Olivo davanti a un bivio: nel 2024 si gioca parecchio

14.02.2024
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Le parole di Bryan Olivo tradiscono tutta la sua determinazione: questo è un anno importante, forse decisivo nella carriera del friulano (nella foto di apertura Lucia & Stefano Photo) Una carriera quasi turbinosa, iniziata come grande prospetto nel ciclocross, poi approdata alla strada, ma con occhi privilegiati sulla pista dove ha collezionato trofei e nella cronometro dov’è campione italiano in carica under 23. Ora però Olivo vuole di più soprattutto nelle corse in linea.

Le prospettive per la nuova stagione acquisiscono nuovi colori partendo dall’anno appena trascorso. Anno che, seppur fortunato per la conquista della maglia tricolore, non è ricordato da Olivo con così grande rimpianto.

«Anzi – dice – per me non è stato un anno propriamente positivo. Troppi problemi fisici. Prima quelli intestinali con il dimagrimento di 3 chili in primavera, poi quelli alla gamba sinistra ai mondiali, infine l’infiammazione al miocardio che mi ha pregiudicato il finale di stagione, anche se per fortuna non sono comparse aritmie. Una stagione troppo turbolenta, ma io non ho perso il mio ottimismo e riparto anzi con ancora più carica».

Olivo, nato il 4 gennaio 2003, con la nuova divisa del Cycling Team Friuli
Olivo, nato il 4 gennaio 2003, con la nuova divisa del Cycling Team Friuli
Hai cambiato qualcosa proprio in considerazione di questi problemi fisici?

No, anche perché alla resa dei conti erano tutti disgiunti l’uno dall’altro. Cose che possono capitare, solo che a me sono capitate in rapida sequenza. La preparazione comunque non ne ha risentito e questo è importante.

Nel tuo calendario hai invece intenzione di rivedere qualcosa?

Rispetto allo scorso anno farò meno pista, questo è sicuro. Non l’abbandonerò, anche perché sono sempre convinto che sia utilissima per migliorare alcuni aspetti della strada, ma mi concentrerò maggiormente su quest’ultima. Oltretutto il calendario abbina alcuni appuntamenti importanti su pista a gare su strada che quest’anno non posso perdere.

Il friulano quest’anno punta fortemente alle gare in linea, per arrivare al professionismo
Il friulano quest’anno punta fortemente alle gare in linea, per arrivare al professionismo
Si nota una concentrazione particolare sulla strada, come mai?

Questo è un anno fondamentale. Una sorta di giro di boa. Devo ottenere più risultati possibili, anche in virtù di quanto accaduto nel 2023. Mi gioco tutto, perché voglio che a fine stagione ci sia ad aspettarmi un contratto da professionista. Il fatto di far parte del devo team di una squadra prestigiosa come la Bahrain Victorious è sì un vantaggio, ma nessuno regala niente nel ciclismo di oggi. Il contratto bisogna guadagnarselo e solo i risultati sono il valore utile per ottenerlo.

Il fatto di essere comunque in una squadra satellite ti mette più tranquillo per la ricerca del contratto?

Di tranquillo in questo ambiente non c’è nulla… Certo è importante, ma il mondo va veloce e convincere i dirigenti a darmi una chance non è semplice. Io posso fare una sola cosa, cercare di ottenere il meglio.

A Glasgow problemi alla gamba sinistra hanno pregiudicato la sua prestazione nella crono
A Glasgow problemi alla gamba sinistra hanno pregiudicato la sua prestazione nella crono
Quando comincia la tua stagione e che cosa prevede nella prima parte?

Inizierò con la San Geo, poi andrò avanti fino al 21 aprile con la Gand-Wevelgem U23, a quel punto tireremo una linea e si vedrà come andare avanti. In questa prima parte di stagione ci saranno anche occasioni per corse a tappe, che sono una palestra importantissima, guardata sempre con grande attenzione non solo dal punto di vista dell’ordine d’arrivo, ma anche come prestazione complessiva.

Nell’ottica di cui parlavi, quella di un contratto da professionista, quanto sarebbero importanti occasioni di confronto proprio con i pro’?

Moltissimo, spero di averne e spero anche di raccogliere risultati in quelle occasioni. Rispetto alle gare di categoria, si vede che si viaggia a un ritmo diverso. Ma soprattutto sono gare che danno più visibilità. Per me sarebbero molto importanti.

