Giulio Pellizzari, Gentili

Pellizzari-Proietti Gagliardoni: cos’hanno in comune, caro Gentili?

28.11.2025
7 min
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Più che dire cosa accomuni Mattia Proietti Gagliardoni, oggi al Team Franco Ballerini, e Giulio Pellizzari, professionista della Red Bull–Bora, sarebbe meglio dire chi. E questo “chi” è Massimiliano Gentili, l’uomo che li ha seguiti sin da quando erano bambini e hanno iniziato a fare sul serio. Allievi prima, juniores poi… e professionisti adesso. Perché Gentili, in qualche modo, per loro c’è sempre.

Pensate che giusto qualche giorno fa il tecnico umbro era a Livigno in altura con Pellizzari. «Una pratica – racconta Max – quella della vacanza in montagna che portano avanti da qualche anno e che ha sempre dato buoni frutti. Alla fine è un’altura vera e propria… anche se ovviamente la bici non la tocca. Ieri mattina, per esempio, alle 7 siamo usciti a camminare a digiuno: c’erano 23 gradi sotto zero. Serve tanta grinta».

Pellizzari, infatti, scia di fondo, cammina, lavora in palestra e certamente farà i rulli. Ma torniamo all’inizio e a ciò che accomuna i due ragazzi.

Giulio Pellizzari, Gentili
Gentili con il primo “figlioccio”, Giulio Pellizzari…
Giulio Pellizzari, Gentili
Gentili con il primo “figlioccio”, Giulio Pellizzari…
Massimiliano, cosa accomuna questi due atleti, Pellizzari e Proietti Gagliardoni?

Prima che due atleti, sono due ragazzi eccezionali: simpatici, brillanti e anche furbi se vogliamo. Ragazzi che in gruppo sanno starci: non sono musoni e si integrano bene nelle varie situazioni.

Proviamo a fare un confronto caratteriale?

Giulio è più sereno, tranquillo e spensierato rispetto a Mattia, che qualche stato “d’ansia” è un parolone se lo mette. Giulio questo aspetto non lo ha mai avuto, nemmeno prima di diventare pro’. E adesso che sta vedendo di avere certezze e sicurezza nei propri mezzi, ancora meno… se possibile. Mattia invece deve lavorare un po’ di più in tal senso.

E’ plausibile. E’ già un’altra generazione rispetto a Pellizzari e ha più informazioni tecniche, quindi più consapevolezza…

Infatti è proprio questo che volevo dire. Anche se non sembra, sono passati cinque anni da quando si è iniziato a parlare del progetto green della Bardiani, nel quale Giulio era coinvolto. E cinque anni oggi sono tantissimi, cambia tutto. Pellizzari questa fase non l’ha dovuta affrontare, Mattia sì. Mattia è nel pieno di quella generazione che “bisogna per forza arrivare a un devo team” e questo crea stress, uno stress che prima non c’era. Oltre alla pressione per finire in quei team, pensiamo anche a come questi ragazzi devono rapportarsi con la scuola.

Gentili, Proietti Gagliardoni
E qui col secondo, Mattia Proietti Gagliardoni. La storia si ripete
Gentili, Proietti Gagliardoni
E qui col secondo, Mattia Proietti Gagliardoni. La storia si ripete
Cioè?

Cioè che per finirla e non perdere l’occasione di un devo team, quasi tutti passano a una scuola privata. Magari all’estero, in molti Paesi, la scuola finisce un anno prima. E questo è uno stress ulteriore. E loro sanno che quando staccano un biglietto per un devo team, se non sono arrivati, di certo hanno una corsia preferenziale verso il professionismo.

Passiamo invece a un confronto dell’uomo-corridore. Com’era Giulio?

Un punto di forza di Giulio è il suo margine. E questo posso dirlo con certezza visto che lo seguo da quando era allievo. Capendo il suo potenziale, ho cercato sin da subito di tutelare il suo talento. Pellizzari sin qui è cresciuto con carichi molto progressivi e proporzionati al suo fisico. Da junior, per dire, non ha mai fatto più di 115 chilometri. Una sola volta, per curiosità, lasciandolo in libertà, è arrivato a 130.

E Mattia?

Lui si è trovato a fare i conti con un’altra realtà. Una realtà in cui i carichi di lavoro per juniores, ma anche per allievi, sono cresciuti in modo esponenziale. Per questo dico che Mattia, rispetto a Giulio alla sua età, si allena di più. Spero vivamente che possa essere un secondo mio ragazzo che ce la farà, un ragazzo per il quale la mia presenza è stata importante. Però, anche su questo fronte, nonostante i tempi siano cambiati, c’è qualcosa che li accomuna.

Mattia passerà dalla Franco Ballerini, dove era seguito anche da Scinto, alla Movistar Team Academy (foto FB team)
Mattia passerà dalla Franco Ballerini, dove era seguito anche da Scinto, alla Movistar Team Academy (foto FB team)
Cosa?

Che entrambi non sono stati sfruttati troppo sino agli juniores. Anche Mattia, che non ha mai fatto una vera stagione completa. Questo per assurdo, al contrario di quello che molti pensano, gli impediva di fare un lavoro aerobico completo, con determinati carichi d’inverno. La prima stagione completa su strada l’ha fatta quest’anno… e i risultati si sono visti. Insomma è meno sfruttato di quel che si possa pensare. E questo è un vantaggio. Tanto più che lui è un motore a benzina.

Questa ci piace: di solito si sente dire motore diesel. Ci spieghi meglio, così magari iniziamo anche un confronto prettamente tecnico?

Certo, Mattia ha il cuore che va a mille. I suoi battiti schizzano anche a 215 pulsazioni al minuto, cosa che vuol dire tanto e non vuol dire nulla. Ma certo, unitamente alle doti di crossista, questo lo rende uno brillante, magari anche veloce in certe situazioni, come potrebbe essere l’arrivo di un gruppetto in cima a una salita. Senza contare che ha anche imparato a guidare bene la bici. Questo gli ha dato un grande cambio di ritmo. Ora speriamo che con il tempo possa migliorare anche la sua resistenza e la sua durability.

Che corridori sono?

Innanzitutto c’è una differenza di stazza fisica. Giulio è sì uno scalatore, ma in generale è più un corridore moderno e completo: è alto 180 centimetri per 67 chili, è leggero ma non leggerissimo come uno scalatore puro. Ha molte fibre rosse, quindi resistenza, e il suo cuore rispetto a quello di Mattia ha più il contagiri. Si ferma a 190 battiti. Attenzione, giusto per chiarire: il dato del cuore può anche non dire nulla riguardo alla forza e alle prestazioni, serve giusto per far capire le differenze fisiche.

