Misano Adriatico è bike & green: tutto pronto per accogliere l’IBF

11.06.2022
4 min
Salva

C’è una località italiana che quest’anno sarà più di altre decisamente sotto i riflettori, in chiave bike friendly, questa destinazione si chiama Misano Adriatico.

Dal 9 all’11 settembre prossimo Misano Adriatico ospiterà per la prima volta sul proprio territorio l’edizione numero cinque dell’Italian Bike Festival. L’evento expo di settore numero uno in Italia che proprio da questa stagione verrà organizzato all’interno dell’autodromo di Santamonica Misano World Circuit intitolato alla memoria di Marco Simoncelli.

E allora, per preparare al meglio la marcia di avvicinamento al grande evento, e al tempo stesso per offrire il massimo in termini di informazioni, servizi ed ospitalità a tutti coloro che sceglieranno Misano Adriatico per visitare e “vivere” l’Italian Bike Festival da protagonisti, l’ente Fondazione Misano ha predisposto un apposito spazio sul web con l’obiettivo di presentare tutte le iniziative, i pacchetti soggiorno e le peculiarità che questo bellissimo angolo di Romagna è in grado di offrire a tutti gli appassionati ciclisti e alle loro famiglie.

Il circuito di Misano ha già ospitato molti eventi dedicati al ciclismo
Il circuito di Misano ha già ospitato molti eventi dedicati al ciclismo

La bicicletta è protagonista

Il portale, già operativo online, si chiama Misano Bike & Green – www.misanobikeandgreen.come ad una prima occhiata è facile notare quanto chi lo abbia realizzato parli la lingua dei ciclisti… Qui si presentano percorsi ciclabili, opportunità per conoscere e vivere il territorio su due ruote.

Quest’anno l’Italian Bike Festival prevederà una serie di eventi in bicicletta denominati La Gialla Cycling: un’intensa agenda di iniziative in grado di soddisfare tutti i livelli, età e gradi di agonismo. Tra questi ci saranno ben due Gran Fondo, una su strada e una in Mtb, dove i partecipanti partendo dal Misano World Circuit potranno scoprire in sella alla propria bici, l’entroterra romagnolo in tutta la sua bellezza. E sul portale misanobikeandgreen.com già si possono trovare e conoscere dei “pacchetti” di ospitalità appositamente predisposti per tutti coloro che verranno all’Italian Bike Festival per visitare lo show e partecipare ad uno o più eventi de La Gialla Cycling.

L’entroterra romagnolo offre grandi paesaggi e innumerevoli percorsi per gli amanti della bici in tutte le sue discipline
L’entroterra romagnolo offre grandi paesaggi e innumerevoli percorsi per gli amanti della bici in tutte le sue discipline

Le splendide EcoVie

Sei alla ricerca di attività ed esperienze green? Misano è il posto giusto!” Così recita uno degli slogan più incisivi ed efficaci presenti sul web misanobikeandgreen.com per poter presentare al meglio tutto quello che nella stessa Misano si potrà fare durante il proprio soggiorno per rimanere sempre in contatto con la natura.

Un esempio concreto? L’Oasi del Conca: un vero e proprio polmone verde che dà ossigeno a tutta la città di Misano, che chilometro dopo chilometro porta fino alle colline dell’entroterra. Percorsi ideali per gli appassionati del gravel, ma anche per le famiglie con bambini…

Misano è una città ricca di EcoVie: strade, percorsi e sentieri dedicati alla mobilità ecosostenibile
Misano è una città ricca di EcoVie: strade, percorsi e sentieri dedicati alla mobilità ecosostenibile

E poi perché non approfittare delle EcoVie di Misano? Le EcoVie sono strade, percorsi e sentieri dedicati alla mobilità ecosostenibile, che possono essere frequentate a piedi o in bicicletta. Sono pensate per muoversi all’interno del territorio misanese in modo tale da scoprirne le peculiarità più “green”. Dal lungomare all’entroterra, le EcoVie rappresentano un nuovo modo di vivere il territorio.

