’era stress. Oggi invece c’è stress in tutto, nell’alimentazione, nell’allenamento. Vedo squadre che vanno a fare 80, 90 chilometri di allenamento quando le gare sono di 40. Non ha senso. Quando la domenica non ci sono corse, facciamo magari giri di 60 chilometri, ma ci fermiamo anche e ci prendiamo da bere. Fare tutto questo fondo a quell’età a che serve? Le gare sono tutte basate sugli scatti…

E’ un sistema che vuoi portare avanti anche fra gli juniores?

Si deve fare così. Trovo assurdo che i ragazzi vengano valutati in base ai loro “watt per chilo”. Così abbiamo tutti scalatori. C’è una selezione dal mio punto di vista sbagliata. Far diventare tutto un business non credo farà del bene al nostro sport. Il ciclismo è ancora uno sport basato sul sacrificio, uno sport umile, uno sport dove il business fa presto anche a bruciare i corridori. Avrai sempre un riciclo, ma non sarà più spettacolare come prima.

Fantini, gli ori juniores in pista e la Solme-Olmo che lo aspetta

11.11.2024
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Un primo assaggio da U23 lo ha fatto quarantotto ore fa nel trevigiano a San Biagio di Callalta per conoscere la Solme-Olmo, sua prossima formazione. Cristian Fantini lascia gli juniores per saltare nella nuova categoria portandosi in dote le medaglie d’oro europea e mondiale nell’inseguimento a squadre.

I due titoli internazionali dell’estate si sono aggiunti alle due affermazioni su strada ottenute in primavera con la maglia del Pedale Casalese Armofer. Il diciottenne reggiano si è attirato le attenzioni di tanti osservatori senza avere gli stessi riflettori sotto cui erano finiti altri suoi colleghi. E probabilmente è stato un bene per Fantini perché ha potuto correre con meno pressioni, anche se comunque una proposta importante per il 2025 era arrivata dai “vicini di casa” di Cavriago. Infatti la VF Group Bardiani CSF Faizanè lo avrebbe voluto far passare pro’ integrandolo al suo gruppo dei giovani, però alla fine non se n’è fatto nulla. Un’operazione solo rimandata che solo il tempo dirà e che tuttavia lo stesso Cristian dovrà guadagnarsi attraverso la Solme-Olmo.

Fantini con Gian Pietro Forcolin, presidente della Solme-Olmo. La carriera U23 del giovane reggiano inizia dal team trevigiano (foto Photors.it)
Fantini con Gian Pietro Forcolin, presidente della Solme-Olmo. La carriera U23 del giovane reggiano inizia dal team trevigiano (foto Photors.it)

Il suo compagno

Il nome di Fantini è sempre stato uno di quelli da seguire fin dagli esordienti. Almeno un sigillo a stagione lo ha sempre piazzato e quest’anno ha fatto un grande step in avanti. Assieme a Magagnotti, Costa, Sporzon e Stella ha conquistato l’europeo a Cottbus e il mondiale a Luoyang col quartetto facendo fermare il cronometro, proprio nel velodromo cinese, a 3’51”199 per uno straordinario record del mondo. Il suo compagno Stella, il più duttile in pista, dopo quel trionfo ha speso parole gratificanti nei suoi confronti.

«Posso dire che Cristian è stata la nostra sorpresa. A inizio stagione so che c’era qualche dubbio sui suoi requisiti. Era meno performante degli altri, ma il cittì Salvoldi ha continuato a crederci e lui è venuto fuori al momento giusto. O lui o Magagnotti erano quelli deputati a chiudere le nostre prove».

Il suo mentore

Se il cittì azzurro ha continuato a crederci lo deve anche ai riscontri avuti da Luca Colombo, diesse di Fantini. L’ex iridato della cronosquadre ha instaurato un rapporto sincero e profondo con i suoi atleti, specialmente se questi pensavano di aver già dimostrato qualcosa oppure non si applicavano al meglio delle loro potenzialità.