Giulio Pellizzari, Gentili Mattia proietti Gagliardoni
Un rarissimo scatto di Pellizzari (ancora in VF Group-Bardiani) e Proietti Gagliardoni… a ruota di Gentili
Un rarissimo scatto di Pellizzari (ancora in VF Group-Bardiani) e Proietti Gagliardoni… a ruota di Gentili
Certo, danno un’idea precisa della differenza tra diesel e benzina…

Mattia infatti ha fibre muscolari leggermente diverse, più esplosive. Posto che lui, ancora più di Giulio, è in piena trasformazione fisica. Tecnicamente, viste le sue misure di 173 centimetri per 58 chilogrammi, potrebbe essere uno scalatore alla Yates. Ma mi sento di dire che è più un Pidcock. Attenzione, anche qui lo dico per far capire le caratteristiche, non per fare accostamenti di altro genere.

Entrambi sono per la salita però, è così?

Sì, Giulio sin da piccolo aveva valori altissimi e anche Mattia va molto bene. Però, come dicevo, è e sarà importante vedere come reagiranno al miglioramento della resistenza e della durability. Al primo anno da pro’, Pellizzari esprimeva ottimi valori, ma nelle prime gare coi grandi, nei finali, faceva molta fatica a replicare quei numeri. Spetta ora a chi li segue farli migliorare sotto questo aspetto.

Sei stato chiarissimo Massimiliano. Torniamo un po’ sugli aspetti caratteriali, magari attraverso qualche aneddoto o ricordo concreto. Partiamo da Giulio…

Che dire, entrambi sono determinati. Giulio, per esempio, ci rimase molto male quando De Candido non lo convocò in azzurro. Eravamo a una gara e bastò uno sguardo. Mi precedette nella parola e mi disse: «Lo so, non dire niente». Io stavo per dirgli “facciamogli vedere chi sei” e lui vinse la Colli Recanatesi. Qualche tempo dopo, sempre De Candido gli fece fare una selezione, ma su un percorso che chiaramente non era per lui: un piattone attorno a un capannone industriale, in pratica. Lo stesso Rino mi disse: «Il tuo ragazzo non è andato proprio bene». Per tutta risposta, all’Eroica Pellizzari sfiorò il successo. Fu secondo dietro Svrcek.

La speranza di Gentili è vedere anche Mattia arrivare a questi livelli e a questi successi (qui Pellizzari alla Vuelta)
La speranza di Gentili è vedere anche Mattia arrivare a questi livelli e a questi successi (qui Pellizzari alla Vuelta)
E di Proietti Gagliardoni cosa ci dici?

Direi molto simile a Giulio. Quest’anno, sempre all’Eroica, che ha vinto, mi ha detto: «Vedi, neanche Pellizzari l’aveva vinta. Ho dimostrato di poter competere ad alti livelli». Sono due combattenti, due agonisti. Per dire, a Livigno, con Giulio, giocavamo a bowling. Nei primi tiri non era un granché. Allora gli ho detto: «Ma che, ti devo insegnare anche a giocare a bowling?». Dopo tre colpi ha iniziato a fare strike!

Tra di loro si sentono mai?

Si sentono ogni tanto, si fanno i complimenti a vicenda, si seguono sui social. Sanno che io sono il loro punto d’incontro. Poi, alla fine, tutte queste occasioni per stare insieme non le hanno avute. Chi è da una parte e chi dall’altra. Se posso dire una cosa, io avrei un sogno: vederli lottare in breve tempo nei Grandi Giri. E che tutto questo lavoro, questo sogno, come è diventato realtà per Giulio, possa diventarlo anche per Mattia.

Trofeo Pian Camuno Memorial Angelo Felappi, Montecampione 2025, Mattia Proietti Gagliardoni (foto Instagram/Rodella)

Proietti Gagliardoni, l’altro figlio di Gentili, è pronto per il decollo

03.11.2025
6 min
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Massimiliano Gentili va ripetendo spesso di avere due figlie femmine che portano il suo nome e due figli maschi che si chiamano Giulio Pellizzari e Mattia Proietti Gagliardoni. Li ha cresciuti entrambi con i suoi metodi: di uno ha già fatto un fior di corridore, sull’altro c’è ancora da lavorare, ma le premesse sono eccellenti. Mattia, umbro come il suo mentore, ha corso le ultime due stagioni al Team Franco Ballerini e correrà le prossime due nella neonata Movistar Academy.

La sua stagione è stata perfetta fino al cuore dell’estate, poi si è inceppata su un intervento chirurgico che ha compromesso la sua partecipazione ai pezzi forti della stagione: il mondiale di Kigali e l’europeo in Drome et Ardeche, entrambi adatti a lui. Il suo profilo resta però uno dei più appetiti del recente mercato, al punto che sulle sue tracce si erano messi anche i devo team della Lidl-Trek e della Jayco-AlUla, superati dalla Movistar

«Il finale di stagione non è stato come mi aspettavo – dice – ho dovuto saltare le ultime gare e verso la fine di settembre mi sono operato. Sono stato fermo un mese e dieci giorni e ho ripreso a pedalare il primo novembre. Ho fatto le ferie forzate quando avrei preferito correre, anche se la stagione è stata positiva. Per agosto, quando arrivavano gli impegni più importanti, ad esempio il Lunigiana, sarei stato preparato al meglio e aspettavo di mettere a frutto la condizione. Purtroppo le cose non sono andate come dovevano, ma succede».

Che cosa è successo?

Sono andato in altura con la nazionale, poi però sono venute fuori delle cisti al sottosella. Come prima cosa, sono stato fermo per due settimane e ho dovuto saltare il Lunigiana, quindi a quel punto il mondiale non l’avrei fatto. In ogni caso, ho iniziato ad allenarmi nuovamente, perché avrei dovuto fare gli europei. Sono tornato alle gare al Trofeo Top Automazioni, ma sono caduto e mi sono fatto male a un gomito. Sono stati necessari dei punti e gli antibiotici, per cui ho finito lì la mia stagione.

Come definiresti questi due anni da junior? Anni spinti? Anni di scuola? Oppure anni di maturazione?

Sicuramente sono cresciuto molto. Il primo anno è stato una scoperta. Mi sono subito trovato bene con le nuove distanze e ho fatto dei buoni risultati, come il secondo posto al campionato italiano. Mi sono piazzato bene nelle gare nazionali, ma non sono stato molto costante, perché non ero abituato a fare grandi carichi di lavoro, quindi ci ho messo un po’. Invece quest’anno non sono partito molto bene perché ho avuto un po’ di problemi all’inizio di stagione. Ma quando sono stato bene, nelle gare adatte alle mie caratteristiche come all’Eroica, sono sempre riuscito a stare davanti. Nel mese d’agosto ero arrivato a stare parecchio bene.

Ti brucia non aver corso il Lunigiana?

Visto come è andato, penso che mi sarei potuto giocare benissimo la generale. Mentre a parere mio, penso che sarei riuscito a essere protagonista al mondiale e all’europeo, sicuramente in uno dei due, visto che i percorsi mi si addicevano.

Dopo la vittoria a Montecampione, l'ultima del 2025, con Lucchini e Scinto (foto Instagram/Rodella)
Dopo la vittoria a Montecampione, Proietti con lo sponsor Lucchini e il diesse Scinto (foto Instagram/Rodella)
Dopo la vittoria a Montecampione, l'ultima del 2025, con Lucchini e Scinto (foto Instagram/Rodella)
Dopo la vittoria a Montecampione, Proietti con lo sponsor Lucchini e il diesse Scinto (foto Instagram/Rodella)
Sei entrato negli juniores senza la limitazione dei rapporti, che una volta esisteva per evitare dei lavori troppo pesanti. In che modo avete gestito il salto di categoria?