Dedicato a chiunque: dai turisti ai cittadini, alle famiglie agli sportivi più assidui o più semplicemente per gli amanti della natura. Pensate, il territorio comunale di Misano Adriatico vanta oltre 30 chilometri di piste ciclabili che permettono sia di spostarsi in sicurezza nella zona mare quanto di raggiungere le aree più interne…

Misano Bike and Green

Visit Misano

Italian Bike Festival: 5 mesi all’evento… dei record

13.04.2022
3 min
Salva

Mancano pochi mesi alla quinta edizione di Italian Bike Festival, il grande evento outdoor 100% dedicato al mondo della bicicletta. E’ in programma dal 9 all’11 settembre presso la fantastica struttura del Misano World Circuit. Ma in realtà, IBF non si propone esclusivamente come un evento espositivo, ma come un vero e proprio salone della bicicletta e della mobilità alternativa. E da quest’anno ha l’ambizione di internazionalizzare e porre dunque lo sguardo oltre confine…

La location del prossimo Italian Bike Festival sarà allestita presso il Misano World Circuit
La location del prossimo Italian Bike Festival sarà allestita presso il Misano World Circuit

Numeri in crescita

I dati preventivi dell’edizione 2022 evidenziano il percorso di crescita di IBF, un evento nato nel 2018 come manifestazione rivolta esclusivamente al pubblico di consumatori. Man mano negli anni, si è poi guadagnato una visibilità sempre maggiore, testimoniata dall’aumento dei visitatori e dal loro carattere business: dai 20mila registrati della prima edizione, le aspettative sono di superare i 30mila visitatori dello scorso anno.

«Il nostro evento – ha dichiarato Fabrizio Ravasio di Taking Off, la società organizzatrice di Italian Bike Festival – genera una ricaduta importante sul territorio, testimoniata da un’elaborazione di Trademark Italia per Osservatorio sul Turismo dell’Emilia-Romagna. Da questa ricerca emerge come l’edizione 2021 di Italian Bike Festival abbia generato un impatto economico sul territorio di 5.130.000 euro, di cui oltre un terzo prodotto dal sistema dell’ospitalità quali alberghi, B&B, appartamenti». 

Il team organizzativo di Taking Off. Da sinistra: Fabrizio Ravasio, Lucrezia Sacchi, Francesco Ferrario
Il team organizzativo di Taking Off. Da sinistra: Ravasio, Sacchi, Ferrario

Obiettivo +500 brand

Inoltre, IBF ha assunto in questi anni anche la funzione di piattaforma di incontro tra operatori, diventando un evento B2B del comparto, e significativa in tal senso, la crescita del numero di brand che hanno scelto di partecipare, confermando la portata e il valore dell’expo. 

«Nella prima edizione – ha spiegato Francesco Ferrario, responsabile commerciale e socio di Taking Off – sono stati un centinaio gli espositori che ci hanno dato fiducia. Ad oggi, per la quinta edizione, abbiamo già avuto conferme da oltre 400 brand italiani e stranieri. Questo trend di crescita testimonia il ruolo che IBF ha guadagnato nell’ambito delle due ruote a pedali, presentandosi come punto di riferimento anche per addetti ai lavori e professionisti, dai quali è ritenuto ormai un appuntamento imperdibile. E ad accoglierli, quest’anno, saranno gli oltre 80mila metri quadrati del Misano World Circuit: la location dedicherà 50mila metri quadrati all’area espositiva mentre i restanti 30mila saranno dedicati a test e iniziative collaterali che faranno da corollario a una tre giorni indimenticabile».

L’obiettivo per il 2022 è superare i 500 marchi presenti
L’obiettivo per il 2022 è superare i 500 marchi presenti

Gli Stati Generali della Bicicletta 

A sottolineare la rilevanza che IBF sta acquisendo all’interno della Bike Industry, nella giornata di giovedì 8 settembre, saranno ospitati gli Stati Generali della Bicicletta.

«Un evento cui teniamo molto – ha sottolineato Lucrezia Sacchi – rivolto ai soli addetti ai lavori e agli ospiti d’eccellenza che interverranno e guideranno i dibattiti. Abbiamo un obiettivo ambizioso, ovvero quello di redigere un documento ufficiale destinato all’attenzione del Governo. All’interno del quale verranno riassunti quattro argomenti chiave: Bike Economy, Smart City, Lifestyle e Sport».

Italian Bike Festival

LDL COMeta ufficio stampa di Italian Bike Festival

27.11.2021
3 min
Salva

L’edizione 2021 di Italian Bike Festival ha sancito il successo dell’evento riminese che si è confermato l’appuntamento di riferimento per il settore ciclo. Lo scorso mese di settembre si sono date appuntamento a Rimini ben 230 aziende in rappresentanza di oltre 400 brand. Al termine della tre giorni di fiera sono stati registrati 30.000 visitatori che hanno affollato gli stand presenti. Il tutto a conferma di un appuntamento ormai considerato imperdibile da tutti gli appassionati.

I numeri dell’Italian Bike Festival del 2021 sono stati incredibili: 230 aziende per oltre 400 brand con ben 30 mila visitatori
I numeri dell’Italian Bike Festival del 2021 sono stati incredibili

Sguardo al 2022

Taking Off, la società che organizza Italian Bike Festival, è già al lavoro per l’edizione 2022 con il preciso obiettivo di aumentare la visibilità dell’evento al di fuori dei confini italiani. Per farlo ha deciso di affidarsi a LDL COMeta, agenzia di media relation specializzata nel mondo degli sport endurance e nel turismo.

