Conforti e il confronto con i migliori al Giro Next Gen

16.06.2024
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MONTEGROTTO – Lorenzo Conforti nasconde gli occhi dietro grandi lenti che non fanno trasparire emozioni. Peccato che le espressioni siano talmente forti che a momenti le attraversano. E’ il miglior italiano, in quanto a piazzamenti ottenuti, in questo Giro Next Gen. Il corridore della Vf Group-Bardiani CSF-Faizanè ha sfiorato la vittoria in un paio di occasioni: a Saint-Vincent e Cremona.

«Ieri dovevo solo salvare le gambe – racconta – quindi mi sono messo del mio passo per arrivare al traguardo. E’ stata una tappa davvero dura, corsa in maniera veloce ma ben al sicuro dal pericolo di finire fuori tempo massimo».

Tanti piazzamenti

Conforti ha giocato le proprie carte in tutte le occasioni, poche a dir la verità. Nelle sette tappe corse fino ad ora per i velocisti, lo spazio è stato abbastanza ristretto. Tre volate, tutte diverse tra di loro, ma altrettanto impegnative.

«Sicuramente sono sorpreso di essere così competitivo – ci confessa – anche nelle tappe tutte piatte come quella di Cremona, dove ho fatto terzo. Mi sono sempre reputato un corridore da percorsi ondulati, da strappi o salite brevi. La condizione c’è, ma non sono riuscito a far bene nelle volate di Borgomanero e Cremona. Nella prima delle due sono rimasto attardato a causa delle cadute, sono partito parecchio dietro ma sono comunque arrivato sesto. A Cremona, invece, la fortuna mi ha sorriso di più. Anche in quel caso ero rimasto un po’ nella pancia del gruppo, ma il rettilineo era lungo così sono riuscito a rimontare. Il terzo posto è un buon risultato». 

Quel che Conforti cerca è un pizzico di fortuna in più, la troverà oggi a Forlimpopoli?
Quel che Conforti cerca è un pizzico di fortuna in più, la troverà oggi a Forlimpopoli?

Velocista atipico

A ben guardare Lorenzo Conforti non diresti che è un velocista, fisico asciutto e gambe toniche ma non esageratamente muscolose. Gli altri sprinter hanno sicuramente corporature più strutturate

«Loro hanno tutti fisici diversi – ragiona con noi – io sono un metro e 80 per 65 chilogrammi. Non esattamente i numeri di un velocista, però il picco di potenza ce l’ho. Gli altri hanno più watt di me nel breve ma io ho una volata più lunga, costante. Arrivando da dietro posso giocarmi comunque le mie chance».

Il Giro Next Gen è stato un modo per confrontarsi con i migliori velocisti della categoria, il bilancio è soddisfacente
Il Giro Next Gen è stato un modo per confrontarsi con i migliori velocisti della categoria, il bilancio è soddisfacente

Manca il sigillo 

Il giovane italiano è al suo secondo anno tra le fila del team di Reverberi, la sua crescita è stata lineare, a tratti anche sorprendente. 

«Ad essere onesto – racconta Conforti – non mi aspettavo di essere già a questo livello al secondo anno da under 23. L’obiettivo era quello di fare l’exploit l’anno prossimo. Però la squadra ha creduto in me e fin dalla scorsa stagione mi ha dato tante occasioni, anche di correre tra i professionisti. Impari a muoverti in gruppo e a leggere le situazioni di corsa. Manca la vittoria, unico neo di questi due anni. Nel 2024 ho ottenuto tre secondi posti, di cui uno qui al Giro Next Gen. Per noi velocisti ci sono tanti dettagli da curare, attimi da cogliere, direi che forse sta mancando un po’ di fortuna. Domani è una bella occasione, il percorso è adatto alle mie caratteristiche, il cerchio rosso l’ho messo».

