Longo il Giro è ancora suo! Pensieri e parole attorno a lei

13.07.2025
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IMOLA – «E’ stata una settimana folle, abbiamo fatto saltare il Giro. La dedica va a mio padre che tanti anni fa mi disse che lo avrei vinto e non sapevo nemmeno cosa volesse dire. Adesso mi ritrovo ad averne conquistati due». Elisa Longo Borghini è serena e sollevata mentre, dopo il cerimoniale delle premiazioni, inizia a raccontare gli ultimi otto giorni suoi e della sua UAE Team ADQ. A Imola si celebra il trionfo di un’atleta che ha trasformato un ambiente intero, dalle compagne allo staff fino ai vertici societari.

Sul traguardo posizionato all’interno dell’autodromo “Enzo e Dino Ferrari” – il medesimo del mondiale 2020 – Lippert concede il bis come ci aveva anticipato che avrebbe tentato di fare dopo il sigillo di Terre Roveresche di venerdì. La tedesca della Movistar batte una rediviva Van der Breggen che nel finale di tappa aveva allungato in fondo alla Gallisterna, col gruppo delle big ad 8” regolato da Reusser davanti a Longo Borghini. Cinquanta metri dopo la linea Elisa allunga la mano all’avversaria per un autentico «Brava Marlen».

Lippert fa doppietta ad Imola battendo Van der Breggen con cui aveva allungato nel finale
Lippert fa doppietta ad Imola battendo Van der Breggen con cui aveva allungato nel finale

La voce della presidentessa

Dopo l’arrivo c’è un senso di liberazione per tutti. Lippert festeggia la sua seconda vittoria al Giro (terza in totale alla Corsa Rosa) sul lato destro della strada. Dalla parte opposta, al muretto della Formula 1, c’è una bolgia di gente attorno a Longo Borghini. C’è tutto lo stato maggiore del team che non poteva perdersi questa giornata. Melissa Moncada, la presidentessa, è decisamente contenta malgrado cerchi di mantenere un certo aplomb.

«Sono davvero molto felice – risponde – perché questa vittoria significa tanto per noi. E’ fantastico se pensiamo da dove siamo partite. Ed è importante perché abbiamo un profondo legame con l’Italia attraverso Colnago, ad esempio, e tante atlete italiane. Avere Elisa nella nostra squadra è stata una benedizione ed una motivazione per le nostre ragazze. Guardate solo ciò che ha fatto ieri Persico, però è l’intera squadra che ci ha regalato davvero un grande sogno.

«Credo che stiamo creando la storia del ciclismo femminile – aggiunge la numero 1 del UAE Team ADQ – che si sta evolvendo ogni anno di più. Spero che una vittoria come questa possa essere utile e significativa per il movimento perché abbiamo visto sulle strade il doppio dei tifosi, così come è importante aver visto anche tanti giornalisti e fotografi. Quindi spero che questa grande affermazione per il ciclismo femminile diventi una pietra miliare. E che naturalmente possa portare tante grandi vittorie in più alla nostra squadra».

Melissa Moncada è la presidentessa della UAE Team Adq. Con Longo Borghini anche Nicola Rosin di Colnago con la bici rosa
Melissa Moncada è la presidentessa della UAE Team Adq. Con Longo Borghini anche Nicola Rosin di Colnago con la bici rosa

Spazio a casa Mosca-Longo

Jacopo Mosca ha in braccio Pietro, il nipote di Elisa, e ha il suo bel daffare per contenere la sua gioia. Il 31enne della Lidl-Trek era in allenamento in Spagna, ma non sarebbe mai mancato e gli straordinari fatti per essere a Imola non gli pesano assolutamente.

«Rispetto all’anno scorso – espone il suo punto di vista – il Giro è iniziato più in salita perché Elisa si è ritrovata ad inseguire. Però la sentivo e so che è sempre rimasta tranquilla. Hanno gestito tutto alla perfezione, inteso proprio come gruppo di persone. E onestamente sono stato sorpreso di vedere la serenità di Elisa.

«Il numero venuto fuori ieri – va avanti Mosca – è stato da pelle d’oca. Questa è un’azione che si rivedrà per molti anni. Non solo quello di Elisa, ma anche il super lavoro di Persico. Vederla tirare e poi spostarsi stanca morta è stato emozionante per uno che capisce di ciclismo. Ho rivisto l’energia che ha usato Silvia in quella che ci metto io, solo che io lo faccio ad inizio o metà tappa, lei invece nel finale quando conta di più. E’ veramente bello quando lavori così per un tuo compagno che poi riesce a fare risultato».

«Ho letto – conclude Jacopo scherzando – che vi aveva detto che se avesse vinto sarebbe andata al concerto dei Pinguini Tattici Nucleari, però ho controllato le date e ho visto che non ce ne sono più disponibili. Secondo me si va all’anno prossimo, però a me preoccupa un’altra cosa. L’anno scorso per fare spazio al trofeo del Giro abbiamo fatto sparire il forno microonde. Quest’anno che elettrodomestico ci fa saltare? Non so… (ride, ndr)».

Moglie e marito. Jacopo Mosca non è voluto mancare per il bis rosa di Elisa
Moglie e marito. Jacopo Mosca non è voluto mancare per il bis rosa di Elisa

Generatore Longo Borghini

Ci sono vari capannelli di gente. Quelli formati da parenti delle atlete, quelli dei tifosi o degli amici. Da quello della UAE sbuca fuori Erica Magnaldi, una di quelle che alla vigilia del Giro Women era parsa tra le più convinte della vittoria e più dedite alla causa.

«Penso – ci confida la 32enne di Cuneo – che questo sia il più bel momento della mia carriera. Dietro a questa vittoria c’è tutto il lavoro che abbiamo fatto assieme in altura. Durante questo Giro abbiamo speso tantissimo in termini di energie psicofisiche per conquistare la maglia rosa. Siamo state protagoniste dal primo all’ultimo giorno. Rappresenta il giusto premio per ognuna di noi. Elisa è semplicemente una leader che tutti sognerebbero di avere. Lei si merita tutto questo trionfo. Non so se correrò il Tour, ma Elisa certamente darà battaglia e spettacolo anche lassù».

Tra una foto ed un’altra, acchiappiamo anche Eleonora Gasparrini, che sembra sfinita dall’adrenalina post gara e festeggiamenti.

«E’ una grande soddisfazione per noi – dice – ed anch’io devo dire che in queste otto tappe abbiamo dimostrato di essere la squadra più compatta e più forte. Elisa poi ha finalizzato al meglio tutto quanto. Abbiamo inseguito la maglia rosa, ma non ci siamo mai scoraggiate di non poterla prendere. Ci abbiamo creduto ogni giorno, ascoltando anche le nostre sensazioni che erano sempre più buone. Avere Elisa come compagna è tutto più facile. Con lei ti viene naturale dare non il 110 per cento, ma il 200 per cento. E la cosa più bella di tutte è avere la sua riconoscenza. Non è scontata e penso che sia tanta roba».

La vittoria di Longo Borghini è la vittoria di tutte le sue compagne, trasformate dal suo arrivo
La vittoria di Longo Borghini è la vittoria di tutte le sue compagne, trasformate dal suo arrivo

Slongo e le mani salvate

La preparazione al Giro è stato il momento cruciale di questa prima parte di stagione. Tutte con lo stesso obiettivo. A gestire motori e umori delle ragazze c’è sempre Paolo Slongo. Durante il ritiro in altura si è spinto molto in là con le scommesse dopo quelle giornate storte di cui parlava ieri Elisa in conferenza stampa. Il racconto è divertente, che tuttavia fa trasparire una ricerca dei dettagli incredibile.

