GB Junior Women, marzo intenso aspettando l’ok del Giro

22.02.2023
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C’è un punto di domanda nel calendario della GB Junior Women che al momento lascia un alone di preoccupazione a dirigenti e atlete. La formazione piemontese ha già stilato una buona parte del programma agonistico di questa sua stagione di debutto nel circuito UCI, però manca una gara per completare il mosaico.

L’attesa di conoscere il destino del Giro Donne di quest’anno – percorso e squadre partecipanti su tutti – ha alimentato qualche pensiero da parte di Massimo Ruffilli, team manager della GB Junior Women. Proprio con lui abbiamo voluto capire com’è cambiata la vita della sua squadra e che cosa potrebbe rappresentare correre o meno la maggiore gara a tappe italiana.

Roster e staff della GB Junior Women che quest’anno debutta nel circuito UCI (foto facebook)
Ol roster della GB Junior Women che quest’anno debutta nel circuito UCI (foto facebook)
Dall’ultima volta che ci eravamo sentiti che differenze hai notato nella gestione della squadra?

Ce ne sono tantissime. Rispetto all’anno scorso, adesso abbiamo una enorme mole di lavoro. Arrivano molte più email, come ad esempio le richieste di materiale da parte di fotografi o giornalisti stranieri che vogliono avere maggiori informazioni su di noi. Vogliono sapere chi siamo, chi sono le nostre atlete e pure il nostro calendario. Anche per le stesse ragazze, le giornate sono più impegnative. Non ci eravamo abituati, dobbiamo adeguarci alla categoria in cui siamo entrati.

Il cambiamento maggiore quale è stato?

Non saprei quale scegliere. Forse la prima cosa che mi viene in mente sono gli allenamenti per le crono. Prima di quest’anno era una specialità che non preparavamo perché in pratica non le facevamo quasi mai. Abbiamo acquistato bici da crono ed iniziato a fare subito tante sedute di allenamento. Poi ci stiamo preparando sugli sterrati in vista della Strade Bianche. A inizio gennaio invece abbiamo fatto un ritiro di quindici giorni poi abbiamo avuto Giuliani a Calpe con la nazionale. Insomma, adesso per noi è diventato un lavoro vero e proprio, considerando che molti di noi hanno anche un’altra attività.

La formazione piemontese nel 2023 sarà riconoscibile per le sue De Rosa… rosa (foto GB Junior Women)
La formazione piemontese nel 2023 sarà riconoscibile per le sue De Rosa… rosa (foto GB Junior Women)
Avete dovuto allargare lo staff?

Sì, era necessario ed anche noi ci siamo messi alla prova. Ci siamo mossi per avere altre figure. Ci sarà un nuovo team manager che si occuperà delle gare, tra inviti, richieste e logistica. Ci sta già aiutando ma lo annunceremo solo fra un mese quando saranno più sistemate alcune sue questioni lavorative. Siamo ben coperti con i meccanici e posso farne il nome con orgoglio. Mattia Oppici (figlio di Fausto, meccanico della Soudal-Quick Step, ndr) e Flaviano Frugeri sono bravissimi, esperti e saranno un valore aggiunto al nostro team.

In pratica è come se aveste iniziato quasi da zero?

Più o meno è così, perché ci sono tanti aspetti che impari a considerare col passare del tempo. Ad esempio abbiamo dovuto dare quasi il triplo del vestiario alle ragazze, compresi body da crono e da gara. Abbiamo raddoppiato le bici, i gruppi, le ruote. Abbiamo dovuto prendere anche altri mezzi, arrivando a tre ammiraglie e due furgoni. Sono stati investimenti importanti. Sappiamo a cosa stiamo andando incontro.

Ad inizio gennaio la Gb Junior Women è stata in ritiro a Francavilla a Mare
Ad inizio gennaio la Gb Junior Women è stata in ritiro a Francavilla a Mare
Cosa intendi?

Noi quest’anno dobbiamo essere pronti a livello mentale, ma soprattutto organizzativo. Ho preso spunto guardando qua e là, chiedendo consigli, anche alle stesse ragazze. Ci stiamo affidando a chi ha vissuto certe situazioni prima di noi. Una filosofia che abbiamo avuto proprio come quando abbiamo iniziato la nostra avventura con Bortolami. Il ciclismo femminile è in un momento in cui se ti fai vedere organizzato e preparato, magari puoi essere assorbito da qualche formazione più grande e forte.

In questi mesi come hai visto la tua squadra?

