Continuano le presentazioni all’Italian Bike Festival di Rimini. Ora tocca a Titici togliere il velo alle sue novità, il marchio italiano nato ad Asola, in provincia di Mantova, lancia la sua nuova gravel, la All-In. E’ la bici per le strade bianche Made in Italy, personalizzabile in qualsiasi colorazione. E grazie alla collaborazione con Dedacciai sono personalizzabili persino i tubi (in alluminio) in quanto è la bici ad adattarsi al ciclista e non viceversa.
Il tubo orizzontale tende ad appiattirsi verso il piantone per assorbire meglio i colpiIl tubo orizzontale tende ad appiattirsi verso il piantone per assorbire meglio i colpi
Vibrazioni assorbite
Il passaggio cavi totalmente integrato rende il telaio pulito. Questo porta ad avere un tubo sterzo con diametro maggiorato per aumentare la stabilità e la guidabilità del mezzo. Le dimensioni del piantoncino anteriore passano dallo standard 1 1/8” ad un 1 1/2”, la bici ne guadagna in precisione e stabilità nell’avantreno.
Il tubo orizzontale, grazie all’intuito degli ingegneri Titici, ha una forma leggermente più schiacciata, questo rende più morbido il telaio assorbendo meglio le vibrazioni del terreno. Una soluzione davvero sorprendente, soprattutto se si considera come il telaio non perda in capacità torsionale e di trasferimento della potenza.
Il carro posteriore asimmetrico nel fodero di sinistraoffre una frenata molto più stabile ed efficace
Sempre il carro garantisce reattività e rigidità alla nuova All-In
Il carro posteriore asimmetrico nel fodero di sinistraoffre una frenata molto più stabile ed efficace
Sempre il carro garantisce reattività e rigidità alla nuova All-In
Carro rivoluzionario
Carro posteriore leggermente abbassato nell’attacco al tubo sella, si parla di 30 millimetri, ma fondamentali però per fare la differenza. Un dettaglio che rendere ancora più scattante la nuova All-In, pedalata dopo pedalata.
Con il suo carro posteriore asimmetrico nel fodero di sinistra offre una frenata molto più stabile ed efficace con il suo “gomito” a 160 gradi.
È possibile montare qualsiasi gruppo dedicato al mondo gravel, la guarnitura è solamente disponibile con montatura per la mono corona.
La bici gravel da gara di 3T si rinnova, arriva la Racemax2 Italia. Geometrie e alcune soluzioni migliorate con l'efficienza aerodinamica sempre al centro
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Guerciotti, azienda milanese da quasi 50 anni nel mondo del ciclismo, coglie al volo i cambiamenti imposti dalle nuove tendenze e lancia due nuovi modelli: Escape, per il gravel e Eclipse S per la strada. Abbiamo visto queste bici brillare sotto il sole di Rimini all’Italian Bike Festival, preso d’assalto nella sua prima giornata di questa edizione 2021.
L’Eclipse è un monoscocca in carbonio. Può essere equipaggiato con i gruppi top di gamma di Sram, Shimano e CampagnoloIl telaio della Eclipse è un monoscocca in carbonio. Può essere equipaggiato con i gruppi top di gamma di Sram, Shimano e Campagnolo
Peso piuma Eclipse
Il modello Eclipse S è lo sviluppo del vecchio telaio già utilizzato dalla Caja Rural in questa stagione. È stata resa più leggera e scattante per essere ancora più performante su tutti i tipi di terreno. Il peso del telaio scende sotto i 900 grammi, 890 per la precisione. E’ realizzato in carbonio monoscocca, con possibilità di dotazione di tutti i gruppi top di gamma di Sram, Shimano e Campagnolo.
Passaggio dei cavi totalmente integrato per rendere la nuova Eclipse S ancora più aerodinamica e pulita nel suo design. Il carro posteriore è studiato dal reparto G-Lab e rende la bici scattante e rigida, viene aumentato il grip al terreno senza però inficiare sul comfort.