«Quando si lavora con grandi campioni come è Elisa – dice Slongo – non è sempre facile. Tante volte ci sono dubbi sulla condizione o su tante altre cose. Quando questi atleti esprimono dei valori, poi li vorrebbero avere sempre, ma non è possibile. Abbiamo iniziato una progressione di lavoro cinque settimane prima del Giro per ottenere una condizione da portare anche al Tour, nonostante in Francia non avrà la pressione della classifica. Quindi quando siamo arrivati in ritiro sul Passo San Pellegrino avevamo certi riferimenti da far crescere.

«Al termine di una giornata di allenamento – prosegue – Elisa non era contenta perché avvertiva che le cose non stessero andando dal verso giusto. Ormai la conosco bene, vedo i suoi stati d’animo e ho lasciato passare del tempo. Ho parlato con lei tranquillizzandola e dicendole che le cose sarebbero andate dalla parte giusta. Non ci credeva e così le ho scommesso che mi sarei tagliato una mano se non fosse stato vero. Ecco, ora posso dire che la tappa di Pianezze ho iniziato a pensare che forse sarei arrivato ad Imola con entrambe le mani (dice ridendo, ndr).

Reusser e Gigante hanno chiuso rispettivamente a 18″ e 1’11”. Longo Borghini ha conquistato 15 top 10 di tappa negli ultimi due Giri Women
Reusser e Gigante hanno chiuso rispettivamente a 18″ e 1’11”. Longo Borghini ha conquistato 15 top 10 di tappa negli ultimi due Giri Women

Niente classifica al Tour

Assieme a Longo Borghini avevamo detto tutto o quasi in vetta a Monte Nerone. Oggi ha completato un’opera che resterà negli annali del ciclismo e che dovrebbe essere insegnata nelle scuole. Rende onore a Reusser riconoscendole di aver reso questo Giro Women spettacolare, poi chiude con un cenno sui suoi prossimi programmi.

«Ve lo dico subito – anticipa Elisa – che non vado al Tour Femmes per la generale. Che sia chiaro, non rompetemi le scatole fra poco (dice ridendo assieme alla mixed zone, ndr). Prima la Francia poi penseremo al mondiale e alle altre corse, c’è tempo».

Ce ne torniamo in sala stampa elettrizzati dalla scossa che sa trasmettere Longo Borghini. Quella con cui ha stravolto e rivinto il Giro Women.

Longo e la UAE Adq fanno l’impresa e ribaltano il Giro

12.07.2025
7 min
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MONTE NERONE – Gli altoparlanti del traguardo sparano “Abracadabra” di Lady Gaga, la formula magica per eccellenza, mentre sul maxischermo del podio vanno in onda le immagini degli ultimi chilometri della tanto attesa settima tappa. Proprio in quegli attimi la magia viene confezionata da Longo Borghini, che grazie ad un lavoro magistrale di Persico, decide di ribaltare il Giro Women e andarsi a prendere la maglia rosa.

Il via odierno da Fermignano: poi 150 km verso Monte Nerone, la tappa più dura del Giro
Il via odierno da Fermignano: poi 150 km verso Monte Nerone, la tappa più dura del Giro

Scatta la trappola

A poco più di 20 chilometri dalla fine, in un tratto apparentemente facile in falsopiano, le due atlete della UAE Team ADQ allungano in maniera decisa portandosi dietro Lippert. Davanti a tutte in fuga c’è Van Anrooij, che per diverso tempo resta leader virtuale della generale. Nel gruppo inseguitore dove ci sono tutte le altre donne di classifica, Reusser e la sua Movistar non riescono a chiudere sulle contrattaccanti. Anzi, vanno in tilt perché non sanno più cosa fare per salvare la propria capitana.

Ai meno 11 finisce il lavoro di una encomiabile Persico. Lippert cede qualche metro dopo sotto l’incedere di una scatenata Longo. Che mangia secondi davanti a Van Anrooij e ne guadagna dietro su Reusser, nel frattempo rimasta isolata e in balia degli attacchi delle altre. Infatti Gigante rompe gli indugi dimostrando che in salita fa un altro sport rispetto a tutte. La australiana della AG Insurance Soudal riprende e supera Longo Borghini che intanto aveva raggiunto e staccato Van Anrooij. Gigante bissa il successo di Pianezze e Longo Borghini firma l’impresa sfilando la maglia rosa a Reusser, che chiude quarta. L’emozione di pubblico e atlete si avverte sulla pelle e forse tutti noi restiamo appassionati al ciclismo per giornate così.

Capolavoro tattico

Quello messo in atto da Persico e Longo Borghini è un’opera d’arte di tattica e coraggio con pochi eguali. Lo diciamo senza fare polemica e sapendo magari di trovare pareri contrari: se un capolavoro simile lo avesse realizzato un uomo probabilmente avremmo titoloni e se ne parlerebbe per tanto tempo. Invece il ciclismo in generale dovrebbe rendere maggior merito alle donne che compiono azioni del genere. Stravolgere il Giro in questo modo è una cosa che poteva fare solo una con la tempra di Longo Borghini.

«Ho fatto casino come sempre – racconta Elisa con addosso la maglia rosa, mentre fuori dal tendone la attendono la mamma Giudina e il nipote Cristian che domani compie 11 anni – non era una mossa pianificata, perché l’idea iniziale era di stare sulle ruote e fare un attacco secco a tre chilometri dalla fine. Però ci siamo trovate davanti alla fine della discesa e così ho detto a Silvia di tirare forte per iniziare l’ultima salita con un ventina di secondi di vantaggio».

Grazie alle compagne

Longo Borghini parla in autonomia come sempre, non c’è bisogno di imbeccarla più di tanto per ripensare a ciò che ha appena fatto.

«Devo questa giornata – confessa con grande emozione – alle mie compagne, perché abbiamo costruito questo Giro e questa sinergia di squadra con mesi e mesi di preparazione, di ritiri e di giornate storte su e giù per le Dolomiti. A volte abbiamo sognato e a volte ci siamo scoraggiate, ma non abbiamo mai mollato per l’obiettivo che avevamo in testa. Oggi lo abbiamo raggiunto. Domani a Imola sarà un’ultima tappa molto dura. Dobbiamo tenere la maglia rosa, sappiamo dove siamo, terremo i piedi ben saldi e cercheremo di difenderci col cuore».

Dopo aver visto sfilarsi Persico, Longo Borghini ha affrontato il Nerone a testa bassa e con tutto il cuore possibile
Dopo aver visto sfilarsi Persico, Longo Borghini ha affrontato il Nerone a testa bassa e con tutto il cuore possibile

Forza mentale

La differenza in bici la fanno le gambe, ma anche la testa con le proprie motivazioni. Stamattina avevamo visto una Longo Borghini serena, che compariva nel video alle spalle di Persico mentre la bergamasca era intervistata. Oppure il saluto e il sorriso che ci ha fatto dieci metri dopo la partenza.

«Oggi nella mia testa – prosegue – c’era l’intenzione di staccarle tutte. Sapevo che solo Gigante poteva venire a prendermi. Mi sono anche un po’ arrabbiata quando mi ha passato, ma non potevo farci nulla. Lei è stata molto più forte. Le faccio i miei più sinceri complimenti perché ha dimostrato di essere la scalatrice più forte in questo momento.

«Negli ultimi 4 chilometri mi sono concentrata solo su quello che avevo davanti. E poi, ripeto, continuavo a pensare che dovevo farlo per le mie compagne. Perché anche oggi hanno fatto avanti e indietro all’ammiraglia per portarmi da bere. Oppure a quanto hanno tirato ieri in una tappa che non è andata come volevamo o ancora alla tappa dei ventagli di Monselice».