Francesco Ferrario, direttore commerciale di Taking Off, spiega così le motivazioni alla base della scelta di affidarsi alla nuova agenzia.

«Giunti alla quarta edizione – dice – abbiamo registrato un ulteriore incremento sia di area espositiva che di partecipazione del pubblico, a dimostrazione del valore della nostra manifestazione che di anno in anno si riempie di contenuti attrattivi. Per posizionare l’evento come momento topico della stagione e dell’utilizzo della bicicletta in tutte le sue forme – continua Ferrario – riteniamo importante in questo momento di crescita potenziare la comunicazione, non solo in Italia ma anche verso nuovi mercati».

Un partner esperto

LDL COMeta è un’agenzia con una consolidata esperienza nel ruolo ufficio stampa di brand di riferimento nel mondo dello sport. Nel suo portfolio clienti troviamo anche eventi agonistici di prestigio. Si affidano alla sua professionalità anche enti di promozione turistica. Alla guida dell’agenzia troviamo Carlo Brena, giornalista e grande appassionato di sport.

«Siamo particolarmente felici di questa nuova partnership, perché IBF rappresenta l’evento catalizzatore di tutto il movimento ciclistico italiano e saremo in grado di realizzare delle sinergie con le esperienze derivanti dal nostro portfolio – sottolinea lo stesso Brena – anche alla luce delle recenti novità che riguarderanno la location e il programma di Italian Bike Festival 2022».

Carlo Brena guida dell’agenzia LDL COMeta, giornalista e grande appassionato di sport qui all’Ironman di Copenaghen nel 2019
Carlo Brena guida dell’agenzia LDL COMeta, giornalista e appassionato di sport

Tante novità per il 2022

Sono tante le novità che caratterizzeranno l’edizione 2022 di Italia Bike Festival che si svolgerà dal 9 all’11 settembre. Nel programma, in piena fase di allestimento, entra la Granfondo Misano Bike a cui seguiranno altre manifestazioni. L’obiettivo degli organizzatori è quello di creare una agenda di appuntamenti agonistici o amatoriali, in grado di attirare visitatori anche al di fuori dell’Italia.

Italian Bike Festival

Trek Checkpoint, la gravel entra in un’altra dimensione

30.09.2021
5 min
Salva

Il lancio è planetario. Totale. Come totale è il terreno di utilizzo della Trek Checkpoint, la nuovissima gravel della casa del Wisconsin. 

La cosa che ci ha colpito? Come siano riusciti a “fondere” il pieno stile Trek da corsa, con una bici che ha tutt’altra vocazione. E questo apre scenari nuovi per la categoria gravel. Associare concetti di aerodinamica all’offroard o il telescopico ad una bici veloce è un qualcosa d’inaspettato e innovativo.

L’abbiamo vista in anteprima nel dietro le quinte del Bike Festival a Rimini. A spiegarcela è stata Francesco Locatelli, del settore warranty di Trek Italia.

Passo lungo

Partiamo dal basso. Nel vero senso della parola. Le gomme che possono essere montate sulla nuova Checkpoint sono da 45 millimetri ed è così per tutti e tre i livelli di questa bici, come vedremo. E questo non è solo un dato “da sensazione”, ma ci dice immediatamente dell’utilizzo pressoché sconfinato, quasi da Mtb, che si può fare con questa gravel. I 45 millimetri corrispondono infatti ad una copertura da 1.8” da Mtb (che diventa 2,2 nel diametro da 27,5).

Passo allungato: grazie alle nuove geometrie, che mirano ad avere maggiore stabilità e comodità, l’interasse tra mozzo e mozzo è di ben 1.041 millimetri (nella taglia media) a fronte dei 995-1.000 (di un pari categoria e misura). Un dato molto significativo. E una differenza importante.

Sempre restando in basso, il fodero orizzontale del carro ha una spezzata. Di per sé questo non è un elemento innovativo, tuttavia tale “curva” è parecchio pronunciata e questo contribuisce ad abbassare il baricentro, ad aumentare il comfort e a limitare i “rimbalzi” sul fondo sconnesso.

Progessive geometry

Passiamo poi alla parte più alta. Apparentemente la Checkpoint, se non ci si lasciasse ingannare dalle “ruotone” potrebbe sembrare una belva pronta per il Giro d’Italia. Poi in realtà le geometrie, anzi la Progessive Geometry, fa fede al dogma dell’andare ovunque. Quindi ecco un avantreno nel complesso più lungo di 2 centimetri, ma che vengono recuperati con attacchi manubrio più corti. Una derivazione diretta della Mtb.  