Diciamo che questo passaggio non l’ho accusato. Io ho sempre avuto tanta agilità, fin da quando ero giovanissimo e allievo, per cui ritrovarla con i rapporti liberi non è stato un problema.

Che tipo di cammino ti ha prospettato la Movistar?

Diciamo innanzitutto due anni di crescita nella squadra devo. Avrò tempo di maturare e fare gare sia a livello professionistico sia le più importanti con gli under 23. Vedremo come sarà impostata la stagione, per ora abbiamo già fatto un ritiro conoscitivo con allenatori, staff e nutrizionisti. Ci hanno dato la bici nuova, che è tanta roba. L’ho avuta a casa per dieci giorni e oggi ci sono uscito per la prima volta. E’ identica alla bici della WorldTour.

Ti attira l’idea di poter fare delle corse tra i professionisti?

Sicuramente non vedo l’ora. Correre con i professionisti è sempre bello, quindi non vedo l’ora di farlo. Però allo stesso modo non vedo l’ora di competere con i miei coetanei per provare a giocarmi qualche corsa a tappe importante, come un Giro d’Italia o magari il Tour de l’Avenir.

Dominio del corridore umbro al Memorial Colò, con 40" su Galbusera e O'Brien (foto Rodella)
Il Memorial Colò è finito nella bacheca di Proietti Gagliardoni nel 2024 e anche nel 2025 (foto Instagram/Rodella)
Dominio del corridore umbro al Memorial Colò, con 40" su Galbusera e O'Brien (foto Rodella)
Il Memorial Colò è finito nella bacheca di Proietti Gagliardoni nel 2024 e anche nel 2025 (foto Instagram/Rodella)
Hai parlato dei tuoi coetanei: che effetto fa vedere che state tutti partendo per squadre all’estero?

Con tanti di loro ci conosciamo da quando eravamo piccoli. E ora guardandoci indietro, fa anche un po’ strano pensare che eravamo tutti in squadre regionali e per la maggior parte siamo in team satelliti del WorldTour. Fa un po’ strano, ma penso di parlare a nomi di tutti. Questa è la strada giusta, quindi penso che ognuno darà il massimo, ognuno lavorerà al massimo per cercare di ottenere il meglio.

Su quali strade ti alleni quando sei a Foligno? Hai delle salite su cui fai i tuoi test?

Non ho una salita di riferimento, però ho dei tempi di riferimento su diverse salite e su quelle mi regolo. Di solito salgo sempre verso Colfiorito, verso le Marche. Da quelle parti ci sono parecchie salite nel giro di pochi chilometri: salite da 20 minuti, da 15 minuti, da 10 e anche da 5, quindi è una zona veramente top per allenarsi.

Ti capita mai di allenarti con Pellizzari?

Ci siamo incontrati a inizio anno. Io ero uscito una mattina che non ero andato a scuola e l’ho incontrato mentre lui faceva sei ore. Giulio tornava a casa, si è girato per un pezzo e abbiamo parlato un po’. Altrimenti le altre volte in cui usciamo insieme è quando c’è anche Massimiliano, che parla con entrambi.

Dopo la vittoria del 15 agosto, Proietti ha iniziato ad avere problemi di salute (foto Instagram/Rodella)
Dopo la vittoria del 15 agosto a Montecampione, Proietti ha iniziato ad avere problemi di salute (foto Instagram/Rodella)
Dopo la vittoria del 15 agosto a Montecampione, Proietti ha iniziato ad avere problemi di salute (foto Instagram/Rodella)
Dopo la vittoria del 15 agosto, Proietti ha iniziato ad avere problemi di salute (foto Instagram/Rodella)
Quest’anno c’è da fare la maturità?

Sì, ma per scelta mia, ho deciso di passare a una scuola privata. Ho fatto quattro anni di liceo scientifico ed è stata sempre tosta, non sono mai stato agevolato dai professori. Quindi abbiamo deciso così di passare a una scuola privata. Posso seguire tutto online, così la mattina ho tempo per allenarmi e il pomeriggio si studia. Penso che farò base a casa, ad eccezione di quando ci sono i ritiri. Ne faremo uno dall’11 al 22 dicembre  in Spagna, vicino ad Alicante. Poi avremo la presentazione della squadra a Madrid prima di Natale. In ritiro saremo con la WorldTour, anche di questo non vedo l’ora…

Proietti Gagliardoni, in nazionale col contratto in tasca

10.08.2025
5 min
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Mattia Proietti Gagliardoni continua a essere protagonista della stagione juniores, l’oggetto del desiderio di molte squadre anche estere, il perno della costruenda nazionale per le gare titolate. Ma soprattutto il corridore umbro continua ad avere una grande costanza di rendimento, tanto che il successo di domenica scorsa al Memorial Antonio Colò è il suo quinto centro stagionale il che per uno scalatore, non è davvero poco.

Dominio del corridore umbro al Memorial Colò, con 40″ su Galbusera e O’Brien (foto Fruzzetti)
Dominio del corridore umbro al Memorial Colò, con 40″ su Galbusera e O’Brien (foto Fruzzetti)

Di carne che bolle in pentola ce n’è tanta, soprattutto ora che Mattia ha messo da parte la scuola per le vacanze estive. Il bilancio è decisamente in attivo e il corridore del Team Franco Ballerini lo sa bene.

«Sono partito un po’ così – dice – ma adesso va meglio e credo di avere una buona media di risultati. Considerando che ho fatto quasi sempre corse nazionali e internazionali. La vittoria di domenica mi ha dato molta soddisfazione perché una gara che conoscevo e che avevo già vinto lo scorso anno».

Che corsa era?

Il tracciato era un po’ cambiato rispetto allo scorso anno. Invece della salita finale si faceva due volte una salita lontana dal traguardo, lì devo dire che la squadra è stata essenziale nel tenere la corsa. Ho fatto fare il ritmo a un compagno di squadra, poi a 2 chilometri dalla vetta ho attaccato e sono riuscito a togliermi di ruota anche Galbusera che mi aveva seguito. In discesa sono andato forte, in pianura ho finito per guadagnare e alla fine sono arrivato con circa 45 secondi di vantaggio.

Al GP Neri Sottoli, Proietti Gagliardoni ha aiutato Pascarella nel suo successo (foto FB team)
Al GP Neri Sottoli, Proietti Gagliardoni ha aiutato Pascarella nel suo successo (foto FB team)
Stessa vittoria a un anno di distanza, ma non è lo stesso Mattia dello scorso anno. Hai un’altra autorità anche nella gestione della squadra…

Sono cresciuto molto sia a livello mentale che anche fisico. I wattaggi sono molto più alti, quindi diciamo che è un buon periodo, soprattutto dopo. Con la squadra siamo riusciti a fare 10 giorni di altura grazie al nostro sponsor Lucchini che ha messo a disposizione il suo hotel. Io dopo sono andato anche una settimana con la mia famiglia a Livigno, quindi l’ho continuata completando un bel blocco di lavoro.