Reusser in lacrime dopo aver perso la maglia rosa. Cerca di consolarla “Sebas” Unzue, manager Movistar
Reusser in lacrime dopo aver perso la maglia rosa. Cerca di consolarla “Sebas” Unzue, manager Movistar

Essere Longo Borghini

Indipendentemente da tutto, questa settima tappa del Giro Women ha toccato le corde di tutti e tutte. Reusser appena tagliata la linea d’arrivo si è seduta stravolta sotto il palco delle premiazioni, sfogando fatica e frustrazione in un pianto tanto nervoso quanto liberatorio, ricevendo l’affetto di colleghe, staff e pubblico. La svizzera della Movistar poteva cedere solo ad una persona come Longo Borghini.

«C’è gente – ci risponde Elisa – che dice che tutto parte con i sogni, mentre per me i sogni sono stupidate. Bisogna avere gambe, cervello, testa dura come marmo e crederci sempre, oltre ad una buona preparazione alle spalle. Altrimenti non si va da nessuna parte. Poi ci sono volte in cui devi seguire ciò che ti dice l’istinto, come oggi».

Ieri Reusser aveva detto di non aver contrattaccato Longo Borghini perché la radio non funzionava e non voleva chiudere sulla compagna Lippert. E se invece la ex maglia rosa stesse bluffando, coprendo una condizione in calo ed Elisa se ne fosse accorta? «Onestamente non lo so – risponde – però penso che Marlen sia un corridore di grande classe oltre ad essere una persona molto intelligente. Credo abbia fatto solo una mossa giusta, come avrei fatto anch’io».

«Vi ringrazio per tutta la considerazione che mi riservate – dice facendo riferimento alla visibilità che dovrebbe avere dopo oggi – ma non so mai cosa rispondere. Io provo grande stima nei confronti dei colleghi maschi e spero che loro provino la stessa stima per me. Sì, forse mi avrebbero dato più spazio se fossi un uomo, ma io sono Elisa Longo Borghini, donna e contenta di esserlo».

Sdrammatizzazione

Tutta l’essenza della 33enne di Ornavasso esce quando chiudiamo la conferenza. Ci ha fatto emozionare, ma se la conosciamo un po’ sappiamo anche che durante la scalata finale abbia fatto pensieri ironici. E ci ride sopra riavvolgendo il nastro della tappa.

«A 4 chilometri dal traguardo – chiude Longo Borghini – quando ero nel massimo sforzo, ho pensato che se mi avessero fatto il test del lattato, tanto caro a Slongo (sorride, ndr), la macchinetta sarebbe esplosa. Penso anche ai paesi attraversati: Piano, Pianello. Cioè, mi stavate prendendo in giro? Ma oggi vorrei ringraziare soprattutto quel tifoso che in salita mi ha urlato “Vai Elisona”. Sono letteralmente scoppiata a ridere».

Come si fa a non tifare per una come Longo Borghini, che se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Intanto oggi si inventata l’impresa al Giro e domani a Imola correrà per confermarla. Il suo vantaggio su Marlen Reusser è ora di 22 secondi.

Giro Women: vince Lippert, tra Reusser e Longo finisce pari

11.07.2025
6 min
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ORCIANO DI PESARO – Sesta tappa del Giro Women un anno dopo, stessa scena, stessa gioia. Sul traguardo di Terre Roveresche, Liane Lippert trionfa nello sprint a due su Pauliena Rooijakkers ritrovando l’affermazione personale a distanza di dodici mesi dall’ultima volta. Fra Longo Borghini e Reusser finisce invece in pareggio.

L’anno scorso la 27enne tedesca della Movistar aveva conquistato a Chieti il suo unico successo stagionale, poi non era più riuscita ad alzare le braccia al cielo. E per lei, che vanta già una tappa al Tour Femmes, un argento europeo e il quarto posto allo scorso mondiale, era sembrato strano. Evidentemente però le strade italiane portano bene a Lippert, come dichiarato da lei in conferenza stampa.

Vittoria cercata

Terza all’arrivo ha chiuso Van Anrooij al termine di una giornata particolarmente sentita da tutte le donne di classifica. L’azione decisiva è partita relativamente tardi per mano di un terzetto di atlete quando mancavano poco più di 30 chilometri alla fine. In quel momento Lippert ha capito che doveva entrarci per provare a mettere il sigillo vincente.

«Sono felicissima – racconta sorridente Liane – perché è stata una giornata fantastica. La squadra mi ha dato il via libera e volevo ripagare il loro supporto. Questa tappa era molto simile a quella che ho vinto l’anno scorso e quindi ho pensato che fosse una buona idea provarci di nuovo. Mi sentivo benissimo, ho voluto entrare in fuga e ho colto l’occasione. Da domani però, torno al servizio di Marlen (Reusser, la maglia rosa, ndr) perché è la tappa decisiva e vogliamo vincere il Giro. Poi eventualmente potrò pensare anche all’ultima tappa di Imola, dove al mondiale 2020 ho fatto quinta e che ha un percorso adatto a me».

Tempo da recuperare

Se Rooijakkers ha potuto sfruttare al massimo la fuga, lo deve tanto alla sua compagna Sara Casasola. Proprio alla partenza da Bellaria, la 25enne della Fenix-Deceuninck ci aveva anticipato come avesse fatto un circolino rosso alla tappa odierna. Un po’ per sé ed un po’, se fosse servito, per la sua capitana. Attenzione ora alla olandese, l’anno scorso rispettivamente quarta al Giro e terza al Tour, che può diventare una cliente scomoda nella lotta alla maglia rosa.

«Diciamo che è stata una giornata intensa – ci dice Casasola al traguardo dopo essersi dissetata e complimentata con Rooijakkers – fin dalla prima salita dove ci sono stati attacchi e contrattacchi. Ho provato più volte ad entrarci, ma non è andato via niente perché siamo andate davvero veloci. Ad un certo punto, ho accelerato un po’ allungando. Con me è venuta Labous e assieme abbiamo ripreso Spratt. Dopo che ci ha ripreso Lippert, dalla radio mi hanno urlato che Pauliena aveva dato gas in salita e che stava rientrando. Mi sono messa a ruota delle altre, ho recuperato poi ho tirato forte fino all’ultima salita per lei. Ha guadagnato più di 1’20” nella generale ed ora è quarta».

«Dobbiamo completare l’opera nelle ultime due tappe – conclude la ragazza di San Daniele del Friuli – Pauliena sta bene e giorno dopo giorno va sempre più forte. Purtroppo a Monselice abbiamo perso del tempo, ma credo che domani sul Monte Nerone sia la sua tappa. Siamo molto fiduciosi. Personalmente spero di avere buone gambe anche nelle prossime due giornate, però sarò pronta ancora a lavorare per lei. Per il momento sono molto contenta del mio Giro. Era la prima volta che facevo la preparazione in altura (a La Plagne, ndr). Prima di partire avevo buone sensazioni e speravo di stare bene. Per fortuna è ancora così».

Longo Borghini temeva la giornata odierna e preferiva non far rientrare Rooijakkers in classifica
Longo Borghini temeva la giornata odierna e preferiva non far rientrare Rooijakkers in classifica

Reusser vs Longo e non solo

Proprio come l’anno scorso, si arriva alla 7ª e penultima tappa con una situazione avvincente e di assoluta incertezza. Un anno fa alla vigilia del Blockhaus, Longo Borghini comandava di 3” su Kopecky (non partita oggi per un problema alla schiena). Quest’anno Reusser viaggia con 16” sulla ossolana della UAE Team ADQ e tutto si deciderà in vetta a Monte Nerone. E quindi che cosa dobbiamo aspettarci?