Il manubrio della Escape è integrato ed è studiato per le esigenze del gravelIl manubrio della Escape è integrato ed è studiato per le esigenze del gravel
Escape, l’evasione sullo sterrato
Escape è, invece, la nuova arrivata per il mondo gravel con delle novità molto interessanti. Il telaio è lo stesso della versione ciclocross, ma con geometrie sviluppate per essere performante nel mondo delle strade bianche. Il marchio milanese ha pensato ad una bici duttile per poterla utilizzare anche su strada, il telaio infatti, ha una risposta pronta sul rilancio della pedalata. Il manubrio è integrato QTC è studiato per il mondo gravel.
La Escape è in dotazione con due gruppi in versione monocorona e due con la doppia corona. Per il monocorona è disponibile in versione: Sram Force Axs con corone da 48 e 33, e Shimano Grx 812 con corone da 46 e 30.
Invece, le due possibilità di scelta tra la versione mono corona sono: Campagnolo Ekar con corona da 42 e Sram Rival Explorer sempre con corona da 42.
Cannondale introduce una nuova bici gravel e lo fa con una bicicletta velocissima sullo sterrato. Il brand americano – che proprio quest’anno festeggia i primi 50 anni di storia – ha lanciato la settimana scorsa la nuovissima SuperSix EVO SE: una “super” bicicletta dedicata al gravel che punta forte sulla velocità, ma non solo.
Gli appassionati ricorderanno senza dubbio quanto Cannondale ha recentemente presentato per il cross – la SuperSix EVO CX – una bicicletta che è stata presa come ispirazione per realizzare la SuperSix EVO SE. Meglio ancora, la piattaforma della SuperSix EVO SE si deve considerare una vera e propria fusione tra quelle denominate SuperX e EVO.
La nuova SuperSix EVO SE è pronta per sfidare qualsiasi terreno
Equipaggiata con componenti di massima qualità: rigida e aerodinamica
La guidabilità è un altro dei punti forti della SuperSix EVO SE
Design elegante e sobrio. Colori chiari e linea aerodinamica
Le tubazioni del carro sono sottili, ma estremamente resistenti
La nuova SuperSix EVO SE è pronta per sfidare qualsiasi terreno
Equipaggiata con componenti di massima qualità: rigida e aerodinamica
La guidabilità è un altro dei punti forti della SuperSix EVO SE
Design elegante e sobrio. Colori chiari e linea aerodinamica
Le tubazioni del carro sono sottili, ma estremamente resistenti
Particolarità vincente
Il telaio di questa nuova Cannondale si presenta subito estremamente compatto, totalmente integrato e con profili aero. Ma la particolarità vincente è un’altra e ve la sveliamo… Grazie ad anni di esperienza e di ricerca, Cannondale ha qui associato un angolo sterzo aperto (70° un valore quasi da Mtb) con un “offset” forcella lungo e compatto, e questo per garantire una stabilità eccellente mantenendo però basso il “trail” con l’obiettivo di offrire una guidabilità del mezzo agile e veloce.
Il risultato di questa associazione geometrica è uno speciale connubio fatto di leggerezza, reattività ed equilibrio che esalta alla perfezione il mezzo tra fango e ghiaia… Merita una nota anche il carro posteriore, sottile ma estremamente resistente, capace di conferire alla bici rigidità e potenza. A proposito del carro e della forcella, ricordiamo un aspetto che sarà ben gradito dagli amanti del fuoristrada: questa bicicletta è disegnata per ospitare anche pneumatici da 45 millimetri, permettendo così una scorrevolezza senza precedenti nel fuoristrada.
La Cannondale SuperSix EVO SE è realizzata con un carbonio di altissima qualità
Aerodinamica, comfort e guidabilità trovano terreno fertile nell’ultimo arrivo in casa Cannondale
Il passaggio interno ospita pneumatici larghi fino a 45 millimetri
La Cannondale SuperSix EVO SE è realizzata con un carbonio di altissima qualità
Aerodinamica, comfort e guidabilità trovano terreno fertile nell’ultimo arrivo in casa Cannondale
Il passaggio interno ospita pneumatici larghi fino a 45 millimetri
Componenti di qualità
E’ scontato affermare – ma lo facciamo ugualmente – che una bicicletta così importante debba essere equipaggiata con i migliori componenti che si possano trovare in circolazione. Ecco allora il montaggio Sram Rival AXS a 12 velocità con le speciali ruote DT Swiss CR 1600 (pensate esclusivamente per il fuoristrada). La nuova SuperSix EVO SE è un mezzo di assoluto rilievo: reattivo, rigido, aerodinamico, ideale per soddisfare in pieno le esigenze degli appassionati di gravel più competitivi.