Quando prima parlavo di aspetto mentale mi riferivo al fatto che le nostre ragazze devono correre con grinta e coraggio. A loro porto sempre alcuni esempi. Carbonari si è fatta vedere con una lunga fuga ed è arrivata nell’orbita UAE. Oppure, ancora più lampante, Realini che è stata presa dalla Trek-Segafredo dimostrando già di valere il WorldTour. Complessivamente abbiamo un roster che non è competitivo come altre formazioni simili a noi, a parte Giuliani che è nel giro azzurro e che speriamo di far approdare in team più importanti. Tuttavia vogliamo far vedere la GB Junior Women in ogni corsa.

Il vostro calendario cosa prevede?

Stiamo lavorando sodo per un marzo intenso. Eravamo a rischio, ma abbiamo avuto la conferma di partecipare a Strade Bianche e Cittiglio. Per noi è soddisfazione enorme poter disputare due gare WT come queste. Nel mezzo faremo altre due internazionali. Il Trofeo Oro in Euro a Montignoso il giorno dopo Siena e poi il Ponente in Rosa dal 7 all’11 marzo. Faremo anche una settimana in Belgio. Ci sta dando una mano Simone Masciarelli che è rimasto lassù anche dopo che suo figlio Lorenzo è venuto alla Colpack. Stiamo aspettando l’ok su quali gare fare.

E dopo le corse in Belgio?

Progetteremo la seconda parte di stagione, però l’attenzione più alta è legata al Giro Donne. Siamo vigili e sul pezzo. In teoria avevano dato per certa la partecipazione di tutte le formazioni continental italiane, ma questo clima di incertezza ci preoccupa. Siamo nel limbo e non è un bene.

Le nuove bici da crono e subito tanti allenamenti specifici (foto Gb Junior Women)
Le nuove bici da crono e subito tanti allenamenti specifici (foto Gb Junior Women)
Per la GB Junior Women il Giro Donne sarebbe l’obiettivo primario, giusto?

Di più, è linfa per noi. Se non dovessimo farlo, sarebbe un colpo sotto la cintola che metterebbe a repentaglio tutte le altre nostre gare. Abbiamo preso la licenza UCI solo per quello. Anzi, sarebbe quasi un fallimento tenendo conto degli investimenti di cui parlavo prima. Se Cavalli e le altre grandi nostre cicliste vogliono avere notizie del Giro Donne, figuratevi noi che abbiamo un budget limitato. Tuttavia restiamo fiduciosi. Alla luce di questo però faremo le corse di marzo col coltello fra i denti, onorandole tutte. Sperando poi che arrivino buone conferme per noi.

Il GB Junior Women diventa continental e sogna il Giro Donne

10.11.2022
6 min
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Un assaggio di internazionalità il GB Junior Team Women ce lo ha avuto qualche settimana fa quando Giulia Giuliani ha corso in Argentina con la maglia della nazionale. Dal 2023 però la formazione nero-arancio potrà sedersi al tavolo dei grandi quasi sempre grazie all’acquisizione della licenza UCI e del titolo “continental”.

Un salto di categoria importante per la squadra piemontese (di affiliazione) che avrà una mission ben precisa. E così abbiamo fatto un colpo di telefono al team manager Massimo Ruffilli per scoprire meglio cosa bolle in pentola tra attività e programmi per l’anno prossimo.

Le strade bianche del GP Valle del Ticino, gara open organizzata dal GB Junior Team (foto facebook)
Le strade bianche del GP Valle del Ticino, gara open organizzata dal GB Junior Team (foto facebook)
Massimo facciamo una breve introduzione della squadra.

Siamo la sezione femminile della GB Junior Team Pool Cantù di Bortolami. Siamo nate nel 2021 come formazione under ed elite mantenendo un calendario nazionale. Quest’anno eravamo otto elite e tre junior e spesso alle gare open andavamo al completo. In queste due stagioni siamo riusciti a vincere tre-quattro corse e a cogliere piazzamenti che rispecchiano la nostra filosofia.

Quindi un bel gruppo…

Abbiamo sempre avuto ragazze molto giovani ed interessanti. Su tutte senza dubbio c’è Giulia (Giuliani, ndr) ma alcune di loro arrivano da altre discipline. Sylvie Truc che è stata azzurra agli europei giovanili di MTB oltre ad essere stata campionessa italiana di MTB da esordiente ed allieva. Oppure come Vittoria Ruffilli che ha fatto triathlon fino a qualche anno fa. Noi abbiamo sempre scelto l’atleta o la persona, non i suoi risultati.