Per la seconda parte di stagione quali obiettivi ti sei posto?

Dal 22 agosto al 2 settembre tornerò a Livigno con la nazionale, dovrebbe essere il gruppo di europei e mondiali, ma intanto l’obiettivo principale sarà il Lunigiana dove appunto il CT deciderà le convocazioni per queste gare. Io voglio farmi trovare pronto e disputare un Lunigiana da protagonista perché è uno degli obiettivi principali della stagione.

Per i ragazzi del team un lungo raduno in altura all’Hotel di Lucchini (foto FB team)
Per i ragazzi del team un lungo raduno in altura all’Hotel di Lucchini (foto FB team)
Alla fine della quale cambi di categoria.  Ci sono tante squadre anche internazionali che sono sulle tue tracce. Sappiamo che hai già scelto ma che sta alla squadra, appartenente al WorldTour, ufficializzarlo. Come sei arrivato alla decisione?

Il mio procuratore inizialmente mi aveva dato una destinazione – specifica Proietti Gagliardoni – ma non era convinto a farmi rimanere in quella realtà. Io ho appoggiato la sua decisione. Poi ci sono state altre due squadre che mi hanno proposto un contratto. Io ne ho parlato con lui ma anche con la mia famiglia e anche con il mio preparatore Massimiliano Gentili per capire quale poteva essere la scelta più adatta al mio futuro. Soprattutto in base alle mie caratteristiche. Ma la decisione alla fine l’ho presa io.

Quali fattori avete considerato, e soprattutto l’aspetto tecnico, quello economico, quello della nazione e della presenza di altri italiani?

Partiamo dal fatto che non ho ancora un inglese molto fluente, quindi ho pensato a una squadra con la cultura molto più vicina a quella italiana, in un ambiente più vicino al nostro. L’aspetto economico sinceramente lo guardo, ma so che i veri guadagni si fanno quando si passa professionista. Ora è solo un momento per crescere, per imparare.

Il Team Franco Ballerini è stato fondamentale nella sua crescita in questo biennio (foto FB team)
Il Team Franco Ballerini è stato fondamentale nella sua crescita in questo biennio (foto FB team)
E’ contato anche il fatto che ci fossero già altri italiani?

Sinceramente non ci ho badato, magari ci si può trovare un po’ meglio perché trovi un compagno di squadra della tua Nazione, la comunicazione è sempre migliore, ma comunque è una squadra straniera e quindi è giusto che sia io ad adeguarmi.

Quanto è importante il rapporto con il procuratore alla tua età, tu che sei giovanissimo e che stai entrando adesso in questo mondo ti fidi ciecamente della sua esperienza?

Da allievo ero in contatto con Andrea Noè, parlavo spesso con lui delle gare, finché lo scorso anno ho conosciuto i Carera, sono venuti a casa mia. Abbiamo fatto un pranzo e abbiamo parlato un po’ e nel sentire la loro esperienza, i loro contatti in questo lavoro, la loro professionalità mi sono convinto subito.

L’Eroica incorona Proietti Gagliardoni. Che aveva capito tutto

22.05.2025
4 min
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L’Eroica Juniores ha incoronato Mattia Proietti Gagliardoni e a riguardare la sua corsa, quella dei suoi compagni ed avversari, considerando che la prova era stata effettuata sabato proprio alla vigilia della tappa del Giro d’Italia, viene da pensare che forse qualche indicazione, i vari team professionistici presenti potevano pure trarla. Perché si era visto subito che non era una corsa semplice, paradossalmente proprio a causa del bel tempo.

Lo si evince anche dal racconto del vincitore: «L’avevo già fatta lo scorso anno e gran parte del percorso me la ricordavo. Sapevo che è una gara tra le più dure, tecniche e con un dislivello non di poco conto, poi con quello strappo spaccagambe finale… Nella prima parte ho fatto fatica, ma con la squadra avevamo stabilito che dovessi rimanere sempre nelle prime posizioni per poter correre meno rischi possibile. E rischi c’erano davvero…».

L’arrivo a braccia… anzi a bici alzata di Mattia Proietti Gagliardoni, vero dominatore della corsa (foto Paolo Rinaldi)
L’arrivo a braccia… anzi a bici alzata di Mattia Proietti Gagliardoni, vero dominatore della corsa (foto Paolo Rinaldi)
Com’era il terreno? Molti il giorno dopo si sono lamentati per la sua scivolosità ancora maggiore proprio perché non c’era acqua…

E’ vero e noi ragazzi ce ne siamo accorti già dalle prove del giorno prima. Per questo avevamo stabilito di fare corsa di testa, per cercare di evitare la troppa polvere che si sollevava e soprattutto gli strati di ghiaia sul tracciato. Ci hanno detto che rispetto a marzo era molto più scivoloso perché il tracciato era stato meno lavorato e ripulito, ma faceva parte del gioco.

Quando si è decisa la corsa?

Subito dopo la discesa da Montalcino, quando sono stati ripresi i tre corridori stranieri che erano andati in fuga. Ho provato a partire con il solo Matteo Turconi che ha tenuto il mio ritmo, mancavano meno di 20 chilometri alla conclusione. In una curva però proprio la ghiaia gli ha fatto un brutto scherzo ed è caduto, così mi sono ritrovato solo. La parte finale l’ho gestita molto, sapevo che era fondamentale rimanere in piedi.

Alla prova toscana erano presenti 29 team, di cui 5 stranieri (foto Paolo Rinaldi)
Alla prova toscana erano presenti 29 team, di cui 5 stranieri (foto Paolo Rinaldi)
Quanto è contata la tua esperienza nel ciclocross?

Tantissimo, io credo che abbia fatto davvero la differenza. Mi è servita ancor di più che lo scorso anno, perché gli sterrati erano più polverosi e viscidi, c’erano più buche e avvallamenti. La guida era fondamentale, bisognava saper galleggiare sulla ghiaia, non fare troppa pressione, scegliere le traiettorie giuste e rilanciare. Tanto è vero che quando uscivo da ogni curva guadagnavo tanto.

Che scelte tecniche hai fatto?

Niente di particolare. La ricognizione del giorno prima ci ha convinto a mantenere il setup abituale della bici, quindi con il 52-39 davanti e il 34-11 dietro. Per le gomme però abbiamo scelto i tubeless da 28 mm per andare sul sicuro, infatti in gara ho visto che quasi tutti avevano fatto la stessa scelta, anzi alcuni avevano optato addirittura per quelli da 30. Era l’unica maniera per ridurre al minimo il rischio di forature.

Una foto emblematica della polvere levatasi sul percorso, reso così molto viscido (foto Rinaldi)
Una foto emblematica della polvere levatasi sul percorso, reso così molto viscido (foto Rinaldi)
E per quanto riguarda l’alimentazione?