«Longo Borghini è forte – ammette la maglia rosa Reusser – ed oggi ha attaccato nel tratto più impegnativo a 10 chilometri dalla fine. Ho pensato solo a seguirla. Non ho tentato il contrattacco perché la radio non andava, non sapevo che distanza avevamo da Liane in fuga. Non volevo chiudere sulla mia compagna. E non volevo che una mia azione riportasse dentro Elisa o altre atlete. Forse non sono stata perfetta oggi, ma so che Elisa mi marca molto stretta (dice sorridendo, ndr) e che ci riproverà. Domani è la tappa più dura del Giro con un’ultima salita difficile che ho provato a marzo prima delle Strade Bianche. Nell’ultimo mese ho avuto buone gambe in salita e sono pronta a rafforzare la maglia rosa».

Il UAE Team ADQ lavora nel finale rispettando i propri piani e preparare un attacco di Longo Borghini
Il UAE Team ADQ lavora nel finale rispettando i propri piani e preparare un attacco di Longo Borghini

Dopo il traguardo in casa UAE si notano volti un po’ contratti. L’impressione è che la squadra abbia lavorato tanto senza ottenere il risultato sperato o perso l’attimo per lanciare in fuga qualche atleta (Persico era adatta alla tappa). O ancora che forse si potevano risparmiare energie in vista di domani. E’ un’impressione, appunto, perché Longo Borghini chiarisce la situazione.

«E’ stata una giornata dura – dichiara in zona bus – per il caldo e per il percorso. Sapevamo sarebbe stata così. Penso che la squadra abbia lavorato bene seguendo ciò che avevamo pianificato il giorno prima. Forse non dovevamo lasciare andare Rooijakkers che ha guadagnato tempo e posizioni nella generale, ma questo è ciò che può succedere nelle gare. Mi sentivo bene e la squadra è stata brava. Domani sarà una battaglia tra tutte le donne di classifica e spero di essere in forma».

I 150 chilometri e i 3.850 metri di dislivello tra Fermignano e Monte Nerone saranno i giudici della sfida tra Reusser e Longo Borghini, ma guai a sottovalutare una come Van der Breggen (terza a 1’53”), la stessa Rooijakkers (a 2’02”) o le altre che seguono. Aspettiamoci una giornata da “all-in”.

Astoria Wines al Giro Women è anche impegno sociale e territoriale

11.07.2025
3 min
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Il mondo del ciclismo femminile è in pieno fermento e il Giro Women – attualmente in pieno svolgimento – che si conferma uno degli appuntamenti più attesi del calendario. Questa prestigiosa competizione, che completa l’illustre trittico delle corse rosa accanto al Giro d’Italia maschile e al Giro Next Gen, non è solo una vetrina per il talento sportivo, ma anche un’occasione per celebrare le eccellenze del territorio italiano. Tra queste, spicca la partnership con Astoria Wines, lo spumante ufficiale dell’evento, che quest’anno ha preparato sorprese speciali e un’importante iniziativa sociale.

L’arrivo della quarta tappa del Giro Women ha visto le atlete affrontare il percorso da Castello Tesino a Pianezze. E proprio a Pianezze, la vincitrice Sarah Gigante e le protagoniste di giornata hanno avuto l’opportunità di celebrare le loro vittorie con un tocco di autentica eccellenza italiana. Sul podio, incorniciato dal magnifico panorama delle Colline del Prosecco, Patrimonio UNESCO, le atlete hanno difatti brindato con il pregiato Prosecco Valdobbiadene Superiore DOCG di Astoria. Questo non è stato un semplice brindisi, ma un vero e proprio omaggio alla terra che ha ospitato la corsa e alla qualità enologica riconosciuta a livello mondiale.

Sul traguardo di Pianezze, Sarah Gigante ha festeggiato con una bottiglia di Prosecco Valdobbiadene Superiore DOCG Astoria
A Pianezze, Sarah Gigante ha festeggiato con un Prosecco Valdobbiadene Superiore DOCG Astoria

Tradizione e impegno sociale

La presenza di Astoria Wines al Giro Women va ben oltre la semplice sponsorizzazione. Come spiega Filippo Polegato, Amministratore Delegato di Astoria, l’azienda trevigiana ha scelto di legare la propria immagine non solo all’espressione sportiva, ma anche a un profondo impegno sociale.

«Il Giro Women – ha affermato Polegato – rappresenta un’importante espressione di sport, determinazione e talento al femminile. Ma abbiamo scelto di legare la nostra presenza anche a un’iniziativa sociale. Ogni giorno, nel corso della manifestazione, due esclusive bottiglie Mathusalem da 6 litri vengono difatti autografate dalla vincitrice di tappa e dalla detentrice della Maglia Rosa. Queste bottiglie uniche, veri e propri cimeli sportivi, saranno successivamente messe all’asta al termine del Giro Women. Il ricavato di questa nobile iniziativa sarà interamente devoluto alla “Fondazione Una Nessuna Centomila”, un’organizzazione che opera attivamente e con grande dedizione nella prevenzione e nel contrasto alla violenza contro le donne».

Il Giro Women nella quarta tappa ha attraversato le colline del Prosecco, Patrimonio dell’Unesco
Il Giro Women nella quarta tappa ha attraversato le colline del Prosecco, Patrimonio dell’Unesco

Sport, territorio e valori

L’iniziativa di Astoria Wines evidenzia come il Giro Women sia molto più di una semplice competizione ciclistica. E’ un evento che celebra la forza e la resilienza delle donne nello sport, valorizza le bellezze paesaggistiche e le eccellenze produttive italiane, e si fa portavoce di importanti messaggi sociali. La combinazione di sport di alto livello, la bellezza mozzafiato delle colline del Prosecco UNESCO e l’impegno concreto a favore di cause sociali, rende il Giro Women un appuntamento imperdibile non solo per gli appassionati di ciclismo, ma per chiunque creda nel potere dello sport di veicolare valori positivi e generare un impatto significativo sulla società.

Attraverso queste partnership strategiche, e queste nobili iniziative, il Giro Women continua a crescere in prestigio e rilevanza, affermandosi come un evento che unisce passione sportiva, promozione territoriale e solidarietà.

Astoria Wines

La strana storia di Laporta, dalla ginnastica artistica al Giro Women

10.07.2025
5 min
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BERGAMO – Sulle gambe e sulle braccia si notano i segni di alcune cadute più o meno recenti. Qualcuno dice che le cicatrici siano sinonimo di esperienze vissute e probabilmente per Linda Laporta potrebbe essere decisamente così. Anzi, lo ammette lei stessa. Il ciclismo lo sta vivendo sulla propria pelle da pochissimo tempo dopo essere stata una campionessa di ginnastica artistica.

Una vita dedicata ad una disciplina per lo più individuale in cui vieni votata al termine dell’esercizio per poi passare ad una in cui corri in mezzo a tante altre colleghe. Essere in gara al Giro d’Italia Women è un sogno ad occhi aperti per la 25enne della BePink-Imatra-Bongioanni che ha trovato una nuova dimensione atletica diametralmente opposta a quella precedente. Dal 2023 ad oggi è come se avesse fatto un… salto triplo, giusto per restare in tema sportivo.