Conforti in crescita e ora nuovi lavori con Giorgi

11.03.2024
5 min
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Ci sono sempre differenze tra la prima e la seconda stagione da pro’. Lorenzo Conforti lo ha notato immediatamente in queste corse d’inizio anno. Le ragioni possono essere tanto diverse quanto concatenate fra loro.

Proprio ieri il diciannovenne di Montecatini Terme ha chiuso la lunga serie di gare in Croazia con la sua VF Group Bardiani CSF Faizanè mettendo in valigia qualche certezza in più ed un bel filotto di risultati. Quarto posto a Umag a fine febbraio, poi secondo a Porec qualche giorno dopo ed infine all’Istrian Spring Trophy (breve gara a tappe) ha centrato un’altra seconda piazza dietro, anzi di fianco è il caso di dire, a Pinazzi. In questo caso il grande merito di Conforti è l’aver saputo tirare magistralmente la volata per la prima vittoria da professionista del suo compagno. Alla luce di queste recenti prestazioni, abbiamo chiesto a Lorenzo quanto abbia inciso il cambio di preparatore atletico.

Primo e secondo. Conforti (a sx) lancia la volata a Pinazzi che vince la prima tappa dell’Istrian Spring Trophy (foto ufficio stampa)
Primo e secondo. Conforti (a sx) lancia la volata a Pinazzi che vince la prima tappa dell’Istrian Spring Trophy (foto ufficio stampa)
Restiamo sull’attualità e i piazzamenti nelle corse croate.

Sono contento sia per me che per la squadra. In ognuna di queste gare siamo sempre partiti con l’obiettivo di fare risultato o comunque essere nel vivo. Ad esempio al Giro dell’Istria puntavamo sia alle tappe che alla generale e direi che è andata bene. Come avversari avevamo diversi devo team importatanti, tra cui quelli di Visma e Decathlon. Ecco perché siamo soddisfatti, anche se si poteva fare qualcosa in più.

Com’è correre contro queste squadre?

Bisogna dire che sono formazioni continental sui generis, perché alcune corrono davvero con una mentalità da WorldTour e si vede. Me ne parla spesso Mattio (del Team Visma | Lease a Bike Development, ndr), che conosco bene. Personalmente ad Umag sono stato in una fuga di una decina di uomini con dentro tre Visma. Un’azione andata via di forza voluta da loro. Quando ho visto chi c’era, mi sono trovato nel limbo. Tiravo poco perché dietro avevo Pinazzi deputato alla volata, ma contemporaneamente ero anche stimolato a giocarmi le mie carte. Copione più o meno simile anche a Porec (in entrambe le occasioni ha vinto il britannico Brennan, ndr). Complessivamente ho avuto buone indicazioni da queste gare e dal contronto con rivali di qualità.

Conforti sta crescendo sia fisicamente che mentalmente. Ha notato quanto la testa possa fare la differenza anche in allenamento
Conforti sta crescendo sia fisicamente che mentalmente. Ha notato quanto la testa possa fare la differenza anche in allenamento
Quest’anno hai cambiato preparatore passando da Giovanni Visconti ad Andrea Giorgi, quello della squadra. Ti aspettavi di raccogliere così presto dei risultati?

Prima di tutto penso che sia dovuto per una mia questione quasi fisiologica. In due stagioni passare da juniores ad avere un anno in più di esperienza tra i professionisti ti aiuta ad approcciarti meglio alle corse. Poi sicuramente ha influito anche il cambio di allenatore e dei lavori da fare.

Che differenze hai notato tra i due preparatori?

Ci tengo a dire che, così come mi trovo bene adesso con Andrea, mi sono trovato bene con Giovanni. La scelta di cambiare è stata fatta assieme, visto che aveva altri progetti, però ci sentiamo ancora per sapere come sto e come va. Differenze fra loro ce ne sono. Visconti è un preparatore che si basa di più sulla pratica e di conseguenza anche sulle sensazioni. Era abbastanza flessibile.

Puoi farci un esempio?

