Paul Magnier, Soudal Quick-Step

Raccagni Noviero: uno sguardo da dentro sul talento di Magnier

30.10.2025
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La prima stagione nel WorldTour per Andrea Raccagni Noviero si è conclusa in Cina, dall’altra parte del mondo. Una trasferta che ha visto i ragazzi della Soudal Quick-Step conquistare cinque delle sei tappe previste, tutte con l’autografo del giovane talento francese Paul Magnier.

Il mese di settembre è stato il periodo di maggior raccolta per il velocista classe 2004, in diciotto giorni di corsa ha conquistato quattordici successi. Dalla Francia alla Cina, passando per Slovacchia e Croazia, Paul Magnier non ha lasciato praticamente nulla agli avversari. Solamente qualche briciola.

Paul Magnier, Soudal Quick-Step, Tour of Guangxi 2025
Tour of Guangxi, Magnier infila il quinto successo in sei tappe
Paul Magnier, Soudal Quick-Step, Tour of Guangxi 2025
Tour of Guangxi, Magnier infila il quinto successo in sei tappe

Ricalibrare

Andrea Raccagni Noviero si sta godendo le vacanze in Repubblica Ceca dove da qualche tempo ama passare i periodi di stacco insieme alla fidanzata, atleta di biathlon, e fa il punto su questa prima esperienza tra i grandi del ciclismo mondiale. Una stagione lunga, partita a gennaio dalla terra dei canguri e terminata dieci mesi dopo in Cina

«Come primo anno era iniziato abbastanza bene – racconta – ma non al meglio, nelle gare più impegnative facevo più fatica del previsto. Questo perché a inizio anno la squadra mi aveva consigliato di rallentare un pochino con i carichi e le ore in vista dei tanti impegni. Però abbiamo capito che per performare mi serviva qualche ora di allenamento in più, così nel mese di aprile, dopo la Roubaix, ho cambiato qualcosa. Maggior volume e lavori ad alta intensità per migliorare i valori fuori soglia. In questo modo ho visto un cambio di passo notevole e sono fiducioso in vista del prossimo anno. Dovrei ripartire dall’Australia, dove avrò qualche chance per provare a mettermi in mostra».

La stagione 2026 di Raccagni Noviero dovrebbe partire dall’Australia, come fatto quest’anno all’esordio nel WT
La stagione 2026 di Raccagni Noviero dovrebbe partire dall’Australia, come fatto quest’anno all’esordio nel WT
Torniamo un attimo indietro sul finale da record di questo 2025…

L’ultima parte di stagione l’ho corsa spesso accanto a Paul Magnier, prima in Slovacchia e poi in Cina. Sulle undici tappe a disposizione ne ha vinte nove, direi che il bilancio è più che positivo. Non c’è stato solo lui, anche perché mentre noi in Cina festeggiavamo con Magnier la squadra ha raccolto successi anche con Tim Merlier ed Ethan Hayter

La cosa impressionante di Magnier è stata la costanza e la facilità nell’inanellare vittorie. com’è correrci insieme?

E’ un ragazzo molto simpatico, ma anche uno capace di trascinare il gruppo. Quando si corre con lui si respira un’aria buona in squadra, certo che vincere aiuta a distendere gli animi ed essere sereni. 

Paul Magnier, Andrea Raccagni Noviero Soudal Quick-Step
Magnier e Raccagni Noviero festeggiano la terza vittoria di tappa consecutiva in Slovacchia
In corsa è un leader?

Pur avendo solamente ventuno anni è molto sicuro e determinato, quando c’è lui la strategia è chiara: stare davanti, tenere chiusa la corsa e portarlo allo sprint. In tutto questo Magnier è uno che parla e si fa sentire tanto anche attraverso la radio. Inoltre è sicuro e determinato, ci aiuta a posizionarci e a farci capire quello di cui ha bisogno. Chiaro che non si corre sempre in gestione.

Ci fai un esempio?

