TCR Advanced SL e Sram Red AXS: combinazione di eccellenza

08.06.2024
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Sram ha appena lanciato sul mercato il suo nuovo gruppo top di gamma, il Red AXS, e com’è naturale le aziende della bike industry stanno iniziando a presentare quest’allestimento sui loro modelli di punta. Così è per esempio per Giant che ha pubblicato sul suo sito l’ultima versione della Giant TCR Advanced SL 0, quella allestita appunto con il nuovo arrivato di casa Sram.

La TCR Advanced SL 0 è il telaio in dotazione al Team Jayco-AlUla, squadra però sponsorizzata Shimano, perciò vedere assieme questa bici e questo gruppo è qualcosa di (ancora) piuttosto raro. Andiamo a vedere entrambi più nel dettaglio.

Una storia lunghissima

La nuova TCR è l’ultima versione di un telaio arrivato alla decima generazione, con la prima che risale a quasi trent’anni fa.  Ogni volta però Giant riesce a fare un passo avanti. Anzi, molti. Ricordate la presentazione che abbiamo fatto nel nostro viaggio a Taichung?

Un esempio è l’ulteriore salto per quanto riguarda l’aerodinamica, grazie al tubo obliquo che è stato significativamente riprogettato e soprattutto il nuovo cockpit. Questo comprende il tubo sterzo OverDrive Aero – a forma di D e con i relativi spacer che forniscono un sistema estremamente aerodinamico e di facile manutenzione. Inoltre l’attacco manubrio Contact SLR AeroLight e il manubrio Contact SLR compongono un “sistema manubrio” che offre il passaggio totalmente integrati dei cavi per ridurre ulteriormente la resistenza

Un pezzo unico

Un’altra novità fondamentale è la creazione di una tecnica inedita per la costruzione del telaio, che ha permesso di produrre il triangolo anteriore in un unico pezzo, riducendo il peso mantenendo rigidità e forme.

Giant ha stimato che tutti questi accorgimenti hanno dato alla nuova TCR Advanced SL 0 4,19 watt di vantaggio rispetto alla generazione precedente. Come sovrappiù a tutte queste innovazioni, l’ammiraglia dell’azienda taiwanese è presentata con le ruote CADEX Max 40 Disc Tubeless, le ruote più leggere di sempre di CADEX. Solo 1.249 grammi la coppia, che vantano anche un design unico del mozzo grazie ai raggi in carbonio a lama integrati con delle sottili flange aerodinamiche.

Le ruote Cadex e la trasmissione del Red AXS: combinazione che piace
Le ruote Cadex e la trasmissione del Red AXS: combinazione che piace

L’allestimento con Sram Red AXS

Come detto all’inizio la novità è la possibilità di poter acquistare la nuova TCR allestita con il gruppo Sram Red AXS appena arrivato sul mercato. Ma quali sono le specifiche scelte da Giant?

TCR Advanced SL 0 è montata con guarnitura 35-48 completa di power meter, mentre il pacco pignoni scelto è un 10-33, naturalmente 12 velocità.

Il colore è l’elegantissimo Black Lava, lo stesso della configurazione top di gamma Shimano. Per quanto riguarda il peso, Giant affronta la questione in modo un po’ particolare. Non potendo garantire un’informazione esatta per ogni setting e ogni taglia, suggerisce di andare ad informarsi direttamente dal proprio Rivenditore Autorizzato di fiducia. Sul prezzo invece non ci sono dubbi, ed è quello che si può ormai aspettare da una bici top di gamma in ogni suo aspetto: 12.499 euro.

Giant Bicycles

Liv Avail Advanced Pro 1: veloce, reattiva e super comoda

23.11.2023
5 min
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Il test della Liv Avail Advanced Pro 1 edizione 2024. Una bici da endurance che ha poco da invidiare ai modelli race. Geometria disegnata per le donne. Telaio in carbonio. Gruppo Shimano 105 Di2 12V. Ruote Giant e possibilità di montare pneumatici fino a 38 mm. Una bici per l'asfalto e anche per lo sterrato

Avail Advanced si rinnova per la prima volta dal 2008. E’ stato il primo modello di Liv-Giant ad essere stato pensato apposta per le caratteristiche fisiche femminili e una delle prime biciclette (da strada) in assoluto nate con un concept rivolto alle donne. La nuova Liv Avail Advanced appartiene alla linea endurance. Significa geometrie meno “estreme” rispetto ai modelli racing, con l’obiettivo principale di essere la bici… comoda, adatta per le lunghe distanze e ogni tipo di terreno: dallo sterrato al pavé.

La bici in test ha telaio XS ed è montana con lo Shimano 105 DI2 a 12 velocità
La bici in test ha telaio XS ed è montana con lo Shimano 105 DI2 a 12 velocità

Carbonio grezzo in 4 taglie

Abbiamo avuto la possibilità di provare la Liv Avail Advanced Pro 1 sulle strade di Coriano, nell’entroterra di Riccione, lungo il percorso del Tour dei Campioni in un giorno ventoso di inizio autunno.

La bici usata per il test ha il telaio in carbonio Advanced Composite ed è disponibile in taglia XXS, XS, S, M. Il telaio e la forcella sono costruiti per offrire resistenza e sostanza (grazie ad una fibra grezza con proprietà meccaniche elevate), comunque con un peso contenuto (considerando la categoria della quale fa parte la Avail Pro1), senza sacrificare un trasferimento di potenza ottimale. Il triangolo anteriore è realizzato come pezzo unico, grazie al processo di produzione esclusivo Giant, che si chiama Modified Monocoque Construction. La zona del movimento centrale è sovradimensionata nella porzione superiore dove accoglie il piantone, mentre la larghezza è di 86,5 millimetri (perfettamente in linea con gli standard attuali). I foderi orizzontali sono asimmetrici e offrono una maggiore rigidità sul lato destro e stabilità sul lato opposto.

La bici del test è di taglia XS, montata con pneumatici da 32” Giant Gavia Fondo 1 (tubeless), ruote Giant SLR1 36 con cerchi hookless, gruppo Shimano 105 Di2 12 velocità con guarnitura 50-34 e pacco pignoni 11-36 (con sviluppi metrici adatti anche alle meno allenate). Interessante anche la lunghezza delle pedivelle da 165, un dettaglio non trascurabile.

