Fra una settimana tutti a Laigueglia, nel giardino di Pozzato

26.02.2025
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Gli facciamo notare che, battuto definitivamente Merckx, il suo record di vittorie al Trofeo Laigueglia (2003, 2004 nella foto di apertura, 2013) non è ancora nel mirino di Pogacar. Questo basta a Pozzato per farsi una risata e tornare con la memoria a quando la corsa ligure gli fece capire di essere diventato un corridore. Era il 2003, il vicentino correva con la Fassa Bortolo, dopo i tre anni con la Mapei. Avevano appena vinto la cronosquadre al Giro del Mediterraneo e lui per primo aveva colto un secondo posto, così Giancarlo Ferretti gli mise a disposizione la squadra per la corsa italiana.

«Mi ricordo l’impostazione di gara – ricorda Pozzato – io arrivavo da quel secondo posto in cui forse mi ero toccato con Bettini e avevo perso la corsa. Probabilmente avrei vinto in rimonta, se non mi avesse chiuso nell’ultima curva. Mi ricordo che Petito parlò con Ferretti dicendogli che andavo veramente forte. Allora Giancarlo venne con i suoi modi diretti e mi disse: “Adesso vediamo se sei forte per davvero!”. E’ stata la prima volta che mi davano la responsabilità di una squadra così importante. C’erano tutti quanti: Kirchen, Frigo, Tosatto, Petito, Cioni, Ivanov e Gustov. Tutti a disposizione per farmi vincere. Mi tennero tutto il giorno come se fossi veramente un capitano di quelli affermati. L’anno prima avevo vinto 14 corse, ma quel giorno vinsi su Sacchi, Baldato e Bettini e capii che era iniziato il ciclismo vero».

Filippo Pozzato, 43 anni, è stato pro’ dal 2000 al 2018: ha 49 vittorie in bacheca fra cui la Sanremo, due tappe al Tour e una al Giro
Filippo Pozzato, 43 anni, è stato pro’ dal 2000 al 2018: ha 49 vittorie in bacheca fra cui la Sanremo, due tappe al Tour e una al Giro

Il Trofeo Laigueglia si correrà fra una settimana, mercoledì prossimo, il vincitore uscente è Lenny Martinez. Per instradare l’attesa siamo andati proprio da colui che ne ha vinti tre. Domenica ci sarà la Omloop Het Nieuwsblad, vinta da Pippo nel 2007, poi il ciclismo dei professionisti prenderà il via anche in Italia sulle strade della Liguria. Torniamo a quel 18 febbraio del 2003 e alle parole di Pozzato, che in questi giorni è al lavoro per organizzare il Carnival Circuit di Sandrigo, dove la bicicletta sarà per una serata motivo di valorizzazione del territorio, evasione, burla, svago.

Ferretti all’epoca era l’equivalente italiano di Lefevere, forse anche più vincente. Che effetto fece sentirlo parlare a quel modo?

Erano cose che mi gasavano ed era comunque un test necessario. Anche Tosatto me lo disse subito: “Oggi vediamo se hai i coglioni!”. Era il modo di crescere di quegli anni, con il senso di sfida per farti prendere responsabilità e farti diventare grande più in fretta. A me piaceva. Al netto dei problemi che abbiamo avuto, Ferretti è stato il primo che mi ha insegnato a prendermi delle responsabilità e che mi ha messo a disposizione la squadra che a quel tempo era la più importante del mondo. Avevo vent’anni, non era una cosa da tutti e lo apprezzai molto.

Andavi forte davvero, quell’anno avresti vinto anche la Tirreno-Adriatico…

E secondo me avrei vinto anche la Sanremo, perché volavo. Invece caddi in discesa, coinvolto nella caduta di Cassani. Forse è stata la Sanremo che sono andato più forte di tutti (la vinse invece Bettini su Celestino e Paolini, ndr).

Che cosa rappresentava il Trofeo Laigueglia in quegli anni?

Per me è sempre stata la corsa di inizio stagione e forse quando l’ho vinta la prima volta era la più importante. Si ricorda più spesso la tappa del Tour, ma con Laigueglia sono entrato nel grande ciclismo. Poi con l’avvento del WorldTour è cambiato tutto. Adesso però la stanno riportando su.