Certo. Giovanni essendo stato corridore ed avendo corso ad alti livelli fino a pochi anni fa, riesce a immedesimarsi meglio nel constesto gara-stress. Ovvero quanto ti può condizionare la fatica mentale dopo una corsa nell’allenamento dei giorni successivi. Qualche volta mi è capitato che magari dovessi seguire una tabella ben precisa, ma sentendomi un po’ stanco dopo una gara chiedevo a Visconti di fare qualcosa di diverso in alternativa. E lui mi veniva incontro.

Ora invece cos’è cambiato?

Con Giorgi lavoro molto in VO2 max e curo di più i dettagli. Ma vi faccio un altro esempio. Nel test incrementale si guarda quanto riesci ad andare oltre il tuo limite fisico, ma anche oltre quello mentale. La differenza la fai lì. Ed è questo che è cambiato in me con la preparazione di Andrea. Dal Lorenzo Conforti dell’anno scorso a quello di quest’anno c’è un abisso. Sono cresciuto tanto sia di gambe che di testa.

Che tipo di allenatore è Giorgi?

Andrea è sicuramente un preparatore che si base sull’aspetto teorico e scientifico. Lui guarda i dati dei test e su quelli ti dice cosa puoi fare. La stessa situazione che descrivevo prima con Giovanni, con lui ho dovuto gestirla diversamente (sorride, ndr). Mi è comunque venuto incontro con l’allenamento, però mi ha esortato a non bloccarmi mentalmente. Infatti una volta mi aveva programmato quattro ore in Z2, che per lui dati alla mano è quasi scarico, ed ero un po’ spiazzato. Quando non sei concentrato a dovere, diventa dura anche fare un allenamento più leggero. Invece ho imparato a non farmi turbare mentalmente se magari talvolta non avverto certe sensazioni. Anche perché ho visto che poi sto bene.

Da quest’anno Conforti è seguito da Andrea Giorgi, preparatore della squadra. Con lui ha cambiato anche l’approccio mentale (foto ufficio stampa)
Da quest’anno Conforti è seguito da Andrea Giorgi, preparatore della squadra. Con lui ha cambiato anche l’approccio mentale (foto ufficio stampa)
Quindi hai trovato la tua dimensione con la preparazione?

Si potrebbe trovare un compromesso tra i due metodi di allenamento, tra quello di Visconti e Giorgi. Sto lavorando per il giusto equilibrio. Ho capito che alla fine in bici ci siamo sempre noi corridori e siamo noi che dobbiamo essere la parte pratica del preparatore. In questo senso mi piace dare dei riscontri pratici al mio allenatore. Così come apprezzo che loro ci insegnino la teoria e gli aspetti mentali dell’allenamento.

Lorenzo Conforti, spunti tecnici e racconti di un neopro’

30.12.2023
6 min
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BENIDORM (Spagna) – Lorenzo Conforti è uno dei giovani della Green Project-Bardiani (fra pochi giorni VF Group-Bardiani-Faizanè). Uno di quei ragazzi che su carta ha fatto il salto dagli juniores ai pro’, come succede a molti colleghi che poi emigrano all’estero, ma lui ha scelto di restare in Italia. Le cose si possono fare bene anche qui… se si è nel posto giusto.

E nel gruppo di Reverberi può crescere con decisione. Lorenzo è affidato alle cure di Mirko Rossato, che appunto tira le redini del “devo team”.

Lorenzo ha concluso la sua prima stagione tra i grandi. Un po’ U23 un po’ professionista: 50 giorni di gara, quattro top 10, due maglie bianche in altrettante corse a tappe e una crescita avvenuta nel corso dell’anno, tanto da diventare un uomo prezioso nel treno di Enrico Zanoncello nelle gare asiatiche di fine stagione.