Tecnologia D-Fuse

Le innovazioni tecnologiche sono il punto forte di Avail, che le permettono di essere molto versatile. Il reggisella Giant Contact D-Fuse, dotato di uno stelo in carbonio con la sezione a forma di D, assorbe le vibrazioni senza bisogno di dispositivi meccanici o inserti speciali. Questa particolarità si è avvertita fin da subito e rende l’esperienza di pedalata confortevole anche sul ciottolato.

Stesso discorso per il manubrio Liv Contact SL D-Fuse, anch’esso con sezione a forma di D, si adatta alle mani femminili. Ha un flare (svasatura esterna) di 8 gradi per migliorare il comfort e la stabilità su diversi terreni e condizioni. Inoltre offre una maggiore rigidità di trazione e maggiore efficienza durante gli sprint e sulle salite. Non solo, la curva che volge verso l’esterno della bici porta dei vantaggi tangibili fin da subito, anche per chi passa dalla bici con i freni rim, a quella con i dischi. La riteniamo un’ottima scelta.

Dall’asfalto al gravel

Infatti, per quanto riguarda la guidabilità, la bici offre una sensazione molto responsiva nelle curve ed è facile da manovrare in discesa. E’ compatibile con pneumatici di larghezza fino a 38 millimetri: caratteristica che la rende perfetta per affrontare diversi terreni, dalle strade sconnesse alle strade gravel.

Il passaggio dei cavi è interno, grazie all’attacco manubrio Contact Aerolight (non è un integrato), che oltre all’estetica ne migliora anche l’efficienza aerodinamica. Inoltre, la Liv Avail Advanced presenta la tecnologia del tubo di sterzo maggiorato e di una forcella studiata appositamente per fornire prestazioni più precise all’avantreno. Questo risultato si ottiene grazie a due fattori. Il primo sono i cuscinetti della serie sterzo maggiorati (1-1/4″ inferiore e 1-1/8″ superiore) in acciaio inossidabile per una maggiore longevità. Il secondo è il tubo di sterzo conico, che offre l’equilibrio ideale tra rigidità dello sterzo e reattività.

Non è stato difficile adattarsi alla Avail Advanced Pro 1: sono bastate poche uscite: feeling immediato
Non è stato difficile adattarsi alla Avail Advanced Pro 1: sono bastate poche uscite: feeling immediato

Feeling immediato

In generale, fin dalla prima pedalata si trova subito feeling con la bicicletta, non c’è bisogno di usarla molto per abituarcisi. La prima sensazione che si avverte è di pedalare sulle nuvole da quanto è comoda. E’ sorprendente la reattività in salita e negli sprint (contestualizzando questa bicicletta all’interno di una categoria endurance). Liv Avail Advanced è in tutto e per tutto una bici da corsa, che però non ha nulla da invidiare alle bici puramente dedicate al gravel. Avail è la giusta compagna di pedalate sia per le uscite settimanali, con la possibilità di fare sia sentieri sterrati che strada (in base alle preferenze di giornata), sia per i lunghi viaggi in bike-packing.

La bicicletta montata come nella versione del test è in vendita (prezzo riportato sul sito) a 4.899 euro. Il prezzo per la versione Pro 0, montata con lo Shimano Ultegra, è di 6.399 euro.

LIV-Cycling

Giant Revolt X Advanced Pro, anche questo è gravel

10.05.2023
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DORMELLETTO – La Giant Revolt X Advanced Pro è una bicicletta gravel con la sospensione anteriore, con il reggisella telescopico e con una geometria che offre dei vantaggi notevoli. E’ una sorta di bicicletta “tutto-terreno” che fa pedalare ovunque e senza paura.

Abbiamo avuto il piacere di usarla per una giornata, portandola nel magnifico contesto del Parco dei Lagoni di Mercurago, nei pressi di Arona e vicino al Lago Maggiore. Approfondiamo le sue peculiarità.

Giant Revolt X, quando si dice di una bici divertente (foto Mirrormedia-Giant)
Giant Revolt X, quando si dice di una bici divertente (foto Mirrormedia-Giant)

Rigida, no grazie

La categoria gravel è come una grande famiglia, dove tutti riescono a trovare un motivo di divertimento, di sfogo e dove la tecnica del mezzo meccanico mette tutti d’accordo. Ci sono gli stradisti che “magari” approcciano le ruote tassellate per la prima volta, lontano dall’asfalto e immersi nella natura. Ci sono i pedalatori alle prime armi, ma ci sono anche i bikers esperti che apprezzano quella sorta di mondo di mezzo rappresentato dal gravel, un po’ strada e un po’ mtb.

La Revolt X è anche la degna rappresentante delle diverse possibilità che offre Giant per gli utenti del gravel, perché se è vero che ci sono quelli che vogliono la bicicletta completamente rigida, è altrettanto vero che ci sono i ciclisti che con la gravel vogliono osare di più, spostandosi ai limiti più estremi del gravel che quasi sfocia nella mtb con una buona dose di tecnica. Ed ecco che in un contesto del genere la forcella ammortizzata (una Fox32 con 4 centimetri di escursione) e un reggisella telescopico con 25 millimetri di affondamento (che non è mai completamente bloccato, con l’obiettivo di dissipare continuamente), fanno davvero la differenza.

Non sono da dimenticare le gomme, perché di base ci sono delle sezioni da 50, ma si possono montare coperture fino a 53 millimetri di larghezza. Proprio le gomme grandi aiutano quando ci si dimentica di far ammortizzare la forcella, oppure ci si dimentica di abbassare il telescopico nei passaggi con qualche saltino, tra un sasso e l’altro.

La forcella lavora, eccome se lavora (foto Mirromedia-Giant)
La forcella lavora, eccome se lavora (foto Mirromedia-Giant)

Nulla la può fermare

Con un mezzo così dotato, nei termini di componentistica e grazie alle sue geometrie, i limiti diventano quelli dell’utilizzatore e non quelli della bicicletta. Si tratta di un mezzo che non si ferma davanti a nulla, che passa sulle radici come se niente fosse ed è parecchio stabile. Ha un carro posteriore che copia bene il terreno, a tutto vantaggio anche di un risparmio di energie nel medio/lungo periodo. Servono anche a quelli preparati che si spingono verso i tracciati “quasi” estremi per questa bicicletta.