Il telaio è disponibile nelle seguenti misure: 46, 51, 54, 56 e 58. Il prezzo consigliato al pubblico (variabile in base alla scelta dei componenti) parte da 4,199 euro
Spesso sono mode, altre evoluzioni, ma una cosa è certa: siamo in piena era di “gravelmania”. Questo particolare mondo di matrice americana sta spopolando tra gli amatori e sta iniziando a catturare anche i professionisti. Abbiamo l’esempio di Lachlan Morton e soprattutto c’è l’interesse di Peter Sagan per questo modo di andare in bici, di fare ciclismo. Le dichiarazioni dello sloveno hanno messo un boost al gravel. E anche gli organizzatori hanno addrizzato le antenne. In Italia più avanti di tutti per quel che riguarda i pro’ c’è Filippo Pozzato, ma c’è un suo corregionale, Massimo Panighel che di grandi eventi e di innovazione ne sa qualcosa, che si sta muovendo.
Massimo Panighel (classe 1968) è un organizzatore di successo dell’offroadMassimo Panighel (classe 1968) è un organizzatore di successo dell’offroad
Verso il gravel
Panighel ha organizzato due edizioni dei mondiali marathon di Mtb e anche i campionati italiani sono passati tra le sue mani. Adesso sta lavorando alla Mythos (altro evento di Mtb) e ha nel cassetto tre progetti gravel.
«Premetto che io ho le mie idee – dice l’organizzatore veneto – per me il gravel prima ancora di essere una disciplina è una filosofia di vita, o quantomeno di fare ciclismo. E’ un modo per vivere il territorio, un cicloturismo particolare. Poi c’è sempre quell’assonanza con la Parigi-Roubaix. Anche io quando passo da un tratto di veloce asfalto ed entro nello sterrato ho un’emozione.
«Il gravel in questo momento sta vivendo una fase incerta: cosa si vuole? E’ una gara o un semplice pedalare?».
Sagan (dietro a Bodnar) a Campo Felice al Giro. Lo slovacco non perse l’occasione per rilanciare sui social: montagne, pioggia e… gravelSagan (dietro a Bodnar) a Campo Felice al Giro. Lo slovacco non perse l’occasione per rilanciare sui social: montagne, pioggia e… gravel
La spinta di Sagan…
E qui scatta il dibattito vero e proprio. In America ci sono delle gare: un misto tra un cross country poco tecnico e tratti di asfalto da fare con bici gravel (che comunque sono di derivazione stradistica). La visione europea invece è più legata al viaggio, al divertimento, ed è poi quello che ci ha detto anche Daniel Oss. «Già, quel che ha fatto Morton è un po’ troppo spinto. Noi, io Sagan, vorremmo divertirci, viaggiare, tenere un ritmo slow: il Just Ride».
«Se Oss e Sagan dicono questo ben venga! Gente come loro fa tendenza, attira le masse, muove gli sponsor e i marchi. Io ho tre progetti gravel – riprende Panighel – e non guardano alla prestazione o al cronometro. Il traguardo è il viaggio. Quello che intende Pippo invece è una gara con tratti sterrati. Le due basi sono diverse. So che la Federazione sta studiando un protocollo, ma sempre su una base agonistica. Si è parlato di cronometrare solo i segmenti offroad. O anche di premiazioni. Noi per esempio le intendiamo come squadra: si parte e si arriva in quattro».
Spingere forte, pancia a terra: questo è gravel…
Ma anche viaggiare lentamente con le borse al seguito è gravel
Spingere forte, pancia a terra: questo è gravel…
Ma anche viaggiare lentamente con le borse al seguito è gravel
E quella del Covid
Panighel fa poi un’analisi più generale, che si può legare all’esigenza di avere un momento di tranquillità per sé stessi. Per il grande pubblico l’esigenza è quella di evadere, per i corridori è quella di vivere la propria passione con meno stress.