Rispetto al solito, ho portato con me sempre una borraccia d’acqua e una di carboidrati, ma avevo un gel in più di quelli che abitualmente mi porto. Il problema, oltre al terreno, è stato il caldo, che all’inizio era davvero forte. Io non lo amo, non l’ho mai amato e infatti all’inizio sudavo abbondantemente, ma poi il mio fisico si è adattato. La temperatura si è sistemata intorno ai 21°C, si stava bene e non ne ho risentito quando ho portato il mio affondo.

E’ una corsa che ti si addice?

Sicuramente, l’avevo già “adocchiata” lo scorso anno e non nascondo che ci puntavo sin da questo inverno. Tanto è vero che alla vigilia mi sentivo un po’ il favorito o uno fra loro, sapevo che potevo giocare un ruolo importante e devo dire grazie alla squadra perché ha creduto nelle mie possibilità supportandomi al meglio. E’ stata un’esperienza importante al di là della vittoria, spero di correrla in un contesto ben più importante…

Proietti insieme all’altro umbro Giacomo Serangeli, giunto 2° a 1’02” (foto Rinaldi)
Proietti insieme all’altro umbro Giacomo Serangeli, giunto 2° a 1’02” (foto Rinaldi)
Un buon viatico per l’estate…

Sì, anche perché mi aspettano impegni importanti, intanto la due giorni in Franciacorta del fine settimana, poi il Giro del Friuli e l’FWR Baron che correrò con la nazionale. Io spero di continuare su queste basi e mettermi sempre più in vista che ci tengo tanto a convincere il cittì a convocarmi per europei e mondiali, dove so che posso fare davvero bene.

Partenza lenta e mente al 2026, le scelte di Proietti Gagliardoni

01.04.2025
5 min
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Non solo Fedrizzi. Anche Mattia Proietti Gagliardoni sta correndo con in tasca il contratto che gli permetterà di entrare nel devo team della Wanty Nippo ReUs. Anzi, il corridore umbro lo farà un anno prima del suo avversario, in quanto è già alla seconda stagione da junior e non vede l’ora di affrontare quel che il destino gli metterà dinnanzi: senza paura, ma con grande curiosità.

A dispetto dei suoi 17 anni, Mattia è già da qualche tempo sulla cresta dell’onda, tanto che lo scorso anno la sua preparazione fu oggetto di un dibattito acceso con protagonisti Daniele Pontoni, cittì della nazionale di ciclocross che lo ha sempre voluto fra i suoi portacolori e Massimiliano Gentili, l’ex professionista che ancora oggi è il suo preparatore. L’attenzione che il team belga ha riversato su di lui cambia però un po’ la situazione

Per Proietti Gagliardoni quest’anno un 8° posto alla Piccola Liegi delle Bregonze
Per Proietti Gagliardoni quest’anno un 8° posto alla Piccola Liegi delle Bregonze

«E’ stata una sequenza molto veloce – racconta Mattia – a novembre ho contattato Carera come procuratore e già a dicembre mi ha chiamato proponendomi due settimane di ritiro con loro. Io non ero sicurissimo anche perché ero ancora nel pieno della stagione di ciclocross. Poi, visto che ai tricolori non sono andato come mi aspettavo e sapevo di non rientrare nella selezione per i mondiali, ho deciso di accettare e di partire per la Spagna. Da lì è venuto tutto naturale».

Nel tuo caso la domanda viene subito spontanea conoscendo il tuo valore in due discipline: con i dirigenti belgi hai già parlato se continuerai a fare ciclocross?

Ancora non ho affrontato il discorso. Mi atterrò comunque alle loro decisioni, qualsiasi esse siano. Io vorrei continuare, ma non mi dispiacerebbe neanche dedicare tutto l’inverno alla preparazione considerando quello che mi aspetta. Io non mi distaccherò dalle loro decisioni, intanto so che mi faranno avere a breve la bici da crono con la quale affronterò la Corsa della Pace.

Per il diciassettenne già pronta una maglia azzurra per la prossima Corsa della Pace (Photors)
Per il diciassettenne già pronta una maglia azzurra per la prossima Corsa della Pace (Photors)
Come sei d’accordo con loro, anche tu come Fedrizzi sei già seguito da loro? Hai il loro materiale?

No, per ora continuo con Gentili che mi segue da quand’ero allievo secondo anno e con il quale mi trovo benissimo, anche dal punto di vista umano oltre che professionale. La bici da strada resta quella del Team Franco Ballerini-Lucchini-Energy anche perché hanno un contratto con la Ktm per tutti i loro tesserati.

La chiamata del team belga ti ha sorpreso?

Più che sorpreso, per me rappresenta il raggiungimento di un obiettivo che mi ero posto sin dall’inizio della mia avventura. Volevo fortemente entrare in un devo team perché penso che sia decisivo per la mia crescita. Quando l’ho saputo, ero strafelice e chiaramente ho subito detto di sì, quasi a scatola chiusa.

L’esperienza ai tricolori di ciclocross a Faé di Oderzo, guastata da una caduta iniziale (foto Billiani)
L’esperienza ai tricolori di ciclocross a Faé di Oderzo, guastata da una caduta iniziale (foto Billiani)
Una notizia che ha addolcito anche il tuo inverno sui prati, non proprio felicissimo…

Sì, mi ha lasciato molto l’amaro in bocca perché non sono riuscito a centrare gli obiettivi che mi ero posto. Il problema principale è stato un edema al sottosella che mi ha tenuto fuori addirittura un mese, poi ho avuto un incidente stradale in allenamento e mi sono dovuto fermare altri 5 giorni, insomma riprendersi non è stato semplice. Durante le feste natalizie avevo anche recuperato la condizione, sono persino riuscito a centrare un podio in Belgio, che non è certamente cosa comune. Sapevo però che mi giocavo tanto ai tricolori, lì sono caduto nelle prime battute e ho corso tutta la gara in rimonta finendo quinto. Non è bastato…

Finora hai gareggiato abbastanza poco…

Ho affrontato solamente due gare, ma la cosa non mi dispiace. Mi concentro soprattutto sull’allenamento in vista della parte della stagione che più mi interessa, quella centrale dove ci sono gare più adatte alle mie caratteristiche. Io voglio essere pronto da maggio in poi, anche perché si comincerà a ragionare anche per le gare titolate. Alla Piccola Liegi delle Bregonze ho ottenuto un 8° posto correndo soprattutto in difesa.

Il podio del ciclocross di Dendermonde con l’umbro secondo dietro il tedesco Benz (Lucvdlphotography)
Il podio del ciclocross di Dendermonde con l’umbro secondo dietro il tedesco Benz (Lucvdlphotography)
Su quali gare hai messo gli occhi?

Non c’è un appuntamento specifico, diciamo che mi interessano soprattutto le prove a tappe perché amo gli arrivi in salita e credo che, considerando le mie caratteristiche di recupero, sono le corse più adatte a me. Considerando anche che sono molto sotto l’occhio degli osservatori esteri, ci tengo a far bene lì.

Che impressione ti fa andare a correre all’estero?