Può affrontare in tranquillità percorsi con un elevato tasso di tecnicità, anche quelli che anni a dietro si facevano con le mtb da 26. Anzi, con una Revolt X si è decisamente più veloci e sicuri.

Le quote geometriche, molto moderne se consideriamo in particolare un orizzontale allungato e uno sloop accentuato, si spingono verso una categoria endurance. Taglia per taglia c’è un passo totale accentuato. C’è un angolo del piantone che aiuta a portare il corpo sul carro posteriore. Troviamo un’apertura dello sterzo (dove è coinvolto tutto l’avantreno) che perdona qualsiasi indecisione e aiuta a stabilizzare la bici un po’ ovunque.

In conclusione

La Giant Revolt X non è una bicicletta per il gravel race così come lo vediamo oggi, dove anche le bici road (opportunamente equipaggiate) riescono a dire la loro. Una Revolt X è molto più divertente, perché è il punto di connessione perfetto tra il gravel con qualsiasi livello d’interpretazione e la mtb. Ma la Revolt X è anche una bicicletta totale. Non veloce come una road (non lo vuole neppure essere), ma sfruttabile su strada, sicura, stabile e gratificante ovunque la si porti.

Con le gommone grandissime il suo pane diventano i sentieri sterrati e dove è necessario avere anche un po’ di manico per finire la giornata con il sorriso stampato in faccia.

Come per tutte le bici che hanno un allestimento che mette insieme molte variabili (e qui sono diverse che devono combinarsi tra loro), ci vuole del tempo per capire come settare nel giusto modo ogni singolo componente.

Il prezzo di listino della versione che abbiamo provato è di 7499 euro, non proprio bruscolini, ma è giusto sottolineare le “tante cose” che si trovano su questa bicicletta. Telaio full carbon e sospensione anteriore, reggisella telescopico e ruote in carbonio CXR X1 (davvero ottime e si sposano alla perfezione con la bici nella sua totalità), oltre alla trasmissione Sram Force AXS 1×12. Non manca davvero nulla.

Giant Bicycles

Giant Italia, numeri in crescita e filosofia green

03.11.2022
5 min
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Il 27 ottobre, Giant Bicycles ha compiuto 50 anni, con le celebrazioni nella sede di Taiwan che hanno preceduto quelle in Europa. In Italia, sposando la linea green dettata dalla casa madre, la ricorrenza è stata celebrata con un’attività di pulizia lungo la ciclabile dell’Olona. Coinvolti tutti i dipendenti della nuova sede di Nerviano, che hanno raccolto l’inimmaginabile e hanno poi concluso la giornata con una grigliata.

L’occasione è stata altrettanto ghiotta per intercettare Claudio Cannizzaro, Sales & Marketing Manager di Giant Italia. L’idea è fare il punto sui primi 50 anni e sbirciare in direzione dei prossimi.

A sinistra Claudio Cannizzaro, a capo di Giant Italia
A sinistra Claudio Cannizzaro, a capo di Giant Italia
Cinquant’anni portati bene?

Se si guarda a cosa è Giant oggi, cinquant’anni potrebbero sembrare pochi. Li viviamo come un punto di partenza e non come di arrivo, la casa madre procede in questo senso e noi faremo sicuramente la nostra parte sul mercato italiano. Giant è tra i più grandi produttori al mondo di biciclette e, pur continuando ad avere focus su questo aspetto, un obiettivo per i prossimi anni è quello di lavorare più intensamente e qualitativamente sull’aspetto retail.

Perché la pulizia della ciclabile?

C’è grande attenzione per il rispetto dell’ambiente, dagli imballaggi delle biciclette a una serie di sistemi introdotti nelle fabbriche. E’ tutto orientato verso un futuro più sostenibile e questa al momento è una priorità. Quando presenteremo la chiusura dell’anno 2022 e il piano per i prossimi 3-5 anni, sarà evidente che il nostro impegno “green” è importante

Curiosi sulla ciclabile lungo l’Olona a Nerviano osservano l’opera di pulizia dello staff Giant Italia
Curiosi sulla ciclabile lungo l’Olona a Nerviano osservano l’opera di pulizia dello staff Giant Italia
Nonostante i 50 anni, la sensazione è quella di un’azienda molto dinamica.

Questo è vero. Ogni modello che viene riproposto nella nuova versione, ha sempre qualche novità. E’ chiaro che in questi ultimi due o tre anni è stato tutto molto più complicato, ci siamo dovuti adeguare alla situazione, pur continuando a guardare molto al futuro e ai cambiamenti. Non ci si è seduti sul fatto di essere i produttori più grandi al mondo e di realizzare biciclette per altri marchi importanti, ma si guarda molto al domani.

Che rapporto c’è fra Taiwan e l’Italia?

Nel periodo pre-Covid, una situazione che ha pesato in vari settori produttivi a livello internazionali, le riunioni e il confronto erano più frequenti. Negli ultimi due anni tutto ciò è stato più complicato ma fortunatamente stiamo tornando alla normalità. In questo momento la nostra country è cresciuta e lo sta continuando a fare, tutto questo porta a un maggior interesse per il nostro mercato.

Un’ampia esposizione nella nuova sede di Nerviano, i cui lavori di allestimento sono quasi ultimati
Un’ampia esposizione nella nuova sede di Nerviano, i cui lavori di allestimento sono quasi ultimati
In quale forma?

Facciamo frequentemente videoconferenze relative al prodotto, che è diviso su tre livelli: gli accessori, le biciclette a pedalata assistita e quelle muscolari. Sono tre dipartimenti indipendenti fra loro e in queste occasioni facciamo le nostre richieste o diamo dei feedback, condividendo opinioni ed esperienze con le altre filiali mondiali il risultato è sicuramente interessante per tutti 

Vi abbiamo visto con un super stand all’Italian Bike Festival.

La presenza IBF è stata importante anche per mettere l’attenzione sul cinquantesimo anniversario di Giant. Nei 1.000 metri quadrati di stand abbiamo esposto un numero di nuove biciclette molto limitato, scelta voluta per dare lo spazio adeguato ai modelli che hanno fatto la storia di Giant. Lo spazio è stato pensato per lasciare libertà di movimento ai nostri ospiti con attività legate anche al green e con corner dove potersi sedere e rilassarsi, il concetto di tante biciclette esposte quest’anno secondo me non era il team corretto.