Lo scorso anno Olivo ha conquistato il titolo tricolore a cronometro, che vuole riconfermare
Lo scorso anno Olivo ha conquistato il titolo tricolore a cronometro, che vuole riconfermare
A parte quello di fine stagione, sapendo che poi i contatti iniziano prima, hai un obiettivo in particolare per questo 2024?

Vorrei avere una costanza di rendimento per tutto l’anno, proprio pensando a quel che è successo nella passata stagione. Poi vorrei confermare il titolo tricolore a cronometro. Io sono convinto che tutto il resto verrà di conseguenza, intanto mi concentro su questo.

A Glasgow è brillata la stella di Canyon

01.09.2023
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La recente rassegna iridata di Glasgow è sicuramente destinata a lasciare un segno importante nella storia del ciclismo. Si è infatti trattato dei primi campionati del mondo multidisciplinari che hanno visto Glasgow e la Scozia per dieci giorni come centro del mondo a pedali.

I mondiali scozzesi saranno ricordati anche per le tante vittorie ottenute da atleti in sella a biciclette Canyon, a cominciare da Mathieu Van der Poel (foto di apertura Kramon), vincitore della gara regina con la sua Aeroad CFR.

Mathieu Van Der Poel è il primo atleta della storia ad essere campione del mondo sia su strada che nel ciclocross (foto Kramon)
Mathieu Van Der Poel è il primo atleta della storia ad essere campione del mondo sia su strada che nel ciclocross (foto Kramon)

Dalla strada alla pista

Anche se in Scozia non era prevista una competizione ufficiale fra i diversi costruttori di bici, Canyon può tranquillamente fregiarsi di una simbolica maglia di campione del mondo. Partendo dalla strada, passando per la mountain bike e terminando con la pista, gli atleti che hanno gareggiato su biciclette Canyon hanno vinto ben 12 medaglie d’oro e per ben 23 volte sono saliti sul podio. 

Questi risultati sono la conferma di come il brand tedesco sia da sempre altamente innovativo ma soprattutto vincente. Nel favorire lo sviluppo di modelli sempre più efficienti e innovativi un ruolo di primo piano l’ha svolto l’Innovation Lab presente all’interno della nuova sede Canyon di Coblenza.

Non solo VdP

Come detto, la vittoria che ha fatto maggiormente parlare è stata quella di Mathieu Van der Poel, che in un solo anno ha saputo conquistare il titolo di campione del mondo su strada e nel ciclocross. Accanto a lui ha brillato la giovane stella danese Albert Philipsen, capace in pochi giorni di conquistare nella categoria juniores il titolo di campione del mondo su strada e in mountain bike nel cross-country.

Al fianco degli atleti che hanno gareggiato su pista c’era la nuova Speedmax CFR Track

Una storia a parte la merita sicuramente l’americana Chloe Dygert in grado di trionfare sia nella prova a cronometro che in pista nell’inseguimento individuale. Al suo fianco la nuova Speedmax CFR Track, l’ultima novità di casa Canyon per le prove a cronometro e su pista.

Obiettivi raggiunti

La rassegna mondiale di Glasgow ha permesso a Canyon di raggiungere diversi obiettivi, e non solo da un punto di vista prettamente sportivo. A confermarlo è Nicolas de Ros Wallace, amministratore delegato dell’azienda tedesca.

«Il nostro obiettivo per gli investimenti nello sport professionistico – ha dichiarato de Ros Wallace – è supportare gli atleti nel loro viaggio verso il successo. Il prezioso contributo che forniscono ci consente di innovare e perfezionare continuamente la nostra serie CFR. Questo a sua volta ci aiuta a realizzare le migliori biciclette per i nostri clienti. I risultati ottenuti dagli atleti Canyon confermano il nostro impegno nel creare le bici migliori al mondo. Inoltre, i loro risultati rafforzano la nostra dedizione nel supportare imprese eccezionali e prestazioni di livello mondiale, aprendo la strada a innovazioni rivoluzionarie e ispirando nelle persone la passione per il ciclismo».

Canyon

Olivo, il formicolio l’ha fermato a Glasgow. Rivincita all’europeo?

24.08.2023
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«Non sentivo più la gamba, non riuscivo nemmeno a capire se fosse distesa o meno». Bryan Olivo ai mondiali scozzesi ha dovuto desistere dalla sua lotta contro il tempo. Il campione italiano U23 della cronometro è tornato dalla spedizione iridata con un 45° posto e un problema da risolvere. Un formicolio invadente e debilitante che dopo 10 chilometri di prova lo ha estromesso da ogni sogno di gloria.