Quello che ho descritto prima è la situazione ideale, gara adatta alle sue caratteristiche e che finisce sicuramente allo sprint. Nelle tappe più complicate, come l’ultima al Tour of Guangxi, abbiamo corso in difesa. Il percorso prevedeva uno strappo impegnativo da fare cinque volte, noi abbiamo lavorato per tenere chiusa la gara ma quando la strada saliva dovevamo tenere il suo passo. Nell’ultimo giro si è staccato, io gli sono rimasto accanto e in pianura siamo rientrati. E’ stata una grande fatica, ma poi ha vinto la volata…

Paul Magnier, Andrea Raccagni Noviero Soudal Quick-Step
Il clima in squadra è sempre sereno alle corse, complici i grand successi di questo finale di stagione
Paul Magnier, Andrea Raccagni Noviero Soudal Quick-Step
Il clima in squadra è sempre sereno alle corse, complici i grand successi di questo finale di stagione
Un segnale forte.

Fa capire che non è solo uno sprinter, ma anche un corridore estremamente resistente. Infatti potrebbe essere adatto alle classiche del pavé, magari non quelle dei muri ma una Omloop Het Nieuwsblad, la Gent-Wevelgem o la Roubaix addirittura. E comunque come velocista Magnier ha dimostrato di essere tra i migliori al mondo, non tra i primi tre, ma non è molto lontano.

Uno di quei tre, Merlier, lo ha in squadra…

Per questo ho detto che Magnier può essere da classiche, in quelle corse Merlier fa fatica, mentre lui no. Allo stesso modo credo che per arrivare al livello dei primi al mondo (Philipsen e Milan, ndr) gli manchi solamente la costanza nello sfidarli. Deve mettersi alla prova. 

Per Boonen, Paul Magnjer è la carta giusta che la Soudal può giocare al tavolo delle classiche
Magnier è la carta giusta che la Soudal può giocare al tavolo delle classiche?
Per Boonen, Paul Magnjer è la carta giusta che la Soudal può giocare al tavolo delle classiche
Magnier è la carta giusta che la Soudal può giocare al tavolo delle classiche?
Tu come ti trovi con lui?

Bene, molto bene. Poi come detto prima, quando si vince così tanto è difficile trovarsi male. Mi piace anche il mio ruolo in gara, che all’inizio doveva essere quello dell’ultimo uomo, poi con il cambio di dieta e ritmo sono diventato il penultimo o anche qualche posizione prima. Magnier ha il suo ultimo uomo di fiducia che è Dries Van Gestel, ma in alcune gare si sono aggiunti al gruppo Lampaert e l’ultimo uomo di Merlier.

Com’è vederli all’opera?

Incredibile, abbiamo tanto da imparare. Alla fine quando conta sono capaci di fare un’accelerazione ai 700 metri dall’arrivo per portare fuori il velocista dal gruppo. Ti chiedi come fanno, ma la risposta è facile: sanno limare benissimo. Noi magari nel finale facciamo dieci minuti di fuori soglia, mentre loro giocano con le posizioni e risparmiano tantissime energie. 

Paul Magnier, Soudal Quick-Step, Jasper Philipsen, Alpecin Deceuninck
Elfstedenronde Brugge, Magnier guarda Philipsen, arrivo al fotofinish, ma la spunta il giovane del Wolfpack
Cosa manca a Magnier per lottare contro i migliori velocisti al mondo?

Pochissimi dettagli, ha dimostrato di avere potenza e forza a volontà. Forse, se devo trovare qualcosa, una posizione più aerodinamica in volata. Se si guarda a uno sprinter come Philipsen, si vede tanta differenza, lui è molto più schiacciato sulla bici rispetto a Magnier. Anche se una volta lo ha battuto, alla Elfstedenronde Brugge a giugno. Quindi penso sia proprio una questione di abitudine.

Magnier domina la volata e fa contenti mamma e papà

07.08.2025
5 min
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CIESZYN (Polonia) – Un ruggito da T-Rex risuona sul viale del traguardo della quarta tappa del Tour de Pologne. Paul Magnier agguanta la vittoria dominando la volata quasi per distacco su Turner e Teutenberg, grazie ad una potente zampata partita a 150 metri col finale in leggera ascesa. Il tipico arrivo che preferisce il 21enne della Soudal Quick-Step.