«Con Cristian – spiega Colombo – ammetto che non sono stato tenero a volte, ma l’ho sempre fatto per il suo bene. L’ho sempre reputato un corridore con ampi margini di crescita e ho sempre creduto in lui, tant’è che lo seguivo da tanti anni. Fisicamente c’è, però deve maturare ancora come atleta e come persona. Come è giusto che facciano con pazienza quelli della sua età. Personalmente per il 2025 non lo ritenevo ancora pronto per il salto tra i pro’ (curiosamente sarebbe stato il secondo reggiano della VF Group dopo Biagini, altro ex juniores del Pedale Casalese, ndr). Credo che nella Solme-Olmo troverà l’ambiente e le persone giuste per crescere in modo più graduale. Poi ovvio che spero di vederlo passare nel giro di poco».

Tra Fantini e Colombo c’è un rapporto forte e sincero. La crescita del ragazzo è passata attraverso i consigli del diesse piacentino
Tra Fantini e Colombo c’è un rapporto forte e sincero. La crescita del ragazzo è passata attraverso i consigli del diesse piacentino

Parola a Cristian

Nei due anni al Pedale Casalese, Fantini ha imparato a correre grazie a Colombo, soprattutto in proiezione futura. Gliene è riconoscente e guarda avanti senza rimpianti.

«Il contatto con la VF Group – racconta Fantini – c’è stato a cavallo dell’europeo in pista. Ovviamente ero contento e mi ha fatto piacere, anche perché conosco abbastanza bene la famiglia Reverberi da tempo, dato che abitiamo vicini. Non si è concretizzato nulla e non so se sarebbe stata la scelta più giusta per me. Alla fine riflettendoci bene, sono d’accordo con Luca. E’ meglio essere andato con la Solme-Olmo e guardo volentieri a quello che dovrò fare con loro nel 2025.

La perla del 2023 arriva quando Fantini finalizza il perfetto lavoro dei compagni battendo Mellano (foto italiaciclismo.net)
La perla del 2023 arriva quando Fantini finalizza il perfetto lavoro dei compagni battendo Mellano (foto italiaciclismo.net)

«So che cambierà l’ambiente, sarà un’esperienza nuova in tutto. Abbiamo già fatto il primo incontro e sono sereno. Anzi sono curioso di sapere cosa mi aspetta. Al momento non sono troppo spaventato, perché so che se si fanno i lavori fatti bene, non devi temere nulla. Ecco, forse al momento ho solo il timore di come starò in gruppo durante le gare. Anche quello comunque sarà un modo per crescere, che è l’obiettivo primario».

Il biennio juniores

Le due stagioni da juniores con tre successi complessivi sono già storia per Fantini. Le rivive in velocità come quando si lancia in volata o in pista.

«Abbiamo sempre lavorato il giusto – prosegue Cristian – ovvero poco rispetto a certi altri juniores per non bruciare le tappe. Mi sono sempre fidato di Luca, fra di noi c’è un bel rapporto, anche di amicizia, non solo atleta-diesse. Già l’anno scorso avrei dovuto fare la pista, ma lui mi diceva che erano carichi di lavoro pesanti che io in quel momento non avrei saputo gestire. Aveva ragione.

«Ho fatto il 2023 di ambientamento alla categoria. Ho aiutato la squadra e spesso mi sono trovato a lavorare per Omati, però quando potevo avere un po’ di spazio mi sono giocato le mie carte. E una vittoria l’ho centrata. Quest’anno invece sono partito molto bene con due vittorie in quindici giorni poi ho calato l’attività su strada per curare la pista. Con i miei compagni di nazionale inizialmente non ci aspettavamo di vincere, ma sapevamo che stavamo andando forte. Agli europei in Germania abbiamo preso coscienza dei nostri mezzi e di quelli degli avversari. Siamo andati al mondiale convinti di vincere e di poter realizzare il record. E così è stato».

Allenamenti in vallata

Fantini si ispira a Van Aert ed abita in una porzione della provincia di Reggio Emilia perfetta per la bici e per inseguire i propri sogni. Dalla sua Ciano d’Enza (dove nel 2021 passò la quarta tappa del Giro d’Italia) la strada inizia ad inerpicarsi verso le colline e il più alto Appennino. Quelle strade sono state la palestra d’allenamento di Malori, che abita dall’altra parte del fiume. A Castelnuovo ne’ Monti, circa 30 chilometri da casa, ci sarà un arrivo della Corsa Rosa di quest’anno e Cristian sicuramente non mancherà all’appuntamento. Intanto sa su cosa vuole migliorare.