Bryan è di Fiume Veneto un paese in provincia di Pordenone. Quando lo chiamiamo, è tornato da un allenamento concluso nel caldo torrido che soffoca l’Italia da nord a sud. Il suo tono è però disteso perché, seppure ci sia un’incognita da risolvere, è conscio del fatto che farsi prendere dal panico e dalla delusione non servirebbe a nulla. Il centro CTF Lab della sua squadra è già all’opera per risolverlo e sullo sfondo prende forma l’obiettivo europeo di fine settembre

Olivo ha conquistato l’italiano davanti a Nicolas Milesi e Dario Igor Belletta
Olivo ha conquistato l’italiano davanti a Nicolas Milesi e Dario Igor Belletta
Partiamo da dove ci siamo lasciati. Ormai sono due mesi che hai il body tricolore nell’armadio, cosa si prova?

E’ stata una grandissima soddisfazione perché ci lavoravo da tantissimo, da un anno. Ho raggiunto un obiettivo che per me era molto importante. Dopo alcuni alti a bassi che continuano tutt’ora, però è stata una nota positiva in questa stagione.

Come la valuti la tua stagione fino a qui?

Non un granché. Ho fatto bene all’inizio stagione fino ad aprile, poi ho avuto un problema intestinale che mi ha fatto perdere 3 chili. Poi ho recuperato, ho fatto bene la corsa della Pace e con la nazionale. Non corro su strada dal campionato italiano quindi dal 24 giugno. Questo perché c’erano gli appuntamenti della pista U23 e la crono del mondiale da preparare. Sabato e domenica ripartirò con le corse.

Olivo è al secondo anno nel Cycling Team Friuli
Olivo è al secondo anno nel Cycling Team Friuli
L’avvicinamento al mondiale com’è andato?

Non è stato dei migliori perché quando sono rientrato dagli europei di pista ho avuto un problema al polpaccio. Questo non mi ha fatto allenare nel migliore dei modi per una settimana e mezza.

La tua condizione com’era?

C’è da dire di sicuro che non ero ai livelli di Lorenzo Milesi che ha vinto, ma quello si sapeva. Però ecco a una top ten ci sarei andato vicino, sarebbe stata un’ottima soddisfazione per me essendo anche la prima volta ad un mondiale. Non sarebbe stata solo esperienza, ma anche un bel risultato.

Che effetto ti ha fatto vedere Milesi sul gradino più alto?

Lui corre con i professionisti, quindi ha tutto un altro ritmo. Sapevo che sarebbe andato più forte di me. Però sono rimasto molto contento per la sua vittoria. Lorenzo mi sta simpatico è un bravo ragazzo e alla fine abbiamo condiviso tanti giorni in camera assieme. Quindi posso essere solo che felice per lui. 

Olivo ha posto l’obiettivo sugli europei olandesi di settembre
Olivo ha posto l’obiettivo sugli europei olandesi di settembre
Cosa è successo durante la prova mondiale?

Molto semplicemente, dopo credo 10/12 chilometri non mi ricordo precisamente, mi ha iniziato a formicolare tutta tutta la gamba sinistra fino al piede. A un certo punto non avevo più sensibilità e quando mi alzavo in piedi proprio non sentivo più la coordinazione della gamba, non riuscivo a capire se stavo dando forza o no. A un certo punto si vede anche dai filmati TV che provavo a distendere la gamba per fargli riprendere il sangue però in quel momento, quando l’ho distesa non riuscivo neanche a capire se l’avessi distesa o no. E’ stata proprio una brutta sensazione. 

Ti era mai capitato?

Forse agli europei in pista, ma 4 chilometri, non ci avevo fatto caso più di tanto e ho detto “boh sarà una cosa così”. Però mi è ritornato anche stavolta ai mondiali e quindi in questi giorni sarò dai miei preparatori al CTF Lab, dove facciamo posizionamento per vedere se magari con un fondello differente cambia qualcosa rispetto a quello che utilizzo ora. 

La prima ipotesi è quindi quella di un posizionamento errato?

Pensiamo che sia un problema legato allo schiacciamento eccessivo della zona del soprasella. Questo ha implicato un minor passaggio del sangue e di conseguenza il formicolio. Questo sarà il primo tentativo poi vedremo se intervenire sulla sella, l’importante è non stravolgere tutto insieme.

Olivo su strada non ha mai lamentato problemi legati alla posizione
Olivo su strada non ha mai lamentato problemi legati alla posizione
Su strada hai mai lamentato un problema simile?