Sempre in tema di geometrie sono interessanti gli angoli. Soprattutto quello anteriore un po’ più “comodo”, cioè più aperto (nella taglia M, parliamo di 71,8°), mentre quello piantone è già più nella “norma” (73,2°). E non a caso questa Trek scappa via bene anche sull’asfalto. 

Ma la guida è la cosa principale di una bici simile e allora il manubrio (Bontrager GR Elite) prevede un’angolo della curva verso l’esterno di 13°, il che consente una base di appoggio maggiorata e una grande manualità nei tracciati più tecnici.

Il reggisella è da 27,2 millimetri, quindi leggermente più “flessibile” (con tutte le virgolette del caso). E poi è davvero azzeccata la scelta delle ruote. Quelle “gommone” sono davvero ben ammortizzanti e allora perché non sfruttare un moderno cerchio in carbonio a medio profilo? Ecco quindi le Bontrager Aeolus Pro 3V (canale interno da 25 millimetri e peso del ciclista illimitato) che riprendono molti aspetti delle “sorelle” super aero, le RSL.

Una bici, tre livelli

La Trek Checkpoint è disponibile in otto modelli e due kit telai. Questi si ripartiscono in tre livelli: SLR, SL e ALR. 

La versione SLR è la bici gravel più “spinta”, quella più leggera e veloce. Il telaio è in carbonio OCLV 700 Series, con tubi dal profilo aerodinamico ispirati al modello Emonda, al quale somiglia moltissimo. Prevede il classico sistema IsoSpeed di Trek, all’incrocio tra piantone e tubo orizzontale. Un sistema ammortizzante strutturale che si ritrova anche sulle Mtb della casa americana. Questa bici è dotata anche di vano portaoggetti interno, nel tubo obliquo.

La Checkpoint SL è rivolta agli amanti dell’avventura, come dicono in Trek stessa. Stesse geometrie e stessi tubi, ma con il carbonio OCLV 500 Series. Mantiene il sistema IsoSpeed ed in più è compatibile con il reggisella telescopico. Andiamo quindi nel mondo dell’offroad più spinto.

La versione ALR è invece un po’ la “entry level” (anche se questa dicitura forse non è pienamente corretta trattandosi di una gravel) della Checkpoint. Il suo telaio è in alluminio Alpha 300 Series. Anche questa versione prevede anche molti attacchi per parafanghi, borse e portapacchi.

A dir poco ampia la fascia dei prezzi. Per le bici complete si va dagli 11.999 euro della Checkpoint SLR 9 eTap ai 2.449 euro della ALR 5. Mentre i due kit telaio costano: 2.299 euro per l’SL e 1.049 per l’ALR. In listino non c’è un kit telaio SLR.

Trek

Wilier Garda, la bici dai mille volti (anche per rim brake)

28.09.2021
4 min
Salva

Non solo altissima gamma da Wilier. Con la nuova Garda la casa vicentina torna ad abbracciare anche il settore della media gamma e di una bici “meno spinta”, ma con l’eleganza e la qualità che contraddistingue questo storico marchio.

Geometrie “alte”

All’Italian Bike Festival abbiamo potuto ammirare la Garda, appunto, esposta sì ma non in prima linea in quanto l’embargo su questa specialissima scadeva proprio oggi. Si tratta di una bici che propone una geometria meno racing e più confortevole.

A parità di lunghezza con le bici votate al racing, la Garda ha tubi leggermente più alti. Anche per questo motivo si è optato per una fibra meno estrema, la NH-Mod (Normal e High Modul) meno rigida: 24 o 30 Ton a seconda dei punti. Tuttavia il peso del telaio è ottimo: 1.124 grammi (considerando che si tratta di una struttura per freno a disco).

Gomme extra large

Si tratta comunque di un telaio certificato Uci, che volendo potrebbe anche essere utilizzato in una corsa WorldTour (magari lo vedremo la prossima settimana alla Roubaix!). Dicevamo di geometrie meno estreme, ma non mancano gli elementi che la rendono rapida e moderna. Per esempio il disegno del carro è molto simile a quello della Filante che usano i corridori dell’Astana-PremierTech, quindi molto reattivo. E nella Garda trovano alloggio coperture fino a 32 millimetri. In pratica può essere “trasformata in una gravel”, con le ruote adatte.

Anche l’anteriore non è da meno. Dicevamo più alto sì, ma anche aerodinamico. Tanto che la serie sterzo è da 1”1/4 che rende il tubo di sterzo più sottile. Quindi okay, una bici meno estrema, più comoda, ma anche molto versatile. Il tutto con il passaggio dei cavi interno che vengono “inghiottiti” dall’attacco “made in Wilier”.