Mi fa estremamente piacere soprattutto come crescita personale, immergermi in una nuova cultura, con ragazzi di altre nazioni, trovando un linguaggio comune per confrontarci. Credo che sia  un’esperienza di vita importante e questo a prescindere dal discorso ciclistico.

Il corridore del Team Franco Ballerini-Lucchini-Energy ha già militato in nazionale all’Eroica 2024 (Photors)
Il corridore del Team Franco Ballerini-Lucchini-Energy ha già militato in nazionale all’Eroica 2024 (Photors)
Prima accennavi al discorso azzurro: tu dovresti essere già nel giro per le prove di Nations Cup, ma quest’anno sia europei che mondiali sono per scalatori. Che cosa ne pensi?

A dir la verità Salvoldi me ne ha già parlato, so che sono percorsi adatti alle mie caratteristiche e anche per quello sto un po’ “nicchiando” per avere energie tra primavera ed estate. La strada è tracciata, io voglio farmi trovare pronto quando servirà. Anche perché in vista dell’approdo nel team multinazionale, vorrei avere dalla mia risultati di un certo peso da presentare al mio ingresso.

La realtà dell’Uc Foligno: da un piccolo team grandi risultati

18.03.2024
5 min
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La nazionale azzurra di Coppa del mondo di ciclocross, relativamente agli juniores, per un terzo era composta da elementi provenienti dall’Uc Foligno, con Mattia Proietti Gagliardoni e Giacomo Serangeli. Nella sua disamina delle nuove forze multidisciplinari della categoria, il cittì Daniele Pontoni non ha mancato di far notare come il sodalizio umbro sia importante nella crescita dei ragazzi, un riferimento che va al di là dei confini regionali.

Parlando con Sandro Settimi, diesse degli juniores, è facile cogliere come il lavoro che viene svolto con i ragazzi sia molto profondo e vada ben al di là dei puri risultati.

«Noi siamo una società che agisce a ogni livello, dai giovanissimi agli juniores. Per i primi c’è anzi un sodalizio specifico, l’Uc Foligno Start. Poi abbiamo 5 esordienti, 8 allievi e 8 juniores. I ragazzi delle due categorie inferiori sono tutti della zona, fra Terni e Spoleto, invece fra gli juniores abbiamo 3 laziali e 2 toscani e il fatto che anche da fuori regione si uniscano a noi dimostra che in fin dei conti lavoriamo bene».

Il team junior 2024 con a destra il diesse Sandro Settimi. 8 i ragazzi a sua disposizione
Il team junior 2024 con a destra il diesse Sandro Settimi. 8 i ragazzi a sua disposizione
C’è un segreto dietro a tanti apprezzamenti?

Noi lavoriamo come una squadra, con collaborazione diretta fra i responsabili delle varie categorie e questo lo insegniamo anche ai ragazzi. I valori del team sono un grande fattore propulsivo. Dietro a questo c’è però una società che agisce come una famiglia, non estremizzando mai l’aspetto agonistico, perché sappiamo di aver a che fare con ragazzi giovanissimi, che hanno il ciclismo sì come fattore importante ma che devono dargli il giusto peso, privilegiando sempre la scuola dove costruire il loro futuro.

I ragazzi si allenano insieme?

Per quanto riguarda esordienti e allievi sì, 2-3 volte a settimana. I miei invece non hanno la possibilità, essendo tutti di estrazione geografica diversa. Ci teniamo in stretto contatto, seguono i loro lavori ma so che si collegano anche con altri ragazzi delle loro zone e fanno anche lavori di gruppo. Noi comunque ci stiamo impegnando per mettere a loro disposizione il meglio che possiamo anche a livello di strutture societarie.

L’Uc Foligno ha due team, uno dedicato alle categorie agonistiche e l’altro riservato ai giovanissimi
L’Uc Foligno ha due team, uno dedicato alle categorie agonistiche e l’altro riservato ai giovanissimi
In che senso?

Ad esempio siamo tra i pochi team che hanno a disposizione una fisioterapista, la dottoressa Silvia Baronci e avere una donna a contatto con i ragazzi è anche utile come supporto, magari a loro raccontano cose che un diesse non vede… Poi c’è Riccardo Ridolfi, ex nostro atleta con il quale i ragazzi fanno test d’impostazione e di postura. Cerchiamo di curare ogni aspetto e anche questo contribuisce a costruire un bel team. Infine c’è un valore aggiunto di collegamento fra i due team dall’alto della sua esperienza: è l’ex professionista Fortunato Baliani.

Proviamo a presentare i vari ragazzi della vostra squadra…

E’ chiaro che il primo nome che viene in mente è quello di Giacomo Serangeli ed è un vero peccato che ci sarà da aspettare qualche mese per vederlo all’opera. E’ un corridore pressoché completo, che in salita va molto bene, è veloce ma soprattutto è molto scaltro nella lettura delle corse. Questo è quello che mi hanno detto, visto che ancora non ho avuto il piacere di guidarlo in corsa. Credo comunque che possa emergere sia come corridore d’attacco, capace di portare la fuga solitaria in porto, sia in piccoli gruppi dove far valere il suo spunto.

Luca Laudi, uno dei ragazzi del team junior, lo scorso anno 3 volte nella Top 10 fra gli juniores
Luca Laudi, uno dei ragazzi del team junior, lo scorso anno 3 volte nella Top 10 fra gli juniores
Andiamo avanti…

C’è Luca Laudi, al secondo anno, tipico passista che ha chiuso il 2023 con un paio di top 10. Poi Lorenzo Polise, appena salito di categoria ma che dalle prime gare vedo che si muove bene in gruppo e può dire la sua in arrivi ristretti. Alessandro Caon, laziale, ha corso poco lo scorso anno ma già vedo dei miglioramenti in lui. Filippo Scelfo è un aretino tutto da scoprire. Francesco Giotto Banti viene da Firenze, la stagione passata ha fatto fatica, ma sa muoversi come pochi in gruppo. Poi c’è Luca Scorzoni che sarebbe già U23 ma l’abbiamo tenuto perché è veloce e ha solo bisogno di più tempo per maturare. Resta Riccardo Turchetti, anche lui fermo al palo per la rottura di un tendine del polso.

Lorenzo Polise protagonista al Jova Beach Party. Per lui ciclismo e ambiente vanno di pari passo (foto Repubblica)
Lorenzo Polise protagonista al Jova Beach Party. Per lui ciclismo e ambiente vanno di pari passo (foto Repubblica)
Quanto impegno c’è dietro una squadra simile?

Tantissimo e non solo economico, anche se ormai per rimanere a galla devi investire tantissimo e noi abbiamo la fortuna di avere un presidente che ci crede tanto e ci mette del suo, non solo come denaro. Per noi è importante come detto che si faccia squadra e in questo fondamentali sono anche i genitori, che ci aiutano nelle trasferte.

Giacomo Serangeli e Mattia Proietti Gagliardoni si sono contraddistinti nella scorsa stagione allievi
Giacomo Serangeli e Mattia Proietti Gagliardoni si sono contraddistinti nella scorsa stagione allievi
Che cosa ci vorrebbe perché a fine stagione tu ti ritenga soddisfatto?