Hai vinto la terza a dieci anni dalla prima, 2003-2013. Percorso diverso, avversari diversi…

Per me è sempre rimasta la corsa importante dei primi tempi, di quando c’era il ciclismo di una volta, anche se a livello internazionale dopo i primi anni 2000 la situazione è cambiata. Avrei potuto vincerla anche nel 2009 quando si impose Ginanni, ma ebbi delle incomprensioni con Ballan e chiudemmo io secondo e lui quinto. E’ sempre stata una corsa speciale perché, abitando a Monaco, si svolgeva anche vicino casa mia. Nel 2013 avevo già corso il Tour de San Luis e poi le gare di Mallorca, ma restava la corsa d’apertura e la sentivo sempre mia, ma questo è un punto di vista personale.

Eri uno cui serviva correre per andare forte?

Assolutamente. Avevo bisogno di correre, perché c’era anche un modo diverso di allenarsi, adesso invece arrivano e vanno forte già dalla prima corsa. Non so come facciano, è un modo completamente diverso di affrontare le gare e forse è quello che ho sofferto a fine carriera. Non riuscivo ad allenarmi come si allenavano i più giovani.

Il Trofeo Laigueglia… riscalda l’asfalto dell’Aurelia nell’imminenza della Sanremo
Il Trofeo Laigueglia… riscalda l’asfalto dell’Aurelia nell’imminenza della Sanremo
Cosa ricordi dei vari percorsi che sono cambiati?

Il primo anno che l’ho vinta, scollinai bene sulla salita del Balestrino. Primo Bettini con Celestino e io ero subito dietro e lì ho capito che andavo forte. L’anno dopo invece passai a un minuto e mezzo dalla testa: ero 6 chili più dell’anno precedente, però sono riuscito a vincere lo stesso, ma in maniera completamente diversa. Nel 2013, invece, andavo forte e la Lampre era a mia disposizione. Mi ricordo che Niemiec fece un lavoro incredibile in salita. La tirò tutta con me a ruota e nessuno riuscì a partire. In finale il percorso era cambiato, si arrivava da Andora. Ci furono attacchi in tutti i modi per farmi fuori, ma vinsi facilmente in volata

Tempo fa si parlò della possibilità che, in quanto organizzatore, prendessi tu il Trofeo Laigueglia…

E’ vero, ci sono stati vari contatti. Ho degli amici da quelle parti, ma perché io possa organizzare una corsa, oltre all’incarico da parte del Comune che è proprietario della gara, serve che ci siano anche i presupposti economici. Però è vero, lo ammetto: mi piacerebbe un giorno provare a organizzare il Trofeo Laigueglia. Sarebbe come chiudere il cerchio.

Su Laigueglia la furia di Martinez, ma Vendrame era lì

28.02.2024
4 min
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La scena è netta, poco da inventare. Lenny Martinez sta per scollinare il Capo Mele e poi piomberà sul traguardo del Trofeo Laigueglia. Alle sue spalle gli inseguitori si sono rimpastati, ma ormai è tardi. Ci ha provato Christen a inseguirlo, dopo aver tirato come un ossesso prima sul Colla Micheri per fare la selezione. E forse in quel suo inseguire generoso e potente c’è tutta l’ingenuità dei 19 anni. Il gruppetto alle sue spalle, in cui viaggiava Vendrame poi secondo all’arrivo, avrebbe potuto rendere tutto più semplice, ma ormai è tardi.

«Con la giusta collaborazione – dice il veneto – lo avremmo potuto riprendere. Ma è chiaro che non tutti avrebbero tirato. Sono abbastanza sicuro che i direttori sportivi degli altri compagni di fuga a un certo punto abbiano detto di non collaborare perché c’ero io. Lo sapevano che ero il più veloce e avranno pensato di potersela giocare diversamente».

Seconda vittoria stagionale per Martinez e seconda piazza d’onore per Vendrame a Laigueglia
Seconda vittoria stagionale per Martinez e seconda piazza d’onore per Vendrame a Laigueglia

Secondo colpo

Il pomeriggio galoppa verso l’imbrunire, Laigueglia è la solita festa di ciclismo con la lettera maiuscola. Lenny Martinez ha appena finito di abbracciare i compagni che hanno raggiunto l’arrivo alla spicciolata. Il folletto della Groupama-FDJ cresce alla velocità della luce. E se fino allo scorso anno la sua era quasi una posizione di sudditanza rispetto a Gregoire, ora la sensazione è che i due siano molto più vicini e che Lenny spicchi per concretezza. La vittoria alla Classic du Var dice che durante l’inverno ha lavorato bene, ma la stoccata che ha mollato oggi al secondo passaggio su Colla Micheri è di qualità ancora superiore. L’azione giusta l’aveva portata via Vendrame e quando l’ha visto nel gruppetto, anche il veneto della Decathlon-Ag2R si è messo le mani nei capelli.