Rim brake: un gioiello

Non è tutto perché in Wilier, quasi stupendoci un po’, hanno fatto un investimento importante anche sulle versione rim brake. E non è una scelta sbagliata, a nostro avviso, e tantomeno di ripiego. E’ stata una scelta fatta, un po’ per il contenimento dei costi e un po’ per dare un’opportunità in più a chi ancora non vuole fare il “grande salto”. Il freno tradizionale, specie se ben ponderato come quello che stiamo per farvi vedere, può ancora dire ancora tanto. Specie in una bici “tuttofare”: dal viaggio alla gran fondo, dalla gara al “gravel” (meno estremo).

«Abbiamo rivisto totalmente l’alloggiamento dei freni sul telaio. Non ci sono fori con filettatura sul carro, ma i tubi escono già predisposti con spazio ad hoc in fase di produzione. Abbiamo adattato i tubi pendenti alle bussole di Shimano. In questo modo non si rischia di indebolire il telaio e il freno lavora meglio», ci ha detto Marco Genovese, l’ingegnere che ha progettato la Garda.

Oltre all’assicurazione, la tutela legale: accordo Acsi-Zerosbatti

18.09.2021
5 min
Salva

Le strade sono piene di bici e di pericoli. L’incremento dettato dal Covid non ha reso la situazione meno pericolosa, con automobilisti esasperati e sempre più distratti. Poi ci saranno pure i ciclisti che vanno in gruppo quando non dovrebbero e tutto il resto, ma alla fine della fiera loro si fanno male e gli altri no. Le notizie di cronaca si susseguono. E se nulla si muove sul piano legislativo (è davvero avvilente rendersi conto del disinteresse per gli utenti deboli della strada), fa piacere segnalare l’iniziativa di Acsi e Zerosbatti. Il primo è un ente che assomma circa 52mila tesserati fra gli amatori ed è presieduto nella sezione ciclismo dall’avvocato Emiliano Borgna. Il secondo è l’associazione creata dall’avvocato Federico Balconi, che offre assistenza immediata e tutela legale ai suoi associati in caso di incidente. I due hanno deciso di unire le forze, così a tutti i tesserati Acsi dal 2022 sarà offerta dalla stessa associazione la tessera Zerosbatti, senza alcun aumento nei costi del tesseramento.

La cronaca è impietosa. Il 24 giugno un’auto ha fatta cadere Francesca Baroni, alla vigilia del Giro d’Italia Donne
La cronaca è impietosa. Il 24 giugno un’auto ha fatta cadere Francesca Baroni, alla vigilia del Giro d’Italia Donne

Obiettivo concretezza

Con Emiliano Borgna abbiamo parlato spesso. Fu sua la proposta, finora disattesa, di una collaborazione con la Federazione ciclistica italiana per abbinare alle Gran Fondo delle gare delle categorie giovanili, sfruttando la logistica delle zone di arrivo. L’accordo con Zerosbatti ha davvero un ottimo sapore.

«E’ un’idea interessante e concreta – spiega – perché si parla spesso di sicurezza, si pensano mille cose, dal metro e mezzo ad altre forse, ma poi per mille motivi diversi non si realizza molto. Così abbiamo pensato se non altro di offrire un servizio in caso di sinistro, un consiglio e l’appoggio legale, perché quando ti buttano per terra, non sempre sai come muoverti e cosa fare. Perciò ci siamo incontrati con Federico Balconi, abbiamo iniziato a ragionare e l’accordo è stato spontaneo».

Al Giro d’Italia Donne, Anna Van der Breggen in rosa con Yanira, mamma di Silvia Piccini, uccisa sulla strada mentre si allenava
Al Giro d’Italia Donne, Anna Van der Breggen in rosa con Yanira, mamma di Silvia Piccini, uccisa sulla strada mentre si allenava

Attività formative

Zerosbatti nei mesi ha raccolto il favore anche di alcuni professionisti di spicco, fra cui Nibali, e questo potrebbe servire per invogliare gli amatori a non sottovalutare l’opportunità.

«L’idea di fondo – prosegue Borgna – è anche quella di organizzare delle attività formative, delle tavole rotonde attraverso cui affrontare le varie questioni legate alla sicurezza. Perciò nella tessera 2022 i nostri associati si troveranno anche la tutela legale e penso che potranno esserne contenti anche sul piano economico, dato che affiliarsi a Zerosbatti costerebbe comunque 15 euro. All’Italian Bike Festival di Rimini abbiamo visto tutti quali grandi numeri facciano le e-bike e le bici che saranno usate da utenti della strada che non hanno una grande dimestichezza. Per questa iniziativa penso ai nostri amatori, ma anche a loro. Con una tessera che gli dà l’assicurazione, trovano anche la tutela legale».