«Il Covid ha cambiato molto le cose. La gente ha scoperto la bici e i tanti che già ci andavano non pensano più solo alle granfondo. Lo vedo sul campo, i numeri sono in sofferenza. Si ha voglia di libertà, di divertimento: “vado in bici come, dove e quando dico io”. E immagino che anche un pro’ voglia viverla diversamente.
«Se penso ad un evento gravel, penso ad una festa, anche di più giorni, con dei timbri da mettere magari in luoghi di particolare pregio e se si va a visitarli a fine percorso si avrà un premio ulteriore. C’è un evento, fatto con Stefano De Marchi, che si chiama La Ronda – Fiandre Trevigiane.E’ un mix tra la Roubaix (tratti sterrati) e il Fiandre (i muri della zona del Prosecco), non c’è crono e quest’anno ha visto al via 800 partenti a fronte di 2.200 richieste».
In ogni caso c’è prima da capire bene cos’è il gravel: è una gara? Una competizione simil cross country con una bici specifica? Una gara con prove speciali tipo un rally o un enduro? E’ un viaggio? Si va con le borse o senza? Il discorso è solo all’inizio…
Pozzato ha vinto per tre volte il Trofeo Laigueglia, in calendario il 5 marzo. Un record imbattuto. Cosa rappresentava la corsa ieri? E oggi? Sentiamolo
La professionalità e l’amore che Bianchi dimostra di avere per il ciclismo si manifestano nella nuova Impulso Pro un modello con freni a disco, pensato per esaltare le prestazioni degli appassionati del gravel. Il telaio è realizzato con tubazioni full carbon, che coniugano due aspetti importanti come leggerezza e resistenza. Proprio per garantire quest’ultimo aspetto il telaio è stato rinforzato nei punti dove si manifesta una maggiore concentrazione di carico come ad esempio la scatola del movimento centrale. Il peso finale è di 1,100 chilogrammi, prendendo in considerazione la taglia 55.
Leggera e resistente, ottima anche su stradaLeggera e resistente, ottima anche su strada
Guidabilità top
La guidabilità è uno dei punti di forza della Impulso Pro e questo ci spinge ad osservare attentamente le forme delle tubazioni per individuarne le ragioni. Iniziamo da quelle sottili del carro posteriore che grazie alla loro sorprendente rigidità trasferiscono nel migliore dei modi la potenza sull’asfalto. Il tubo obliquo invece presenta una struttura leggermente più solida al fine di garantire una doverosa resistenza alle sollecitazioni e una superiore rigidità. Merita una particolare attenzione la forcella che, grazie agli steli diritti e compatti, garantisce una reattività eccezionale all’avantreno andando inoltre ad aumentare il livello di rigidità, caratteristica principale della nuova Impulso Pro.
Le tubazioni del carro che trasmettono efficacemente la potenza sull’asfalto
Lo storico colore “Celeste Bianchi”
Il passaggio interno in cui scorrono tubolari larghi fino a 38 millimetri
Le tubazioni del carro che trasmettono efficacemente la potenza sull’asfalto
Lo storico colore “Celeste Bianchi”
Il passaggio interno in cui scorrono tubolari larghi fino a 38 millimetri
Passaggio interno
Soffermando sempre la nostra attenzione sulla forcella possiamo notare l’ampio passaggio interno ruota che può arrivare ad ospitare pneumatici larghi fino 38 millimetri. Tale larghezza impedisce inoltre l’accumularsi di fango in caso di uscite sotto la pioggia e su terreni particolarmente fangosi.
L’altro colore disponibile: verde mediterraneo che si mimetizza con la naturaL’altro colore disponibile: verde mediterraneo che si mimetizza con la natura
Design selezionato
La nuova Impulso Pro è disponibile in due differenti versioni, entrambe bicolori e con una grafica moderna che ben si sposa con l’ambiente naturale circostante. Nella prima versione abbiamo una prevalenza del tradizionale “Celeste Bianchi”. Nella seconda invece è presente un’alternanza chiaro-scuro del colore verde mediterraneo per una maggiore identificazione con l’ambiente circostante. In entrambe le versioni la forcella presenta una finitura in fibra di carbonio a vista con ben in evidenza su entrambi i lati il simbolo distintivo dell’aquila di Bianchi. La Impulso Pro è disponibile nelle seguenti taglie: 48, 50, 52, 54, 56, 58.
