Mathieu Van der Poel ha scelto la Strade Bianche per il debutto 2023 su strada. E’ passato poco più di un mese dal mondiale di Hoogerheide, dopo il quale l’olandese ha messo via la bici da cross ed è tornato sull’asfalto. Non è riuscito neppure a godersi la maglia iridata, dato che al mondiale ha chiuso la stagione offroad. C’è di buono, in questa breve fase di ricondizionamento, che le cose sono andate lisce. Né un’influenza, né un mal di schiena.
«La preparazione è stata impeccabile – ha detto alla vigilia della Strade Bianche, in una serie di dichiarazioni diffuse dal suo team – se così si può dire. Sono stato in grado di fare tutto come volevo, quindi sono molto contento di questo».
Il ricordo più bello
In Piazza del Campo lo hanno accolto e circondato (foto Het Nieuwsblad in apertura). Succede quando il centro di Siena è pieno di cicloturisti del Nord Europa e tu sei quello che la Strade Bianche l’ha dominata due anni fa con una sparata terrificante in faccia a Bernal e Alaphilippe.
«La Strade Bianche – ha detto – è molto importante per me. E’ una gara che ha qualcosa di magico. Una volta l’ho vinta, una volta sono andato malissimo (il riferimento è all’edizione estiva del 2020, quando arrivò a 10 minuti dal vincitore, ndr). Non vedo l’ora di iniziare qui. La mia vittoria alla Strade Bianche è stata una delle migliori su strada. Nel gruppo di testa c’erano campioni dai nomi altisonanti. Percorrere l’ultima salita con Alaphilippe e Bernal è stato molto bello. Mi piace sempre tornare in un posto dove ho vinto».
La prima gara
Attaccò con la violenza di un tornado e Alaphilippe, dietro con la maglia iridata, non trovò neppure la forza per guardarlo, tanta fu la veemenza del suo scatto. Forse allora qualcuno lo sottovalutò e gli permise di sparare le sue cartucce, magari oggi non sarà lo stesso. Ad accrescere il tasso di incertezza c’è il fatto che una corsa così al debutto potrebbe risultare indigesta.
«Sulla strada – ha spiegato Van der Poel – c’è pochissima ghiaia, sembra quasi un asfalto in cattivo stato. Negli ultimi giorni ha piovuto, per cui non troveremo sassi. Lo scenario di gara è difficile da prevedere, possono succedere centinaia di cose. E’ la mia prima corsa e di solito ho bisogno di farne qualcuna di più per raggiungere il livello migliore. Ma mi sono allenato bene, spero di essere competitivo. Anche se di solito ho bisogno di un po’ di rodaggio per stare davvero bene».
Senza riferimenti
L’assenza dei grossi nomi paradossalmente rende la corsa più aperta e quindi meno facile da controllare. Mancano Van Aert e Pogacar, due su cui si poteva costruire una tattica.
«Rimane una gara difficile – ha spiegato ieri Van der Poel – ma senza quei due, le cose cambiano. Se ci fossero stati, sarebbe bastato stare con loro. Con la forma di adesso, Pogacar sarebbe potuto partire da lontano, invece così ci sarà da guardare tutti. Il fatto che la mia squadra non abbia ancora vinto non mi mette pressione. Almeno questo è un problema che non ho mai avuto».