Quest’anno lo aveva aperto andando subito in fuga per 120 chilometri nella prima tappa del UAE Tour Women. Pronti-via così, nell’azione che al momento le viene meglio visto che in gruppo sta imparando a conviverci, ma Laporta è mossa da grandi motivazioni e voglia di imparare in fretta. In questo senso il retaggio avuto dalla ginnastica artistica, dove perfezionare al millesimo ogni movimento è un imperativo, aiuta molto. E finora Linda ha corso tantissimo tra corse a tappe e classiche, trovando anche un incoraggiante settimo posto al Giro dell’Appennino a fine giugno.

Linda predilige percorsi mossi, ma al Giro Women sta scoprendo ulteriormente le sue caratteristiche
Linda predilige percorsi mossi, ma al Giro Women sta scoprendo ulteriormente le sue caratteristiche

Tutto in un minuto

Laporta al Giro Women corre col dorsale 34 e sa che deve portare il suo mezzo, la bici, il prima possibile al traguardo in tappe di qualsiasi lunghezza o durezza. Nella sua prima vita da atleta invece non era del tutto padrona della propria esibizione.

«Fino a vent’anni – racconta la ragazza originaria di Tribiano nel milanese e modenese di Bastiglia d’adozione – ho praticato uno sport nel quale ti devi allenare duramente 8/10 ore al giorno per disputare gare di uno o due minuti al massimo, dove vieni giudicata. E magari la votazione raggiunta non basta o non è giusta per ottenere un risultato.

«Nella ginnastica artistica – prosegue Laporta – esistono quattro specialità: trave, corpo libero, volteggio e parallele. Si può vincere sia per attrezzo che nella generale ed il livello medio è sempre stato alto. Di vittorie ne ho ottenute tante, anche se ormai non le ricordo più (sorride, ndr) perché sono passati un po’ di anni. Ricordo bene invece che ci si allenava e si gareggiava in Italia e all’estero per poi centrare l’obiettivo di partecipare a mondiali, europei e chiaramente olimpiadi. Ora molte cose sono diverse e mi piace tantissimo quello che sto facendo».

Laporta è andata in fuga per 120 chilometri alla prima tappa del UAE Tour, suo esordio stagionale
Laporta è andata in fuga per 120 chilometri alla prima tappa del UAE Tour, suo esordio stagionale

Gli insegnamenti di Zini

In pratica Laporta pedala seriamente dal 2023 e solo l’anno scorso nella BTC City Ljubljana Zhiraf Ambedo ha fatto la sua prima stagione in un team continental. Quest’anno ha fatto un netto salto di qualità come calendario e per farlo ha seguito gli insegnamenti di Walter Zini, team manager della BePink, che ha visto in lei una ragazza su cui lavorare. E la convocazione al Giro Women se la è guadagnata sul campo.

«Il mio problema principale – spiega Linda – è che non avevo un bagaglio di esperienza tale per allenarmi e correre come si deve. Con Walter abbiamo deciso di impostare un programma ben preciso e lo ringrazio per avere avuto pazienza con me e per avermi portata al Giro. In squadra abbiamo un buonissimo livello. La concorrenza interna mi ha stimolata tanto ed io ho fatto il possibile per meritarmi la chiamata. Sono contenta perché Walter mi ha fatto fare un buon lavoro».

«Anche a cronometro – va avanti – abbiamo fatto tante rifiniture. Mi ha seguito spesso in presenza per aiutarmi a migliorare. Cerco e spero di ricambiare cercando di farmi vedere il più possibile in gara perché lo posso fare. Anzi, se potessi andrei in fuga sempre, anche se alcuni giorni mi viene meglio. Finora a questo Giro non ci sono riuscita, ma continuo a sognare in grande, come credo facciano in tante con le dovute proporzioni».

Finora nel 2025 Laporta ha fatto quasi 40 giorni di gara, distribuiti quasi equamente tra gare a tappe e classiche
Finora nel 2025 Laporta ha fatto quasi 40 giorni di gara, distribuiti quasi equamente tra gare a tappe e classiche

Caratteristiche da scoprire

Capire che tipo di corridore sei quando arrivi da altri sport o corri da poco è qualcosa che scopri col passare del tempo, al netto dei valori espressi dai test. Laporta è una ragazza che non ha paura di allenarsi per ore per definire le proprie caratteristiche.

«La mentalità dell’atleta è sempre quella – puntualizza Linda – e credo che Walter mi abbia fatto ritornare ad essere quell’atleta che era convinta dei propri mezzi come in ginnastica artistica. Le gambe credo siano sempre quelle che facevano una bella quantità di ore. Non avendo pedalato da bambina, il fondo è sempre utile, così come immettersi in gruppo in gara e capire le dinamiche osservando tanto».

Fino a 20 anni ha fatto ginnastica artistica, ora Laporta sta imparando a stare in gruppo seguendo i consigli di Zini
Fino a 20 anni ha fatto ginnastica artistica, ora Laporta sta imparando a stare in gruppo seguendo i consigli di Zini

«Correndo tanto – conclude Laporta facendo un cenno al passato – ho accertato che sono una passista-scalatrice e che prediligo i percorsi piuttosto mossi. Al Giro dell’Appennino mi sono trovata a mio agio e sono andata bene, anche se so che il livello era più basso rispetto al WorldTour. Però sto lavorando molto anche sulle salite più lunghe e sono pronta a dare il meglio di me anche su quel terreno. Se penso ad un anno fa, quando ho iniziato a lavorare con Walter, sono davvero contenta di come sto crescendo. Lui mi aveva già scoperto le carte su che tipo di corridore potevo diventare. E finora si è rivelato tutto giusto. Incredibile, sto correndo il Giro Women e non potrei chiedere di meglio».

In auto con la Human: dietro le quinte della crono del Giro Women

09.07.2025
6 min
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BERGAMO – Dove la devo portare? Al Sentierone, grazie. E’ il botta e risposta scherzoso “a mo’ di taxi” con la diesse Giorgia Bronzini appena saliamo sull’ammiraglia della Human Powered Health poco prima della crono d’apertura del Giro Women di domenica scorsa. Da Chorus Life al Sentierone, appunto, per un totale di 14,2 chilometri nelle vie di Bergamo.

Sfruttando la disponibilità del team WorldTour statunitense, ci accordiamo sui dettagli da rispettare: ore 13,41 partenza di Katia Ragusa, quindi presentazione in zona ammiraglie almeno dieci minuti prima. Alla guida c’è Bronzini, nel sedile destro posteriore il meccanico spagnolo Joaquin Novoa (ex pro’ per due stagioni alla Cervélo) mentre a noi tocca il posto del passeggero davanti facendo ben attenzione a non interferire con tutta la strumentazione extra di bordo.

Postazione di controllo

Le ammiraglie attuali sono sempre più delle piccole “regie mobili” grazie a dotazioni indispensabili e altamente tecnologiche per seguire la gara e dialogare con la propria squadra. Poco prima di partire Bronzini ci illustra a grandi linee ciò di cui dispone l’auto. «Anche se io – ammette serenamente – non ho mai avuto troppa confidenza con questi macchinari».

La plancia della Skoda della Human ha il classico grande schermo del navigatore di serie che all’occorrenza diventa una piccola tv attraverso un pulsante nero aggiunto all’apparecchiatura standard. Sulla parte destra del cruscotto invece è installato un portatablet in cui vedere la mappa del percorso su VeloViewer con la segnalazione di ogni riferimento. Dalla curve alle rotonde, agli spartitraffico, oltre ovviamente ai chilometri percorsi e da percorrere. Oppure ai dati di salite e discese.