Conforti (classe 2004) in allenamento sulle strade di Benidorm. I volumi crescono (foto Gabriele Reverberi)
Conforti (classe 2004) in allenamento sulle strade di Benidorm. I volumi crescono (foto Gabriele Reverberi)
Lorenzo, hai archiviato la tua  prima stagione da under 23 e insieme da pro’: come dobbiamo definirla?

Un po’ e un po’! E’ andata bene. Ho vissuto belle esperienze anche all’estero. Abbiamo preso parte sia a corse importanti che a corse con gli under 23. Sono soddisfatto. Ho imparato tanto anche dai compagni, dando una mano quando potevo. E ora siamo già proiettati verso il secondo anno da professionisti… tra virgolette. 

In una nostra precedente intervista, si parlava anche del tuo motore. Questa stagione ti ha aiutato a capire che tipo di corridore sei?

Certo, ho capito che non sono uno scalatore, quello è poco ma sicuro. Credo di potermi definire un passista veloce. O comunque un corridore che si difende anche in salita. Un corridore moderno, come ce ne sono molti adesso. Ho un buono spunto, un buon picco di velocità. Mi so destreggiare abbastanza bene nelle volate e magari questo potrebbe essere un aspetto da approfondire.

Hai detto di aver aiutato e hai parlato di volate. In Cina e Malesia hai lavorato parecchio per Zanoncello…

Mi trovo molto bene con Enrico. Lì ero l’ultimo uomo, anche perché mi so muovere in gruppo. Mi piace anche l’adrenalina della volata. Come detto, questo potrebbe essere qualcosa che possiamo curare anche tra gli under 23 nella prossima stagione.

Lorenzo, in testa al gruppo, in azione al Langkawi, dove ha lavorato molto per la squadra
Lorenzo in azione al Langkawi dove ha lavorato molto per la squadra
Hai fatto 50 giorni di corse e risultano solo tre “DNF”, cioè tre ritiri, e paradossalmente sono tutti e tre in corse under 23. Come mai?

Uno di quei tre DNF è stato alla Gand, quel giorno abbiamo trovato una giornata folle: due gradi, pioggia, vento… E’ stata una gara particolare. Un altro ritiro è stato a Poggiana e l’altro di nuovo in Belgio. Le corse under 23 sono diverse da quelle dei professionisti. Se sei in “giornata no”, che non hai gambe, è difficile andare avanti perché si corre parecchio all’arrembaggio. Parti e sei subito a tutta. E a quel punto andare all’arrivo diventa difficile. Tra i pro’ invece la partenza magari è più lenta. E anche se è veloce è più controllata. Se non hai il compito di andare in fuga o comunque di fare un certo lavoro, ti puoi gestire, nascondere, salvare in qualche modo. E anche se ti stacchi, strada facendo trovi il gruppetto.

Corse a tappe, ne hai fatte parecchie…

Ne ho fatte sette.

E cosa ti sembra? Riesci a recuperare bene o arrivi nel finale col fiato corto?

Vedo che vado bene dai. Il Langkawi, che era comunque una delle più lunghe che ho fatto, mi ha dato fiducia. Erano otto tappe e in più venivo dalla Cina, altre quattro tappe. Mi è sembrato di recuperare molto bene. Semmai ho avuto qualche piccolo calo durante la corsa. Magari dopo un po’ avevo 20 chilometri di calo, ma poi riuscivo a riprendermi abbastanza bene. Non so spiegarmi il perché. Magari sarà una mia caratteristica, magari saranno delle cose che svaniranno da sole col passare del tempo e con l’adattamento alle corse dei pro’.  Comunque si parla di chilometraggi che, passando da juniores a professionista, sono aumentati di tanto.

Potrebbe anche essere una questione di alimentazione?

Volendo sì. Su questo stiamo lavorando. Anche durante il ritiro, il nutrizionista ci dava molte dritte. Però come ho già detto io vengo dagli juniores, sono ancora alle basi. Ora invece, sto cominciando a capire come ci si alimenta, sia in corsa che fuori. Ma l’importante è soprattutto in corsa. I miei compagni più grandi mi raccontano che anche in questo senso è cambiato molto.