Ci racconti invece com’è nato il progetto di diventare continental?

La decisione è stata quella di dare un premio alla crescita delle nostre ragazze. Con Gianluca (Bortolami, ndr) siamo amici fin da bambini e gli ho proposto di fare lo step successivo. Ha appoggiato la mia idea purché continuassimo noi ad occuparcene, visto che tutto ciò comporta un maggior dispendio di energie. Gli ho risposto che sarebbe stato così. D’altronde noi siamo una squadra atipica. A parte il prezioso sostegno degli sponsor, di fatto siamo quattro genitori che investono su giovani ragazze che scegliamo comunque con dei nostri criteri. A noi interessano corridori che vogliano fare le prime esperienze. Vogliamo creare dei corridori. Diventando continental vogliamo dare alle nostre ragazze un’anteprima di visibilità su certi palcoscenici, sperando che poi li possano calcare sempre di più in futuro.

Questa annata invece com’è stata?

Diciamo in chiaro-scuro. A maggio Giuliani è stata sfortunata al Giro di Campania perché è caduta a 500 metri dal traguardo nella tappa decisiva. Alla fine ha chiuso terza nella generale ma per me avrebbe potuto vincere tranquillamente la corsa. Da giugno abbiamo avuto l’inserimento di Cipriani che ha vinto subito a Comeana e ha proseguito cogliendo tanti piazzamenti davanti. Alla fine il bilancio è comunque positivo perché abbiamo avuto soddisfazioni da tante nostre ragazze. Borello è stata convocata nella nazionale di gravel e Giuliani è stata chiamata dal cittì Sangalli.

Quest’ultima con Giuliani è stata la ciliegina sulla torta per voi?

Credo che vestire la maglia azzurra sia sempre un lusso. Per la ragazza ma anche per la sua società. Specie per noi che siamo piccoli e senza licenza UCI. Con Paolo eravamo già in contatto da inizio anno, sapevo che la teneva sotto osservazione. Giulia è una buonissima atleta con tante altre valide caratteristiche. Sa comportarsi bene nei vari ambienti, peculiarità cui noi facciamo molto caso, così come credo lo faccia anche lo staff della nazionale. La sua chiamata alla Vuelta a Formosa secondo me non è stata fine a se stessa. Mi sentirei di dire che Giulia ormai faccia parte del giro azzurro.

Sarà lei quindi il faro della vostra squadra l’anno prossimo?

Sì, ma senza metterle pressione addosso. Giulia sono due anni che è richiesta da team più blasonati del nostro ma ha deciso di restare con noi proprio per continuare nel suo processo di crescita. Naturalmente lei sa che dovrà continuare a lavorare e migliorare e che non avrà troppi privilegi. Ha ancora vent’anni e deve ancora temprarsi. Quando avrà fatto la scorza giusta saremo noi che la proporremo alle altre squadre. Però conto molto anche sulle sue compagne. Partiranno tutte alla pari perché sono convinto che possano ben figurare tutte quante.

La squadra del 2023 come sarà strutturata?

A parte Giulia, abbiamo confermato Truc, Rossetti, Garavaglia, Ruffilli e arriverà Sernissi dal Vaiano che, seppur sia giovane, ha già una discreta esperienza internazionale. Passa elite la nostra junior Rebecca Rigamonti. E sempre dalle junior abbiamo preso Chiara Sacchi dalla Vo2 Team Pink e Giulia Miotto dal Breganze Millenium.

E i diesse?

Saranno Enrico Giuliani e Sabrina Morelli, mentre Elena Valli è nel quadro societario e ci darà una mano all’occorrenza. Abbiamo introdotto la figura del nutrizionista. Ce lo hanno richiesto le ragazze stesse vedendo che le loro avversarie alle gare seguivano certe tabelle alimentari. Ogni ragazza si affiderà al suo nutrizionista di fiducia, così come per il preparatore atletico. Naturalmente entrambi si rapporteranno fra loro e con noi per fissare gli obiettivi di ogni singola atleta. Infine abbiamo raggiunto un accordo con De Rosa e correremo con le loro bici.

Che calendario farete?

Entriamo in punta di piedi in un ambiente che non è il nostro. Manterremo l’impegno nelle gare open, cercando di andarci con un atteggiamento psico-fisico di costante miglioramento. L’estero lo faremo a spizzichi e bocconi, valuteremo durante il corso della stagione. Intanto abbiamo fatto richiesta di partecipare alla Vuelta Valenciana a febbraio.