Paradossalmente non ci sono gare o risultati specifici. M’interessa che nel team ci sia sempre armonia, che ci sia per ognuno la possibilità di raggiungere i risultati che si prefigge. Non tutti ci riusciranno, ma almeno sapranno di averci potuto provare davvero. Poi i casi come Serangeli e Proietti Gagliardoni sono il nostro premio, significa che si è lavorato bene..

Proietti Gagliardoni e quel dato che fa discutere

14.03.2024
5 min
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Di Mattia Proietti Gagliardoni si fa davvero un gran parlare. Dopo i buoni risultati internazionali nel ciclocross sono arrivate la piazza d’onore al GP Baronti e le parole lusinghiere del cittì Pontoni, che su di lui confida molto per il “dopo Viezzi”. Una sua affermazione però ha suscitato clamore nell’ambiente, tanto che Luca Scinto, il direttore sportivo del Team Franco Ballerini (dove l’umbro corre da quest’anno) ha fatto sentire la sua voce tramite Facebook. Abbiamo voluto allora andare direttamente alla fonte per capirne di più.

«Il cittì è stato molto preciso nella definizione di Mattia – dice Scinto – salvo che per un passaggio, quando parla delle sue ore di allenamento. Dire che si allena per 25 ore settimanali è esagerato, non siamo di fronte a un professionista e so che il suo preparatore Massimiliano Gentili è molto attento nel dosare la sua crescita. Condivide con me le tabelle e i lavori, so che siamo intorno alle 13-14 ore settimanali e d’inverno, quando preparava il cross, andavamo dalle 9 alle 11 ore.

Proietti Gagliardoni in gara al GP Baronti, in 2ª posizione, battuto dal solo Enea Sambinello (foto Team Ballerini)
Proietti Gagliardoni in gara al GP Baronti, in 2ª posizione, battuto dal solo Enea Sambinello (foto Team Ballerini)

Il talento e la pazienza

«Certamente l’attività degli juniores – prosegue Scinto – non è quella dei miei tempi. I corridori arrivano già svezzati e praticamente quando ancora non sono maggiorenni si giocano il loro futuro come professionisti. Ma non bisogna precorrere i tempi, noi siamo abituati a coltivare i talenti con attenzione e parsimonia, facendoli crescere con calma».

Scinto ne fa una questione di rapporto tra quantità e qualità: «Dire che pedala tante ore è sbagliato perché non fa parte del nostro concetto di lavoro. Sia io che Massimiliano guardiamo alla qualità dei lavori, è su quella che facciamo leva. Le 25 ore sono un numero che di per sé dice poco. Mattia ci arriverà, con il tempo. Non dimentichiamo che stiamo parlando di un ragazzo che va ancora a scuola…».

In nazionale con il cittì Pontoni. Per l’umbro due piazzamenti in Coppa del Mondo entro i primi 20 (foto Fci)
In nazionale con il cittì Pontoni. Per l’umbro due piazzamenti in Coppa del Mondo entro i primi 20 (foto Fci)

Valori da corridore vero

Come si sono incrociate le strade di Proietti Gagliardoni e di Scinto? «Lui viene dal ciclocross perché lì lo ha portato il padre che era un praticante e un appassionato. So che poi all’Uc Foligno ha lavorato con Gentili che me ne ha parlato molto bene ed effettivamente ho potuto constatare che ha numeri eccezionali, come ho potuto raramente constatare nell’ambiente e proprio per questo bisogna lavorarci con calma».

Il tecnico toscano, anche se ha potuto lavorare ancora poco con il giovane appena approdato al suo team e alla categoria, si è già fatto un’idea sulle sue caratteristiche.

«Ha valori da corridore vero, che va forte in salita e che riesce a essere presente nelle corse dure, proprio com’era il GP Baronti, in quelle occasioni allora può essere anche veloce e giocarsi la vittoria. C’è però tanto da fare, perché il ciclocross può darti la brillantezza, ma ora c’è da riabilitare il suo fisico sul piano della resistenza e del fondo. Si deve abituare alla categoria, ai carichi di lavoro. Quando avrà finito la scuola potrà lavorare con più calma e assiduità, anche aumentare un po’ i carichi, ma sempre senza esagerare».

Per Proietti Gagliardoni tanti risultati d’inverno. Qui secondo a Osoppo al Giro d’Italia (foto Billiani)
Per Proietti Gagliardoni tanti risultati d’inverno. Qui secondo a Osoppo al Giro d’Italia (foto Billiani)

Attesa per la crono

La piazza d’onore al Baronti è stata una sorpresa, considerando la sua relativa esperienza? «Un po’ sì, ma so che se un ragazzo ha talento si vede subito, sa emergere anche se non è al massimo e quel giorno Mattia non era certo al 100 per cento».

Va forte in salita, si difende bene in volata, ha grandi capacità sul passo. Ma a cronometro? «Non ci ha ancora lavorato, per questo aspetto che ci sia il tempo per farlo. Non puoi scendere da una bici e salire sull’altra aspettandoti chissà che cosa. Io dico che ha i mezzi per far bene anche lì, ma dovrà intanto essere dotato di una bici adeguata e so che gli sta per arrivare la Corratec da crono della squadra pro’, poi deve imparare a lavorarci. Ci vogliono almeno 20 giorni, cronoman non ci s’improvvisa…».

Mattia e Massimiliano Gentili: il corridore ha voluto l’ex pro’ al suo fianco
Mattia e Massimiliano Gentili: il corridore ha voluto l’ex pro’ al suo fianco

Il legame con Gentili

Chiamato in causa anche da Scinto, lo stesso Massimiliano Gentili ha voluto dire la sua, partendo dalla propria storia personale.

«Io avevo interrotto i contatti con il suo team, Uc Foligno alla fine del 2022. Nei primi mesi dello scorso anno – spiega – Mattia era un po’ sbalestrato e stava perdendo gusto per quest’attività. Ricordiamo che si parlava di un allievo: io dico sempre che fino al primo anno, il ciclismo è un gioco, poi al secondo si comincia a fare sul serio, più che altro per non trovarsi impreparati all’approccio con la categoria juniores, diventata ormai il vero serbatoio del professionismo. Mattia mi ha contattato per chiedermi se potevo tornare ad allenarlo e così è stato. Per me è come un figlio, lo seguo con enorme passione e piano piano è tornato a essere il campioncino che conosco, infatti ha conquistato due vittorie e tanti piazzamenti.

«Mattia sta imparando come allenarsi per la nuova categoria. Voglio che cresca con calma, fa parte della mia filosofia: l’allenamento è un percorso graduale. Non ho problemi a fornire i suoi dati: dal 2 gennaio a oggi non ha mai superato le 14 ore settimanali, fino al 12 marzo ha fatto 72 uscite per 4.200 chilometri totali con una media mensile di 1.200 chilometri. La mia ottica non è quella di farlo vincere prima di tutti e più di tutti ora, ma di vederlo crescere costantemente, nei valori, nel rendimento».

