Brent Copeland ha spiegato la storia dal suo punto di vista: il team manager sudafricano ha raccontato di essere stato chiamato alla GreenEDGe Cyclingsu suggerimento di Shayne Bannan, che quel progetto ha creato nel 2012 uscendone in modo inatteso nel 2020. L’equazione fatta nell’ambiente è che la causa della separazione sia stata la dubbia vicenda che per qualche giorno nel cuore dell’estate ha legato il gruppo australiano con la Manuela Fundacion, sponsor spagnolo presentato da Stefano Garzelli.
Quando quella trattativa un po’ fumosa è saltata, Gerry Ryan, proprietario della squadra, ha fatto sapere che avrebbe garantito lui la copertura finanziaria della squadra. Con quel momento è coincisa l’uscita di Shayne Bannan e quella di Alvaro Crespi, manager di lunga scuola, che nell’estate ha anche dovuto fronteggiare un infarto.
Bannan non è un chiacchierone e in questo momento è se possibile più abbottonato. Si capisce che non voglia dire tutto, ma prospetta per sé una situazione inedita di cui avevamo sentito parlare e che adesso ha preso forma.
«Quello che vorrei emergesse – dice – è che non sono vittima di niente. Preferisco parlare della Fundacion e di quello che successo. La verità è che dopo otto anni ero stanco e sentivo la voglia di cambiare. Già da un po’ ero in giro e mi guardavo intorno, pur continuando a vivere in Italia. Quando mi è stato chiesto un parere, ho fatto volentieri il nome di Brent, perché è un amico e ho stima di lui. In GreedEDGE lascio un gruppo di amici, come è normale dopo tanti anni vissuti insieme. Anche con Gerry Ryan rimarrà sempre una grande amicizia».
Vuoi dire che saresti andato via anche senza quell’episodio?
Molto probabilmente sì. C’è un altro progetto in Asia, non posso ancora dire dove, per cui ai primi di gennaio mi trasferirò per iniziare a lavorare dalla metà del mese. Si tratta di un progetto di sviluppo del ciclismo per conto del Comitato olimpico di un Paese, del quale avevo iniziato a parlare quasi due anni fa e che adesso si sta concretizzando.
Qualcosa legato alle Olimpiadi 2024?
Credo sia presto per parlare di Olimpiadi, perché ci sono risorse, ma non c’è un movimento all’altezza. C’è ancora da costruire l’ossatura. E quando poi avrò fatto questo, inizieremo a parlare di sponsorizzazioni tecniche e di ciclismo vero e proprio.
Come è nata l’occasione?
Un po’ li ho stimolati io, un po’ mi hanno cercato loro. C’è dietro un Paese intero, può essere una bella occasione.
Che cosa porti via dall’esperienza GreenEDGE?
Mi sono divertito molto a far partire e sviluppare da zero un progetto che era molto ambizioso. Grazie alla base creata in Italia e agli atleti che abbiamo fatto crescere, la popolarità del ciclismo in Australia è esplosa. Ora si è raggiunto un livello alto, ma c’è ancora tanto da fare. Lo sport è un continuo migliorare, grazie all’evoluzione tecnologica e agli studi che si fanno. Sarà così anche dove andrò, in attesa di poter svelare i dettagli.
Brent Copeland era arrivato alla Bahrain-Merida alla nascita del team. Faceva parte della struttura voluta da Alex Carera per supportare Nibali. Le cose in un modo o nell’altro filavano bene, ma quando Vincenzo ha deciso di andarsene, il sudafricano ha visto arrivare in squadra un manager che non aveva bisogno di troppe presentazioni, avendo fatto la fortuna del Team Sky: Rod Ellingworth. Poco prima Merida era stata sostituita da McLaren e la ventata britannica ha iniziato a portare qualche cambiamento. Ellingworth è diventato il capo, mentre Copeland è stato assegnato ad altro incarico. Così, quando davanti gli si è aperta la porta di GreenEDGE Cycling, società cui fa capo la Mitchelton-Scott, non ci ha pensato due volte.
«E’ successo che Gerry Ryan, proprietario della squadra – spiega – ha deciso di lasciare andare Shayne Bannan e Alvaro Crespi, per dettagli che non ho capito, ma che potrebbero essere legati alla sponsorizzazione di Fundacion Manuela. Comunque, Gerry ha deciso di continuare per altri due anni, almeno fino ai mondiali di Sydney del 2022 e Shayne, che sta lavorando ancora con me per la transizione, gli ha fatto il mio nome. Avevo bisogno di una proposta così, per cui sono andato dal Bahrain e ho chiesto la risoluzione del contratto. Loro molto gentilmente l’hanno concessa. E dal primo luglio ho iniziato a lavorare con il gruppo australiano».