«Essendo una crono – prosegue Bronzini – non accendiamo la televisione, ma nelle tappe in linea la colleghiamo. Inoltre abbiamo un’antenna per il segnale WiFi ed anche altri tablet su cui vediamo gli aggiornamenti dei risultati, dei tempi intermedi e altri dati di questo genere. Questo avviene specialmente se ti stai giocando una gara a tappe e magari la crono è negli ultimi giorni».

«Infine chiaramente – conclude la descrizione Giorgia lanciando un appello – abbiamo radio corsa e la radio per parlare con le ragazze. Quest’ultima per me è fondamentale per la sicurezza delle atlete. Non capisco ancora perché nelle competizioni più importanti, tipo mondiale ed europeo, non la facciano usare. Lo ripeto sempre: fosse stato possibile, magari la povera junior svizzera morta (Muriel Furrer, ndr) avrebbero potuta rintracciarla subito e salvarla. Mah…»

Pronti, via, traguardo

Ormai ci siamo, gli speaker annunciano la partenza di Ragusa. La 28enne vicentina passa davanti a noi e 13 secondi dopo parte anche la nostra crono con le prime esortazioni ed indicazioni da parte della diesse piacentina verso la sua atleta.

La prima curva ampia a destra viene disegnata da Ragusa in posizione sulle protesi in piena velocità sbigottendo sia Bronzini che Novoa per il primo rischio preso forse inutilmente. Da lì in avanti, fino al giro di boa, siamo accompagnati da incitamenti e raccomandazioni, anche quelli che possono sembrare scontati come la respirazione.

La parte finale della crono è quella più complicata. Uno strappo secco che sfiora la città alta di Bergamo da fare metà di slancio e metà di grinta, poi una serie di curve, svolte e dossi rallentatori da fare con attenzione e, possibilmente, senza calare il ritmo. Gli ultimi tre chilometri tornano ad essere per grandi passisti.

Ai 250 metri c’è la deviazione ammiraglie. Bronzini dà le ultime indicazioni sulla curva a destra ed il rilancio sui sampietrini fino al traguardo. E lascia in radio Ragusa con un sentito e sincero elogio per la prova disputata tenendo conto delle sue caratteristiche poco avvezze alle cronometro.

Bronzini durante la crono ha continuato a fornire incitazioni e indicazioni a Ragusa, tenendo sempre alta l’attenzione
Bronzini durante la crono ha continuato a fornire incitazioni e indicazioni a Ragusa, tenendo sempre alta l’attenzione

Campolunghi spiega

Un vecchio adagio del ciclismo dice che la cronometro si divide in tre momenti. Si parte forte, a metà si aumenta e si finisce a tutta. Forse può anche essere vero, però ormai le prove contro il tempo sono esercizi da fare con grande metodologia, sia fisica che mentale.

Al pullman della Human c’è Enrico Campolunghi, diesse e preparatore atletico della squadra che parla con le atlete dopo aver seguito alcune loro ricognizioni. Prima dell’orario di partenza, ogni ragazza ha una sua tabella cui attenersi. Ed anche in questo caso non c’è nulla di scontato.

«La crono di Bergamo – dice Campolunghi – l’abbiamo studiata nei minimi particolari. Durante la ricognizione il percorso va visto con attenzione, notando com’è l’asfalto o dove sono tombini o buche ad esempio. Sui rulli ormai tutto è chiuso ed esegui solo un programma di 20-25 minuti di lavoro prima di andare alla partenza.

«Fai una prima parte tranquilla – continua – poi una progressione ogni minuto aumentando l’intensità fino alla soglia, da mantenere per un paio di minuti. Si fanno ancora trenta/sessanta secondi di “sgasata” ed infine vai col recupero. In pratica non si fa la visualizzazione del percorso sui rulli. Questo riscaldamento serve per l’attivazione metabolica e neuromuscolare nervosa».

Enrico Campolunghi è diesse e preparatore atletico della Human. Soprattutto per le crono, allena fisico e mente delle atlete
Enrico Campolunghi è diesse e preparatore atletico della Human. Soprattutto per le crono, allena fisico e mente delle atlete

L’attesa prima di partire

In televisione o dal vivo, si è abituati a vedere la crono che inizia quando il corridore scende dalla rampa. C’è però tutto un dietro le quinte che in molti non si aspettano e che non è semplice da gestire. Quei famosi lunghi sospiri che tirano gli atleti prima del via hanno una storia.

«Avere gli orari di partenza – spiega Campolunghi – il giorno prima ed il prima possibile, ci permette di stilare le tabelle di riscaldamento con precisione inserendo tutti i riferimenti cronologici. Un’atleta deve arrivare in chiamata 15 minuti prima del via. Bisogna quindi tenere conto di quanto tempo ci impiega per andare in partenza dalla zona pullman. E quindi tenere conto di quando vestirsi e iniziare il warm-up. Da quando salgono sui rulli a quando partono possono passare tranquillamente 50 minuti.

Le atlete hanno una tabella oraria di riscaldamento da rispettare prima di recarsi alla partenza e attendere per 15 minuti il proprio turno
Le atlete hanno una tabella oraria di riscaldamento da rispettare prima di recarsi alla partenza e attendere per 15 minuti il proprio turno

Quindici minuti sedute

«E quando arrivano in zona partenza – sottolinea Campolunghi – per regolamento devono aspettare sedute il proprio turno, senza pedalare. Lì devono saper gestire l’aspetto mentale e la tensione. Devono essere brave a concentrarsi, ignorare le distrazioni e pensare alla gestione della gara come è stata preparata. Magari bere piccoli sorsi ogni tanto senza appesantirsi o solo se necessario. Anche questo quarto d’ora di attesa si allena attraverso meeting e colloqui individuali. Ne faccio spesso con le atlete».

Ecco che ci tornano alla mente le parole di Marco Villa su Guazzini e Venturelli dopo l’italiano a crono di qualche settimana fa, in cui hanno conquistato le maglie delle rispettive categorie. Il cittì delle crono diceva che partono con mezzo minuto di svantaggio proprio perché prima del via tendono più a lamentarsi per eventuali cose che non vanno, che a focalizzarsi sulle proprie grandi potenzialità. Insomma, nel ciclismo moderno non si può più lasciare nulla al caso.

Ciabocco si fa vedere al Giro Women. E ci presenta Monte Nerone

08.07.2025
6 min
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BERGAMO – Il quarto posto di ieri sul traguardo dell’Aprica non è un caso, anche se lei viaggia a fari spenti tra le big del Giro Women. Arriva da un bel periodo Eleonora Ciabocco, che in poco più di una settimana, ha ottenuto i suoi migliori risultati da quando è pro’. Il terzo posto al campionato italiano le è valso anche la maglia tricolore tra le U23, confermando un ulteriore gradino di crescita.

«La seconda tappa – ci racconta la 21 enne della Picnic PostNL al suo terzo Giro femminile – è stata molto veloce. All’inizio bisognava stare attente e cercare di stare davanti, poi c’è stata una grande bagarre per l’inizio della salita finale, specie nei primi chilometri dove c’erano le pendenze più ripide e severe. Io ero venuta a provare la tappa dell’Aprica con Francesca (Barale, ndr) quindi sapevamo cosa ci aspettava. Ultimamente ho una buona condizione, sento che sto crescendo. Ero fiduciosa, però non mi aspettavo di andare così forte. E’ sempre un punto di domanda quando si corrono tappe così difficili e intense».

