Q36.5 veste i leader del Tour de Suisse

11.06.2024
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Dovremo aspettare fino a domenica prossima per conoscere il vincitore dell’edizione numero 87 del Tour de Suisse. Se ci sono ancora delle incertezze sul nome di chi succederà nell’albo d’oro della corsa tappe elvetica a Mattias Skjelmose, vincitore dell’edizione 2023, non ci sono dubbi su chi ogni giorno “veste” i leader delle singole classifiche (in apertura, Yves Lampaert, leader dopo la tappa di ieri). Per il terzo anno consecutivo Q36.5 è infatti partner tecnico del Tour de Suisse, da sempre considerato il “quarto giro” in ordine di importanza dopo Tour, Giro e Vuelta.

Q36.5 mette tutta la sua conoscenza tecnica al servizio della squadra professional che porta il suo nome
Q36.5 mette tutta la sua conoscenza tecnica al servizio della squadra professional che porta il suo nome

Protagonista anche in corsa

Il marchio Q36.5 non è presente al Tour de Suisse solamente nel ruolo di fornitore tecnico delle maglie dei leader di classifica. Lo ritroviamo quotidianamente in gara grazie al Q36.5 Pro Cycling Team che ha ottenuto una wild card per la corsa “di casa”.

Sebbene Q36.5 sia a tutti gli effetti un brand italiano, i suoi fondatori, Luigi Bergamo e Sabrina Bergamo Emmasi, hanno infatti un forte legame con la Svizzera. Qui hanno costruito una buona parte della loro esperienza professionale che li ha portati a sviluppare un personalissima visione sull’abbigliamento da ciclismo, innovativo e orientato alle alte prestazioni.

Le maglie dei leader

Come da tradizione, le maglie dei leader delle singole classifiche sono quattro: gialla, destinata al capo classifica; nera, per il leader della classifica a punti; rossa, per il re della montagna; bianca per il miglior giovane.

A unire tutte queste maglie la qualità tecnica tipica di ogni prodotto Q36.5. Rigorosamente Made in Italy, le maglie dei leader del Tour de Suisse sono state sviluppate sul modello Gregarius Pro della collezione del brand bolzanino. Gregarius Pro utilizza gli esclusivi tessuti Q36.5 e presenta un taglio aerodinamico che segue la mappatura del corpo per offrire una vestibilità confortevole. Il posizionamento più efficiente dei pannelli e delle cuciture, la scelta di utilizzare i materiali di alta qualità completano la maglia, che risulta leggera e ultra-traspirante, perfetta per le giornate estive. La maglia è dotata di tre tasche posteriori per offrire spazio per riporre gli oggetti senza aggiungere ingombro o causare resistenza all’aria. La rete delle tasche, infatti, si espande quando necessario e aderisce alla schiena quando non utilizzata.

Per chi fosse interessato, segnaliamo che le maglie replica, e i relativi accessori, sono già disponibili in store selezionati ed online sul sito www.q36-5.com.

Chiudiamo con le parole di Luigi Bergamo, CEO e Responsabile Ricerca e Sviluppo di Q36.5: «Il nostro obiettivo è sempre stato quello di sviluppare prodotti che consentano agli atleti, sia professionisti che amatori, di ottenere il massimo in termini di prestazioni e permetter loro di spingersi al limite senza dover pensare ad altro se non a concentrarsi sui propri traguardi. Questa è una promessa su cui possono contare anche i leader di classifica del Tour de Suisse».

Ricordiamo che il Tour de Suisse è scattato domenica scorsa da Vaduz e si concluderà domenica prossima 16 giugno a Villars-sur-Ollon con una cronoscalata che decreterà il successore di Mattias Skjelmose.

Q36.5

La Q36.5 fuori dai Giri: la frustrazione dello sponsor

20.05.2024
5 min
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Luigi Bergamo, il signor Q36.5, probabilmente domani si affaccerà al Giro che raggiunge la Val Gardena e la provincia della sua Bolzano. La squadra che porta il nome della sua azienda di abbigliamento ne è rimasta fuori per il secondo anno consecutivo, allo stesso modo in cui la continental ad essa collegata non prenderà parte al Giro Next Gen. Il discorso potrebbe essere spinoso. Se è vero che il Giro d’Italia è la vetrina che dà un senso alle squadre di matrice italiana, è chiaro che non farne parte sia un disagio da gestire. A ciò si aggiunga il fatto che un buon aggancio col Giro, Vincenzo Nibali, da agosto dovrebbe interrompere la sua collaborazione come consulente con la squadra diretta da Ryder Douglas.

«E’ un po’ la situazione – dice Bergamo – non do colpe a nessuno. Sono i problemi legati alle squadre professional. Se non hai certi punti o comunque certi corridori, principalmente i punti, fai fatica ad accedere alle gare. Noi siamo stati fortunati nella prima parte della stagione, perché abbiamo avuto accesso a tutte le gare di RCS. Abbiamo parlato. Già l’anno scorso avevamo chiesto se fosse possibile partecipare al Giro. Però logicamente, avendo solo tre wild card, è legittimo che due siano andate alla VF Group-Bardiani e alla Polti, che sono due squadre italiane. Saremmo parzialmente italiani anche noi, ma l’entrata della Tudor come sponsor ha cambiato le cose. Poteva esserci una minima speranza se qualche squadra WorldTour, come in passato la Lotto, avesse rinunciato, ma così non è stato».