Immaginate che spettacolo se a casa di Pozzato e Johnny Mole il 15 ottobre si presentassero Sagan e Van der Poel, magari il fresco vincitore della Roubaix e il campione olimpico Pidcock per la prima edizione della Serenissima Gravel? E’ tutto talmente in costruzione e ricco di suggestioni, che sognare non costa molto. Del percorso ci aveva parlato proprio Moletta ai primi di maggio: partenza da Jesolo e arrivo a Piazzola sul Brenta. Pochi corridori per squadra, tre o quattro al massimo, e percorso abbastanza tecnico da risultare credibile. Quella che qualche mese fa suonava come una suggestione ora sta prendendo forma, ma perché funzioni occorre un regolamento tecnico. Una bella gatta da pelare, che al momento è fra le mani di Massimo Ghirotto (responsabile della Commissione fuoristrada) e Gianluca Crocetti (presidente dei giudici di gara). Come si fa una corsa gravel perché non sia una Strade Bianche e insieme una gara di cross country?
Pidcock rivelazione su strada, campione olimpico della Mtb e star del cross: perfetto profilo gravelPidcock rivelazione su strada, campione olimpico della Mtb e star del cross: perfetto profilo gravel
Bici gravel o da cross
Per la gara di Pozzato&Mole, che ha tempi stretti, è allo studio ed è in dirittura di arrivo un regolamento speciale, che in qualche modo permetterà di fare la fotografia esatta dell’evento e da quella sarà possibile comporre un regolamento tecnico definitivo.
«Bisognerà che le bici – dice Ghirotto –abbiano certe caratteristiche. Al massimo potrebbero essere bici da ciclocross per i corridori il cui sponsor non avesse la gravel in catalogo. Il percorso dovrà avere una percentuale di fuoristada superiore al pavé della Roubaix o allo sterrato della Strade Bianche».
Van der Poel dovrà farsi perdonare lo svarione di Tokyo, fra mondiale, Roubaix e…Van der Poel dovrà farsi perdonare lo svarione di Tokyo, fra mondiale, Roubaix e…
Agonismo e poi turismo
La Serenissima Gravel sarà una gara a invito, per cui il fattore imprevedibilità si potrà ragionevolmente tenere sotto controllo, ma in ogni caso nel predisporre il regolamento speciale si è guardato anche a cosa fanno in Australia e negli Stati Uniti, in cui tuttavia simili eventi sono più simili a raduni cicloturistici. Ed è vero che il ritorno turistico è ciò che si augurano Pozzato&Mole, ma prima va predisposta una gara, un numero zero di quello che potrebbe diventare un format destinato a durare. Sul lato commerciale, il gravel tira davvero forte. Ma per fare in modo che la formula agonistica sia convincente, occorre differenziarlo dalla mountain bike e da un certo modo di fare strada.
Assistenza fissa
«Fra gli aspetti che si stanno valutando – spiega ancora Ghirotto – c’è il delicato fronte dell’assistenza tecnica sul percorso. Non è possibile immaginare che il gruppo abbia dietro della ammiraglie. Allora vedo più una soluzione simile a quella che nella mountain bike si usa nelle marathon. Un numero di postazioni fisse di assistenza meccanica e rifornimento, che il personale dei team può raggiungere facendo dei tagli. Niente radioline. E se fori in un determinato punto lontano dalle postazioni fisse, non cambi la bici, ma devi essere in grado di sistemarla. Si deve capire che lo spirito è diverso, deve passare il principio della diversa cultura del fuoristrada, in cui forature e cadute hanno un’incidenza superiore rispetto alla normalità delle gare su strada».
Lachlan Morton e Alex Howes nella Dirty Kanza: uno così andrebbe invitato a scatola chiusa…Lachlan Morton e Alex Howes nella Dirty Kanza: uno così andrebbe invitato a scatola chiusa…
Uci alla finestra
E allora, mentre si aspetta la definizione del regolamento speciale (se l’Italia apre la strada, l’Uci sarà ben contenta di mettersi a ruota) e del campo dei partenti, continuiamo a sognare una bella sfida di Sagan contro Van der Poel, con un occhio di riguardo per Pidcock, che magari potrebbe beffarli con uno scatto nel tratto più sconnesso. Ci muoviamo in un regno indefinito fra il ciclocross, la mountain bike e la strada. Dal Covid in avanti, le gravel hanno invaso strade e sentieri. Quando Giancarlo Brocci parlò di Eroica per professionisti tutti storsero il naso, anche i cosiddetti esperti, poi però davanti al successo arrivò Rcs e si prese tutto. Siamo certi che non potrebbe accadere di nuovo?