Peccato però che con un gesto a sorpresa Ellingworth se ne sia andato a sua volta…
Quando sei abituato alle possibilità economiche di Sky, con la parola NO che non esiste perché hai i soldi per farla sparire, è difficile adattarti a un budget limitato e molto inferiore. Capisco la sua difficoltà, ma capisco anche che si dovrebbe lavorare facendo affidamento su quello che si ha. Quella era una squadra di sistema italiano, creata con Vincenzo. McLaren ha portato la cultura britannica che ha scombussolato tante cose. Poi anche McLaren è andata via.
Come si chiamerà l’attuale Mitchelton?
Arriverà un altro nome, di una delle aziende del grande capo. Lo annunceremo a breve, non posso dirlo. Per ora preferiamo tenere il nome GreenEDGE Cycling che è la società di gestione. Per il resto, ci saranno alcuni cambiamenti, a partire dalle biciclette Bianchi. Questa squadra non aveva mai lasciato le Scott, la svolta verso l’italianità è perché credo che qui ci sia la qualità migliore. Ad eccezione dei caschi Giro e qualcos’altro, avremo quasi solo sponsor italiani. Vision. Fizik. Giordana.
Qualche corridore è andato, tanti sono rimasti…
E qualcuno è arrivato. Con la situazione difficile e il taglio degli stipendi durante il lockdown, Gerry ha voluto offrire un contratto a tutti quelli che erano in scadenza. Alcuni sono andati via lo stesso, come Jack Haig che era stato voluto al Bahrain proprio da Rod. Poi Adam Yates che è andato da Ineos. E Affini che ha firmato con Jumbo Visma. I progetti restano gli stessi, solo che con la partenza di Adam, non avremo più il doppio capitano per i Giri. Simon Yates è ancora con noi, mentre Chaves è ancora un gradino sotto. Vogliamo recuperarlo, ma nel 2020 ha sofferto e ad ora è difficile immaginarlo lottare per un podio.
E’ tornato Matthews, bel colpo…
La partenza di Yates aveva liberato un po’ di budget e Michael è stato contento di tornare, convinto anche dal progetto. Può vincere l’Amstel e la Liegi, al mondiale gli è mancato poco per restare con i migliori. Bisogna anche ringraziare la Sunweb che lo ha liberato prima. E poi ci sono parecchi giovani interessanti, che secondo noi possono fare molto bene.
Ti faccio un nome, perché da era U23 era il gemellino di Hindley: Lucas Hamilton.
Lui deve fare un grosso passo avanti, perché vale quanto Hindley. Sono convinto che se la squadra non fosse andata via dal Giro, avrebbe fatto una bella corsa anche lui. E sempre tra i giovani, occhio a Robert Stannard. Va forte dovunque, gli va trovata una dimensione.
E allora un altro nome: Kevin Colleoni.
Un ragazzo molto educato e rispettoso, che viene da una famiglia di ciclisti, quindi è cresciuto ascoltando le parole giuste. Fisico perfetto per quello che cerchiamo. Per me somiglia molto a Vincenzo (Nibali, ndr), forse un po’ più alto. Se lo facciamo crescere bene, può andare molto lontano.
Il team dei tecnici resta lo stesso?
Con due innesti. Uno è Marco Pinotti, un patrimonio importantissimo per la squadra su fronte dei materiali e delle crono. Poi ci sarà anche l’allenatore di Matthews, che seguirà anche la squadra donne, dato che finora non avevano un allenatore tutto per loro.
Ti occuperai anche delle ragazze?
Certo, anche se non ne sapevo niente. Sono organizzate molto bene e con ragazze come Annemiek Van Vleuten, Amanda Spratt e Grace Brown che è stata seconda alla Liegi, abbiamo nomi per fare bene. Il loro medico, ma anche degli uomini quando servirà, sarà Carlo Guardascione che mi ha seguito dal Bahrain.
Copeland, comincerete dall’Australia?
Bè, mi sembra il minimo… Ad Adelaide ci sarà un festival del ciclismo che per quest’anno rimpiazzerà il Tour Down Under e là manderemo gli australiani che sono già a casa. Ne abbiamo a sufficienza. Gli altri faranno un ritiro di due settimane a Valencia per gennaio. Troveremo un hotel comune per uomini e donne e creeremo una sola, grande bolla per 70 persone. E poi si comincerà a correre fra Mallorca e la Valenciana e spero lo Uae Tour.