Luigi Bergamo è fondatore e CEO del marchio Q36.5 (foto Jim Merithew)
Luigi Bergamo è fondatore e CEO del marchio Q36.5 (foto Jim Merithew)
Che cosa significa per uno sponsor italiano non essere al Giro?

Non essere al Giro e poi ovviamente nemmeno al Tour è una bella frustrazione. Abbiamo avuto visibilità nella prima parte della stagione, ma nella seconda sparisci. Certo, faremo il Giro di Svizzera, magari il Delfinato, però tre settimane di Giro sono un’altra cosa. Ora ho visto anche della development team, però non so cosa sia successo.

Cosa ne pensa?

Anche quello è un peccato, perché di fatto è una squadra italiana. Non conosco le cause, è una cosa ancora fresca.

Pensa che il suo gruppo possa avere qualche problema con Rcs Sport?

No, direi di no. Tutti coloro con cui ho parlato anche lo scorso anno li ho trovati disponibili. Però è vero che l’asticella si alza e ogni anno si pretende sempre di più. Siamo stati sfortunati con diversi corridori che si sono fatti male oppure hanno avuto problemi e questo di certo ha tolto visibilità e risultati.

L’aspetto sportivo è un po’ al di sotto delle attese?

Parlerei di sfortuna. Nizzolo ha cominciato a correre praticamente ieri a Veenendaal per l’infortunio (foto di apertura). Il canadese Zukowski si è rotto la clavicola ed è fuori anche lo spagnolo Azparren. Si puntava sull’esperienza del belga Frison per le classiche, ma è stato fuori a lungo ed è appena rientrato. Insomma, un po’ di acciacchi e altri che l’anno scorso erano andati bene e quest’anno non vanno. La squadra ha performato meno rispetto a quello che era stato l’anno scorso. L’avvio era stato più che positivo, speravamo che si continuasse anche con qualche giovane che l’anno scorso era andato benino e invece fa ancora fatica.

In compenso, si può dire che avere una squadra sia utile per un’azienda che produce abbigliamento sportivo?

Almeno quello ci dà soddisfazione, è un bel banco di prova, anche per valutare quello che a volte chiamo l’abuso del prodotto. Quello di strapazzare i capi che forniamo è il vero test, anche per trovare nuove soluzioni. Essendo votati per scelta e per passione all’innovazione dell’abbigliamento, una squadra che metta tutto alla prova è sicuramente un buono strumento e una fonte di ispirazione.

I corridori sono buoni tester?

Non tutti sono attenti o ti danno degli input appropriati, però ce ne sono alcuni che per passione sono un po’ più attenti e vicini al prodotto. Cercano sempre il limite, sia con la bici che con i capi che indossano. Oltre al nome del brand o del marchio, che ha il punto di forza nella termoregolazione, la sfida è legata alle velocità sempre più alte, che richiedono una performance superiore da parte dell’abbigliamento. C’è sempre maggiore attenzione nel portare concetti di aerodinamica che una volta erano legati solo alla cronometro, mentre adesso si sono spostati anche alle corse su strada.

Nel 2024 tanti piazzamenti per Moschetti, che indossa un body anche su strada
Nel 2024 tanti piazzamenti per Moschetti, che indossa un body anche su strada
Ormai si corre sempre più col body: pensa che diventerà una tendenza anche per il mercato?

L’amatore vuole maglietta e salopette. Anche se lo abbiamo proposto, vedo che il pezzo singolo funziona molto poco, anche perché è più difficile da abbinare. Tante volte hai bisogno del pantalone di taglia M e la maglia S e non possiamo fare lavorazioni su misura per ogni cliente. La persona normale, al di là di quelli che corrono e fanno delle vere competizioni, è più comoda con i due pezzi separati. Diciamo che per l’azienda le cose legate alla squadra procedono bene. Per il resto, si tratta di aspettare. Ci vediamo a Santa Cristina Valgardena, un salto dovrei farlo di sicuro.

Maurizio Fondriest entra nella squadra Q36.5

12.02.2024
3 min
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Un nuovo campione del ciclismo si aggiunge alla squadra di Q36.5. Si tratta di Maurizio Fondriest. L’ex iridato di Renaix 1988 è diventato di recente nuovo Ambassador del marchio bolzanino, andando ad affiancare in questo ruolo Vincenzo Nibali.

Il benvenuto di Luigi Bergamo

Ad accogliere Fondriest nel simbolico ruolo di “padrone di casa” non poteva che essere Luigi Bergamo, CEO e Responsabile Ricerca e Sviluppo Q36.5 (in apertura a destra, insieme a Maurizio Fondriest).

«Un altro grande atleta si unisce al gruppo di Ambassador di Q36.5 – ha dichiarato Luigi Bergamo – Conosco Maurizio da quarant’anni. Quando da ragazzo ho iniziato a pedalare, mi allenavo insieme a lui sulle strade della Val di Non, successivamente l’ho seguito con grande ammirazione durante tutta la sua carriera. Sono onorato di poter oggi intraprendere questa nuova collaborazione. Maurizio rimane, oggi come allora, oltre che un grande campione, un grande appassionato di ciclismo. Attento e meticoloso ad ogni aspetto tecnico legato allo sport che più ama. Leggendaria risulta la sua cura per la posizione in sella, alla ricerca della geometria perfetta. Su questo argomento siamo in grande sinergia. Sarà un piacere poter ricevere da Fondriest feedback preziosi per sviluppare e rendere ancora più innovativi i nostri capi e i nostri prodotti».