Con la medaglia d’argento Magagnotto all’Eyof 2023, dove l’umbro ha chiuso al 6° posto
Con la medaglia d’argento Magagnotto all’Eyof 2023, dove l’umbro ha chiuso al 6° posto

25 ore settimanali? Con il tempo…

Sulle parole di Pontoni, Gentili aggiunge: «Ringrazio il cittì perché ha espresso giudizi lusinghieri sul ragazzo, ma era giusto puntualizzare le cose. Altrimenti si potrebbe pensare che emerge solo perché lavora come un pro’ e questo non è assolutamente vero. Alle 25 ore ci arriverà, con il tempo, ma io non guardo a quello, preferisco privilegiare l’intensità. Diamogli tempi e vedrete che ci darà belle soddisfazioni».

Pontoni è sicuro: dal ciclocross arrivano nuovi juniores di talento

08.03.2024
5 min
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Il GP Baronti che ha aperto la stagione degli juniores e che ha incoronato Enea Sambinello, ha avuto anche un altro protagonista. Parliamo di Mattia Proietti Gagliardoni (foto di apertura con il numero 4), espressione non solo della nuova nidiata approdata alla  categoria, ma di quei ragazzi che si dividono egregiamente fra strada e ciclocross (e per qualcuno non solo queste due discipline).

Pontoni, cittì del ciclocross ha lavorato con i nuovi juniores valutandoli anche per l’attività su strada
Pontoni, cittì del ciclocross ha lavorato con i nuovi juniores valutandoli anche per l’attività su strada

Un poker sul quale contare

Alcuni di loro, Daniele Pontoni li ha avuti sott’occhio per tutto l’inverno, anzi li conosce anche da più tempo visto che li ha avuti a disposizione nei suoi raduni anche quando erano allievi e quindi ha il polso della situazione, sa che cosa possono dare anche su strada dopo quel che hanno fatto d’inverno.

«Salvoldi ha a disposizione un gruppo di atleti davvero molto valido, credo che sia un’annata molto promettente. Ci sono almeno 4 corridori che si equivalgono e che hanno composto l’ossatura della mia nazionale, con la quale confido il prossimo anno di avere risultati all’altezza, anche se il campione del mondo Stefano Viezzi non ci sarà più essendo passato di categoria. Sono ragazzi che nel complesso si equivalgono, vedremo poi nel corso dell’annata chi emergerà di più. Io comunque sono convinto che il vertice dell’annata è per livello medio superiore a quello delle precedenti».

La volata vittoriosa di Sambinello al GP Baronti con Proietti Gagliardoni subito dietro (foto Fruzzetti)
La volata vittoriosa di Sambinello al GP Baronti con Proietti Gagliardoni subito dietro (foto Fruzzetti)
Prendendo spunto dalla composizione della tua nazionale partiamo proprio da Proietti Gagliardoni, visto che è quello che ha ottenuto subito risultati…

Non mi ha stupito la sua prestazione, so bene quanto vale. Anche lo scorso anno, con ben 25 Top 10 centrate nel corso dell’annata era stato uno dei più costanti ad alto livello fra gli allievi. Ha un motore di altissimo livello e quando hai quello emergi dappertutto, nel ciclocross come su strada. Chiaramente in queste settimane può sfruttare la condizione scaturita dall’attività invernale, ma un risultato del genere non è solo figlio di quella, è anche frutto della sua capacità di gestione.

Dove lo vedi meglio?

E’ un corridore completo, forse il più completo del gruppo. Lui come gli altri è già sopra le 25 ore di allenamento settimanali, da questo punto di vista ha una predisposizione già pronunciata verso l’attività professionistica, mentalmente parlando. L’importante è non pressare troppo lui e gli altri, farli crescere con calma considerando che i mezzi a disposizione ci sono e sono notevoli.

Serangeli è ancora fermo ai box dopo la caduta in Coppa. Lo rivedremo in estate
Serangeli è ancora fermo ai box dopo la caduta in Coppa. Lo rivedremo in estate
Un altro elemento del quale si dice un gran bene è Giacomo Serangeli…

E’ vero, ma con lui bisognerà avere ancora più pazienza. Una settimana prima dei mondiali di ciclocross è stato vittima di una brutta caduta costatagli la frattura dello sterno. Ancora non ha ripreso, ora pedala sui rulli. Io credo che lo rivedremo per la seconda parte di stagione, ma va atteso con fiducia e mi è dispiaciuto tanto non averlo ai mondiali perché avrebbe potuto fare molto bene con la condizione che aveva.

Lui dove lo vedi bene?

E’ più uno scalatore, adattissimo ai percorsi difficili. Ma più che per le doti fisiche parlerei di quelle mentali, perché è molto metodico e inquadrato sulla sua attività, per questo pur considerando che l’infortunio che ha subìto non è di poco conto, va aspettato con fiducia. Poi come Proietti Gagliardoni viene dall’Uc Foligno che è una società che lavora molto bene con i più giovani, dove sanno valorizzare i talenti. Io dico che Serangeli lo vedremo emergere nei mesi estivi, per allora potrà già avere un buon colpo di pedale.

Quest’anno il più giovane degli Agostinacchio si testerà di più su strada che in mtb (foto team)
Quest’anno il più giovane degli Agostinacchio si testerà di più su strada che in mtb (foto team)
E di Agostinacchio “fratello d’arte” che puoi dire?

So che quest’anno ha intenzione di dare più attenzione alla strada, tra tutti è quello che svaria di più fra le varie discipline ed è quello che più degli altri dà del tu alla bici. Due Top 10 in Coppa del mondo di ciclocross dicono molto sul suo valore. Mattia è quello che secondo me si è evoluto di più negli ultimi mesi e sono molto ottimista su quel che potrà fare anche su strada.

Resta Ettore Fabbro…

Nel suo caso parliamo di un corridore che per ora privilegia la mountain bike alla strada e anche lui, appena cambiata bici ha subito fatto vedere di essere molto in palla giungendo 5° alla Verona Mtb International, la prima classica internazionale della stagione, pur non partendo davanti, quindi penso che potrà togliersi belle soddisfazioni. Si era un po’ arrugginito ma quest’inverno ha fatto vedere cose importanti e credo che ne farà vedere più avanti anche su strada.

Per Fabbro ciclocross e mtb sono ancora le discipline preferite, ma non disdegna le gare su strada (foto team)
Per Fabbro ciclocross e mtb sono ancora le discipline preferite, ma non disdegna le gare su strada (foto team)
Parlavi di una generazione molto valida, chiaramente per quelli che puoi aver avuto sottomano nell’attività invernale. E dietro di loro?

Questi sono gli elementi di punta dell’annata, ma come dicevo c’è un livello molto alto a livello generale e posso dire che dietro di loro c’è un altro bel gruppo di ragazzini che promettono tantissimo: Filippo Grigolini, Pietro Deon, Patrick Pezzo Rosola, tanto per fare tre nomi, li ho avuti già con me nell’ultimo raduno azzurro. Tenete a mente questi nomi perché ci faranno divertire…