Fantini (in terza posizione) si è concentrato all’attività in pista dopo il buon inizio su strada (foto FCI)
Fantini (in terza posizione) si è concentrato all’attività in pista dopo il buon inizio su strada (foto FCI)

«Attorno a casa mia – conclude – ci sono belle strade e tanti percorsi per qualsiasi tipo di allenamento. La settimana scorsa sfruttando il sole e gli ultimi caldi, ho fatto anche tre ore e mezza con alcune salite. Sono un passista-veloce e sugli strappi sono sempre andato forte, ma è proprio su salite un più lunghe che io voglio crescere. So che ne dovrò fare tanta senza esagerare se vorrò completarmi come corridore».

Rossi Biagini 2021

Biagini e Rossi: due talenti a scuola da un iridato

10.08.2021
5 min
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L’1 agosto è una di quelle date da segnare sul calendario. Per lo sport italiano grazie agli splendidi ori olimpici di Tamberi nel salto in alto e di Jacobs nei 100 metri, per il Pedale Casalese Armofer-Piacenza Cycling Academy invece grazie alla vittoria di Federico Biagini a Sumirago nel Varesotto nel “Trofeo Paolo Diotto e Matteo Roma”.

Un successo lungamente inseguito dalla formazione juniores dopo 18 piazzamenti nella top 5 (6 secondi posti) che diventano 28 tra i primi 10 e dopo che lo stesso Biagini, con la maglia della rappresentativa dell’Emilia Romagna, aveva conquistato il “bronzo” al recente Campionato Italiano di Darfo Boario Terme vinto da Romele.

E il bis, anzi la doppietta non si è fatta attendere troppo: sabato 7 agosto nel “1° Trofeo Sagra di San Lorenzo a Pescantina” vittoria di Nicola Rossi in tandem con Biagini per il più classico degli arrivi in parata.

Trofeo San Lorenzo 2021
Il podio del Trofeo Sagra San Lorenzo con da sinistra Biagini, Rossi e Gabriele Reccagni (Feralpi), favorito della vigilia
Trofeo San Lorenzo 2021
Il podio del Trofeo Sagra San Lorenzo con da sinistra Biagini, Rossi e Gabriele Reccagni (Feralpi), favorito della vigilia

La squadra piacentina diretta da Luca Colombo – che alle Olimpiadi del ’92 aveva conquistato l’argento nella 100 chilometri della cronosquadre a cavallo dei due ori conquistati ai Mondiali del ’91 e ’94 nella medesima specialità – nell’ultimo periodo continuava a girare attorno al bersaglio grosso e con lui ne vogliamo parlare.

Luca, finalmente è arrivata la vittoria.

Sì ce la siamo meritata, in una gara non semplice e con un ordine d’arrivo di tutto rispetto. Sono molto più che contento sia per Federico, che ha attaccato e si è fatto gli ultimi 50 km in fuga, sia per gli altri miei ragazzi (Rossi ha chiuso al sesto posto, ndr) che finalmente hanno visto gratificato tutto l’impegno che ci stanno mettendo da inizio stagione visto che non siamo una squadra molto attrezzata. Poi è arrivata anche la splendida doppietta.

In effetti guardando le varie graduatorie lottate sempre contro squadroni.

È vero, ce ne sono almeno 10/12 che hanno fatto più punti di noi, però conosciamo le nostre qualità. Abbiamo lavorato per crescere in modo graduale anche se non nascondo che mi aspettavo che la vittoria arrivasse prima e che ne avessimo qualcuna in più, ma va bene così. Anzi, col mio collega Enrico Rocca (l’altro diesse che è uno dei tecnici regionali dell’Emilia Romagna, ndr) avevo detto che ad agosto ci saremmo divertiti. Non pensavo di iniziare subito.

Luca Colombo 1994
Ai Mondiali del ’94 a Catania, dopo l’oro nella cronosquadre, Colombo fece anche la crono individuale fra i pro, pur essendo ancora dilettante
Luca Colombo 1994
Ai Mondiali del ’94 a Catania, dopo l’oro nella cronosquadre, Colombo fece anche la crono individuale fra i pro, pur essendo ancora dilettante
Come è stato gestire dal punto di vista morale questi mesi in cui sfioravate la vittoria?