Maurizio Fondriest è entrato a far parte della famiglia di Q36.5
Maurizio Fondriest è entrato a far parte della famiglia di Q36.5

I consigli del campione

Come anticipato dallo stesso Luigi Bergamo, Maurizio Fondriest non sarà solo Ambassador del brand, ma con i suoi consigli potrà contribuire a sviluppare nuovi prodotti. Il primo passo della collaborazione fra Fondriest e Q36.5 prevede la prova dei capi della nuova stagione primavera/estate 2024. Tra i prodotti di punta della nuova collezione i nuovissimi pantaloncini da ciclismo Dottore Pro e le innovative scarpe Dottore Clima. Si tratta di prodotti che saranno lanciati sul mercato nella seconda metà del mese di febbraio.

Tre Punti di Contatto

Q36.5 ha studiato un sistema di prodotti che permette di supportare i “Tre Punti di Contatto” più sensibili e importanti del corpo del ciclista con la bicicletta: sella, manubrio e pedali. Durante gli studi compiuti dall’azienda è stata analizzata la profonda correlazione tra questi tre punti e tutte le variabili che possono influenzare la posizione del ciclista sulla sella, e quindi il comfort e le prestazioni. Tra le variabili prese in esame i diversi tipi di selle, di scarpe o pedali, così come l’anatomia del corpo e la posizione di pedalata dell’atleta. La ricerca ha dimostrato la necessità di una soluzione adattiva che possa ridurre al minimo la differenza di comfort con tutte queste variabili. Lo studio e la sperimentazione hanno portato Q36.5 allo sviluppo di una nuova tecnologia di fondelli proprietaria chiamata Q36.5 Chamois Adaptive Technology, applicata a tutti i nuovi pantaloncini da ciclismo della prossima stagione estiva.

L’ex professionista trentino sarà un ambassador del brand bolzanino
L’ex professionista trentino sarà un ambassador del brand bolzanino

Il parere del campione

Sentita l’azienda attraverso le parole di Luigi Bergamo non potevamo non riportare le prime dichiarazione di Maurizio Fondriest, neo Ambassador Q36.5.

«La ricerca della perfezione in sella – ha dichiarato Fondriest – è sempre stata una priorità per me. Il corretto assetto in bici permette di sentirsi bene, concentrarsi sulla performance o semplicemente godersi la pedalata. L’abbigliamento e le scarpe che si indossano sono in tal senso un elemento chiave, anche se spesso sottovalutato. Q36.5 è un marchio che seguo da diversi anni ed ammiro per l’alta qualità e tecnicità dei suoi capi ed in particolar modo per l’attenzione che il marchio dedica al sostegno di un concetto unico: quello dei Tre Punti di Contatto, che ha come obiettivo il comfort complessivo del ciclista».

Q36.5

Q36.5 Dottore Clima, leggere, ventilate e avvolgenti

03.02.2024
4 min
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Q36.5 non è solo sinonimo di abbigliamento tecnico di altissima qualità. Il brand di Bolzano punta dritto anche sulla categoria delle calzature tecniche, con l’obiettivo principale di fornire un prodotto di elevata caratura, capace di influire in modo positivo sulla termoregolazione.

Le nuove calzature Dottore Clima sono molto diverse dalle Unique, principalmente grazie ad una tomaia realizzata in Knit. Entriamo nelle specificità della scarpa.

I due rotori hanno la sede “annegata” nel tessuto (foto Q36.5)
I due rotori hanno la sede “annegata” nel tessuto (foto Q36.5)

Già viste al Tour 2023

Al Tour de France dello scorso anno le avevamo viste indossate da Jacopo Guarnieri e nello stesso periodo erano apparse alla fiera tedesca di Eurobike. Ma le nuove scarpe sono rimaste secretate fino ad oggi.

Come detto, si tratta di una calzatura molto differente dal modello esistente Unique, perché hanno una tomaia completamente differente, che si riflette su una performance tecnica diversa. Per approfondire ulteriormente da dove nasce l’dea di questa calzatura, abbiamo chiesto a Luigi Bergamo, CEO di Q36.5.

I test per valutare i punti di pressione (foto Q36.5)
I test per valutare i punti di pressione (foto Q36.5)

Punti di pressione e fondello

«Un fattore che ci ha sorpreso – spiega Luigi Bergamo, titolare di Q36.5 – è questa correlazione che esiste tra il piede, i punti di pressione e tutto quello che riguarda i punti di appoggio sul fondello e viceversa. Non solo, perché i test eseguiti in questa direzione ci hanno aiutato e diventano fondamentali anche per lo sviluppo delle nuove generazioni di fondelli.

«La Dottore Clima – prosegue Bergamo – ha richiesto circa due anni di sviluppo e per noi, che produciamo abbigliamento ad elevata tecnicità, avvicina la categoria delle scarpe al settore tessile. L’obiettivo principale per Q36.5 era quello di avere una scarpa in Knitted che non sacrificasse il supporto ed il sostegno in ogni sua parte. Un altro messaggio importante che vogliamo far passare è che si tratta di un scarpa per la stagione estiva e per i momenti più caldi.