E il Giro Donne lo farà il GB Junior Team?

Solitamente tutte i team italiani continental sono al via senza grossi problemi però ho già parlato con chi di dovere perché ci tengano in considerazione. Noi vogliamo correre il Giro Donne. Non solo, vogliamo farci vedere e farci conoscere ancora meglio.

Il viaggio in Argentina di Basilico e le sue… sorelle

06.11.2022
9 min
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Basilico. Tonetti. Giuliani. Cipressi. L’appuntamento è fissato per il tardo pomeriggio. Tutte e quattro si presentano in collegamento con polo o tuta della nazionale. Tutte e quattro, nell’ultima gara che hanno fatto assieme in Argentina, hanno saputo farsi riconoscere in gruppo sia per i risultati ottenuti sia per la loquacità.

Le quattro azzurre, così come ci compaiono in video in senso orario, hanno animato la Vuelta a Formosa e tenuto viva la nostra chiacchierata. Correre a latitudini in cui sta per iniziare la cosiddetta bella stagione meteorologica, dopo che ne hai appena disputata una agonistica intensa, è decisamente un’esperienza di vita. Con loro abbiamo voluto scoprire meglio che tipo di trasferta è stata quella in Sud America. Dalle stravaganze in corsa alla spesa nei supermarket locali. E qualcosa di interessante ne è uscito, prendetevi qualche minuto in più del solito.

A rompere il ghiaccio ci pensa “prezzemolo” Basilico (BePink) con il primo giro di sensazioni, mentre le sue compagne ascoltano divertite: «Non ho avuto molta scelta. Mi hanno detto che dovevo correre e non ho detto di no (è stata in nazionale nel 2021 con la pista, ndr). Poi mi avevano spiegato che il percorso era adatto a me, quindi ero tranquilla ed è stato un piacere».

TONETTI (Top Girls Fassa Bortolo): «Io invece ho chiuso terza nella generale grazie alla prova a cronometro che mi ha avvantaggiata. Ed ho vinto la maglia bianca di miglior giovane. Era la prima volta che venivo convocata in nazionale. Benché la mia ultima gara fosse lontana e arrivassi da una settimana di influenza, non ho esitato ad accettare».

GIULIANI (GB Junior Team): «Anche per me era la prima convocazione. Il percorso era poco adatto, ma ho lavorato volentieri per le mie compagne. Siamo state come quattro sorelle, perché al di là della tattica ci siamo trovate bene fra noi.

CIPRESSI (Valcar Travel&Service): «Per me è stato un ritorno alla maglia azzurra. Abbiamo portato a casa bellissimi risultati lavorando di squadra. Ci siamo divertite. E’ stata un’esperienza diversa dal solito, anche per il luogo in cui ci trovavamo, e per le gare diverse da gestire. Alla fine abbiamo concluso il tutto con una gara di tuffi in piscina».

Un paesaggio tipico del Parco Nazionale Rio Pilcomayo a Laguna Bianca, sede di arrivo della prima tappa
Un paesaggio tipico del Parco Nazionale Rio Pilcomayo a Laguna Bianca, sede di arrivo della prima tappa
Voi avete tutte quasi la stessa età e vi conoscete bene o male dalle categorie giovanili. Ma è vero che avete dovuto sopportare Valentina?

BASILICO: «Ma come, sono io che ho sopportato loro!».

GIULIANI: «No, è stato un enorme piacere stare con Valentina perché è una ragazza solare e di compagnia».

TONETTI: «Dici così solo perché non ce l’avevi in camera».

BASILICO: «Non fatemi parlare… anzi no! Ogni volta che mi giravo, Cristina aveva in mano un cruciverba. A me non piacciono e non me ne viene uno. Si girava per chiedermi aiuto ma non potevo scrivere, non me lo lasciava fare. Non mi lasciava fare nulla (dice ridendo insieme alle altre, ndr)».

GIULIANI: «Non è vero, abbiamo risolto i rebus e gli indovinelli».

TONETTI: «Guarda, ho fatto più fatica a rubare la penna a Valentina che correre le quattro tappe. Però non mi lamento, mi ha dato una mano».

CIPRESSI: «Anche noi abbiamo preso questa abitudine. Anch’io ormai mi posso ritenere esperta. Ed essendo stata in camera con Giulia, mi sono fatta una cultura abruzzese».