Conforti al Liberazione, una corsa che è nelle sue corde e magari anche un obiettivo 2024 (Instagram – @liisaphotoss)
Conforti al Liberazione, una corsa che è nelle sue corde e magari anche un obiettivo 2024 (Instagram – @liisaphotoss)
Anche per il 2024 sei nel gruppo dei giovani, ma con un anno in più di esperienza. Hai cerchiato in rosso qualche gara?

Il GP Liberazione a Roma mi è sempre piaciuto. Quando ero junior l’ho fatto solo al primo anno e poi l’ho rifatto quest’anno da under. Sono andato bene e sono stato anche sfortunato perché avevo Pinarello, che poi ha fatto terzo, nel gruppetto con me. Lui ha anticipato ed è stato bravo. Io stavo facendo la volata per il quarto posto. Ero in un drappello di dieci corridori, imboccando l’ultima curva mi si è staccato il pedale e alla fine ho fatto undicesimo. Quindi se proprio dovessi indicare una gara, intanto direi questa. Un po’ perché mi piace e un po’ perché ho un conto aperto, diciamo così!

Invece parlando di esperienze, cosa ci racconti delle ultime trasferte in Asia? Insomma, ritrovarsi a fare certi viaggi a 19 anni non capita spesso…

E’ stato davvero bello. Oltre al viaggio, vedi un ciclismo diverso. Ho raccontato ai ragazzi che escono con me quando sono a casa tante cose. Mi ricordo in particolare una sensazione, un pensiero che ho avuto in corsa durante una delle ultime tappe Langkawi. Noi avevamo Zanoncello come leader. Enrico doveva fare la volata. Mancavano una trentina di chilometri all’arrivo, c’era la EF che tirava e noi gli eravamo dietro. Ad un certo punto ho pensato. «Che strana cosa. Questi sono corridori veri e io sono tra loro». Mi sono reso conto in corsa di essere con gente di quel calibro. E devo dire che mi sono venuti un po’ di brividi. A volte è bello già solo esserci, poi magari andando avanti sarà bello entrare sempre più nel vivo della corsa.

Lorenzo, sei in una famiglia di ciclisti: anche tuo fratello Matteo correva…

Tutti: dal primo all’ultimo. Da mio “babbo” che ha iniziato ad andare in bici per un problema al ginocchio, a mia sorella Chiara che ha 7 anni, ed è una giovanissima.

Lorenzo con la sorellina Chiara. Magari anche lei un giorno sarà una professionista
Lorenzo con la sorellina Chiara. Magari anche lei un giorno sarà una professionista
Adesso però il gioiellino di casa sei te…

Per ora sì, ma spero che lo diventi anche mia sorella.

Lei ti chiede mai qualcosa del “tuo” ciclismo?

Parecchio. Quando sono libero le dedico molto tempo, la porto a scuola. Mi ricordo quando io ero un giovanissimo e se avevo l’occasione di andare in bicicletta con un esordiente mi sembrava di andare con chissà chi. Lei ha l’opportunità di avere un fratello professionista in casa e le sembra di avere un mito. Non mi perdo un suo allenamento. Anzi, certe volte usciamo insieme!

Forte…

Se ho il giorno di scarico, magari faccio anche la “doppia uscita”, che poi si tratta di fare cinque chilometri al pomeriggio dopo la scuola. Lei è contentissima. Addirittura usa il mio casco di quando ero piccolo. Non ha voluto neanche togliere il nome e così gira con la scritta Lorenzo Conforti sulla testa!

Green Project quanti piazzamenti al Langkawi…

30.09.2023
4 min
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Al Tour de Langkawi la componente italiana non è poi così piccola. Ci sono vari team, diversi corridori impegnati e alcuni di loro si sono anche distinti, pensiamo soprattutto ai ragazzi della Green Project – Bardiani, guidati da Mirko Rossato.