«La tomaia in Knit – continua Bergamo – aiuta in una termoregolazione ottimale anche in inverno, con dei copriscarpe adeguati, perché non si inzuppa, né di sudore né di acqua. Di conseguenza il piede è meno soggetto al raffreddamento».

Dottore Clima, come sono fatte

La tomaia è un pezzo unico di Knit, ovvero una maglia, un tessuto che incrementa il comfort dell’estremità corporea, grazie ad una ventilazione costante e al fatto che si adatta in modo perfetto alle forme del piede stesso. Non ci sono cuciture e la densità della tomaia è variabile, per dare sostegno dove serve e alleggerire dove è possibile farlo, senza sacrificare la resa tecnica del prodotto. Lo Knit elimina i punti di pressione, che speso generano calore e fastidi. La struttura della tomaia è realizzata con una tecnologia proprietaria Q36.5.

Gli inserti in TPU, applicati per rinforzare la scarpa, non hanno collanti. La chiusura è garantita dai due rotori Boa Li2, con disegno specifico per la tomaia in tessuto.

La suola è in carbonio e adotta la tecnologia Biomimetica, una sorta di vero e proprio scheletro che fa collimare rigidità ed efficienza della pedalata, non bloccando il flusso sanguigno. Alla rigidità è abbinata la struttura scaricata che non influisce in modo negativo sul movimento del piede e sull’ampiezza della pedalata. C’è anche uno stack (altezza) ridotto, che avvina il piede al pedale. Le colorazioni disponibili sono due, grigio ghiaccio e nero. Il valore alla bilancia dichiarato è di 270 grammi, mentre il prezzo di listino è di 470 euro.

Q36.5

Q36.5 Thermobolik Body Invernale, un’armatura per l’inverno

03.11.2023
3 min
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BOLZANO – L’utilizzo comune del body che conosciamo tutti è quello estivo, ormai un elemento ricorrente in gruppo. Q36.5 presenta Thermobolik Body Invernale, un capo pensato per ridurre al minimo la perdita di calore tra gli strati, per offrire una vestibilità da gara e un isolamento termico efficace, e per mantenere l’atleta al caldo durante le uscite in pieno inverno, senza ingombri aggiuntivi. Lo abbiamo visto al quartier generale di Q36.5 a Bolzano durante la presentazione delle novità del brand attraverso le parole di Luigi Bergamo Amministratore Delegato e Responsabile R&D di Q36.5. 

Protezione estrema

Il Thermobolik Body Invernale deve molto allo sci alpino, il quale fu il primo a introdurre l’uso di tessuti sintetici leggeri e performanti nel mondo del ciclismo. La parte anteriore della giacca integrata impiega il tessuto UF Hybrid, il tessuto termico con una struttura esterna ad altissima densità per una protezione dal vento unica. Il materiale in pile all’interno della giacca ha una struttura alveolare per facilitare la creazione di un cuscinetto d’aria che funge da isolante. L’effetto complessivo di questo tessuto leggero è di offrire un’ottima ritenzione del calore unita a un’alta traspirabilità dato che non serve alcuna membrana.

«Le due zone della giacca – spiega Bergamo – che sono maggiormente esposte al freddo e alla pioggia, ossia le spalle e le maniche, sono dotate di una combinazione di UF Air Insulation e UF Hybrid Shell Plus, un tessuto molto elastico che offre grande libertà di movimento. Unendo un materiale ad altissima densità che offre un’ottima protezione e traspirabilità alla protezione guscio intelligente di Q36.5 per le regioni molto esposte al vento, ci ha permesso di ottenere una vestibilità ideale e prestazioni elevate senza ingombri aggiuntivi».

Sulla spalla è presente la tasca con all’interno la pettorina antivento
Sulla spalla è presente la tasca con all’interno la pettorina antivento

Comfort e performance

«Non esiste performance se non c’è il comfort». Le parole pronunciate da Luigi Bergamo in questo senso non lasciano spazio a intepretazioni. Per la realizzazione di questo Thermobolik la comodità di utilizzo è stata rifinita al massimo. I pannelli laterali della giacca come anche la calzamaglia integrata sono fatti con UF Thermo Plus. Questo tessuto proprietario ad altissima densità offre un ulteriore effetto riscaldante grazie alla fibra intelligente all’interno chiamata Heat Fiber, che attira raggi infrarossi lontani dall’ambiente e li utilizza per scaldare il corpo. 

La fascia in vita, lì dove la giacca è unita al pantalone, è stata realizzata per fornire un’ulteriore protezione alla zona addominale e progettata per adattarsi al corpo senza esercitare alcuna pressione quando si è in sella. Infine, le leggere tasche invisibili permettono al ciclista di portare con sé piccoli oggetti essenziali, come il proprio documento di identità, il cellulare e le barrette e i gel. 