La sua esultanza con mani e voce va ad imitare il verso del dinosauro comparso sulle maglie della squadra (oltre che come mascotte il giorno della team presentation) per rendere omaggio ad un prodotto dello sponsor principale. Magnier però è tutt’altro che un dinosauro, lui è uno dei talenti più cristallini del panorama internazionale. Dopo il secondo posto al fotofinish della prima tappa alle spalle di Kooij, il francese voleva rifarsi e sapeva che a Cieszyn c’era l’altra ed unica occasione. Per lui quello odierno è il decimo successo in carriera ed il primo nel WorldTour.

Nel retropalco, Paul Magnier parla della gara e della vittoria con mamma Sabine e papà Laurent
Nel retropalco, Paul Magnier parla della gara e della vittoria con mamma Sabine e papà Laurent

Davanti a mamma e papà

In queste prime tappe, l’arrivo dei pro’ è stato anticipato dal Tour de Pologne Junior, ovvero ragazzini tra gli 11 e 14 anni che corrono accompagnati dai propri genitori. Oggi Paul ha fatto qualcosa di simile davanti a mamma Sabine e papà Laurent.

«Siamo davvero tanto felici – ci dicono nel retro podio con grande cortesia e grandi sorrisi – perché sapevamo che ci teneva a vincere per noi. Siamo arrivati in Polonia lunedì per seguire Paul in tutte le tappe, ma senza assillarlo. E’ anche un’opportunità per noi per viaggiare e vedere una bella gara».

Infatti Paul rimane sorpreso nel vedere la madre nella bolgia dopo lo sprint. La abbraccia e il padre farà altrettanto con lui poco prima di salire sul podio. E’ un piccolo ritrovo di famiglia, loro chiacchierano e gli lasciamo il giusto spazio.

Milesi ci ha riprovato anche nel finale della quarta tappa. La gamba c’è, manca solo il grande risultato
Milesi ci ha riprovato anche nel finale della quarta tappa. La gamba c’è, manca solo il grande risultato

Volata anticipata

Anche il finale della quarta frazione è un piccolo braccio di ferro tra fuggitivi e gruppo. Verso l’arrivo bisogna affrontare per 4 volte un circuito cittadino di poco più di 6 chilometri. Appena ci si entra un Milesi indomabile evade dal gruppo ripiombando su Maciejuk, ultimo della fuga di giornata. Il bergamasco della Movistar vuole completare l’opera sfumata il giorno prima per una discussa neutralizzazione. Si dà i cambi col polacco della Bahrain Victorious e sembrano guadagnare. A 2,3 chilometri dalla fine vengono inghiottiti dal plotone tirato dagli uomini della Ineos-Grenadiers.

Piccolo inciso. Visto che (così si vociferava) l’UCI in mattinata aveva messo sotto indagine la volata di ieri di Turner, che era staccato al momento della neutralizzazione, forse il team inglese vuole conquistare una vittoria indiscutibile.

«E’ stata una tappa dura – spiega Magnier – con salite dure a metà, in cui ho sofferto un po’. Tuttavia ero fiducioso di fare bene perché ho continuato a spingere, poi nel circuito finale ho mantenuto una buona posizione. Questo mi ha permesso di risparmiare energie per lo sprint. Ho sentito di avere grandi gambe. Sono contento di questa vittoria così importante».

Lapeira è uscito indenne dalla grossa caduta della terza tappa e mantiene la maglia gialla di leader della generale
Lapeira è uscito indenne dalla grossa caduta della terza tappa e mantiene la maglia gialla di leader della generale

Caratteristiche e futuro

Paul è nato in Texas a Laredo, città di 270 mila abitanti esattamente sul confine col Messico, tanto da essere divisa in due. Suo padre è un ingegnere, nel 2004 era già negli Stati Uniti come dipendente di una grossa industria e la moglie lo aveva seguito. Ecco spiegata questo luogo di nascita così esotico, ma la famiglia Magnier vive a Grenoble. Terreno e percorsi per affinare le proprie caratteristiche da corridore non mancano. Paul ha un contratto con la squadra fino al 2027 e fino ad allora sarà certamente un pezzo forte della Soudal.