«Eravamo due della mia squadra nel vivo della corsa – dice Martinez – e sapevamo che la UAE Emirates era molto forte lì davanti. Io sto bene e tatticamente non abbiamo sbagliato nulla. Ho attaccato anche perché mi preoccupava la presenza di Christen che è un forte passista. E’ andata bene e con soddisfazione sono riuscito ad arrivare fino al traguardo».

Lenny Martinez ha fatto la differenza sulla seconda scalata di Colla Micheri
Lenny Martinez ha fatto la differenza sulla seconda scalata di Colla Micheri

Le carte a posto

Vendrame non sa se disperarsi o farsene una ragione. Le statistiche che lo vogliono per la seconda volta secondo a Laigueglia sono spietate, ma la sensazione che al momento domina nella mente di Andrea è quella di aver fatto la selezione, correndo nel modo giusto. Di più in salita contro Martinez non poteva.

«Ne aveva di più – ammette – e ha giocato le sue carte sul terreno più adatto. Io ho sfruttato al massimo le mie ed è vero che quando l’ho visto, ho pensato che sarebbe stata dura. Però alla fine fra mangiarmi le mani ed essere soddisfatto, diciamo che sto a metà. Sono arrivato con poche corse a causa della cancellazione della Ruta del Sol, quindi non sapevo cosa aspettarmi. Avevo buone sensazioni. Il preparatore mi aveva mostrato buoni numeri. E adesso ho la consapevolezza di stare bene. Per questo mi approccio alle prossime corse come Strade Bianche, Tirreno e Sanremo con il morale alto».

A Laigueglia, nella volata per il secondo posto, Vendrame precede Ayuso e Scaroni
Nella volata per il secondo posto, Vendrame precede Ayuso e Scaroni

Questione di feeling

Ed è alto anche il morale di altri azzurri, che pure avrebbero voluto lasciare maggiormente il segno. La salita si è dimostrata sempre amica di Filippo Zana e di Davide De Pretto, mentre si è visto chiaramente uno Scaroni molto determinato in tutte le fasi di gara. Ma l’entusiasmo è quello ancora di Vendrame, che sintetizza così l’ottimo momento della squa squadra, che con O’Connor e Cosnefroy ha già colto quattro vittorie e qui a Laigueglia aveva vinto lo scorso anno con Nans Peters.

«Tutte le sensazioni positive per i nuovi materiali – conferma Vendrame – stanno trovando conferma nelle corse. Non è per caso che in squadra ci sia questo dinamismo e tanta voglia di fare le cose per bene. Si respira quest’aria buona da inizio stagione. Perciò ora che ci penso, la sapete una cosa? Mi girano le scatole, perché fare secondo per due volte un po’ scoccia. Mi consolo sapendo che ho dato tutto, di più oggi davvero non potevo. Avete sentito che freddo? Per fortuna non ha piovuto come l’anno scorso…».

Domani Laigueglia, baluardo del ciclismo che cambia

27.02.2024
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Venticinque squadre, fra cui 9 WorldTour, 8 professional e 8 continental. Le prime salite di Paravenna e Testico a fare la selezione e poi il circuito finale, che negli ultimi 44 chilometri propone per quattro volte Colla Micheri e Capo Mele. Domani si corre il Trofeo Laigueglia e a giudicare dalle iscrizioni dell’ultima ora sarà una gara stellare, sempre che il meteo conceda una tregua.

Il UAE Team Emirates arriva in forze, aggiungendo al pacchetto Ayuso e Hirschi, dominatori nello scorso weekend francese: con loro anche Covi, Majka, Ulissi e Baroncini. Poi il vincitore uscente Peters, Vendrame e Cosnefroy nella Decathlon-Ag2R partita già fortissimi. Bettiol e Piccolo in maglia EF Easy Post; Velasco, Fortunato e Scaroni con l’Astana. Rota e Busatto per la Intermarché, più De Marchi e Zana con la Jayco-AlUla. Infine due ragazzini che l’Italia ben conoscono: Gregoire e Lenny Martinez di casa Groupama-FDJ. Il via alle 11, l’arrivo intorno alle 16, la diretta intorno alle 14,30 su Rai Sport ed Eurosport.