No perché sulla bici da strada ho una posizione meno estrema. Essendo il bacino meno ruotato è difficile arrivare a un interruzione del flusso del sangue se non si hanno particolari problemi. 

Cosa ti porti a casa da questo mondiale?

La prendo come esperienza. Bisogna solo andare avanti e risolvere questo problema che fortunatamente non si presenta sulla bici da strada. 

Un’occasione di rivincita nel finale di stagione ci sarebbe…Il campionato europeo di Drenthe in Olanda è un tuo obiettivo?

Rimane un obiettivo arrivare competitivo, spero di essere convocato agli europei soprattutto per la crono. E poi vediamo di far bene anche il fine stagione su strada, per arrivare eventualmente ad una convocazione anche su strada. Non nego che voglio prendermi una rivincita dal mondiale. 

Ganna, si comincia: inseguimento all’oro e a Parigi

03.08.2023
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MONTICHIARI – Ci siamo, gli ultimi minuti di attesa stanno per finire e lasceranno spazio ai secondi (e decimali) del cronometro. Fra poco – alle 9,30 – nel velodromo intitolato alla leggenda vivente Sir Chris Hoy iniziano i mondiali in pista di Glasgow con le qualificazioni dell’inseguimento a squadre maschile.

La concorrenza è alta così come la posta in palio. Per qualcuno la skyline di Parigi inizierà a materializzarsi, per altri si dissolverà. Il cittì Marco Villa ha scelto il quartetto azzurro che ha vinto a Tokyo. Lamon, Consonni, Milan e Filippo Ganna guideranno il nostro trenino verso la finale prevista nella serata di sabato 5 agosto. Alla vigilia della partenza per la Scozia abbiamo sentito Ganna, reduce dal vittorioso Tour de Wallonie.

Ganna ha vinto due tappe e la generale del Tour de Wallonie. Un bel volume di lavoro e morale in vista di Glasgow
Ganna ha vinto due tappe e la generale del Tour de Wallonie. Un bel volume di lavoro e morale in vista di Glasgow

Avvicinamento iridato

In Belgio Pippo ha vinto la prima tappa con una lunga volata di potenza (lanciato da Viviani, quarto) e la quarta frazione a crono che gli ha consentito di ipotecare anche la vittoria nella generale. Un ottimo viatico per l’imminente Glasgow.

«Al Vallonia – racconta il 27enne della Ineos Grenadiers – è andato tutto bene, tutto come doveva, anche meglio del previsto. Sono venute un paio di vittorie che portano morale sia a me che alla squadra. Appena sono arrivato a Montichiari le giornate sono andate un po’ male, a dire il vero. Non avevo subito recuperato questi giorni di gara a tappe. Domenica è stato il primo giorno in cui ho sentito sensazioni quasi normali. Invece lunedì è stata una giornata un po’ più di scarico, anche se nel pomeriggio abbiamo fatto una simulazione di gara».

Ganna a Glasgow oltre al quartetto farà anche la crono su strada del 9 agosto. Obiettivo riscattare Wollongong e riprendersi la maglia iridata
Ganna a Glasgow oltre al quartetto farà anche la crono del 9 agosto. Obiettivo riscattare Wollongong e riprendersi la maglia iridata

«Sinceramente – prosegue – ho preferito puntare a fare solo l’inseguimento a squadre e la crono su strada (in programma venerdì pomeriggio 11 agosto, ndr). Poi dovrei fare la Vuelta, lo spero, quindi so che sarebbe lunga e dura finirla senza le energie psicofisiche necessarie. Ci sono stati impegni sovrapposti o comunque ravvicinati. Purtroppo ci dobbiamo adattare al calendario e non possiamo fare altrimenti (sorride, senza esprimersi ulteriormente, ndr)».

Comfort zone

Lo diciamo sempre, la pista fa bene. Oltre al fattore tecnico, intendiamo quello morale. Quando Ganna e compagni si ritrovano a Montichiari sembra che entrino nella loro comfort zone. Appaiono più distesi nell’approcciarsi al duro lavoro per i grandi eventi.

«In pista – dice il sei volte iridato tra inseguimento individuale e a squadre – abbiamo sicuramente meno stress che con la squadra su strada. Siamo un buon gruppo e ci sosteniamo a vicenda. Ci conosciamo da tanto e sappiamo contare l’uno sull’altro. Però non veniamo al velodromo a giocare. Tante volte la gente pensa che in pista non si faccia fatica. Inviterei le stesse persone a fare qualche allenamento con Marco (sorride, ndr). Salire e scendere dalla pista, in una giornata si fa presto ad accumulare anche ottanta chilometri. Si fanno lavori intensi. Si fa più qualità che resistenza come l’endurance su strada, ma alla fine sono valori tanto alti e dilatati. Si arriva alla sera col mal di gambe».