Il design intelligente della giacca contiene anche una tasca invisibile in cui è riposta una membrana antivento integrata. Può essere facilmente aperta e fissata sulla parte anteriore del petto tramite tre bottoni magnetici. Garantisce un ulteriore livello di protezione dal vento. Il range di utilizzo si attesta tra i -5°C e i 5°C, dove riesce a offrire comfort e ottime prestazioni. Disponibile in taglia XXS a XXL, il peso complessivo è di 650 g ed è consultabile sul sito con un prezzo di 850 euro.

Q36.5

Novità e ambizioni in casa Q36.5 nelle parole di Bergamo e Nibali

18.10.2023
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BOLZANO – Abbiamo imparato a conoscere Q36.5 per la continua ricerca dell’innovazione in campo tessile. Nel 2023 il brand bolzanino si è messo in gioco anche dal punto di vista agonistico con il team professional. La scorsa settimana abbiamo partecipato al training camp di Q36.5 al Lago di Caldaro, dove ci siamo immersi nel dietro le quinte del team e del marchio tricolore. Ne abbiamo approfittato per intervistare Luigi Bergamo, Amministratore Delegato e Responsabile R&D di Q36.5 e Vincenzo Nibali, brand ambassador e consulente per la squadra. 

Per quanto riguarda il lato sportivo, nel breve periodo l’ambizione è quella di partecipare al Giro d’Italia e in tre o quattro anni c’è la volontà di fare il salto nel WorldTour. Lato prodotto invece, abbiamo avuto la conferma che negli uffici di Bolzano la parola innovazione sia un dogma che coinvolge tutti e tre i punti di contatto della bici, tra fondelli, guanti e scarpe in continua evoluzione.

Saper testare

La mission di Q36.5 è quella di creare prodotti che si adattino ad ogni esigenza del ciclista con standard di comfort e performance al top. Il mantra è scritto nel nome del brand, creare tecnologie che mantengano la temperatura del corpo ideale e costante in ogni situazione. Il team professionistico in questo ha un ruolo fondamentale, cioè quello di essere il banco di prova per eccellenza.

«E’ sempre un po’ difficile – spiega Luigi Bergamo – all’interno di un team, trovare le persone che hanno quella sensibilità, perché tanti, dicono “sì, va bene” oppure “no, non va bene”. Però il problema è capire che cosa devi correggere. La fortuna nostra interna è che siamo tutti un po’ ciclisti e anche grazie a chi lavora con noi e ha praticato ciclismo a livello professionistico, come Ivan Santaromita o Mario Kummer, riusciamo anche in fase di sviluppo, a correggere e capire come sviluppare al meglio i prodotti. Abbiamo alcuni ragazzi del Pro Team che ci hanno dato un po’ di feedback per migliorarli. Ma soprattutto ci è servito anche per verificarli con lo stress test per eccellenza: cioè l’utilizzo professionistico.

«L’altro aspetto importante – afferma Bergamo – è che ci teniamo a capire la durata di vita del prodotto, quindi nel senso della durevolezza, se nel materiale c’è qualcosa da correggere. Non so, magari la posizione della cucitura da spostare che può dare fastidio. Piuttosto che appunto la qualità dei materiali in termini di usura».

Innovazione continua

Vincenzo Nibali in questi giorni, esattamente un anno fa, chiudeva la sua carriera professionistica. Oggi è un riferimento per Q36.5 come brand ambassador e tester dei prodotti. 

«Partendo dal marchio – dice Nibali, che negli stessi giorni è diventato papà per la seconda volta – sono stato introdotto praticamente quasi da subito, quindi da novembre dello scorso anno fino a oggi. Posso dire di aver provato almeno una ventina di capi d’abbigliamento. Solitamente ogni brand magari ha tre o quattro linee massimo da farti testare, ma avere così tanti prodotti da utilizzare e sviluppare costantemente non mi era mai capitato prima.

«Questo è anche il bello di Q36.5, che non si sofferma soltanto a un singolo capo, bensì ha l’obiettivo di sviluppare sempre e continuamente nuovi prodotti per ogni tipo di di settore, dalla mountain bike al gravel, dalla strada alla crono e infine il triathlon. Magliette più leggere, più areo con diversi capi magari più invernali, primaverili, autunnali e via dicendo. C’è una grandissima cura del prodotto. Luigi (Bergamo, ndr), quando crea o studia qualcosa, la segue dall’inizio alla fine. Sta alzando l’asticella su molti aspetti. Se non conoscessi il brand ed entrassi in un negozio, difficilmente ne uscirei a mani vuote».

The Shark è la collezione esclusiva che Q36.5 ha realizzato in collaborazione con Nibali
The Shark è la collezione esclusiva che Q36.5 ha realizzato in collaborazione con Nibali

Gli obiettivi di Bergamo

Nemmeno un anno di vita e il Q36.5 Pro Cycling Team ha posizionato l’asticella degli obiettivi già ad un livello impensabile anche solo pochi mesi fa. 

«Non siamo WorldTour – afferma Bergamo – ma professional. Abbiamo la fortuna di avere dei partner come UBS o Breitling che ci danno il supporto economico per poter competere. Il team è partito all’ultimo momento come un’idea, se vogliamo un po’ pazza. Basti pensare che si è iniziato a lavorare nella costruzione della squadra da luglio 2022 in poi, diciamo con tempi molto ristretti. Però, nonostante tutto si è riusciti, a mio avviso, a creare un bel team. Possiamo vedere anche dei ragazzi giovani del Continental Team che hanno performato bene. E’ sempre difficile scontrarsi con i giganti WT, soprattutto, appunto, al primo anno. Nonostante non abbiamo partecipato ai Grandi Giri, i nostri atleti hanno avuto modo di farsi vedere e soprattutto i ragazzi di fare una buona esperienza. 