Il Laigueglia del 2023 è stato vinto da Nans Peters, al traguardo con 46″ di vantaggio
Il Laigueglia del 2023 è stato vinto da Nans Peters, al traguardo con 46″ di vantaggio

Le corse in Italia

Laigueglia significa l’inizio del grande ciclismo in Italia, con l’organizzazione di Extra Giro per conto del Comune. Di questi tempi non c’è niente di facile nell’organizzare corse in Italia, nella scia di RCS Sport che, lavorando bene e a tappeto, lascia dietro appena le briciole. E’ notizia dei giorni scorsi, diffusa da bici.PRO e rilanciata su tutti i media, che il Giro di Sicilia non ci sarà per ragioni politiche. Eppure gli uomini di Mauro Vegni non sono stati a guardare e nelle stesse date si svolgerà il Giro d’Abruzzo: manca l’ufficialità, attesa a breve.

Non c’è niente di facile, ma ci sono le idee. Marco Selleri, che di Extra Giro è uno dei soci, ne avrebbe tante, ma ha capito che ci sono conti da fare. Proprio per questo il gruppo romagnolo ha dovuto rinunciare all’organizzazione del Giro della Città Metropolitana di Reggio Calabria, mentre sta per annunciare la rinascita del Giro di Romagna. Lo sentiamo alla vigilia della corsa ligure.

Marco Selleri, romagnolo, qui alla presentazione della tappa bolognese del Tour 2024
Marco Selleri, romagnolo, qui alla presentazione della tappa bolognese del Tour 2024
Percorso che vince non si cambia…

E’ rimasto tutto uguale, anche perché all’Amministrazione comunale piace questo percorso, che è stato accolto abbastanza bene anche dai corridori. L’arrivo di Ayuso e Hirschi servirà a innalzare ancora di più il livello.

Quanto è importante effettivamente la presenza dei grossi nomi per una corsa? 

E’ importante perché acquisisce valore. Quando ci sono nomi che sono sulla bocca di tutti, vuol dire che aumenta l’audience di tutto quello che c’è intorno, quindi è fondamentale. Soprattutto se parliamo di corridori che hanno già vinto negli ultimi giorni e si presentano qua, cambiando le carte in tavola di tanti pronostici. Mi piacerebbe che una volta tanto vincesse un italiano, perché ne abbiamo bisogno. Sappiamo che Rota e Covi sono sempre fra i primi, anche Vendrame lo scorso anno era davanti. E’ una corsa che si dice molto ai nostri ragazzi. Sarà un test anche per Baroncini, perché a Kuurne non è andato male, anche se qui ci sarà più salita.

Il Comune ci tiene tanto, ma di fatto l’intero territorio è in ballo per accogliere le squadre.

Laigueglia dà il nome dal 1964 della prima edizione. Per la corsa hanno riaperto due hotel, mentre il grosso delle squadre si trova fra San Bartolomeo e Alassio. Il Comune ci tiene molto, con le ultime elezioni è cambiata l’Amministrazione, ma si continua a ricavare il budget per la corsa. Parliamo per loro 110-115 mila euro, che non è facile. Ci sarà pure un contributo della Regione e qualcosa che arriva dai Borghi più Belli d’Italia, ma la metà viene dal bilancio della città cui bisogna dire grazie. E’ una corsa che con l’IVA viene a costare intorno ai 200 mila euro. Ci sono delle figure chiave, come Lino Bersani che è un Consigliere con la delega allo sport. Poi Roberto Schiavon e anche Antonio Meroni di Cantù. Sono loro che spingono per mantenere la corsa.

Lo scorso anno, alle spalle di Peters, Vendrame e Covi a 46″
Lo scorso anno, alle spalle di Peters, Vendrame e Covi a 46″
La Strade Bianche è un traino?

E’ la nostra fortuna, secondo me. Fanno tappa qua, poi si spostano in Toscana. Come quando s’è fatta Reggio Calabria col traino del Giro di Sicilia. L’UCI dice tanto di voler riscrivere il calendario. Mettiamo che sposti il Lombardia ad aprile, secondo voi cosa succede alle corse che si fanno in preparazione come l’Emilia, l’Agostoni e la Bernocchi? Con lo stesso criterio abbiamo sperato che rifacendo il Giro di Romagna il 21 aprile, cioè due giorni dopo la fine del Tour of the Alps, qualche squadra venisse giù, ma per ora non vediamo grossi riscontri. Annunceremo la corsa a breve, la 86 esima edizione, che rinasce per volontà dell’Amministrazione comunale di Lugo e di Oliviero Gallegati, titolare della Cicli Somec.