«Inizialmente – continua Ciabocco facendo un bell’accenno alle colleghe – mi attendevo che restassimo in un gruppo più numeroso, ma la velocità è stata davvero elevata ad inizio salita. Ho provato anche a seguire anche un paio di attacchi, cercando di fare qualcosa, ma ero sola. Persico poi ha imposto un gran ritmo nel finale e a quel punto ho pensato solo alla mia volata. Sono felice del mio risultato, ma anche che Soraya (Paladin, ndr) abbia ottenuto un bel terzo posto, seppur davanti a me, perché mi piace molto come atleta. Abbiamo ancora tante tappe davanti a noi, speriamo di continuare così».

Nella 2ª tappa ad Aprica, Ciabocco chiude quarta dietro Paladin e davanti alla maglia rosa Reusser (poi ceduta ad Henderson)
Nella 2a tappa ad Aprica, Ciabocco chiude quarta dietro Paladin e davanti alla maglia rosa Reusser (poi ceduta ad Henderson)

Navigando a vista

Sondando il terreno con le italiane del team olandese, durante la team presentation di sabato, l’impressione è stata quella di voler curare più le tappe della generale.

«Noi della Picnic – spiega Eleonora – vivremo alla giornata. A questo Giro Women non sono partita con l’obiettivo della maglia bianca come in tanti mi hanno chiesto. Se poi viene, tanto meglio, ma il livello è altissimo in generale e tra le giovani. In squadra ci siamo soffermate per ora ai successi parziali, cercando di fare il meglio possibile restando nella mischia. Finora sono soddisfatta della mia stagione. Al campionato italiano sono andata bene e spero di continuare ad avere buone gambe nei prossimi giorni, poi vedremo».

Vi presento il Monte Nerone

Dal giorno della presentazione del percorso ad oggi, addetti ai lavori e soprattutto atlete hanno individuato nella settima e penultima tappa che si conclude in vetta al Monte Nerone il punto cruciale del Giro Women. Questa montagna delle Marche (in provincia di Pesaro-Urbino e al confine con l’Umbria) in passato è stata affrontata soltanto una volta durante la 16a tappa del Giro d’Italia del 2009. Si saliva da Pianello, mentre quest’anno si scala il versante da Pian di Molino e Serravalle di Carda, ma non cambia lo sforzo che attenderà le ragazze in gara.

«E’ vero che sono marchigiana – apre la descrizione Ciabocco – ma sono della provincia di Macerata e non sono le mie strade abituali di allenamento. Ho fatto la ricognizione da sola col mio fidanzato Marco una settimana prima del campionato italiano, in un momento in cui con la squadra era difficile trovarsi tra una corsa e l’altra. La salita si divide in due. La prima parte non è troppo dura, poi è tutta al sole. Quando l’ho provata io il meteo non era dei migliori, però credo che il caldo possa diventare un fattore e fare la differenza».

Senza respiro

«Gli ultimi 8 chilometri – prosegue Eleonora nell’analisi – sono davvero molto impegnativi. Si sale sempre attorno all’8/9% con punte in doppia cifra. La seconda parte non ha un vero momento in cui si può rifiatare. Il vento l’avevo trovato di più nella parte centrale della tappa, però potrebbe essere un altro aspetto da tenere in considerazione. Lo controlleremo qualche giorno prima.

Per Ciabocco sarà la tappa decisiva perché è dura fin dall’inizio. «Il gruppo può esplodere già dopo 20 chilometri e poi credo che la stanchezza accumulata potrebbe fare una ulteriore differenza. Se il clima sarà caldissimo come l’anno scorso, arriveremo in fondo davvero stanche, quindi conteranno solo le gambe. Tuttavia credo che anche la tappa di Pianezze (in programma domani, ndr) potrà fare selezione. Questa salita e Monte Nerone saranno importanti per la classifica generale».

Ciabocco e Niedermaier, attuale maglia bianca. La marchigiana curerà la classifica delle giovani anche se non è un obiettivo dichiarato
Ciabocco e Niedermaier, attuale maglia bianca. La marchigiana curerà la classifica delle giovani anche se non è un obiettivo dichiarato

Orizzonte azzurro

All’Avenir Femmes del 2024, Ciabocco era stata insignita dei gradi di capitana della giovane Italia, dimostrandosi all’altezza della situazione e chiudendo sesta in classifica. Quest’anno le rassegne iridate e continentali presentano percorsi adatti a lei, ma se l’europeo in Ardeche non presenta alcun problema, la trasferta per il mondiale in Rwanda sembra averne di più. Il contingente azzurro andrà in Africa in formato ridotto e per le ragazze U23 (che correrebbero il primo loro mondiale a parte) pareva non esserci posto, anche se non c’è nulla di definitivo ancora.

«Forse – dice Eleonora – per le convocazioni azzurre al mondiale U23 potrebbero esserci delle novità. Così ho sentito, anche se a me non hanno detto nulla. Sentivo che anche altre nazionali U23, che inizialmente avevano detto che non avrebbero fatto la trasferta, stanno cercando di organizzarsi per portare almeno un paio di U23. Posso immaginare un numero ridotto per molte nazioni, però se anche l’Italia potesse portare qualche atleta sarebbe bello. Spero possa essere così.

«Detto questo – conclude Ciabocco sorridendo – negli ultimi due anni non sono mai andata né al mondiale né all’europeo, quindi non dico nulla per scaramanzia. Se dovesse arrivare una convocazione sarei sicuramente molto felice, sapendo che molto può passare da questo Giro Women. Ora penso solo a fare buone prestazioni e se ne riparlerà eventualmente più avanti».

BWH Hotels Italia & Malta al Giro Women per la combattività

08.07.2025
4 min
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L’elite del mondo del ciclismo femminile è in piena corsa al Giro d’Italia Women, uno degli eventi più prestigiosi nel calendario ciclistico internazionale. In questa entusiasmante cornice, BWH Hotels Italia & Malta si conferma un partner d’eccellenza, rinnovando il proprio supporto attraverso la sponsorizzazione del “Gran Premio Combattività”.

Questo riconoscimento, assegnato al termine di ogni tappa, celebra l’atleta che si distingue per la sua inesauribile determinazione, la straordinaria forza d’animo e l’impressionante resilienza. La ciclista premiata avrà l’onore di gareggiare il giorno successivo con il numero di gara rosso, un simbolo tangibile del suo spirito indomito e del ruolo di protagonista nella tappa precedente.

In qualità di Official Partner sia del Giro d’Italia che della sua controparte femminile, BWH Hotels Italia & Malta ribadisce così il proprio impegno verso lo sviluppo dello sport e, in particolare, la valorizzazione del talento femminile.

«Crediamo fermamente nella forza e nel talento delle donne – ha dichiarato Sara Digiesi, CEO di BWH Hotels Italia & Malta – e la nostra scelta di sostenere il Gran Premio Combattività deriva proprio da questa convinzione. Questo premio celebra l’essenza più autentica dello sport: non solo le vittorie, ma la capacità di superare i propri limiti, di reagire alle avversità e di dare il massimo anche quando il traguardo sembra irraggiungibile. Questo riconoscimento è un omaggio all’energia di chi non si arrende, ma rilancia, reagisce e si rialza, riflettendo un concetto di ospitalità che, proprio come le atlete in gara, mira a fare la differenza: un’ospitalità dinamica, attenta alle persone e capace di generare un impatto positivo, sia all’interno che all’esterno delle strutture alberghiere».

Sara Digiesi CEO BWH Hotels Italia e Malta
Sara Digiesi CEO BWH Hotels Italia e Malta

Una partnership di successo

L’entusiasmo per questa rinnovata collaborazione è stato condiviso anche da Matteo Mursia, Chief Revenue Officer di RCS Sports & Events. Mursia ha espresso la propria soddisfazione per il proseguimento della partnership con BWH Hotels, un brand già protagonista nel Giro d’Italia maschile e ora parte integrante anche del Giro d’Italia Women.