Il gruppo maschile si conosce da anni. Quando si riunisce riesce a lavorare bene e senza stress per i grandi obiettivi
Il gruppo maschile si conosce da anni. Quando si riunisce riesce a lavorare bene e senza stress per i grandi obiettivi

Aspettative

Ne abbiamo parlato con Villa, l’atmosfera per questo mondiale è più sentita rispetto a quello pre-Tokyo. Fra poche ore lo vedremo realmente con le prestazioni nei turni di qualificazione. Di sicuro Ganna è sereno e non si avventura in previsioni. Per ora non pensa né ai rivali del quartetto né a quelli della crono su strada. Giusto mantenere la concentrazione su se stessi.

«Al momento – spiega Pippo – non ci sto pensando tanto. Sappiamo che abbiamo tanto materiale da presentare in base alle regole, quindi c’è un punto di domanda su questo. Dobbiamo provare tutto e magari per ogni atleta non è stata fatta ancora la configurazione ideale per arrivare al 110 per cento. Una cosa è certa, la bici nuova fa la differenza. E’ stata testata nella galleria del vento poi qui in pista. Tirata a velocità alte, ti dà parecchi watt di differenza».

A Glasgow si presentano i nuovi materiali. Ganna e il quartetto devono trovare le giuste configurazioni ma sono fiduciosi
A Glasgow si presentano i nuovi materiali. Ganna e il quartetto devono trovare le giuste configurazioni ma sono fiduciosi

«Questi mondiali – conclude Ganna – saranno le prove generali per Parigi. La preparazione che affronteremo credo sarà simile a quella per Tokyo. Di sicuro dovrò specificare con la mia squadra quello che ci sarà da fare. Programma gare e avvicinamento per l’appuntamento, però ovvio che è ancora presto per pensarci. Mancano tanti giorni, soprattutto dal punto di vista atletico. In ogni caso le vibrazioni per questo mondiale sono buone. Avendo molto programma su strada, sono stato relativamente poco a Montichiari, però i miei compagni non mi sono sembrati particolarmente tesi. Anzi stanno bene e sono fiducioso».

Mondiali in pista, scelte complicate per il cittì Villa

02.08.2023
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MONTICHIARI – «Mi auguravo di arrivare ai mondiali in pista con qualche certezza in più. Non sono giorni facili per fare le scelte giuste». Quando ieri Marco Villa ha chiuso la valigia per Glasgow ci ha messo dentro una bella dose di speranza. Parlando col cittì della pista il giorno prima della partenza per la Scozia (gli azzurri sono arrivati nella serata di ieri) abbiamo notato una comprensibile tensione per un intreccio di motivi.

La vigilia di questa rassegna iridata – che vale il pass olimpico per Parigi 2024 e tanto altro – appare più sentita delle altre. A Glasgow il quartetto italiano (che di fatto determinerà le convocazioni per le Olimpiadi poiché si potranno portare solo cinque atleti per le tre specialità in programma) vuole ritornare all’oro con gli uomini e confermarlo con le donne. Tenendo in considerazione tutte le altre discipline, normale quindi che si tenga a fare un gran mondiale. Tuttavia siamo certi che, conoscendo lo stesso Villa, come sempre troverà la soluzione più adeguata assieme al suo staff. E la chiacchierata con lui inizia mentre arriva la sua lista dei convocati. Consonni, Galli, Ganna, Lamon, Milan, Moro, Scartezzini e Viviani per gli uomini. Alzini, Balsamo, Barbieri, Consonni, Guazzini, Martina Fidanza, Paternoster e Zanardi per le donne

Villa con gli uomini ha tante combinazioni per le varie discipline. Col quartetto si punta a tornare in vetta al mondo
Villa con gli uomini ha tante combinazioni per le varie discipline. Col quartetto si punta a tornare in vetta al mondo
Marco com’è andato l’avvicinamento finale?