In Malesia Enrico Zanoncello ha sfiorato la vittoria, è stato leader per un giorno, e bene hanno fatto anche i giovanissimi Conforti e Scalco… Ma in generale si può dire che ad essere vivace sia stata l’intera Green Project. A volte magari anche sbagliando un po’, ma sempre nel vivo della corsa. Di tutto questo ne abbiamo parlato appunto con il diesse Rossato.

Tre corridori della stessa squadra impegnati in volata, un’immagine un po’ insolita. Ma quando ci sono i giovani di mezzo…
Tre corridori della stessa squadra impegnati in volata, un’immagine un po’ insolita. Ma quando ci sono i giovani di mezzo…
Mirko, una Green Project attiva dicevamo…

Direi di sì. Siamo stati sfortunati con Luca Covili che nel giorno di Genting Highlands (arrivo in quota, ndr) ha forato. E lo stesso con il giovane Matteo Scalco che ha avuto la febbre la sera prima di quella tappa. Buone cose ha fatto anche Lorenzo Conforti. Zanoncello è andato vicino alla vittoria. Venivamo dal Tour of Taihu Lake, in Cina, e anche lì avevamo corso bene.

Più di una volta abbiamo visto diversi piazzamenti nei primi dieci se non nei primi cinque, dei tuoi atleti. Visto che la cosa si è ripetuta era un ordine di squadra?

Si è ripetuto più volte perché i sincronismi non sono ancora ottimali. Davide Gabburo, per esempio, doveva tirare la volata a Zanoncello, ma poi lui ha perso le ruote. Uno lo lanciava a destra e l’altro usciva a sinistra e chiudevano quarto e sesto. La stessa cosa Conforti. Mettiamoci anche che Lorenzo è un giovane: lanciava la volata, ma poi voleva tenere duro fino sulla linea. Non dimentichiamo che fino allo scorso anno era juniores.

Assolutamente, il toscano sta ben figurando…

Quel che sta facendo è buono. Un giorno ha lanciato Zanoncello alla grande. Ha imboccato in testa l’ultima curva e poi ha tenuto fino alla fine, facendo 600 metri di volata. Quel giorno hanno fatto secondo e sesto.

Sfortunato Covili: nell’unica vera salita di tutto il Langkawi ha forato, dicendo addio ai sogni di alta classifica
Sfortunato Covili: nell’unica vera salita di tutto il Langkawi ha forato, dicendo addio ai sogni di alta classifica
Vedendo che la cosa dei piazzamenti in volata si ripeteva, abbiamo pensato ad una Green Project a caccia di punti.

No, sono pochi quelli in palio nelle tappe. Semmai contano di più quelli per la classifica finale. Ma non era questo il nostro obiettivo in quelle volate.

Hai portato una squadra che è un mix di giovani ed esperti. Esperti con le virgolette, visto la loro età. Scalco e Conforti i due “bimbi”, Tarozzi la via di mezzo e poi i “vecchi” Covili, Zanoncello e Gabburo…

Un po’ la stessa cosa che avevo fatto al Tour of Taihu Lake. Lì avevo tre ragazzi di primo anno. Qui al posto di Paletti, che è rientrato in Italia per preparare il ciclocross, c’è Covili. Ma in generale sono contento dei miei giovani. Più o meno tutti hanno messo nel sacco 45 giorni di gara e per essere dei primo anno va bene. 

Conforti in particolare si è distinto. Davvero degli ottimi piazzamenti per lui. Solo in Malesia quattro top 10 nelle prime quattro tappe e anche in Cina un secondo posto. Che corridore è?

E’ un corridore veloce, ma non un velocista. Vedo che tiene bene nelle salite non troppo lunghe. Per me è da classiche. Il prossimo anno potrà essere tra i protagonisti assoluti della categoria under 23. E’ cattivo, ha il piglio giusto… Non ce ne sono tanti che si sanno muovere in quel modo in gruppo e in volata a quell’età (parliamo di un classe 2004, ndr).