Ma sapevate che Elisa Longo Borghini è una grande appassionata di enigmistica?

TONETTI: «Davvero? Le facciamo concorrenza.»

CIPRESSI: «Dai, lanciamo una sfida»

Un parco di Formosa, capoluogo della omonima provincia e città di 240.000 abitanti
Un parco di Formosa, capoluogo della omonima provincia e città di 240.000 abitanti
Con il cibo laggiù com’è andata? Vi eravate portate qualcosa da casa?

BASILICO: «L’asado quanto era buono e tenero. Non si poteva desiderare altro.»

TONETTI: «Io ho un forte spirito di adattamento. Quando è cibo a me va bene tutto. A me sono piaciute tanto le empanadas

CIPRESSI: «Invece io non sono come Cristina, resto più sul classico in generale. Con la carne andavo sul sicuro.»

GIULIANI: «Non c’erano gli arrosticini, ma andava bene lo stesso (mentre le sue compagne ridono, ndr). A me ha colpito che a colazione il 90 per cento erano tutte cose di pasta sfoglia. Dai cornetti ai rotolini. Io ci mettevo sia la marmellata che il prosciutto cotto. Per fortuna c’era un supermarket di fronte al nostro hotel, perché a colazione c’erano solo creme o marmellate di due gusti».

CIPRESSI: «Il nostro massaggiatore ci preparava paninetti, salati e dolci, con quello che trovava al supermercato».

BASILICO: «Pensavo e speravo avessero la Nutella, ma nulla. Loro hanno una crema al caramello, che sembrava una caramella mou e una di marshmallow, mentre le marmellate in effetti erano solo di arancia e fragole».

Formosa è bagnata dal fiume Paraguay che segna il confine naturale con l’omonimo stato
Formosa è bagnata dal fiume Paraguay che segna il confine naturale con l’omonimo stato
Chi è stata quella con lo spirito più da viaggiatrice?

BASILICO: «Sicuramente non io. Fossi stata da sola mi sarei persa almeno cinque volte già in aeroporto. La Cipressi era di certo quella più attrezzata col suo “secchiello” magico. Di solito guardo più o meno dove si va. Cerco di informarmi ma stavolta non ero troppo preparata»

CIPRESSI: «E’ una borsetta in cui ho un po’ di tutto, quasi per ogni evenienza. Tipo i cerotti che sono serviti un po’ di volte. Quest’anno avendo girato molto con la Valcar ero pronta a tutto. Infatti venivano tutte da me in caso di bisogno. Per me è stato il viaggio più lungo che abbia mai fatto».

GIULIANI: «Meno male che avevamo la Tonetti che è come Dora l’esploratrice. Sa tutto (Cristina sorride mentre accenna ad una replica pungente a Basilico, ndr). Anche per me è stato il volo più lungo. Quello che mi ha sballato maggiormente è stato il fuso orario quando siamo rientrate in Italia. I primi cinque giorni a casa andavo a dormire alle 3 del mattino. Non avevo sonno. Fortuna che eravamo in off season e potevo avere orari sballati».

Due guardie a cavallo incontrate sulle strade della gara
Due guardie a cavallo incontrate sulle strade della gara
Che cosa potete dirci del gruppo in corsa?

BASILICO: «Abbiamo insegnato alle nostre avversarie «l’hop hop», che in gruppo si dice per farsi sentire quando stai risalendo posizioni. E’ un avvertimento sonoro alle altre ragazze per non farti chiudere o per lasciarti passare. Le nostre rivali, a forza di sentirlo, ci hanno chiesto cosa significasse. Una volta capito, hanno iniziato a dirlo anche loro in corsa. Anzi, quando ci vedevano arrivare ci salutavano con «hop hop». E’ stata divertente questa cosa. Le ragazze colombiane ci hanno fatto notare che, nonostante le altre non siano pacifiche o silenziose, noi facevamo un gran casino in corsa. Per il resto mi hanno colpito le persone molto amichevoli e cortesi».

TONETTI: «In Europa ci sono diverse gerarchie in corsa, specie quando c’è un treno che tira una volata. Laggiù invece non era così. Noi ci abbiamo provato, ma non sempre le cose giravano come dovevano, anche perché hanno un modo di guidare la bici diverso dal nostro. In ogni caso, noi per non aver mai corso assieme, abbiamo fatto grandi risultati.»