Cosa vi aspettate?

Il ciclismo è cambiato, gliel’ho detto: non aspettatevi grossi nomi, perché c’è il Giro d’Italia alle porte. Per cui correremo con parecchie continental, anche se la UAE Emirates ha detto che verrà. Stiamo aspettando un paio di professional straniere, come la Caja Rural e l’Euskaltel, e poi vedremo le tre italiane. Come dicevamo prima, avere i nomi serve a chi investe. A noi che organizziamo serve avere le risorse per fare tutto nel migliore dei modi. Abbiamo organizzato per anni le corse giovanili, non badavi tanto ai nomi quanto a promuovere il movimento e una corsa come il Romagna può fare la fortuna delle continental italiane. I grossi nomi non si preparano più nelle piccole corse.

E questo incide sulle partecipazioni…

Vanno a vincere senza fare corse. Si preparano da fuori, vengono e vincono. Una volta era l’opposto: venivano sempre a fare 2-3 corse per prepararsi. Anche Pogacar arriva alla Strade Bianche senza aver mai corso prima: credete che andrà piano? Ma guardiamo in casa nostra, speriamo che domani sia bel tempo. Mi piacerebbe che Laigueglia diventasse la corsa più bella del professionismo. Mi piacerebbe poter mettere un arco ogni chilometro a partire dai meno cinque dall’arrivo come domenica a Kuurne.

Il Laigueglia 2022 fu l’ultima vittoria di Polanc, poi ritirato per problemi cardiaci. Con lui Ayuso e Covi
Il Laigueglia 2022 fu l’ultima vittoria di Polanc, poi ritirato per problemi cardiaci. Con lui Ayuso e Covi
Cosa te lo impedisce?

Il fatto che ognuno di quegli archi costa 4 mila euro, quindi servirebbero ne 20 mila solo per i gonfiabilli. Vorrei vedere le cose fatte a modo. Prendiamo la corsa di Reggio Calabria. Il contributo pubblico è stato abbassato e già l’anno scorso chiudemmo quasi in pari. Dovremmo organizzare in perdita? E poi senza il Giro di Sicilia, quali squadre verrebbero in Calabria per un solo giorno? Sarebbe diverso se la Federazione o la Lega intervenissero per organizzare pacchetti con 3-4 giorni di gara, trovando il modo che le squadre spendano 40 euro al giorno come in Spagna e coprendo il resto con sponsor o contributi. Senza interventi del genere, una corsa così isolata non riusciamo a farla. E mi dispiace, perché da giù continuano a chiamarmi, ma non posso che dire di no.

Il rientro in corsa di Formolo? Via libera dopo 8 settimane

07.03.2022
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Alla domanda sulle probabilità di vederlo alla partenza del Trofeo Laigueglia Formolo, in cima al Teide, ci aveva risposto così: «Il dottore ha parlato di un 20 per cento, la vedo complicata». Invece, un po’ a sorpresa, “Roccia” era al via della prima gara del calendario italiano. Corsa che ha dovuto concludere anticipatamente a causa di una caduta. 

Alla partenza, il corridore del UAE Team Emirates sfoggiava una vistosa fasciatura alla mano (foto di apertura), infortunata il 3 gennaio sulle strade del Principato di Monaco. Due mesi dopo è tornato in corsa ed anche molto bene, visto che era nel gruppo di testa pronto a giocarsi la vittoria. 

Con Maurizio Radi, Dottore Fisioterapista di Fisioradi Medical Center, abbiamo indagato come si cura e si recupera da un infortunio del genere. 

Quali sono e quante le ossa della mano (foto Chimica Online)
Quali sono e quante le ossa della mano (foto Chimica Online)

La diagnosi

Il referto medico dice che Formolo ha riportato la frattura del 5° metacarpo e del terzo medio dell’osso uncinato. Sono tutte fratture composte, infatti hanno dovuto attendere qualche settimana prima di riuscire a vederle. Se notate, sono state rilevate da una risonanza magnetica, non da una radiografia. La differenza è che la radiografia si fa in due proiezioni, mentre la risonanza è più accurata perché “seziona” l’osso e permette di esplorare tutti i dettagli.