«Non so se sono il futuro della squadra – ci dice in mixed zone – però so che loro credono in me, come io in loro. Sicuramente penso in futuro di poter ottenere buoni risultati in corse che hanno un finale come le grandi classiche. Sono contento che la squadra voglia costruire qualcosa attorno a me dopo che Remco ci lascerà, anche se per le mie caratteristiche cambia poco. Gli obiettivi saranno le classiche e fare il meglio possibile.

«L’anno prossimo saremo tanti velocisti – ci risponde riferendosi all’arrivo di Stuyven e al probabile ingaggio di Dainese nel treno di Merlier – e sarà un po’ come in passato. La Soudal ha già dei velocisti leader ed io credo che spingerò forte per capire i miei limiti, ma sono certo anche che loro mi aiuteranno tanto a crescere in grande gare. E’ difficile dirlo, ma penso che ci aiuteremo l’uno con gli altri per ottenere più vittorie possibile».

Paul firma le nuove maglie della Soudal indossate anche dalla mascotte T-Rex durante la team presentation
Paul firma le nuove maglie della Soudal indossate anche dalla mascotte T-Rex durante la team presentation

Il prossimo Boonen?

Dopo il Pologne, tra le tante corse dovrebbe correre il Deutschland Tour, il Renewi e a Plouay. Paul Magnier intanto vuole diventare un corridore da classiche, lo dice senza problemi, sfruttando le sue doti di passista-veloce o di velocista moderno, se preferite.

«Il mio idolo è sempre stato Tom Boonen – conclude con un sorriso – e magari potessi fare anche solo una parte della sua carriera. Ora però penso a migliorare step by step e divertirmi correndo. Non penso che correrò l’europeo in Ardeche perché forse è troppo duro per me e non ne ho parlato col nostro cittì. Ho altri programmi per il resto della stagione e l’obiettivo resta sempre quello di conquistare altre vittorie».

La quinta tappa del Tour de Pologne sarà quella più lunga. Una cavalcata di 206 chilometri con partenza da Katowice ed arrivo a Zakopane. E’ una frazione che potrebbe vedere arrivare la fuga, ma che dovrebbe smuovere la generale, sempre comandata da Lapeira (uscito indenne dalla grande caduta di ieri). Le salite lunghe non mancano e a 10 chilometri dalla fine si scollina oltre i 1.100 metri. Potrebbe essere un trampolino di lancio per qualche attaccante.

Si chiama Paul Magnier e non è solo un velocista

06.03.2024
5 min
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SIENA – Alla Strade Bianche, un po’ a sorpresa, la Soudal-Quick Step ha schierato Paul Magnier. Il francese era il più giovane al via assieme al danese Jan Christen: gli unici under 20 del gruppo. Entrambi sono classe 2004.

Bramati e gli altri tecnici lo hanno schierato in Toscana quasi fosse un premio, grazie ai buoni risultati e allo stato di forma eccellente mostrato sin qui. Magnier infatti al debutto nel team WorldTour, ma proprio alla primissima corsa, ha subito vinto. Ha vinto e si è ripetuto qualche giorno dopo. 

Paul Magnier (classe 2004) è stato bronzo ai mondiali di mtb 2022. Da lì il passaggio alla Trinity su strada
Paul Magnier (classe 2004) è stato bronzo ai mondiali di mtb 2022. Da lì il passaggio alla Trinity su strada

Ex biker

A Calpe il “Brama” ci aveva detto: «Abbiamo un nuovo gioiello. Guardate le gambe e capite chi è». Era Paul Magnier.