«L’obiettivo per il 2024 – argomenta Bergamo – è di continuare a crescere. Sono stati aggiunti adesso cinque nuovi inserimenti e l’obiettivo è un po’ quello di scalare la classifica e fare questi mitici punti per poter magari nel 2025 o 2026 ambire al grande salto nel WorldTour. Il Giro d’Italia può essere un primo traguardo. Faremo il possibile per esserci, come brand italiano, come squadra con una forte presenza tricolore, da Moschetti e Conca, fino a Brambilla e l’arrivo di Nizzolo.

«Insomma, ci sono tanti italiani di valore, anche promettenti. In questo periodo diciamo dove il circuito italiano magari è un po’, come dire, alla ricerca di talenti noi abbiamo interpreti come Calzoni, ragazzo giovanissimo che promette molto bene. La nostra presenza alla corsa rosa sarebbe anche un riconoscimento e un giusto banco di prova. Sarebbe importante per il team anche per la visibilità perché poter essere lì per tre settimane, sarebbe insomma l’obiettivo massimo».

Vincenzo NIbali si è connesso da remoto per stare vicino alla nuova arrivata Miriam Nibali
Vincenzo NIbali si è connesso da remoto per stare vicino alla nuova arrivata Miriam Nibali

Il bilancio di Nibali

Gli atleti in maglia Q36.5 quest’anno hanno alzato le mani sul traguardo sette volte, chiudendo un anno positivo, ma con ampi margini di miglioramento. Luigi Bergamo e gli sponsor hanno ambizioni importanti. Vincenzo Nibali dall’alto dei suoi 17 anni di professionismo ha il compito di capire cosa c’è da correggere.

«Credo che il bilancio sia ottimo – conclude Nibali – perché la squadra è partita quest’anno con delle ambizioni molto forti. Abbiamo subito raccolto una grandissima vittoria allo sprint con Moschetti e poi successivamente sono arrivati anche tanti altri successi. Chiaramente non dobbiamo fermarci qua, il team deve crescere ancora. C’è ancora da lavorare tanto, ma la partenza è più che buona. Ci siamo posizionati nella categoria professional, ma abbiamo ottenuto già dei risultati molto buoni. Fare uno step successivo sicuramente non è semplice, ma c’è lo spazio per poterlo fare».

Lo Squalo e Santino, prove di Cape Epic sull’Etna

01.11.2022
5 min
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Quando l’altro giorno Mirko Pirazzoli ha parlato dell’avventura di Nibali alla Cape Epic, la gara a tappe sudafricana di marzo che si corre a coppie, ha fatto un velato riferimento al suo compagno di squadra. Si è molto fantasticato su chi sarà e qualcuno a un certo punto sparò la notizia che si trattasse di Aru, salvo essere prontamente smentito. Infatti l’onore e l’onere toccheranno a Ivan “Santino” Santaromita, che da quando l’ha saputo ha prima sudato freddo e poi si è rimboccato le maniche.

«Parlai con Vincenzo a luglio per illustrargli il nostro progetto – racconta il varesino – e lui tirò fuori questa cosa della Cape Epic. E’ una bella avventura. E a quel punto il mio capo, Luigi Bergamo, ha proposto che la facessimo insieme. Entrambi campioni italiani, compagni di squadra alla Liquigas e di allenamento, la stessa azienda…».

Lo Squalo e Santino: sino a fine 2022, Nibali è sotto contratto con l’Astana (foto Q36.5)
Lo Squalo e Santino: sino a fine 2022, Nibali è sotto contratto con l’Astana (foto Q36.5)

Test in Andalucia

Un passo indietro, per capire meglio. “Santino”, campione italiano nel 2013 quando vestiva ancora la maglia della BMC, è una figura chiave nell’ambito di Q36.5, l’azienda altoatesina di Luigi Bergamo che produce abbigliamento e calzature per il ciclismo e ha fra i suoi primi testimonial anche Daniele Bennati. Dal prossimo anno, il marchio bolzanino darà il nome al team professional, guidato da Douglas Ryder, nel quale Nibali è consulente.

«Sulla squadra – spiega Santaromita – si sta convogliando l’impegno di tutti. Io mi muovo sul fronte dell’abbigliamento. Abbiamo preso le misure ai corridori e parallelamente sono di supporto per Vincenzo. L’idea della Cape Epic anni fa l’avevo avuta anche io. Se ne parlava tra amici e appena si è presentata l’occasione, non mi sono tirato indietro. Ho 38 anni, se non vado adesso, quando la faccio? L’approccio è fare meno fatica, ma ugualmente bisognerà impegnarsi. Non si va con lo stress di vincere, ma lo conoscete Vincenzo, no? Così adesso si sta ragionando di fare la Andalucia Bike Race a febbraio per trovare il ritmo giusto…».