Non è mai semplice con ragazzi di questa età, ma il mio lavoro di bastone e carota si completa con Enrico che è pure laureato in psicologia sportiva. Anche se brucia perdere ho sempre ritenuto che analizzare le sconfitte serva tanto per crescere mentalmente. Spesso le vittorie possono regalarti gioia ma anche tante convinzioni effimere che vanno scomparendo col passare del tempo. Preferisco un piazzamento meritato che un successo che mi lascia poco in mano.

Da quando è nata la vostra società, nel 2013, ad oggi avete sempre puntato sulla crescita umana dei vostri ragazzi.

Si, noi abbiamo sempre cercato di preparare i ragazzi al salto di categoria senza passare necessariamente prima dai risultati. Penso che da junior debbano iniziare a formarsi come persone e, sotto il punto di vista mentale, come corridori. Vogliamo che ci sia una buona armonia in squadra, che ci sia un equilibrio psicofisico tra chi va forte e chi invece fatica un po’ di più. Chi va forte e si piazza sempre davanti deve imparare ad essere un buon leader e noi quest’anno, visti i risultati, stiamo insegnando questo. Ad esempio stiamo facendo capire che talvolta saper condividere i premi con il resto della squadra è un segno di crescita personale. Oppure come saper coinvolgere anche quei compagni che possono essere un po’ più timidi.

Quest’anno Biagini e Rossi hanno ottenuto tutti i piazzamenti di cui parlavamo prima e poi è arrivata la recente convocazione in Nazionale al collegiale di Piancavallo. Immagino che siate molto soddisfatti però parlaci di loro due. Iniziamo dal reggiano Biagini…

Federico fisicamente è il prototipo dello scalatore moderno. Magro, lunghe leve, alto che però sta continuando la fase dello sviluppo tant’è che stiamo ritoccando alcune misure della bici. È un attaccante nato, ha un discreto spunto veloce, va molto forte in salita e soprattutto non ha paura a prendere il vento in faccia. Può diventare adatto a piccoli giri a tappe. Ha ancora bisogno di tante sicurezze, abbiamo lavorato tanto a livello psicologico per farlo convincere dei suoi mezzi, perché quando porta gli avversari nell’uno contro uno può fare male. Forse questa vittoria può averlo sbloccato.

Armofer 2021
I ragazzi della Armofer: Bolombo e Rocca lavorano molto sulla crescita caratteriale del gruppo
Armofer 2021
I ragazzi della Armofer: Bolombo e Rocca lavorano molto sulla crescita caratteriale del gruppo
Il piacentino Rossi invece che corridore è?

Nicola strutturalmente è più esplosivo di Federico. È decisamente molto veloce e le sue caratteristiche sono simili a quelle di un passista-veloce che tiene bene su strappi o salite medio-brevi. Deve ancora limare qualche chilo di peso e tatticamente è ancora troppo attendista, deve uscire dai suoi schemi mentali perché è troppo inquadrato però anche lui quando si muove sa far male. Se diventa un pochino più freddo anche per lui arriverà presto la vittoria, senza dimenticarci che va molto forte anche in pista ed è stato convocato dalla Nazionale per il collegiale di quattro giorni a Montichiari (dal 3 al 6 agosto, ndr) insieme al gruppo misto juniores/dilettanti.

Biagini e Rossi sono del 2003, al secondo anno nella categoria, quindi pronti al salto tra gli U23. Sappiamo che li hanno cercati in tante squadre, anche qualche team continental estero. Puoi dirci qualcosa di più?

É vero, abbiamo avuto un contatto con Jens Blatter, diesse della formazione continental della Groupama-Fdj, ne abbiamo discusso ed è stato un motivo d’orgoglio per noi. A meno di stravolgimenti, Federico e Nicola dovrebbero aver trovato un accordo rispettivamente con altre due formazioni continental U23 italiane. Preferisco non dire nulla di ufficiale, lo faranno le loro future società (ci ha detto quali saranno, ndr), io mi sono limitato a dare il mio consiglio su cosa e chi scegliere. Intanto stiamo già lavorando per i nuovi arrivi del 2022.