Manuele Tarozzi (classe 1998) in azione al Langkawi
Manuele Tarozzi (classe 1998) in azione al Langkawi
Prima hai detto che volevi provare a fare classifica con Scalco, altro 2004, credevamo la facessi con  Covili…

Covili era fuori di dubbio, lo davo per scontato. Era lui il nostro uomo per la generale, ma non era facile. Qui in Malesia c’erano un solo arrivo in salita e una tappa un po’ più mossa, per il resto tutta pianura. Spiace perché nella tappa più dura, a metà salita, ha forato. Volevo provare anche con Scalco più che altro per vedere doveva poteva arrivare, mentalizzarlo a tenere duro, a stare attento tutti i giorni. Lui al contrario di Conforti lo vedo per le corse a tappe.

Ultima domanda Mirko, cosa ti è sembrato del livello medio, e quindi delle prestazioni dei tuoi, in questo Langkawi?

E’ una corsa a tappe di otto giorni e non è poco. Serve molto a questi ragazzi. Il livello medio è molto buono e direi piuttosto elevato per quel che riguarda i velocisti. Io poi sono un ex sprinter e ho sempre un certo occhio per le ruote veloci. Ho visto ragazzi molto interessanti, come questo George Jackson, fortissimo. Anzi, per me il più forte. Ex pistard, alto, capello alla Cipollini… Tra l’altro la sua squadra, la Bolton, non ha sponsor per il prossimo anno: prenderlo sarebbe un’occasione. E poi ci sono De Klein della Tudor, Babor della Caja Rural… insomma molti profili davvero interessanti.

Lucca e Conforti: entrambi pro’ ma con storie diverse

10.03.2023
5 min
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Riccardo Lucca e Lorenzo Conforti hanno una cosa in comune, anzi due: le maglie che indossavano nel 2022 e quelle di quest’anno. Entrambi i ragazzi nel 2022 correvano per la Work Service, Lucca nella continental e Conforti nella formazione under 23. Quest’anno, invece, la maglia è quella della Green Project Bardiani CSF Faizanè

I colori delle maglie sono uguali, ma i percorsi per arrivare nel professionismo sono stati completamente diversi. Lucca ha sudato questa categoria, arrivandoci solamente a 25 anni, mentre Conforti è passato subito, appena diciottenne. La stagione è iniziata per entrambi, e insieme a Ilario Contessa, tecnico della Work Service, analizziamo questi primi mesi dei suoi due ex corridori

Riccardo Lucca è partito con un calendario impegnativo, dopo l’esordio in Spagna ha corso al UAE Tour ed alla Strade Bianche
Lucca in azione alla Strade Bianche, la sua seconda gara WorldTour con la Green Project

Il motore di Lucca

Il percorso di Lucca, da atleta, è diametralmente opposto a quello di Conforti, così come il calendario di gare. Prima la partenza dalla Spagna, poi UAE Tour, Strade Bianche ed in questi giorni la Tirreno-Adriatico. I risultati non sono dei migliori ma per il suo ex diesse, che lo conosce molto bene, non c’è da preoccuparsi. 

«Lucca – racconta Contessa – è un diesel, all’inizio della stagione fa sempre fatica, anche nel 2022 è stato così. Poi, piano piano, con l’arrivo del caldo, cresce, lo ha dimostrato con la vittoria all’Adriatica Ionica Race. Il suo calendario è impegnativo per essere al suo primo anno da professionista, ma vista l’età più matura ci sta. A correre gare WorldTour come UAE Tour, Strade Bianche e Tirreno si fa fatica. Lui è un corridore che avrebbe bisogno della fuga o di tirare per un capitano, cosa che in Green Project difficilmente può fare.