Lanciato il settore, dai primi passi pionieristici, si passa ad uno step successivo decisamente più tecnico e strutturato. Ed è quello che sta succedendo al mondo del gravel. E sta accadendo sia per quel che riguarda i suoi eventi, più numerosi e ben organizzati, sia da un punto di vista tecnico. E la collezione XPLR di Sram (Sram, Rock Shox e Zipp) ne è la prova.
La Canyon Grizl con molti elementi della collezione XPLRLa Canyon Grizl con molti elementi della collezione XPLR
L’esempio della Canyon Grizl
E la gravel bike del brand tedesco è un ottimo esempio per studiare questo step del settore gravel. Una vera finestra sul futuro. Giusto pochissimi giorni fa Sram, che è stato un antesignano del “offroad veloce”, ha lanciato dei nuovi componenti e il nuovo gruppo, l’XPLR. Questa è stata l’occasione per Canyon, ma anche altri marchi (vedi 3T) di mostrare le loro bici.
La Grizl è un concentrato di tecnologia d’avanguardia. Il meglio delle concezioni stradistiche con quelle della Mtb: la sintesi che ne deriva è una gravel bike che rappresenta lo stato dell’arte attuale: velocità, leggerezza, comfort, manutenzione ridotta all’osso e grande piacere di guida.
Il pezzo forte è senza dubbio la forcella: la Rock Shox Rudy che con la sua escursione di 30 millimetri amplia notevolmente il range di utilizzo di questa bici. In pratica si può accedere a percorsi prima impensabili. Non a caso Canyon la inserisce nella sua sezione “gravel tosto”… Il reggisella a doppio stelo assicura il 15% di flessibilità in più. Senza contare la qualità del carbonio utilizzata.
Il peso del telaio è di soli 950 grammi e le sue geometrie aiutano moltissimo a combattere le vibrazioni, specie quelle verticali, come la “spezzata” dei foderi bassi del carro.
Con i nuovi componenti si possono percorrere tracciati più tecniciCon i nuovi componenti si possono percorrere tracciati più tecnici
Da Sram un nuova visione
Ma per capire l’evoluzione del settore gravel, lasciamo il singolo modello e studiamo meglio i prodotti proposti da Sram, che tracciano la via. Non si può non partire dalla forcella, la Rudy, come accennato.
Una forcella ammortizzata su una bici che di fatto è un telaio “da strada” è una svolta mica da poco. Questo significa che c’è un cambio di approccio significativo. Una gravel bike ammortizzata, impone delle riflessioni anche sulle Mtb: ha ancora senso usare una front con escursione da 80-100 millimetri? E questa considerazione vale ancora di più in Italia dove spesso persino nelle granfondo di Mtb i tracciati sono delle strade bianche o poco più. Va da sé che si potrebbe affrontarli con una gravel ammortizzata e magari anche dotata di reggisella telescopico. Ma al tempo stesso filare via meglio nei tratti di asfalto.
La forcella Rock Shox Rudy
Il reggisella telescopico Reverb per gravel bike
La forcella Rock Shox Rudy
Il reggisella telescopico Reverb per gravel bike
Forcella e reggisella in stile Mtb
La forcella Rudy ha un’escursione di 30 millimetri (estendibile anche a 40). Ha un alloggio per un eventuale parafango al suo interno, così di limitare lo sporco in faccia. E sempre a proposito di sporco, la sua larghezza consente di montare coperture fino a 50 millimetri così che anche in caso di fango estremo sia sempre assicurato un ottimo scarico. La forcella sfrutta l’idraulica Charger Race Day (leggerissima) e la molla ad aria Solo Air. Leggeri anche gli steli in alluminio “targati” Kashima.