L’amicizia fra Borgna e Balconi è iniziata da anni nel mondo delle Gran Fondo
L’amicizia fra Borgna e Balconi è iniziata da anni nel mondo delle Gran Fondo

Paga tutto l’Acsi

Chi paga i 15 euro per 52mila tesserati, se è vero che non avranno alcun aumento nel tesseramento? E’ questa la prima domanda con cui bussiamo alla porta di Federico Balconi, ideatore e motore di Zerosbatti con l’appoggio esterno e lungimirante di Johnny Carera.

«Conoscevo Borgna da anni – racconta – e da un paio abbiamo cominciato a pensare di fare qualcosa insieme. Ho parlato con la nostra assicurazione, abbiamo spuntato un prezzo di favore e tutti i costi li sosterrà Acsi, che ha rinunciato a qualcosa per farsi carico di questo impegno importante. Certo un numero così grande di tesserati richiederà anche a noi di strutturarci. Stiamo facendo colloqui su colloqui, non bastano avvocati. Serve anche gente capace di empatia e che sia capace, al primo contatto, che di solito avviene in caso di incidente, di spiegare al ciclista frastornato cosa fare. All’inizio il supporto è prima di tutto morale, poi si passa a fare le foto e alla tutela legale».

Ai rilievi dei carabinieri si possono aggiungere quelli individuali, come foto e testimonianze
Ai rilievi dei carabinieri si possono aggiungere quelli individuali, come foto e testimonianze

Una base larga

Si tratta di grandi numeri, che potrebbero esplodere ancora se con il passa parola si aggiungessero altre tessere.

«Stiamo toccando con mano dai primi riscontri – ancora Balconi – quanto fosse urgente questa esigenza. Mentre in caso di incidente il singolo scrive all’assicurazione e si espone alla valutazione dei periti, i nostri iscritti scrivono a noi. Siamo noi il primo filtro, li guidiamo nelle richieste. Avere un incidente non è vincere alla lotteria, per cui se non ti fai male, puoi sperare di avere gratis il modello nuovo della bici distrutta. Le furbate sono ciò che rende i liquidatori poco disponibili. Si cerca la soluzione stragiudiziale, lavoro da 25 anni con le assicurazioni e penso che con logica, buon senso e diritto si portino a casa buoni risultati in tempi rapidi. Se parliamo solo di danni materiali, in due mesi il caso si chiude. Ma bisogna essere onesti e trasparenti.

«E se poi ci sarà da andare in causa, la polizza di tutela legale ti permette di andare senza troppi pensieri e senza dover anticipare le spese legali. E se anche i tempi si allungano, la copertura ti tiene al sicuro. Emiliano è un avvocato. E anche se per questo incarico non esercita la professione, ha avuto una visione giuridica importante. E chi dice che un giorno, forti di tante migliaia di tesserati, non si possa andare dal legislatore a chiedere delle riforme? Il principio del referendum è proprio questo…».

La bici da corsa e le regole Uci che ne impediscono lo sviluppo

17.09.2021
5 min
Salva

All’Italian Bike Festival abbiamo visto parecchie novità per quel che riguarda il mondo gravel, qualcosa in meno per quel che riguarda la Mtb e quasi nulla per le bici da strada. L’innovazione ha riguardato di più accessori, componenti, caschi…  Perché? La specialissima ha raggiunto lo stato dell’arte attuale? E’ una questione di marketing? Lo sviluppo non procede perché è bloccato dalle regole Uci?

Tutte questioni che abbiamo analizzato con un ingegnere super partes, Simone Omarini di Hardskin. Come sappiamo, lui è un vero esperto di aerodinamica, ma anche in fatto di materiali non è da meno.

Bianchi Oltre XR4 Jumbo
Per la Bianchi Oltre XR4 profilo dei tubi più aero: la tendenza è quella di proporre sezioni alari ma i limiti Uci non lasciano ampi margini
Bianchi Oltre XR4 Jumbo
Per la Bianchi Oltre XR4 profilo dei tubi più aero: la tendenza è quella di proporre sezioni alari ma i limiti Uci non lasciano ampi margini
Simone, partiamo dalle regole: quanto incidono?

Senza dubbio le regole Uci sono stringenti e anche un po’ arretrate. Di fatto dai tempi di Coppi e Bartali il disegno della bici è rimasto quello. Mentre nel triathlon per esempio non ci sono regole e infatti si vedono disegni differenti. Ci sono bici senza triangolo centrale, prive di piantone e propongono altre soluzioni.

Ed è più performante come tipologia di telaio?