«La loro presenza al nostro fianco – ha affermato Mursia – rafforzata dalla sponsorizzazione del Gran Premio Combattività, uno dei traguardi parziali più ambiti dalle atlete, conferma la qualità e l’affidabilità del nostro progetto. Questo contributo è fondamentale per accrescere il prestigio e l’attrattiva internazionale dell’evento. Il supporto di un marchio globalmente riconosciuto come BWH Hotels rappresenta un valore aggiunto concreto, essenziale per la crescita del ciclismo femminile e per offrire un’esperienza organizzativa sempre più professionale e completa».

Oltre al sostegno nel mondo dello sport, BWH Hotels si distingue per un impegno tangibile nell’empowerment femminile all’interno della propria organizzazione. Il gruppo vanta una significativa presenza di donne in azienda, con oltre il 60% delle risorse rappresentate da figure femminili, molte delle quali ricoprono ruoli di responsabilità e leadership. Da anni BWH Hotels promuove azioni mirate all’inclusione, allo sviluppo professionale e alla creazione di un ambiente di lavoro equo, innovativo e attento alle aspirazioni individuali, con una particolare enfasi sulle donne, spesso ancora ostacolate da barriere culturali e strutturali. 

Questo impegno è stato ufficialmente riconosciuto con l’ottenimento della certificazione UNI/PdR 125:2022 per la parità di genere, rilasciata con il supporto del Winning Women Institute e rinnovata per il secondo anno consecutivo nel maggio 2025.

Il numero rosso indica l’atleta più combattiva nella tappa precedente
Il numero rosso indica l’atleta più combattiva nella tappa precedente

Leader nell’ospitalità globale

BWH Hotels è un colosso dell’ospitalità presente in oltre 100 paesi con 4.300 strutture. In Italia, dove è sbarcato nel 1982, il gruppo si è affermato come leader di settore, contando oggi 170 strutture distribuite su tutto il territorio nazionale e a Malta. All’inizio del 2024, BWH Hotels Italia & Malta ha ufficialmente completato la sua trasformazione in Società Benefit, ribadendo il proprio impegno per un impatto positivo sulla società e sull’ambiente.

Con un team di novanta professionisti operativi dalla sede centrale di Milano e su tutto il territorio italiano, guidato dalla CEO Sara Digiesi e dal Presidente Walter Marcheselli, il gruppo offre ai suoi albergatori un network che garantisce performance, capillarità, qualità, identità, innovazione e soluzioni personalizzate. Inoltre, BWH Hotels Italia & Malta fornisce accesso a opportunità di marketing e distribuzione globali che sarebbero altrimenti precluse agli hotel indipendenti. I programmi di fidelizzazione come Best Western Rewards e WorldHotels Rewards sono pilastri fondamentali per lo sviluppo del business, vantando 62 milioni di iscritti a livello mondiale che godono di vantaggi, tariffe dedicate e benefit esclusivi

Sotto l’egida di BWH Hotels, sono operativi marchi rinomati come WorldHotels, Best Western Hotels & Resorts e SureStay Hotels.

BWH Hotels

Van Anrooij: l’operazione, la ripresa e gli obiettivi al Giro Women

07.07.2025
5 min
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LALLIO – Il Giro d’Italia Women è iniziato con una cronometro che non ha sorpreso per il risultato finale e per i distacchi inflitti da Marlen Reusser. La svizzera del Team Movistar ha lasciato alle sue spalle tutte le altre pretendenti alla maglia rosa e non solo. Un Giro Women iniziato senza sorprese, vero, ma che già oggi porterà il gruppo sulle prime montagne con l’arrivo ad Aprica. Non un percorso impegnativo ma che può portare già i primi verdetti in negativo, un banco di prova dove è difficile pensare di creare grandi distacchi. 

Shirin Van Anrooij ha aperto il suo Giro d’Italia Women con un buon decimo posto nella cronometro di Bergamo
Shirin Van Anrooij ha aperto il suo Giro d’Italia Women con un buon decimo posto nella cronometro di Bergamo

Top 10

Nella prova contro il tempo di ieri una delle protagoniste che non ha fatto mancare la propria presenza nella top 10 di giornata è stata Shirin Van Anrooij. L’olandese della Lidl-Trek si è presentata al via del Giro d’Italia Women come l’atleta di punta dopo la rinuncia di Gaia Realini. Per la formazione americana sono cambiati gli obiettivi ma la fiducia è alta visto anche il lavoro fatto.

«Ci siamo concentrate – ci ha raccontato Van Anrooij ai margini di un evento al Trek Store di Lallio – sul lavoro in quota per affrontare al meglio questo appuntamento. Personalmente mi sono sentita molto bene e sono felice di tornare al Giro Women con le giuste sensazioni. Dopo il Giro dei Paesi Baschi, corso a maggio, mi sono fermata per allenarmi in vista del Giro d’Italia Women».

Van Anrooij, Henderson, Brand e Holmgren sono state ospiti al Trek Store di Lallio per un incontro con i tifosi
Com’è andata la preparazione?

Tutto molto bene. Sono soddisfatta di come abbiamo lavorato e della scelta di fermarci per fare un training camp di tre settimane. Una volta tornata dal ritiro mi sono messa alla prova nei campionati nazionali a cronometro e su strada. Le sensazioni erano abbastanza buone, erano comunque le prime corse quindi serviva ritrovare il ritmo giusto. 

Con quali ambizioni arrivi al Giro Women?

Arrivo con una mentalità aperta. Devo fidarmi e trovare la giusta confidenza nei miei mezzi. Ho fatto un passo avanti e devo metabolizzare questa cosa, acquisire fiducia. Sarà importante capire in che modo esco dall’operazione all’arteria iliaca fatta questo inverno. 

VAn Anrooij è tornata a correre dopo l’operazione all’arteria iliaca, una ripresa graduale ma che sta dando buone risposte
VAn Anrooij è tornata a correre dopo l’operazione all’arteria iliaca, una ripresa graduale ma che sta dando buone risposte
Senti di essere tornata in bici al meglio?

Non ho avuto fastidi, questo è un bene. L’inizio di stagione non è stato semplice però sento di migliorare gara dopo gara.

La Lidl-Trek come affronterà questo Giro Women?

Con l’obiettivo di vincere una tappa con una delle ragazze al via, me compresa. Credo sia un obiettivo realistico anche per me. Poi capirò giorno dopo giorno se si potrà provare a curare la classifica generale o meno. Però non mi metto pressioni da questo punto di vista. 

Hai visto qualche tappa che ti piace?

In realtà non ce n’è una specifica. Penso che l’ultima parte del Giro Women sia davvero difficile, soprattutto gli ultimi tre giorni. L’andamento delle tappe dipenderà molto dal mio posizionamento in classifica generale. Se avrò perso tanto tempo si potrà pensare di entrare in qualche fuga, altrimenti dovremo cercare di restare con le migliori. 

Quali pensi possano essere gli step da fare per arrivare a essere competitiva nelle corse a tappe?

L’anno scorso ero partita per il Tour de France con l’obiettivo di fare classifica, poi il problema all’arteria iliaca mi ha frenata. Alla Vuelta Femenina non mi aspettavo di partecipare e mi sono limitata a dare supporto a Fisher-Black e Riejanne Markus. Ora al Giro Women avrò più spazio per me e non dovrò lavorare per una capitana. Senza pressioni penso di poter puntare in alto e se non ci riuscirò sarà comunque un’esperienza positiva. Da un lato non avere una leader unica permette a tutte di avere maggiori occasioni e da un certo punto di vista è un bene.