A guardare i nomi, pensi di cambiare qualcosa anche sul fronte marketing?
E’ venuto con noi Matteo Vitello, che si occuperà di marketing e comunicazione. E’ stato per 12 anni in MotoGp, fra Ducati e Yamaha. E’ un grande appassionato di bici e secondo me, portando dentro qualcuno con una visione diversa, forse riusciremo a far cambiare direzione alla squadra. Negli anni ci sono state vittorie e una buona visibilità, ma a parte Orica non c’è mai stato un grosso sponsor.
Pensi di fare la rivoluzione?
Questa squadra ha una cultura molto speciale creata da Shayne Bannan. Ma dopo 8 anni qualcosa può essere migliorata. Non si tratta di cambiare tutto, ma mi sembra perfettamente normale che se entri in una casa, provi a metterci i tuoi quadri per sentirla un po’ più tua…
Un nuovo approccio grafico ed un profondo rinnovamento nelle colorazioni segnano l’inizio della nuova partnership fra Bianchi e GreenEDGE Cycling per la stagione 2021.
Pur conservando l’eleganza dello stile italiano che contraddistingue la storia del brand, Bianchi ha infatti deciso di optare per una svolta estetica che nelle intenzioni dell’azienda di Treviglio renderà le biciclette del team ancora più visibili e riconoscibili in gruppo.
Fra tradizione e innovazione
All’iconico colore celeste che rappresenta la tradizione Bianchi, si affianca una nuova tonalità turchese in grado di conferire un tocco di modernità. Il nero del carbonio rappresenta simbolicamente l’approccio dell’azienda verso l’innovazione e la continua ricerca dei vantaggi marginali. Il risultato è un design dinamico, con un taglio diagonale di colori che risalta lungo l’intero telaio.
Claudio Masnata – Bianchi Marketing and Communication Manager – ha voluto sottolineare che «le nuove grafiche sono il risultato della stretta collaborazione fra Bianchi e GreenEDGE Cycling, con il preciso intento di creare un’immagine coordinata ed un look integrato tra l’atleta e la sua bicicletta».
Darach McQuaid – Chairman GreenEDGE Cycling – ha aggiunto che «per GreenEDGE Cycling il 2021 rappresenta una nuova era, un nuovo inizio, e correre con un brand iconico come Bianchi sarà un grande onore. Negli ultimi nove anni abbiamo ottenuto incredibili risultati nell’UCI WorldTour. Bianchi porterà all’interno della squadra l’unicità del loro stile italiano e tecnologie innovative, insieme alla voglia di conquistare nuovi grandi successi. Abbiamo lavorato duramente in questi ultimi mesi per creare il miglior team, con i migliori atleti e staff, e non vediamo l’ora che questa nuova avventura insieme a Bianchi abbia inizio».
Tre gioielli per Yates e compagni
Simon Yates, Michael Matthews, Amanda Spratt e tutto il team avranno a disposizione i seguenti modelli, per strada e cronometro.
Specialissima disc: la nuovissima all-rounder Bianchi ad alte prestazioni, in grado di primeggiare in ogni situazione di gara, in particolare nelle gare a tappe. I 750 gr del telaio con freni a disco esaltano le doti dei migliori scalatori.
Oltre XR4 disc: il modello aero racing per eccellenza di Bianchi, in grado di combinare rigidità e perfetta guidabilità. Progettata utilizzando la tecnologia Computational Fluid Dynamics, ogni dettaglio di Oltre XR4 con freni a disco è testato e ottimizzato in galleria del vento. E’ la bici ideale per gli sprint, le fughe e i percorsi collinari.
Aquila: il modello da cronometro di Bianchi che tutto il mondo del WorldTour ha imparato a conoscere grazie a costanti prestazioni al vertice. Un telaio estremamente aerodinamico e completamente integrato, dotato di una struttura leggera per garantire una marcia in più anche quando la strada sale. Controllo ed efficienza senza eguali nelle prove contro il tempo.
Le bici saranno equipaggiate con gruppo Shimano Durace Di2 disc, ruote Shimano C40 – C60 disc, attacco/manubrio Reparto Corse by Vision/Fsa cockpit, coperture Pirelli P Zero e selle Fi’zi:k.
Ricordiamo che Bianchi è stato il primo brand ciclistico a creare una divisione dedicata alle competizioni, il Reparto Corse, un nome legato ai più grandi successi agonistici fin dai tempi di Fausto Coppi.
Un caso tecnico sta agitando il dopo Roubaix della Arkea e di Bianchi. Le parole di Senechal hanno sollevato un vespaio. La colpa è davvero dei meccanici?