A livello di aerodinamica? Difficile dirlo. Bisognerebbe fare dei test specifici, ma é difficile fare dei confronti. E’ come mettere a confronto le pere con le mele. Perché bisognerebbe utilizzare gli stessi manubri, gli stessi componenti e anche le stesse posizioni. Basta pensare che nel ciclismo c’è il vincolo sull’arretramento della sella, sull’altezza e lunghezza delle protesi e nel triathlon no.

E dove si può fare innovazione?

Beh, in pista c’è dell’innovazione, almeno per quel che concerne l’aerodinamica. E’ la F1. Mentre la F1 dei materiali e dei componenti è la Mtb. Per esempio i freni a disco, il monocorona le gabbie lunghe dei deragliatori vengono da lì. Ecco, un’innovazione che personalmente mi piaciuta molto su strada sono stati i rapporti di Shimano con l’ultimo Dura Ace presentato. Loro hanno proposto il 54-40, quindi corone grosse invece che piccole. Ci guadagna la resa e la scorrevolezza della catena che ha meno attrito girando su corone più grosse. Anche perché con le 12 velocità e i pacchi pignoni 11-32 vai praticamente ovunque.

I materiali attuali sono ancora migliorabili? Oppure, viste le necessità i tipi di carbonio attuali sono più che sufficienti?

In realtà il vero nome di questo materiale sarebbe composito, che noi volgarmente chiamiamo carbonio. Composito perché è un insieme di varie tipologie di fibre, tenute insieme da delle resine. Ma questo materiale non è isotropo, a differenza dei metalli, cioè non reagisce allo stesso modo se tirato o compresso in direzione diverse da quella dell’orientamento delle fibre. Per questo motivo si mettono più strati di carbonio uno sull’altro, con direzione delle fibre diverse, per renderlo più resistente e più simile ad un materiale isotropo. Il composito è molto resistente, leggero e rigido ed è per questo che è adatto ai telai da bici da corsa.

Quello che noi chiamiamo carbonio è un composito di fibre (in foto) e resine
Quello che noi chiamiamo carbonio è un composito di fibre (in foto) e resine
E quindi come si riconosce un buon composito?

Deve avere alta resistenza e alta elasticità, il giusto mix tra queste due caratteristiche che a loro volta dipendono dalle resine, che lo devono rendere un pezzo unico, e dall’orientamento dei fogli di composito: 45°, -45°, unidirezionale…

Secondo te c’è margine di miglioramento?

Sicuramente c’è margine, perché oggi la priorità è quella di arrivare a produrre telai in modo efficiente, veloce e a basso costo. Si lavorerà sempre su fibre e resine per ottimizzare i processi produttivi, garantendo la qualità del prodotto finito. Sicuro oggi c’è un limite, che è lo stampo e quindi di fatto che i telai sono disponibili in taglie, senza troppa possibilità di personalizzazione. Sarebbe bello avere dei telai personalizzabili, come geometrie intendo, poiché dovrebbe essere il telaio ad adattarsi alle esigenze del ciclista e non viceversa.

Però questo si può fare con un telaio fasciato…

Sì, ma resta un prodotto di nicchia come alcuni metalli, vedi il titanio, acciaio o alluminio. Sicuramente è possibile fare un telaio artigianale su misura, ma pesi ed aerodinamica sono spesso lontani da un telaio standard.

E di base un telaio fasciato è meno performante di uno monoscocca?

Se è ben fatto, no.

Partendo dai disegni attuali come si potrebbero migliorare le bici?

A livello di aerodinamica con un diverso profilo dei tubi. Un profilo più alare. Ma ci sono delle regole Uci che limitano i rapporti tra sezione e lunghezza dei tubi. Pertanto fin che ci saranno queste norme è difficile vedere qualcosa di diverso da quello che vediamo oggi.

Nell’efficienza aerodinamica del “pacchetto” (bici + atleta) incide moltissimo la posizione, ma anche questa è inficiata dalle regole Uci
Nell’efficienza aerodinamica del “pacchetto” (bici + atleta) incide moltissimo la posizione, ma anche questa è inficiata dalle regole Uci
Oggi molti costruttori propongono due modelli: uno più aero e uno per la salita…

Vero, ma ormai vedo che si va verso la bici unica. Ormai il peso è limitato anche per bici aero. Quindi si ha un compromesso tra peso ed aerodinamica.

Dal punto di vista aerodinamico la bici è un oggetto efficiente?

Se i tubi non fossero tondi, sì. Servirebbero dei profili alari per i tubi del telaio, e manubri per governare meglio le turbolenze a valle. E poi l’efficienza aerodinamica va considerata anche con il ciclista e la sua posizione. Ecco io lavorerei molto sulle posizioni. Il vero guadagno si ha lì perché il ciclista occupa tanta area frontale.