«Deve puntare alle fughe, anche se nel ciclismo moderno le cose sono cambiate. I team di punta lasciano sempre meno spazio, anche oggi (ieri, ndr) alla Tirreno-Adriatico, il gruppo è rientrato sulla fuga a 60 chilometri dall’arrivo. Per le corse fatte fino ad ora non mi sorprenderei di vedere Lucca partecipare alla Milano-Sanremo o al Giro d’Italia, sono corse adatte a lui, non pensate che solamente perché è arrivato nel professionismo tardi vuol dire che sia scarso. La Green Project lo ha preso subito dopo un test, anzi, a metà prova Pino Toni gli aveva già fatto capire che sarebbe passato professionista l’anno successivo.

«Riccardo (Lucca, ndr) – dice ancora Contessa – ha le qualità per entrare in un team WorldTour. Non lo vedo molto lontano da una carriera alla De Marchi, un uomo da fughe, instancabile. Il ragazzo queste qualità le ha, a dirla tutta per metterle a frutto appieno avrebbe bisogno proprio di una formazione WorldTour».

Per Lucca con la Work sette vittorie nel 2022, una delle più belle è quella ottenuta al Giro del Friuli in cima allo Zoncolan (foto Bolgan)
Per Lucca sette vittorie nel 2022, l’ultima quella ottenuta al Giro del Friuli in cima allo Zoncolan (foto Bolgan)

Il giovane Conforti

Conforti è uno di quei ragazzi che dalla categoria juniores passano direttamente nel mondo del professionismo. La Green Project sta continuando il progetto giovani, cosa già iniziata lo scorso anno. Il giovane toscano ha cominciato la stagione in Croazia all’Umag Trophy e con un bel piazzamento ottenuto pochi giorni dopo al Porec Trophy. 

«Ha esordito con corse 1.2 – dice Contessa – sono gare più semplici. Conforti è un ragazzo che da junior ha fatto vedere belle cose. L’anno scorso si è rotto il braccio prima del Giro della Lunigiana, altrimenti si sarebbe messo in mostra e lo avrebbero portato ai mondiali di Wollongong. Ha un buono spunto veloce e tiene bene nelle salite corte, sono andato a seguirlo in qualche corsa. Questa sua promozione nel mondo dei professionisti fa parte di un nuovo trend: quello di portare gli juniores già tra i grandi. E’ una cosa che stanno facendo anche alcuni team WorldTour come la Ineos».

Salto giusto

Un salto del genere va ponderato bene, è ben diverso rispetto a passare da una development legata alla squadra WorldTour. Conforti è già professionista, con le pressioni e le attenzioni che ne derivano. 

«Quando l’anno scorso mi ha detto che lo aveva contattato la Green Project – riprende Contessa – non ho potuto dirgli nulla. Chiaro che avrebbe potuto fare un anno con noi tra gli under 23 ma l’occasione del professionismo era troppo ghiotta. Ora ha un contratto con tutte le sicurezze che ne derivano (ma anche insicurezze, ndr). A mio modo di vedere sarebbe stato più corretto fare un percorso tramite un team development come hanno fatto Savino e Raccagni Noviero. Due atleti usciti sempre dal nostro team juniores, che ora sono nel Devo Team della Soudal Quick Step. Anche perché ritengo sia più semplice entrare nel WorldTour tramite la squadra di sviluppo che da una professional. Guardate Zana quanta fatica ha fatto per arrivare alla Jayco AlUla, correndo tre anni in Bardiani con risultati e successi non da tutti.

«Sarebbe tutto diverso se in Italia ci fosse una WorldTour – conclude – ma per il momento se si vuole rimanere da noi la Green Project è una delle squadre più solide. Conforti le qualità le ha, altrimenti non sarebbe dove è adesso. Nel 2023 avrà l’occasione di fare un calendario più ricco di quello che avrebbe fatto con noi. Il Giro d’Italia U23 sarà una grande chance per farsi vedere. Magari verso fine stagione farà qualche corsa con i professionisti in Italia, come hanno fatto gli altri ragazzi l’anno scorso».