E chi è dunque questo “francesino” che nella ricognizione della Strade Bianche aveva un occhiale da sole rotondo da passeggio e il ciuffo ribelle fuori dal casco? E’ un ragazzo che viene dalla Mtb, tra i suoi successi c’è anche la tappa di Capoliveri all’Elba agli Internazionali d’Italia Series. Lo scorso anno correva nelle file della Trinity Racing, la squadra con cui Pidcock vinse il Giro U23. 

Da juniores, nelle prime apparizioni su strada, si mise in mostra a crono. Al secondo anno, quando alternava ancora strada e mtb fu secondo al Lunigiana, dove vinse due tappe. Lo scorso, il primo tra gli under 23, è stato terzo agli europei. E nel mezzo tanti altri buoni piazzamenti.

La caduta sugli sterrati di Siena. Sin lì Paul si era ben comportato
La caduta sugli sterrati di Siena. Sin lì Paul si era ben comportato

In camera con Loulou

A Siena era quasi incredulo del grande evento, ma non era affatto intimorito o spaesato. «Sono contento di essere qui – ci ha detto Paul prima del via della Strade Bianche – è una grande gara. E noi siamo una grande squadra. Cercherò di fare più esperienza possibile e di divertirmi».

Magari si è anche divertito, almeno prima di cadere nel tratto di Lucignano d’Asso. Sin lì comunque aveva tenuto bene le ruote. E di certo la Strade Bianche non è una corsa semplice. Tra l’altro era anche la sua prima gara WorldTour. Magari le sue doti da biker hanno convinto i tecnici a schierarlo.

Nei giorni toscani abbiamo avuto modo di osservarlo da vicino visto che abbiamo fatto la ricognizione assieme al team belga e, guarda caso, condividevamo lo stesso albergo. Sembrava un veterano. Grande scioltezza e affiatamento con i compagni, con lo staff… Nessuno direbbe che sia un ragazzo di 19 anni.

«Julian Alaphilippe, è il francese della squadra, e anche per questo gli sono stato molto vicino. Alla Strade Bianche ero in camera con lui! Ne ho approfittato per fargli quante più domande possibili e sfruttare così questa esperienza. E poi ascoltare i suoi racconti di questa o quella corsa… Ah è stato super fantastico! Per me è stato davvero importante».

Come De Lie?

Le due corse che ha vinto Magnier sono state allo sprint, ma con delle differenze: la prima è stata di gruppo pieno, si può dire. La seconda sempre di gruppo, ma un po’ più ristretto. Entrambe, il Trofeo Ses Salines e la tappa in Oman, non erano piatte. Anzi. Quella in Oman nel finale tirava parecchio.

«Non mi aspettavo affatto di vincere subito – ci racconta Magnier – e neanche che ne sarebbero arrivate addirittura due. E’ vero, ho fatto ottimi allenamenti allo sprint questo inverno. Ed è anche vero che in quelle corse la squadra ha fatto un ottimo lavoro. Ho vinto io, ma sono state vittorie collettive. Ora sta a me aiutare Julian Alaphilippe e Kasper Asgreen. Sono super contento, davvero…».

Dicevamo di due vittorie su percorsi non del tutto piatti. Forse, è lecito ipotizzare, Magnier è più di un velocista? L’accostamento con Arnaud De Lie non è poi così peregrino.

«Per il momento – dice Paul – ho vinto quelle gare allo sprint, ma in futuro vorrei essere in grado di essere un velocista un po’ diverso, che sa colpire anche in fuga. Sì, qualche somiglianza con De Lie potrebbe esserci. E’ un grande atleta, mi piace e adoro il suo modo di correre».

Magnier con i suoi occhiali da passeggio durante la ricognizione della Strade Bianche
Magnier con i suoi occhiali da passeggio durante la ricognizione della Strade Bianche

Più forza che chilometri

Quest’inverno Magnier ha lavorato molto sulla forza, contrariamente a quello che si poteva pensare. Visto che doveva correre tra i pro’, accumulare chilometri era la cosa più scontata. Chiaramente ne ha fatti di più, ma ha insistito molto anche sulla forza.