E quanto possono essere migliorate in percentuale l’aerodinamica e la posizione?

A crono, fino ad un 10-13% rispetto a chi non ha grandi studi alle spalle. Ovviamente non per un Ganna o un Dennis, perché da anni studiano ed ottimizzano la posizione. Su strada è più difficile da stabile. Si parte sempre dalla posizione dell’atleta, mani alte, mani basse… Ma anche dall’insieme dei componenti: bici, casco, scarpe, vestiario, ruote… anche perché magari il margine di miglioramento è più piccolo, ma si protrae per tanti chilometri. Pensiamo alla Sanremo: anche se piccolo, un miglioramento su 300 chilometri fa risparmiare tantissime energie a fine gara.

Sella ricurva o piatta? Due filosofie a confronto con Selle SMP

17.09.2021
3 min
Salva

Diciamolo chiaramente: una sella Smp è differente dalle altre. Non migliore o peggiore, ma di certo i prodotti della casa veneta si distinguono per il design e la filosofia costruttiva che hanno a monte. Hanno una forma tipicamente ricurva, anche se come vedremo (e come stiamo assistendo da qualche anno) ci sono linee più tradizionali, e un grandissimo foro centrale.

All’Italian Bike Festival ne abbiamo parlato con Nicolò Schiavon, marketing manager di Selle Smp. Con lui abbiamo analizzato sia il prodotto in sé per sé, che le scelte che fanno i professionisti della Bardiani Csf Faizané, di cui Selle Smp è fornitrice.

Versioni per tutte le tasche

«La linea F, che sia 20, 30… – spiega Schiavon – è il nostro top di gamma. Si rivolge quindi ad utenti professionisti o amatori molto esigenti. Utenti decisamente tecnici che utilizzano molto la bici. Tuttavia abbiamo voluto mettere a disposizione la stessa tecnologia, ma ad un prezzo inferiore, anche per coloro che vogliono avere un prodotto che gli permetta di avere un ottimo compromesso tra comfort, il quale per noi resta fondamentale, e prestazioni. Ecco perché abbiamo sviluppato la linea F anche in versione VT. Hanno gli stessi benefici ergonomici.

«La differenza sta nel materiale utilizzato e nel processo produttivo dell’imbottitura. Il top di gamma, quindi la linea F, prevede una speciale imbottitura in elastomero espanso che offre una buona rigidità. Questa fornisce la migliore memoria elastica possibile. Le selle della linea VT invece hanno un’imbottitura in una speciale schiuma in poliuretano, che è un pochino più morbida pur mantenendo però tutte le caratteristiche sportive delle precedente».

L’idea dei corridori

Ma dicevamo del discorso tra “ricurve”, la mitica Evolution, e le selle più “piatte”, come la F20C appunto. Posto che gli atleti del Greenteam hanno tutta la vasta gamma a disposizione, sostanzialmente scelgono principalmente tra i due modelli sopracitati. E la scelta, del tutto personale, dipende da quanto il corridore ama muoversi sulla sella stessa. C’è chi come Giovanni Carboni e Enrico Battaglin preferisce stare “fermo” e quindi opta per la Evolution, e chi come Visconti sceglie la F20, in quanto si muove avanti e dietro sulla sella.

«Di sicuro le selle Smp hanno un grande impatto – dice Giovanni Visconti – io ho scelto la F20 perché volevo una sella che fosse più simile possibile a quella che usavo in precedenza, senza stravolgere troppo la posizione. Tuttavia questo inverno proverò anche l’altra, la Evolution, perché sono molto curioso. So che i miei compagni che la usano si trovano molto bene. E tutto sommato avere un posteriore rialzato ti consente di avere un punto ulteriore di appoggio nelle fasi più intense della spinta non è un’idea sbagliata, anzi…

«Come scelgo la sella di solito? Non è facile, ma diciamo che se ci fai una gara di 200 e passa chilometri e non pensi alla sella o non hai dolori, quello è già un ottimo segno».

«Io invece – dice Battaglin – ho preferito la Evolution. E’ una sella particolare e per starci bene devi trovare la regolazione esatta. Non la puoi mettere in bolla, loro sul sito dicono che tra il posteriore e la punta deve esserci un dislivello di un centimetro (punta più bassa), ma io sono andato anche un po’ oltre. Me la sono regolata man mano da solo.

«In questo modo, se è ben regolata, riesci anche a muoverti un po’ avanti o indietro. Io l’ho scelta perché dietro è un po’ più tonda e mi ci sono trovato bene. Sentivo il mio bacino pedalare meglio».

Smp