Per le fratture a polso o mano di atleti professionisti non si ingessa più l’arto ma si usano tutori in termoplastica su misura (foto RC Therapy)
Per le fratture a polso o mano non si ingessa più, ma si usano tutori in termoplastica su misura (foto RC Therapy)

Essendo una frattura composta Formolo ha usato un tutore per immobilizzare la mano.

«Dal punto di vista medico – ci dice Maurizio – essendo una frattura composta è stato scelto un giusto trattamento conservativo. Si legge nel referto che hanno dato come convalescenza dalle 4 alle 6 settimane. Alla fine di questo periodo si ripete l’accertamento per controllare lo stato di consolidamento della frattura.

«Con questo genere di infortuni l’atleta viene tenuto fermo in via precauzionale. Anche perché allenarsi su strada non è consigliabile in questi casi. Il rischio è quello di stressare il polso e, nella peggiore delle ipotesi, scomporre la frattura, allungando i tempi di costruzione del callo osseo».

Altri casi simili

Ci sono stati dei casi nei quali alcuni corridori hanno forzato il rientro usando dei tutori appositi per poter guidare la bici. Un esempio è quello di Nibali prima del Giro d’Italia dello scorso anno, anche in quel caso si trattava di un infortunio al polso.

«In quel caso era doveroso tentare di recuperare – riprende Maurizio – perché si era nel pieno della stagione. Nel caso di Formolo non era necessario forzare le tappe visto il periodo della stagione in cui siamo. Dal punto di vista della preparazione ci sono valide alternative come i rulli».

Anche Nibali subì un infortunio simile prima del Giro d’Italia, nel suo caso si forzarono i tempi di recupero
Anche Nibali subì un infortunio simile prima del Giro d’Italia, nel suo caso si forzarono i tempi di recupero

La riabilitazione

Una volta verificato che il callo osseo si sta ricostruendo nel modo corretto può partire la riabilitazione. Come funziona questa fase? 

«Questi tipi di frattura si possono trattare da subito – spiega Radi – cominciando con della fisioterapia strumentale: tipo magnetoterapia, per creare degli stimoli che accelerano la formazioni di callo osseo. Una cosa che bisogna fare in questi casi è evitare che le articolazioni di mano e polso si irrigidiscano, quindi si può intervenire togliendo il tutore per eseguire delle mobilizzazioni passive delle dita e del polso.

«Passata la prima fase di riabilitazione, si inizia ad intervenire con degli esercizi attivi per la mano al fine di stimolare i muscoli per iniziare un rinforzo dell’avambraccio, degli estensori delle dita, del polso e dei flessori delle dita e del polso».

Una caduta ha frenato il suo rientro al Trofeo Laigueglia, per Maurizio Radi nessun pericolo di un ulteriore infortunio al polso
Una caduta ha frenato il suo rientro al Trofeo Laigueglia, per Maurizio Radi nessun pericolo di un ulteriore infortunio al polso

Il ritorno alle gare

Tornare in corsa dopo 8 settimane, è stato un rischio? Visto che Formolo è stato anche coinvolto in una caduta?

«No, un atleta di quel livello dopo un periodo di degenza così lungo – spiega – recupera pienamente. Non ha fatto una corsa stressante come una Roubaix o un Fiandre (ma per precauzione ha saltato la Strade Bianche, ndr). Una volta che viene dichiarata guarita la frattura vuol dire che c’è stato un completo consolidamento del callo osseo e quindi l’atleta si può considerare guarito».

Laigueglia, un affare di paese. E il sindaco racconta…

02.03.2021
4 min
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C’era rimasto solo il Gp Camaiore, per cui adesso il Trofeo Laigueglia è l’unica corsa di professionisti italiana a essere detenuta dal Comune in cui si svolge. Ogni anno, dunque, viene emesso un bando pubblico attraverso cui viene assegnata l’organizzazione a una società sportiva, che nella fattispecie già da alcuni anni è il Gs Emilia di Adriano Amici. In passato, la sera prima ci si trovava tutti in una grande cena cittadina, ma quest’anno per ovvi motivi ciò non sarà possibile. E dato che domani si correrà su quelle strade liguri, dopo la vittoria di Ciccone nel 2020 (foto di apertura), perché non sentire il Sindaco e farci raccontare come mai e cosa il Trofeo rappresenti per la sua città?