All’interno della nuova sede di Giant Italia, un laboratorio per la formazione di chi vende e-Bike
All’interno della nuova sede di Giant Italia, un laboratorio per la formazione di chi vende e-Bike
Che tipo di riscontro avete avuto?

Buono. Probabilmente il consumatore non aveva idea di cosa fosse realmente questa azienda, proprio in quell’occasione ha potuto scoprire per esempio che il primo modello di bicicletta in carbonio è stato realizzato proprio da Giant. Mi è piaciuto molto anche il feedback dei negozianti, che hanno stretto ulteriormente il loro legame con il marchio o che hanno sfruttato l’occasione per avvicinarsi a noi, rendendosi conto della realtà di un’azienda come la nostra. Un’azienda solida, con una storia che è, anche se relativamente breve, molto significativa e in continua in evoluzione.

Fra quanto tempo si tornerà alla normalità pre-Covid?

E’ molto difficile rispondere. La mia sensazione, quindi nulla di ufficiale, è che si stia un po’ recuperando il tempo di produzione e fornitura dei vari prodotti che servono a noi per assemblare le biciclette. Mi sento di dire che per i modelli 2024, quindi diciamo l’autunno prossimo sicuramente un po’ di ritardo lo avremo colmato. 

Il team di Giant Italia al termine del percorso di pulizia, con il triste bottino di giornata
Il team di Giant Italia al termine del percorso di pulizia, con il triste bottino di giornata
Il boom della bici andrà avanti a lungo?

Oramai tutti hanno una bicicletta, comprata quando le uniche attività possibili erano corsa e ciclismo, anche grazie agli incentivi statali. Se una piccola parte di questi nuovi utenti si appassiona al ciclismo, direi che nei prossimi anni i numeri sicuramente saranno positivi, ma non è possibile immaginare che questa super bolla continui. Per soddisfare ogni esigenza in termini di utilizzo e capacità di spesa nel 2024 Giant Italia avrà a catalogo oltre 200 modelli.

Quale sarà invece la vostra direzione?

Come Giant Italia, abbiamo dei piani di sviluppo molto interessanti. Con un catalogo sempre più ricco il nostro intento è quello di coprire maggiormente il territorio in termini di prodotto e investendo molto sulla qualità dei rivenditori. 

Nuova Giant Propel, veloce e non solo, l’abbiamo provata

18.08.2022
7 min
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Ecco in anteprima assoluta la nuova Propel Advanced SL0 2023 di Giant Bicycles la bici usata al Tour de France da tutti i corridori del Team BikeExchange-Jayco. Noi l'abbiamo provata. E' leggera (6,82 chilogrammi rilevati nella taglia M), rigida e anche più versatile, capace di accontentare anche gli scalatori più esigenti. Entriamo nel dettaglio del progetto e del test.

La nuova Giant Propel, già addocchiata al Tour de France cambia completamente pelle e prestazioni. Categorizzarla “solamente” come una bici aero concept è riduttivo. Rimangono due i moduli di carbonio di riferimento per il telaio, Advanced SL e Pro, alle quali si aggiunge una terza versione Advanced, una sorta di entry level anche negli allestimenti.

Abbiamo provato la versione Propel Advanced SL 2023, leggera (6,82 chilogrammi rilevati nella taglia M), rigida e anche più versatile, capace di accontentare anche gli scalatori più esigenti. Entriamo nel dettaglio del progetto e del test.

La nuova Propel anche un po’ TCR

La nuova Propel è prima di tutto una bicicletta da competizione, è più “sottile” rispetto alla precedente, ma non ha dimenticato il suo essere aero racing. E’ anche più comoda, un comfort che arriva principalmente dalla sezione centrale e dal carro posteriore. L’accostamento con la TCR è reale. La sua versatilità trova ulteriore conferma grazie alla possibilità di montare coperture fino a 30 millimetri di sezione.

Il progetto Propel aero racing bike si vede principalmente nell’avantreno, grazie alle tubazioni aero con sezioni diverse rispetto al passato e create per offrire una rigidità elevatissima, risparmiando peso. C’è un nuovo disegno dello sterzo con degli spacers dedicati. E poi ci sono i due portaborraccia integrati e disegnati in parallelo al progetto.

I test nel wind tunnel GST (foto Giant)
I test nel wind tunnel GST (foto Giant)

Il wind tunnel di Immenstad

Insieme al Politecnico di Milano e al polo Universitario di Eindhoven, il wind tunnel GST di Immenstad (Germania) sviluppa parecchi progetti legati al ciclismo. Qui trovano forma anche gli studi SwissSide. Qui è nata una parte della nuova Giant Propel.

Super cura dimagrante

Il kit telaio della Propel SL 2023 (frame, forcella e minuteria in metallo, serie sterzo ed expander, ISP clamp per la sella) ha un valore alla bilancia dichiarato di 1.429,5 grammi nella taglia media, più leggero di oltre 225 grammi. C’è un cockpit Giant Contact SLR che è stato alleggerito di oltre 102 grammi.

La cura dimagrante è parallela ad una rigidità maggiore nella fase statica dei test a banco: quasi il 10%. Ma il dato che colpisce di più è la maggiore rigidità del nuova Propel SL nelle fasi che riproducono la pedalata, con un aumento del 7,5%.

Due livelli di carbonio

La nuova Giant Propel Advanced SL è la top di gamma, per le tecnologie, le performances e gli allestimenti. E’ riconoscibile prima di tutto per la tubazione del reggisella che è il naturale prolungamento del piantone. E’ monoscocca e utilizza il tessuto composito Grade in alto modulo, anche se le grosse differenze sono nelle metodologie di lavorazione.

Giant Propel Advanced Pro è quella con il reggisella Vector separato dal piantone. La fibra composita di base è sempre la Advanced Grade, ma non utilizza le medesime tecnologie. Nonostante questo la versione Pro, a prescindere dagli allestimenti, mutua il design ed alcune soluzioni dalla sorella maggiore.

Stesse geometrie per SL e Pro

Le taglie disponibili sono sei: XS, S, M, ML, L e XL e mostrano dei valori uguali per entrambe le versioni, ad eccezione per la lunghezza del piantone.