Onestamente devo dirvi che sono un po’ spiazzato. I mondiali li ho sempre sentiti e quello che inizia domani (il programma pista andrà fino al 9 agosto, ndr) non fa differenza perché credo sempre fortemente nel gruppo. Dico solo che avrei voluto avere più tempo per fare e vedere più allenamenti con i miei ragazzi. Quest’anno non ho mai avuto a disposizione tutti gli atleti prima degli eventi. Arrivavano tutti sfalsati e abbiamo dovuto fare di necessità virtù. Con gli uomini è andata meglio, ma ad oggi, ad esempio, non saprei chi scegliere per le varie discipline, soprattutto per le donne. Non sto piangendo sia chiaro, non l’ho mai fatto, ma dico che lavorare così è più complicato.

Colpa della sovrapposizione dei calendari?

Certo, non agevola averceli così pieni. Diventano un problema e questo ce l’ho avuto più con le ragazze. Col loro gruppo non si è ancora trovato il sistema giusto. Forse il WorldTour femminile ha disorientato tutto il movimento e di conseguenza anche le nostre atlete. Far combaciare pista e strada per noi è stato molto difficile. Talvolta mi è sembrato che se non fossi stato io a chiamarle, loro non sarebbero venute in pista. Ma le ragazze sanno che io ci sono sempre. Vorrei che quando hanno 4-5 giorni di riposo a casa, almeno uno lo facessero a Montichiari.

Col gruppo femminile Villa ha avuto poco tempo per togliersi i dubbi su chi schierare nel quartetto e nelle altre specialità
Col gruppo femminile Villa ha avuto poco tempo per togliersi i dubbi su chi schierare nel quartetto e nelle altre specialità
E’ una questione di metodo da assorbire?

Direi di sì. L’esempio degli uomini è lì, che insegna come si deve fare. Ripeto, forse con le donne c’è stato meno tempo per apprendere il sistema, ma siamo tutti professionisti. Non abbiamo bisogno di essere sollecitati. C’è un traguardo da raggiungere come l’Olimpiade e quello deve essere uno stimolo per tutti. Se a Glasgow andrà tutto bene, significa che quello sarà un punto di partenza per Parigi, altrimenti sarà un ulteriore stimolo a lavorare in maniera ancora più proficua.

Temi di poter restare fuori da Parigi con le ragazze?

Non sono preoccupato di non andare alle Olimpiadi con loro perché, ripeto, in questo gruppo ci credo. Credo in tutti, uomini e donne. Adesso il mio pensiero principale è quale quartetto femminile schierare perché non abbiamo fatto una prova vera e propria. Ho una mia idea in testa, come sempre, ma avrei preferito avere conferme. Purtroppo anche i campionati italiani in pista hanno avuto una partecipazione misera. Li hanno messi tra tricolori su strada e Giro Donne, molte ragazze non potevano esserci. Però ringrazio anche chi li ha organizzati, perché magari non ci sarebbero stati nemmeno quelli. In generale ci sono tanti problemi che stiamo cercando di risolvere.

Questione allora di quelle famose scelte? Col tuo lavoro in questi anni hai dimostrato di avere un credito di credibilità, se ci concedi il gioco di parole…

Ma io con il credito non ci voglio lavorare (sorride, ndr). Io lavoro sempre per prendere le migliori decisioni possibili con tutti. Staff e corridori. Stavolta la mancanza di tempo ci condiziona e mi fa sorgere qualche pensiero in più. L’unico lato positivo, se così possiamo dire, è che questi mondiali di agosto sono una prova generale per Parigi. Sappiamo quindi come dovremo organizzarci per l’anno prossimo.

Obiettivo oro. Jonathan Milan a Glasgow ha scelto la pista, correrà l’inseguimento individuale e a squadre
Obiettivo oro. Jonathan Milan a Glasgow ha scelto la pista, correrà l’inseguimento individuale e a squadre
Oltre al tuo staff anche gli atleti potrebbero aiutare il cittì Marco Villa a sceglierli o meno?

Il confronto fra noi c’è sempre stato, per me è la base. C’è sempre molta trasparenza e so di poter contare su loro. Solitamente sul tavolo metto i tempi e le mie sensazioni, loro invece mi confermano o meno queste impressioni. Stavolta c’è poco da mettere sul tavolo, sia da parte mia sia da parte loro. Ci baseremo su quello che abbiamo.

A Glasgow utilizzerete tutti i materiali nuovi?

Dobbiamo presentarli, ma soprattutto dovremo usarli per testarli in vista di Parigi. Abbiamo telaio, manubrio, ruote e altre materiali nuovi, ma non è detto che sommati tutti assieme ci facciano andare più forte. Vedremo però quali combinazioni adottare. Anche queste fanno parte di quelle scelte di cui stiamo parlando. Ed anche in questo caso ho le mie idee in testa. Speriamo vada tutto bene.