All’alba sull’Etna

I due sono stati avvistati a orari impossibili sui sentieri dell’Etna e in giro per la Sicilia (foto Q36.5 in apertura). Vedere Nibali operativo alle prime luci dell’alba è qualcosa di inedito, infatti Santino sorride e con una battuta dice che anche questa volta è lui a dargli il ritmo, dopo gli anni a fare l’andatura in testa al gruppo.

«Dopo i premi della Gazzetta a Palermo – racconta – siamo stati a Belpasso ai piedi dell’Etna, poi a Patti. Avevamo da fare foto per la prossima stagione e nel mezzo, prima che Vincenzo partisse per Singapore (dove sta disputando i circuiti del Tour, ndr), c’è scappata anche qualche pedalata sull’Etna. Lui vorrà fare bene, anche perché in mountain bike c’è sempre andato. Avremo bici Scott, con lo stesso setup di Nino Schurter. Quanto alle divise, non so se ne faremo di speciali o se useremo quelle della squadra. Anche lo staff è da capire. Non so se ci seguirà Michele Pallini, è tutto da decidere. Mentre sul fronte tecnico avremo assistenza da parte di Scott. Mancano cinque mesi e considerando che ho smesso a fine 2019, ho 150 giorni per recuperare tre anni».

Inizia la preparazione

I due sono coetanei, entrambi del 1984, però Nibali ha appena smesso ed ha ancora un ottimo livello. Agonista com’è e motivato dalla sfida offroad, potrebbe riversare sulla preparazione della Cape Epic l’agonismo che finirà col mancargli nei primi mesi dell’anno.

«Io intanto mi sto portando avanti – sorride Santaromita – ho ricominciato ad allenarmi in pausa pranzo e nei weekend. Il feeling fra noi c’è, ma correre a coppie è un’altra cosa. Per fortuna abitiamo a 20 chilometri, quindi potremo allenarci insieme. Lui adesso è a Singapore, ma quando sarà tornato, ci sarà da ragionare di preparazione. Anche di fare palestra per la parte superiore del corpo. Perché il mal di gambe lo conosciamo, ma in mountain bike il male maggiore lo fanno le braccia e la schiena. Su strada nelle discese puoi un po’ rilassarti, qua ci sarà da raddoppiare la concentrazione. Saranno 8 giorni di gara, un mondo nuovo per entrambi. Lo spirito c’è. Per questo preferisco non guardare troppo il percorso. Ci sono tappe oltre i 100 chilometri. Stress o non stress, ci sarà da sudare…».

Q36.5 veste con stile il Tour de Suisse

03.05.2022
4 min
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Il Tour de Suisse è da sempre considerato come importanza la quarta corsa a tappe al mondo. Segue infatti nell’ordine Tour de France, Giro d’Italia e Vuelta di Spagna. Per molti rappresenta la rivincita dopo le delusioni provate al Giro d’Italia, per altri l’ultimo banco di prova per testare la propria condizione in vista della sfida alla maglia gialla. L’edizione 2022 della corsa elvetica è in programma dal 12 al 19 giugno e quest’anno presenterà un’importante novità. Per i prossimi tre anni sarà infatti il brand di abbigliamento italiano Q36.5 a vestire ogni giorno i leader delle varie classifiche fino al traguardo finale di Vaduz. Qui, nello specifico, parleremo della maglia gialla riservata al leader, conquistata lo scorso anno da Richard Carapaz.

Retro della maglia del leader del Tour de Suisse disegnata da Q36.5
Retro della maglia del leader del Tour de Suisse disegnata da Q36.5

La Svizzera nel cuore

La scelta di “vestire” il Tour de Suisse è sicuramente dovuta al forte legame che lega Q36.5 alla Svizzera. Luigi Bergamo e Sabrina Bergamo Emmasi, fondatori del marchio, hanno infatti maturato proprio in Svizzera parte della loro esperienza professionale che li ha portati a sviluppare un personalissima visione sull’abbigliamento da ciclismo, innovativo e orientato alle prestazioni. 

Luigi Bergamo, CEO dell’azienda, ha espresso con queste parole il legame che lega Q36.5 alla gara a tappe svizzera: «Per il nostro brand sostenere il Tour de Suisse è un onore. Ci riconosciamo nell’idea del successo come conseguenza della dedizione, della fatica, del lavoro e della ricerca, valori che il ciclismo di montagna e la Svizzera esprimono appieno».

Ad ulteriore prova del forte legame con la Svizzera recentemente è stato inaugurato a Zurigo il primo flagship store Q36.5.

Facciata dello store di Q36.5 a Zurigo
Facciata dello store di Q36.5 a Zurigo

Il meglio di Q36.5

La maglia ufficiale dell’edizione 2022 del Tour de Suisse sarà la Y R2. Si ispira ai tradizionali capi raglan ed è stata progettata, dopo attenti studi, sia nella mappatura del corpo che nell’aerodinamica. La maglia beneficia dell’uso e della combinazione di materiali diversi, posizionati strategicamente. Il risultato finale è un capo leggero e traspirante che offre il miglior supporto anche sui lunghi chilometraggi e le diverse condizioni atmosferiche. 

Oltre alle maglie per i leader delle classifiche, Q36.5 produrrà una collezione replica destinata agli appassionati. Questi ultimi potranno indossare i capi della stessa qualità, tecnicità, design di quelli dei leader di classifica

La maglia è già preordinabile sul sito https://www.q36-5.com/it/online/uomo/collezioni/tour- de-suisse-collezione  e nei migliori negozi di ciclismo a 129 euro. Sarà disponibile in consegna a metà maggio. 