GIULIANI: «Ho visto molte cose estreme, come bici e abbigliamento. Confermo quello che diceva Cristina, che non sanno guidare. In una tappa stavamo procedendo in fila indiana ad andatura normale. Ero in terza ruota, ma quella davanti a me è riuscita a cadere, non so come. E sono finita a terra pure io, dovendo cambiare pure una scarpa che si era rotta (inizia a ridere, ndr)»

CIPRESSI: «Giulia, quando ti ho vista rientrata in gruppo sembravi arlecchino! Ti facevi riconoscere. Avevi una scarpa bianca, una verde, la divisa azzurra e il casco arancione fluo. Non potevamo non ridere».

Cosa si può dire invece dei percorsi?

GIULIANI: «Le tappe erano tutte simili. Strade larghe e dritte, pochissime curve. Addirittura nella prima tappa abbiamo fatto 133 chilometri solo di lunghissimi rettilinei con un asfalto perfetto poi gli ultimi 2 erano pieni di curve, angoli, buche e ghiaia. Incredibile. In partenza e arrivo c’erano tantissime persone. Sembrava il loro mondiale. E abbiamo visto tantissimi poliziotti. Col pick-up, a cavallo, con le moto da cross o col quad».

CIPRESSI: «C’era tanto pubblico in corrispondenza dei traguardi volanti. Mentre lungo quei drittoni non c’era gente, anche perché attraversavamo zone poco abitate. In pratica le strade delle tappe le facevamo sempre due volte. All’andata in bici, al ritorno in pullman. I paesaggi si somigliavano tutti. Case basse, alcune vecchie e non troppo attaccate fra loro».

Cipressi in fuga nella seconda tappa verso Piranè, a Nord-Ovest di Formosa
Cipressi in fuga nella seconda tappa verso Piranè, a Nord-Ovest di Formosa
Invece l’organizzazione era di buon livello?

CIPRESSI: «Di base avevamo tutto, come nelle gare in Europa. Diciamo che nella crono sembrava tutto un po’ improvvisato. La rampa di partenza non era una di quelle classiche. I ritmi di gara erano strani. Si andava a momenti. Quasi tutte le squadre erano piuttosto disorganizzate, tranne la Colombia e la Eneicat RBH Global, che poi è la formazione spagnola della cilena Villalon che ha vinto la generale. E dobbiamo dire che ci siamo trovate molto bene con Rossella (Callovi, che ha guidato la selezione al posto del cittì Sangalli, ndr)»

TONETTI: «Era difficile avere riferimento in un contesto nuovo. La prima tappa la Munoz ha vinto grazie alla sua esplosività e perché non la conoscevamo. Poi nelle altre due in linea abbiamo vinto noi, anticipandola con una volata lunga. Personalmente quello che avevo ho dato, difficile dire se avrei potuto vincere la generale. La ragazza che ha vinto l’avevo già trovata in Europa e so che non va male. Così come la seconda, la paraguaiana Espinola, corre nel team development della Canyon Sram. Quindi alla fine ci hanno battuto le due che era più probabile che ci battessero»

In conclusione, lo rifareste?

BASILICO: «Esperienza positiva. Erano avversarie agguerrite. Destreggiarsi in sprint diversi dal solito è stato importante. La rifarei volentieri, anche in altre parti.»

GIULIANI: «E’ stato un onore vestire la maglia azzurra. Sono contenta perché abbiamo corso bene nonostante fossimo in quattro. E perché mi sono trovata bene con le ragazze e con lo staff.»

TONETTI: «E’ stata un’esperienza umana importante. E’ vero che viaggiare apre la mente. In questa trasferta siamo entrate in contatto con gente nuova di culture lontane, con usanze diverse dalle nostre. Ci siamo gustate l’atmosfera, anche grazie al fatto che non avevamo lo stress del risultato. Probabilmente avremo fatto qualche errore, però siamo andate giù per imparare, anche per gestire i primi fusi orari in ottica futura.»

CIPRESSI: «Sono d’accordo con Cristina. Non dobbiamo vedere questo viaggio solo sotto il punto di vista agonistico perché i risultati si sono visti. Con gli errori abbiamo saputo correggerci da sole. E’ stato importante saperci comportare al di fuori dell’Italia. Abbiamo fatto un bellissimo gruppo. Tant’è che ci siamo ritrovate qualche giorno fa in Abruzzo a casa di Giulia.»

Il tempo a disposizione è finito, anche se la sensazione è che le cose che avrebbero voluto dirci le quattro ragazze sarebbero state ancora tante. Sicuramente se le saranno dette nella loro reunion abruzzese.