Due allestimenti

I due allestimenti sono 0 e 1. La Propel 1 ha la trasmissione Shimano Dura Ace 12v con il power meter Shimano, il nuovo cockpit Giant Contact SLR e le ruote hookless Cadex 50 Ultra (hanno i raggi in carbonio) con le nuove gomme tubeless Cadex da 25 e la sella Giant Fleet SLR in carbonio. Questa bicicletta è disponibile nella colorazione “stardust”.

La Giant Propel Advanced SL 1 si differenzia dalla precedente per la trasmissione Sram Force 12v (con il power meter Quarq compreso nella dotazione). E’ disponibile nella livrea denominata “airglow”. Tutti i prezzi, di questo allestimento e dei successivi sono ancora in via definizione. A prescindere dalla trasmissione, le due SL sono la massima espressione del sistema Giant: framekit-cockpit-ruote.

Tre allestimenti Pro, due per Advanced

La Propel Advanced Pro 0 ha due allestimenti e si basano rispettivamente sulle trasmissioni Sram Force eTap AXS e Shimano Ultegra Di2. La forcella è la medesima utilizzata per la SL. Il cockpit è della serie SL Aero, con l’attacco manubrio in alluminio e la piega aero in carbonio. Ci sono le ruote Giant SLR1 50 Carbon. La sella è la sempre la Fleet, ma nella versione SL con rails in acciaio. La colorazione è unica e comune ai due montaggi, ovvero la “black currant-chrome”.

Le Propel Advanced 1 e 2 si differenziano dalle versioni Pro per gli allestimenti e per la costruzione della forcella, che ha lo stelo in alluminio e i foderi in carbonio. La 1 ha la trasmissione Sram Rival eTap, mentre la 2 ha la trasmissione Shimano 105 a 11 velocità. La Advanced 1 ha le ruote con cerchio tubeless in carbonio (Giant SLR 2), mentre l’allestimento 2 prevede delle ruote Giant in alluminio.

In discesa pretende attenzione ed è velocissima (@sara carena)
In discesa pretende attenzione ed è velocissima (@sara carena)

I nostri feedback

La Propel Advanced SL ha ben pochi limiti. E’ un’affermazione non banale dal ragionamento ampio, che considera le necessità di chi vuole una bicicletta aero, ma non disdegna le salite, anche quelle lunghe ed impegnative. In alcuni momenti, anche grazie all’allestimento 0, sembra di pedalare su una bici da salita, leggera, fluida e scattante, briosa in discesa e per nulla scomoda; una sorta di TCR mascherata.

La geometria è racing e segue il fil rouge del progetto della nuova Giant Propel. Il corpo è ben centrato sul piantone e si spinge bene da seduti. L’avantreno offre un sostegno non secondario, un riferimento non da poco per chi ama alzarsi spesso sui pedali e rilanciare l’andatura. Proprio sui cambi di ritmo e in discesa prende velocità che è un piacere, ma bisogna avere un po’ di manico.

E poi queste nuove ruote Cadex C50 Ultra hookless, che sono belle da vedere e su strada sono gratificazione allo stato puro. Sono esigenti, ma con una buona gestione della pressione delle gomme, si guidano bene anche nei tratti più tecnici. A nostro parere gli pneumatici da 25 sono al limite, considerando anche l’abbondante canale interno da 22 millimetri.

BikeExchange, primo e quarto: Pinotti al settimo cielo

07.05.2022
4 min
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Pinotti carica il camion e stasera si sente proprio leggero. «Un’emozione fortissima – dice – dopo più di un anno a mangiare la polvere!». Simon Yates ha vinto la crono di Budapest, Sobrero è arrivato quarto. Per l’allenatore del Team BikeExchange-Jayco che si occupa proprio delle prove contro il tempo, la serata ha un sapore pazzesco.

C’è poca voglia di rubargli tempo, andiamo subito al sodo. Anche perché c’è tanto lavoro da fare prima di cena.

Sobrero ha fatto registrare il miglior tempo parziale, chiudendo poi al 4° posto. Pinotti era certo della condizione in arrivo
Sobrero ha fatto registrare il miglior tempo parziale, chiudendo poi al 4° posto
Marco, era nell’aria?

Me lo sentivo, stavolta sì. Visti i risultati di ieri e i dati fatti sulla salita finale, ho detto che ne avremmo messi due nei dieci. Sobrero è uscito bene dal Romandia. Temevo Dumoulin, ma quando stamattina ho rivisto il percorso, ho pensato a Van der Poel.

Quando lo avevi visto la prima volta?

Mercoledì, da solo. Ho fatto anche un video e l’ho fatto vedere ai ragazzi. Stamattina poi l’ho fatta due volte con Yates. E poi ho seguito Craddock (il campione americano, 31° all’arrivo, ndr) facendo pure un video che ho fatto vedere a Simon.

Era uno Yates molto sereno quello che alla partenza del Giro scherzava con i giornalisti
Era uno Yates molto sereno quello che alla partenza del Giro scherzava con i giornalisti
Che tipo di crono è stata?

Tecnica. Bisognava guidare bene e rilanciare forte. Sono venuti fuori gli specialisti, ma anche quelli dotati di grande cambio di ritmo. Facevo bene a temere Van der Poel. Per fortuna la salita era lunga 2’25” e Yates è leggero e potente. Se fosse stata una salita da un minuto, Mathieu vinceva la crono.

Una rivelazione Yates così forte a crono?

Più che altro un bel riscatto. L’anno scorso, nonostante ci lavorasse tanto, non ne veniva fuori. Non sapete quante notti senza dormire ho passato pensando a cosa non andasse. Poi abbiamo cambiato bici e abbiamo tirato una riga. Siamo andati con lui e con Sobrero in galleria nel vento. Ricordate? Poco prima dell’incontro con Malori. Siamo partiti dalla biomeccanica più che dall’aerodinamica e abbiamo messo le basi per ripartire bene.

Ha funzionato subito?

Simon ha ricevuto il manubrio custom fatto da Sync, brand australiano partner di Giant, prima della Parigi-Nizza e si è trovato subito bene, soprattutto con la convinzione di aver trovato la giusta posizione. Sobrero invece l’ha ricevuto prima della seconda crono del Romandia. Se a tutto questo si aggiunge che adesso c’è finalmente anche la condizione, si capisce perché siamo andati così bene.

Dopo la vittoria, Yates ha ringraziato Giant…

Non è stato facile avere tutto il materiale con gli strascichi della pandemia, ma sono stati eccezionali. Se un dubbio c’era venendo qua era legato alla condizione di Sobrero.