«In realtà ho guadagnato peso (è alto 188 centimetri per 76 chili, ndr) – spiega Magnier – sono andato davvero tanto in palestra e ho messo su “tante gambe”. Certo, è più difficile portarle in salita, ma in pianura e negli sprint mi sento molto più a mio agio».

Probabilmente la struttura da biker era ancora evidente e in Soudal-Quick Step ci hanno voluto lavorare, per quello che è un progetto a lungo termine. Il che è plausibile visto che Magnier ha un contratto fino al 2026. 

Paul ha 19 anni e il team ha intenzione di gestirlo per bene. Nessun passo più lungo della gamba e oculatezza per quel che riguarda giorni di gara e qualità delle stesse. La soluzione? Fare alcune gare anche con il devo team della Soudal-Quick Step, insomma le corse U23.

«Questo mi consentirà di puntare a vincere e a fare esperienza, senza bruciare i passi. Tra i pro’ ho visto che le gare sono più lunghe, soprattutto le salite durano di più. E il livello è altissimo. Il mio passaggio dagli under 23, ma direi anche dagli juniores, è stato molto breve. Io però non vedo l’ora di vivere sempre di più di questo mondo», quello dei pro’ chiaramente.

Sei neopro’ tutti d’oro per la Soudal-Quick Step del futuro

07.02.2024
5 min
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Prima o poi forse sapremo come sarebbe dovuta finire la fusione della Soudal-Quick Step e se davvero il partner prescelto fosse la Jumbo-Visma o piuttosto il Team Ineos Grenadiers innamorato di Evenepoel. In ogni caso anche la Soudal-Quick Step, che nel corso dell’inverno ha visto partire un bel numero di corridori (Ballerini e Bagioli, per restare fra i nostri), si è ritrovata in casa un gruppo di giovani a dir poco interessanti. E se una volta i panni del talent scout per il team belga li vestiva Matxin, oggi il ruolo è di Johan Molly, che questa volta ha dimostrato di avere la vista davvero lunga. Ecco allora come lo scopritore ha descritto i suoi ragazzi, alcuni prelevati dal devo team, altri pescati fuori dopo risultati importanti.

Johan Molly è il talent scout dei giovani per la squadra belga (foto Soudal-Quick Step)
Johan Molly è il talent scout dei giovani per la squadra belga (foto Soudal-Quick Step)

Gil Gelders, 21 anni

Lo scorso anno il corridore di Asse (alto 1,79 per 66 chili) ha vinto la Gent-Wevelgem U23, la Ruota D’Oro a Terranuova Bracciolini e la 2ª tappa al Giro Next Gen. Quest’anno Gelders ha debuttato con il quinto posto nella Down Under Classic.

«Gil sarebbe potuto diventare professionista lo scorso anno alla Bingoal-WB – spiega Molly – ma ha fatto la scelta giusta. E’ rimasto un anno in più nel nostro devo team e questo gli ha permesso di fare un altro grande passo. Secondo me entro un paio di anni potrebbe essere vincente nelle cinque gare Monumento. Nella Gand U23 ha attaccato per tutto il giorno, fino a quando l’ultimo corridore ha dovuto lasciare la sua ruota».

In azione sulla salita di Mount Lofty al Tour Down Under: ecco Gil Gelders
In azione sulla salita di Mount Lofty al Tour Down Under: ecco Gil Gelders

William Junior Lecerf, 21anni

Se ne è andato dal 2023 vincendo il Piccolo Giro di Lombardia. E’ uno scalatore alto 1,69 per 54 chili: leggero ma anche bravo a muoversi in gruppo. Anche lui è figlio del devo team.

«I suoi risultati – dice Molly – parlano da soli. Lo scorso anno è stato molto regolare: quarto al Giro Next Gen, quinto al Tour de l’Avenir. Non vogliamo farne un secondo Isaac Del Toro, ma William in Francia ha impressionato. E’ importante per un corridore: sembrava che migliorasse ogni giorno».