Questa tipologia di forcella, abbinata al reggisella telescopico, può davvero cambiare i connotati di una gravel. “Togliere di mezzo” la sella significa avere più spazio per una guida anche estrema (o agevolare coloro che hanno più difficoltà sul tecnico).
Questo reggisella è il Reverb AXS XPLR, con meccanica ad aria. Il suo diametro è di 27,2 millimetri e già questo è sufficiente ad avere un certo comfort. Due i travel disponibili: 50 e 75 millimetri. Il suo comando è elettronico, facile ed intuitivo, ed è alimentato dalla batteria del cambio.
La nuova cassetta Sram a 12 velocità, 10-44
Il gioiello di casa Sram, il cambio Force eTap Asx
La guarnitura Force con spider in carbonio
Il gioiello di casa Sram, il cambio Force eTap Asx
La guarnitura Force con spider in carbonio
Una tecnologia, tre modelli
E a proposito di cambio. La collezione XPLR passa anche per i nuovi componenti della trasmissione. Sono stati rivisti i comandi elettronici, la guarnitura e i rapporti di tutti e tre i gruppi: dal più pregiato RED, passando per il Force e fino al Rival…
Un balzo in avanti è dato soprattutto dalle nuove cassette posteriori a partire dal 10-44 XPLR. Le pulegge over size e la tecnologia X-Sync sfruttano al meglio i rapporti della cassetta il cui range è del 440%. In più la catena lavora in modo più fluido e anche in caso di sporco “fatica” di meno. Il disegno dei denti (e il conseguente ingaggio della catena nella cambiata) è stato pensato per il cambio elettronico. Insomma tutto è in armonia. E’ stato fatto un lavoro sui dettagli.
E lo stesso discorso vale per le guarniture: più leggere, con pedivelle più rigide in carbonio (in alluminio solo per il Rival) e disponibili da 38, 40, 42, 44 e 46 denti. E a proposito di pedivelle, si hanno a disposizione molte lunghezze: si va da 165 a 177,5 millimetri, con scarti di 2,5 millimetri.
Le ruote Zipp 101 XPLR
La curva manubrio Zipp Sl 70 XPLR prevede un reach di 70 millimetri e un drop di 115
Per la copertura tubeless ready G40 XPLR una spalla rinforzata antiforatura
Le ruote Zipp 101 XPLR
La curva manubrio Zipp Sl 70 XPLR prevede un reach di 70 millimetri e un drop di 115
Le coperture da 40 millimetri di Zipp
Componenti Zipp al vertice
Completano la collezione XPLR anche ruote, manubri e gomme. Stavolta il brand di riferimento della famiglia Sram è Zipp.
Senza dubbio le ruote 101 XPLR la fanno da padrona. Si tratta del primo set completo appositamente creato dal brand americano per il gravel. La filosofia costruttiva? Far divertire il ciclista: quindi massimo comfort, tenuta e robustezza. Sono disponibili sia per la misura da 27,5” (segno che sono state sfruttate le enormi conoscenze di Sram nella Mtb) che da 29”. Il canale interno è da 27 millimetri, quello esterno da 35, il profilo appena di 15 millimetri. Il tutto a fronte di un peso sbalorditivo per essere così “toste”: 1.665 grammi (1.590 nella versione da 27,5”). Ma la vera particolarità di questo cerchio è che grazie a particolari niplles il cerchio stesso può “ruotare trasversalmente” seguendo le asperità del terreno e agevolando il lavoro della gomma.
Tufo prende le misure con il gravel introducendo uno specifico copertone tubeless chiamato Speedero. Parliamo di una copertura estremamente versatile. Quest’ultima è pensata proprio per chi ama viaggiare sullo sterrato e e più in generale divertirsi in bicicletta: e proprio in virtù di queste proprie attitudini, i pneumatici Tufo Speedero non si pongono alcun limite… dichiarandosi perfettamente pronti a sfidare qualsiasi tipologia di terreno. Ma veniamo ad analizzarne le caratteristiche principali. Nella parte centrale del battistrada hanno da subito attratto la nostra attenzione i tasselli ravvicinati. Essi rendono il copertone scorrevole oltre che sorprendentemente silenzioso. Le file di tasselli nella zona laterale del battistrada invece sono proprio li posizionati per garantire un’esaltante aderenza su qualsiasi superficie, specialmente se sconnessa.