La sicurezza è uno dei focus del sindaco Sasso Del Verme, in prima fila
La sicurezza è uno dei focus del sindaco Sasso Del Verme, in prima fila

Parla il Sindaco

Il primo cittadino di Laigueglia si chiama Roberto Sasso Del Verme, eletto nel giugno del 2018, dopo una lunga militanza nella cosa pubblica. Come si conviene a chiunque accolga in casa sua degli ospiti così importanti, il giorno di vigilia è pieno di cose da fare. Anche se, come precisa, ormai è tutto pronto.

«Stamattina – dice – sono stati ultimati gli allestimenti del Comune, ieri è arrivata la troupe della Rai e nel pomeriggio ci saranno tutte le riunioni tecniche. E’ uno sforzo veramente grande, ma visto il tipo di ritorno, ne siamo super convinti».

Partiamo da qui, vuole? Che cosa rappresenta questa corsa per la città?

Un orgoglio che va avanti dal 1964, che ha nell’albo d’oro Merckx e Armstrong. Avremo 9 squadre WorldTour, un’ora e mezza di diretta su RaiSport e una grandissima visibilità internazionale. Ripeto, è uno sforzo grande. La burocrazia non ci aiuta e quest’anno c’è anche la data infrasettimanale, per venire incontro alle richieste dell’Uci. Ci saranno le varie bolle, non ci sarà pubblico sull’arrivo, però grazie ai media e ai campioni, il nome di Laigueglia girerà ugualmente per il mondo. Per ripartire, non possiamo aspettare che il Covid se ne vada. E noi grazie al cielo non abbiamo saltato neppure un’edizione. Per cui domani sera, premiato il vincitore, ci metteremo al lavoro per il prossimo anno.

Con tre vittorie, Pozzato ha il record di successi a Laigueglia
Con tre vittorie, Pozzato ha il record di successi a Laigueglia
La cittadinanza è a favore oppure qualcuno furibondo per la chiusura strade si trova?

Certo che si trova, è ovvio. Ma i più sono appassionati e capiscono, soprattutto gli operatori turistici, quale grande occasione sia per tutti noi. Purtroppo però quando si chiudono le strade, qualche disagio si provoca. Anche se non saranno sempre chiuse. Per cui cerchiamo di affrontare il problema, ci scusiamo con chi ne avrà un fastidio, ma si tratta di un evento così importante che… ne vale la pena.

Il sindaco di Laigueglia è appassionato di ciclismo o ci si è trovato in mezzo?

Il sindaco lo è diventato. Non ho certo il fisico da ciclista, ma essendo in mezzo alla Pubblica Amministrazione da 13 anni, ho imparato a conoscere il vostro mondo e ora ne mastico un po‘. Posso affermare di essere un appassionato e in quanto tale, dico che abbiamo davvero un grande parterre.

Quanto vi costa organizzare la corsa?

Diciamo che non si tratta di un esborso di centinaia di migliaia di euro, ma sicuramente di qualche decina di migliaia. In ogni caso per un Comune così piccolo è un investimento importante, che si giustifica pensando che per pagare il tipo di promozione che ne ricaviamo, non basterebbe un importo dieci volte superiore.

Anche quest’anno il Laigueglia è organizzato dal Gs Emilia di Adriano Amici
Anche quest’anno organizza Adriano Amici
Siete riusciti a far diventare il ciclismo un traino per il turismo?

Ci stiamo lavorando. Intanto, fra tre settimane passerà la Sanremo. Poi per il 28 marzo, da capire se si potrà, avremo la Gran Fondo che ha avuto fino a 2.000 partenti ed è bella per l’anima del paese. Sulle nostre colline abbiamo tracciato dei percorsi di mountain bike, per cui si può dire che Laigueglia sia in simbiosi con le due ruote. Sono quello che ci fa conoscere nel mondo, fino in Australia. E questo abbinato alla collaborazione con i Borghi Più Belli d’Italia per noi è un bel veicolo promozionale. Ma mi lasci aggiungere una cosa.

Prego.

Va bene la corsa, va bene il vincitore famoso e va bene tutto. Ci tengo però a dire che uno sforzo particolare lo facciamo sul fronte della sicurezza. Oltre alla Polizia Stradale, che ringrazio, abbiamo grande attenzione coni nostri volontari, gli Asa e tutti color che vigilano sull’incolumità dei corridori e dei cittadini. Oggi come oggi, la sicurezza è un focus fondamentale.