Due maglie in casa Soudal all’AlUla Tour: Lecerf la bianca dei giovani, Merlier la rossa a punti
Due maglie in casa Soudal all’AlUla Tour: Lecerf la bianca dei giovani, Merlier la rossa a punti

Luke Lamperti, 21 anni

Il corridore americano è veloce e ha una struttura importante: alto 1,80 per 74 chili. Proviene dalla Trinity Racing e in squadra lo definiscono l’erede di Jakobsen, ma si immagina che in futuro sarà più di un semplice sprinter.

«Lamperti è un ottimo corridore – conferma Molly – ma non un vero velocista. Se deve trovare la sua traiettoria in uno sprint, ha ancora qualche difficoltà. Fortunatamente in quei casi avrà accanto dei corridori capaci di portarlo perfettamente nel punto giusto e a quel punto potrà giocarsi la volata. Un tipo alla Michael Matthews, capace in prospettiva di fare bene in corse come l’Amstel e la Freccia del Brabante»

Lamperti è arrivato alla Soudal-Quick Step dalla Trinity Racing
Lamperti è arrivato alla Soudal-Quick Step dalla Trinity Racing

Paul Magnier, 19 anni

Prima corsa e prima vittoria, al Trofeo Ses Salines a Mallorca (foto di apertura). Gran fisico (1,87 per 70 chili), il francese che arriva come Lamperti dalla Trinity College ha fatto sorridere quando, da ex atleta della mountain bike, ha confessato di non sapere chi fosse Lefevere. Il suo risultato più eclatante del 2023 è stato il terzo posto agli europei.

«Ho avuto il primo contatto con lui da junior nel 2022 – racconta Molly – durante il Valmorey Tour. A fine anno ha svolto uno stage con noi. Volevamo inserirlo nel devo team, ma alla fine tramite Specialized è andato alla Trinity Racing. E’ un talento davvero eccezionale. Ci piacerebbe portarlo alla Liegi U23 e al Giro Next Gen, ma non so se sarà più possibile visti i risultati che ha ottenuto tra i professionisti».

Warre Vangheluwe con Bramati all’AlUla Tour: un debutto faticoso
Warre Vangheluwe con Bramati all’AlUla Tour: un debutto faticoso

Warre Vangheluwe, 22 anni

Nel 2023 ha vinto la Gullegem Koerse e la Youngster Coast Challenge battendo in volata Alec Segaert dopo una fuga a due di 60 chilometri. Un metro e 89 per 79 chili, fiammingo purosangue, l’importante per lui è che la strada non sia in salita.

«Uno che non ha mai problemi a tirare per la squadra – dice Molly – ma che può anche ottenere risultati per se stesso. Se riesci a battere Segaert in quel modo, hai diritto sicuramente a un posto tra i professionisti».

Pepijn Reinderink ha vinto il campionato nazionale U23 dello scorso anno (foto Instagram)
Pepijn Reinderink ha vinto il campionato nazionale U23 dello scorso anno (foto Instagram)

Pepijn Reinderik, 21 anni

Alle sue spalle ci sono due anni nel Development Team DSM. Un metro e 79 per 67 chili, lo scorso anno ha vinto la prima tappa del Trittico Ardennese e il campionato olandese U23. Va forte in salita, ma non ha esperienza sulle grandi salite, al punto che forse gli avrebbe fatto bene un anno in più in una squadra U23.

«Alla DSM– spiega Molly – Pepijn era ormai in un vicolo cieco, finché Kevin Hulsmans lo ha portato nella nostra squadra, dove l’anno scorso ha impressionato fin da subito. E’ stato prezioso per Ethan Vernon nelle due vittorie al Tour of Rwanda. A dire il vero proprio lì ha avuto una brutta caduta, ma ha tenuto duro, mentre sono certo che altri si sarebbero fermati. L’intenzione era che passasse tra i professionisti solo nel 2025, ma a causa del programma ricchissimo e dei tanti giovani che abbiamo reclutato, abbiamo deciso di prendere un corridore in più».