L’obiettivo comune di Q36.5 e del Tour de Suisse è di avere un impatto sempre minore sull’ambiente
L’obiettivo comune di Q36.5 e del Tour de Suisse è di avere un impatto sempre minore sull’ambiente

La sostenibilità al centro

Tra i tanti punti di contatto tra Q36.5 e il Tour de Suisse troviamo sicuramente quello della sostenibilità. Olivier Senn, direttore del Tour de Suisse, si è espresso al riguardo con queste parole: «Il nostro obiettivo è quello di diventare entro il 2026 la corsa a tappe più sostenibile. Q36.5, con i suoi processi di produzione sostenibili, ci sostiene in questo sforzo».

Q36.5 sviluppa tessuti il cui processo di fabbricazione rispetta e protegge la natura. Il marchio si vede come parte di un ciclo naturale. Per questo motivo, tutti gli indumenti sono privi di PFC. La produzione di meno rifiuti e le distanze di trasporto brevi fanno parte dell’etica del brand. Il 95% della produzione avviene in un raggio di 350 km dalla sede di Q36.5 a Bolzano e il 100% dei materiali utilizzati proviene dall’Italia.

Un’ultima curiosità. Da quest’anno Q36.5 si lega anche al ciclismo femminile vestendo il team Roland Cogeas Edelweiss Squad. Si tratta di una squadra fondata per offrire alle giovani cicliste l’opportunità di affacciarsi al ciclismo professionistico. Il team parteciperà all’edizione femminile del Tour de Suisse in programma dal 18 al 21 giugno.

Q36.5

Q36.5, nuovo showroom e nuovo store

11.03.2022
4 min
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Q36.5 è un marchio di abbigliamento dedicato al ciclismo estremamente giovane, essendo nato nel 2013. A crearlo è stato Luigi Bergamo che ha voluto mettere a frutto la sua lunga esperienza nel settore per dare forma ad una propria visione dell’abbigliamento da ciclismo. Oggi Q36.5 non è solamente un semplice brand, quanto piuttosto un veicolo per sperimentare ed innovare con lo scopo di realizzare capi da ciclismo di altissima qualità.

In questa fase di continua crescita assumono un ruolo fondamentale la recente apertura dello showroom di Bolzano e soprattutto dello store di Zurigo.

La vetrina di casa

Lo showroom di Bolzano è stato inaugurato la scorsa estate ed è strettamente collegato ai nuovi uffici operativi dalla primavera del 2021. In un certo senso possiamo dire che rappresenta in qualche modo la “vetrina” della nuova casa di Q36.5 dove oggi è possibile poter toccare con mano le ultime novità del brand e naturalmente acquistarle. 

Nel suo complesso la nuova sede si sviluppa quindi su due livelli con gli uffici posizionati al primo piano. Qui troviamo anche il reparto controllo qualità, un aspetto al quale tengono molto in Q36.5. Proprio la presenza di questo reparto permette alla sede di Bolzano di rivestire un doppio ruolo, fondamentale per la crescita e lo sviluppo del brand. Qui vengono infatti decise tutte le strategie e nello stesso tempo sempre qui le stesse strategie vengono messe in atto in maniera pratica.

Nella sede di Bolzano di Q36.5 è presente anche uno showroom
Nella sede di Bolzano di Q36.5 è presente anche uno showroom

Agli uffici è strettamente collegato lo showroom dove è esposta l’intera collezione. In questi giorni è già possibile acquistare i prodotti della nuova collezione primavera–estate. Per chi lo desidera è naturalmente ancora possibile comperare i capi della collezione invernale.

Nel cuore dell’Europa

L’apertura di un mono brand store a Zurigo nasce da un’idea ben precisa. Quella di avere una “vetrina” in una città che rappresenta il cuore economico dell’Europa e non solo. Zurigo oggi è una città multiculturale. Ogni giorno le sue vie sono attraversate da uomini d’affari e professionisti in arrivo da tutto il mondo. Lo store rappresenta quindi un’opportunità per far conoscere il brand ad appassionati di ciclismo che si trovano a Zurigo per lavoro. Collocazione migliore quindi non poteva esserci per permettere a Q36.5 di aprire una propria vetrina sul mondo.

Foto dell’interno dello store di Zurigo
Foto dell’interno dello store di Zurigo

Un aspetto da non sottovalutare è poi sicuramente rappresentato dall’interesse per il Made in Italy che si respira in Svizzera e Q36.5 rappresenta al meglio la qualità e la passione tipici di un marchio di eccellenza.

Lo store di Zurigo si trova in Bärengasse 10, nel centro economico della città. Gli orari di apertura sono i seguenti: dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 18,30; il sabato dalle 10 alle 16.

Prima di chiudere, concludiamo con una curiosità e ricordiamo per chi non lo sapesse cosa si nasconde dietro la sigla Q36.5. Ebbene, Q deriva dal latino «quaerere» che significa ricerca. Mentre 36.5° indica la temperatura ideale di un corpo sano. In Q36.5 ritengono infatti che sia fondamentale durante un’uscita in bicicletta mantenere stabile la temperatura corporea ideale.