Cosa intendi?

Siamo stati in altura e non aveva grandi sensazioni. Pensava di non andare. Mi chiedeva se si sarebbe sbloccato al Romandia e ho lavorato tanto per dargli fiducia, perché secondo me sarebbe andato meglio, come poi è stato. Forse con lui abbiamo spinto troppo…

Nel fare cosa?

Nel caricarlo di aspettative, con il discorso di provare a fare classifica. Non regge ancora, deve maturare e fare uno step ulteriore. Ma a crono è un talento naturale, mi fa pensare a Malori o a com’ero io. Ascolta i consigli, ma capisce da sé come affrontare i percorsi.

Le bici da crono vengono con voi in Sicilia?

No, tornano in Italia domani con… Pinotti. Le porto io. Solo quella di Yates resterà nel bus: potrebbe volerla per qualche allenamento. Che bella serata, ragazzi…

Giant torna in gruppo, sentiamo i meccanici BikeExchange

11.01.2022
8 min
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Giant torna nel mondo delle corse dei pro‘ e non lo fa in maniera banale, ma affiancando una compagine tra le più in vista del World Tour, ovvero il Team BikeExchange Jayco. I corridori sono una sorta di banco di prova per le bici, ma quando si tratta di passare da una tipologia di materiali ad un’altra, tutto il sodalizio è coinvolto, tra operatività, umori ed emozioni. Abbiamo chiesto a Fausto Oppici, capo meccanico del team e uomo particolarmente apprezzato nel circus.

Fausto Oppici, capo meccanico del Team Bike Exchange Jayco (foto BEX Media)
Fausto Oppici, capo meccanico del Team Bike Exchange Jayco (foto BEX Media)
Fausto, cosa hai pensato quando hai saputo che Giant sarebbe tornata in gruppo con le sue bici e i suoi prodotti?

Quando abbiamo saputo del cambio è stata una bella sorpresa. C’è stato un po’ di stupore. Ma tutto sommato, è stato un cambio avvenuto in tempi brevi. Comunque lo abbiamo accolto con molta positività, perché Giant è un marchio di prestigio e apprezzato dagli atleti. Da subito siamo stati ben supportati e ci siamo resi conto, noi dello staff e i corridori, che ci avrebbe soddisfatto sotto tutti i punti di vista e nelle richieste.

Il sodalizio conta anche sulla compagine femminile, con le bici Liv (foto BEX Media)
Il sodalizio conta anche sulla compagine femminile, con le bici Liv (foto BEX Media)
Quante bici sono arrivate da montare? Quali modelli?

Bisogna dividere la compagine maschile da quella femminile, perché nel nostro caso molte attività sono parallele. Se consideriamo la squadra maschile, questa è composta da 29 corridori. Ad ognuno di loro sono state fornite 4 bici road e 3 biciclette da crono. Di solito i leader hanno una bici in più e può essere che nel corso dell’annata vengano forniti dei telai da provare, ma questo si vede con il prosieguo della stagione.

Una bella mole di materiale…

Sono stati forniti dei pacchetti completi: telaio e forcella, selle e manubri, ma anche le ruote, che pur essendo Cadex sono comunque di matrice Giant. I modelli sono il TCR SL, Propel per i velocisti e i per i gregari degli sprinter, oltre alla Liv Advanced Pro Disc per le ragazze. Tutte disco. Quella da crono invece è con i rim.

Fornitura Giant 100%

In sostanza i modelli di biciclette per gli atleti sono quattro: Giant TCR SL e la Propel SL per la compagine maschile, entrambe con i dischi. La bici da crono invece ha i freni tradizionali.

Interessante la scelta della bici Liv per le ragazze, con la versione Langma Advanced Pro Disc, senza seat-post integrato. Stem e piega manubrio Giant, selle e ruote Cadex (made in Giant), con una fornitura che prevede anche la configurazione hookless tubeless e non è un semplice dettaglio.

I pedali e le trasmissioni Shimano. Inoltre, molti atleti, uomini e donne utilizzano le calzature Giant e Liv, così come i caschi nel modello Rev Pro. Ma torniamo all’intervista con Fausto Oppici.

Le bici sono equipaggiate con il nuovo Shimano Dura Ace Di2 a 12v. Quali rapporti hanno chiesto i corridori?

Una parte del materiale è stata consegnata e molto sta arrivando anche in quest’ultimo periodo. Posso dire che a tutti i corridori abbiamo montato l’11-30 dietro, avremo anche la ruota libera 11-34, mentre per la guarnitura davanti, solo la combinazione 54-40. Il Dura Ace è più facile.

Dylan Gronewegen, acquisto interessante del team australiano
Dylan Gronewegen, acquisto interessante del team australiano
Dopo le prime uscite avete eseguito dei cambi radicali nel montaggio, oppure tutto è rimasto uguale e avete fatto solo le regolazioni di rito?

Il montaggio è rimasto uguale, non ci sono stati atleti che hanno stravolto le scelte iniziali. Loperazione più richiesta dai corridori è quella che si riferisce alla sistemazione dell’altezza delle leve, ma è abbastanza normale ad inizio stagione, perché anche loro devono prendere confidenza con i nuovi equipaggiamenti. Inoltre il Dura Ace a 12 velocità è molto differente, se paragonato al precedente, anche in fatto di ergonomia.

E voi meccanici come vi siete trovati?

Io mi sono trovato particolarmente bene con la nuova trasmissione, che è più facile e veloce da montare, vista l’assenza dei cavi ai manettini. Aggiungo anche che il modello TCR è facile da montare e sistemare, anche nella parte idraulica delle guaine, perché queste ultime non scorrono all’interno del tubo sterzo.

Di solito ci sono variazioni in proposito tra l’inizio e il cuore della stagione agonistica?

E’ difficile trovare un corridore che cambia completamente, a meno che non sorgano dei problemi. Ti posso dire una delle richieste più frequenti: controllo dell’altezza sella e all’inclinazione della punta.

Quando avete iniziato a montare le bici, qual è la cosa che ti ha colpito maggiormente lavorando sulle bici Giant?

Sicuramente la leggerezza della bici degli uomini, la TCR SL, ma anche di quella aero, la Propel SL. Quest’ultima considerando la categoria delle biciclette aerodinamiche.