Questa sagomatura consente di riflesso l’ottenimento di un facile e veloce controllo della bicicletta, un aspetto che renderà ancora più divertenti le pedalate fuoristrada. Ma l’alta qualità dei copertoni Tufo Speedero non si limita solo e soltanto al battistrada: va considerato anche il prezioso rinforzo laterale in Jubena che ha la funzione di proteggere il pneumatico da qualsiasi tipo di danneggiamento, come urti contro sassi o pietre.
I tasselli ravvicinati che aumentano il grip dello SpeederoI tasselli ravvicinati che aumentano il grip dello Speedero
Antiforatura
Inoltre, gli ingegneri Tufo in fase progettuale hanno anche pensato ad un sistema anti foratura, messo a punto tramite la previsione di uno specifico inserto in tela posto sotto il battistrada: ideale per ridurre sensibilmente il rischio di forature ed al tempo stesso contribuire all’affidabilità complessiva del pneumatico.
Adatto per ogni tipologia di terreno, lo Speedero è versatile e resistenteAdatto per ogni tipologia di terreno, lo Speedero è versatile e resistente
Resistente e scorrevole
La costruzione della carcassa prevede un elevato TPI (Tread Per Inch) che, unitamente alla morbida mescola del battistrada, è pronta ad affrontare qualsiasi superficie riducendo il rischio del pneumatico di perdere aderenza su superfici irregolari. Lo Speedereo, come già anticipato, è studiato per durare a lungo grazie alla sua incredibile resistenza che permettere di rendere divertenti e soprattutto durevoli le uscite in bici.
Disponibili nelle colorazioni beige e nero, Tufo Speedero pesa 390 grammi considerando la misura da 36 millimetri. Il prezzo consigliato al pubblico è di 39,90 euro. Ricordiamo che l’intera gamma prodotto Tufo è distribuita in esclusiva sul mercato italiano dalla commerciale Beltrami TSA.
Attraverso il suo marchio Bontrager, Trek cerca il modo migliore per ottimizzare la guidabilità delle bici gravel e lo trova presentando la novità GR Elite. Questo nuovo manubrio è realizzato con il migliore alluminio 6061-T6, leggero e affidabile. Fin da subito è possibile notare che lo spessore varia nella parte centrale. Presenta inoltre delle comode imbottiture (sostituibili) in EVA IsoZone che hanno il compito prezioso di disperdere le vibrazioni per migliorare il comfort e ridurre di conseguenza l’affaticamento muscolare. Il nuovo GR Elite dispone di porte Di2 integrate che consentono il passaggio interno dei cavi, aspetto che migliora tra le altre cose anche l’estetica del GR Elite. Degna di nota risulta essere anche la leggerezza della stessa piega. Quest’ultima pesa appena 306 grammi, prendendo in considerazione la misura da 38 millimetri.
Impugnatura confortevole che fa risparmiare energieImpugnatura confortevole che fa risparmiare energie
Comandi raggiungibili
A rendere ancora più speciale il GR Elite ci pensa la nuova geometria Adventure Fit che offre la possibilità di accedere facilmente ai comandi dei freni e della trasmissione da qualsiasi posizione. Grazie ad una svasatura di 13 gradi e il drop da 128 millimetri è più agevole la presa bassa, decisamente più comoda e sicura. Il reach da 75 millimetri infine permette di adattarsi ai telai più lunghi tipici delle ultime novità in tema di bici da gravel.
Compatibilità importanti
Trek ha pensato bene di prevedere alcune compatibilità nella progettazione del nuovo GR Elite, come ad esempio con l’appendice Shimano EW-RS910 Junction-A che garantisce un passaggio cavi Di2 più pulito ed efficiente, ma anche con prolunghe aerodinamiche a clip. Ricordiamo che il prodotto è disponibile nelle misure da 38, 40, 42 e 44 centimetri tramite la rete italiana di rivenditori Trek. Il prezzo consigliato al pubblico è di 79,99 euro.
Trek ha posto la sua attenzione sulla sostenibilità ambientale attuando una serie di misure sia negli imballaggi che nella realizzazione di alcuni prodotti Bontrager