La versione SL della Giant TCR è una delle poche che tiene fede al reggisella integrato. È un fattore che vi crea problemi quando dovete posizionare e fare il setting per il corridore?

Non è facile all’inizio, anche se vi devo dire che ha un margine di aggiustamento di 2,5 centimetri, che per un integrato non è poco. Ma per noi meccanici è fondamentale lavorare con i millimetri e bisogna essere precisi e abili quando si taglia il carbonio. E’ necessario azzerare gli errori.

C’è un corridore che ti ha colpito per la sua pignoleria e precisione?

Sì, è Simon Yates, perché è molto preciso e vuole provare diverse soluzioni. E’ un corridore che capisce il mezzo ed è in grado di fornire dei feedback importanti.

Simon Yates, corridore apprezzato dai meccanici per la sua capacità di “capire” la bicicletta (foto BEX Media)
Simon Yates, corridore apprezzato dai meccanici per la sua capacità di “capire” la bicicletta (foto BEX Media)
Quale è il feedback di un atleta, uno di quelli che ti ha colpito maggiormente?

Non uno nello specifico, ma in generale apprezzo quei corridori che capiscono la differenza di rigidità tra un telaio ed un’altro. Oppure quelli che percepiscono la differenza anche di un solo millimetro nell’altezza sella.

Quale è stata la richiesta più strana che hai ricevuto da parte di un atleta?

In merito ad una bici da crono, quando il corridore ha voluto una prolunga più lunga dell’altra, richiesta strana e assecondabile, perché è sempre il corridore che si deve trovare bene sulla bicicletta.

Test in Sicilia per la nuova LIV Langma Advanced Disc

07.01.2022
4 min
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Una bicicletta da donna, progettata dalle donne. Ecco la LIV Langma Advanced Disc 1, la sorellina minore delle top di gamma con cui nel 2022 correranno le ragazze del team ufficiale – il LIV Racing Xstra in cui militeranno Rachele Barbieri e Katia Ragusa, guidate da Giorgia Bronzini – e quelle del Team BikeExchange-Jayco, passate da Bianchi a Giant. LIV è infatti la proposta al femminile del colosso taiwanese e a fronte delle migliaia di donne che hanno scoperto la bici, non si può dire che non si sia trattato di una mossa azzeccata.

Il test si è svolto sulle strade intorno Palermo: qui la salita di Monte Pellegrino
Il test si è svolto sulle strade intorno Palermo: qui la salita di Monte Pellegrino

Una bici compatta

La Langma Advanced Disc nasce attorno a un telaio ultraleggero in carbonio Advanced-Grade che offre un ottimo rapporto rigidità e peso. La bici che se ne ottiene è pronta alla risposta e adatta alla gara. Il tubo obliquo, che presenta una geometria a ellissi orientate, riduce la resistenza al vento e aumenta l’efficienza in fase di accelerazione. In abbinamento con il piantone, sagomato per avvicinare il centro della ruota posteriore al movimento centrale, compone una bici davvero veloce.

Il telaio da noi provato è una S ed è davvero un giocattolino di leggerezza e stile. Il piantone misura 45 centimetri, l’angolo del piantone è di 74°30’ mentre quello di sterzo da 72° permette di avere il trail da 61,4 millimetri, che permette alla bici di essere guidabile. Il carro posteriore è compatto (lunghezza dei foderi di 40,5 centimetri).

Controllo totale

I freni a disco integrati flat mount offrono la sicurezza necessaria per mantenere la velocità anche in curva e pedalare in condizioni meteorologiche variabili. Langma consente il montaggio di pneumatici fino a 32 millimetri, quindi si può personalizzarne l’assetto in base alla strada che si sceglie di percorrere.

Sul fronte delle ruote, si sono scelte le PR2 che Giant offre come primo montaggio. Sono tubeless ready e pesano 1.800 grammi la coppia. Una soluzione interlocutoria, adatta per strade non proprio perfette, mentre su alcuni modelli viene previsto il sistema Giant SLR 36 Disc che riduce la resistenza aerodinamica.

Il reggisella Variant Composite regolabile offre infine un’elasticità superiore, in modo da ottenere una guida reattiva per affrontare facilmente strade sconnesse.

Ultegra meccanico

Sul fronte dei componenti, la bici che abbiamo provato è montata con lo Shimano Ultegra meccanico, con guarnitura 36-52 e pedivelle da 170, con pacco pignoni 11-32 a 11 velocità.

L’attacco manubrio è il Liv Contact da 38 centimetri di larghezza, con attacco manubrio Giant Contact da 90 millimetri.

E’ made il LIV anche la sella, modello Approach. Mentre tornando per un istante al reggisella, si tratta di un design brevettato che ottimizza l’equilibrio tra leggera e rigidità. Il sistema a expander grazie al quale viene effettuato il bloccaggio si basa su un nottolino in lega leggera, composto da tre parti: quella centrale e le due laterali che si allargano fino a bloccare il reggisella all’interno del piantone, in cambio di una notevole pulizia estetica. La bici così assortita è in vendita a 2.899 euro.

liv-cycling.com

Giant con Bike Exchange, settimo capitolo di una lunga storia

02.12.2021
6 min
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Manolo Saiz ne sa una più del diavolo. Per cui quando nel 1998 la sua Once si presenta al via della stagione con le Giant a forma di mountain bike, i meccanici e i corridori del gruppo drizzano le orecchie avendo fiutato la novità. Mentre le case produttrici di casa nostra con un po’ del solito snobismo fanno spallucce e tirano dritto. La casa taiwanese viene ancora vissuta come l’assalto dell’Oriente alla tradizione europea e a leggere come è finita la storia viene da sorridere.

Già nel 1987, Giant ha lanciato il carbonio per tutti, introducendo nel mercato la Cadex 980 C, con tubazioni in fibra e congiunzioni in alluminio incollate. Il telaio della Once però è un passo avanti vertiginoso. E’ il primo Compact Road. Ha il tubo orizzontale incredibilmente inclinato e il triangolo posteriore compatto. Le bici sono mediamente più piccole e più rigide grazie al nuovo disegno. Fra i corridori che ne fanno uso, Jalabert (foto di apertura) se ne serve per arrivare secondo dietro Bartoli alla Liegi del 1998, in una stagione comunque da 13 vittorie.

Nel 2009, Menchov è alla Rabobank e vince il Giro d’Italia sulla Giant Tcr
Nel 2009, Menchov è alla Rabobank e vince il Giro d’Italia sulla Giant Tcr

Beloki e il Tour

I nostri fanno spallucce e orecchie da mercanti fino a un certo punto. Gradualmente infatti il mercato si sposta verso lo sloping: ha il tubo superiore inclinato anche la Bianchi di Pantani, perché Marco apprezza e pretende. Chi può col carbonio, gli altri con l’alluminio che in quegli anni ha comunque soppiantato il carbonio.

Giant fa scuola. La sua Tcr ha aperto la strada e i corridori della Once continuano a usarla e a vincere. Nel 1999, Jalabert arriva quarto al Giro. Joseba Beloki arriva per due volte terzo al Tour (2000-2001) e una volta secondo (2002). La sua progressione si infrange sull’asfalto della nona tappa del Tour 2003, quando cade rovinosamente (mentre Armstrong si salva tagliando in un campo), riportando la frattura del femore, che di fatto chiude la sua carriera ad alto livello.

Il 2003 è anche l’ultimo anno della Once in gruppo. Saiz va avanti con Liberty Seguros e biciclette Bh, mentre per rivedere il marchio Giant ci sarà da aspettare il 2009.

Nel 2012 Rabobank si ritira, la squadra diventa Team Blanco. Qui Kelderman, Gesink e Renshaw
Nel 2012 Rabobank si ritira, la squadra diventa Team Blanco. Qui Kelderman, Gesink e Renshaw

Menchov, primo Giro

A volere il marchio di Taiwan al suo fianco è infatti la Rabobank, che per anni ha corso su biciclette Colnago. La squadra di Menchov, del giovanissimo Mollema, di Freire, Flecha e di Gesink è uscita dal 2008 con il terzo posto di Menchov al Giro d’Italia, alle spalle di Sastre ed Evans. Per il 2009 si vuole il salto di qualità e probabilmente, oltre alle bici, Giant porta anche le risorse per investire di più. I risultati si vedono.

In sella all’ultima versione della Tcr montata Shimano, Denis Menchov vince il Giro d’Italia, battendo Di Luca, Pellizotti e Basso al rientro dalla squalifica. Garate invece vince una tappa al Tour de France.

Dopo la Gand del 2014, nel 2015 Degenkolb su Giant Propel vince la Roubaix e prima la Sanremo
Dopo la Gand del 2014, nel 2015 Degenkolb su Giant Propel vince la Roubaix e prima la Sanremo
Con il Team Blanco

Il legame fra il gruppo olandese e Giant è forte al punto che quando alla fine del 2011 Rabobank deciderà di uscire da ciclismo in seguito alle ammissioni di Armstrong (avendo altri due anni di contratto, la banca olandese continuerà a pagare il suo impegno, anche se la squadra si chiamerà Team Blanco), la casa orientale rimarrà al suo posto fino al 2013. Il gruppo olandese assumerà poi la denominazione di Belkin e adotterà bici Bianchi, interrompendo una collaborazione andata avanti per cinque stagioni.

Per le Olimpiadi di Rio e Dumoulin viene lanciata la Giant Trinity da crono. Arriva l’argento
Per le Olimpiadi di Rio e Dumoulin viene lanciata la Giant Trinity da crono. Arriva l’argento

Dumoulin, seconda rosa

Ma di uscire non se ne parla. E così a partire dal 2014, Giant diventa primo nome di una nuova squadra assieme a Shimano, che per i due anni successivi sarà Giant-Alpecin. Con la maglia bianconera corrono il giovane Dumoulin, John Degenkolb e Marcel Kittel. Un team per classiche e volate, mentre Dumoulin cresce.

Le bici ora sono due. Il Tcr, è sempre sloping e leggero, ha il telaio in carbonio e va decisamente veloce. Poi c’è la Propel per le classiche, anch’essa sloping e in carbonio, ma antesignana delle bici aero. In tre anni, Degenkolb vince Gand, Sanremo e Roubaix. Kittel ne vince 14, compresa la tappa di Parigi del Tour. Ed è quando la squadra diventa Team Sunweb nel 2017, che Giant vince nuovamente la maglia rosa.

Ci pensa Dumoulin sulla classicissima Tcr e la Trinity per le cronometro che in effetti domina. Le Olimpiadi del 2016, chiuse con l’argento alle spalle di Cancellara, sono state un ottimo banco di prova e quando l’olandese porta la sua bici da crono in trionfo nella crono di Milano, per Giant si chiude un altro cerchio. A fine stagione il Team Sunweb conterà anche l’Eneco Tour dello stesso corridore olandese, ma il marchio taiwanese dirà addio al gruppo dei pro’.

Nel 2017 Dumoulin e la sua Tcr vincono il Giro d’Italia
Nel 2017 Dumoulin e la sua Tcr vincono il Giro d’Italia

La nona Tcr

La lunga storia continua. Chiude Bmc e il blocco di Ochowitz viene rilevato dalla polacca CCC. Forse per avere appoggio finanziario, Giant viene in soccorso della squadra e in collaborazione con la squadra lancia la TCR di nona generazione. La TCR Advanced SL (anche in versione Disc) è l’ultima versione della bici nata nel 1998. La usano Trentin e De Marchi e faranno fatica a separarsene.

Ancora due anni alla CCC. Qui Alessandro De Marchi in fuga al Tour del 2019
Ancora due anni alla CCC. Qui Alessandro De Marchi in fuga al Tour del 2019

Ritorno nel 2022

Se a questo punto vi starete chiedendo il perché di questo articolo, bisognerà che vi anticipiamo quello che per il gruppo non è più un segreto da qualche mese. Giant sta per tornare. I corridori hanno ricevuto le bici e le stanno provando. Ma poiché il rapporto fra la squadra che le userà e il marchio uscente non si è chiuso in modo proprio amichevole, finora non si sono visti annunci.

Il riferimento è al Team Bike Exchange e ancora una volta, saltato a quanto si sa l’accordo con Premier Tech, è lecito supporre che oltre alle bici farà comodo l’ossigeno della grandissima azienda orientale. Mentre sul fronte delle voci, queste sì del tutto soggette a cambiamenti, gira anche quella secondo cui dal 2023 anche Dumoulin potrebbe tornare sulla bici che gli portò la maglia rosa.